Il fascino radiofonico di Beckett a teatro In scena

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Il fascino
radiofonico
di Beckett
a teatro
In scena Laura
Pausetti ha portato
in scena una pièce
di Beckett
Azione 8.2.2016
Giorgio Thoeni
«L’essenziale è invisibile agli occhi». È
una frase di Antoine de Saint-Exupéry
e s’addice perfettamente al mondo del
radioteatro, con quella sua straordinaria capacità di far vivere nella mente
dell’ascoltatore le fantasie suggerite
dalle suggestioni fra parole e suoni.
Per fare il paio con la massima del creatore del Piccolo principe prendiamo
a prestito quanto Samuel Beckett ha
detto per commentare All That Fall,
un atto unico da lui scritto per il terzo
canale radiofonico della BBC e andato in onda nel 1957: «è un testo scritto
per uscire dal buio». Come l’invisibile
agli occhi di Saint-Exupéry così l’opera
drammatica del grande irlandese diventa «essenziale» per uscire dal «buio»
metaforico della radio e mostrare il suo
splendore dando luce ai personaggi.
È quello che deve aver pensato la
regista Laura Pausetti nel voler mettere
in scena All That Fall per la compagnia
locarnese CambusaTeatro, proposto
alla platea ticinese nella versione italiana con il titolo Tutti quelli che cadono.
A suo tempo la BBC aveva commissionato l’opera al drammaturgo sulla
scorta del successo che egli aveva ottenuto con il suo Aspettando Godot pochi
anni prima. E come quel capolavoro
anche Tutti quelli che cadono è un tipico play che mostra tutte le caratteristiche dello stile del Nobel di Dublino
con un misto fra la commedia macabra
e la tragedia servite su un piatto di humour. La settantenne Maddy Rooney,
«duecento libbre di grasso malsano», si
reca alla stazione di Boghill per andare
incontro a Dan, il marito non vedente. Vuole fargli una sorpresa per il suo
compleanno. Lungo il tragitto incontra
diversi personaggi locali, sennonché il
treno arriva in ritardo a causa di un incidente sul quale il signor Rooney non
sa fornire spiegazioni. Sarà un bambino a svelare l’arcano e a suggerire a
Maddy l’ultima battuta in una citazione biblica: «Dio perdoni tutti quelli che
cadono» (Salmo 145). Fedele all’impostazione originale, la regia ha saputo
ricreare il fascino radiofonico con voci
e ambienti creati «al buio» accanto alla
scena centrale della coppia protagonista lungo un inesauribile saliscendi fra
scala e ripiani come in un paradosso
geometrico di Escher, sulle note d’apertura e chiusura de La morte della fanciulla di Schubert. In questa trasposizione c’è davvero del buon teatro con le
luci (Manuel Frenda), i costumi (Simona Paci), le scene (Leonardo Modena) e
la sonorizzazione (Enrico Maggione) a
sostenere l’ottima prova di Laura Rullo
e Ulisse Romanò, con le voci e i rumori di Adele Raes, Massimo L. Villucci e
Marco Taddei. Dopo il debutto e le repliche fra Minusio e Lugano, lo spettacolo sarà nuovamente a Minusio dal 17
al 19 marzo.
La locandina del nuovo spettacolo della
compagnia TeatroCambusa.
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