HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Ken Yad Mordechai - Roma Peulot Bogrim 2011 Il mio legame con Israele una raccolta di fonti testuali e visive HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Peula 1 Le Fonti HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Abramo – il padre della nazione Genesi 12 [1] Il Signore disse ad Abramo: "Va' via dal tuo paese e dal tuo parentado e dalla tua casa paterna, al paese che ti indicherò. [2] Farò di te una grande nazione e ti benedirò e renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. [3] Benedirò chi ti benedice , maledirò chi ti maledice, si benediranno in te tutte le famiglie della terra". [4] Abramo partì come il Signore gli aveva detto, e Lot andò con lui. Quando uscì da Charan aveva settantacinque anni . [5] Prese con sé sarài sua moglie, Lot figlio di suo fratello, tutti i beni che possedevano e le persone che avevano messe insieme in Charan. Erano partiti per recarsi nel paese di Cànaan e colà Arrivarono. Genesi 13 [14] dopo che Lot si era separato da lui, il Signore disse ad Abramo: "Alza gli occhi dal luogo dove ti trovi e guarda a settentrione, a mezzogiorno, a oriente e a occidente. [15] Tutto il paese che vedi, lo darò a te e alla tua discendenza in perpetuo. [16] farò la tua discendenza come la polvere della terra: se alcuno potrà contare la polvere della terra, ance la tua discendenza si conterà. [17] Lèvati, percorri il paese per lungo e per largo, perché lo darò a te". Bereshit Rabba 38, 13 E Haran morì in presenza di suo padre Terah. R.Hiyya disse:Terah era un fabbricante di idoli.Una volta andò via e lasciò Abramo a venderli al suo posto. Un uomo venne e desiderò comprarne uno.”quanti anni hai?”gli chiese Abramo. “50” fu la risposta. ”Vergogna a te!” esclamò, ”hai 50 anni e adoreresti un oggetto che ha solo un giorno”! E questo si vergognò e se ne andò una seconda occasione venne una donna con un piatto di farina e gli chiese [ad Abramo]: “prendila e offrila agli idoli". Allora Abramo prese un bastone, li ruppe tutti e poi mise il bastone in mano dell’idolo più grosso. Quando il padre tornò gli chiese: “cosa gli hai fatto!?” e Abramo “non posso nascondertelo,una donna è venuta con un piatto di finissimo cibo e mi ha ordinato di offriglielo”. Uno esclamò “devo essere io il primo a mangiare” e un secondo: ”no,devo essere io il primo a mangiare” e allora il più grosso a preso un bastone e li ha distrutti tutti.” “perché ti prendi gioco di me?" strillò, “so benissimo che non possono!” ”Le tue orecchie dovrebbero sentire ciò che la tua bocca sta dicendo” ribattè. Genesi Rabba (Bereshit Rabba in Ebraico: )בראשית רבהè un testo religioso da Judaism' periodo classico. È a midrash contenendo una collezione antico rabbinico interpretazioni homiletical del libro di Genesi (Bereshit nell'ebreo). È midrash espositivo al primo libro del Torah, assegnato da tradizione al amora Hoshaiah (o Osha'yah) che è fiorito nel terzo secolo in terra dell'Israele. In una sequenza continua, rotta soltanto verso l'estremità, Biblico il testo è esposto, verse per il verse, spesso parola per la parola. È difficile da accertare della data esatta della pubblicazione della genesi Rabba. Probabilmente è stato intrapreso non molto più successivamente di quello di Gerusalemme Talmud (quarto secolo). HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Salmi - la poesia del re Davide 137,1 Là, presso i fiumi di Babilonia, sedevamo e piangevamo, ricordandoci di Sion; 2 sui salici di quella terra avevamo appese le nostre cetre. 3 Là, quelli che ci avevano condotti in cattività ci chiedevano le parole di un canto, sì, quelli che ci opprimevano chiedevano canti di gioia, dicendo: «Cantateci un canto di Sion». 4 Come avremmo potuto cantare i canti dell'Eterno in un paese straniero? 5 Se mi dimentico di te, o Gerusalemme, dimentichi la mia destra ogni abilità; 6 resti la mia lingua attaccata al palato, se non mi ricordo di te, se non metto Gerusalemme al di sopra della mia più grande gioia. 7 Ricordati, o Eterno, dei figli di Edom, che nel giorno di Gerusalemme dicevano: «Demolitela, demolitela fin dalle fondamenta». 8 O figlia di Babilonia, che devi esser distrutta, beato chi 126,1 [Canto dei pellegrinaggi.] Quando l'Eterno fece ritornare i prigionieri di Sion, ci sembrava di sognare. 2 Allora la nostra bocca si riempì di riso e la nostra lingua di canti di gioia, allora si diceva fra le nazioni: «L'Eterno ha fatto cose grandi per loro». 3 L'Eterno ha fatto cose grandi per noi, e siamo pieni di gioia. 4 Fa' ritornare i nostri prigionieri, o Eterno, come i torrenti nel sud. 5 Quelli che seminano con lacrime, mieteranno con canti di gioia. 6 Ben va piangendo Il Libro dei Salmi (ebraico תהילים, tehillìm; latino Psalmi) è un testo contenuto nella Bibbia ebraica (Tanakh) e cristiana. È scritto in ebraico e, secondo l'ipotesi maggiormente condivisa dagli studiosi, la redazione definitiva del libro è avvenuta in Giudea forse alla fine del III secolo a.C., raccogliendo testi composti da autori ignoti lungo i secoli precedenti di varia origine (il salmo considerato più antico è il 104 che riprende l'egiziano Inno al Sole del XIV secolo a.C.). È composto da 150 capitoli, ognuno dei quali rappresenta un autonomo salmo o inno di vario genere: lode, supplica, meditazione sapienziale. La tradizione riporta che i salmi furono composti da Davide. La critica moderna ritiene che siano il prodotto di vari autori o gruppi di autori, di cui molti ignoti. La maggior parte dei salmi comincia con un versetto introduttivo che ne attribuisce l'autore o descrive le circostanze per le quali furono composti. Comunque si ritiene che i salmi non furono scritti prima del VI secolo a.C., e poiché il regno di Davide risale all'incirca all'anno 1000, il materiale risalente a Davide dovrebbe essere stato preservato dalla tradizione orale per secoli. HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Yehuda Ha-Levi – il Cantore di Sion Il mio cuore è in Oriente, e io sono alle estremità dell'Occidente; Come posso assaggiare quello che mangio e come potrebbe essermi gradito? Come posso rendere i miei voti e le mie obbligazioni, mentre ancora Sion si trova sotto la catena di Edom, e io sono in catene d'Arabia? Sarebbe facile per me lasciare tutta la generosità della Spagna – Come è prezioso per me vedere la polvere del santuario desolato. Rabbi Yehuda ben Šmu'el ha-Levi è stato un rabbino, filosofo, medico e poeta sefardita, nato a Tudela (Emirato di Saragozza) nel 1085, soprannominato il Cantore di Sion. Fu autore del Kuzari e lascia 800 poemi, tra cui le Odi di Sion. Assai giovane, percorre la Spagna, in preda ai devastanti conflitti tra cristiani e musulmani Almoravidi. Studia in alAndalus e si mette in luce per una sua vittoria in un certame poetico a Cordova. Incontra poi a Granada i poeti sefarditi Moise ibn Ezra e Abraham ibn Ezra, ai quali si legherà d'una amicizia che durerà tutta la vita. Le persecuzioni degli Almoravidi disperdono i poeti di Granada. Yehuda Ha-Levi riprende allora i suoi viaggi e si reca presso il vizir ebreo Meir ibn Kamniel a Siviglia e il Maestro talmudico Joseph ibn Migash a Lucena. Pratica la medicina a Toledo, allora tornata cristiana, che lascia nel 1109 col suo amico Abraham ibn Ezra. Proseguono insieme i loro viaggi attraverso la Spagna musulmana (Cordova) e Nordafrica. Partigiano del ritorno a Sion, Yehuda Ha-Levi arriva ad Alessandria d'Egitto, poi al Cairo, dove muore nel 1141, prima d'aver potuto imbarcarsi alla volta della Palestina. La leggenda lo fa morire alle porte di Gerusalemme sotto gli zoccoli d'un cavallo Infastidito dall'attrazione che esercitavano il Cristianesimo, l'Islam e la filosofia anche sul popolo ebraico, compose verso il 1140, alla fine della sua vita, il suo capolavoro, redatto in lingua araba: il Kitāb al-huyya wa l-dalīl fī nusr al-dīn al-dhalīl, in italiano "Il libro dell'argomentazione per la difesa della religione disprezzata", più noto sotto il titolo che gli dette il suo traduttore Samuel ibn Tibbon, il Kuzari in risposta alle domande di un Caraita, egli dirà, ispirandosi alla conversione al Giudaismo del re dei Cazari e dei suoi sudditi quattro secoli prima. È anche autore di elegie, radunate sotto il titolo di "Sionidi" ("Zion ha-lo Tish'ali"), alcune delle quali sono riprese nella liturgia tradizionale del 9 av, che commemora la caduta del Tempio di Gerusalemme HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo DICHIARAZIONE DI INDIPENDENZA DELLO STATO D'ISRAELE In ERETZ ISRAEL è nato il popolo ebraico, qui si è formata la sua identità spirituale, religiosa e politica, qui ha vissuto una vita indipendente, qui ha creato valori culturali con portata nazionale e universale e ha dato al mondo l'eterno Libro dei Libri. Dopo essere stato forzatamente esiliato dalla sua terra, il popolo le rimase fedele attraverso tutte le dispersioni e non cessò mai di pregare e di sperare nel ritorno alla sua terra e nel ripristino in essa della libertà politica. Spinti da questo attaccamento storico e tradizionale, gli ebrei aspirarono in ogni successiva generazione a tornare e stabilirsi nella loro antica patria; e nelle ultime generazioni ritornarono in massa. Pionieri, ma'apilim e difensori fecero fiorire i deserti, rivivere la loro lingua ebraica, costruirono villaggi e città e crearono una comunità in crescita, che controllava la propria economia e la propria cultura, amante della pace e in grado di difendersi, portando i vantaggi del progresso a tutti gli abitanti del paese e aspirando all'indipendenza nazionale. Nell'anno 5657 (1897), alla chiamata del precursore della concezione d'uno Stato ebraico Theodor Herzl, fu indetto il primo congresso sionista che proclamò il diritto del popolo ebraico alla rinascita nazionale del suo paese. Questo diritto fu riconosciuto nella dichiarazione Balfour del 2 novembre 1917 e riaffermato col Mandato della Società delle Nazioni che, in particolare, dava sanzione internazionale al legame storico tra il popolo ebraico ed Eretz Israel [Terra d'Israele] e al diritto del popolo ebraico di ricostruire il suo focolare nazionale. La Shoà [catastrofe] che si è abbattuta recentemente sul popolo ebraico, in cui milioni di ebrei in Europa sono stati massacrati, ha dimostrato concretamente la necessità di risolvere il problema del popolo ebraico privo di patria e di indipendenza, con la rinascita dello Stato ebraico in Eretz Israel che spalancherà le porte della patria a ogni ebreo e conferirà al popolo ebraico la posizione di membro a diritti uguali nella famiglia delle nazioni. I sopravvissuti all'Olocausto nazista in Europa, così come gli ebrei di altri paesi, non hanno cessato di emigrare in Eretz Israel, nonostante le difficoltà, gli impedimenti e i pericoli e non hanno smesso di rivendicare il loro diritto a una vita di dignità, libertà e onesto lavoro nella patria del loro popolo. Durante la seconda guerra mondiale, la comunità ebraica di questo paese diede il suo pieno contributo alla lotta dei popoli amanti della libertà e della pace contro le forze della malvagità nazista e, col sangue dei suoi soldati e il suo sforzo bellico, si guadagnò il diritto di essere annoverata fra i popoli che fondarono le Nazioni Unite. Il 29 novembre 1947, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione che esigeva la fondazione di uno Stato ebraico in Eretz Israel. L'Assemblea Generale chiedeva che gli abitanti di Eretz Israel compissero loro stessi i passi necessari da parte loro alla messa in atto della risoluzione. HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Questo riconoscimento delle Nazioni Unite del diritto del popolo ebraico a fondare il proprio Stato è irrevocabile. Questo diritto è il diritto naturale del popolo ebraico a essere, come tutti gli altri popoli, indipendente nel proprio Stato sovrano. Quindi noi, membri del Consiglio del Popolo, rappresentanti della Comunità Ebraica in Eretz Israele e del Movimento Sionista, siamo qui riuniti nel giorno della fine del Mandato Britannico su Eretz Israel e, in virtù del nostro diritto naturale e storico e della risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dichiariamo la fondazione di uno Stato ebraico in Eretz Israel, che avrà il nome di Stato d'Israele. Decidiamo che, con effetto dal momento della fine del Mandato, stanotte, giorno di sabato 6 di Iyar 5708, 15 maggio 1948, fino a quando saranno regolarmente stabilite le autorità dello Stato elette secondo la Costituzione che sarà adottata dall'Assemblea costituente eletta non più tardi del 1 ottobre 1948, il Consiglio del Popolo opererà come provvisorio Consiglio di Stato, e il suo organo esecutivo, l'Amministrazione del Popolo, sarà il Governo provvisorio dello Stato ebraico che sarà chiamato Israele. Lo Stato d'Israele sarà aperto per l'immigrazione ebraica e per la riunione degli esuli, incrementerà lo sviluppo del paese per il bene di tutti i suoi abitanti, sarà fondato sulla libertà, sulla giustizia e sulla pace come predetto dai profeti d'Israele, assicurerà completa uguaglianza di diritti sociali e politici a tutti i suoi abitanti senza distinzione di religione, razza o sesso, garantirà libertà di religione, di coscienza, di lingua, di istruzione e di cultura, preserverà i luoghi santi di tutte le religioni e sarà fedele ai principi della Carta delle Nazioni Unite. Lo Stato d'Israele sarà pronto a collaborare con le agenzie e le rappresentanze delle Nazioni Unite per l'applicazione della risoluzione dell'Assemblea Generale del 29 novembre 1947 e compirà passi per realizzare l'unità economica di tutte le parti di Eretz Israel. Facciamo appello alle Nazioni Unite affinché assistano il popolo ebraico nella costruzione del suo Stato e accolgano lo Stato ebraico nella famiglia delle nazioni. Facciamo appello - nel mezzo dell'attacco che ci viene sferrato contro da mesi - ai cittadini arabi dello Stato di Israele affinché mantengano la pace e partecipino alla costruzione dello Stato sulla base della piena e uguale cittadinanza e della rappresentanza appropriata in tutte le sue istituzioni provvisorie e permanenti. Tendiamo una mano di pace e di buon vicinato a tutti gli Stati vicini e ai loro popoli, e facciamo loro appello affinché stabiliscano legami di collaborazione e di aiuto reciproco col sovrano popolo ebraico stabilito nella sua terra. Lo Stato d'Israele è pronto a compiere la sua parte in uno sforzo comune per il progresso del Medio Oriente intero. Facciamo appello al popolo ebraico dovunque nella Diaspora affinché si raccolga intorno alla comunità ebraica di Eretz Israel e la sostenga nello sforzo dell'immigrazione e della costruzione e la assista nella grande impresa per la realizzazione dell'antica aspirazione: la redenzione di Israele. Confidando nell'Onnipotente, noi firmiamo questa Dichiarazione in questa sessione del HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Consiglio di Stato provvisorio, sul suolo della patria, nella città di Tel Aviv, oggi, vigilia di sabato 5 Iyar 5708, 14 maggio 1948 HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Peula 2 Sionismo HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Il Momento è giunto \ Ahad Haam (1903) Se diciamo che abbiamo un territorio nazionale, al quale vogliamo ritornare in pratica, non solo nella "Sidur" - quindi noi ammettiamo,e vogliamo che gli altri ammettano, che siamo davvero una nazione, non solo un incontro di preghiera. E se noi siamo una nazione, allora non possiamo esistere senza uno spirito nazionale, in cui siamo differenti dal resto delle nazioni, e che "dobbiamo" apprezzare e preservare, come ogni nazione eccetto noi fa con il suo spirito nazionale. E se apprezziamo il nostro spirito nazionale, i luoghi dove dovremmo trovarlo, sono i nostri possedimenti storici, in particolare nella nostra lingua nazionale e nella nostra letteratura ... E 'vero, l'esilio è un fatto terribile e l'unico modo per sbarazzarsi dei problemi, necessariamente legati alla vita in esilio, è - sbarazzarsi dell’ esilio in se stesso. Ma questa "verità" da sola non significa nulla, se manca una seconda "verità" con essa, la quale rivelerà che i mezzi per "quell’unico modo" (per sbarazzarsi di esilio stesso) ... e il modo di uscire di esilio non è stato trovato dal sionismo. Poiché tutte le argomentazioni del mondo non revocheranno la realtà viziosa, che non ci permette anche da vicino o, in generale, di arrivare alla terra di Israele. O in altre parole: la speranza per il raduno degli esuli non ha alcun fondamento nella realtà, e anche in futuro molto desiderato, quando la nostra gente riempirà la terra - anche allora la maggioranza delle persone sarà dispersa in paesi stranieri, e la loro vita sarà quindi dipendente dalla volontà delle nazioni dove vivono e che li annulla ... e la fine: l'esilio nella sua forma fisica non si è allontanato dal suo posto, e solo una piccola porzione del popolo è riuscita ad eliminarlo, una piccola porzione, che ha guadagnato di ricostruire le rovine della nostra terra e di raggiungere in essa una libertà nazionale, mentre per tutte le altre sue parti, sparse in terre straniere, la situazione esterna è rimasta come era, e nessuna flotta da guerra ha lasciato la terra di Israele per essere il loro salvatore ... E se questo è il caso, non abbiamo ancora la giustificazione per vedere la costruzione della terra come un ideale generale-nazionale e di collegare le speranze nazionali e generali, con il suo successo? Sì che c'è! Dato che il nostro esilio è sempre stato di duplice natura: uno fisico e uno spirituale. Da un lato preme il popolo della nostra nazione nella loro vita fisica ... d'altra parte preme non meno tutta la nostra nazione nella sua vita spirituale, privandola della capacità di conservare e sviluppare il suo “essere”sia secondo il suo spirito, in totale libertà, come il resto delle nazioni… E la domanda di esilio spirituale - che davvero trova la sua risposta nella costruzione di un rifugio nazionale nella terra di Israele: un rifugio non a tutto il popolo che chiede un letto e del pane, ma allo spirito del popolo, tale particolare forma culturale, il frutto di uno sviluppo storico di migliaia di anni, che ha ancora il potere di vivere e svilupparsi, per sua natura, anche in futuro, se solo i vincoli di esilio saranno rimossi da essa. E se questo rifugio sarà in grado di assorbire anche solo un decimo del popolo ebraico - sarà considerata santa da tutto il popolo ebraico che vedrà in esso la propria immagine nazionale, che vive da sola, senza pressioni dall'esterno. Chi poteva prevedere la portata dell'influenza, scaturita da questo “centro” nazionale verso tutte le zone dell’esilio, e le trasformazioni rilevanti che questa influenza provoca nella vita di tutto il popolo ebraico? Il popolo non vede la sua strada verso la salvezza fisica attraverso il sionismo, e lui non può vederlo, perché non esiste. Il suo "senso di realtà " istintivamente gli impedisce di credere nelle promesse di contraddire la realtà che vede ... Ecco perché ritengo, che il corso della vita stessa del sionismo alla fine lo costringerà a vedersi come un movimento spirituale nazionale, arrivando a soddisfare la necessità di una sostanziale vita libera nazionale, del nostro spirito particolare. HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Il processo a Hertzl A metà del 19 secolo, si cominciano ad affermare gli stati nazionali in Europa. A quel tempo gli ebrei erano sparsi per tutto il continente. La più grande concentrazione di ebrei vivevano sotto il dominio russo nella parte occidentale dell'impero russo. L'ascesa dei movimenti nazionali ha notevolmente influenzato la vita degli ebrei in Europa. Da un lato, quei movimenti divennero un modello per gli ebrei intellettuali, che iniziarono a identificare l’essere ebrei come far parte di una nazione e si sforzarono di creare il loro movimento nazionale. Gli permise inoltre di accedere a parti del business e della vita sociale fino ad allora irraggiungibili per loro. Dall’altro gli Statinazionali, videro gli ebrei come un fattore strano e diverso che vivevano al loro interno. Nel tentativo di omogeneizzare le loro nazioni appena nate, credendo negli ideali liberali, offrirono agli ebrei la possibilità di emanciparsi. Questa offerta era accompagnata dalla richiesta di assimilazione all’ interno della società. La concorrenza economica e la libertà data condusse ad attacchi antisemiti di natura nazionalistica; i piu’ grandi di questi si svolsero nel 1882 e nel 1903. A tutto ciò, gli ebrei hanno reagito in modi diversi - alcuni accelleranod la loro assimlazione e e persino convertendosi al cristianesimo, altri tentarono di essere "un Ebreo a casa - un cittadino al di fuori", molti immigrarono, o mantenendo una ulteriore separazione. Alcuni, però, hanno concluso che l'unica soluzione al "problema ebraico" sia uno stato per gli ebrei, dove avrebbero potuto vivere da soli, come qualsiasi altra nazione. Questa ultima soluzione cominciò a prendere piede tra gli ebrei istruiti già a metà del 19 ° secolo e alcuni dicono anche prima. A partire al 1880, le organizzazioni sioniste iniziarono ad apparire in luoghi diversi in Europa. Nel 1884 sono stati liberamente uniti, per la prima volta, sotto il nome "Chibat Zion" (La carità di Sion). Ma il vero cambiamento è venuto solo 13 anni dopo. Nel 1897 il primo Congresso Sionista è stato convocato a Basilea da un entusiasta, giovane, assimilato, Ebreo ungherese chiamato Theodor Herzl Zeev. Là, il movimento sionista, che ha unito tutte le organizzazioni locali sionista, è nato. Lì, hanno cominciato a lavorare in modo organizzato verso l'istituzione di uno Stato ebraico in terra di Israele. Tuttavia, non fino a quando l inglese "Dichiarazione Balfour" (1917), ha fatto riconoscere ufficialmente al mondo il dirittol Ebraico per la autodeterminazione e indipendenza. Il movimento sionista non è una organizzazione omogenea, però, e ha operato, mentre grandi dispute scoppiavano tra i suoi membri e dirigenti. Uno dei più grandi di queste vertenze è stato il "piano Uganda". Nel 1903, durante la sesta convention sionista, Herzl è arrivato ad una proposta: di inviare una delegazione di ricerca in Uganda (Africa), al fine di verificare l'offerta inglese di permettere agli ebrei di costruire il loro stato lì. La proposta ha suscitato una opposizione immensa, al punto che molti delegati lasciarono la sala. Ad oggi esso è considerato da molti un momento in cui Herzl, il visionario dello stato di Israele e padre fondatore del movimento sionista, ha perso la strada per un po '. Questa sera abbiamo convocato Herzl per stare a giudizio per la sua proposta di 108 anni fa. Sarete difendensori/accusatori di Herzl. Vii preghiamo di prepararvi bene per il vostro compito, in quanto si tratta di un momento storico per il movimento sionista. Stasera faremo in modo che la storia giudichi Herzl per le sue decisioni! HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo For the Madrich: Herzl's proposal was the culmination of a long lasting effort to bring the British to recognize the Jew's right for self realization in Palestine. Initially Herzl was not aiming for Uganda but to other lands around Israel. Herzl was hoping to put pressure on the Ottoman (Turkish) Sultan, who did not agree to give Jews the right to come and settle in Israel, hinting that Jewish capital would go in other directions. In April 1903 Joseph Chamberlain, The British Secretary of State for the Colonies, suggested a piece of land in east Africa, around Uganda and Kenya of today. Herzl's idea was to use the offer to make the British recognize Jewish nationality and the Zionist movement as its representative. For him sending the research delegation had no obligation to accept the offer, but the British recognition will already be in effect. Of course, he could not reveal all those plans in the congress and have only hinted at them. Despite the political storm and the burst of emotions, the proposal was eventually approved by a great majority: 292 for the proposal, 176 against and 143 abstained. The research delegation went to Africa. They found the land unsuitable for settling… British politics have also, very soon, made the proposal not viable. On the 5th Zionist congress in 1905, a year after Herzl's death, the proposal was taken off the movement's agenda. Nevertheless, it was probably the first stage in a political process that have eventually led to the realization of the "Balfour Declaration" in 1917 (A formal statement of policy by the British government stating that "His Majesty's government view with favour the establishment in Palestine of a national home for the Jewish people, and will use their best endeavours to facilitate the achievement of this object…". The declaration was made in a letter from Foreign Secretary Arthur James Balfour, to the Zionist Federation of Great Britain and Ireland). HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Peula 3 Chalutzim HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo David Ben Gurion : “Cosa è la Chalutziut? è il riconoscimento di una missione storica e l’eleggibilità incondizionalta e senza paura di qualsiasi difficoltà o pericolo per il conseguimento di tale missione... Chalutziut è la dote morale e la necessità mentale per vivere giorno dopo giorno secondo l’ordine della conoscenza e la fame di destino.” Nel 1916 Yosef Trumpeldor spiega a Zeev Jabotinsky il significato di Chalutz: Yosef: “E’ un termine più ampio de “Il primo a marciare”. Certamente anche il lavoratori sono necessari, ma questo non è il significato della parola ‘chalutz’. Noi abbiamo bisogno di persone che sono pronte ‘a tutto’, a tutto ciò che la terra d’Israele gli chiederà. Il lavoratore ha i suoi interessi lavorativi, i soldati hanno il loro ‘spirito di gruppo’, i dottori e gli ingegneri e tutti gli altri anno le loro abitudini come tu puoi ben dire. Ma abbiamo bisogno di ergere una generazione che non ha interessi ne abitudini. Una sbarra di metallo puro. Flessibile- ma metallo!. Ferro, dal quale è possibile forgiare tutto ciò che è necessario alla macchina nazionale. Manca una ruota? Io sono la ruota. Mancano un chiodo, una vite, un volano? Prendete me. C’è bisogno di scavare? Io scavo. C’è bisogno di un soldato? Io sono un soldato. Polizia? Un dottore? Avvocato? Insegnante? Portatore di acqua? Per favore farò tutto io. Non ho una faccia, non ho una psiche, nessuna emozione, non ho nemmeno un nome: sono la pura idea di funzione, preparato per qualsiasi cosa, non connesso con nulla, conosco solo un comando: COSTRUIRE. Zeev: Non esistono tali esseri umani, dissi. Yosef: Vi saranno. Zeev: Mi sbagliavo e lui aveva ragione. Il primo di questi uomini sedeva di fronte a me. Lui era così: un avvocato, un soldato, un agricoltore in una fattoria, è persino venuto a Tel-chai, per vedere il lavoro della terra, dove però trovò la sua morte in un proiettile di fucile. Disse: “non importa” e morì come un Immortale. HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Una breve biografia di Ernst Ernst Pollak crebbe come un viziato figlio unico di una famiglia ebraica borghese a Salisburgo, in Austria. La famiglia visse nello stesso palazzo dove nacque Mozart, nel centro della caratteristica zona della città vecchia. Mia nonna e sua sorella ricordavano Ernst come precoce e testardo. Una storia di famiglia racconta che la madre mandò Enrst, che aveva 5 anni, da un fattorino per comprare del pane, e che lui fu immediatamente ricompensato con una mela. Lui tornò dalla sua missione senza il pane. Quando sua madre gli chiese il perché, egli replicò discolpandosi, "Der Apfel war wurmig” – la mela aveva un verme dentro. Ernst diventò un bellissimo adolescente, dai capelli neri folti e ondulati e uno sguardo penetrante. Mia nonna diceva che le persone per strada si sarebbero girate ad ammirare i suoi bei lineamenti misteriosi, che lo rendevano una vista unica tra le capigliature chiare dell’Austria. Anche se andava bene nelle classi del liceo, egli era frustrato dall’antisemitismo dei suoi insegnanti. Il suo primo incontro con il Sionismo avvenne quando entrò a far parte del movimento giovanile Ebraico Tedesco, Blau - Weiss (Blu - Bianco). Modellato dopo il movimento giovanile tedesco, Wandervogel (Uccelli Erranti) ricercò un ritorno alla più semplice età pre-industriale. I giovani trascorsero il loro tempo libero vagando per la campagna austriaca impegnati nello scoutismo e nel canto. Ernst più tardi lasciò il Blau-Weiss per il movimento giovanile ebraico più radicale, Ha'Shomer Ha'Tsair (La Giovane Guardia), che aderiva al Marxismo e all’obiettivo di ristabilirsi in Palestina come madrepatria del popolo ebraico. In un’Austria impoverita a seguito della Prima Guerra Mondiale, Ernst fu esposto al movimento “Pessimismo Culturale” abbracciato dagli intellettuali locali. Ernst frequentò i Caffé di Salisburgo nei quali le idee del giorno erano discusse. Egli si fece amico lo scrittore Stefan Zweig HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo (prima della Seconda Guerra Mondiale, uno degli autori tedeschi più largamente letti in Europa) Secondo le notizie familiari, soltanto a Ernst era permesso visitare Zwieg senza preavviso nel castello ritiro Zweig sulle colline dominanti Salisburgo. Zweig e il suo amico credevano che il futuro dell’Europa fosse desolato. Essendo stati testimoni di come il continente avesse distrutto se stesso in guerra, Essi erano convinti che l’unica gloria dell’Europa risiedesse nel passato. Intanto, nei suoi incontri all’Ha'Shomer Ha'Tsair, Ernst stava ricevendo il messaggio che il futuro Ebraico era volto al recupero della Terra d’Israele attraverso il lavoro fisico e il sacrificio. A metà del suo ultimo anno di liceo, egli abbandonò la scuola per unirsi ai suoi amici del movimento giovanile in un addestramento alla fattoria nella periferia di Vienna. Poco dopo, annunciò i suoi progetti di emigrazione verso la Palestina. La notizia stordì e rattristò i suoi genitori, che, caratteristici della borghesia, avevano grandi aspettative professionali per i loro figli in Europa. Ernst doveva diventare un dottore, secondo suo padre, non un contadino. Ernst certamente, ebbe un piano diverso, e nel Gennaio 1920 fu a bordo della terza classe della nave da Venezia, Italia a Jaffa, Pelstina. HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Mia nonna diceva: "Una persona non è mai morta fino a quando le persone non smettono di parlare di loro ". Se questo è vero, vorrei assicurarmi che mio prozio Ernst viva ancora. E 'stato sotto l'ombra di un boschetto di eucalipti lungo le rive del mare di Galilea in Israele che mi ritrovai a cercare la tomba del fratello di mia nonna, Ernst Pollak. Più di 70 anni prima, questo giovane idealista sionista emigrò da Salisburgo, Austria,nel deserto incerto della Palestina. Crescendo, mi hanno incuriosito i racconti che mia nonna disse di lui. Il suo carattere e la morte tragica catturarono la mia immaginazione, stimolando la mia connessione a questo parente che non ho mai conosciuto. Ho lavorato a ritroso dalla scoperta della sua tomba nel 1992 per esplorare la struttura della sua breve vita. Ernst (che ha cambiato il suo nome in Natan Ikar, ebraico per “Nathan il Contadino”, per via della sua emigrazione) si suicidò all'età di diciannove anni, meno di un anno dopo il suo arrivo in Palestina, sulla scia del suo quarto attacco di malaria. Raggiungendo la maturità in una Austria economicamente depressa dopo il primo conflitto mondiale, Ernst assorbì l' ipotesi pessimista sulla scomparsa dall’ Europa espressa dagli intellettuali di spicco che sentì nei caffè di Salisburgo. Ha trovato la soluzione per il riscatto personale e nazionale nel Sionismo - il movimento ebraico del creare una patria nella terra di Israele. Mia nonna ricordava come questo figlio unico viziato "ha rotto il cuore dei genitori", quando che annunciato la sua intenzione di partire per la Palestina. Una volta lì, che fatto parte di un comune radicale sionistasocialista chiamato Bittania, che si trova ai piedi di Valle del Giordano, con altri giovani immigrati che erano venuti da Europa permeata di un forte senso di ideologia che noi a mala pena capiamo ai giorni nostri. Sono venuti per "costruire la terra ed essere ricostruita da essa." La ricerca non intenzionale originale nella scoperta della tomba è diventato il punto di partenza della mia tesi di laurea college dal titolo "Ritratto di un pioniere:. L'odissea spirituale di Ernst Pollak". Nel mettere insieme i pezzi del puzzle della breve vita di Ernst ho usato le lettere che scrisse a casa in Austria e che mia nonna aveva tenuto per settant'anni. Ho continuato la mia ricerca all'inizio della storia sionista nel 1995 studiando per un Master in storia. HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Quando ho cercato di trovare la tomba di Ernst nel cimitero del Kinneret, lungo il Mare di Galilea, ero armato solo di un fatto: i suoi amici avevano rotto l'angolo della lastra, che mancava per simboleggiare che la sua vita era incompleta. Deluso dall' esperimento sionista come lo aveva sperimentato nei confini della strana comune di Bittania, depresso e malato di malaria, diciannove anni, Ernst si era sparato nel novembre del 1920. E' stato trovato disteso accanto ad una copia di Dostoevskij de “I fratelli Karamazov” con il capitolo aperto su “Il Grande Inquisitore”, un possibile riferimento al leader tirannico della comune in cui ha vissuto. Commosso dalla vista dell’aspetto assolutamente unico della tomba, io ero debolmente tentato di pulire lo sporco 70 anni vecchio e i detriti fuori la pietra. Sono addirittura sobbalzato all’indietro all’inizio. Il disegno strano astratto sulla tomba di mio prozio improvvisamente ha preso forma come un volto di orrore - una testa di diavolo, dallo sguardo minaccioso circondato da mezze lune. Nell'angolo in alto a sinistra del disegno una zanzara in volo era chiaramente visibile. Stordito, ho deciso di pulire la tomba completamente e dopo due ore di lavaggio della pietra oscura, i livelli degli anni lasciarono il marmo leggermente sbiadito per rivelare i candore del marmo sotto. Dopo aver scattato le foto della tomba, prima e dopo la pulizia, ho indagato con la mia famiglia in Israele, circa le incisioni misteriose. Nessuno aveva mai riconosciuto l'immagine prima perché era un disegno astratto. La tomba è stata progettata da Arieh Allweil, un amico e compagno membro della comune. Uno dei miei cugini in Israele, che aveva anch egli un interesse per Ernst, rimase stupito dalla scoperta e si meravigliò della potenziale importanza del ritrovamento. Ha contattato uno dei grandi quotidiani israeliani e ha pubblicato un articolo sulla mia ricerca intitolata “La Tomba”. L'articolo toccò una corda nazionale, in quanto molti dei membri della comune Bittania divenirono l'élite al potere dello Stato di Israele. Per esempio, il leader del gruppo è stato il segretario generale del partito israeliano marxista (quindi il secondo più grande partito politico) per 25 anni, un altro ha fondato la Banca di Israele. L'immagine spaventosa della testa del diavolo sulla tomba di Ernst può essere interpretata come un riflesso dell’angoscia collettiva e dell'orrore del gruppo di Bittania. Non solo sono stati a lutto per la morte di Pollak, e probabilmente divorati dal senso di colpa per l’adolescente depresso da Salisburgo, ma il suicidio può avergli fatto esaminare la propria disillusione proprio verso la comune. L'immagine del diavolo non rappresenta l’occulto, ma delusione e disperazione. Ernst e i suoi compagni della comune erano emigrati in Palestina, ideologicamente carichi e pieni di speranza sul costruire una nuova vita in Palestina. Tuttavia, essi hanno trovato il loro concetto utopistico troppo fantasioso ed esigente per materializzarsi mai completamente. Mentre viveva in Bittania, il gruppo praticava un'etica oppressiva della condivisione comune. Fare un fettish della loro apertura, hanno tentato di fondersi da molti individui in un’unità collettiva. Dopo un estenuante giorno di lavoro nei campi sotto un caldo massacrante, loro si radunavano insieme per una intensa sessione di comune formazione. Se una persona avesse sentito il bisogno di “esprimere se stesso” loro avrebbero suonato una campana e gli altri e sarebbero usciti dale tende e sarebbero stati pronti ad ascoltare i suoi più intimi pensieri. C’erano come degli elementi di culto nel gruppo, e il loro stile di vita idealistico e frenetico è stato accentuato dalla malattia. HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Arieh Allweil Nasce in Galizia nel 1901, Arieh Allweil emigra in palestina nel 1920. Diventa il leader della Comuna radical-sociale, Bitania, della quale Ernst era membro. Fu durante il suo periodo a Bitania che decise di diventare un pittore. Qui scrive della sua decisione. "…ho deciso di diventare un pittore quando vivevo in un insediamento di pionieri(Bittania) su una montagna in Galilea...il mare di Galilea e il Giordano splendono sotto la luce lunare e tutto questo sembra un dipinto di Rembrandt che ho in un libro. Al mattino il panorama illumina le zolle della terra da arare, sono marroni, e nei solchi si vedono i germogli verdi che crescono giovani. Da tutte le valli la nebbia cresce come scialli – bianca, grigia, blu e viola. Sul Golan le nuvole hanno un tocco di rosa e arancio e tutto è connesso da un blu variopinto. In quelle notti ho visto il mio futuro da pittore...". Poco dopo aver disegnato la tomba demoniaca di Ernst, Allweil ritornò in Europa per studiare arte a Vienna fino al 1926. Nel 1924 produsse una serie di litografie raffiguranti una serie inquietante di immagini da incubo della sua esperienza a Bittania. Come la tomba, queste immagini erano morbose e dissonanti. Un’immagine sembrava rappresentare un’anima devastante e portante di una sessione confessionale, una donna morta e nuda sembra essere la vittima ed è sdraiata a terra davanti al resto del gruppo. Il tema del demone appare in un’altra immagine. Arroccato su una tomba in un cimitero, il diavolo sembra imbarazzato, nudo e lugubre. Egli guarda giù con dolore alla tomba, la sua mano posta sulla sua testa . Nel 1926, quando Allweil lasciò Vienna per ritornare in Palestina, egli si lasciò alle spalle anche il suo intenso stile espressionista. Scambiò il suo stile oscuro e torturato per scene semplici e paesaggi naturali. I dipinti di tipo panoramico erano la forma dominante degli artisti pre-fondazione d’Israele, riflettendo un desiderio di identificarsi con il paese. Allweil scrive, “Il mio vero obiettivo è dipingere questa nostra terra dall’alba al tramonto”. Questi due dipinti sono esempi caratteristici del suo ultimo lavoro. HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Vienna 26 Ottobre, 1919 Cara Trude, Sono le tre del mattino... Ti scrivo per dirti che cosa ho intenzione di fare, ma è poco e troppo. Il 27 Dicembre ho in piano di andare in Palestina. Rimpiango davvero di non essere stato in grado di dirlo a te e ai nostri genitori prima. Comunque sia è stato un bene che io non lo abbia fatto perché è solo adesso che sono sicuro di andare... Devo comprare molti rifornimenti e provviste. Fino a quando non saprò con esattezza quando andrò, ti supplico Trude di mantenere segreto il piano. Felici auguri, Ernst HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo 2 Febbraio, 1920 Cari Genitori, Finalmente ho l’opportunità di scrivere la mia prima lettera... Sono entusiasta. Non potete immaginare quanto. Sono sbarcato da una barca a Jaffa dove sono rimasto per tre giorni. Tel Aviv, che confina con Jaffa, è il posto più bello del mondo. Tutto è in fiore e l’aria è profumata. La gente!!! Sono tutti meravigliosi. Non si sente parlare nient’altro che ebraico. I bambini, i lavoratori, perfino gli impiegati della banca, immaginate, parlano ebraico. Bittania è fantastico. Un insediamento tra il Kinneret e Degania, it is billed with plams and ornamentals. Le montagne ci circondano, il lago ci sta di fronte, all’orizzonte c’è il Monte Hermon, più alto delle Alpi, coperto di neve. Io mi sono unito alla squadra di piantagione ( olive e uva). Il salario non è fisso siccome è un lavoro in appalto. E’ difficile guadagnare ciò che è necessario. Con i soldi austriaci non si riesce a vivere. Il nostro gruppo è già famoso in tutta la Palestina. In autunno riceveremo la nostra terra e allora saremo in grado di aprire una fattoria. Questo sarà glorioso. Sono felice, ma dispiaciuto perché non mi sarà possibile continuare a scrivere con l’eccitazione, non ho tempo per raccontarvi tutto. La mia salute è buona. Grazie al clima sono cambiato. Sono più grasso in faccia. Ho cambiato ufficialmente il mio nome in Natan Ikar. Per favore, scrivete solo a quel nome. Vostro, Ernst HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Minhamia 3 Giugno, 1920 Cari Genitori, Questa lunga pausa dallo scrivere ha le sue ragioni. Solo adesso la maggior parte del lavoro è terminata. Il caldo è terribile, io sono stanco ed esausto. A parte questo, una settimana fa ho lasciato Bittania dove al momento non c’è nessun lavoro importante da fare e niente da imparare. Sono andato in un villaggio vicino insieme a un contadino. Sto bene... Minhamia 3 Luglio, 1920 Miei cari, E’ passato molto tempo dall’ultima volta che ho scritto... Lavoro dalle tre del mattino fino alle due del pomeriggio. In mezzo c’è mezz’ora per la colazione e più tardi il pranzo. Dopo aver mangiato frettolosamente sono di nuovo al lavoro fino alle otto di sera e poi a casa. Prima però do da mangiare agli animali quasi fino alle dieci. A quest’ora non si riesce a cenare. Il clima è terribile, 30-35 gradi all’ombra. Non so se posso resistere... Noi siamo venuti qui per trasformare dal popolo del libro al popolo della terra. Di tanto in tanto continuo ad incontrare amici che continuano a frugare in letteratura estera. Come se avessero dimenticato perché sono venuti... Molti nuovi membri sono arrivati in questa zona e molti sono diventati disillusi e arresi. (Come è detto: i profughi rimangono profughi) Non posso immaginare una deviazione dalla mia direzione... quelli tristi e delusi scappano... Baci, Vostro carbone nero Ernst HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Bittania October 18, 1920 Ho la malaria, più o meno tutti sono malati di malaria. Scrivimi tanto e presto, ho bisogno di sapere cosa sta aacadento intorno a te. Ti prego non abbandonare il duo figlio lontano Tanti tanti baci, Ernst Safed October 24, 1920 Cari genitori, Sono ricoverato nell’ospedale di safed e sono malato di malaria.. l’ospedale è stato costruito da Hadassah of America ed è modern e pulito. I medici sono bravissimi e ho trovato un libro scritto in Germania. Ho ricominciato a leggere. Quando uscirò di qui cercherò lavoro in Rosh Pinah. Ho il desiderio di non tornare nella nostra regione per le difficile condizioni a causa della malaria. Papà, mi diverte che tu ricordi cose come l’immatricolazione o gli studi. Sembra che tu non capisca dov’è tuo figlio e perché… Non vi è cosa più importante apparte lavoro e agricoltura. Il mio ebraico è buono e stò iniziando ad interessarmi di arabo. Oh, mi dispiace tanto per voi che vivete ed esistete e non sapete perché Un Agricoltore contento, Ernst HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Lettera di suicidio Cari genitori e sorelle, Non sono esperto in esecuzioni. Non sopporto questa contraddizione Da quando sono in vita: Solo oggi dopo un anno? La fine? Alla fine mi trovo forte nell’atto e nell’esecuzione. Voi non sapevate ne sospettavate niente da quando lo ho nascosto a voi, sempre. Non piangete ! su di me -- una persona viva voi non dovete affliggervi. Ora sarò felice Ridete! Con amore, Ernst Novembre 1920 Tutti hanno tradito il fine...sono stato indotto in errore...non vedo più la speranza nel perdono in un mondo come questo. Non piangete, non disperatevi per me, al contrario, ridete… sono una vittima della sporca forza capitalista. Non c’è più un posto d’amore e purezza. Non vedo più una ragione. HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Peula 4 La Guerra del 1948 HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Memoria – 1948 guerra Sionismo Il Sionismo è un movimento colonialista con l’obbietivo di cacciare via gli Arabi dalle loro case. Il Sionismo è movimento nazionale di liberazione nato per fare giustizia dopo 2000 anni di ingiustizie Sin dai primi immigrati moderni ebrei arrivati in Israele nel 1881, gli arabi locali si sono mossi contro il loro arrivo– Prima agli ottomani e poi agli inglesi . Occasionalmente hanno anche attaccato gli insediamenti ebraici, prima localmente e poi man mano sempre più su larga scala.questa conflittualità si basava su un lunga e duratura vista negativa degli ebrei da parte dell’Islam, come coloro che negavano Maometto. Gli ebrei erano accettati solo come cittadini sotto leggi e regole musulmane, ed anche allora venivano trattati come inferiori. Il movimento sionista si riconosceva come la soluzione agli ormai perenni abusi e attacchirivolti agli ebrei in tutto il mondo. Perciò, la guerra del ‘48 fu il culmine naturale di un lungo periodo di opposizione agli insediamenti ebraici in israele. fu una guerra culturale e religiosa come se fosse stata una guerra nazionale Il piano di spartizione Il piano di spartizione è meglio di niente. HALLELUIA abbiamo uno stato!! Il piano di spartizione è ingiusto. Tutta la terra dovrebbe essere destinata agli Arabi. Spingeremo gli ebrei verso il mare. Anche se criticandolo, l’agenzia ebraica (che fungeva da governo degli ebrei in Israele) accettò il piano, proprio come fece la maggior parte degli ebrei. Le critiche erano incentrate su alcuni punti: la Cisgiordania, la terra della Bibbia, rimaneva al di fuori delo Stato ebraico; lo Stato ebraico non era geograficamente contiguo, e nesuna porzione di Gerusalemme vi era compresa; il 45% della popolazione dello Stato ebraico sarebbe stata araba. Due organizzazioni paramilitari obiettarono il piano: “L’organizzazione di lotta militare”(ETZEL) e “i combattenti per la libertà di Israele”(LECHI). All’inizio della guerra gli ebrei tentarono semplicemente di sopravvivere temendo di cadere in un’altra Shoah. A guerra inoltrata, i leader ebrei cominciarono a considerare la possibilità di espandersi, creare confini difendibili e addirittura conquistare la biblica Cisgiordania. Nello stesso momento i leader cominciarono a pensare anche di ridurre il numero di arabi rimanenti in Israele, poiché erano visti come una potenziale quinta colonna. Tuti gli arabi, in Palestina come in tutto il resto del mondo arabo dissero un secco NO al piano. Nessuno accettò la proposta dello Stato ebraico in nessuna parte di Israele. Così nel novembre e dicembre 1947 iniziarono a guastare violentemente il piano. Nemmeno un singolo HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo leader palestinese si oppose a queste azioni. La partecipazione degli stati arabi nella guerra non derivò interamente dal loro desiderio di aiutare gli arabi palestinesi locali. Alcuni di loro avevano le loro aspirazioni territoriali in Israele. L’opposizione Araba era basata su alcuni argomenti: la spartizione è ingiusta perché gli arabi costituivano il 67% della popolazione; in contraddizione a questo gli ebrei ottennerò il 56% della terra; la parte ebraica conteneva 45% di arabi; Jaffa, per essere parte dello stato arabo ne fu separata. Gli Inglesi Gli Inglesi aiutarono gli Arabi Gli Inglesi aiutarono gli Ebrei Vicino al momento di lasciare la Palestina, la politica inglese era quella di non intervenire, se non per difendere quelli attaccati. Fino alla metà del Maggio 1948 gli Inglesi intervennero soprattutto in favore degli Ebrei, perché questi erano maggiormente attaccati. A causa della presenza britannica l' "Hagana" non era libera di eseguire un'operazione su grande scala e non poteva interferire sempre dove voleva, ma questo ha anche impedito ai paesi arabi di invadere la terra. In generale, la politica neutrale britannica significò un tacito aiuto per entrambe le parti subentrando nelle zone in cui vi era supremazia demografica. Praticamente significò concedere stazioni di polizia e basi militari alla comunità dirigente locale, ebraica o araba, durante l'evacuazione. In alcuni casi gli inglesi non agirono secondo la loro politica di neutralità e agirono contro gli Ebrei (soprattutto dopo le operazione ETZEL e LECHI contro di loro). Durante i primi mesi di combattimenti hanno occasionalmente confiscato armi dalle unità dell'Hagana che proteggevano posti di blocco urbani e convogli. In alcuni casi hanno preso armamenti dai membri dell'Hagana prima di mandarli incontro a una violenta folla araba che li uccise. Inoltre, il timore britannico che le circostanze del loro ritiro da Israele avrebbero danneggiato la loro posizione nel Medio Oriente, li ha condotti in alcuni casi ad intervenire in maniera organizzata contro le forze ebraiche o di astenersi dall'intervenire in favore degli ebrei quando venivano attaccati. Equilibrio del potere gli ebrei hanno combattuto pochi contro tanti. gli arabi erano molto più deboli degli ebrei. Demograficamente e geopoliticamente gli arabi erano definitivamente molto più forti degli ebrei. In Israele stesso la proporzione era 2 a 1 per gli arabi. Gli arabi avevano tutto il supporto del Medio oriente e del Maghreb, in uomini, risorse, e territorio. Ma gli ebrei erano molto meglio organizzati, a differenza della comunità araba, quella ebraica era consolidata, energica economicamente e politicamente e soprattutto organizzata efficientemente. Gli ebrei erano uniti per una causa e per la paura di un’altra Shoah, timori che produssero una società altamente motivata. il fatto che stessero HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo all’atto pratico difendento le loro case ha ulteriormente rafforzato tale motivazione. D’altro canto gli arabi erano divisi da interessi e lealtà e dalla loro leadership corrotta e malfunzionante, non furono nemmeno in grado di organizzare una milizia nazionale durante la guerra. Sin dal 1939 si abituarono al fatto che qualcuno da fuori sarebbe arrivato per aiutarli. L’elite araba, in Palestina e altrove non aveva volontà o motivazione di sacrificare qualcosa per amore della loro società e nessun zelo nazionale. non c’erauna sola motivazione palestinese e, infatti non combatterono come un’unica nazione. La loro superiorità nel numero delle armi all’inizio della guerra diminuì con l’enorme spreco di queste armi e dalla mancanza di cooperazione tra le differenti forze locali palestinesi. Quando le nazioni arabe invasero Israele nel maggio ‘48, gli ebrei affrontarono molte sfide tutte insieme. Furono attaccati in una sola volta da direzioni differenti e i combatenti e le combattenti si trovarono di fronte un numero maggiore di uomini con armi molto più potenti. Gli eserciti arabi godevano di una nuova artiglieria pesante, carri, veicoli armati, e dozzine di aerei militari. L’Hagana non possedeva artiglieria, né carri armati, e fino a maggio nessun aereoplano. Ma gli eserciti dei nuovi stati arabi erano male organizzati e subirono per le basse risorse umane e per le basse capacità tecnologiche. La maggior parte dei regimi arabi non godé del supporto del popolo così i regimi lasciarono parte dell’esercito dietro per mantenere la calma.L’Hagana usufruì invece di una migliore comunicazione, alta motivazione, e buona conoscenza del campo di battaglia. Dopo aver resistito alla prima ondata di attacchi, gli ebrei iniziarono il contrattacco, per merito di un efficiente sistema di reclutamento, il numero di soldati ebrei aumentò e, alla fine della guerra, il rapporto tra Israele e gli eserciti arabi era di 2 a 1 in favore di Israele. I profughi Arabi Gli Ebrei hanno pulito etnicamente Israele dagli Arabi durante la guerra. Gli Arabi sono fuggiti. Durante la guerra circa 700.000 arabi abbandonarono Israele. La guerra scoppiò ed entrambe le parti avevano nella loro ideologia qualche elemento di transfer. Tra gli ebrei questa idea fu sempre minore e secondaria e non è mai stata parte della ideologia ufficiale sionista (anche se i leader ne hanno parlato di volta in volta). Di solito apparve in risposta ad una azione violenta di terrore o di deportazione commesse dagli arabi. Solo a partire dalla metà del 1930 i leader sionisti videro quell'idea in una luce positiva. Questo è accaduto, come risposta alla rivolta araba del 1936-9 in cui sono stati uccisi centinaia di ebrei e l'insediamento ebraico in Israele è stato minacciato e dovuto alla minaccia agli ebrei in Europa. Esso deriva dalla constatazione che un rifugio per gli ebrei si troverà solo nella terra di Israele. Perché questo spazio sia abbastanza grande e abbastanza sicuro, alcuni arabi dovrebbero essere trasferiti dalla terra a causa della loro ostilità. La collaborazione dei più alti leader palestinese, Hag Amin el-Husseini, con Hitler supportò solo questa conclusione. Tuttavia, mai nella sua storia, neppure durante la guerra del 1948 (che è stata chiaramente percepita dagli ebrei come una guerra di esistenza), l'ideologia sionista ha adottato l'idea di trasferire gli arabi come componente nella sua ideologia. Anche se ci furono trasporti locali e anche se in alcuni punti critici della guerra c'era uno spirito di pulizia etnica tra alcune delle unità di ebrei e alcune aree del paese erano svuotate dei loro abitanti arabi - alla fine della guerra considerevoli comunità arabe rimasero parte di Israele HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo (principalmente in Galilea e sulla costa). D'altra parte, la corrente principale del movimento nazionale palestinese aveva, sin dal suo inizio, un forte trend di deportazione. Dove possibile si sono anche comportati così. Per gli arabi di Palestina, si trattava di una questione dove non era possibile accettare compromessi. Dichiarazioni di leader arabi, così come la costituzione dell'OLP dal 1964, hanno cercato di scacciare ogni ebreo che è arrivato in terra di Palestina dopo la Prima Guerra Mondiale. Nel 1948 queste idee sono state tradotte in azioni. Durante la guerra, gli arabi locali, combattenti accanto alla legione giordana, hanno costantemente agito per deportare gli ebrei e distruggere le loro case, come è avvenuto nel quartiere ebraico a Gerusalemme e in Gush-Etzion. Più tardi, gli eserciti arabi hanno agito allo stesso modo: tutti e dodici gli insediamenti ebraici conquistati da loro sono stati distrutti al suolo, dopo che i loro abitanti sono fuggiti o sono stati presi prigionieri. Questo era parte del concetto di deportazione degli ebrei, prevalente sia tra la Arab Elite sia tra le masse. Per tutti era una guerra per liberare la "loro" terra dalle mani degli ebrei. Per la maggior parte degli arabi l'unico destino che attendeva gli ebrei di Israele era la distruzione e la deportazione. Questa tendenza araba di deportazione ha alimentato il pensiero sionista sul transfer nel 1930 e '40. I profughi Ebrei Più di mezzo milione di ebrei fuggì dai pogrom verso le nazioni arabe durante e dopo la guerra. Alcuni ebrei, che per secoli vissero pacificamente con gli arabi nei loro stati, furono costretti a lasciare le loro case perché i loro vicini arabi avevano paura di loro. loro erano sostenuti dai sovvenzioni e motivati dal sionismo. Ancora prima della guerra, i diplomatici arabi dichiararono che l'approvazione del piano avrebbe minacciato gli ebrei negli Stati arabi. Quando la guerra scoppiò, leggi antisemite venivano varate in tutto il mondo arabo e si arrivò ad attacchi sia organizzati che spontanei nei confronti degli ebrei. A Aden (Yemen) 76 ebrei vennero assassinati e 78 feriti, a Haleb (Siria) 10 sinagoghe vennero bruciate con 5 scuole e 150 case, al Cairo (Egitto) bombe venivano lanciate nel quartiere ebraico uccidendo dozzine di persone, a Tripoli (Libia) 13 furono assassinati dalla folla, a Ogedda e Dgarra (Marocco) decine di ebrei vennero uccisi inclusi 20 donne e bambini. In molte nazioni gli ebrei venivano licenziati, limitati in alcune zone, messi in campi di concentramento, arrestati e brutalmente interrogati. Non c'è da stupirsi se l'attività sionista in queste nazioni (arabe) trovò uno sfogo, molti fuggirono proprio con l'aiuto di queste organizzazioni. HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Moralità Gli Ebrei hanno massacrato di proposito gli Arabi indifesi durante la guerra. I combattenti Ebrei hanno agito moralmente e umanamente verso gli Arabi che iniziarono l'aggressione. La guerra del 1948 avvenne in zone popolate, e come tutti questi tipi di guerre ha avuto come vittime i civili. Durante la prima parte "civile" della guerra entrambi i lati non furono troppo attenti alla possibilità di uccidere o di ferire i civili. L '"Haganah", avvertì costantemente i suoi membri dal ferirei civili, mentre la Etzel e Lechi erano molto meno interessate a questo proposito e le milizie arabe spesso ferirono i civili di proposito. Non c'era quasi nessuna cattura di prigionieri. L'uccisione di civili si fermò quasi completamente durante la seconda parte della guerra, quando Tzahal già esisteva e combatté contro ordinari eserciti arabi. Gli Israeliani hanno commesso molte più stragi tra civili e prigionieri di quelle fatte dagli Arabi.Complessivamente, circa 800 civili arabi e prigionieri arabi sono stati uccisi, per lo più in pochi massacri, nei villaggi e nelle città arabe. Il più conosciuto ha avuto luogo nel villaggio di Deir Yassin, vicino a Gerusalemme, dove sono stati uccisi circa 107 abitanti del villaggio da parte dei combattenti Etzel e Lechi. Le motivazioni per quelle stragi sono state a volte di generale vendetta per i compagni uccisi e, talvolta, decisioni di comandanti locali, al fine di provocare una fuga di massa. Gli arabi locali hanno commesso due massacri tra gli ebrei: 40 lavoratori di una fabbrica di Haifa sono stati uccisi e 150 combattenti dell'"Hagana" che si erano arresi sono stati massacrati a Gush-Etzion. Gli eserciti arabi non hanno commesso alcun omicidio o strage di massa durante la guerra. In alcune occasioni era noto di abuso del corpo da parte delle milizie arabe. Questa differenza di numeri può essere spiegata dall'enorme differenza di circostanze: tra aprile e novembre 1948, gli israeliani hanno conquistato circa 400 villaggi arabi, paesi e città. Gli arabi locali non hanno conquistato un unico insediamento ebraico, e gli eserciti arabi ne conquistarono meno di una dozzina (la maggior parte che i loro residenti se ne andarono). In altre parole, gli arabi ebbero meno occasioni di commettere stragi. Considerando il fatto che nella prima parte della guerra milizie armate combattevano tra comunità di popolazione civile mista, e il gran numero di insediamenti conquistati, relativamente un piccolo numero di civili sono stati uccisi in confronto a una qualunque guerra del genere. Il diritto al ritorno i rifugiati palestinesi del 48 hanno il sacrosanto diritto di tornare alle loro case se i palestinesi rifugiati del 48 tornassero a casa,questo minaccerebbe il carattere ebraico dello stato. Il problema dei rifugiati è stato creato dalla guerra,iniziata dagli Arabi.Se non ci fosse stata la guerra,non ci sarebbero stati rifugiati.Alcuni arabi sostengono che l’immigrazione ebraica in Palestina sia stata un atto di violenza e che lo scoppio della guerra del 48 da parte degli arabi fu HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo quindi un atto di auto difesa. La maggior parte dei rifugiati lasciarono le loro case dopo gli attacchi israeliani o per paura di tali attacchi, cercando un rifugio dal pericolo.La maggior parte di loro credeva che sarebbe rientrata nel raggio di poche settimane o di pochi mesi,dopo la vittoria araba o dopo che il conflitto fosse terminato per l’intervento della volontà internazionale. Il problema dei rifugiati si è mantenuto attuale a seguito della decisione israeliana,quasi immediata,presa già durante il conflitto nell’estate 48,di impedire il ritorno di coloro che erano stati portati via o che si erano allontanati volontariamente. Si era infatti capito che un eventuale ritorno avrebbe destabilizzato in maniera critica l’equilibrio demografico e politico del neonato paese.L’esercito credeva inoltre che un ritorno dei rifugiati avrebbe potuto rappresentare un potenziale aiuto al nemico,creando un problema di sicurezza. Un altro fondamentale fattore che ha mantenuto vivo il problema dei rifugiati è il rifiuto dei vicini paesi arabi,dove i rifugiati erano emigrati,di assorbirli e permettere loro una integrazione.Era infatti nei loro interessi non risolvere il problema dei rifugiati,usandolo come pretesto per mettere pressione politica su Israele ed avere una riserva umana da usare nei conflitti contro Israele. Molti rifugiati non vollero integrarsi,vedendo nell’integrazione la rinuncia totale alla loro speranza di ritorno. I campi profughi palestinesi sono ora dei poverissimi quartieri alle propaggini delle grandi città arabe, mantenuti economicamente da oltre 60 anni dagli aiuti internazionali.Si proclamano in diritto di tornare in Israele ancora oggi,ed è questo un modo per molti arabi per cercare di destabilizzare l’esistenza di Israele. Per molti paesi arabi, i campi profughi palestinesi rappresentano ancora l’umiliazione subita nella guerra del ‘48 e sono il simbolo dell’ingiustizia che la fondazione dello Stato di Israele ha causato nel mondo arabo. Israele, dal canto suo, continua a proclamarsi contrario al diritto di ritorno dei profughi, sostenendo che significherebbe la fine di Israele come Stato ebraico e forse porterebbe addirittura alla sua distruzione. HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Mappe HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Peula 5 La Guerra del 1967 HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Giovedi 19 maggio 2011 Obama: "Israele e palestinesi nei confini del '67". Netanyahu esclude il ritiro, no anche da Hamas. WASHINGTON - Il futuro degli Stati Uniti è legato al Medio Oriente e a quello che sta succedendo nella regione nordafricana. Per questo i processi in corso nell'area vanno sostenuti. Barack Obama traccia così la strategia Usa nel suo atteso discorso rivolto al mondo arabo. Annuncia aiuti economici e delinea le prossime tappe del ma incassando anche un secco no da Netanyahu sul ritorno di Israele ai confini del 1967 e da Hamas sul riconoscimento dello Stato di Israele. Medio Oriente. Lo 'status quo' tra israeliani e palestinesi "non è più sostenibile", ha spiegato Obama (che domani incontrerà alla Casa Bianca il premier israeliano Benjamin Netanyahu), ribadendo che Israele "ha diritto" alla sua sicurezza e "i palestinesi non raggiungeranno mai la loro indipendenza semplicemente negando a Israele il diritto di esistere". Per questo "è tempo" che vi siano "due Stati per due popoli", capaci di vivere uno a fianco dell'altro in pace e sicurezza e che i negoziati riprendano. Per il leader Usa, infine, il futuro Stato palestinese dovrà essere "smilitarizzato" con i confini basati su quelli del 1967. La cosa, però, non piace a Netanyahu, che esclude un ritiro di Israele sui limiti 1967 e si richiama a una lettera di rassicurazioni indirizzate in proposito a Israele nel 2004 dall'amministrazione di George W. Bush. Negativa anche la prima reazione che arriva da Gaza: "Discorso schierato. Obama è di parte. Non riconosceremo mai Israele", ha fatto sapere Hamas. (…) HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo 20.5.2011 Abu Mazen chiede intervento Obama "Confini '67, pressioni su Netanyahu" 21:09 - Il leader palestinese Abu Mazen ha chiesto al presidente Usa Barack Obama di fare pressioni sul primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu affinchè quest'ultimo accetti uno Stato palestinese entro i confini del 1967. La richiesta di un ritiro di Israele nei territori antecedenti alla "guerra dei sei giorni" era arrivata, a sorpresa, proprio dalla Casa Bianca. Ma la reazione di Tel Aviv è stata molto fredda. HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Obama: «Frainteso sui confini del 1967 di Israele» Il presidente americano Barack Obama ha detto che la sua idea di uno stato palestinese entro i confini del 1967 con scambi di territori, manifestata nel suo discorso di giovedì scorso, è stata «fraintesa». Oggi, davanti all'assemblea annuale dell'Aipac, la principale lobby filo-israeliana negli Usa, Obama ha sottolineato che gli scambi di territori fra palestinesi e israeliani potrebbero portare a confini diversi da quelli nati dal conflitto arabo-israeliano del 1967. La posizione del presidente Usa - ha spiegato lo stesso Obama - è che gli israeliani e i palestinesi «negozieranno una frontiera diversa da quella che esisteva il 4 giugno 1967», tenendo conto delle «nuove realtà demografiche sul terreno e i bisogni delle due parti». Barack Obama ha ribadito l'impegno «incrollabile» degli Stati Uniti nella difesa della sicurezza d'Israele e ha ripetuto che i negoziati sui confini tra israeliani e palestinesi dovrebbero essere basati sulle linee del 1967 con «scambi mutualmente concordati». Il capo della Casa Bianca ha sottolineato che questa sua affermazione è stata male interpretata. «Lasciatemi chiarire cosa significa 'confini del 1967 con scambi mutualmente concordati'. Significa che, per definizione, israeliani e palestinesi negozieranno un confine che è diverso da quello esistente il 4 giugno 1967. Questo è ciò che 'scambi mutualmente concordati' significa». Il premier israeliano Benyamin Netanyahu, durissimo pochi giorni fa sulla proposta americana, oggi si è detto soddisfatto. «Sono deciso ad operare col presidente Obama per ricercare le strade adatte a rilanciare le trattative di pace. La pace è un bene essenziale per tutti noi». Obama ha precisato che questa formula «consentirà alle parti di prendere atto di tutti i mutamenti avvenuti negli ultimi 44 anni», incluse le nuove realtà demografiche sul campo: «la meta finale resta quella di due stati per due popoli in grado di godere auto-determinazione, riconoscimento reciproco e pace». 22 maggio 2011 HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo IL DISCORSO IL PREMIER RICEVE UNA CALOROSA ACCOGLIENZA AL CONGRESSO USA Netanyahu non fa concessioni «No al ritiro nei confini del ' 67» I palestinesi furiosi: «E' una dichiarazione di guerra» Il leader d' Israele conferma solo di non voler nessuna pace Tahar Al Nounou, portavoce di Hamas WASHINGTON - Neppure al Parlamento israeliano lo hanno mai applaudito tanto. Ventisei standing ovation, con i membri del Congresso Usa in piedi a spellarsi le mani. Compreso quando ha affermato che gli israeliani in Giudea e Samaria - territori arabi conquistati nel conflitto del 1967 - non sono degli occupanti come «gli inglesi in India, i belgi nel Congo». Il premier israeliano Benjamin «Bibi» Netanyahu ieri giocava in casa e dunque non gli è stato difficile ribadire le sue condizioni. Parlando al Congresso, il capo del governo non ha fatto aperture sostanziali e ha risposto in modo franco alla richiesta della Casa Bianca: Israele non è disposto a tornare ai confini del 1967. Un nuovo no alla richiesta del presidente Obama che ha proposto questa soluzione come base di partenza del negoziato. Una posizione quella di Bibi che rende complicata la ripartenza della trattativa. «Siamo disposti a fare concessioni dolorose, saremo generosi sulle dimensioni dello Stato palestinese - ha affermato Netanyahu -. Ma saremo fermi sul dove fissare i confini». Quindi il premier ha ribadito che Gerusalemme rimarrà la «capitale unita dello Stato ebraico», anche se sarà possibile trovare soluzioni per venire incontro alle aspettative dei palestinesi che rivendicano la sovranità sulla parte Est. Quanto al nodo dei rifugiati dovrà essere risolto all' interno delle frontiere della futura Palestina. «L' unica pace è quella che si può difendere», ha continuato e per questo Israele intende mantenere una presenza militare di «lungo termine» lungo il Giordano. E nei territori palestinesi resteranno alcune colonie. Netanyahu si è poi rivolto al presidente dell' Autorità palestinese Mahmoud Abbas chiedendogli di tornare alla trattativa rompendo l' accordo con Hamas, definita «una versione locale di Al Qaeda». Consapevole del pieno sostegno del Congresso, il premier si è lasciato andare anche a una lieve ironia sugli sforzi Usa per costruire la democrazia in Medio Oriente: «Noi non ne abbiamo bisogno. In Israele lo abbiamo già fatto». Alla vigilia del discorso i commentatori israeliani avevano ipotizzato «una sorpresa» del premier. Invece Bibi è ridisceso nella sua trincea, rischiando di rendere ancora più tempestose le relazioni con Barack Obama. Con i palestinesi, poi, lo scontro è aperto. Furiose le loro reazioni. Netanyahu «è un ostacolo alla pace», «le sue parole sono una dichiarazione di guerra», hanno affermato: non ci resta che andare avanti con il progetto di proclamare uno Stato palestinese all' Assemblea Onu di settembre. Una mossa che lo stesso Obama ha chiesto di evitare. Il Medio Oriente vivrà un' altra estate calda. Guido Olimpio RIPRODUZIONE RISERVATA Olimpio Guido (25 maggio 2011) - Corriere della Sera HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo Mappe HASHOMER HATZAIR ITALIA Ebraismo, Sionismo e Socialismo