Capitolo 3 Matrici Marco Robutti Facoltà di ingegneria Università degli studi di Pavia Tutorato di geometria e algebra lineare Anno accademico 2014-2015 Marco Robutti Capitolo 3 Definizione (Matrice) Una matrice A ∈ MR (k, n) è una tabella rettangolare di numeri, detti entrate, di k righe e n colonne: a11 a A = 21 .. . ak1 a12 · · · .. . ··· .. .. . . ak2 · · · a1n a2n .. . akn oppure, in forma più sintetica: A = (aij ) ; i = 1, . . . , k; Marco Robutti Capitolo 3 j = 1, . . . , n Definizione (Somma di matrici) Date le matrici A, B ∈ MR (k, n): a11 a A = 21 .. . ak1 a12 · · · .. . ··· .. .. . . ak2 · · · a1n a2n , .. . akn b11 b B = 21 .. . bk1 b12 · · · .. . ··· .. .. . . bk2 · · · b1n b2n .. . bkn la matrice A + B è definita come: a11 + b11 a + b A + B = 21 . 21 .. ak1 + bk1 a12 + b12 · · · .. . ··· .. .. . . ak2 + bk2 · · · Marco Robutti Capitolo 3 a1n + b1n a2n + b2n .. . akn + bkn Definizione (Moltiplicazione matrice-scalare) Data le matrice A ∈ MR (k, n) e lo scalare λ ∈ R: a11 a A = 21 .. . ak1 a12 · · · .. . ··· .. .. . . ak2 · · · a1n a2n , .. . λ∈R akn il prodotto λA è la matrice definita come: λa11 λa λA == .21 . . λak1 Marco Robutti λa12 · · · .. . ··· .. .. . . λak2 · · · Capitolo 3 λa1n λa2n .. . λakn Definizione (Moltiplicazione matrice-vettore) Data le matrice A ∈ MR (k, n) e il vettore X ∈ Rn , il prodotto tra la matrice A e il vettore X è il vettore cosı̀ definito: a11 a A = 21 .. . ak1 a12 · · · .. . ··· .. .. . . ak2 · · · a1n a2n , .. . akn AX = A1 | A2 | · · · | An x1 .. X =. xn x1 .. · . = x1 A1 + x2 A2 + · · · + xn An xn Marco Robutti Capitolo 3 Definizione (Prodotto tra matrici) Date le matrici A ∈ MR (k, n) e B ∈ MR (n, h), la matrice prodotto AB è la matrice cosı̀ definita: a11 a A = 21 .. . ak1 a12 · · · .. . ··· .. .. . . ak2 · · · a1n a2n , .. . akn b11 b12 · · · .. b . ··· 21 B= . .. .. . . . . bn1 bn2 · · · A · B = AB k×n n×h → k×h AB = AB 1 | AB 2 | · · · | AB h Marco Robutti Capitolo 3 b1h b2h .. . bnh Definizione (Prodotto tra matrici) In forma meno analitica possiamo scrivere tale prodotto nella seguente forma: (a11 b11 + · · · a1n bn1 ) ··· (a b + · · · + a b ) . . . 2n n1 AB = 21 11 .. .. . . (ak1 b11 + · · · + akn bn1 ) · · · (a11 b1h + · · · + a1n bnh ) ··· .. . ··· (a21 b1h + · · · + a2n bnh ) .. . (ak1 b1h + · · · + akn bnh ) NB: E’ possibile fare il prodotto AB sono se il numero di colonne della matrice A coincide con il numero di righe della matrice B! Marco Robutti ··· Capitolo 3 Definizione (Matrice trasposta) Data la matrice A ∈ MR (k, n), la sua trasposta è la matrice cosı̀ definita: • se A è un vettore riga, AT è semplicemente il vettore A messo per colonna; • se A è un vettore colonna, AT è semplicemente il vettore A messo per riga; • in generale la matrice AT è la matrice le cui colonne sono le righe di A trasposte: AT = (A1 )T | (A2 )T | · · · | (Ak )T Marco Robutti Capitolo 3 Definizione (Matrice reale simmetrica) Data la matrice A ∈ MR (k, n), essa è detta essere una matrice reale simmetrica se: A = AT Marco Robutti Capitolo 3 Algoritmo - Calcolo del determinante Data la matrice quadrata A ∈ MR (n), il determinante della matrice A può essere calcolato nei modi seguenti a seconda del valore di n: • n = 2: A= a b c d ! =⇒ det (A) = ad − bc • n = 3 =⇒ Regola di Sarrus : a b c A = d e f g h i Marco Robutti Capitolo 3 Algoritmo - Calcolo del determinante a d |A| = g b c a b e f d e = (aei + bfg + cdh) − (bdi + afh + gec) h i g h Marco Robutti Capitolo 3 Algoritmo - Calcolo del determinante n ≥ 3 =⇒ Teorema di Laplace: per righe: det (A) = n X i+j aij det A[i,j] i+j aij det A[i,j] (−1) i=1 per colonne: det (A) = n X (−1) j=1 Esempio (Sviluppo del determinante lungo la prima colonna) a |A| = d g b c e f b c b c e f = a −d +g h i h i e f h i Marco Robutti Capitolo 3 Calcolo del determinante A∈ MR (n) è una matrice triangolare (superiore, inferiore o diagonale) det (A) = Yn aij i=1 Esempio (Determinante di una matrice triangolare) 8 3 1 |A| = 0 1 1 = 8 × 1 × 3 = 24 0 0 3 Marco Robutti Capitolo 3 Osservazione (Una cosa utile...) Per determinare qual è il segno che bisogna dare a ciascun coefficiente quando si calcola il determinante, cioè sapere per ogni coefficiente qual è il risultato di (−1)i+j , allora la seguente tabella mostra una regola generale (qui nel caso di una matrice 4 × 4): + − matrice dei segni = + − Marco Robutti − + − + Capitolo 3 + − + − − + − + Teorema (Teorema di Binet) Il determinante del prodotto di due matrici A, B ∈ MR (n) è dato dal prodotto dei determinanti: det (AB) = det (A) det (B) Marco Robutti Capitolo 3 Definizione (Matrice invertibile) Data le matrice A ∈ MR (n), essa è invertibile se essite la matrice A−1 tale che: AA−1 = In , ovvero se: det (A) 6= 0 Esistono due metodi principali per determinare l’inversa di una matrice invertibile. Marco Robutti Capitolo 3 Algoritmo - Metodo 1 Data la matrice A ∈ GL (n, R): a11 a12 · · · .. a . ··· A = 21 . . .. . .. . . an1 an2 · · · a1n a2n .. . ann si considera la base di Rn i cui vettori sono le colonne della matrice A: a12 a11 a 21 a22 BA = .. , .. , · · · . . an1 Marco Robutti an2 Capitolo 3 a1n a2n , . .. ann Algoritmo - Metodo 1 Si determinano quindi le coordinate dei vettori della base canonica di Rn , BC = [e1 , e2 , . . . , en ], rispetto alla base BA : [e1 ]BA [e2 ]BA 1 a11 a1n 0 a21 a2n =⇒ .. = λ1 .. + · · · + λn .. . . . 0 an1 ann 0 a11 a1n 1 a21 a2n =⇒ .. = λ1 .. + · · · + λn .. . . . 0 an1 ann .. .. .. . . . Marco Robutti Capitolo 3 Algoritmo - Metodo 1 [en ]BA 0 a11 a1n 0 a21 a2n =⇒ .. = λ1 .. + · · · + λn .. . . . 1 an1 ann La matrice A−1 è quindi la matrice che ha come colonne le coordinate dei vettori della base canonica di Rn rispetto alla base costituita dalle colonne di A, cioè BA : A−1 = [e1 ]BA , [e2 ]BA , . . . , [en ]BA Marco Robutti Capitolo 3 Algoritmo - Metodo 2 (Formula di Cramer) La matrice A−1 è la matrice cosı̀ definita: A−1 = 1 (αij ) det (A) dove: αij = (−1)i+j · A[j,i] Marco Robutti Capitolo 3 Osservazione (Inversa di una matrice 2 × 2) Se A ∈ GL (2, R), allora la formula di Cramer dà il seguente risultato: −1 A 1 = ad − bc Marco Robutti d −b −c a Capitolo 3 ! Definizione (Rango di una matrice) Data la matrice A ∈ MR (k, n), il rango di A è la dimensione del sottospazio di Rk generato dalle colonne di A: rg (A) = dim Span A1 , A2 , . . . , An In particolare si ha che: rg (A) ≤ min (k, n) Quindi vale quanto affermato nella seguente tabella: Marco Robutti Capitolo 3 Definizione (Rango di una matrice) Caso 1: n≤k: Caso 2: k≤n: Caso 3: k=n: il rango massimo è n. rg (A) = n ⇐⇒ le colonne di A sono linearmente indipendenti (generano un sottospazio di Rk di dimensione n). il rango massimo è k. rg (A) = k ⇐⇒ le colonne di Asono un sistema di generatori di Rk . il rango massimo è n. rg (A) = n ⇐⇒ le colonne di A sono una base di Rn Marco Robutti Capitolo 3 Definizione (Sottomatrice, minore, orlato) Sia A una matrice di ordine k × n. • Una sottomatrice di A è una matrice A0 che è possibile ottenere cancellando righe e colonne di A. • Il determinante di ogni sottomatrice quadrata di A viene chiamato minore della matrice A. • Diremo che un minore ∆ è di ordine h se è il determinante di una sottomatrice h × h. • Data una sottomatrice A0 ⊂ A di ordine r , un orlato di A0 è una sottomatrice A00 di ordine r + 1 tale che A0 ⊂ A00 ⊂ A. Esistono due metodi per calcolare il rango: il primo viene usato nelle matrici le cui entrate sono numeri puri; il secondo viene usato quando si ha a che fare con matrici parametriche. Marco Robutti Capitolo 3 Algoritmo - Metodo 1 (Regola degli orlati di Kronecker) Sia A una matrice di ordine k × n. Sia A0 una sottomatrice di A di ordine r con determinante non nullo. Se tutti gli orlati di A0 hanno determinante nullo allora rg (A) = r . Utilizzando tale criterio possiamo calcolare il rango di una matrice A nel seguente modo: 1) Si fissa una sottomatrice A(1) di ordine 1 (ovvero un’entrata) non nulla. 2) Si considerano tutti gli orlati di tale sottomatrice. Se i corrispondenti minori sono tutti nulli si deduce che il rango di A è 1. Altrimenti si fissa un’orlato A(2) (quindi di dimensione 2 × 2) con determinante diverso da 0. Marco Robutti Capitolo 3 Algoritmo - Metodo 1 (Regola degli orlati di Kronecker) 3) Si considerano tutti gli orlati di A(2) . Se i corrispondenti minori sono tutti nulli, si deduce che il rango di A è 2. Altrimenti si fissa un orlato A(3) (quindi di dimensione 3 × 3 con determinante diverso da 0. 4) Si considerano tutti gli orlati di A(3) . Se i corrispondenti minori sono tutti nulli si deduce che il rango di A è 3. Altrimenti si fissa un orlato A(4) con determinante non nullo. 5) Si ripete ricorsivamente la procedura esposta sopra fino ad arrivare al calcolo del rango (vedi un esempio a pag. 229-230 del libro). Marco Robutti Capitolo 3 Algoritmo - Metodo 2 (per matrici parametriche) 1) Si prende la sottomatrice più grande possibile e se ne calcola il minore in funzione dei parametri contenuti nella matrice; 2) Si pone il minore calcolato uguale a 0 e si determina quindi per quali valori di h tale minore è nullo: per tutti i valori di h diversi da quelli trovati, si può affermare che il rango della matrice è massimo e pari al numero di righe e colonne della sottomatrice a cui il minore appartiene; 3) Per i valori di h che rendono nullo il minore precedentemente calcolato, si procede sostituendo tali valori all’interno della matrice, verificando quindi con il Metodo di Kronecker qual è il rango della matrice per ciascun valore di h sostituito nella matrice (vedi un esempio a pag. 231 del libro). Marco Robutti Capitolo 3 Osservazione (Numero di minori estraibili da una matrice) Il numero di minori di ordine p estraibili da una matrice di ordine k × n è: n° minori = k p ! n p ! = Marco Robutti k! p! (k − p)! Capitolo 3 n! p! (n − p)! Osservazione (Numero degli orlati di una matrice) Sia A ∈ MR (k, n). Data una sottomatrice A0 ⊂ A di ordine h < k, n, si possono costruire un numero di orlati pari a: n° orlati di A0 = (k − h) (n − h) Marco Robutti Capitolo 3 Problema (Effettuare un cambiamento di base) Dato uno spazio vettoriale V di dimensione n, consideriamo due basi distinte in V : B = {u1 , . . . , un }, D = {w1 , . . . , wn }. Dato un vettore v ∈ V , vogliamo calcolare le sue coordinate rispetto alle due basi: [v]B e [v]D . Supponendo di conoscere le coordinate dei vettori della base D rispetto alla base B , ∃un modo per effettuare il cambio di coordinate nei due sensi: Marco Robutti Capitolo 3 Algoritmo - Da coordinate in D a coordinate in B Supponiamo di conoscere le coordinate del vettore v rispetto alla base D, cioè [v]D = (µ1 , . . . , µn ). allora si ha che: x1 x2 [v]B = .. = µ1 [w1 ]B + µ2 [w2 ]B + · · · + µn [wn ]B . xn Tale relazione può essere riscritta come: µ1 µ2 [v]B = A · [v]D = ([w1 ]B | · · · | [wn ]B ) · .. , . µn dove la matrice A = MB,D è detta matrice di cambiamento di base da D a B. Marco Robutti Capitolo 3 (1) Algoritmo - Da coordinate in B a coordinate in D Dall’equazione (1) della slide precedente possiamo facilmente ricavare che le coordinate del vettore v rispetto alla base D sono date da: [v]D = A−1 · [v]B , dove la matrice A−1 è detta matrice di cambiamento di base da B a D. Osservazione Nel caso in cui invece di conoscere le coordinate dei vettori della base D rispetto alla base B accadesse l’opposto, ovvero nel caso in cui conoscessimo le coordinate dei vettori della base B rispetto alla base D, il discorso non cambia: basta solamente rileggere quanto precedentemente scritto invertendo B con D. Marco Robutti Capitolo 3