5 settembre 2013 La Nuova Ferrara Professioni sanitarie, boom di domande Davvero tanti i ragazzi che – in una mattina ancora estiva come quella di ieri – facevano ressa prima delle 8 davanti alla Fiera, in attesa di cimentarsi con i test d’ingresso ai corsi di laurea delle professioni sanitarie. Solo una minoranza di loro riuscirà a diventare una matricola (addirittura uno ogni quindici a Fisioterapia), ma ne sono consapevoli e spesso hanno un piano B, oppure si tratta di studenti che hanno già iniziato altri studi ma non abbandonato l’idea di darsi a quelli sanitari. La ferrarese Anna Ardizzoni, diplomatasi quest’anno, è al primo tentativo: fisioterapia la prima scelta, seguita da ostetricia e quindi da logopedia. «Col numero di posti che c’è non sono molto fiduciosa…». Il coetaneo Marco Pocorobba, siciliano di Marsala che ha scelto di provare a Ferrara perché ha parenti a Bologna, preferisce invece infermieristica, seguita da tecnico di radiologia e infine da ostetricia. Quasi una veterana di questa prova invece la molisana Antonietta Ficoceddi, che è al terzo tentativo per fisioterapia e nel frattempo studia Scienze motorie: «speriamo sia la volta buona!». Originario di Scutari (Albania), Gilbert Berisha abita nel padovano da un pezzo ed è al secondo tentativo. Pure lui punta a fisioterapia, ha espresso anche altre preferenze «ma in realtà quelle non mi interessano». Ottimista? «Sì – scherza –, ma lo ero anche l’anno scorso». L’amico Andrea De Rossi, padovano doc, condivide l’obiettivo di Fisioterapia («non ho nemmeno indicato altre preferenze»), ed è già al «secondo o terzo tentativo», non ricorda bene. Si torna a trovare una candidata alle prime armi parlando con Angelita Pisanti, diciannovenne leccese che – sempre in ordine di preferenza – tenta di entrare a tecnico di radiologia e ostetricia. Non è ottimista e dice di non avere un piano B. Le preferenze del compaesano Antonio Chiarello sono invece tecnico di laboratorio biomedico e infermieristica, «altrimenti Economia. Siamo sereni – afferma scaramantico anche a nome di Angelita –, perché tanto sappiamo che con questi numeri non passeremo». Non lontana dalla laurea in Giurisprudenza (è al quarto anno) la garganica Federica Rispoli, che prova però l’ammissione a tecnico di laboratorio «per il semplice motivo che è una laurea che dà più certezze, visto il numero chiuso», mentre il fratello Gianmarco è al primo tentativo con infermieristica, «sennò farò economia e finanza». L’imolese Carlotta Della Porta era già entrata a infermieristica a Bologna lo scorso anno, ma quest’anno riprova l’ammissione a igiene dentale, «sai quando hai il tarlo di fare una cosa?». Ieri tra l’altro il rettore Pasquale Nappi insieme al professor Leo Massari hanno dato il benvenuto ai candidati. «Il consorzio di Burana ha colpe sulla West Nile» SCORTICHINO «La West Nile poteva essere evitata». A parlare è un medico, Raffaele Brancolini (ha prestato servizio per qualche anno anche a Scortichino) il quale già dall’anno scorso aveva denunciato la situazione del Canale Diversivo, che attraversa i comuni di Mirandola, San Felice e Finale Emilia e Bondeno. «Quando sono tornato a parlare con il Consorzio di Bonifica Bondeno, che è poi il Burana – spiega il dottore – a inizio luglio, avevo fatto presente che potesse succedere qualcosa. Le acque lì sono stagnanti, non c’è flusso, sono ferme. Ho parlato con il geometra Cavallini, mi hanno guardato con sufficienza, spiegandomi come nel 2012 che per le operazioni servono dei soldi, ci sono dei costi. Ma a noi quanto costa un’emergenza sanitaria?». «Sono tornato a parlare con loro a fine luglio – prosegue l’uomo – ricevendo l’assicurazione che sarei stato contattato il 20 agosto, al ritorno dalle ferie. Quando sono tornato, era già scoppiata l’emergenza». «Non ho intenzione di fare la guerra – aggiunge Brancolini – da medico posso dire che si sarebbe potuto prevenire tutto. Ho detto loro che avrei fatto denuncia, poi ho parlato con Maino Benatti (il sindaco di Mirandola) e con dirigenti dell’Ausl, i quali mi hanno consigliato di far fronte comune. Ho ricevuto piena collaborazione dall’amministrazione, da Casaretti, responsabile dell’Ufficio Igiene a Mirandola, e da Ferraresi, veterinario di Mirandola. Noi medici abbiamo dovuto organizzare un incontro per fare il punto, la malattia non è tipica delle nostre zone. Ora dovrebbero portare il caso in Regione, speriamo che si faccia qualcosa, già ci sono pazienti paralizzati al Policlinico». «Non voglio dire che sia tutta colpa loro – afferma il medico – ma sono corresponsabili di questa emergenza sanitaria. Una persona che viene colpita dalla malattia potrebbe anche denunciare il Consorzio per incuria delle acque». La West Nile Disease, o febbre del Nilo Occidentale, è una patologia che si trasmette per via infettiva, tipica delle regioni dell’Africa, del Medio Oriente, dell’India e dell’Indonesia; si trasmette tramite zanzare e uccelli, portatori del virus., e si trasmette da animale a uomo o per via interumana. «Gli antibatterici non servono a nulla – spiega il medico – il virus non è tipico delle nostre zone e può portare alla morte». La situazione del canale, assicura l’intervistato, non è migliorata dopo un intervento da parte del Consorzio. «Hanno solo aggiunto un po’ di acqua – conclude Brancolini – ma non c’è riflusso. La situazione non riguarda solo quella zona: a San Martino Spino c’è una fogna a cielo aperto, l’acqua non riesce a scorrere. La prossima volta dobbiamo aspettarci la malaria?». L’aviaria colpisce a Scortichino SCORTICHINO Quando ha trovato morte alcune galline del suo pollaio non ci ha pensato un attimo. Ha subito avvertito l’Asl e gli accertamenti dei veterinari, come confermavano ieri sera dalla direzione dell’Azienda sanitaria, non hanno lasciato spazio a dubbi. In quel pollaio di famiglia, a Scortichino, c’è un focolaio di aviaria. Il nuovo caso di influenza dei polli, questa volta non ha colpito un allevamento industriale, bensì un piccolo pollaio domestico nella frazione a pochi chilometri da Bondeno. Subito avvertito dell’accaduto anche il sindaco matildeo, Alan Fabbri, visto il suo ruolo di responsabile della salute della cittadinanza. Anche se, almeno per l’immediato, non pare probabile che si debba intervenire con l’ordinanza contigibile ed urgente per arginare un fenomeno che, appunto, pare isolato a pochi casi. In particolare, i veterinari del servizio sanitario avrebbero individuato alcuni polli affetti dal virus dell’influenza aviaria, a seguito di un controllo eseguito presso un privato, che ha alcune galline ovaiole. Dunque, anche se non si esclude che l’aviaria possa nascondersi anche altrove sul territorio matildeo, e i controlli cercheranno nei prossimi giorni di verificarlo, al momento il focolaio dell’influenza che colpisce i volatili sarebbe stato individuato. E, quindi, non desterebbe particolare preoccupazione. La procedura per contrastare il virus H7N7 resta quella che è stata adottata per gli allevamenti industriali di Ostellato e Portoverrara: le galline del pollaio saranno abbattuti e il primo effetto di questo nuovo ritrovamento sarà un comprensibile aumento della soglia di attenzione, in attesa dei prossimi sviluppi. Da evidenziare, comunque, per la sicurezza dei cittadini e per non scoraggiare i consumi di un settore da sempre molto controllato dalle autorità competenti, va ricordato che il virus a bassa patogenicità per l’uomo, cui dà sintomi di congiuntivite e seminfluenzali. Febbre del Nilo il Comune rassicura PORTOMAGGIORE In questi giorni nel territorio portuense continua a tenere banco la questione dell'influenza aviaria. Ma all'interno della comunità non è l'unica fonte di preoccupazione. Da più parti arrivano infatti richieste di chiarimento anche sulla West Nile, la febbre del Nilo occidentale che può essere contratta dalla zanzara tigre. Gli amministratori, però, frenano l'impulso di allarmi, soprattutto per la campagna di prevenzione messa in campo dalla primavera scorsa, quando il virus non aveva ancora fatto capolino in provincia. «Già ad aprile - spiega il vicesindaco Andrea Baraldi - avevamo applicato il protocollo regionale di prevenzione, con interventi per ridimensionare la riproduzione dell'insetto. In quel periodo era iniziato il posizionamento di trappole in zone strategiche per capire l'entità del fenomeno relativo alla zanzara tigre. I dati sono stati raccolti ed elaborati da esperti della Regione: il monitoraggio ha continuato a rimanere costante anche in estate». Nel periodo successivo il Comune ha continuato con interventi mirati nelle oltre 2000 grondaie attraverso l'impiego di prodotti specifici. «Le zone sensibili, come piazza della Repubblica sede del luna park dell'Antica Fiera, i cortili delle scuole e i parchi saranno oggetto d'interventi con prodotti che diminuiscano massicciamente il numero degli insetti. Non esiste nessun pericolo di West Nile sul territorio, ma è chiaro che premunirsi verso la zanzare tigre combatte il rischio alla radice». Gli interventi comunali annuali di prevenzione pesano nel bilancio con una voce di 25 mila euro. «E' uno sforzo per la comunità, ma lo riteniamo necessario. La vera efficacia preventiva - dice ancora Baraldi - arriva da comportamenti virtuosi del cittadino il quale deve evitare ristagni di acqua in giardini e balconi»