Comunicato Stampa del 22 Marzo 2012
Uno spazio per la musica dopo il terremoto
Il sisma dell’ aprile 2009 ha compromesso tutte le sedi che ospitavano le attività musicali
presenti in città. Una volta usciti dalla fase dell’ emergenza, il programma di ricostruzione
si sta progressivamente attivando per ripristinare anche i luoghi della cultura e tra questi
quelli musicali.
L’Auditorium che ospitava l’attività sinfonica della Società Baratelli si trova all’interno del
cinquecentesco Forte Spagnolo, monumentale esempio di architettura militare, le cui
strutture sono state lesionate dal sisma. Poiché i lavori di ripristino del Forte dureranno a
lungo negli anni è realistico prevedere che la sala da 240 posti qui contenuta non sarà più
agibile per parecchio tempo.
La prima idea di realizzare un auditorium temporaneo è di Claudio Abbado dopo che è
subito dopo il sisma, nel mese di giugno 2009, è stato a L’Aquila a dirigere un concerto
con l’ Orchestra Mozart. In seguito a ciò' Claudio Abbado e Renzo Piano, su iniziativa
della Provincia di Trento che ha finanziato interamente l’ opera e ne coordina l’esecuzione,
hanno iniziato a sviluppare la progettazione di un auditorium temporaneo che sostituirà,
garantendo lo stesso numero di posti, quella resa inagibile dal sisma all’interno del
Castello.
Allo stato attuale, una volta che il progetto ha ottenuto tutte le autorizzazione e i permessi
necessari all’ esecuzione dell’opera, e una volta espletata la gara d’appalto, è stato
installato il cantiere e si è dato seguito all’inizi dei lavori.
E' importante ribadire ancora una volta che, come fortemente voluto dai promotori
dell'iniziativa, l'intera operazione è realizzata a costo zero per il Comune di L'Aquila e per
l’intera comunità abruzzese.
Il nuovo Auditorium è ubicato vicino al Castello, nella porzione di parco compresa tra il
Castello stesso e la Piazza della Fontana Luminosa . E’ importante che la nuova struttura
sia molto vicina a quella preesistente, perché così’ non si interromperà l’abitudine del
pubblico alla frequentazione di quel luogo, già noto ed amato, e ciò a maggior ragione
considerando il forte carattere evocativo del Castello.
L’ubicazione accanto al Castello ha poi senso anche perché è molto vicina al Centro
Storico, quindi sul bordo della cosiddetta ‘zona rossa’: l’Auditorium sarà raggiungibile
senza restrizioni di sorta dovute a motivi di sicurezza o di incompatibilità logistica legata ai
futuri lavori di ricostruzione del nucleo storico.
Il nuovo Auditorium, denominato Auditorium del Castello, è concepito come edificio
provvisorio, effimero ma al tempo stesso capace di rispondere in modo eccellente ai
requisiti acustici e funzionali necessari per uno spazio musicale. L’edificio è stato pensato
come un vero e proprio strumento musicale, un grande stradivari, che verrà appoggiato
nel parco accanto al Castello in attesa che quest’ultimo venga restaurato.
La collocazione prescelta sembra inoltre dare una risposta, coerentemente alle intenzioni
urbanistiche dell’Amministrazione Comunale, anche ad una serie di problematiche che
investono questa parte della città e che hanno specificamente a che fare con l’esigenza di
innescare un processo di radicale riqualificazione e rivitalizzazione della piazza e del
parco.
La piazza cosiddetta della Fontana Luminosa, che più che una piazza propriamente intesa
è piuttosto un luogo di interfaccia tra il Centro Storico e la città novecentesca, nonostante
per tradizione sia molto frequentata, è infatti degradata e priva di funzioni aggregatrici.
Il parco, che ha bisogno di un intervento complessivo di riqualificazione, soprattutto nella
porzione priva di alberi compresa tra il Castello e la Piazza, richiede un intervento in grado
di attrarre e promuovere attività socializzanti.
Sullo sfondo di queste tematiche il nuovo Auditorium è stato pensato come un dispositivo
in grado di polarizzare attività collettive. Oltre ai concerti quindi, attività di ristoro, sosta e
luogo di incontro, spettacoli all’aperto e attività di aggregazione sociale.
Uno Stradivari nel parco del Castello
L’Auditorium del Castello è formato da tre volumi di legno a forma di cubo che, in modo un
po’ casuale, rotolando sul terreno, si sono fermati in una posizione che li vede tra loro
accostati.
Il volume centrale, quello più grande che corrisponde alla sala dell’Auditorium, si è fermato
in una posizione leggermente obliqua che allude quasi ad una sua instabilità. In realtà la
sua inclinazione ha una precisa ragione poichè uno dei due lati inferiori, corrisponde
all’inclinazione dei gradoni della platea interna.
Gli altri due cubi, collegati con il primo attraverso passerelle in ferro, vetro e legno,
contengono l’uno i servizi al pubblico (foyer, toilette) e i locali degli impianti tecnologici,
l’altro le attività di servizio agli artisti (i camerini).
I cubi lignei, nella loro astrattezza, dissimulano la presenza di un edificio vero e proprio.
Sono cioè ‘non forme’ o, piuttosto, forme pure, che si confrontano il più silenziosamente
possibile con la massa compatta e tesa del Forte cinquecentesco.
L’Auditorium è concepito come manufatto che nella sua frugalità porterà con sé la pura
forza della necessità.
I tre edifici sono interamente realizzati in legno che è sì un materiale effimero nelle
pretese, ma è eterno nella durata. La scelta del legno è strettamente legata alla funzione
acustica dell’edificio, quella cioè di suonare come fosse uno strumento musicale, ma
anche dettata dalle condizioni del contesto per cui le strutture lignee hanno elevatissime
caratteristiche antisismiche. La matericità del legno infine si confronterà in modo ‘naturale’
con la pietra del Castello.
E’ bene ricordare che il legno è un materiale rinnovabile e quindi eco sostenibile: è anche
per questo che verranno piantati nuovi alberi nelle immediate vicinanze dell’Auditorium in
quantità tale da garantire un primo contributo come risorsa di riequilibrio ambientale.
L’Auditorium potrà essere percepito come un grande stradivari adagiato nel parco e la
sua tecnica costruttiva, minuziosa e sapiente, rimanderà all’arte dei mastri liutai e del buon
costruire. Il legno di abete, utilizzato per la costruzione delle strutture e per i rivestimenti
esterni in doghe, richiama la tradizione del legno di risonanza proveniente dalla Val di
Fiemme, nel trentino, luogo da cui per tradizione è sempre provenuto il legno più pregiato
utilizzato dai mastri liutai di Cremona a cui, nel seicento, Stradivari ha dato massima fama.
La tecnologia del legno e l’ applicazione di tecniche costruttive antisismiche leggere e
innovative, diventa, qui a L’Aquila, un esempio del buon costruire che potrà essere
utilizzato anche per la ricostruzione della città antica.
L’Auditorium, che costituisce il cuore del progetto ed è contenuto nel cubo centrale, il più
grande dei tre, è caratterizzato dall’essere inclinato di 30°: all’interno del cubo, la
gradonata che ospita il pubblico viene ubicata sulla faccia inclinata permettendo così di
avere una curva della visibilità ottimale.
I lati obliqui del cubo, all’esterno, misurano ml.18,93 e ml.17,94, rispettivamente le pareti
nord e sud, mentre il lato orizzontale misura ml. 18,85
.
L’Auditorium è stato dimensionato in modo da poter ospitare 238 spettatori e circa 40
orchestrali: la gradonata più ampia, posta di fronte al palco, contiene 190 spettatori,
mentre quella più ridotta posta dietro al palco ne contiene 48; se necessario questi posti
potranno esser usati dai coristi.
La pianta dell’ Auditorium si articola in una zona centrale piana e due zone contrapposte
inclinate con andamento a gradoni. La zona centrale piana è occupata dal podio
dell’orchestra, rialzato di 40 cm. rispetto alla pavimentazione dell’area centrale.
Ai lati della zona centrale si attestano gli accessi alla sala dell’Auditorium: da un lato l’
accesso del pubblico proveniente dal foyer ubicato nel cubo 2 e, dall’altro lato, l’accesso
degli orchestrali provenienti dai camerini ubicati bel cubo 3.
Le due gradonate sono occupate dalle sedute degli spettatori: 8 file da 24 posti sul lato
frontale del palco e 2 file da 24 posti sul lato posteriore al palco. I gradoni che ospitano le
sedute hanno un’ altezza di cm.40 e una profondità di 90 cm e ospitano sedute di
larghezza 52 cm tra l’interasse dei braccioli.
Le scale di accesso ai vari livelli della gradonata sono tre per ogni gradonata: una centrale
e due sui lati a contatto con le pareti della sala.
Sul lato posteriore alla gradonata più ampia è prevista un’ uscita di sicurezza servita
all’esterno da una scala metallica attraverso cui si raggiunge la quota della piazza esterna.
La piazza davanti all’Auditoirum
I tre volumi si affacciano su un’ampia area esterna pensata come naturale collegamento
tra l’edificio e il parco ma anche come area strutturata per estendere all’aperto, durante la
bella stagione, le funzioni dell’auditorium.
L’area antistante il foyer è attrezzata per estendere all’esterno l’attività di ristoro del bar del
foyer creando un polo di attrazione e di sosta di sicura efficacia.
Nell’area che fronteggia il volume dell’auditorium potrà essere allestita una platea per circa
500 persone che, durante la buona stagione, potrà partecipare a spettacoli all’aperto o
seguire le attività concertistiche attraverso proiezioni all’esterno su grande schermo.
La superficie dell’area esterna sarà realizzata in cemento lavato e i volumi dei cubi
instaurano con essa differenti relazioni architettoniche: sotto l’auditorium la crosta di
questa superficie dura si rompe all’impatto con lo spigolo del cubo creando una sorta di
piccolo cratere tutto attorno alla base del cubo stesso; invece i volumi di servizio si
appoggiano delicatamente su questa superficie dissimulando il loro appoggio grazie ad un
dettaglio architettonico che fa sembrare che essi ‘volino’ su di essa.
Il disegno dell’area esterna si organizza attraverso degli assi generati dai lati dei tre volumi
dell’Auditorium che si incrociano tra loro generando campiture di dimensioni e geometrie
variegate e irregolari.
Il progetto del verde
Il parco che circonda il Castello Spagnolo è stato realizzato negli anni trenta del xx secolo
a ricoprire la collina nuda su cui il Castello stesso dominava a 360 gradi, per motivi di
ordine militare. La radura presente nell’area antistante il Castello, in cui verrà costruito
l’auditorium, è stata aperta più tardi, attorno agli anni settanta. Questa è collegata da un
breve percorso alla piazza Fontana Luminosa, che in realtà è uno snodo viario all’inizio di
corso Vittorio Emanuele, con una forma indefinita e due soli lati edificati.
La radura aveva originariamente forma ellittica, che si presenta oggi irregolare, con un
margine incerto per la crescita di molte piante all’interno dello spazio aperto.
Il parco è soggetto a vincolo monumentale assieme al castello, e costituisce
un’interessante raccolta e museo botanico, oltre che una cornice paesaggistica pensata,
progettata e realizzate, assieme alla piazza, sia pure con una sequenza e stratificazione di
interventi, con particolari intenti di cerniera tra la città e il Castello, e precise intenzioni
relative alle funzioni e alla percezione degli elementi monumentali e paesaggistici.
L’Auditorium si colloca nella radura, originariamente ovale, con il minimo impatto possibile
sulle vedute e coni prospettici, sul rispetto dei ruoli, gerarchie, altezze, sulla vegetazione
arborea esistente, richiedendo lo spostamento di sole tre piante, che fanno parte
dell’impianto più recente che ha progressivamente invaso lo spazio libero centrale, e che
verranno comunque recuperate e ripiantate a poca distanza.
La messa a dimora di nuove piante è progettata per mediare l’introduzione del nuovo
oggetto, e ripristinare alcune smagliature e fallanze prodotte nel tempo nella compagine
originaria; non ultimo è l’intento del progetto botanico di effettuare una compensazione
ambientale relativamente al consumo di energia e materiale necessario per l’intervento, ed
insieme, con la messa a dimora di nuovi alberi, di conseguire un obiettivo di ulteriore
arricchimento della collezione botanica dendrologica del parco.
Ad un esame sommario la vegetazione del parco, principalmente arborea, presenta una
composizione prevalente formata da specie alloctone ed esotiche, tipiche del parco
urbano, tra queste dominante è il cedro, in varietà ibride che presentano caratteristiche
prevalenti di deodara (Cedrus deodara) mescolato ad abeti (Picea e Abies). Appaiono
anche le latifoglie, che, fatto salva la doppia corona di platani attorno all’ellisse originario,
già identificati, saranno oggetto di determinazione nella stagione opportuna, mentre,
all’ingresso dello spazio ellittico, vi sono, su entrambi i lati, pini neri (Pinus nigra).
Le piante collocate nello spazio attorno all’ auditorium ridefiniranno i margini del bosco
rendendo meglio percepibile la forma originaria dello spazio, con una cortina di conifere
disposte a ferro di cavallo all’interno del filare di platani, che presenta parecchie fallanze
ed alcune piante in stato precario, come la prima del semicerchio di sinistra, fortemente
pencolante per l’incombenza dei vicini pini.
All’interno della cortina di conifere (Abies e Picea, particolarmente Picea omorika) verrà
disposto un primo piano di alberi di piccola dimensione, fioriferi e a fogliame autunnale
colorato (Prunus e Malus da fiore), lasciando un’area prativa e aperta nello spazio centrale
che consenta non solo aspetti di fruizione libera, ma anche percettivi della forma dello
spazio e della prospettiva centrale verso il Castello, che era uno dei temi fondamentali del
progetto originario del Bafile.
La sequenza scenografica, con il Castello al centro della scena, verrà così ripresa e
accentuata dalle quinte laterali e dall’ulteriore abbassamento del piano del piazzale (già
fortemente limato e voluto dal Bafile, con una sequenza, per chi percorre l’asse dello
spazio, che prima, da lontano, apre una visione prospettica completa, che si stringe
avvicinandosi, aumentando l’effetto attrattivo e di sorpresa che si svela compiutamente
salendo la scalinata finale.
Un cantiere didattico
Il processo di costruzione dell’Auditorium, diventa un’occasione per coinvolgere alcuni
studenti delle facoltà di ingegneria – architettura di L’Aquila e di Trento in stage formativi a
stretto contatto con il cantiere.
Questa iniziativa è stata promossa già in fase di Gara d’Appalto dove le imprese dovevano
proporre metodiche e programmi di lavoro volti a promuovere concretamente l’esperienza
degli studenti permettendogli di essere a stretto contatto con il mondo del cantiere.
Durante i cinque mesi di durata dei lavori il cantiere fungerà da laboratorio didattico per
una ventina di studenti di L’Aquila e per sette studenti di Trento: i primi si affiancheranno
all’impresa nel seguire i lavori occupandosi, sotto la guida di un tutor e secondo un preciso
programma operativo, di seguire la traduzione del progetto in manufatto costruito.
I secondi seguiranno da vicino le fasi della produzione di alcune componenti del progetto,
con particolare riguardo alle componenti lignee prodotte in Trentino.
Durante il cantiere sono previsti alcuni incontri tra gli studenti aquilani e quelli trentini.
A Trento per seguire in fabbrica le fasi di produzione delle strutture lignee, a L’Aquila per
seguire le fasi di avanzamento del cantiere.
Un vero e proprio cantiere didattico dunque, il cui obiettivo è quello di fare prendere agli
studenti confidenza con il mondo del cantiere, sperimentando in prima persona la
traduzione del progetto in manufatto costruito. Sarà per loro possibile seguire in diretta
tutte le fasi del cantiere imparando come si esegue uno scavo, come si realizzano le
strutture e gli impianti, e come tutto questo si combini con gli aspetti architettonici
dell’edificio. Gli studenti entreranno poi a contatto con gli aspetti della sicurezza e con i
problemi legati alla logistica e alla gestione di un cantiere.
Per le attività degli studenti è stato previsto, in cantiere, un apposito spazio, denominato
infopoint. Attrezzato con computer, sala riunioni, archivio, è qui che gli studenti svolgono
quotidianamente il loro stage e si incontrano di volta con i responsabili dell’Impresa e con
la Direzione Lavori.
Responsabile Comunicazione
Stefania Canta
[email protected]