Classificazione

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Atlante di
Biologia Vegetale e
delle piante officinali
Marcello Nicoletti
Sebastiano Foddai
Marcello NICOLETTI, Sebastiano FODDAI
Atlante di Biologia Vegetale e delle Piante Officinali
Copyright © 2015 EdiSES S.r.l. – Napoli
9 8
2019
7 6
2018
5 4
2017
3 2
2016
1 0
2015
Le cifre sulla destra indicano il numero e l’anno dell’ultima ristampa effettuata
A norma di legge è vietata la riproduzione, anche parziale, del presente volume o di parte di esso con qualsiasi
mezzo.
L’Editore
L’Editore ha effettuato quanto in suo
potere per richiedere il permesso di
riproduzione del materiale di cui non
è titolare del copyright e resta comunque a disposizione di tutti gli eventuali
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doma book di Di Grazia Massimo - Napoli
Stampato presso la
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Zona Ind. Regnano-Città di Castello (PG)
per conto della
EdiSES s.r.l. – Piazza Dante, 89 – Napoli
Tel. 0817441706/07 Fax 0817441705
www.edises.it [email protected]
ISBN 978 88 7959 8866
PREFAZIONE
L’esigenza didattica, evidente motivazione della pubblicazione di questo volume,
è facile da raccontare. Serviva uno strumento didattico che affiancasse con un maggior numero di immagini quelle già presenti nei libri di testo, di modo da completare
l’insieme delle informazioni necessarie. Detto questo, che andava premesso doverosamente, bisogna spiegare come è nato e che cosa è veramente questo Atlante rivolto
a tutti coloro che si accingono allo studio della Biologia Vegetale e in particolar modo
agli studenti dei Corsi di Laurea in Farmacia.
L’invito è considerare l’Atlante come un “giovane vecchio libro”. Giovane è la
maniera moderna ed attuale di presentare gli argomenti e l’impaginazione, mentre
di vecchio stampo è il rigore delle immagini e l’attenzione assoluta con cui sono state
realizzate, soprattutto per quanto riguarda la prima parte, dedicata alla microscopia
cellulare.
Tutto è nato dalla considerazione di una deriva dilagante nei libri di testo di
derivazione anglosassone, che dominano la scena didattica scientifica, a semplificare
il più possibile gli argomenti, in special modo sul piano iconografico. La grafica computerizzata ha ormai sostituito quasi totalmente l’immagine di cellule e di tessuti, riducendo tutto a disegni, senz’altro utili, ma che sempre meno hanno a che vedere con
la realtà. Viene in mente la storiella del bambino, che visitando una fattoria, scopriva
i polli “vestiti”, avendoli sempre visti in macelleria o al supermercato.
Al contrario, noi consideriamo, e questa è stata la vera molla che ha fatto scattare
il nostro entusiasmo per la stesura del libro, che nello studio della Biologia Vegetale,
ma non solo, i particolari siano importanti, per lo meno quanto le diversità. Bisogna
ritornare a guardare con attenzione e con pazienza, insomma studiare, concentrarsi
sull’immagine, capirla e farla propria a partire dai dettagli. L’immagine di un tessuto
vegetale ci fa capire che la Biologia è variabilità, ovvero che nessuna cellula è esattamente eguale all’altra, seppure alcune si assomiglino per certi caratteri, e che quindi
la posizione di ciascuna cellula è un insegnamento della sua funzione, per giungere
alla convinzione che il tutto deve essere compreso come un insieme organico seppure
disomogeneo.
C’è infine un atteggiamento che vogliamo sottolineare. Si è fatto uno sforzo particolare per cercare di mettere in evidenza la bellezza nelle immagini scelte, bellezza
persa nei disegni al computer e che ci deve fare innamorare. Una bellezza ben presente nella copertina, che mette in evidenza un altro carattere su cui volevamo puntare,
ovvero la simmetria e la numerologia insite nelle strutture biologiche dei viventi, che
finisce per accordarsi perfettamente con le variazioni a livello microscopico. Qui troviamo un collegamento con la semplificazione a livello grafico di cui abbiamo parlato
prima. L’obiettivo quindi è stato quello di ritornare alla classica rappresentazione
IV
PREFAZIONE
microscopica e nello tempo tentare di rivisitarla, collegandola con la simbologia del
linguaggio e dell’immagine oggi dominante.
Vale la pena, infine, ricordare che niente, nessuna delle nostre idee, alcuna delle
intuizioni nate in tanti anni di insegnamento poteva cristallizzarsi per miracolo in
un libro senza il fondamentale aiuto di alcune persone determinanti, quali il Prof.
Filippo Maggi dell’Università di Camerino, per la prima e l’ultima parte, la Prof.essa
Gelsomina Fico, dell’Università di Milano, alla quale si deve la prima idea di trattare
le principali famiglie botaniche delle seconda parte, ma soprattutto la dott.essa Lucia
Cavestri e tutto lo splendido staff della Edises, sotto la guida dell’ing. Fabrizio Crisafulli, capaci di trasformare un canovaccio nato più che altro dalle idee in un bell’oggetto.
Ed infine dobbiamo ringraziare, non ultimi, tutti i nostri studenti, quelli bravi
ma soprattutto quelli con qualche difficoltà, ai quali il libro è dedicato e che sono i veri
ispiratori di ogni parola e di ogni immagine.
Gli Autori
INDICE GENERALE
MICROSCOPIA CELLULARE
23
LIVELLO D’ORGANO
➲ CAULE O FUSTO
Il legno secondario costituisce la gran parte del tronco delle piante legnose, accumulandosi di
anno in anno (FIGURE 27 E 28). All’esterno, l’altro tessuto secondario, costituito dalla scorza
o ritidoma (FIGURA 29).
FIGURA 27 Particolare della scorza o ritidoma.
24
PARTE 1
MICROSCOPIA CELLULARE
FIGURA 28
Cerchie annuali (come
ripetute strutture ad arco)
e raggi midollari come
linee parenchimatiche
che attraversano l’intera
struttura. Evidente il
passaggio da legno
primaverile a quello
estivo.
FIGURA 29 Sezione trasversale di tronco di Tiglio europeo con il legno in basso (due cerchie
annuali) ed il libro più in alto comprendente le zone triangolari del parenchima di espansione dei raggi
midollari. Legno e libro sono divisi dal cambio cribro-vascolare.
MICROSCOPIA CELLULARE
25
➲ RADICE
Nella radice la gran parte della sezione viene occupata dal cilindro corticale, mentre al centro è
ben visibile il cilindro centrale con i tessuti conduttori (FIGURA 30).
FIGURA 30 La zona di passaggio tra cilindro corticale e cilindro centrale.
40
PARTE 2 FAMIGLIE DI INTERESSE FARMACEUTICO
ROSACEE
Rosidae
Asteridae
Classificazione
Magnolidae
Angiosperme Dicotiledoni, Roside
Le Rosaceae costituiscono una delle grandi famiglie delle Angiosperme Dicotiledoni, con circa
125 generi con 3250 specie di erbe, arbusti ed alberi. Sono presenti, anche abbondanti, nella
maggior parte dei continenti, prevalentemente nelle zone temperate, e soprattutto sono abbondanti in Asia orientale, Europa ed America del Nord.
L’apparato vegetativo è dei più vari e comprende: piante erbacee erette, striscianti, stolonifere
o rizomatose; piante arbustive spesso spinose, talvolta rampicanti; piante arboree di varie dimensioni. Le foglie sono semplici o composte, con margine intero, seghettato, lobato e sono
provviste di stipole caduche.
L’elemento unificante, che ne permette l’identificazione, è essenzialmente costituito dal fiore,
consistente in un corolla, spesso elegantemente colorata, pentamera actinomorfa, dialipetala.
Al centro della corolla sono molto evidenti i numerosi stami. I fiori, solitari o riuniti in infiorescenze di vario tipo, sono ermafroditi od unisessili per aborto di un sesso. Il calice consta di
cinque sepali liberi interi che possono essere caduchi (Rosa) o persistenti (Pyrus).
FAMIGLIE DI INTERESSE FARMACEUTICO
All’interno della famiglia le tipologie di frutti sono molto varie, ma
in ogni caso spesso di interesse per varie utilizzazioni. Le Rosacee
hanno, infatti, una notevole importanza agraria come piante ornamentali, da frutto, medicinali, foraggere e industriali.
41
42
PARTE 2 FAMIGLIE DI INTERESSE FARMACEUTICO
APIACEE (OMBRELLIFERE)
Rosidae
Asteridae
Classificazione
Angiosperme Dicotiledoni, Roside
Magnolidae
Una delle famiglie più numerose, in quanto comprende circa 3000 specie suddivise in 420 generi, ben rappresentate in tutte le zone temperate del mondo.
Il riconoscimento di queste specie è tra i più semplici in quanto si tratta di una famiglia relativamente omogenea, caratterizzata da una infiorescenza tipica ad ombrella da cui deriva il
nome comunemente più usato, ora sostituito con quello di Apiacee, dal genere Apium.
L’infiorescenza può essere semplice o composta, ovvero formata da un insieme di ombrelle più
piccole, simili all’ombrella maggiore ma di dimensioni ridotte. Le ombrelle sono spesso munite
alla base di un involucro formato di brattee. Dato questo carattere unificante – l’infiorescenza
ad ombrella – sebbene le Apiacee siano nella maggioranza delle piante erbacee generalmente
annuali, talvolta biennali o perenni, la famiglia conta anche alberi ed arbusti. Riporteremo
quindi i caratteri tipici, che sono poi quelli presenti nelle piante europee.
Il gambo o stele è cavo e solcato, ovvero presenta esternamente dei solchi nel senso della lunghezza.
Le foglie sono alterne, senza stipole e spesso composte da foglioline finemente traforate o ridotte a lacinie, mentre i piccioli sono allargati alla loro base, inguainando il gambo. In altre parole,
la foglia si presenta divisa in due parti: la guaina intera che avvolge il fusto e la parte successiva
divisa in segmenti più o meno stretti.
PIANTE OFFICINALI
Classificazione
Rosidae
Asteridae
Angiosperme Dicotiledoni, Asteride, Lamiacee (Labiate)
Magnolidae
MENTA PIPERITA
Nome botanico
Mentha x piperita L.
Droga
DESCRIZIONE
Le piante del genere Mentha sono specie erbacee, che presentano alcuni caratteri tipici
della famiglia delle Lamiacee di cui fanno parte, come il caule quadrangolare, le foglie
opposte, semplici, pennate, con margine crenato, in numero di due per ogni nodo e la
presenza di fiori piccoli zigomorfi, ermafroditi, simpetali, pentameri. Altri caratteri sono
LQYHFHSLWLSLFLGHOJHQHUH,ILRULSRVVRQRHVVHUHLVRODWLDOO·DVFHOODGHOOHIRJOLHRSSXUH
raggruppati in infiorescenze, dette spicastri, che nel caso della menta sono terminali ed
abbondanti. In altre parole, nella menta, i fiori sono raggruppati in una sorta di pennacchio terminale bianco, molto evidente, con numerosissimi fiori bianchi che rilasciano
QHOO·DPELHQWHLOORURIUDJUDQWHFRQWHQXWR
Si usano le sommità fiorite. Foglie persistenti e coriacee, abbondanti, strette, lunghe 2–3
cm e larghe 1–3 mm, sessili, opposte, lineari-lanceolate addensate numerosissime sui
rametti; di colore verde cupo lucente sulla pagina superiore e biancastre su quella inferiore per la presenza di peluria bianca; hanno i margini leggermente revoluti; ricche di ghiandole oleifere. Fiori piuttosto grandi, sessili, riuniti in brevi grappoli all'ascella di foglie
fiorifere sovrapposte, formanti lunghi spicastri allungati, bratteati e fogliosi, con fioritura
da marzo ad ottobre; nelle posizioni più riparate, invece, riesce a fiorire ad intermittenza
tutto l'anno.
Principi attivi
,QSULPROXRJRLOPHQWRORFKHSUHYDOHQHWWDPHQWHVXJOLDOWULFRPSRQHQWLGHOO·ROLRHVVHQziale. Il mentolo si forma dopo una lunga via biosintetica che può portare alternativamente al mentone, privo di attività.
OH
Impieghi
,OPHQWRORqSUDWLFDPHQWHO·HVDWWRRSSRVWRGHOODFDSVDLFLQDSHUFKpDJHQGRVXFHUWLUHFHWtori determina una sensazione di fresco, sebbene la temperatura non si abbassi nemmeQRGLXQJUDGR$TXHVWRFRPSRVWRHGDJOLDOWULSUHVHQWLQHOO·ROLRHVVHQ]LDOHPDDQFKH
nella pianta intera, si attribuiscono proprietà rinfrescanti, disinfettanti, digestive e molto
altro.
103
104 PARTE 3 PIANTE OFFICINALI
Classificazione
Rosidae
Asteridae
Angiosperme Dicotiledoni, Asteride, Ericacee
Magnolidae
MIRTILLO NERO
Vaccinium myrtillus L.
Nome botanico
DESCRIZIONE
Piccolissimo arbusto, generalmente prostrato, Foglie piccole, coriacee, ovate, finemente
seghettate al margine, molto abbondanti. Si trova spontaneo in alta montagna, anche
abbondantemente. I fiori sono bianchi, ascellari, con la tipica forma a campanella delle
VSHFLHGHOODIDPLJOLDFRPHTXHOOLGHOO·HULFD3XzHVVHUHDQFKHFROWLYDWRPDDWWXDOPHQWH
gli si preferisce una varietà americana, i cui frutti sono molto più grandi, ma meno saporiti.
Droga
Si usano le foglie ed i frutti, che sono delle tipiche bacche dal colore nero-bluastro, con
XQRVWUDWRELDQFDVWURGLSUXLQD$OO·DSLFHSUHVHQWDQRXQDGHSUHVVLRQHHLUHVWLGHOFDOLFH
Sono molto buoni da mangiare. I frutti sono più precisamente delle false bacche, perché
si originano - oltre che dall'ovario - da sepali, petali e stami.
Principi attivi
5
+
O
5
5
5
Diversi antocianosidi, del tipo della delfidinina (in figura), tannini catechinici, oltre ad
alcune importanti vitamine.
5
5
5
Impieghi
Grazie alla capacità di aumentare la microdiffusione capillare, viene considerato utile
soprattutto per migliorare la visione, anche nei casi di difficoltà a vedere in luoghi con
SRFD OXFH )DPRVR O·XWLOL]]R GHO VXFFR GD SDUWH GHL SLORWL GHOOD 5$) QHOOD ,, *XHUUD
Mondiale durante i bombardamenti notturni sulla Germania.
PIANTE OFFICINALI
Classificazione
Rosidae
Asteridae
Angiosperme Dicotiledoni, Asteride, Oleacee
Magnolidae
OLIVO
Olea europaea L.
Nome botanico
DESCRIZIONE
/·ROLYR q SRWHQ]LDOPHQWH XQD SLDQWD DUEXVWLYD FRPH WHVWLPRQLDWR GDOOD QHFHVVLWj GL
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PHWWHUDPLGDSSHUWXWWRDQFKHGDOODEDVHGHOWURQFR/DUDGLFHDOO·LQL]LRTXDQGRODSLDQWD
qJLRYDQHSHQHWUDSURIRQGDPHQWHQHOWHUUHQRFRPHUDGLFHDILWWRQH3RLXQDYROWDILVVDWD
DOVXRORVLIRUPDQRUDGLFLVHFRQGDULHIDVFLFRODWHFKHSHUPHWWRQRDOODSLDQWDGLXVXIUXLUH
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Droga
6L XVDQR OH GUXSH SHU RWWHQHUQH O·ROLR PHGLDQWH VSUHPLWXUD FRQ DSSRVLWL PDFFKLQDUL
1XPHURVH YDULDELOL LQIOXLVFRQR VXOOD TXDOLWj GHOO·ROLR FRPH DG HVHPSLR LO SHULRGR FKH
LQWHUFRUUHWUDODUDFFROWDHODVSUHPLWXUDRSSXUHLOPHWRGRGLUDFFROWDGHOOHGUXSH(VLVWRQR
PROWLVVLPHYDULHWjHFXOWLYDUFRQIUXWWLFKHLQIOXLVFRQRSURIRQGDPHQWHVXOODTXDOLWjHVXO
YDORUHQXWUL]LRQHGHOO·ROLRFKHVLRWWLHQHSHUVSUHPLWXUD,OFRORUHGHOOHROLYHYDULDGDOYHUGH
DOPDUURQHGDOQHURDOURVVR
Principi attivi
+2
+2
2
2
&22&+3
2
$SDUWHODFRPSRQHQWHOLSLGLFDYDULFRUGDWDODSDUWHLQVDSRQLILFDELOHHTXHOOD
IHQROLFDWUDFXLLQSDUWLFRODUHULVDOWDO·ROHXURSHLQDLQILJXUDqULSRUWDWRO·DJOLFRQHXQGHULYDWRVHFRLULGRLGLFRSLXWWRVWRWLSLFRGHOOH2OHDFHHHHIDPLJOLHDIILQL
/D SDUWH GHVWUD GHOOD PROHFROD q LO VHFRLULGRLGH PHQWUH O·DOWUD SDUWH q XQ
FRPSRVWRDURPDWLFRHVWHULILFDQWHODIXQ]LRQHDFLGD
2+
Impieghi
/·ROLR G·ROLYD q XQ FRPSRQHQWH HVVHQ]LDOH GHOOD GLHWD PHGLWHUUDQHD 0ROWR FRQVLGHUDWH
SHU XVR LQWHUQR OH VXH SURSULHWj DQWLFROHVWHUROL]]DQWL H FRQWUR O·DFFXPXOR GL JUDVVL QHL
YDVLPHQWUHGDVHPSUHYLHQHLPSLHJDWRHVWHUQDPHQWHSHUOHSURSULHWjOHQLWLYH
105
106 PARTE 3 PIANTE OFFICINALI
Classificazione
Rosidae
Asteridae
Angiosperme Dicotiledoni, Asteride, Solanacee
Magnolidae
PEPERONCINO
Nome botanico
Capsicum sp. L.
DESCRIZIONE
La pianta del peperoncino è una erbacea annuale, che a seguito di una lunga pratica
colturale si presenta con forma e aspetto molto variabili. Infatti esistono centinaia di
varietà e cultivar. Comunque i caratteri generali si avvicinano chiaramente a quelli del
genere Solanum, e quindi a pomodoro, melanzana e patata, soprattutto nel fiore, nelle
foglie e nel frutto (vedi famiglia delle Solanacee).
Droga
Il valore del frutto deriva essenzialmente dalla capsaicina, con un contenuto estremamente variabile. La capsaicina si trova in ghiandole presenti nella parte interna del frutto,
e non nei semi, come si pensa, seppure questi risentano della vicinanza con le ghiandole.
Principi attivi
2OWUHDOO·HOHYDWRFRQWHQXWRLQYLWDPLQD&GRPLQDFHUWDPHQWHODFDSVDLFLna, che è in grado di attivare alcuni recettori generando una sensazione
di caldo che sfocia in bruciore a seconda della concentrazione. Si tratta
di una ammide con due parti: una aromatica ed una che ricorda gli acidi
grassi.
HO
O
H
N
O
Impieghi
$SDUWHO·LPSLHJRFXOLQDULRHFRPHDUPDGLIHQVLYDELVRJQDEHQGLVWLQJXHUHLOIUXWWRGDOOD
capsaicina. Il frutto ha numerose proprietà, da quella antibiotica regolatrice a quella
eupeptica, mentre la capsaicina pura è molto tossica ed irritante, ma viene studiata per
O·D]LRQHDQWLGRORULILFD
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