ENTE BENEFICIARIO FEDERSVILUPPO ASSOCIAZIONE REGIONALE DEL PIEMONTE BOLLETTINO INFORMAZIONI ZOOTECNICHE N° 01/15 REDATTO DALL’AREA TECNICA. Torino, 16 febbraio 2015. 10135 Torino - Via Pio VII, 97 – tel. 0116177211 Cristoforo Cresta Tel 0116177275 e-mail: [email protected]. DIARREA EPIDEMICA DEL SUINO La PED in Italia, quattro focolai in Lombardia, misure urgenti. Venerdì, 30 Gennaio 2015. L'Associazione Nazionale degli Allevatori di Suini: "comprensibile allarme". Bisogna tenere alto il livello di guardia. L'ANAS ha reso noto che nei giorni scorsi sono stati accertati in Lombardia quattro focolai di PED (Porcine Epidemic Diarrhea). In tutti i quattro casi è stato isolato il ceppo USA a bassa patogenicità e quindi non si tratta del temuto ceppo che ha colpito pesantemente gli allevamenti del Nord America. In ogni caso bisogna tenere alto il livello di guardia e per questo la Sezione diagnostica dell'IZS di Brescia diretta dal dr Loris Alborali ha attivato un piano di emergenza per effettuare in 24 ore la diagnosi e in 48 ore la tipizzazione del ceppo virale. La raccomandazione rivolta agli allevatori è di inviare immediatamente al laboratorio di Brescia i campioni biologici di ogni eventuale caso sospetto. Parere scientifico di EFSA sulla malattia Alfacoronavirus-suini: misure prorogate fino al 31 ottobre 2015 DOPO I CASI IN LOMBARDIA PED: IzsVe raccomanda biosicurezza e riconoscimento precoce Mercoledì, 04 Febbraio 2015. Biosicurezza in allevamento e, in caso di positività, il riconoscimento precoce dei sintomi associato a una rapida diagnosi di laboratorio. Nei giorni scorsi sono stati segnalati in Lombardia quattro focolai di diarrea epidemica suina (PED– porcine epidemic diarrhea). In tutti e quattro i casi è stato isolato il ceppo a bassa patogenicità circolante negli USA. Le autorità sanitarie locali hanno messo in atto le opportune misure di gestione e di contenimento della malattia per prevenire l'insorgenza di ulteriori focolai. Una nota dell'IZSVE raccomanda "il rispetto delle misure di biosicurezza in allevamento". In caso di positività, "il riconoscimento precoce dei sintomi associato a una rapida diagnosi di laboratorio sono i primi passi per gestire in tempi rapidi l'infezione e impedirne l'ulteriore diffusione". La diarrea epidemica suina è una malattia virale dei suini causata da un coronavirus. Nel suino, la malattia si manifesta con sintomi gravi (diarrea associata a vomito e disidratazione con alta mortalità) provocando ingenti perdite nella produzione. L'infezione non rappresenta invece un pericolo per l'uomo, né tramite il contatto diretto con gli animali né tramite il consumo di carne suina. Trasmissione- L'infezione da virus PED avviene prevalentemente per via oro-fecale: il virus replica nelle cellule epiteliali dei villi intestinali dell'intestino tenue e in minor grado del colon di suini di tutte le età. La gravità della forma clinica dell'infezione varia in funzione dell'età dei soggetti colpiti e del grado di immunità della popolazione. Negli animali sottoscrofa la morbidità dell'infezione raggiunge il 100% e si manifestano vomito e diarrea acquosa, non mucoemorragica, con presenza di flocculi di latte non digerito nelle feci; ne consegue una rapida e marcata disidratazione, causa di tassi di mortalità variabili dal 80 al 100%. Negli animali in svezzamento, all'ingrasso e nei riproduttori, si osserva una forma clinica analoga ai soggetti sottoscrofa ma la mortalità non supera il 3% negli svezzati e l'1% nelle altre categorie. L'elevato tasso di mortalità nei soggetto sottoscrofa è dovuta alla scarsa capacità di rigenerazione dei villi intestinali in questi soggetti, a differenza di quanto avviene nei soggetti di età superiore. In genere, una volta entrata in un allevamento, la malattia si manifesta, dopo 5-6 giorni dall'introduzione, prima nei soggetti sottoscrofa e successivamente nei soggetti di età superiore entro 8-10 giorni dai primi casi di diarrea nelle sale parto. Le forme cliniche nei soggetti sottoscrofa si riducono gradualmente fino a scomparire quando tutte le scrofe, in ragione dell'infezione, sono in grado di produrre immunoglobuline colostrali, generalmente dopo 6-8 settimane dalla comparsa dei primi casi; tale periodo risente di alcuni fattori quali il sistema di produzione (ciclo aperto/chiuso), le misure di biosicurezza adottate, le dimensioni aziendali, il management aziendale e la compresenza di altri patologie enteriche e sistemiche. Prevenzione e controllo- La prevenzione nei confronti della malattia in allevamenti si basa esclusivamente sull'applicazione di severe misure di biosicurezza in quanto in Europa non sono disponibili vaccini registrati. In Cina e Giappone sono presenti sul mercato vaccini tradizionali sia spenti che attenuati, in Corea del Sud e nelle Filippine è disponibile invece un vaccino attenuato da somministrare per via orale. Negli Stati Uniti, a seguito dei numerosi focolai emersi nel 2013 e 2014, è permessa la vaccinazione e sono disponibili un vaccino spento e uno a subunità (proteina S "spike"). Il sospetto clinico di infezione da PEDV deve necessariamente essere confermato attraverso indagini di laboratorio; le metodiche diagnostiche biomolecolari (real time PCR) unitamente alla microscopia elettronica permettono di confermare in breve tempo la presenza della PED in allevamento. Eziologia e dati sulla diffusione della PED SORVEGLIANZA PED: circolare regionale e aggiornamento Izsler. Venerdì, 06 Febbraio 2015. La Regione Lombardia ha diramato una nota informativa sui quattro focolai di diarrea epidemica del suino (PED) rilevati nella seconda metà di gennaio nelle province di Mantova e Brescia. La nota - diffusa dall'ANAS- evidenzia che il ceppo virare responsabile dei focolai lombardi è caratterizzato da bassa virulenza e fortunatamente non ha recato i danni causati negli Stati Uniti. Tuttavia, la Regione sottolinea l'importanza di diagnosticare precocemente la malattia e ancor di più adottare scrupolosamente tutte le misure di biosicurezza per impedirne l'ingresso negli allevamenti o limitarne la diffusione. In particolare, i servizi regionali (Lombardia) dispongono: divieto di carichi multipli a meno che sia garantito il carico degli animali senza che l'automezzo entri in allevamento; accurata pulizia e disinfezione degli automezzi in entrata e in uscita dall'allevamento; dotazione di calzari monouso anche per i trasportatori qualora entrassero in allevamento. La PED non è una malattia "nuova" trattandosi di una patologia nota fin dagli anni Settanta in Europa e più recentemente anche in Asia e in America. Pur non essendo una malattia soggetta a denuncia, la PED è una malattia virale (coronavirus) che causa una grave sintomatologia gastrointestinale caratterizzata da elevata morbilità e bassa mortalità, eccezion fatta per i suinetti sotto scrofa svezzati. Le perdite produttive legate alla mortalità e alla diminuzione degli incrementi ponderali possono essere anche importanti, come è avvenuto nei recenti focolai verificatisi negli USA. L'IZSLER rileva che, in Italia, nel periodo 2008-2014 il riscontro di positività virologiche in forma costante ma sporadica indica presumibilmente una situazione caratterizzata da una consistente immunità della popolazione. Ne è prova il fatto che positività virali sono state identificate nelle stesse aziende anche a distanza di tempo (1-3 anni). Su 1563 conferimenti in 6 anni, e 5 mesi, i casi totali sono stati 71 in 58 aziende. L'Istituto è disponibile per eventuali richieste di chiarimento e supporto clinico diagnostico qualora fosse necessario approfondire eventuali casi sospetti. Il sospetto di PED si deve avanzare quando compare improvvisamente una forma enterica caratterizzata da diarrea liquida e profusa e diffusione rapida tra suini dello stesso settore e tra capannoni contigui. Normalmente la morbilità è molto elevata (80-100%) mentre la mortalità è molto bassa o assente nei riproduttori e nei grassi ed elevata nei suini sottoscrofa e in svezzamento. Un episodio sospetto si può considerare accertato quando un riscontro di laboratorio con evidenziazione di positività per coronavirus mediante RT PCR e/o ELISA. Di seguito verrà effettuata la tipizzazione del ceppo al fine di monitorare l'eventuale circolazione di nuovi ceppi. I campioni possono essere conferiti alle Sezioni Diagnostiche IZSLER. PED_NOTA_DELLA_REGIONE_LOMBARDIA.pdf363.59 KB AGGIORNAMENTO_A_CURA_DELLIZSLER.pdf267.78 KB Fonte: AETHINA TUMIDA COLEOTTERO PARASSITA DEGLI ALVEARI AGGIORNAMENTO Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana Unità Operativa Apicoltura Aggiornamento su Aethina tumida – video: http://www.izslt.it/apicoltura/aggiornamento-su-aethina-tumida-video/ Aethina tumida è un coleottero parassita degli alveari, esotico nell’intera Unione europea, in grado di determinare notevoli danni, dal consumo delle scorte di polline e miele fino ad arrivare alla distruzione dell’intera covata. L’11 settembre il Centro di referenza nazionale per l’apicoltura dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie ha confermato il primo accertamento in Italia di Aethina tumida, presente in un nucleo esca nel comune di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria. Lo scorso 7 novembre dal Centro di referenza nazionale per l’apicoltura dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie il primo caso di Aethina tumida in Sicilia in provincia di Siracusa. Scarica la presentazione del dott. Giovanni Formato Scarica la scheda tecnica su Aethina tumida Indicazioni sulla attività di sorveglianza nelle Regioni in cui non è stata rilevata la presenza di Aethina Tumida – nota del Ministero della Salute Scheda informativa sul Beetle Blaster Accertamento della presenza di Aethina Tumida in Calabria – nota del Ministero della Salute Aggiornamenti relativi alla presenza di Aethina Tumida in Calabria- nota del Ministero della Salute Focolai ufficiali al 29/12/2014 – fonte: IZSVe – http://www.izsvenezie.it/aethina-tumida-initalia-2014/ NB PER SCARICARE AGEVOLMENTE LE PUBBLICAZIONI SI CONSIGLIA DI TENERE APERTO GOOGLE.