SINTESI DEI CONTENUTI M A P P A D E L L’ U N I T À T 5 2 I diversi prodotti delle eruzioni 1 3 4 Che cos’è un vulcano La forma dei vulcani I tipi di eruzione 5 La distribuzione geografica dei vulcani 7 Le onde sismiche 6 8 Che cos’è un terremoto La «forza» di un terremoto 9 La distribuzione geografica dei terremoti 1 Che cos’è un vulcano • I fenomeni vulcanici consistono nella risalita in superficie di magma, cioè di rocce fuse. Il magma proviene dalla zona superiore del mantello, a profondità comprese tra i 75 e i 250 km, dove la temperatura può raggiungere i 1000 °C. • Dopo la sua eruzione, il materiale fuso • • perde i gas che contiene e viene detto lava. Quando la lava giunge in superficie, in genere, si accumula e costituisce un edificio vulcanico. A seconda di come il magma risale in superficie si distinguono: 2 I diversi prodotti delle eruzioni • I vulcani eruttano materiali fluidi, solidi e gassosi. • I prodotti fluidi delle eruzioni vulcaniche sono le lave. Le lave differiscono tra loro: – per la composizione chimica, – per la temperatura, – per il contenuto di gas. • I materiali solidi sono detti piroclastiti: 3 La forma dei vulcani • I vulcani-strato, grandi e a forma di co- • La forma dell’edificio vulcanico dipende • dal tipo di materiale eruttato. • In base alla forma dell’edificio vulcanico i geologi distinguono: – vulcani a scudo, – vulcani-strato, oltre a caldere e coni di scorie. • I vulcani a scudo, larghi e con i fianchi poco ripidi, sono prodotti da eruzioni centrali di lava fluida (povera di silice). 1 SCIENZE DELLA TERRA • • – vulcani centrali, nei quali il magma risale attraverso condotti cilindrici; – vulcani lineari, nei quali il magma risale lungo spaccature che penetrano profondamente nell’interno della Terra. sono frammenti di materiali solidi espulsi durante le fasi esplosive dell’attività di un vulcano, insieme a minuscole gocce di magma polverizzate dall’esplosione. I gas vulcanici sono rappresentati soprattutto da vapor acqueo e gas, come l’anidride carbonica. no, sono prodotti dall’alternanza di strati di lava e materiali piroclastici. Le caldere, ampie depressioni circolari con fondo piatto e pareti ripide, si formano in seguito al crollo della parte sommitale di un edificio vulcanico (che può essere sia del tipo a scudo sia del tipo strato). I coni di scorie sono accumuli di frammenti di lava solidificata. strati di piroclastiti colate laviche condotto centrale Lupia Palmieri, Parotto, Saraceni, Strumia, Scienze naturali © 2011, Zanichelli editore S.p.A. 4 I tipi di eruzione • In base alla viscosità del magma e al suo contenuto in gas si distinguono eruzioni di tipo esplosivo e di tipo effusivo, meno violente. • In uno stesso vulcano possono alternarsi diversi tipi di eruzione, ma l’attività prevalente permette di darne una classificazione. • In presenza di attività effusiva dominante (con magma fluido e contenuto in acqua variabile) si hanno eruzioni: – di tipo hawaiiano; – di tipo islandese. 5 La distribuzione geografica dei vulcani • La distribuzione dei vulcani attivi sulla su- perficie terrestre e delle eruzioni di lava fluida sul fondo degli oceani non è casuale, ma tende a concentrarsi in lunghe fasce. • Se l’attività è mista effusiva-esplosiva, ma • – – – • • I fenomeni vulcanici sono associati a tre – in punti isolati all’interno dei continenti o delle piane abissali oceaniche. • Alcuni vulcani attivi sono localizzati in Europa e in Italia si trova il maggiore vulcano europeo: l’Etna. La proiezione di questo punto sulla superficie terrestre prende invece il nome di epicentro. • I terremoti si manifestano quasi esclusi- diverse situazioni geografiche: – lungo le dorsali oceaniche; – lungo i margini di un continente o lungo un arco di isole fiancheggiati da fosse abissali; 6 Che cos’è un terremoto • • • Un terremoto (o sisma) è una vibrazione più o meno forte del terreno. I terremoti hanno origine quando le rocce si rompono all’improvviso lungo una faglia, liberando l’energia elastica sotto forma di violente vibrazioni, che si propagano come onde sismiche; a volte si tratta di una faglia già esistente che si riattiva. Il punto all’interno della Terra in cui comincia la propagazione delle onde sismiche si chiama ipocentro del terremoto. 7 Le onde sismiche • In base al tipo di deformazione che provocano nel mezzo in cui si propagano e alla loro velocità, le onde sismiche vengono distinte in: – onde P, che si propagano in profondità e provocano l’oscillazione avanti e indietro, nella direzione di propagazione ipocentro faglia dell’onda, delle particelle di roccia; – onde S, che si propagano in profondità e provocano un’oscillazione delle particelle di roccia perpendicolare alla direzione di propagazione dell’onda; – onde superficiali, che dall’epicentro si propagano lungo la superficie terrestre. • Le onde sismiche vengono registrate da • L’entità di un sisma si valuta misurando 9 La distribuzione geografica dei terremoti • Le fasce sismiche sono associate a: – le grandi fosse abissali, sia dove queste vamente entro fasce della superficie terrestre dette aree sismiche. epicentro onde sismiche 8 La «forza» di un terremoto l’ampiezza massima delle vibrazioni del suolo registrate su un sismogramma. Il valore che si ottiene, che dà una misura della «forza» di un terremoto, si chiama prevalentemente effusiva (con magma meno fluido rispetto alle precedenti), si hanno eruzioni di tipo stromboliano. Se l’attività è mista effusiva-esplosiva (con magma viscoso e contenuto in aeriformi elevato) si hanno eruzioni: di tipo vulcaniano; di tipo pliniano; di tipo peléeano. Quando l’attività è soltanto esplosiva (e si ha un’interazione tra il magma e l’acqua) si hanno eruzioni di tipo idromagmatico. • magnitudo e viene misurato dalla cosiddetta scala Richter. Prima dell’introduzione della magnitudo, la forza di un terremoto veniva indicata solo con la sua intensità, stabilita in base agli effetti prodotti dal sisma sulle sono prossime a un continente, sia dove sono affiancate da un arco di isole vulcaniche; – le dorsali oceaniche; Lupia Palmieri, Parotto, Saraceni, Strumia, Scienze naturali © 2011, Zanichelli editore S.p.A. • strumenti chiamati sismografi. Il tracciato ondulatorio prodotto dal sismografo è detto sismogramma. Dalla lettura di un sismogramma si possono ricavare numerose informazioni (forza e durata di un terremoto, distanza dell’epicentro, profondità dell’ipocentro ecc.). persone, sugli edifici e sul terreno. • Per poter confrontare gli effetti prodotti dallo stesso terremoto in località diverse sono state ideate delle scale di riferimento, tra le quali la scala MCS, divisa in 12 gradi. – le catene montuose di più recente formazione, dal Mar Mediterraneo occidentale all’Himalaya. U N I T À T5• I fenomeni vulcanici e sismici 2