1 Le fonti musicali in Piemonte, vol. I, Torino, a cura di Annarita

Le fonti musicali in Piemonte, vol. I, Torino, a cura di Annarita Colturato, Lucca, Libreria
Musicale Italiana - Torino, Regione Piemonte, 2006 - XLIII, 472 p. (ill.) ; 24 cm. - (Cataloghi
di fondi musicali del Piemonte, 4). - ISBN 88-7096-443-4. - Euro 50
di Annarita Colturato
997 d.C.: chi volesse ricostruire le vicende musicali di Torino dovrebbe partire da qui, dall’anno a
cui secondo alcuni storici risale la prima attestazione dell’esistenza, presso una delle tre basiliche
che daranno origine al Duomo, di una scuola di fanciulli cantori che accompagnano i canonici nelle
salmodie al suono dell’organo. Trascorreranno oltre quattro secoli prima che il vescovo Ludovico di
Romagnano trasformi la scuola in un organismo (quello che - come altrove - si chiamerà Collegio
degli Innocenti) dotato di regole e statuti. L’atto di fondazione data 31 ottobre 1450; già a maggio,
però, i pueri cantores hanno forse avuto modo di esibirsi dinanzi a Guillaume Dufay, di passaggio
in città insieme ad alcuni monaci.
Torino è entrata nel frattempo a far parte del Ducato di Savoia e nel 1563 spodesta Chambéry dal
ruolo di capitale, trovandosi a ospitare una corte destinata a grandi imprese (il duca di Savoia sarà
incoronato re di Sicilia nel 1713, di Sardegna nel 1720, d’Italia nel 1861) e proprietaria della più
venerata tra le reliquie della cristianità, una corte che affida anche alle istituzioni e agli eventi
musicali il compito di contribuire al consolidamento e alla crescita del proprio prestigio
internazionale. Fondamentali si rivelano in questo senso gli stessi legami dinastici, come il
matrimonio nel 1619 tra Vittorio Amedeo di Savoia e Cristina di Francia (sorella di Luigi XIII), che
implica un riassetto tutto francese della Cappella Ducale, istituita da Emanuele Filiberto al
momento del trasferimento della capitale sul modello di quella - già rinomata - attiva a Chambéry
dal secolo precedente; gli scambi di musicisti si fanno via via più fitti e al repertorio per la camera
del principe (che aveva impegnato compositori come Pietro Vecoli, Enrico Radesca, Filippo Albini
e Sigismondo D’India), alle feste, alle piscatorie e ai tornei si affiancano i ballets de cour di Filippo
d’Agliè, tanto sontuosi da meritare in qualche caso una ripresa parigina. Poco più di un secolo e la
Cappella - Regia dal 1714 - verrà giudicata dalle personalità di passaggio a Torino una delle
migliori del mondo e conterà nelle sue file virtuosi come Giovanni Battista Somis, Gaetano Pugnani
e Giovanni Battista Viotti, esponenti di una tradizione violinistica che farà scuola in Europa.
Il Settecento è anche l’età d’oro dei teatri: dopo aver occupato per oltre un secolo spazi più o meno
effimeri, a partire dal 26 dicembre 1740 il dramma per musica (peraltro affermatosi in Piemonte con
un certo ritardo) trova finalmente nel Nuovo Teatro Regio una sede adeguata non solo a ospitare le
prime rappresentazioni assolute di opere di Gluck, Jommelli o Traetta ma anche a celebrare
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degnamente una corte sempre più ambiziosa; e se il Regio costituisce il teatro dell’ufficialità, dei
virtuosismi canori e dello sfarzo scenografico concentrati nella breve stagione di carnevale, è il
Carignano, attivo con alterne fortune dagli inizi del secolo, a ottenere la palma del teatro più
dinamico, capace di mettere in scena lungo tutto il corso dell’anno una tragedia di Racine come una
commedia di Marivaux, un dramma giocoso di Paisiello come un opéra-comique di Grétry o uno
spettacolo di marionette.
La fuga di Carlo Emanuele IV, nel dicembre del 1798, consegna Torino ai Francesi, infliggendo alle
istituzioni musicali un colpo dal quale si riprenderanno a stento: sciolte la Regia Cappella e la
Cappella Metropolitana, la Nobile Società dei Cavalieri, che dal 1727 gestisce gli spettacoli per
conto dei sovrani, lascia l’incarico impresariale a due «cittadini»; il Teatro Regio, ridotto dapprima
a deposito di granaglie, cambia nome assumendo nell’ordine quelli di Teatro Nazionale, Grand
Théâtre des Arts e Théâtre Impérial; i Te Deum celebrano in Duomo le vittorie militari di
Napoleone; le feste escono dai luoghi deputati per raggiungere la periferia, coinvolgendo la
popolazione in balli, iniziative benefiche, competizioni sportive.
Nel 1814 Vittorio Emanuele I abroga tutte le leggi e i provvedimenti approvati dal governo
francese, restaurando la situazione, anche musicale, precedente all’occupazione della città. Il
quadro, tuttavia, è mutato notevolmente: laddove i teatri di Milano, Napoli e Venezia tengono a
battesimo i lavori degli operisti più celebri, il Regio deve accontentarsi di compositori di secondo
piano, demandando alcuni dei titoli più interessanti ai teatri che nel corso del tempo affiancano la
storica sala del Carignano (il D’Angennes, il Sutera, poi Rossini, il Gerbino, il Nazionale, il Vittorio
Emanuele), mentre la Regia Cappella e la Cappella Metropolitana restano estranee a un sistema
produttivo che finirà per decretarne la soppressione. Parallelamente a quanto avviene in altri ambiti
culturali, è invece il fenomeno dell’associazionismo ad acquisire un ruolo sempre più rilevante: nel
1814 nasce l’Accademia Filarmonica, sede di una scuola gratuita di canto che preannuncia
l’istituzione, nel 1866, del Liceo Musicale (dal 1936 Conservatorio); seguono, da metà secolo, la
Società Piofilarmonica per gli Stati Sardi, la Società Torinese del Quartetto, la Società Filarmonica,
le società di mutuo soccorso tra musicisti, l’Accademia di Canto Corale “Stefano Tempia”, tuttora
attiva.
Con l’Unità d’Italia, Torino deve affrontare il trauma del trasferimento della capitale e
dell’abbandono da parte di quella corte che per secoli ha garantito l’esistenza delle principali
istituzioni musicali cittadine. Quasi paradossalmente gli anni Settanta sono però tra i più carichi di
fermenti: nel 1872 prendono avvio i Concerti Popolari, modellati sui Concerti Pasdeloup di Parigi;
dal 1877 a fine secolo l’ex teatro di corte, ormai municipalizzato, allestisce le principali opere di
Wagner e le prime assolute delle pucciniane Manon Lescaut e La Bohème; e all’Esposizione
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Generale Italiana del 1898 Arturo Toscanini dirige l’Orchestra Municipale (primo complesso
sinfonico stabile della penisola) in quarantatré concerti durante i quali si ascoltano musiche di
Brahms, Čajkovskij, Dvořák.
Nel primo Novecento, poi, la città è un brulicare di iniziative: all’Esposizione Internazionale
dell’Industria e del Lavoro del 1911, nel cinquantenario del Regno d’Italia, sul podio della
Municipale salgono compositori come Elgar, Debussy e d’Indy; nel 1924 Schoenberg dirige il
Pierrot lunaire nelle stagioni di concerti organizzate dalla Pro Cultura Femminile, provvista dal
1919 di una Sezione Musicale Autonoma; il 1925 assiste all’istituzione della prima cattedra
universitaria italiana di storia della musica (titolare Alberto Gentili) e alla nascita, nell’edificio
dell’ex Teatro Scribe, del Teatro di Torino, che ospiterà tra l’altro i Ballets russes di Djagilev; in
campo editoriale, alla «Rivista musicale italiana», fondata da Giuseppe Bocca, seguono «Santa
Cecilia» di Capra e Rostagno e «Il pianoforte» di Guido M. Gatti (dal 1928 «La rassegna
musicale»).
Caduto il regime fascista, la città si trova a fare i conti con le macerie del Teatro Regio, distrutto da
un incendio divampato nella notte tra l’8 e il 9 febbraio 1936, e di tanti luoghi cari al pubblico
danneggiati o rasi al suolo dai bombardamenti: il Regio, la cui programmazione prosegue (fatto
salvo il periodo bellico) in altre sedi, riaprirà solo nel 1973; ma nel frattempo l’Orchestra Sinfonica
e il Coro di Torino della RAI (che dal 1932 organizzano stagioni pubbliche di concerti) riprendono,
dopo una breve parentesi veneziana, a contribuire in modo determinante alla diffusione del
repertorio sinfonico, mentre vedono la luce iniziative come l’Unione Musicale Studentesca, il
Circolo Toscanini, la Camerata Casella, Antidogma Musica, il festival Settembre Musica. Il resto
(la nascita, nel 1994, dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, che riunisce i musicisti delle
preesistenti Orchestre RAI di Torino, Milano, Roma e Napoli; l’inaugurazione dell’Auditorium del
Lingotto, opera di Renzo Piano, ecc.) è cronaca di questi anni.
La ricerca delle fonti musicali
Ripercorrere, seppure d’un fiato, le vicende di una tradizione musicale millenaria e degli uomini che
nei secoli si sono passati idealmente il testimone consegnato da un gruppetto di pueri cantores
significa confrontarsi con le tracce e le testimonianze che quelle vicende hanno lasciato, talvolta
loro malgrado; e significa accorgersi che spesso, in quanto relative a un’arte per lungo tempo
vittima di un rapido consumo, molte di quelle testimonianze sono state oggetto di una dispersione
massiccia o, al pari del materiale giunto a Torino più o meno fortunosamente, sono ancora
trascurate e relegate in luoghi inaccessibili.
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D’altronde, se ci si sofferma in particolare sulle fonti musicali manoscritte e a stampa, non si può
non notare come, fino al secondo dopoguerra, la loro stessa segnalazione fosse sostanzialmente
limitata alla Biblioteca Nazionale Universitaria.1 La situazione mutò radicalmente a partire dal 1952
quando, per iniziativa della Société Internationale de Musicologie e dell’Association Internationale
des Bibliothèques Musicales (e sotto gli auspici dell’International Music Council dell’UNESCO),
fu istituito a Parigi il Répertoire International des Sources Musicales (RISM); al lavoro del RISM si
affiancò dal 1965 l’attività dell’Ufficio Ricerca Fondi Musicali (URFM) aperto a Milano da
Claudio Sartori, dando definitivo impulso a un settore che da allora ha assistito a un rapido e
costante incremento.
Proprio a Sartori si deve tra l’altro il primo tentativo di censimento sistematico dei fondi musicali
conservati nelle biblioteche e negli archivi italiani; pubblicata nel 1971, l’indagine riguardava 352
istituzioni, otto delle quali torinesi.2 Il censimento condotto nel frattempo a livello internazionale
dal RISM portò, l’anno successivo, alla pubblicazione di un volume dedicato alle biblioteche
spagnole, francesi, italiane e portoghesi; tra le 438 istituzioni italiane pubbliche e private presenti
figuravano dieci istituzioni torinesi.3 Da allora il patrimonio musicale italiano - uno dei più ingenti e
variegati al mondo, in ragione della complessa realtà storico-culturale della penisola - è stato
oggetto di ricerche che hanno visto e vedono decine di studiosi impegnati a setacciare biblioteche e
archivi alla ricerca di fondi non censiti; nell’ultima mappa nazionale di cui disponiamo, corredata di
un ricco apparato bibliografico, le istituzioni e le collezioni private torinesi sono ventisette su oltre
1900.4
Nel corso degli anni, a quelle nazionali si sono intrecciate importanti iniziative regionali. Risale al
1971 la costituzione a Torino, presso il Conservatorio di Musica, del Fondo “Carlo Felice Bona”,
1
Cfr. ad esempio ROBERT EITNER, Biographisch-bibliographisches Quellen-Lexikon der Musiker und Musikgelehrten
der christlichen Zeitrechnung bis zur Mitte des neunzehnten Jahrhunderts, Leipzig, Breitkopf & Härtel, 1900-4 (2. ed.,
Graz, Akademische Druck- und Verlagsanstalt, 1959-60); ALBANO SORBELLI, Inventari dei manoscritti delle
biblioteche d’Italia, opera fondata da Giuseppe Mazzatinti, vol. 28, Torino, Firenze, Olschki, 1922; ATTILIO CIMBRO,
Città di Torino. R. Biblioteca Nazionale, Parma, Officina Grafica Fresching, 1928 (A. VI, serie XII del Catalogo delle
opere musicali teoriche e pratiche di autori vissuti sino ai primi decenni del secolo XIX, esistenti nelle biblioteche e
negli archivi pubblici e privati d’Italia).
2
Cfr. CLAUDIO SARTORI, Le biblioteche italiane, in «Fontes artis musicae», vol. XVIII, n. 3, 1971, pp. 93-157: 149-51
(tra le collezioni private elencate a p. 157 compare, relativamente a Torino, solo quella dell’ing. Graglia).
3
Cfr. Répertoire International des Sources Musicales, Serie C, Directory of Music Research Libraries, vol. 3, Spain,
France, Italy, Portugal, a cura di Rita Benton, Iowa City, The University of Iowa, 1972, pp. 266-70.
4
Cfr. Clavis Archivorum ac Bibliothecarum Italicarum ad Musicam Artem Pertinentium (CABIMUS). Guida alle
biblioteche e agli archivi musicali italiani con la relativa bibliografia musicologica, a cura di Giancarlo Rostirolla, con
la collaborazione di Luciano Luciani, Roma, IBIMUS, 2004, pp. 754-70, 993-1000 (per il dettaglio dei censimenti
effettuati negli ultimi anni si veda l’introduzione di Rostirolla, Biblioteche, archivi e musei italiani che conservano
manoscritti, edizioni e documenti musicali (ma a volte anche strumenti, nastri e dischi): risultati di un nuovo
censimento, pp. XIX-XLI).
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che permise di avviare la pubblicazione dei Monumenti di musica piemontese e della collana di
quaderni di studi musicali Il gridelino (dal titolo del balletto di Filippo d’Agliè rappresentato alla
corte sabauda nel 1653) e promuovere attività di raccolta e catalogazione di musiche manoscritte e a
stampa di autori piemontesi o attivi in Piemonte.
Sull’onda di quanto avvenuto in altre regioni italiane, nel 1986 vide poi la luce l’Associazione
Piemontese per la Ricerca delle Fonti Musicali, che si proponeva - come si legge all’articolo 2 dello
Statuto - «di procedere alla inventariazione, schedatura e catalogazione del patrimonio bibliografico
musicale della Regione Piemonte nonché di favorire ogni attività di studio e ricerca riguardante la
cultura e la civiltà musicale del Piemonte, in adesione ai principi generali costitutivi ed alle esigenze
del RISM - Répertoire International des Sources Musicales - ed in stretta collaborazione scientificomusicologica sia con l’Ufficio Ricerca Fondi Musicali di Milano sia con la Società Italiana di
Musicologia».
Alla necessità di disporre di un censimento delle fonti musicali conservate nelle biblioteche e negli
archivi piemontesi, l’Associazione fece fronte promuovendo un tentativo di ricognizione
sistematica del patrimonio musicale regionale. L’esito insoddisfacente dell’iniziativa (delle 84
istituzioni interpellate, 69 non risposero e solo sette dichiararono di possedere documenti di
interesse musicale) rese tuttavia chiaro che operazioni del genere potevano avere successo solo se
condotte nell’ambito di un disegno organico e di un progetto istituzionalmente autorevole.
La svolta decisiva in tal senso avvenne il 20 gennaio 1999, quando la Regione Piemonte e l’Istituto
per i Beni Musicali in Piemonte (erede, dal 1992, dell’Associazione Piemontese per la Ricerca delle
Fonti Musicali) stipularono una convenzione (rinnovata e ampliata il 1° agosto 2002) per la
realizzazione di attività di tutela e valorizzazione del patrimonio musicale subalpino.
In base alla convenzione, la Regione Piemonte assegnava all’Istituto (riconosciuto ai sensi della
L.R. 49/84 ente di rilievo regionale) le funzioni di centro rete di un sistema bibliografico regionale,
affidandogli i seguenti compiti: la ricognizione e descrizione dei fondi musicali per aree
geografiche sino alla copertura dell’intero territorio piemontese; l’inventariazione e/o catalogazione
dei libretti, dei manoscritti e delle edizioni musicali appartenenti alle raccolte individuate;
l’attuazione di iniziative finalizzate alla valorizzazione del patrimonio (pubblicazione di repertori
bibliografici, cataloghi, atti di convegni, partiture ecc.; realizzazione di incisioni discografiche di
musiche di autori piemontesi o conservate in Piemonte; organizzazione e consulenza scientifica per
mostre e convegni; partecipazione a progetti in collaborazione con enti e istituzioni internazionali;
collaborazione con istituti universitari per progetti formativi in campo musicale).
La catalogazione del patrimonio conservato nelle biblioteche e negli archivi del Piemonte aveva del
resto costituito da subito una delle attività fondamentali dell’Associazione Piemontese per la
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Ricerca delle Fonti Musicali prima e dell’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte poi,
concretizzandosi nella pubblicazione di una nutrita serie di cataloghi.5 Rifuggendo da un’«inerte e
in sé improduttiva opera di registrazione catastale e archivistica» ed estendendo i propri interessi
agli strumenti musicali, ai documenti sonori, iconografici, d’archivio e a quant’altro potesse essere
utile allo studio della musica in Piemonte, l’Istituto scelse inoltre di affiancare all’indispensabile
opera di ricognizione del patrimonio la promozione di iniziative tese a ricostruirne la storia e a
ricavarne un repertorio di conoscenze in cui i termini «cultura» e «civiltà» musicale citati nello
Statuto potessero non essere interpretati come «nature morte»:6 da qui la pubblicazione, sotto la
direzione di Alberto Basso, di collane di studi (Il gridelino, Biblioteca dell’Istituto per i Beni
Musicali in Piemonte, Le chevalier errant), musicali (Corona di delizie musicali) e discografiche
(Tesori del Piemonte, Galleria armonica del Piemonte) o il patrocinio a imprese editoriali
prestigiose.
La convenzione con la Regione, che peraltro aveva fornito anche in precedenza l’appoggio a molte
delle iniziative citate, non poteva che dare un nuovo, più potente impulso ai vari progetti. E mentre
le attività di catalogazione (con il software SBN Musica) e di inventariazione (con Guarini Beni
Librari) si sono concentrate in particolare sulle grandi raccolte di libretti e sui fondi musicali delle
istituzioni ecclesiastiche, che spesso conservano materiale non inventariato e bisognoso di
tempestivi interventi di tutela, il censimento ha riguardato l’intero territorio regionale, impegnando
una quarantina di musicologi, dottorandi, laureati e laureandi in discipline musicologiche, per un
totale di oltre trecento istituzioni della più varia natura attualmente censite nelle otto province
piemontesi. Per inciso vale la pena di sottolineare che, a differenza di quanto è talvolta accaduto a
5
Cfr. ISABELLA FRAGALÀ DATA - ANNARITA COLTURATO, Raccolta Mauro Foà - Raccolta Renzo Giordano,
introduzione di Alberto Basso, Roma, Edizioni Torre d’Orfeo, 1987; ISABELLA FRAGALÀ DATA, L’encomio discreto.
Catalogo delle musiche encomiastiche e celebrative della Biblioteca Reale di Torino, Torino, Centro Studi Piemontesi Fondo “Carlo Felice Bona” - Associazione Piemontese per la Ricerca delle Fonti Musicali, 1991; ANNARITA
COLTURATO, Le opere musicali della Biblioteca Santa Rosa. Catalogo, Torino, Istituto per i Beni Musicali in Piemonte,
1993; ENRICO DEMARIA, Il fondo musicale del Castello di Racconigi. Catalogo, Torino, Istituto per i Beni Musicali in
Piemonte, 1993; ISABELLA DATA, Riserva musicale, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1995; BRUNO
RAITERI, Il fondo musicale “Angelo Tamborini” a Trino, Trino, Città di Trino, 1995; FRANCESCA ROMANA
SCARDACCIONE, Le opere musicali nelle carte del Ministero della Real Casa. Catalogo, Torino, Istituto per i Beni
Musicali in Piemonte, 1996; ALBERTO VIARENGO, La musica manoscritta del Civico Istituto Musicale Brera di Novara.
Catalogo con introduzione storica, Torino, Centro Studi Piemontesi - Istituto per i Beni Musicali in Piemonte, 1999;
ANNARITA COLTURATO, La Raccolta Foà-Giordano della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino. Catalogo della
musica a stampa, Milano, Electa, 2001. Nella collana Cataloghi di fondi musicali del Piemonte pubbicata a Lucca dalla
LIM: ENRICO DEMARIA, Il fondo musicale della Cappella Regia Sabauda, introduzione di Marie-Thérèse BouquetBoyer, 2000; ID., Il fondo musicale della Cappella dei Cantori del Duomo di Torino, introduzione di Marie-Thérèse
Bouquet-Boyer, 2001; ENRICO BOGGIO, Il fondo musiche dell’Archivio Borromeo dell’Isola Bella, introduzione di
Stefano Baldi, 2004.
6
ALBERTO BASSO, Per una valorizzazione del patrimonio musicale subalpino. Le attività dell’Associazione Piemontese
per la Ricerca delle Fonti Musicali e del Fondo “Carlo Felice Bona” del Conservatorio di Torino, in Miscellanea di
studi 1, a cura di Alberto Basso, Torino, Centro Studi Piemontesi - Fondo “Carlo Felice Bona”, 1988, pp. 9-33: 14-5.
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livello nazionale, il progetto piemontese si è potuto avvalere della proficua collaborazione con i
Conservatori di Musica e le Università, in particolare con la Facoltà di Scienze della Formazione
(Corso di Laurea in Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo - DAMS) dell’Università
degli Studi di Torino, con cui l’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte ha stipulato una
convenzione.
Va da sé che, avendo stabilito di affiancare alla base di dati informatica che man mano si va
implementando una serie di volumi tali da costituire una guida alla scoperta (o alla riscoperta) del
patrimonio musicale piemontese, l’onore dell’inaugurazione toccasse a Torino, che di quel
patrimonio è la massima depositaria.7
Il nuovo censimento
Il censimento dei fondi musicali piemontesi avviato a seguito della convenzione del 1999 prevede
l’adozione del Sistema Informativo della Direzione Beni Culturali della Regione Piemonte (SIRe),
con cui vengono gestite tra l’altro le banche dati e le procedure riguardanti musei, archivi e
biblioteche.8 Il sistema fornisce una sorta di carta d’identità delle istituzioni, con cenni storici e
notizie sulle modalità di accesso e sugli strumenti di ricerca relativi alle collezioni, e una
ricognizione dei singoli fondi di ciascuna istituzione che include informazioni sulla loro
costituzione, sui materiali contenuti e una bibliografia di riferimento. Nel volume i dati immessi nel
sistema sono stati elaborati secondo il seguente schema:
Denominazione dell’istituzione
Indirizzo
Telefono - Fax
E-mail
Sito Internet
Codice Anagrafe delle Biblioteche Italiane
Sigla RISM
Ente di appartenenza
Cenni storici
Orario di apertura
Accesso
Periodo di chiusura annuale
Servizi
Adesione a SBN
Bibliografia.
Denominazione della raccolta o del fondo
Documenti musicali o di interesse musicale
- manoscritti
7
Il secondo volume, attualmente in preparazione a cura di Diego Ponzo, riguarderà Cuneo e provincia.
8
Nato nel 1993, SIRe è stato realizzato secondo un piano che investe in particolare la sfera di attuazione della L. 241/90
sulla trasparenza dell’attività amministrativa degli enti pubblici.
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7
o musica (quantità, genere, datazione)
o liturgico-musicali (quantità, datazione)
o testi per musica (quantità, genere, datazione)
o lettere (quantità, datazione)
- edizioni
o musica (quantità, genere, datazione)
o liturgico-musicali (quantità, datazione)
o testi per musica (quantità, genere, datazione)
- iconografia musicale (quantità, tipologia)
- documenti sonori e audiovisivi (quantità, tipologia)
- strumenti musicali (quantità)
Inventari
Cataloghi
Norme di catalogazione
Condizione del materiale
Note
Storia e descrizione della raccolta o del fondo
Bibliografia.
Diversamente da quanto è perlopiù accaduto nei precedenti censimenti del patrimonio musicale
italiano, la ricognizione prende quindi in esame le singole raccolte e i singoli fondi conservati nelle
varie istituzioni, con l’ambizione - quando sia possibile - di ricostruirne le vicende, descriverne le
caratteristiche, segnalarne i documenti più rari e gli autori più ricorrenti. Nel caso di istituzioni prive
di specifici fondi o raccolte musicali, la scheda è riferita all’insieme del patrimonio musicale o di
interesse musicale.
Quanto alla tipologia dei materiali censiti, sono inclusi i libretti, i documenti sonori e audiovisivi, le
fonti iconografiche e gli strumenti musicali, questi ultimi presenti in numero consistente nelle
istituzioni torinesi a testimonianza non solo di una tradizione liutaria che vantò nomi come
Guadagnini e Pressenda ma dell’interesse per la musica popolare ed extraeuropea di singoli
collezionisti e ordini missionari. L’indagine non ha invece riguardato la letteratura secondaria
(monografie e periodici sulla musica), anche se va precisato che nella parte storico-descrittiva delle
schede relative alle singole raccolte e ai singoli fondi censiti, il volume dà conto, seppure
limitatamente ai casi più ragguardevoli, anche di questo tipo di materiali.
I censimenti delle istituzioni musicali torinesi svolti negli ultimi anni fotografavano la seguente
situazione:9
Denominazione
Archivio dell’Accademia Filarmonica
Archivio Capitolare del Duomo (S. Giovanni Battista) e Archivio Arcivescovile
Archivio della Curia Metropolitana
1971 1972 1993 2004
x
x
x
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x
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x
x
x
9
La seconda colonna (1971) fa riferimento a C. SARTORI, Le biblioteche italiane cit.; la terza (1972) al Répertoire
International des Sources Musicales, Serie C, Directory of Music Research Libraries cit.; la quarta (1993) a Biblioteche
e archivi musicali italiani: una nuova mappa, a cura di Giancarlo Rostirolla, suppl. dell’Annuario musicale italiano, 5.
ed., Roma, CIDIM, 1993, pp. 693-845: 747-8, 758; la quinta (2004) a Clavis Archivorum ac Bibliothecarum Italicarum
ad Musicam Artem Pertinentium (CABIMUS) cit.
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8
Archivio Musica della RAI - Radiotelevisione Italiana
Archivio di Stato
Archivio Storico della Città di Torino
Biblioteca dell’Accademia delle Scienze
Biblioteca e Archivio Storico del Teatro Regio
Biblioteca dell’Associazione ARCI Nuova (Archivio del Circolo Toscanini)
Biblioteca della Basilica di Superga
Biblioteca del Circolo degli Artisti
Biblioteca Civica Falchera
Biblioteca Civica Musicale Andrea Della Corte
Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica Giuseppe Verdi
Biblioteca del Dipartimento di Discipline Artistiche, Musicali e dello Spettacolo
(Università degli Studi di Torino)
Biblioteca della Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana
Biblioteca dell’Istituto Internazionale Don Bosco
Biblioteca dell’Istituto Salesiano Valsalice
Biblioteca Nazionale Universitaria
Biblioteca Provinciale dei Frati Minori Cappuccini
Biblioteca della RAI - Radiotelevisione Italiana
Biblioteca Reale
Biblioteca del Seminario Arcivescovile
Biblioteca della Società Pro Cultura Femminile
Biblioteca Storica della Provincia di Torino
Museo Civico - Biblioteca di Storia dell’Arte (Museo Civico d’Arte Antica)
Biblioteca privata Giorgio Fanan
Biblioteca privata Graglia
Biblioteca privata eredi Massimo Mila
Biblioteca privata Felice e Margherita Quaranta
Biblioteca privata Strona
Biblioteca privata Mercedes Viale Ferrero
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Compito del nuovo censimento è stato innanzitutto quello di aggiornare e verificare sul campo le
informazioni trasmesse dalle ricognizioni precedenti. Rispetto alle istituzioni citate nella tabella, ad
esempio, nel volume non si trovano: la Biblioteca dell’Istituto Salesiano Valsalice, il cui materiale
musicale è stato trasferito presso la Biblioteca Centrale Salesiana di Roma; la Biblioteca della
Società Pro Cultura Femminile, giunta alla Biblioteca Civica Centrale di Torino a seguito del
recente scioglimento del sodalizio e attualmente non consultabile; la Biblioteca privata Giorgio
Fanan, ora a Fratta Polesine (Rovigo); la Biblioteca privata Graglia, di cui si è persa traccia; la
Biblioteca privata eredi Massimo Mila, acquistata il 3 febbraio 2000 dalla Biblioteca Nazionale
Centrale di Firenze; la Biblioteca privata Felice e Margherita Quaranta, in parte donata alla
Biblioteca Civica Musicale “Andrea Della Corte”, in parte conservata da alcuni eredi fuori Torino;
la Biblioteca privata Strona. Avendo inoltre verificato la scarsa rilevanza del patrimonio di interesse
musicale di gran parte delle biblioteche civiche decentrate (patrimonio costituito perlopiù da dischi
di popular music, periodici correnti di carattere divulgativo, edizioni economiche di libretti) si è
scelto di non includerle nel volume; ne risulta dunque estromessa anche la Biblioteca Civica
Falchera.
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Parallelamente alle operazioni di verifica delle informazioni, si è proceduto alla ricognizione diretta
dei fondi nelle biblioteche e negli archivi già segnalati e all’indagine capillare - come altrove resa
possibile anche da una fitta rete di conoscenze personali e talvolta ostacolata dall’inagibilità dei
locali o da reticenze più o meno manifeste - delle istituzioni che, pur assenti nei censimenti
precedenti, potevano conservare materiale di qualche interesse (per tipologia, destinazione ecc. e
indipendentemente dalla quantità o dalla datazione). Il numero delle istituzioni e delle collezioni
pubbliche e private censite è così salito a 75 (per un totale di 172 tra doni, raccolte e fondi):
1
2
3
4
5
6
7
8
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10
11
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13
14
15
16
17
18
19
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21
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25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
Archivio dell’Accademia di Canto Corale Stefano Tempia
Archivio dell’Accademia del Santo Spirito
Archivio di Antidogma Musica
Archivio Arcivescovile
Archivio dell’Associazione Regionale Piemontese Bande Musicali Autonome e gruppi vari associati A.R.B.A.G.A
Archivio della Confraternita del SS. Sudario
Archivio della Corale Universitaria di Torino
Archivio della Fanfara della Brigata Alpina Taurinense
Archivio Musica della RAI - Radiotelevisione Italiana
Archivio Musicale dell’Accademia Filarmonica
Archivio dell’Orchestra Filarmonica di Torino
Archivio di Stato di Torino
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Biblioteca dell’Archivio di Stato di Torino
Archivio Storico della Città di Torino
Archivio Storico-Musicale del Circolo “A. Toscanini”
Archivio delle Tradizioni e del Costume Ebraici “Benvenuto e Alessandro Terracini” (Archivio Ebraico
Terracini)
Armeria Reale
Biblioteca dell’Accademia delle Scienze
Biblioteca, Archivi e Gabinetto Iconografico del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano
Biblioteca e Archivio dell’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea
“Giorgio Agosti”
Biblioteca e Archivio Storico del Teatro Regio
Biblioteca e Archivio per lo Studio delle Tradizioni Popolari
Biblioteca dell’Associazione Cantascuola
Biblioteca Bonaventura-Piras dell’Ordine dei Servi di Maria presso la Basilica di Superga
Biblioteca Braille del Centro regionale di documentazione per non vedenti
Biblioteca della Casa Madre Opere Don Bosco
Biblioteca Centrale della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Torino
Biblioteca del Centro Europeo di Cultura Folklorica
Biblioteca del Centro Salesiano di Documentazione Storica e Popolare Mariana
Biblioteca del Centro Teologico
Biblioteca del Circolo degli Artisti
Biblioteca Civica Centrale
Biblioteca Civica Musicale “Andrea Della Corte”
Biblioteca del Collegio Sacra Famiglia
Biblioteca del Collegio San Giuseppe
Biblioteca del Cottolengo - Seminario Tommasini - Piccola Casa della Divina Provvidenza
Biblioteca Culture e Missione
Biblioteca del Dipartimento di Discipline Artistiche, Musicali e dello Spettacolo dell’Università degli Studi di
Torino
Biblioteca del Dipartimento di Scienze dell’Educazione e della Formazione dell’Università degli Studi di Torino
Biblioteca della Famija Turinèisa
Biblioteca del Fogolar Furlan di Torino
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Biblioteca della Fondazione Luigi Einaudi
Biblioteca della Fondazione Luigi Firpo. Centro di studi sul pensiero politico
Biblioteca della Fondazione Tancredi di Barolo (Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia)
Biblioteca Internazionale di Cinema e Fotografia “Mario Gromo”
Biblioteca dell’Istituto Francesco Faà di Bruno
Biblioteca dell’Istituto Internazionale Don Bosco
Biblioteca Nazionale Universitaria
Biblioteca della Parrocchia di San Massimo
Biblioteca Provinciale di Filosofia San Tommaso d’Aquino - Sezione Domenicana
Biblioteca Provinciale dei Frati Minori Cappuccini
Biblioteca Reale
Biblioteca della Scuola di Applicazione
Biblioteca del Seminario Arcivescovile
Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte “Giuseppe Grosso”
Biblioteca dell’Ufficio Liturgico Diocesano
Centro La Salle
Centro Studi Vietnamiti
Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi”
58a
Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi”
Convento di S. Antonio da Padova
Istituto Arti e Mestieri
Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare
Museo delle Antichità Egizie
Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università degli Studi di Torino - Dipartimento di Biologia Animale e
dell’Uomo
Museo di Arti Decorative - Fondazione Pietro Accorsi
Museo Civico d’Arte Antica e Palazzo Madama
Museo Etnografico e di Scienze Naturali dell’Istituto Missioni Consolata
Museo Storico Nazionale d’Artiglieria
Teatro Gianduja - Compagnia marionette Lupi - Museo della Marionetta
Collezioni e raccolte private
Biblioteca Mercedes Viale Ferrero
Collezione Edoardo Capirone (già Collezione Ravasenga)
Collezione Dora Filippone
Collezione Lorenzo Girodo
Collezione di strumenti a pizzico
Collezione di strumenti a tastiera
Raccolta Francesco Malaguzzi
Per quanto non sia stato sempre possibile computare precisamente il materiale (basti pensare alla
difficoltà di censire singolarmente i libri liturgico-musicali disseminati nei fondi non musicali di
una biblioteca come la Nazionale Universitaria o di individuare le miniature, le incisioni, i disegni
di interesse musicale in biblioteche come la stessa Nazionale o la Reale), il patrimonio
“fotografato” ammonta a circa 20.000 manoscritti musicali, 150 tra codici e frammenti liturgicomusicali, una cinquantina di libretti manoscritti, oltre 8.000 lettere di interesse musicale; la musica a
stampa supera le 205.000 unità bibliografiche, i libri liturgico-musicali sfiorano quota 1.200, i
libretti a stampa sono più di 22.000, le fonti iconografiche circa 6.000, i documenti sonori e
audiovisivi 40.000, gli strumenti musicali di interesse storico o etnomusicologico alcune centinaia.
E si tratta di numeri che, considerata la natura di questo come degli analoghi progetti che hanno
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visto e stanno vedendo la luce in Italia negli ultimi anni, non potranno che essere ulteriormente
incrementati.
È un patrimonio che annovera materiali notissimi (gli autografi vivaldiani, i codici bobbiesi, le
scenografie di Juvarra ecc.) o ignoti ai repertori (tra gli altri, un esemplare del De institutione
musica di Boezio stampato a Venezia nel 1499, rinvenuto alla Biblioteca della Scuola di
Applicazione) e abbraccia decine di secoli, comprendendo gli strumenti musicali dell’antico Egitto,
i codici vergati a partire dall’XI secolo, gli incunaboli, le cinquecentine musicali, le lettere di Bach
o Beethoven come i primi libri di fiabe per bambini con i dischi in allegato, le raccolte di brani usati
per accompagnare i film muti, gli strumenti musicali africani e orientali: un patrimonio che questo
volume (corredato di 32 tavole a colori, una bibliografia di quasi 1.200 titoli e sei indici10)
contribuirà - secondo l’auspicio delle istituzioni promotrici - a far conoscere e a valorizzare.
La Biblioteca del DAMS
Vista la sede, forse non è inutile proporre qui, a titolo di esempio, la scheda redatta da Letizia Di
Bari relativamente alla Biblioteca del DAMS:11
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Biblioteca del Dipartimento di Discipline Artistiche, Musicali e dello Spettacolo dell’Università degli Studi
di Torino
Via Sant’Ottavio 20 - 10124 Torino
Telefono: + 39 011/6703527, 6703353 - Fax: + 39 011/8122802
E-mail: [email protected], [email protected]
Sito Internet: <http://hal9000.cisi.unito.it/wf/BIBLIOTECH/Umanistica/Biblioteca11/index.htm>
Codice Anagrafe Biblioteche Italiane: TO 0643
Sigla RISM: I-Tdams
Ente di appartenenza: Università degli Studi di Torino.
Cenni storici
Il Dipartimento venne istituito nel 1985. Vi confluirono le biblioteche degli ex Istituti di Storia dell’Arte della Facoltà di
Lettere e Filosofia (1908), di Storia dell’Arte medievale e moderna (1963) e di Storia del Cinema e dello Spettacolo
della Facoltà di Magistero (oggi Facoltà di Scienze della Formazione).12
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Per compositori, dedicatari ecc.; editori e stampatori; costruttori di strumenti; manoscritti; edizioni musicali non
segnalate nel RISM; libretti non segnalati in Sartori.
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Gli altri firmatari delle schede del volume sono, in ordine alfabetico: Stefano Baldi, Claudio Brosio, Silvia Caratti,
Paolo Cascio, Alfonso Cipolla, Annarita Colturato, Laura Corà, Andrea Donnini, Francesca Fraire, Simona Galetto,
Gabriele Gamba, Laura Gandellini, Cristina Ghirardini, Lorenzo Girodo, Linda Govi, Flavia Ingrosso, Vincenzo
Laterza, Benedetta Macario, Andrea Maggiora, Rosy Moffa, Francesca Odling, Clelia Parvopassu, Ugo Piovano, Diego
Ponzo, Paolo Ricolfi, Cristina Santarelli, Maria Letizia Sebastiani, Elena Timossi, Massimo Torta, Frédéric Zigante,
Ilaria Zuccaro.
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Nella Sala Lauree di questa Facoltà è esposto un dipinto settecentesco (68,5x86 cm), acquistato nel 1998 sul mercato
antiquario e privo di firma, che ritrae un anonimo fagottista. Sottoposto a pesanti interventi restaurativi, il dipinto
parrebbe di scuola bolognese. In attesa che esso sia fatto oggetto di uno studio accurato, ci si limita qui a segnalare che
tra i principali virtuosi dello strumento nel XVIII secolo figura Girolamo Besozzi (Parma, 17-IV-1704 - Torino, 9-V1775), fagottista della Regia Cappella di Torino dal 1731, e che nel carteggio tra il compositore Quirino Gasparini e
Giovanni Battista Martini, com’è noto anche collezionista di ritratti di musicisti, compaiono vari accenni a un suo
ritratto di cui si è persa traccia (si veda ad esempio la lettera di Gasparini a Martini datata Torino 30 luglio 1777 e
conservata al Civico Museo Bibliografico Musicale di Bologna con la segnatura I.21.78: «[…] spedisco final.te a V. P.
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12
Orario di apertura: da lunedì a venerdì dalle 9 alle 18.
Accesso: aperta a tutti.
Periodo di chiusura annuale: tutto il mese di agosto.
Servizi: informazioni bibliografiche; prestito: locale e interbibliotecario; riproduzioni: fotocopie.
Sezioni speciali: laboratorio audiovisivi (orario di apertura: da lunedì a venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 16);
fonoteca.
Adesione a SBN: dal 1993.
Bibliografia: Guida alle biblioteche dell’Università e del Politecnico di Torino, Torino, Regione Piemonte, 1979, p.
104; Annuario delle biblioteche italiane, Roma, Palombi, 1969-81, vol. 5, 1981, p. 56; Biblioteche in Piemonte, Torino,
Regione Piemonte, 1992, p. 88; Biblioteche e archivi musicali italiani: una nuova mappa, a cura di Giancarlo
Rostirolla, suppl. dell’Annuario musicale italiano, 5. ed., Roma, CIDIM, 1993, p. 748; Catalogo delle biblioteche
d’Italia. Piemonte, a cura del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali e della Regione Piemonte, Roma, ICCU Milano, Editrice Bibliografica, c1993 (stampa 1994), vol. 2, pp. 604-5; AMEDEO BENEDETTI, Gli archivi sonori.
Fonoteche, nastroteche e biblioteche musicali in Italia, Genova, Erga Edizioni, 2002, pp. 38-9; Clavis Archivorum ac
Bibliothecarum Italicarum ad Musicam Artem Pertinentium (CABIMUS). Guida alle biblioteche e agli archivi musicali
italiani con la relativa bibliografia musicologica, a cura di Giancarlo Rostirolla, con la collaborazione di Luciano
Luciani, Roma, IBIMUS, 2004, p. 769, n. 1511.
Documenti musicali o di interesse musicale esclusi da fondi singoli
- edizioni
o musica: ca 2.000 (Datazione: sec. XIX-XX)
o testi per musica: ca 200 (Datazione: sec. XX)
- documenti sonori e audiovisivi: ca 100 audiocassette; 3.500 LP; 3.100 CD; 230 videocassette; 30 DVD.
Inventari: cronologico d’ingresso.
Cataloghi: autore a schede; titoli a schede; informatico.
Norme di catalogazione: RICA; ISBD (M); ISBD (PM); GUIDA ALLA CATALOGAZIONE IN SBN. PUBBLICAZIONI
MONOGRAFICHE, PUBBLICAZIONI IN SERIE.
Condizione del materiale: buona.
Storia e descrizione
La biblioteca annovera attualmente circa 60.000 volumi, ma il suo patrimonio viene continuamente incrementato da
acquisti e doni. Trattandosi di una biblioteca universitaria, la maggior parte del patrimonio è rappresentata da studi
scientifici, opere di consultazione, periodici, collezioni di testi di cinema, teatro, arte e musica. La sezione musicale
comprende dizionari ed enciclopedie, repertori bibliografici, partiture, libretti d’opera, letteratura musicologica, un
centinaio di testate periodiche, metà delle quali correnti. La discoteca, che include le incisioni delle più significative
opere musicali dal Medioevo ai giorni nostri, offre la possibilità di ascoltare o visionare documenti sonori e audiovisivi
in loco.
Fondo Guido M. Gatti
- manoscritti
o musica: 4 (Genere: 2 vocale profana; 2 strumentale. Datazione: 1 sec. XVIII; 3 sec. XIX)
- testi per musica: 2 (Genere: 2 opera. Datazione: 2 sec. XX)
- edizioni
o musica: 5 (Genere: 1 vocale sacra; 1 vocale profana; 3 strumentale. Datazione: 1 sec. XVIII; 2 sec.
XIX; 2 sec. XX)
o testi per musica: 361 (Genere: 347 opera; 3 oratorio; 11 altro. Datazione: 30 sec. XIX; 331 sec. XX).
Cataloghi: autore a schede.
M.to R.da li ritratti de Sig.ri [Alessandro e Girolamo] Besozzi, e quello del fù [Andrea Stefano] Fiorè. Siccome il 2.do
frattello Besozzi Sig. Girolamo del fagotto morì anni sono, così non ho potuto aver ritratti di questi 2 frattelli, che di
quelli fatti in lor gioventù, onde questi gli furon fatti in Bologna del 29 in occasione che in S. Gio. in Monte suonarono
il concerto nella musica dell’Accademia, da un giovin pittore Torelli»; trascritta in MARINO ANESA, La celeste armonia.
Vita musicale a Gandino dal XVIII al XIX secolo, Gandino (BG), Comune di Gandino, 2001, p. 295. Va aggiunto
tuttavia che il fagottista ritratto nel dipinto esposto nella Sala Lauree della Facoltà di Scienze della Formazione dimostra
più di venticinque anni e che non si ravvisano somiglianze con il disegno di Charles Van Loo che ritrarrebbe il celebre
fratello oboista Alessandro, già conservato a Novara nella Collezione Trecate e riprodotto in MARIE-THÉRÈSE
BOUQUET, Il Teatro di corte dalle origini al 1788, vol. 1 della Storia del Teatro Regio di Torino, a cura di Alberto
Basso, Torino, Cassa di Risparmio di Torino, 1976 (tav. XXIV). Sui Besozzi e sul ritratto cfr. DAVIDE VERGA,
Alessandro e Girolamo Besozzi: la storia e il mito. Una famiglia di musicisti nel XVIII secolo, diss. di laurea, Università
degli Studi di Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 2004-5.
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Norme di catalogazione: RICA.
Condizione del materiale: buona.
Note: vi si accede su richiesta, con autorizzazione di un docente.
Storia e descrizione
Il Fondo Gatti venne donato all’Università degli Studi di Torino da Clelia Aldrovandi, vedova del musicologo Guido
Maggiorino Gatti (Chieti, 30-V-1892 - Grottaferrata, Roma, 10-V-1973), e dalla figlia Vanna in analogia con quanto
avevano fatto nel 1961 gli eredi del critico d’arte Lionello Venturi, amico di Gatti fin dai tempi del Teatro di Torino. Si
trattava in realtà solo di una parte dell’originaria biblioteca del critico, e precisamente di quella costituita perlopiù dalla
saggistica musicologica: i periodici furono infatti donati alla Biblioteca del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino,
la musica a stampa e alcuni libretti alla Biblioteca della Società Aquilana dei Concerti “Bonaventura Barattelli”, le
monografie di francesistica e di argomento cinematografico alla Biblioteca di Grottaferrata (dove dal 1959 Gatti
trascorreva l’estate con la famiglia e dove si trasferì definitivamente nel 1965); le lettere ricevute da Gatti nel periodo
1914-73 furono invece vendute dalla vedova al collezionista Giorgio Fanan insieme a numerose partiture autografate di
alcuni dei principali compositori italiani del Novecento. Inaugurato il 12 ottobre 1974 e inizialmente ubicato al sesto
piano del palazzo dell’Università di Torino, in una stanza dell’Istituto di Storia della Musica della Facoltà di Lettere e
Filosofia, il fondo è oggi situato al secondo piano dello stesso, vicino alla Biblioteca del Dipartimento di Discipline
Artistiche, Musicali e dello Spettacolo.
Direttore del Teatro di Torino (1925-31), segretario del Maggio Musicale Fiorentino (1933, 1935, 1936), fondatore
della Compagnia del Teatro di Roma (1944) e della società Anfiparnaso (1950), autore di libri e saggi, critico musicale
di varie testate periodiche nonché fondatore e direttore della rivista «Il pianoforte» (1920-27), trasformata nel 1928 ne
«La rassegna musicale», Gatti fu tra l’altro amministratore delegato della Lux Film (1934-66), presidente della
Filarmonica Romana (1953-55) e vicepresidente dell’Accademia di Santa Cecilia (1966-72) e giocò un ruolo importante
nel rinnovamento della vita musicale italiana. Costituito complessivamente da circa 5.400 volumi, il fondo donato
all’Università di Torino rispecchia i suoi interessi e le sue ricerche e comprende all’incirca 3.500 volumi di letteratura
musicologica del Novecento (opere di storiografia e saggistica sulla storia della musica e della danza) nonché un gruppo
di volumi settecenteschi (C. Burney, The Present State of Music in France and Italy…, London, Becket, 1771; J. Le
Rond d’Alembert, Élémens de musique théorique et pratique, suivant les principes de M. Rameau, nuova ed., Lyon,
Bruysset, 1772; A. Planelli, Dell’opera in musica, Napoli, Donato Campo, 1772; S. Arteaga, Le rivoluzioni del teatro
musicale italiano dalla sua origine fino al presente, Bologna, Trenti, 1783-88; B.-G.-É.-M. de la Ville sur-Illon, conte
di Lacépède, La poétique de la musique, Paris, Imprimerie de Monsieur, 1785) e ottocenteschi (Ch. F. D. Schubart,
Ideen zu einer Ästhetik der Tonkunst, Wien, Degen, 1806; G. Carpani, Le Haydine, Milano, Buccinelli, 1812; Id., Le
Rossiniane, Padova, Tipografia della Minerva, 1824; A. Majer, Discorso sulla origine, progressi e stato attuale della
musica italiana, Padova, Tipografia della Minerva, 1821; G.-M.-M.-F. Blangini, Souvenirs de F. Blangini, Paris,
Allardin, 1834; B. Marcello, Il teatro alla moda… con aggiunta una canzone bolognese in lode della Malibran, Firenze,
Piatti, 1841; P. Breggi, Serie degli spettacoli rappresentati al Teatro Regio di Torino dal 1688 al presente. Coi nomi dei
poeti, dei maestri compositori, dei coreografi e degli artisti, Torino, Derossi, 1872).
Per quanto riguarda le edizioni musicali, si segnalano i quartetti K 493, K 478, K 452 di Mozart (Paris, Pleyel, 1806;
esempl. non cit. in RISM M 7463; presente la sola parte di vl 1); i primi due volumi delle VI Sinfonies or Overtures in
Eight Parts di J. V. A. Stamic (London, Walsh, ca 1765; presenti le sole parti di vl 1 e vl 2); sonate per pianoforte di J.
B. Cramer (s.n.t., n.l. 535); l’esempl. n. 10 de La lauda e i primordi della melodia italiana, a cura di Fernando Liuzzi
(Roma, La Libreria dello Stato, 1935).
Molto interessante la raccolta di testi per musica, a sua volta strettamente legata alle attività di Gatti, come dimostrano
le frequenti note e dediche manoscritte. Numerosi i libretti relativi a prime rappresentazioni assolute di Casella (La
donna serpente, Roma, Teatro dell’Opera, 17-III-1932), Dallapiccola (Volo di notte, Firenze, Teatro della Pergola, 18V-1940; Il ritorno di Ulisse in patria, ivi, 23-V-1942), Ghedini (Maria d’Alessandria, Bergamo, Teatro Donizetti, 9-IX1937; La pulce d’oro, Genova, Teatro Carlo Felice, 15-II-1940; Re Hassan, Venezia, La Fenice, 26-I-1939; Billy Budd,
ivi, 8-IX-1949), Pizzetti (Fra Gherardo, Milano, Teatro alla Scala, 16-V-1928; Lo straniero, Roma, Teatro dell’Opera,
29-IV-1930; La rappresentazione di Santa Uliva, Firenze, Chiostro Grande di Santa Croce, 5-VI-1933; Orseolo,
Firenze, Teatro Comunale, 4-V-1935; Vanna Lupa, Firenze, ivi, 4-V-1949), Pratella (L’aviatore Dro, Lugo di
Romagna, Teatro Comunale “Rossini”, 4-IX-1920), Respighi (La fiamma, Roma, Teatro dell’Opera, 23-I-1934;
Lucrezia, Milano, Scala, 24-II-1937), fino alle più recenti La sentenza di Giacomo Manzoni (Bergamo, Teatro
Donizetti, 13-X-1960) e L’albergo dei poveri di Flavio Testi (Milano, Piccola Scala, 21-III-1966).
Si segnala inoltre la presenza del libretto de Il barbiere di Siviglia di Rossini andato in scena al Teatro Contavalli di
Bologna il 10 agosto 1816 e dei libretti di molti adattamenti e riprese moderne di opere sette-ottocentesche tra cui Le
astuzie femminili di Cimarosa (rielaborazione e strumentazione di Ottorino Respighi; Firenze, Teatro della Pergola, 20V-1939), le pergolesiane Il Flaminio (rid. scenica ed elab. di Virgilio Mortari; Siena, Teatro dei Rozzi, 16-IX-1942) e
Guglielmo d’Aquitania (rev. e adattamento di Corrado Pavolini ed elab. di Riccardo Nielsen; Siena, Teatro dei Rozzi,
19-IX-1942), Gli astrologi immaginari di Paisiello (Siena, Teatro dei Rinnovati, 6 e 8-IX-1966), Il trionfo dell’onore
ovvero Il dissoluto punito di Alessandro Scarlatti (rid. scenica e rev. di Virgilio Mortari; Siena, Teatro dei Rozzi, 18-IX1940), le rossiniane L’equivoco stravagante (Siena, Teatro dei Rinnovati, 7 e 9-IX-1965) e La donna del lago (Firenze,
9-V-1958), Pia de’ Tolomei di Donizetti (Siena, 3 e 5-IX-1967). Numerosi i libretti di opere di composizioni stranieri
come Britten, De Falla, Hindemith, Henze, Honegger, Ibert, Janáček, Křenek, Milhaud, Prokof’ev, Ravel, R. Strauss,
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Roussel, Weill, Zemlinsky. Sono infine presenti quattro manoscritti, uno dei quali risalente al Settecento (Aria da
Batello, 1742), tre all’Ottocento (F. J. Haydn, Sei sonate per cembalo Hob. XVI:21-26 e Variazioni per cembalo Hob.
XVII:A3; B. Asioli, Partenza, su testo di Metastasio).
Bibliografia: Répertoire International des Sources Musicales, Serie B/VI, Écrits imprimés concernant la musique, sotto
la direzione di François Lesure, München - Duisburg, Henle, 1971; Répertoire International des Sources Musicales,
Serie A/I, Einzeldrucke vor 1800, Kassel, Bärenreiter, 1971-2003; MARZIANO BERNARDI, Guido M. Gatti rivive nella
sua biblioteca, in «La Stampa», 13 ottobre 1974; AURORA BLARDONE, Altre canzoni da battello. Descrizione di un
manoscritto di recente recupero, in «Rassegna veneta di studi musicali», n. 2-3, 1986-87, pp. 373-7; Drammaturgia
rossiniana. Bibliografia dei libretti d’opera, di oratori, cantate ecc. posti in musica da Gioachino Rossini, a cura di
Giorgio Fanan, Roma, IBIMUS, 1997. Su Gatti si vedano tra l’altro ALBERTO BASSO, Guido Maggiorino Gatti (18921973), in «Studi musicali», A. II, 1973, n. 1, pp. 3-14; GIORGIO PESTELLI, Ricordo di Guido M. Gatti, in «Studi
piemontesi», vol. II, fasc. 2, novembre 1973, pp. 199-200; Testimonianze, studi e ricerche in onore di Guido M. Gatti
(1892-1973), a cura di Giuseppe Vecchi, Bologna, A.M.I.S., 1973; MASSIMO MILA, L’opera di Guido M. Gatti nella
cultura musicale italiana, in «Studi piemontesi», vol. III, fasc. 1, marzo 1974, pp. 121-7; Torino: i luoghi della musica,
a cura di Emilio Pozzi, Torino, Daniela Piazza Editore, 1986; STEFANO BALDI, Scrittori di musica. Guido Maggiorino
Gatti e la vita musicale torinese (1911-1940), tesi di laurea, Università degli Studi di Torino, Facoltà di Lettere e
Filosofia, a.a. 1996-97; Guido M. Gatti nel Novecento musicale italiano, atti del convegno internazionale (Chieti, 26-28
marzo 2004), a cura di Alberto Mammarella e Giancarlo Rostirolla, in «Rivista di studi medievali e moderni», edita dal
Dipartimento di studi medievali e moderni della Facoltà di Lettere dell’Università di Chieti, in preparazione.
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