Programma di sala “Eclissi d’Uomo” è un viaggio umano, artistico e poetico nell’inferno della Prima Guerra Mondiale in occasione del suo centesimo anniversario. È una piccola opera contemporanea che, attraverso musica, parole, canto e immagini, porterà lo spettatore dentro i quattro anni che incendiarono il mondo e lo sprofondarono nel buio. In scena un attore, una cantante e un quartetto di musicisti, tutti a raccontare la guerra di un fante, non importa di quale nazionalità o impegnato in quale trincea, le Dolomiti o il Carso, Verdun, la Marne o la Galizia. Un fante che comincia “interventista” e finisce per sbattere contro l’orrore della battaglia, dei feriti e della morte; che scrive a casa, sogna e ricorda la propria amata, soffre la fame, si scontra con i superiori e con le loro scelte tattiche, che ha paura ma continua a lottare per sopravvivere, per il senso del dovere e per la propria patria. Nel suo percorso “d’eclissi d’uomo”, i musicisti e la cantante diventano i compagni d’arme, gli amici, la madre o l’amata, o sono i musicisti stessi a coinvolgerlo a tal punto con la musica e il canto, che il suo spazio si trasforma, si dilata, si fa silenzio di parole per permettere il deflagrare di emozioni indicibili. CoNCErTaNDo ENSEmBLE quadri Il fante e l’interventismo Musica:Gavotta per un capodanno - Giuliano Di Giuseppe Interludio I - Giuliano Di Giuseppe Keep the homefires burning - Ivor Novello Il sorriso dell’obice - Giuliano Di Giuseppe Testi liberamente tratti da Amiamo la guerra di Giovanni Papini e da due lettere private di fanti italiani Eclissi d’uomo Lettera di una madre italiana alla Regina Elena di Savoia L’iniziativa rientra nel Programma ufficiale delle commemorazioni del centenario della prima Guerra mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale. Musica:Noel des enfants qui n’ont plus de maisons Claude Debussy Testi liberamente tratti dalla lettera della madre Ernesta Sassillo alla Regina Elena di Savoia Il fante e la ragazza Musica:Nicolette, da Trois chansons - Maurice Ravel Il fante e la prima battaglia in trincea Musica:Sospiri - Edward William Elgar Testi liberamente tratti da Un anno sull’altipiano di Emilio Lussu Testi liberamente tratti da Niente di nuovo sul fronte occidentale di Erich Maria Remarque Fratelli - Giuseppe Ungaretti La colombe poignardée et le jet d'eau - Guillaume Apollinaire Il fante e il generale: disciplina militare sul fronte Lettera di un vecchio padre italiano al Re Vittorio Emanuele III di Savoia Musica:Le violin du soldat tratto da Histoire du soldat Igor Stravinsky Testi liberamente tratti dalla lettera di un padre italiano al Re Testi liberamente tratti da Un anno sull’altipiano di Emilio Lussu Interludio II - Giuliano Di Giuseppe Il fante e il dolore per la perdita Musica:Gorizia tu sei maledetta - anonimo Drammaturgia di Giovanna Scardoni Realizzazione video di See Mars - video & animation studio Disegno luci di Anna merlo Composizioni e adattamenti musicali di Giuliano Di Giuseppe Regia di Stefano Scherini Il fante e la vita di trincea Musica:Terre di nessuno - Giuliano Di Giuseppe Testi liberamente tratti da Notturno di Gabriele D’Annunzio Testi popolari e liberamente tratti da Giornale di guerra e di prigionia di Carlo Emilio Gadda Conduce il prode - Giuliano Di Giuseppe Suoni, parole e immagini della Grande Guerra Il fante e la scelta Musica:Die eiserne brigade - Arnold Schönberg Il fante e la battaglia: gas gas gas Dulce et decorum est - Wilfred Owen Domenica 10 agosto 2014 - ore 21.15 Testi liberamente tratti da Un anno sull’altipiano di Emilio Lussu con il sostegno di Musica:Berceuse, da 5 aquarelles - Lucien Durosoir Testi liberamente tratti da Niente di nuovo sul fronte occidentale di Erich Maria Remarque Aprica Sala Congressi Il fante e la pace Testi liberamente tratti dalla lettera del fante Giannetto, ragazzo del ‘99 Tipografia Bettini - Sondrio Stefano Scherini, attore Consuelo Oringher, voce Elia Senese, violino Pierluigi Ruggiero, violoncello Luca Trabucchi, chitarra Giuliano Di Giuseppe, pianoforte Valdidentro Polifunzionale Rasin Lunedì 11 agosto 2014 - ore 21 Chiesa in Valmalenco Palazzetto dello Sport Mercoledì 13 agosto 2014 - ore 21 Comunità Montana Valtellina di Sondrio I n un’estate come questa, cento anni fa, si apriva una delle pagine più dolorose della storia europea, una sanguinosa guerra che per quattro lunghi anni mise l’uno contro l’altro i popoli, aprendo il secolo dei grandi conflitti mondiali. Dissidi e frammentazioni superate che, fortunatamente, appartengono al passato, ma che abbiamo il dovere di ricordare affinché le nuove generazioni imparino dagli errori dei loro avi per costruire un mondo migliore. Per l’Italia, stretta fra il desiderio di rimanere neutrale e le ambizioni dei patrioti che volevano riconquistare Trento e Trieste, questi furono i mesi dell’indecisione: il Paese era allo stremo, la maggioranza della popolazione voleva la pace. Sappiamo chi, quasi un anno dopo, prevalse. Per noi diventò la ‘guerra del 15-18’. Anche per noi valtellinesi, coinvolti in quella che fu chiamata la ‘guerra di montagna’ combattuta lungo le frontiere alpine. Abbiamo pagato il nostro tributo in vite umane e rimangono i resti delle fortificazioni e delle trincee, i racconti tramandati di generazione in generazione. Il momento doveroso del ricordo sarebbe fine a se stesso se non si accompagnasse alla riflessione. E la ‘Eclissi d’uomo’ del titolo di questo spettacolo multimediale ci fa pensare, nella sua etimologia, all’oscuramento e alla sparizione, ma anche alla decadenza. La perdita della centralità della natura umana offuscata dai sentimenti cruenti che la guerra porta con sé. Ancora di più in una valle contadina qual è la nostra, usa al lavoro e alla condivisione, lacerata nella sua storia secolare da razzie e dominazioni, che anelava la pace e la tranquillità. Questo progetto, in parte promosso da figure artistiche locali, ha il merito di ridare luce a quei sentimenti e a quei fatti, utilizzando i suoni, le parole e le immagini. Ci riporta indietro nel tempo e ci aiuta a riconsiderare avvenimenti così sanguinosi che hanno avuto quali protagonisti i nostri antenati, in una prospettiva diversa che illumina ciò che è dentro l’uomo, lasciando nella penombra le battaglie. È soltanto uno dei molti meriti di questa iniziativa che si caratterizza per l’alto valore artistico e alla quale il Consorzio Bim dell’Adda ha dato con convinzione il suo sostegno. Ci auguriamo che i cittadini sappiamo cogliere questa opportunità di approfondire la storia di riflettere sul nostro passato. Carla Cioccarelli Presidente del Bim C ento anni fa, il 28 luglio 1914, aveva inizio la prima guerra mondiale, il più grande conflitto mai visto, una carneficina che coinvolse quasi tutti i continenti, gran parte delle nazioni e dei loro abitanti. L’Europa ed il mondo non furono più come prima. Difficile descrivere il dramma ed il dolore di milioni di uomini. L’arte ci può riuscire. Nulla meglio dell’arte può commemorare un avvenimento tragico come la guerra ed il pesante bilancio di morte che ha portato con sé e trasmettere però, contemporaneamente, un messaggio forte che vada, rispetto alla guerra, nella direzione opposta. Rievocare il dolore per diffondere un messaggio di pace, di armonia e di fratellanza tra i popoli. La musica, le immagini, la poesia, la recitazione, la letteratura, la rappresentazione dei sentimenti umani più intimi e profondi, in ogni loro forma espressiva, sono il mezzo più efficace per favorire la comunicazione, l’aggregazione e l’integrazione fra i singoli individui e fra i popoli, valorizzandone le identità, le storie e le culture. Ogni cultura ed ogni popolo, infatti, possiedono un linguaggio espressivo proprio e specifico, fatto di suoni, ritmi, strumenti, immagini, forme e parole. Questi, a loro volta, riflettono modi di pensiero, ideologie, credenze, usanze. L’arte è un linguaggio universale che sincronizza e armonizza i pensieri, le idee e le azioni. Un linguaggio universale, che concorre a far comunicare i popoli e a “gettare ponti” verso gli altri. Un linguaggio senza tempo, senza territori e senza confini: un linguaggio che unisce. Non ci può essere modo migliore di un evento culturale multiespressivo per rievocare la Grande Guerra, per ricordare i suoi caduti e tributare loro il dovuto rispetto, per raccontare il dramma e la crudeltà della guerra, perché la memoria non ne cancelli gli effetti nefasti e perché resti indelebile il monito alle generazioni future, ma soprattutto per dire ad alta voce: “mai più guerre nel mondo!”. Tiziano Maffezzini Presidente della Comunità Montana Valtellina di Sondrio comune di valdidentro A nche il Comune di Valdidentro, come tante Istituzioni, non ha voluto mancare alla commemorazione del centenario dell'inizio della "Grande Guerra". Una guerra tremenda, “un'orrenda carneficina, che disonora l’Europa”, "un' inutile strage", disse Benedetto XV nel corso del conflitto. Qualcuno invece parlò della guerra come “bagno di sangue rigeneratore” o “sola igiene del mondo”. Intanto il bilancio, a fine conflitto, fu di nove milioni di soldati e circa sette milioni di civili morti. Un’immane sacrificio di vite umane oltre ad un dissanguante dispendio di risorse economiche e finanziarie. Vennero mandate masse di giovani tra il fango delle trincee a farsi ammazzare in inutili assalti per conquistare qualche metro di terra o qualche vetta di montagna; un popolo, per dirla con uno studioso meridionalista del tempo, “che non era buono a votare ma fu ritenuto buono a combattere”. Il conflitto disseminò una serie di cimiteri che oggi accolgono le salme, per lo più ignote, di caduti dell’uno e dell’altro fronte. Anche la nostra Valle ebbe i suoi caduti. Con "Eclissi d'uomo", uno straordinario spettacolo multimediale e multilingue, un mix di suoni, parole ed immagini della "Grande Guerra", ricordiamo e riflettiamo; lo facciamo insieme ad eccezionali artisti e musicisti, che hanno proposto un evento unico, intenso e di elevato spessore culturale. Agli ospiti e cittadini della Valdidentro l'augurio dunque di cogliere questo momento importante, nel dovere, non formale, di una commemorazione e nella fiducia di tempi migliori rispetto a quelli presenti, segnati ancora da "grandi guerre" per le loro "inutili stragi". avv. Ezio Trabucchi Sindaco di Valdidentro comune di chiesa in valmalenco L ’amministrazione comunale ritiene doveroso ricordare, con questo evento, i numerosi caduti della prima e della seconda guerra mondiale, i cui nomi sono impressi all’interno del Monumento dei Caduti che il paese ha voluto realizzare per “non dimenticare”. E’ noto quanto la prima Guerra Mondiale abbia costituito un tragico salto di qualità rispetto alle precedenti esperienze belliche della storia umana, un evento che chiuse definitivamente un’epoca e portò anche nelle nostre piccole comunità di valle, grandi sconvolgimenti e numerosi lutti. Anche la Valmalenco, come tutta la provincia di Sondrio, non fu esente dal pesante tributo in vite umane che la guerra richiese, con un numero di caduti davvero elevato. In tutta la valle i morti durante la Grande Guerra furono quasi 130: più di 50 solo a Chiesa. Non ci fu famiglia che in quell’occasione non pianse un padre, un fratello, un figlio. Tutti giovanissimi naturalmente, tra i 20 e i 30 anni. Anche qui, come ovunque, intere generazioni di uomini furono cancellate da questa immane tragedia. Tanti sono i monumenti, almeno uno per comune, che ricordano il sacrificio di questi nostri soldati morti al fronte nel fiore della vita, eretti nel corso degli anni successivi sino ad oggi. Tante volte e troppo spesso ci passiamo davanti frettolosi e distratti: raramente ci soffermiamo a riflettere su ciò che questi monumenti, queste statue, queste targhe, vogliono testimoniare. Certo è la volontà di non dimenticare questi nostri fratelli morti in battaglia o di malattia nelle trincee o per le ferite e le mutilazioni ricevute! Ma il solo ricordo non può bastare affinché tragedie simili non si ripetano mai più, in nessuna parte del mondo. Questo ricordo non deve mai smettere di essere un monito e di essere raccontato, narrato e trasmesso ai nostri giovani. Un compito gravoso ma necessario per restituire piena dignità al sacrificio dei nostri soldati morti nella Grande Guerra. Miriam longhini Sindaco di Chiesa in Valmalenco