Visita al museo dei Brettii e degli Enotri

Mercoledì 4 ottobre
2015, la classe IV G del
Liceo Scientifico
E.Fermi, accompagnati
dalla docente Maria
Marcella Surace, ha
svolto un’uscita didattica
al museo dei Bretti e
degli Enotri a Cosenza.
Parliamo ora delle
nostre origini…

I Bruzi erano inizialmente pastori e servi
dei Lucani, i quali insieme ai Sanniti e
agli Oschi erano popoli conosciuti con il
nome di Italici. Quest'ultimi, di stirpe
indoeuropea, penetrarono in Italia
durante l’età del Ferro(1200 a. C),
distribuendosi lungo l'arco delle dorsali
appenniniche centro-meridionali. Molti
dei Bruzi erano nomadi, concentrati
prevalentemente nella parte
settentrionale di quella che sarà la Regio
III augustea. Proprio i Lucani diedero il
nome a questo popolo, chiamando
"Bretti" i ribelli. Da popolo ormai libero,
le tribù dei Bruzi si coalizzarono in una
lega, ed eressero a loro capitale una città
che chiamarono Consentia(356 a.C.),
l’attuale Cosenza, nome che suggellava
proprio il "consenso" delle varie tribù. La
città venne indicata sul colle Pancrazio,
che dominava una grande vallata, ed era
separata da essa da due fiumi (Crati e
Busento) che si univano proprio alla base
del colle, e che lo rendeva un posto
fortificato naturalmente.
 Le loro origini hanno radici
invisibili ad Orval, con gli strani
uomini venuti dalla Brettia, il
sud dell’Italia, e, dediti alla
conoscenza del sapere, che va
oltre la conoscenza dell’uomo e
trasmessa da una civiltà all’altra,
padroni anche della geometria
sacra, che permetteva di
costruire magnifiche cattedrali….
Fortificazioni inespugnabili… si
chiamavano Brettii (si pronuncia
Brezzii) e la loro regione si
chiamava Brettia
 Secondo Diodoro Siculo
ed altri Storici antichi
erano stati, i Brettii
pastori dei Lucani, a loro
economicamente e
politicamente
subordinati, tra i quali i
giovani Lucani, prima
della loro piena
ammissione nella
comunità degli adulti e
dei guerrieri, venivano a
fare il loro apprendistato
militare, vivendo la vita
difficile dei pastori ed
esercitandosi nella caccia
e nelle razzie.
 Alcuni di essi, poi, riuscirono ad organizzare
questi pastori, li fecero maturare militarmente
e politicamente, e diedero origine ad una
comunità autonoma di tipo cantonale con
relativa metropoli (anno 356 A.C.). In questa
metropoli essi incontrano Bruttia, la donna dei
Bruttii per eccellenza, alla quale essi devono il
loro nome. Su questa versione della storia dei
Brettii non concordano tutti gli Storici
moderni! Fra gli altri argomenti portati a
suffragio della tesi di una più antica civiltà dei
Bruttii, gli Storici moderni citano una
testimonianza di Aristofane che attesta la
conoscenza da parte del pubblico ateniese tra la
fine del V e gli inizi del IV, sia della lingua
brettia sia della pece brettia (molto apprezzata
per la costruzione delle navi ateniesi).
 Orbene se lingua e pece brettia esistevano già
prima del 356, il nome di Brettii in relazione ad
un gruppo umano e territoriale è nato prima
della rivolta e non può essere spiegato
unicamente in relazione ai fatti del 356.

Le origini della città risalgono al IV secolo a.C., quando il popolo bruzio fondò Cosentia nella Valle del
Crati, ritenuta strategica per il controllo dell'area. La città si sviluppò rapidamente e giunse ad
esercitare il proprio controllo anche sulla Lucania e su quasi tutte le città della Magna Grecia calabra,
che caddero una dopo l'altra sotto i continui attacchi dei Brettii. Quando il territorio venne
sottomesso dai romani, Cosentia divenne un'importante statio lungo la Via Capua-Rhegium. Sotto
l'impero di Augusto assunse le caratteristiche di città commerciale che mantenne sino all'età tardoimperiale. Il re dei Visigoti Alarico, dopo il sacco di Roma del 410, muore a Cosenza venendo sepolto
sotto il fiume Busento.

Nel periodo aragonese la città divenne capoluogo della Calabria Citeriore, che comprendeva grosso
modo l'attuale provincia cosentina. In questo periodo nacque l'Accademia Cosentina che, soprattutto
sotto la guida di Bernardino Telesio, divenne una delle principali istituzioni culturali dell'Italia
Meridionale.

Durante l'età napoleonica la città fu contrassegnata da un orientamento anticlericale e libertario, di
matrice fortemente antiborbonica. Con la Restaurazione non mancarono le iniziative liberali e
patriottiche che culminarono con la rivolta del 15 marzo 1844. Ad essa si ispirarono i Fratelli Bandiera
che, a capo di un gruppo di repubblicani veneziani, cercarono di aiutare i "fratelli calabresi" ad
emanciparsi dal giogo borbonico.

Interessata in epoca fascista da un ampio processo di riqualificazione ed espansione urbana, la città
patì i ripetuti bombardamenti della seconda guerra mondiale. L'incontrollata espansione edilizia
connotò anche il secondo dopoguerra, egemonizzato da classi dirigenti democristiane cui si
affiancarono in un secondo tempo i socialisti.
La posizione del
centro della città era
puramente
strategico, ponendo
in alto le basi dello
Stato era più
facilmente
difendibile. Così
riuscirono a
continuare la propria
espansione e a
difendere la propria
città continuandone
lo sviluppo.
 La lapide di Polla in latino lapis
Pollae, è un'epigrafe in lingua
latina incisa su una lastra in
marmo di 70 cm di altezza per 74
cm di larghezza, il cui nome
deriva dal luogo del
rinvenimento, avvenuto nella
località di San Pietro di Polla
(Salerno). Il reperto è la più
importante testimonianza scritta
sulla strada romana che univa
Capua a Reggio Calabria,
comunemente nota come Via
Capua-Rhegium. Come riportato
nella pietra miliare Cosenza
stava 123 miglia da Capua.

Tra la metà del IV e la metà del III secolo a.C., i Bruzi attaccarono e conquistarono diverse
città magno-greche. I Bretti erano ormai riconosciuti come una piccola potenza in rapida
ascesa, infatti adottavano una politica espansionistica perché la loro stirpe era di
origine guerriera. La loro prerogativa era quella di continuare a svilupparsi come civiltà
autonoma e conquistatrice ma questo li spinse all'ostilità verso Roma fino alla loro
definitiva disfatta. Iniziò così una serie di sconfitte, fra cui quella del 275 a.C..La
Confederazione dei Bruzi si era alleata con Pirro re d'Epiro e quindi, tacitamente,con
molte città della Magna Grecia ma con la loro disfatta Consentia cadeva per la prima volta
e fu annessa alla Repubblica. Il fatto portò nel 270 a.C. alla completa caduta di tutto il
territorio sotto il domino dei Romani. Ma i Bretti in realtà non si sottomisero mai del
tutto e, riorganizzatisi, approfittarono dell'invasione di Annibale nel 218 a.C. con il quale
si allearono durante le Guerre Puniche. Così riconquistarono Consentia e, forti del nuovo
alleato, mossero di nuovo guerra contro Roma per riottenere la loro indipendenza. Una
volta ricacciato Annibale, che lasciò però dietro di sé terra bruciata, iniziò una nuova
massacrante lotta contro Roma, la quale, ben presto, riuscì a sedare ogni focolaio di
indipendenza bretica. Il territorio venne sottomesso da Servilio, e questa volta i Brettii
vennero puniti duramente. Nel 29 a.C. Consentia diventa colonia sotto Augusto, il quale
le concesse la cittadinanza romana dopo essersi assicurato della totale resa dei Bretti.
Furono chiamati BRUTTII in latino "bruti", "vili", nel senso proprio di traditori, di ribelli
alle leggi e al dominio di Roma. Successivamente alla resa dei Brettii i Romani imposero i
propri usi e costumi, cancellando il substrato Brettio, costruendo edifici e monumenti
sulle basi Brettie. a Cosenza infatti possiamo distinguere diversi stili che si susseguono.
La massima espansione Brettia l’abbiamo nel II secolo a.C vincendo Kroton, rimane
esclusa la fascia costiera relativa a Region.
Mappa dei
territori
Brettii.
 Finita la fase nomade di questo popolo, in meno di un secolo, i Bretti si
costituirono in numerosi piccoli villaggi distanti pochi chilometri l'uno
dall'altro, intervallati da roccaforti chiamate oppida, nuclei urbani fortificati,
nelle quali si riunivano le classi sociali più elevate (guerrieri, magistrati e, si
pensa, sacerdoti) per prendere le decisioni sulla gestione e la difesa dei villaggi
limitrofi. Venne battuta moneta, e il tessuto sociale iniziò a prendere forma con
il consolidamento delle classi sociali, la più importante delle quali era quella
dei guerrieri. Iniziarono così le mire espansionistiche, ed i Bruzi riuscirono ad
ottenere importanti successi sia a sud sia a nord del loro territorio fino ad
impattare ad oriente e ad occidente con le polis della Magna Grecia che
verranno anche esse a più riprese piegate dalla furia bretica. Era nata la
"CONFEDERATIO BRVTTIORVM", il culmine dell'espansione, della cultura e
dell'economia dei Bretti. Essa si può identificare nell'attuale intera provincia di
Cosenza, escludendone la parte più settentrionale, quella compresa tra il
Pollino e l'istmo tra la foce del Crati e quella del Laos, corrispondente, secondo
Strabone alla parte meridionale della Lucania storica, ed arrivando ad
estendersi, con le successive conquiste nei territori interni della dorsale
appenninica dalla Sila fino a raggiungere l’Aspromonte. La Confederatio
comprendeva anche altre città “Pandosia” che corrisponde agli attuali comuni:
Castrolibero, Marano Marchesato e forse anche Acri, Aufungum: l’attuale
Montalto Uffugo, Bergae, Besidiae (l’attuale Bisignano) ed Otriculum.
 CULTURA E LINEE PRINCIPALI DEI BRETTI
 I Brettii erano bilingui, parlavano sia il greco che l’osco, una lingua
del ceppo italico. Gli insediamenti brettii erano posti in aree
facilmente difendibili e ricche di risorse: città fortificate o villaggi
a vista reciproca, posti in posizione dominante sulle vie di
comunicazione che, indipendenti in tempo di pace, si riunivano
sotto un comando comune per questioni di politica estera.La
vicinanza alle montagne, ai corsi d’acqua e alle pianure connota la
loro economia come agricola e pastorale: era basata, infatti,
sull’allevamento, la pastorizia, la produzione di lana e latticini e,
soprattutto, sulla produzione della famosa pece ricavata dalle
foreste della Sila. La cultura materiale dei Brettii si distingue poco
da quella dei popoli coevi, di cui importavano o imitavano
manufatti, come i vasi fabbricati nelle colonie greche dell’Italia
meridionale (vasi italioti) o le armi e gli ornamenti. Sono specifici
dei Brettii i cinturoni in bronzo, le corazze sbalzate, i diademi e i
gioielli in bronzo o in metallo prezioso.
Castello Svevo
La posizione dimostra la
costruzione strategica
delle fortezze Brettie,
posizionate in luoghi
difficilmente attaccabili.
Vasellame ed oggetti
Brettii
Ritrovamenti dei
manufatti e delle
decorazioni brettie
Riti funebri Brettii
Come per gli altri popoli
antichi, era costume dei
Brettii seppellire i defunti
con oggetti della vita
quotidiana che costituivano
il corre. In Contrada Moio,
nel 1932, durante la
costruzione dell’Ospedale
Civile dell’Annunziata di
Cosenza, fu scoperto un
cimitero (necropoli) di età
brettia (IV-III sec. a.C.), dai
corredi piuttosto poveri. La
necropoli viene riferita a un
villaggio posto sull’altura
sovrastante.do funebre.