Derivate di funzioni Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Università degli Studi di Padova Dipartimento di Matematica 9 novembre 2015 Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 1/ 121 Approssimazione Problema. Data una funzione f definita in un intorno di x0 , ci poniamo il problema di approssimarla localmente, cioè in un intorno sufficientemente piccolo di x0 , con una retta di equazione y = ax + b, passante per (x0 , f (x0 )) e quindi tale che f (x0 ) = ax0 + b. Notazione. Dicendo che una funzione f è uguale a o(x − c) intenderemo che lim x→c f (x) = 0. x −c Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 2/ 121 Nota sugli o Nota. Osserviamo che se limx→x0 f (x) = 0, limx→x0 g (x) = 0 allora avevamo già visto che f = o(g ) se lim x→x0 f = 0. g Con questa vecchia notazione, g (x) = x − c e x0 = c, scrivevamo f è uguale a o(x − c) qualora lim x→c f (x) = 0. x −c proprio come nella definizione appena introdotta. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 3/ 121 Approssimazione Esempio La funzione sin(x) − x è o(x) (cioè o(x − 0)). Svolgimento. Da limx→0 sin(x) x = 1 abbiamo che sin(x) x sin(x) − x = lim − lim = 1 − 1 = 0 x→0 x→0 x x→0 x x lim e quindi sin(x) − x è o(x). Di conseguenza, sin(x) − x = o(x) e quindi, con un abuso di notazione, sin(x) = x + o(x). Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 4/ 121 Approssimazione 2 1 0 −1 −2 −2 −1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5 2 −8 x 10 2.5 2 1.5 1 0.5 0 −5 −4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4 5 −3 x 10 Figura : In alto. La funzione sin(x) in [−2, 2] (in nero) e x (in rosso). In basso. L’errore assoluto | sin(x) − x| in un intorno di 0. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 5/ 121 Retta tangente al grafico di f in (x0 , f (x0 )) Definizione (Retta tangente) Sia I un intervallo (anche illimitato), e x0 sia interno ad I (cioè non sia un estremo di I ). Si dice che la retta passante per (x0 , f (x0 )) y = f (x0 ) + m(x − x0 ) è tangente al grafico di f in (x0 , f (x0 )) se f (x) − [f (x0 ) + m(x − x0 )] = o(x − x0 ). Usando l’abuso di notazione precedente, che tornerà utile, ciò si scrive pure f (x) = [f (x0 ) + m(x − x0 )] + o(x − x0 ). Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 6/ 121 Approssimazione Nota. (1) Potrebbe dar fastidio l’abuso di notazione. Vediamone la ragione. Quando scriviamo f (x) − g (x) = o(x − c) intendiamo che h(x) = f (x) − g (x) (cioè f (x) = g (x) + h(x)) è una funzione tale che limx→c h(x)/(x − c) = 0. Quindi, portando a secondo membro g (x) con f (x) = g (x) + o(x − c) intendiamo dire f (x) = g (x) + h(x) con h(x) tale che limx→c h(x)/(x − c) = 0. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 7/ 121 Approssimazione Teorema Se f (x) = o(x − c) per x → c allora lim f (x) = 0. x→c Dimostrazione. (Facoltativa) Infatti, per definizione, limx→c f (x) x−c = 0, dice che ∀ > 0, ∃δ() > 0 : |x − c| < δ() ⇒ |f (x)/(x − c)| < ovvero ∀ > 0, ∃δ() > 0 : |x − c| < δ() ⇒ |f (x)| < · |x − c| e quindi, esiste un intorno di c per cui |f (x)| < · |x − c| e visto che |x − c| → 0 per x → c, per il teorema del confronto, da − · |x − c| < f (x) < · |x − c| deduciamo che f (x) → 0 per x → c. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 8/ 121 Retta tangente al grafico di f in (x0 , f (x0 )) Nota. Ricordando la definizione di o(x − x0 ) f (x) − [f (x0 ) + m(x − x0 )] = o(x − x0 ) significa lim x→x0 f (x) − f (x0 ) f (x) − [f (x0 ) + m(x − x0 )] = lim −m =0 x→x x − x0 x − x0 0 cioè facilmente lim x→x0 f (x) − f (x0 ) = m ∈ R. x − x0 Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 9/ 121 Derivata Definizione (Rapporto incrementale) La quantità f (x) − f (x0 ) x − x0 si chiama rapporto incrementale di f in x relativamente a x0 . Definizione (Derivabilità ) Sia I ⊆ R un intervallo e sia f : I ⊆ R → R, con x0 interno ad I . Diremo che f è derivabile in x0 se esiste finito il limite f 0 (x0 ) = limx→x0 f (x)−f (x0 ) . x−x0 Tale limite f 0 (x0 ) viene chiamato derivata (prima) di f in x0 e df viene a volte indicato con dx |x0 o Df (x0 ). Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 10/ 121 Derivabilità : definizione alternativa Nota. Osserviamo che posto x = x0 + h, abbiamo f 0 (x0 ) = lim x→x0 f (x) − f (x0 ) f (x0 + h) − f (x0 ) = lim . h→0 x − x0 h Per questo motivo spesso si definisce f (x0 + h) − f (x0 ) . h→0 h f 0 (x0 ) = lim Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 11/ 121 Derivata, esempio 1 Esercizio Mostrare che la derivata prima di sin(x) in 0 vale 1. Svolgimento. Per quanto detto basta sia, per f (x) = sin(x) f (0 + h) − f (0) sin(h) − sin(0) = lim h→0 h→0 0+h−0 h sin(h) = lim =1 h→0 h f 0 (0) = lim cosa nota per il limite notevole lim x→0 sin(x) = 1. x Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 12/ 121 Derivata, esempio non derivabile, 1 Esercizio La funzione √ 3 x non è derivabile in x0 = 0. Traccia. Scrivendo il rapporto incrementale √ 3 f (0 + h) − f (0) h = = h−2/3 → ±∞ h h con ± a seconda si tenda da destra o sinistra, rispettivamente. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 13/ 121 Derivata, esempio 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0 −0.1 −0.2 −0.3 −0.4 −0.5 −0.1 −0.08 −0.06 −0.04 −0.02 Figura : In alto. La funzione Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva 0 0.02 √ 3 0.04 0.06 0.08 0.1 x in [−0.1, 0.1] (in blue). Introduzione 14/ 121 Derivata, esempio non derivabile, 2 Definizione (Punto angoloso) Se f−0 (x0 ) = lim h→0− f (x0 + h) − f (x0 ) , h f (x0 + h) − f (x0 ) h sono finiti ma distinti, il punto x0 si dice angoloso per f . f+0 (x0 ) = lim+ h→0 Nota. In questo caso la funzione non risulta derivabile, si ha quando f+0 (x0 ) = lim h→0+ f (x0 + h) − f (x0 ) f (x0 + h) − f (x0 ) 6= lim = f−0 (x0 ) h h h→0− in quanto, come noto, implica che non esiste limh→0 Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione f (x0 +h)−f (x0 ) . h 15/ 121 Derivata, esempio non derivabile, 2 Esercizio La funzione f (x) = |x| ha un punto angoloso in x0 = 0. Traccia. Si vede subito che 1 = lim+ h→0 |h| − 0 |h| − 0 −h − 0 6= lim = lim = −1. − − h h h h→0 h→0 e quindi il limite richiesto per essere derivabile in x0 = 0 non esiste. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 16/ 121 Derivata, esempio 0.1 0.09 0.08 0.07 0.06 0.05 0.04 0.03 0.02 0.01 0 −0.1 −0.08 −0.06 −0.04 −0.02 0 0.02 0.04 0.06 0.08 0.1 Figura : In alto. La funzione |x| in [−0.1, 0.1] (in blue). Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 17/ 121 Derivata, cuspide Definizione (Cuspide) Se uno tra f+0 (x0 ) e f−0 (x0 ) vale +∞ e l’altro −∞, il punto x0 si dice cuspide per f . Nota. Tale funzione non risulta derivabile, si ha quando f+0 (x0 ) = lim h→0+ f (x0 + h) − f (x0 ) f (x0 + h) − f (x0 ) 6= lim = f−0 (x0 ) h h h→0− in quanto, come noto, implica che non esiste limh→0 Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione f (x0 +h)−f (x0 ) . h 18/ 121 Derivata, cuspide Esempio La funzione p |x| ha una cuspide in x0 = 0. 0.35 0.3 0.25 0.2 0.15 0.1 0.05 0 −0.1 −0.08 −0.06 −0.04 −0.02 0 0.02 0.04 0.06 0.08 0.1 p Figura : In alto. La funzione |x| in [−0.1, 0.1]. Si noti che f−0 (x0 ) = −∞, f+0 (x0 ) = +∞. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 19/ 121 Derivabilità Definizione (Derivabilità in un intervallo) Sia I ⊆ R un intervallo e sia f : I ⊆ R → R, derivabile per ogni x ∗ interno ad I . Diremo che f è derivabile in I e con f 0 (x) intenderemo la funzione che ad x associa il valore della derivata nel punto x. Nota. A volte df (x) dx intenderemo una notazione alternativa a f 0 (x), per definire la funzione che ad x associa il valore della derivata. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 20/ 121 Derivata, derivate sinistre e destre Definizione (Derivata destra) Sia [a, b] ⊆ R un intervallo e sia a ≤ x0 < b. Diremo che f è derivabile a destra in x0 se esiste finito il limite destro f (x) − f (x0 ) lim+ := f+ 0 (x0 ) x − x0 x→x0 Definizione (Derivata sinistra) Sia [a, b] ⊆ R un intervallo e sia a ≤ x0 < b. Diremo che f è derivabile a sinistra in x0 se esiste finito il limite sinistro f (x) − f (x0 ) lim := f− 0 (x0 ) − x − x0 x→x0 Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 21/ 121 Derivata, teorema sulla derivazione, dalle derivate sinistre e destre Teorema (Legame derivabilità e derivate destre e sinistre) Sia I ⊆ R un intervallo aperto contenente x0 . La funzione f è derivabile in x0 se e solo se esistono finite f− 0 (x0 ), f+ 0 (x0 ), f− 0 (x0 ) = f+ 0 (x0 ) = f 0 (x0 ). Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 22/ 121 Derivabilità e continuità Teorema (Legame derivabilità e continuità) Sia I ⊆ R un intervallo aperto contenente x0 . Sia la funzione f derivabile in x0 . Allora la funzione è continua in x0 . Dimostrazione. Dalla definizione, f 0 (x0 ) ⇔ f (x) − f (x0 ) x − x0 f (x) − f (x0 ) − f 0 (x0 )(x − x0 ) lim =0 x→x0 x − x0 f (x) − f (x0 ) − f 0 (x0 )(x − x0 ) = o(x − x0 ) ⇔ f (x) = f (x0 ) + f 0 (x0 )(x − x0 ) + o(x − x0 ) = ⇔ lim x→x0 ed essendo f 0 (x0 )(x − x0 ) → 0, o(x − x0 ) → 0, per x → x0 , ricaviamo cioè f continua in x0 . lim f (x) = f (x0 ) x→x0 Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 23/ 121 Derivabilità e continuità Nota. Il teorema precedente di che la derivabilità di una funzione si studia solo nei punti in cui f è continua perchè dove è discontinua sicuramente non è derivabile. Nota. Ci sono funzioni continue che non sono derivabili, come ad esempio, la funzione f (x) = |x| che è ovunque continua ma non è derivabile in x0 = 0. Si noti che, contro l’intuito, esistono perfino funzioni continue ovunque e mai derivabili. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 24/ 121 Derivabilite delle funzioni elementari: monomi Teorema (Derivata di f (x) = x α .) La derivata di f (x) = x α è, internamente al dominio di f , 0, se α = 0 0 f (x) = α · x α−1 , se α 6= 0 Dimostrazione. se α = 0, x0 6= 0 abbiamo (x0 + h)0 − (x0 )0 0 = lim = 0. h→0 h→0 h h f 0 (x0 ) = lim Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 25/ 121 Derivabilità delle funzioni elementari: monomi se α 6= 0, da (x0 + h)α = (x0 (1 + (h/x0 )))α = x0α (1 + (h/x0 ))α necessariamente (x0 + h)α − x0α h→0 h x0α (1 + (h/x0 ))α − x0α = lim h→0 h α α 1 + xh0 x0 −1 = lim h→0 h f 0 (x0 ) = lim Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 26/ 121 Derivabilità delle funzioni elementari: monomi Dal limite notevole (1 + t)α − 1 =α t→0 t e x0α (1 + xh0 )α − 1 f 0 (x0 ) = lim h→0 h posto t = h/x0 , necessariamente t → 0 e x0 α (1 + xh0 )α − 1 x α ((1 + t)α − 1) lim = lim 0 t→0 h→0 h tx0 α α−1 ((1 + t) − 1) · = lim x0 t→0 t ((1 + t)α − 1) α−1 = x0 · lim t→0 | {z t } lim = Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva αx0α−1 . Introduzione 27/ 121 =α Derivabilità delle funzioni elementari: monomi se α 6= 0, α 6= 1, x0 = 0 e ha senso considerare √ il limite per x → 0 (pensare quanto differenti siano i casi x 2 e x!) (0 + h)α − 0α = lim hα−1 h→0 h→0 h che vale 0, come x α−1 per x = 0, se α > 1, mentre se α < 1 vale ∞, come x α−1 per x = 0 (con abuso di notazione). lim se α 6= 0, α 6= 1, x0 = 0 e ha senso considerare esclusivamente il limite per x → 0+ (0 + h)α − 0α lim = lim hα−1 h h→0+ h→0+ che vale 0, come x α−1 per x = 0, se α > 1, mentre se α < 1 vale ∞, come x α−1 per x = 0 (con abuso di notazione). se α = 1 e x0 = 0 allora lim h→0 (0 + h)α − 0α h = lim = 1 h→0 h h come x 0 = 1 per x = 0, definendo 00 = 1. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 28/ 121 Derivabilità delle funzioni elementari: sin(x) Teorema (Derivata di f (x) = sin(x).) La derivata di f (x) = sin(x) è f 0 (x) = cos(x). Dimostrazione. Osserviamo che da sin(x0 + h) = sin(x0 ) cos(h) + sin(h) cos(x0 ) sin(x0 + h) − sin(x0 ) h sin(x0 ) cos(h) + sin(h) cos(x0 ) − sin(x0 ) lim h→0 h sin(x0 )(cos(h) − 1) + cos(x0 ) sin(h) lim h→0 h sin(x0 )h(cos(h) − 1) cos(x0 ) sin(h) + lim lim h→0 h→0 h2 h 0 · (−1/2) + cos(x0 ) = cos(x0 ). lim h→0 = = = = Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 29/ 121 Derivabilità delle funzioni elementari: cos(x) Teorema (Derivata di f (x) = cos(x).) La derivata di f (x) = cos(x) è f 0 (x) = − sin(x). Dimostrazione. (Facoltativa) Osserviamo che da cos(x0 + h) = cos(x0 ) cos(h) − sin(h) sin(x0 ) cos(x0 + h) − cos(x0 ) h cos(x0 ) cos(h) − sin(h) sin(x0 ) − cos(x0 ) lim h→0 h cos(x0 ) · (cos(h) − 1) − sin(h) sin(x0 ) lim h→0 h sin(h) 1 − cos(h) − cos(x0 ) · lim |{z} h · − lim 2 h→0 h→0 h h } →0 | {z } | {z lim h→0 = = = →1/2 = 0 − sin(x0 ) = − sin(x0 ). Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 30/ 121 · sin(x0 ) →1 Derivabilità delle funzioni elementari: e x Teorema (Derivata di f (x) = e x .) La derivata di f (x) = e x è f 0 (x) = e x . Dimostrazione. Osserviamo che da limh→0 e h −1 h e x0 +h − e x0 h→0 h lim =1 e x0 · e h − e x0 h→0 h eh − 1 = lim e x0 · h→0 h } | {z = lim →1 = e x0 . Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 31/ 121 Derivabilità delle funzioni elementari: ax Teorema (Derivata di f (x) = ax .) Per a 6= 1, la derivata di f (x) = ax è f 0 (x) = ax log(a). Dimostrazione. Osserviamo che da limh→0 ah −1 h ax0 +h − ax0 h→0 h = lim = log(a) ax0 · ah − ax0 h→0 h ah − 1 = lim ax0 · h→0 h } | {z lim →log(a) x0 = a log(a). Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 32/ 121 Derivabilità delle funzioni elementari: ax Nota. Abbiamo visto che se a 6= 1, la derivata di f (x) = ax è f 0 (x) = ax log(a). Nel caso particolare di a = e abbiamo che se f (x) = e x f 0 (x) = e x log(e) = e x come affermava il teorema precedente a quello appena mostrato. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 33/ 121 Algebra delle derivate Teorema Siano f , g : I ⊆ R → R derivabili in x0 interno ad I . Allora f + g è derivabile in x0 e (f + g )0 (x0 ) = f 0 (x0 ) + g 0 (x0 ); se c ∈ R allora c · f è derivabile in x0 (c · f )0 (x0 ) = c · f 0 (x0 ); f · g è derivabile in x0 e (f · g )0 (x0 ) = f 0 (x0 )g (x0 ) + f (x0 )g 0 (x0 ); se g (x0 ) 6= 0 allora f /g è derivabile in x0 e (f /g )0 (x0 ) = Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva f 0 (x0 )g (x0 )−f (x0 )g 0 (x0 ) g 2 (x0 ) Introduzione 34/ 121 Algebra delle derivate. Esempi. Esempio Abbiamo visto che D sin(x) = cos(x), che Dx 3 = 3x 2 e che De x = e x . Di conseguenza D(x 3 ) = 3x 2 + cos(x), D(2 · x 3 ) = 2 · D(x 3 ) = 2 · 3 · x 2 = 6 · x 2 D(x 3 · sin(x)) = 3x 2 · sin(x) + x 3 · cos(x) x e e x · sin(x) − e x · cos(x) sin(x) − cos(x) D = = ex · 2 sin(x) sin (x) sin2 (x) Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 35/ 121 Algebra delle derivate: tan(x), cot(x) Teorema (Derivata di f (x) = tan(x)) Se f (x) = tan(x) allora, per x 6= (π/2) + kπ, k ∈ Z, f 0(x) = 1 + tan2 (x). Dimostrazione. Dall’algebra delle derivate sopra esposta e cos2 (x) + sin2 (x) = 1 d tan(x) = dx = d sin(x) cos2 (x) + sin2 (x) = dx cos(x) cos2 (x) 1 = 1 + tan2 (x) cos2 (x) Teorema Se f (x) = cot(x) := (cos(x)/ sin(x)) allora, per x 6= kπ, k ∈ Z, f 0(x) = −1 + cot2 (x). Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 36/ 121 Derivazione di funzioni composte Teorema (Derivata di funzioni composte) Sia I un intervallo e supponiamo che f : I ⊆ R → R sia derivabile nell’interno di I , g : J ⊆ R → R sia derivabile nell’interno di J, f (I ) ⊆ J. Allora g ◦ f è derivabile e vale (g ◦ f )0 (x) = g 0 (f (x)) · f 0 (x). Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 37/ 121 Derivazione di funzioni composte Esempio Calcolare la derivata di h(x) = cos(x) utilizzando la derivata di una funzione composta. Svolgimento. La funzione h(x) = cos(x) = sin(π/2 − x) è la composta di g (y ) = sin(y ) e f (x) = π/2 − x. Quindi dalla regola appena vista, visto che g 0 (y ) = cos(y ) e f 0 (x) = 0 − 1 = −1, ricaviamo h0 (x) = g 0 (f (x)) · f 0 (x) = (−1) · cos(π/2 − x) = − sin(x). Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 38/ 121 Derivazione di funzioni composte Esempio Calcolare la derivata di h(x) = e sin(x) . Svolgimento. La funzione h(x) = e sin(x) è la composta di g (x) = e x e f (x) = sin(x). Quindi dalla regola appena vista, visto che g 0 (x) = e x e f 0 (x) = cos(x), ricaviamo h0 (x) = g 0 (f (x)) · f 0 (x) = e sin(x) · cos(x). Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 39/ 121 Derivazione della funzione inversa Teorema (Derivata della funzione inversa) Sia I un intervallo e supponiamo che f : I ⊆ R → R sia derivabile in x0 appartenente all’interno di I, f 0 (x0 ) 6= 0. Allora f −1 è derivabile in y0 = f (x0 ) ed è (f −1 )0 (y0 ) = Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva 1 . f 0 (f −1 (y0 )) Introduzione 40/ 121 Derivazione della funzione inversa Traccia. Basta applicare il teorema della funzione composta e ricordare che, derivando ambo i membri di f −1 (f (x)) = x visto che D(f −1 (f (x))) = (f −1 )0 (f (x)) · f 0 (x); Dx = 1, deduciamo che (f −1 )0 (f (x)) · f 0 (x) = 1 ⇔ (f −1 )0 (f (x)) = 1 f 0 (x) da cui posto y = f (x), abbiamo x = f −1 (y ) e quindi (f −1 )0 (y ) = 1/f 0 (x) = 1/f 0 (f −1 (y )). Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 41/ 121 Derivazione della funzione inversa: arcsin(x) Teorema (Derivata di arcsin(x)) Se f (x) = arcsin(x) allora f 0 (x) = √ 1 . 1−x 2 Traccia. Posto f (x) = sin(x), abbiamo per il precedente teorema, visto che d sin(x) = cos(x), che dx 1 d arcsin(y ) = . dx cos(arcsin(y )) Osserviamo poi che essendo arcsin(y ) ∈ [−π/2, π/2], sicuramente cos(arcsin(y )) ≥ 0 in quanto cos(τ ) ≥ 0 per τ ∈ [−π/2, π/2] e quindi da sin2 (x) + cos2 (x) = 1 abbiamo q cos(arcsin(y )) = 1 − sin2 (arcsin(y )). Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 42/ 121 Derivazione della funzione inversa: arcsin(x) Inoltre, poichè sin2 (τ ) := (sin(τ ))2 e sin(arcsin(y )) = y , necessariamente sin2 (arcsin(y )) := (sin(arcsin(y )))2 = y 2 . Assemblando i risultati q cos(arcsin(y )) = 1 − sin2 (arcsin(y )); e sin2 (arcsin(y )) := (sin(arcsin(y )))2 = y 2 . ricaviamo 1 1 1 d arcsin(y ) = = p = p . dx cos(arcsin(y )) 1 − y2 1 − sin2 (arcsin(y )) Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 43/ 121 Lista di derivate Teorema Vale la seguente lista di derivate (nel dominio della funzione): f (x) f 0 (x) nota α x α · x α−1 α∈R ex ex x a (log a) · (ax ) a>0 sinh (x) cosh (x) cosh (x) sinh (x) log (|x|) 1/x loga (|x|) (1/x) loga (e) a ∈ R+ \{0, 1} sin(x) cos(x) cos(x) − sin(x) tan(x) 1 + tan2 (x) arcsin(x) (1 − x 2 )−1/2 arccos(x) −(1 − x 2 )−1/2 arctan(x) (1 + x 2 )−1 Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 44/ 121 Derivazione della funzione inversa: log(x) Teorema (Derivata di log(x)) Mostrare che 1 d loga (x) = dx x log a Dimostrazione. d x Ricordato che loga ax = x, che dx a = (log(a)) · ax , dal teorema della funzione inversa e aloga (x) = x, d 1 1 loga (x) = = . log (x) a dx (log(a))x (log(a)) · a Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 45/ 121 Massimi e minimi relativi Definizione (Minimo locale) Sia f : I ⊆ R → R, con I intervallo. Diremo che x0 ∈ I è un minimo relativo (o locale) per f se esiste un intorno U di x0 tale che f (x) ≥ f (x0 ), per ogni x ∈ U. Definizione (Massimo locale) Sia f : I ⊆ R → R, con I intervallo. Diremo che x0 ∈ I è un massimo relativo (o locale) per f se esiste un intorno U di x0 tale che f (x) ≤ f (x0 ), per ogni x ∈ U. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 46/ 121 Massimi e minimi assoluti Definizione (Minimo assoluto) Sia f : I ⊆ R → R, con I intervallo. Diremo che x0 ∈ I è un minimo assoluto (o globale) per f se f (x) ≥ f (x0 ), per ogni x ∈ I . Definizione (Massimo assoluto) Sia f : I ⊆ R → R, con I intervallo. Diremo che x0 ∈ I è un massimo assoluto (o globale) per f se f (x) ≤ f (x0 ), per ogni x ∈ I . Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 47/ 121 Massimi e minimi assoluti Nota. Se x0 è un minimo assoluto allora è anche un minimo relativo. Se x0 è un massimo assoluto allora è anche un massimo relativo. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 48/ 121 Massimi e minimi relativi e zeri di f 0 Teorema (Fermat (1637)) Sia I un intervallo e f : I → R sia derivabile in x0 interno ad I . Allora se x0 è un punto di minimo relativo o massimo relativo per f sia ha che f 0 (x0 ) = 0. Svolgimento. Dalla derivabilità deduciamo che lim x→x0 f (x) − f (x0 ) := f 0 (x0 ). x − x0 Se x0 è un minimo relativo, esiste un intorno U ⊆ I tale che f (x0 ) ≤ f (x) per ogni x ∈ U, cioè f (x) − f (x0 ) ≥ 0 per ogni x ∈ U. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 49/ 121 Massimi e minimi relativi e zeri di f 0 In particolare se x > x0 allora x − x0 > 0 e quindi f (x) − f (x0 ) ≥ 0 per ogni x ∈ U, x > x0 x − x0 e quindi per il teorema di permanenza del segno f (x) − f (x0 ) ≥ 0. x − x0 x→x0 Se invece x < x0 allora x − x0 < 0 e quindi lim+ f (x) − f (x0 ) ≤ 0 per ogni x ∈ U, x < x0 x − x0 da cui per il teorema di permanenza del segno lim x→x0− f (x) − f (x0 ) ≤ 0. x − x0 Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 50/ 121 Massimi e minimi relativi e zeri di f 0 Siccome la derivata in x0 esiste, necessariamente 0 ≤ lim+ x→x0 f (x) − f (x0 ) f (x) − f (x0 ) = lim ≤0 − x − x0 x − x0 x→x0 e quindi lim x→x0 f (x) − f (x0 ) f (x) − f (x0 ) f (x) − f (x0 ) = lim+ = lim = 0. − x − x0 x − x x − x0 x→x0 0 x→x0 Con la stessa tecnica si dimostra l’asserto nel caso x0 sia un massimo relativo. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 51/ 121 Massimi e minimi relativi e zeri di f 0 Definizione (Estremi) I massimi e minimi locali e globali di una funzione si chiamano estremi di f . Nota. Gli estremi possono essere anche in punti nei quali f non è continua o non derivabile! Definizione (Punto critico o stazionario) Sia I un intervallo e f : I → R sia derivabile in x0 interno ad I . Diremo che x0 è un punto critico o stazionario per f se f 0 (x0 ) = 0. Nota. Non tutti i punti stazionari sono estremi. La funzione f (x) = x 3 ha un punto stazionario in x0 = 0 che però non è estremo. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 52/ 121 Massimi e minimi relativi e zeri di f 0 . Punti critici. 1 0.5 0 −0.5 −1 −1 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 3 2.5 2 1.5 1 0.5 0 −1 Figura : La funzione x 3 in [−1, 1] (in alto) e la sua derivata (in basso). Evidentemente non ha un punto estremo in 0, tuttavia si annulla la derivata. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 53/ 121 Massimi e minimi relativi e zeri di f 0 . Punti critici. Teorema Sia I un intervallo e f : I → R e supponiamo che x0 sia un minimo o un massimo relativo per f . Allora vale una delle seguenti: x0 è un punto critico per f ; x0 non è interno a I (è un estremo, anche ±∞ se l’intervallo è illimitato); f non è derivabile in x0 . Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 54/ 121 Massimi e minimi relativi e zeri di f 0 . Punti critici. 2 1.5 1 0.5 0 −3 −2 −1 0 1 2 3 −2 −1 0 1 2 3 1.5 1 0.5 0 −0.5 −1 −1.5 −3 Figura : La funzione ||x| − 1| in [−3, 3] (in nero) e la sua derivata (in rosso), qualora esistente. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 55/ 121 Teorema di Rolle. Teorema (Weierstrass (1860)) Sia f : [a, b] → R continua in [a, b]; −∞ < a < b < +∞ Allora esiste f ha un minimo e un massimo assoluto in [a, b]. Teorema (Rolle (1691)) Sia f : [a, b] → R, con −∞ < a < b < +∞ e supponiamo f continua in [a, b]; f derivabile in (a, b); f sia tale che f (a) = f (b). Allora esiste ξ ∈ (a, b) tale che f 0 (ξ) = 0. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 56/ 121 Teorema di Rolle. Dimostrazione. Se f è costante in [a, b], il teorema è ovvio. Se f non è costante, certamente è continua in quanto persino derivabile. Per il teorema di Weierstrass, essendo −∞ < a < b < +∞, ha un massimo e minimo in [a, b] e quindi esistono x1 , x2 ∈ [a, b] tali che f (x1 ) ≤ f (x) ≤ f (x2 ), per ogni x ∈ [a, b]. Siccome f (a) = f (b) e f non è costante, necessariamente o x1 ∈ (a, b) o x2 ∈ (a, b) e quindi per il Teorema di Fermat, o f 0 (x1 ) = 0 o f 0 (x2 ) = 0 con x1 ∈ (a, b) o x2 ∈ (a, b). Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 57/ 121 Teorema di Rolle. 1 0.8 0.6 0.4 0.2 0 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 1 0.5 0 −0.5 −1 Figura : La funzione sin(x) in [0, π] (in nero) e la sua derivata (in rosso). Evidentemente è applicabile il teorema di Rolle e in effetti la derivata si annulla in almeno un punto (cioè π/2 ≈ 1.570796326794897). Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 58/ 121 Teorema di Lagrange. Teorema (Lagrange (1797)) Sia f : [a, b] → R, con −∞ < a < b < +∞ e supponiamo f continua in [a, b]; f derivabile in (a, b). Allora esiste ξ ∈ (a, b) tale che f 0 (ξ) = Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva f (b)−f (a) . b−a Introduzione 59/ 121 Teorema di Lagrange. Dimostrazione. Sia g (x) = f (x) − f (b) − f (a) (x − a). b−a La funzione g è continua in [a, b] e derivabile in (a, b) essendo tali (a) f e f (b)−f (x − a), e valendo l’algebra delle funzioni continue e b−a derivabili lo è pure g . Inoltre g (a) = f (a), g (b) = f (a) e quindi, per il teorema di Rolle esiste ξ ∈ (a, b) tale che 0 = g 0 (ξ) = f 0 (x) − f (b) − f (a) f (b) − f (a) d (x − a) = f 0 (x) − b−a dx b−a cioè per cui f 0 (ξ) = f (b) − f (a) . b−a Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 60/ 121 Teorema di Lagrange. 1.5 1 0.5 0 −0.5 −1 −1.5 0 1 2 3 4 5 6 0 1 2 3 4 5 6 1.5 1 0.5 0 −0.5 −1 −1.5 Figura : La funzione sin(x) + cos(x) in [0, (5/3)π] (in nero), la sua derivata (a) (0) = f ((5/3)π)−f . (in rosso) con sovrapposta la retta di equazione y = f (b)−f b−a (5/3)π Evidentemente è applicabile il teorema di Lagrange e in effetti la derivata interseca la retta in verde in almeno un punto. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 61/ 121 Teorema di Cauchy. Teorema (Cauchy) Siano f , g : [a, b] → R, entrambe continue in [a, b] e derivabili in (a, b) con g (a) 6= g (b) e g 0 6= 0. Allora esiste ξ ∈ (a, b) tale che f 0 (ξ) f (b) − f (a) = 0 g (ξ) g (b) − g (a) Dimostrazione. Si verifica facilmente che h(x) = f (x)(g (b) − g (a)) − g (x)(f (b) − f (a)) è continua in [a, b] e derivabile in (a, b) essendo tali f e g . Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 62/ 121 Teorema di Cauchy. Inoltre, da h(x) = f (x)(g (b) − g (a)) − g (x)(f (b) − f (a)), h(a) h(b) = f (a)(g (b) − g (a)) − g (a)(f (b) − f (a)) = f (a)g (b) − g (a)f (b), = f (b)(g (b) − g (a)) − g (b)(f (b) − f (a)) = −f (b)g (a) + f (a)g (b). Per il teorema di Rolle, da h(a) = h(b), esiste ξ ∈ (a, b) tale che 0 = h0 (ξ) = f 0 (ξ)(g (b) − g (a)) − g 0 (ξ)(f (b) − f (a)) cioè per cui f 0 (ξ) f (b) − f (a) = . g 0 (ξ) g (b) − g (a) Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 63/ 121 Derivate prime e monotonia. Teorema Supponiamo I sia un intervallo e f :I →R f sia derivabile in I Allora f crescente in I se e solo se f 0 (x) ≥ 0 per ogni x ∈ I . f decrescente in I se e solo se f 0 (x) ≤ 0 per ogni x ∈ I . f strettamente crescente in I , se f 0 (x) > 0 per ogni x ∈ I . f strettamente decrescente in I , se f 0 (x) < 0 per ogni x ∈ I . Nota. Si noti che il se e solo se vale solo nel caso crescente e decrescente. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 64/ 121 Derivate prime e monotonia. Dimostrazione. (⇒) Siano x1 , x2 ∈ I , x1 < x2 , arbitrariamente scelti. Per il teorema di Lagrange esiste ξ ∈ (x1 , x2 ) tale che f (x2 ) − f (x1 ) = f 0 (ξ)(x2 − x1 ). Se f 0 (x) > 0 per ogni x ∈ I allora in particolare lo è in ξ, ed essendo x1 < x2 f (x2 ) − f (x1 ) = f 0 (ξ)(x2 − x1 ) > 0 e vista l’arbitrarietà della scelta x1 , x2 ∈ I , x1 < x2 , deduciamo che f è strettamente crescente. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 65/ 121 Derivate prime e monotonia. f 0 (x) < 0 per ogni x ∈ I allora in particolare lo è in ξ, ed essendo x1 < x2 f (x2 ) − f (x1 ) = f 0 (ξ)(x2 − x1 ) < 0 e vista l’arbitrarietà della scelta x1 , x2 ∈ I , x1 < x2 , deduciamo che f è strettamente decrescente. La dimostrazione per f crescente o decrescente, è simile. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 66/ 121 Derivate prime e monotonia. Dimostrazione facoltativa. (⇐) Viceversa, se se f è crescente in I , allora f (x) − f (x0 ) ≥ 0, x, x0 ∈ I x − x0 in quanto se x > x0 allora f (x) > f (x0 ) e quindi x − x0 > 0, f (x) − f (x0 ) > 0; se x < x0 allora f (x) < f (x0 ) e quindi x − x0 < 0, f (x) − f (x0 ) < 0. e quindi per il teorema di permanenza del segno f 0 (x0 ) = limx→x0 Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva f (x) − f (x0 ) ≥0 x − x0 Introduzione 67/ 121 Derivate prime e monotonia. se f è decrescente in I , allora f (x) − f (x0 ) ≤ 0, x, x0 ∈ I x − x0 in quanto se x > x0 allora f (x) < f (x0 ) e quindi x − x0 > 0, f (x) − f (x0 ) < 0; se x < x0 allora f (x) > f (x0 ) e quindi x − x0 < 0, f (x) − f (x0 ) > 0. e quindi per il teorema di permanenza del segno f 0 (x0 ) = limx→x0 f (x) − f (x0 ) ≤0 x − x0 e quindi vista l’arbitrarietà di x0 è negativa in I . Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 68/ 121 Derivate prime e monotonia, esercizio 1. Esercizio Mostrare che la funzione f (x) = x 3 è strettamente crescente in R. Svolgimento. Da f 0 (x) = 3x 2 ≥ 0 è crescente in R. Osserviamo che per ogni x 6= 0 è strettamente crescente, in quanto f 0 (x) = 3x 2 > 0 per x 6= 0. Quindi siccome f 0 (x) non è strettamente positiva al più in un insieme numerabile di punti, la funzione f (x) = x 3 è strettamente crescente in R. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 69/ 121 Derivate prime e monotonia, esercizio 2. Esercizio Determinare dove è crescente o decrescente f (x) = e x − x. Svolgimento. Da f 0 (x) = e x − 1, essendo il logaritmo una funzione crescente, e x − 1 > 0 ⇔ e x > 1 ⇔ x > log(1) = 0, e quindi è strettamente crescente per x > 0, altrimenti strettamente decrescente. Si deduce che x = 0 è un punto di minimo. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 70/ 121 Derivate prime e monotonia, esercizio 2. 6 5 4 3 2 1 0 −2 −1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5 2 Figura : Il grafico di e x − x in [−2, 2]. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 71/ 121 Derivate prime e monotonia, esercizio 3. Esercizio 2 +1 Determinare dove è crescente o decrescente f (x) xx+1 . Svolgimento. Osserviamo per prima cosa che il dominio della funzione è D = R\{−1} e che in D la funzione è continua. Da f 0(x) = x 2 + 2x − 1 2x · (x + 1) − (x 2 + 1) · 1 = , (x + 1)2 (x + 1)2 visto che il denominatore è sempre positivo in D, f 0 (x) > 0 per x ∈ D se e solo se x 2 + 2x − 1 > 0. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 72/ 121 Derivate prime e monotonia, esercizio 3. Vediamo quindi quando x 2 + 2x − 1 > 0. Visto che x 2 + 2x − 1 = 0 se e √ solo se 4 + 4)/2 x = (−2 ± √ cioè x = −1 ± 2. Considerato che √ √ x1 = −1 − 2 = −2.4142 . . . , x2 = −1 + 2 = +0.4142 . . . . deduciamo che f 0 (x) > 0, cioè strettamente crescente, se e solo se √ √ x ∈ (−∞, −1 − 2) ∪ (1 + 2, +∞), √ √ f 0 (x) = 0 in x1 = −1 − 2, x2 = −1 + 2, √ √ negli altri punti di D, cioè x ∈ (−1 − 2, 1 + 2)\{−1}, abbiamo f 0 (x) < 0, cioè strettamente decrescente. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 73/ 121 Derivate prime e monotonia, esercizio 3. 60 40 20 0 −20 −40 −60 −4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4 Figura : Il grafico di (x 2 + 1)/(x + 1) in [−4, 4]. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 74/ 121 Derivate prime e monotonia, esempio. Teorema Supponiamo I sia un intervallo, f : I → R continua. Allora è invertibile in Im(f ) se e soltanto se è strettamente monotona. Esempio La funzione f (x) = x 3 − 1 : R → R è continua, strettamente monotona (lo è x 3 e quindi anche x 3 − 1). Quindi è invertibile. In √ effetti f −1 (y ) = 3 y + 1. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 75/ 121 Derivate prime e monotonia, esercizio. Esempio Data f (x) = x + sin (x), dimostrare che f è invertibile; calcolare (f −1 )0 ( 3π 2 − 1). Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 76/ 121 Asintoti orizzontali. Definizione (Asintoto orizzontale) La retta y = y0 è un asintoto orizzontale per f a +∞ se limx→+∞ f (x) = y0 . Definizione (Asintoto verticale) La retta y = y0 è un asintoto orizzontale per f a −∞ se limx→−∞ f (x) = y0 . Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 77/ 121 Asintoti verticali. Definizione (Asintoto verticale per f a sinistra di x0 ) La retta x = x0 è un asintoto verticale per f a sinistra di x0 se limx→x − f (x) = +∞ o limx→x − f (x) = −∞. 0 0 Definizione (Asintoto verticale per f a destra di x0 ) La retta x = x0 è un asintoto verticale per f a destra di x0 se limx→x + f (x) = +∞ o limx→x + f (x) = −∞. 0 0 Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 78/ 121 Asintoti obliqui. Definizione (Asintoto obliquo a +∞) La retta y = mx + q (m 6= 0) è in asintoto obliquo per f a +∞ se lim x→+∞ f (x) =m x e lim f (x) − mx = q. x→+∞ Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 79/ 121 Asintoti obliqui. Definizione (Asintoto obliquo a −∞) La retta y = mx + q (m 6= 0) è in asintoto obliquo per f a −∞ se lim x→−∞ f (x) =m x e lim f (x) − mx = q. x→−∞ Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 80/ 121 Asintoti. 5 x 10 10 5 0 −5 0 0.5 1 1.5 2 2.5 −5 x 10 3 2 1 0 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 3 2.5 2 1.5 1 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 Figura : Il grafico di tre curve e loro asintoti. In alto, 1/x (in blue) e y = 0 (in verde). La curva ha un asintoto verticale in 0 e un asintoto orizzontale y = 0 a +∞. In centro, (x + 1)/x (in blue) e y = 1 (in verde). La curva √ha un asintoto verticale in 0 e un asintoto orizzontale y = 1 a +∞. In basso, x 2 + 1 (in blue) e y = x (in verde). La curva ha un asintoto obliquo y = x a +∞. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 81/ 121 Asintoti, esempio. Esempio Si determinino i possibili asintoti della funzione f (x) = √ x 2 + 1. Svolgimento. Si osservi che la funzione è continua in [0, +∞) e quindi non ha asintoti verticali. Inoltre p lim x 2 + 1 = +∞ x→+∞ e quindi è possibile abbia un asintoto obliquo a +∞. Non ha asintoto orizzontale, altrimenti il limite sarebbe finito. Se esiste un asintoto obliquo y = mx + q, allora esiste finito √ x2 + 1 m = lim . x→+∞ x Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 82/ 121 Asintoti, esempio. Raccogliendo x, √ m = lim x→+∞ x x2 + 1 = lim x→+∞ x p 1 + (1/x 2 ) = 1. x Ora, razionalizzando √ p p x2 + 1 + x 2 2 q = lim x + 1 − x = lim ( x + 1 − x) √ x→+∞ x→+∞ x2 + 1 + x x2 + 1 − x2 1 = lim √ = lim √ = 0. 2 2 x→+∞ x→+∞ x +1+x x +1+x √ Quindi y = x è un asintoto obliquo per f (x) = x 2 + 1 a +∞. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 83/ 121 Derivate successive (di ordine superiore). Definizione (Derivata seconda) Sia f : I → R, con I intervallo di R. Supponiamo che esista f 0 e sia derivabile in I . La funzione f 00 = (f 0 )0 si chiama derivata seconda di f . Nota. A volte si scrive f 00 = d2 d2 f | = f (x). x dx 2 dx 2 In alternativa si pone f (2) = f 00 Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 84/ 121 Derivate successive (di ordine superiore). Definizione (Derivata k-sima) Sia f : I → R, con I intervallo di R. Supponiamo che f (k−1) esista, f (k−1) sia derivabile in I , per k ≥ 2. La funzione f (k) = (f (k−1) )0 si chiama derivata k-sima di f . Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 85/ 121 Derivate successive (di ordine superiore), esercizio. Esercizio Calcolare le derivate successive di f (x) = x n . Svolgimento. f (2) (x) = 0 se n = 0, altrimenti f (1) (x) = nx n−1 ; f (2) (x) = 0 se n ≤ 1, altrimenti f (2) (x) = n(n − 1)x n−2 ; f (3) (x) = 0 se n ≤ 2, altrimenti f (3) (x) = n(n − 1)(n − 2)x n−3 ; f (k) (x) = 0 se n ≤ k − 1, altrimenti f (k) (x) = n(n − 1)(n − 2) . . . (n − k + 1)x n−k ; Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 86/ 121 Derivate successive (di ordine superiore), esercizio. Esercizio Calcolare le derivate successive di f (x) = sin(x). Svolgimento. f (1) (x) = cos(x); f (2) (x) = − sin(x); f (3) (x) = − cos(x); f (4) (x) = sin(x); . . .; Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 87/ 121 Funzioni convesse e funzioni concave. Definizione (Funzione convessa) Sia f : I → R con I intervallo. Diremo che f è convessa se per ogni x, y ∈ I , t ∈ [0, 1] si ha f ((1 − t)x + ty ) ≤ (1 − t)f (x) + tf (y ). Definizione (Funzione concava) Sia f : I → R con I intervallo. Diremo che f è concava se per ogni x, y ∈ I , t ∈ [0, 1] si ha f ((1 − t)x + ty ) ≥ (1 − t)f (x) + tf (y ). Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 88/ 121 Funzioni convesse e funzioni concave. Definizione (Funzione strettamente convessa) Sia f : I → R con I intervallo. Diremo che f è strettamente convessa se per ogni x, y ∈ I , t ∈ [0, 1] si ha f ((1 − t)x + ty ) < (1 − t)f (x) + tf (y ). Definizione (Funzione strettamente concava) Sia f : I → R con I intervallo. Diremo che f è strettamente concava se per ogni x, y ∈ I , t ∈ [0, 1] si ha f ((1 − t)x + ty ) > (1 − t)f (x) + tf (y ). Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 89/ 121 Funzioni convesse e funzioni concave. 8 6 4 2 0 −2 −3 −2 −1 0 1 2 3 −2 −1 0 1 2 3 2 0 −2 −4 −6 −8 −3 Figura : Il grafico di una funzione convessa (in nero, sopra) e il grafico di una funzione concava (in nero, sotto). In entrambe, il segmento che unisce due punti del grafico. In un caso è sopra la curva, nell’altro è sotto. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 90/ 121 Funzioni convesse e funzioni concave. Teorema Sia f : I → R, con I chiuso. Se f è concava o convessa, allora f è continua in I . Teorema Sia f : I → R, con I chiuso. Se f è convessa, allora f è derivabile nell’interno di I a meno di un insieme finito o numerabile di punti X ; la funzione f 0 , ove definita, è monotona crescente. Se f è concava, allora f è derivabile nell’interno di I a meno di un insieme finito o numerabile di punti X ; la funzione f 0 , ove definita, è monotona decrescente. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 91/ 121 Funzioni convesse e funzioni concave. Teorema Sia f : I → R, con I aperto. Si supponga f 0 , f 00 : I → R. Allora: f è convessa se e solo se f 00 (x) ≥ 0, per ogni x ∈ I ; f è strettamente convessa se e solo se f 00 (x) > 0, per ogni x ∈ I ; f è concava se e solo se f 00 (x) ≤ 0, per ogni x ∈ I ; f è strettamente concava se e solo se f 00 (x) < 0, Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva per ogni x ∈ I ; Introduzione 92/ 121 Funzioni convesse e funzioni concave: flessi. Definizione (Flesso) Sia f : (a, b) → R. Un punto x0 ∈ (a, b) si dice di flesso per f se f 0 (x0 ) ∈ R∗ per ogni intorno arbitrariamente piccolo di x0 , la funzione f cambia concavità. Teorema Sia f : (a, b) → R. Supponiamo f sia derivabile due volte in (a, b) e x0 ∈ (a, b) sia di flesso. Allora f (2) (x0 ) = 0. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 93/ 121 Funzioni convesse e funzioni concave: flessi. 1 0.5 0 −0.5 −1 −1 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 5 4 3 2 1 0 −1 Figura : La funzione x 5 in [−1, 1] (in alto) e la sua derivata (in basso). Evidentemente ha un punto di flesso in x0 = 0. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 94/ 121 Funzioni convesse e funzioni concave: nota. Teorema Se f : (a, b) → R è strettamente convessa e derivabile in (a, b) allora ha al più un punto stazionario e questo sarà un minimo globale. Teorema Se f : (a, b) → R è strettamente concava e derivabile in (a, b) allora ha al più un punto stazionario e questo sarà un massimo globale. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 95/ 121 Funzioni convesse e funzioni concave: esempio. Esempio La funzione f (x) = e x è derivabile due volte ed è f (2) (x) = e x > 0. Quindi è strettamente convessa in R. Esempio La funzione f (x) = log(x) è derivabile due volte ed è f (2) (x) = −(1/x 2 ) < 0. Quindi è strettamente concava nel suo insieme di definizione R+ \0. Esempio Dire dove, al variare di α ∈ R, la funzione f (x) = x α , è derivabile due volte, stabilendone la concavità o convessità . Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 96/ 121 Teorema di de l’Hopital. Teorema (de l’Hopital (1696)) Siano f , g : I ⊆ R → R, con I = (a, b) intervallo aperto. Si supponga che f , g siano entrambe derivabili in I ; valga una delle seguenti 1 2 3 limx→a+ f (x) = limx→a+ g (x) = 0; limx→a+ f (x) = limx→a+ g (x) = −∞; limx→a+ f (x) = limx→a+ g (x) = +∞; sia limx→a+ f 0 (x) g 0 (x) = L, L ∈ R∗ . Allora lim+ x→a f (x) = L. g (x) Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 97/ 121 Teorema di de l’Hopital. Dimostrazione facoltativa. Mostriamo esclusivamente il caso limx→a+ f (x) = limx→a+ g (x) = 0. Siano fˆ(x) = f (x), x ∈ (a, b) 0, x = a. g (x), x ∈ (a, b) 0, x = a. ĝ (x) = Le funzioni fˆ, ĝ sono continue in [a, b); derivabili in (a, b); limx→a+ f (x) g (x) = limx→a+ fˆ(x) ĝ (x) Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 98/ 121 Teorema di de l’Hopital. Osserviamo che fˆ(x) − 0 fˆ(x) − fˆ(a) fˆ(x) = = . ĝ (x) ĝ (x) − 0 ĝ (x) − ĝ (x) Fissato x ∈ [a, b), si ha che fˆ(x), ĝ (x) sono continue in [a, x] e derivabili in (a, x). Dal teorema di Cauchy, esiste ξ(x) ∈ (a, x) tale che fˆ(x) − fˆ(a) fˆ0 (ξ(x)) = 0 ĝ (x) − ĝ (a) ĝ (ξ(x)) Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 99/ 121 Teorema di de l’Hopital. Quindi lim+ x→a f (x) g (x) = lim+ x→a = lim+ x→a fˆ(x) ĝ (x) fˆ(x) − fˆ(a) ĝ (x) − ĝ (a) = lim+ x→a fˆ0 (ξ(x)) . ĝ 0 (ξ(x)) Osserviamo ora che se x → a+ , pure ξ(x) → a+ poichè ˆ0 + ξ(x) ∈ (a, x). Inoltre limt→a+ ĝf 0(t) (t) = limt→a + t = ξ(x), si ha quindi che t → a da cui lim+ x→a f (x) g (x) = lim+ x→a f 0 (t) g 0 (t) . Posto f 0 (t) fˆ0 (ξ(x)) fˆ0 (t) = lim = lim . ĝ 0 (ξ(x)) t→a+ ĝ 0 (t) t→a+ g 0 (t) come volevasi dimostrare. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 100/ 121 (1) Teorema di de l’Hopital, esempio. Esempio Calcolare 1 − cos2 (x) x→0 x lim Svolgimento. E’ una forma indeterminata del tipo 0/0. Usando la regola de l’Hopital lim x→0 1 − cos(x) sin(x) cos(x) 1 = lim = lim = x→0 2x x→0 x2 2 2 Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 101/ 121 (2) Esercizi Esercizi Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 102/ 121 Derivata, esercizio Esercizio Mostrare che la derivata prima di log(x) in x0 > 0 vale 1/x0 . Traccia. Ricordiamo che log(1 + y ) → 1. y →0 y lim Dalle proprietà dei logaritmi log(x + h) − log(x) h = = Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva log((x + h)/x) h log(1 + (h/x)) → 1/x (h/x)x Introduzione 103/ 121 Derivazione: esercizi Esercizio Calcolare le derivate di f (x) = asin (x) ; f (x) = cos xx+1 3 +2 f (x) = f (x) = sin(x)+e 1/x + log(x); x 2 cos(x) x x (nota che f 0 (x) 6= x · x x−1 )!! f (x) = (tan(x))x/(x+1) ; Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 104/ 121 Esercizi di ricapitolazione. Esercizio La funzione f (x) = dominio? p 1 |x| è ovunque derivabile nel suo p La funzione f (x) = 3 |x| è ovunque derivabile? Mostrare, conoscendo l’algebra dei limiti, teoremi e le principali derivate, che se f (x) = 1/ sin(x) allora f 0 (x) = − cos(x)/ sin2 (x); f (x) = 3x 2 + e x · sin(x) + (1/log (x)) allora f 0 (x) = 6x + e x · sin(x) + e x · cos(x) − 1/(x(log(x))2 ); f (x) = sin(x 2 ) allora f 0 (x) = 2x · cos(x 2 ); f (x) = e −x allora f 0 (x) = −e −x ; f (x) = sinh(x) = (e x − e −x )/2 allora f 0 (x) = cosh(x) = (e x + e −x )/2; f (x) = cosh(x) = (e x + e −x )/2 allora f 0 (x) = sinh(x) = (e x − e −x )/2; sin(x 2 ) f (x) = 2 log(cos(x 2 )) allora f 0 (x) = −4x cos(x 2 ) . Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 105/ 121 Esercizi di ricapitolazione. Esercizio Mostrare, conoscendo l’algebra dei limiti, teoremi e le principali derivate, che f (x) = x x allora f 0 (x) = x x · (log(x) + 1) (sugg. f (x)g (x) = e g (x) log(f (x)) ); f (x) = (sin(x))sin(x) + sin(sin(x)) allora f 0 (x) = (sin(x))sin(x) ·(cos(x) log(sin(x))+cos(x))+cos(sin(x)) cos(x); f (x) = arccos(x) allora f 0 (x) = −1/(1 − x 2 )1/2 se x ∈ (−1, 1); f (x) = arctan(x) allora f 0 (x) = 1/(1 + x 2 )1/2 ; g (x) = sinh(x), p la sua inversa è f (y ) = settsenh(y ) e allora 0 f (y ) = 1/ p1 + y 2 (sugg. se y = sinh(x) allora cosh(x) = 1 + y 2 ); g (x) = cosh(x), la sua inversa è f (y ) = settcosh(y ) e allora p 0 2. f (y )Paola = 1/ −1e Alvise + y Sommariva Annalisa Cesaroni, Mannucci Introduzione 106/ 121 Esercizi di ricapitolazione. Esercizio Mostrare che | sin(x)| è continua ma non è derivabile in x = kπ, per k ∈ Z. Esercizio Dire in quali punti sono continue e/o derivabili le seguenti funzioni f (x) = |x 3 |; e |x−1| ; f (x) = 1 + x 2 , se x ≥ 0 −(1 + x 2 ), se x < 0 Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 107/ 121 Massimi e minimi relativi e zeri di f 0 . Esercizi. Esercizio Calcolare i punti critici, massimi e minimi relativi e assoluti, di 2 x − 1, se x ≤ 1 f (x) = 1 ), se x > 1 (x − 1) sin( x−1 Esercizio Calcolare, al variare di β, γ, i punti critici, massimi e minimi relativi e assoluti, di βx + γ, se x < π f (x) = sin(αx), se x ≥ π Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 108/ 121 Massimi e minimi relativi e zeri di f 0 . Esercizi. Esercizio Calcolare, al variare di α, β, i punti critici, massimi e minimi relativi e assoluti, di ( αx 2 + β, se x ≤ 0 f (x) = 3x 2 e x 3 +x , se x > 0 Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 109/ 121 Esercizi di ricapitolazione. Asintoti obliqui. Esercizio Calcolare i possibili asintoti di f (x) = log(|e x − 4|) − arctan(e x − 5) − log(4). Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 110/ 121 Esercizi di ricapitolazione. Asintoti obliqui. 8 6 4 2 0 −2 −4 −6 −8 −10 −10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 10 Figura : In alto. La funzione log(|e x − 4|) − arctan(e x − 5) − log(4) in [−10, 10]. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 111/ 121 Esercizi di ricapitolazione. Teorema di de l’Hopital. Esercizio Usando il Teorema de L’Hopital, calcolare limx→0 sin(x)/x; 2 e −1/x = 0; x x (e − 1)/x; limx→0+ limx→0 limx→0 limx→0 limx→0 ex 3 /(x 4 +x) −cos(x) sin(x)(tan(x)) sin(x)+cos(x)−e x (1/(x+1))−1 = 2; e x −(1+x+(1/2)x 2 ) x2 x−sin(x) limx→0 x 3 limx→0+ x 3/2 log(sin(x)) Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 112/ 121 Studi di funzione, esercizio 1. Esercizio Sia f (x) = x2 + x + 1 . 2x − 1 Determinare il dominio di f ; determinare dove f è continua; determinare gli asintoti orizzontali/verticali di f (se esistenti); determinare dove f è derivabile e calcolare f 0 ; determinare gli intervalli di monotonia della funzione e eventuali punti di massimo e/o minimo relativo e/o assoluto. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 113/ 121 Studi di funzione, esercizio 2. Esercizio Sia f (x) = log x +4 (x + 1)2 . Determinare il dominio di f ; determinare dove f è continua; determinare gli asintoti orizzontali/verticali di f (se esistenti); determinare dove f è derivabile e calcolare f 0 ; determinare gli intervalli di monotonia della funzione e eventuali punti di massimo e/o minimo relativo e/o assoluto. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 114/ 121 Studi di funzione, esercizio 3. Esercizio Sia f (x) = 1 x + 2 − (x+2) e . x Determinare il dominio di f ; determinare dove f è continua; determinare gli asintoti orizzontali/verticali di f (se esistenti); determinare dove f è derivabile e calcolare f 0 ; determinare gli intervalli di monotonia della funzione e eventuali punti di massimo e/o minimo relativo e/o assoluto. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 115/ 121 Studio di funzione: esercizio 4. Esercizio Sia f (x) = arcsin(x 2 − 4|x| + 3). Si determini il dominio di f ; dove è positiva determinare dove f è continua; determinare gli asintoti orizzontali/verticali di f (se esistenti); determinare dove f è derivabile e calcolare f 0 ; determinare gli intervalli di monotonia della funzione e eventuali punti di massimo e/o minimo relativo e/o assoluto. dove è concava o convessa. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 116/ 121 Studio di funzione: esercizio 5. Esercizio Sia f (x) = x log(x). Si determini il dominio di f ; dove è positiva determinare dove f è continua; determinare gli asintoti orizzontali/verticali di f (se esistenti); determinare dove f è derivabile e calcolare f 0 ; determinare gli intervalli di monotonia della funzione e eventuali punti di massimo e/o minimo relativo e/o assoluto. dove è concava o convessa. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 117/ 121 Studio di funzione: esercizio 6. Esercizio Sia f (x) = 3−1/| sin(x)| . Si determini il dominio di f ; dove è positiva determinare dove f è continua; determinare gli asintoti orizzontali/verticali di f (se esistenti); determinare dove f è derivabile e calcolare f 0 ; determinare gli intervalli di monotonia della funzione e eventuali punti di massimo e/o minimo relativo e/o assoluto. dove è concava o convessa. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 118/ 121 Studio di funzione: esercizio 7. Esercizio Sia f (x) = log(e x + e −x ) + x. Si determini il dominio di f ; dove è positiva determinare dove f è continua; determinare gli asintoti orizzontali/verticali di f (se esistenti); determinare dove f è derivabile e calcolare f 0 ; determinare gli intervalli di monotonia della funzione e eventuali punti di massimo e/o minimo relativo e/o assoluto. dove è concava o convessa. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 119/ 121 Studio di funzione: esercizio 8. Esercizio Sia f (x) = arcsin |x − 1| x +3 . Si determini il dominio di f ; dove è positiva determinare dove f è continua; determinare gli asintoti orizzontali/verticali di f (se esistenti); determinare dove f è derivabile e calcolare f 0 ; determinare gli intervalli di monotonia della funzione e eventuali punti di massimo e/o minimo relativo e/o assoluto. dove è concava o convessa. Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 120/ 121 Esercizi di ricapitolazione. Studi di funzione Esercizio Studiare le seguenti funzioni, al variare di α > 0, β ∈ R e x −1 se x > 0 xα f (x) = 1 + βx + x 2 se x ≤ 0 1−cos(x α ) se x > 0 x2 f (x) = 2 β + x se x ≤ 0 Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva Introduzione 121/ 121