La luce nell’arte
L’universo sconfinato e
l’abbraccio con l’io
Come ha avuto modo di affermare Maria Antonietta Crippa in uno studio relativo
alle connessioni esistenti tra luce, uomo e cosmo, occorre essere consci che
l'occhio apre l'uomo alla percezione dell'infinito, alla costruzione di un mondo di
immagini che gli permettono di pensarlo, di contenerlo in un certo senso dentro di
sé e, quindi, di poterne esplorare il significato. Tuttavia occorre altresì riconoscere
che l'infinitesima particella, che è l'uomo nel cosmo, è protetta da una dimora,
qualcosa di analogo alla dimora che l'occhio è per la luce. L'universo sconfinato è
altrimenti luce abbacinante, silenzio ineludibile, sproporzione.
L'uomo è un frammento di materia cosmica cosciente, per questo è capace, per
tentativi, di costruirsi in esso una dimora. La casa è un suo prodotto, come gli
oggetti dei quali si serve quotidianamente.
William Gongdon, Venice n. 3, The Santa
Barbara Museum of Art,, Santa Barbara
René Magritte, L’empire des lumierès,
collezione privata
II suo fabbricare tuttavia, per essere in armonia con il cosmo opera divina, deve
rispondere costantemente ad un criterio fondamentale: “Mentre il ciclo della
creazione parte da Dio - ha scritto l'architetto e monaco benedettino Van der Laan
il ciclo del nostro fabbricare non ha il suo inizio nel nostro intelletto, ma nella
natura creata, dalla quale attingiamo la materia limitata e la gamma limitata
delle forme e delle grandezze. Inizialmente il nostro intelletto viene reso attivo in
primo luogo dalla percezione delle cose naturali; è poi reso attivo anche dalla
percezione delle case che costruiamo noi. Ma le forme della natura restano sempre
il punto di partenza oggettivo del nostro fabbricare”.
II misterioso movimento circolare tramite i1 quale la capacità di comprensione
del senso del mondo, da parte dell'uomo, evolve tramite la costruzione della sua
dimora e dei suoi oggetti, è analogo, dice ancora Van der Laan, alla grande
immagine del “ciclo della creazione stessa, in cu il Creatore trova la propria gloria
in tutto ciò che Egli ha creato”.
La casa dell'uomo, la casa della sua famiglia, è come la lucente, divina, sera del
mondo.
È il mondo, piccolo e grande al tempo stesso come la sua coscienza, dove Dio è il
centro, il suo principale, anzi unico interlocutore del cosmo intero. Nella dimora
che si costruisce l'uomo incontra sempre Dio, se resta aderente alla realtà che Dio
stesso ha creato, alla sua natura, se non ne dissipa o ne nega la luce. Non la luce
intellettuale, ma quella che muovendo dalle cose all'occhio, e viceversa, mette
tutto in rapporto.
Vincent van Gogh, Notte stellata, The Museum
of Modern Art, New York