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COLLANA
TIMONE
ELEMENTI DI
ECONOMIA
AZIENDALE
Aspetti contabili e gestionali
dell’attività d’impresa
SIMONE
EDIZIONI GIURIDICHE
®
Gruppodella
Editoriale
Esselibri - Simone
Estratto
pubblicazione
239
TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Vietata la riproduzione anche parziale
Azienda certificata dal 2003 con sistema qualità ISO 14001: 2004
Di particolare interesse per i lettori di questo volume segnaliamo:
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Lexikon di organizzazione aziendale
Ragioneria generale
Compendio di economia aziendale
Compendio di Organizzazione Aziendale
Elementi di Ragioneria applicata e professionale
Elementi di Organizzazione Aziendale
Dizionario di economia
Nuovo dizionario di economia e gestione aziendale
Il catalogo aggiornato è consultabile sul sito Internet: www. simone.it ove è
anche possibile scaricare alcune pagine saggio dei testi pubblicati
Aggiornamento del testo a cura di Titti Salicone
Tutti i diritti di sfruttamento economico dell’opera appartengono alla Esselibri S.p.A.
(art. 64 D.Lgs. 10-2-2005, n. 30)
Finito di stampare nel mese di agosto 2007
dalla «Officina Grafica Iride» - Via Prov.le Arzano-Casandrino, VII Trav. 24 - Arzano (NA)
per conto della ESSELIBRI S.p.A. - via F. Russo 33/D - 80123 Napoli
Grafica di copertina a cura di Giuseppe Ragno
Estratto della pubblicazione
PREMESSA
Il volume analizza, sotto l’aspetto contabile, civilistico e fiscale, le
principali problematiche legate all’economia aziendale: dai temi di ragioneria generale a quelli di contabilità industriale, dall’organizzazione aziendale
alle argomentazioni legate alla gestione delle risorse umane, dai temi di
diritto societario alla gestione delle aziende di produzione.
Il testo, aggiornato alle ultime novità apportate dalla legge finanziaria
2007, evidenzia in maniera sistematica e con numerosi esempi le modifiche
che hanno interessato il comportamento economico, organizzativo, amministrativo e fiscale delle imprese in generale.
Il testo si caratterizza per una esposizione chiara e completa, la presenza
di numerosi esempi e schemi di sintesi e un breve glossario di approfondimento nei capitoli ove ritenuto opportuno.
Come gli altri libri della collana last minute, il volume rappresenta un
valido sussidio per un rapido ed efficace percorso di apprendimento di
studenti universitari e di coloro che si apprestano ad affrontare i concorsi
pubblici e le abilitazioni professionali.
CAPITOLO PRIMO
L’AZIENDA: ORIGINE, STRUTTURA E CARATTERI
Sommario: 1. Concetto di azienda. - 2. La struttura dell’azienda famiglia. - 3. La
struttura dell’azienda di produzione o impresa. - 4. Il sistema impresa e l’ambiente.
1. CONCETTO DI AZIENDA
A) Definizione
L’azienda è un’organizzazione di persone e di beni economici, che, attraverso una serie coordinata di operazioni, mira al soddisfacimento dei
bisogni umani.
Da cui si evince che gli elementi che costituiscono un’azienda sono:
— la struttura organizzativa destinata a perdurare nel tempo;
— un insieme di persone che forniscono all’azienda il proprio impegno
lavorativo o altre risorse utili allo svolgimento delle attività aziendali;
— un insieme di beni economici, materiali ed immateriali, che vengono
impiegati nei processi di produzione o di consumo;
— le operazioni compiute dalle persone per il raggiungimento del fine aziendale;
— il fine, ovvero il soddisfacimento diretto o indiretto dei bisogni umani.
Tali elementi sono strettamente collegati e coordinati fra loro ed è per
questo che si parla di sistema azienda.
B) La classificazione delle aziende
Le aziende sono, quindi, organizzazioni economiche appartenenti ad un
istituto. Esse svolgono processi di produzione e di consumo. Vi sono aziende in cui la produzione è destinata ad essere direttamente consumata dai
soggetti interni e aziende in cui la produzione è destinata ad essere scambiata sul mercato. Da questa distinzione consegue uno dei criteri di classifica-
Estratto della pubblicazione
6
Capitolo Primo
zione delle aziende, ovvero una classificazione in base al fine da raggiungere; quindi distinguiamo:
— le aziende di consumo: sono quelle in cui la produzione viene interamente consumata dai soggetti interni che, in tal modo, soddisfano i propri
bisogni. Un esempio tipico di azienda di consumo è l’azienda familiare;
— le aziende di produzione: sono quelle che svolgono l’attività produttiva vera e propria di beni e servizi che vengono presentati sul mercato e
scambiati, allo scopo di ottenere una remunerazione soddisfacente per il
soggetto economico;
— le aziende composte: sono quelle aziende che conservano le caratteristiche sia delle aziende di consumo che delle aziende di produzione, in
quanto esse svolgono attività di produzione di beni e servizi che in parte
vengono consumati dai soggetti che compongono l’azienda ed in parte
soddisfano i soggetti esterni all’organizzazione aziendale.
Le aziende di consumo e quelle composte costituiscono le aziende di
erogazione per le quali il fine aziendale è il soddisfacimento diretto dei
bisogni e delle aspirazioni degli esseri umani.
In base alla natura giuridica del soggetto, distinguiamo:
— le aziende private, che hanno un soggetto giuridico privato. Esse possono essere individuali, quando il soggetto giuridico si identifica in una
sola persona fisica che si assume la responsabilità dell’intera attività
dell’impresa; collettive, quando due o più persone conferiscono beni o
servizi per l’esercizio in comune di un’attività economica allo scopo di
dividerne gli utili. Sono aziende collettive: le società di persone, ovvero
le società in nome collettivo e le società in accomandita semplice; le
società di capitali, ovvero le società per azioni, le società in accomandita per azioni e le società a responsabilità limitata; le società cooperative;
— le aziende pubbliche, che hanno un soggetto giuridico pubblico, corrispondente ad una persona giuridica pubblica. Esempi di aziende pubbliche sono: gli enti territoriali e gli enti pubblici istituzionali.
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Qual è la differenza tra soggetto giuridico e soggetto economico?
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La differenza tra il soggetto giuridico ed il soggetto economico d’azienda è che mentre il
primo è rappresentato dalla persona fisica o giuridica a cui fanno capo, per legge, i diritti e gli
obblighi che nascono dalla costituzione dell’azienda e dal suo esercizio, il secondo è la persona, o gruppo di persone, che di fatto esprime in azienda il supremo potere di comando.
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L’azienda: origine, struttura e caratteri
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C) Le dimensioni aziendali
Le aziende possono classificarsi anche in base alle loro dimensioni e,
quindi distinguiamo quelle di piccole, medie e grandi dimensioni. Tale operazione non è di facile realizzazione, ma ci serviamo di alcuni parametri
quantitativi e qualitativi che possono aiutarci:
— il numero dei lavoratori dipendenti occupati;
— l’ammontare del capitale di rischio investito;
— il volume dei ricavi o il volume di produzione ottenuti;
— la quota di mercato posseduta;
— la struttura organizzativa;
— il grado di autonomia decisionale.
Estratto della pubblicazione
8
Capitolo Primo
È noto che le aziende di piccole dimensioni hanno una maggiore flessibilità nei processi produttivi rispetto alle aziende di grandi dimensioni, caratterizzate da impianti e macchinari che difficilmente possono convertirsi
nella produzione di beni diversi e, inoltre, sono lente nel recepire i cambiamenti che arrivano dal mercato.
2. LA STRUTTURA DELL’AZIENDA FAMIGLIA
Le persone dell’azienda famiglia sono tutti i soggetti che contribuiscono al regolare svolgimento dell’attività economica familiare.
Rientrano in tale categoria i soggetti d’istituto, ma anche le persone che a qualunque titolo
svolgono un’attività che consente alla famiglia di perseguire più facilmente i fini istituzionali.
Quindi, ne possono far parte collaboratori esterni – equiparabili ai dipendenti delle imprese,
quali i domestici – e altri parenti che pur non facendo parte del nucleo familiare offrono in
qualche modo la loro opera (ad esempio i nonni che ancorché non conviventi si occupano dei
nipoti in assenza dei genitori).
Il patrimonio è costituito da tutti i beni che sono di proprietà della famiglia. Sono tali
l’abitazione, le autovetture, i mobili e le suppellettili, il denaro ecc.
La consistenza di questo importante elemento consente la maggiore o minore soddisfazione dei bisogni economici dei soggetti.
A) Le operazioni di gestione
Le operazioni di gestione sono costituite da quelle azioni con le quali
l’azienda famiglia cerca di soddisfare i bisogni economici dei propri componenti.
Esse sono un alternarsi continuo di entrate prodotte dalle rendite e di
uscite prodotte dalle spese.
Se le entrate globali sono maggiori delle uscite globali, si accumula risparmio che consente di aumentare i beni a disposizione.
Le entrate ordinarie di una famiglia sono rappresentate da rendite che derivano da:
— lavoro: rappresentate monetariamente da salari e stipendi;
— capitale: rappresentate monetariamente da interessi riscossi su prestiti o
da fitti ottenuti da beni ceduti in uso a terzi;
— terra: rappresentate materialmente da frutti raccolti oppure monetariamente da fitti su beni ceduti in uso.
Estratto della pubblicazione
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L’azienda: origine, struttura e caratteri
Le entrate straordinarie di una famiglia possono essere costituite da:
— prestiti;
— eredità;
— vincite.
Le spese si classificano in:
— correnti o ordinarie, quando la loro utilità si esaurisce nel momento in
cui si utilizza il bene o il servizio acquistato. Ne sono esempio i generi
alimentari, l’energia elettrica, la benzina, le spese telefoniche e così via;
— in conto capitale, quando l’utilità dei beni acquistati si protrae nel tempo. Di norma hanno un carattere di eccezionalità. Ne sono esempi le
spese sostenute per l’appartamento, per l’autovettura e così via.
Entrate
Spese
Ordinarie:
• rendite da lavoro;
• rendite da capitale;
• rendite da terreni;
Correnti:
• vitto;
• abbigliamento;
• energia;
• imposte e tasse;
• interessi su mutui;
RISPAR
MIO = E
ecc. …
NTRAT
E ORDI
NARIE
- SPESE
CORRE
NTI
Straordinarie:
In conto capitale:
• mutui;
• abitazione;
• eredità;
• autovetture;
ecc. …
• elettrodomestici;
ecc. …
B) L’organizzazione
L’organizzazione è l’attività che permette di coordinare le persone, le risorse, le strutture, i rapporti e le procedure esistenti all’interno dell’azienda e a
quest’ultima permette quindi di svolgere la sua attività in modo proficuo.
Di norma, però, nell’azienda famiglia l’organizzazione è sottintesa nel senso che non viene in qualche modo formalizzata per iscritto. A questa soluzione si potrebbe ricorrere solo se i
vari soggetti non dimostrassero senso di responsabilità e di disciplina. È chiaro che, in tal caso,
scatterebbe il sistema delle punizioni. Sarebbe auspicabile però anche quello delle gratifica-
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Capitolo Primo
zioni quando si rilevasse nei componenti della famiglia una particolare puntualità nell’assolvere i propri compiti.
3. LA STRUTTURA DELL’AZIENDA DI PRODUZIONE O IMPRESA
A) Le persone e il patrimonio
Le persone che partecipano all’attività dell’azienda di produzione sono l’imprenditore o i soci e tutti i lavoratori dipendenti secondo il ruolo a essi attribuito.
Da questo punto di vista si hanno: dirigenti, impiegati e operai.
Oggi, molto più che in passato, al personale sono richieste competenze specialistiche e massima flessibilità. Di conseguenza coloro che nell’impresa hanno il potere di decidere devono affrontare i seguenti problemi:
— reclutamento e assunzione del personale in relazione alle competenze richieste;
— addestramento alle mansioni, per favorire l’inserimento dei nuovi assunti
nel processo produttivo;
— formazione intesa come acquisizione di una mentalità pronta al cambiamento e di capacità di assumere decisioni. Peraltro, l’addestramento e la
formazione non riguardano solo il personale di nuova assunzione, ma anche
coloro che operano già nell’azienda, in quanto la formazione in servizio è
oggi richiesta dal continuo mutare delle tecnologie.
Il patrimonio è l’insieme dei beni a disposizione dell’impresa necessario
per realizzare il processo produttivo. Esso è composto sia da beni monetari che
non monetari ed è gravato dai debiti contratti per effettuare gli investimenti. La
parte finanziata dall’imprenditore o dai soci si denomina patrimonio netto.
Il prospetto del patrimonio esposto nello schema che segue evidenzia nella sezione di
sinistra il complesso dei beni, denominati investimenti, a disposizione dei soggetti d’istituto
per svolgere la loro attività di produzione; in quella di destra i mezzi finanziari o finanziamenti
a cui l’imprenditore è ricorso per effettuarli.
Gli investimenti si classificano in:
— beni a fecondità ripetuta se la loro utilità si protrae nel tempo (corrispondono ai beni durevoli);
— beni a fecondità semplice se la loro utilità si esaurisce in un atto produttivo. Essi possono essere monetari se costituiti da denaro e crediti,
Estratto della pubblicazione
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L’azienda: origine, struttura e caratteri
non monetari o materiali se costituiti da merci, materie prime, prodotti
finiti. Essi corrispondono ai beni di uso immediato.
Stato patrimoniale di un’impresa individuale commerciale al 01/01/n
(importi: 1.000)
Investimenti
Finanziamenti
Beni a fecondità ripetuta
Fabbricati
1.000,00
Mobili e attrezzature
200,00
Automezzi
300,00
Patrimonio
Patrimonio netto
Beni a fecondità semplice
Merci
350,00
Capitali di terzi (debiti)
Mutui passivi
Debiti verso fornitori
Crediti verso clienti
Denaro in cassa
Denaro in banca
650,00
50,00
150,00
Totale o Patrimonio Lordo 2.700,00
Totale
1.680,00
400,00
620,00
2.700,00
I finanziamenti si classificano in:
— capitale proprio o patrimonio netto (i mezzi sono stati conferiti dall’imprenditore o dai soci);
— capitali di terzi (i mezzi provengono da soggetti esterni). In tal caso si
parla di debiti, che rispetto alla scadenza possono essere:
— a breve termine se rimborsabili entro i 18 mesi;
— a medio-lungo termine se rimborsabili oltre i 18 mesi.
Nell’esempio sopra esposto l’imprenditore ha finanziato il complesso dei beni:
— con mezzi o capitali propri per € 1.680,00;
— con mezzi o capitali di terzi per € 1.020,00.
Si può osservare che il patrimonio netto è dato dalla differenza tra
patrimonio lordo o totale degli investimenti e capitale di terzi o debiti.
Ovviamente, il patrimonio apportato dall’imprenditore o dai soci all’atto della costituzione dell’azienda si modifica, anno dopo anno, per effetto
delle operazioni di gestione legate alla produzione delle imprese.
12
Capitolo Primo
B) Le operazioni di gestione legate alla produzione delle imprese
Nelle imprese l’attività economica prevalente è quella di produzione,
attraverso la quale viene aumentata l’utilità dei beni. Il tipo di produzione
può essere:
— diretta, se le imprese trasformano direttamente le materie prime in prodotti finiti. Queste imprese si denominano industriali;
— indiretta, se le imprese non realizzano una trasformazione fisico-tecnica dei beni, ma li rendono più utili poiché consentono ai consumatori di
reperirli con facilità e in ogni periodo dell’anno.
È chiaro che a seconda del tipo di appartenenza e dell’attività svolta, le
operazioni economiche saranno differenziate ma, in linea generale, si può
affermare che esse sono caratterizzate dal processo descritto nello schema
seguente.
▼
Finanziamento
(con patrimonio netto in
sede di costituzione)
ASPETTO FINANZIARIO
▼▼
Recupero dei mezzi
monetari investiti
Investimenti dei mezzi
monetari a disposizione
▼▼
ASPETTO ECONOMICO
▼▼
Acquisto dei fattori produttivi
necessari per la realizzazione
del processo produttivo
Vendita dei beni
▼▼
ASPETTO TECNICO
▼▼
Processo produttivo
con il quale si trasformano
i fattori acquisiti
Estratto della pubblicazione
L’azienda: origine, struttura e caratteri
13
Anche l’impresa non può rinunciare ai finanziamenti che provengono
da terzi: ciò che conta è che questa, come la famiglia, sappia correlare le
caratteristiche del bene acquistato con quelle dei mezzi finanziari utilizzati.
Di norma si reputa che:
— il patrimonio possa opportunamente finanziare l’acquisto sia dei beni a fecondità ripetuta
sia di quelli a fecondità semplice;
— se le entrate delle vendite non dovessero essere sufficienti per finanziare l’acquisto dei
beni circolanti, si debba ricorrere a debiti a breve;
— se i mezzi a disposizione non fossero sufficienti per finanziare l’acquisto dei beni a fecondità ripetuta, sia opportuno ricorrere a capitale di terzi a medio-lungo termine.
C) L’organizzazione
Per organizzazione si intende quella attività che si pone come obiettivo
di coordinare il lavoro delle persone verso un determinato fine.
Se nella famiglia le persone sembrano assumere i loro ruoli quasi spontaneamente, e solo
in casi estremi occorre in qualche modo codificare impegni, ruoli e regole, nelle imprese una
organizzazione formale che individui norme, regole, ruoli e compiti diventa fondamentale per
la loro stessa esistenza.
A ben pensare, se l’organizzazione diventa un elemento fondamentale, essa assume la
caratteristica di fattore immateriale che funge da collante tra le persone, così come tra queste e
i beni. È un «bene immateriale» poiché non è né tangibile né visibile.
Il processo organizzativo, inteso come insieme di operazioni che consentono di organizzare il lavoro nell’impresa, deve considerare le seguenti
variabili:
a) struttura organizzativa;
b) meccanismi operativi;
c) potere organizzativo.
Vediamole ora in dettaglio.
La struttura organizzativa individua i criteri fondamentali con i quali
è stata realizzata la divisione del lavoro fra tutte le persone che nell’impresa
svolgono una attività.
Estratto della pubblicazione
14
Capitolo Primo
CAPO
Dirigenti sottoposti
al capo; essi controllano
però gli esecutori
Esecutori sottoposti ai dirigenti
Essa si basa sulla individuazione dei ruoli assegnati a ciascuno e sulla
disposizione gerarchica di ciascuno. In definitiva, si costruisce una sorta
di piramide al cui vertice viene posto chi ha la massima responsabilità; coloro che si trovano ai diversi livelli della piramide dipendono dalle persone
che li precedono, ma «comandano» quelle che li seguono, i sottoposti.
Alla edificazione della struttura organizzativa si perviene mediante la
costruzione della microstruttura e della macrostruttura.
Per prima cosa occorre costruire la microstruttura che consiste nell’individuare tutti i compiti che consentono all’impresa di conseguire gli obiettivi che si è data.
Questi compiti vengono tra loro raggruppati e affidati a una persona;
essi costituiscono l’insieme delle mansioni che il soggetto è chiamato a
svolgere e che è detto con linguaggio tecnico posizione.
4. IL SISTEMA IMPRESA E L’AMBIENTE
A) Il sistema impresa
L’impresa è un sistema finalizzato a trasformare una serie di input in
output in modo economico, rispettando, cioè, i parametri del mercato.
Il sistema impresa è l’insieme degli elementi materiali e immateriali in
continua interrelazione tra loro e con l’ambiente generale e specifico con il
fine di farla crescere e durare nel tempo.
Estratto della pubblicazione
L’azienda: origine, struttura e caratteri
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Si possono distinguere due diverse situazioni:
— impresa come sistema chiuso: sistema organizzato allo scopo di trasformare i vari elementi per produrre un bene o un servizio. In tale situazione l’impresa si presenta come un’unità, in quanto, al di là della sua
struttura interna, risponde ad un unico comando. Inoltre, essa procede
alla sua attività di trasformazione acquisendo input e fornendo output
attraverso due sole porte previste. Quindi, l’impresa si trova ad operare
in un contesto chiuso al mondo esterno;
— impresa come sistema aperto: il rapporto fra gli elementi interni è flessibile, il sistema è in grado di produrre una pluralità di risposte nei confronti dei diversi stimoli che provengono dall’esterno e l’oggetto dello
scambio con l’ambiente è rappresentato dagli input e dagli output. I primi sono gli elementi dell’ambiente che entrano nel sistema e che possono essere rappresentati da materie prime, risorse finanziarie, forza lavoro, informazioni ecc.; il sistema utilizza gli input per produrre gli output, cioè i beni ed i servizi prodotti, da cedere all’ambiente, le innovazioni tecnologiche, i mutamenti della struttura sociale, le influenze sui
rapporti di potere, l’impatto ecologico ed i modelli culturali. In un sistema così strutturato, se varia un elemento interno si mette in moto un
meccanismo di regolamentazione che consente al sistema stesso di ritrovare il suo equilibrio dinamico; se un input nuovo viene inserito nel
sistema, questo si deve adattare in modo da riportare l’equilibrio. Gli
output si modificano di conseguenza.
16
Capitolo Primo
L’ambiente è definito come il contesto generale all’interno del quale l’impresa è chiamata
a svolgere le sue funzioni. I principali condizionamenti e influssi ambientali sono: le norme di
legge, le politiche sociali, i valori e la cultura dominante, le relazioni sindacali, la congiuntura
economica ecc.
Il sistema impresa può essere suddiviso in tre sottosistemi correlati fra
loro e aventi un unico fine da raggiungere:
— il sottosistema organizzativo, che ha la funzione di coordinare le risorse
interne all’azienda;
L’azienda: origine, struttura e caratteri
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— il sottosistema gestionale, che svolge le operazioni necessarie per conseguire un utile;
— il sottosistema informativo, che fornisce informazioni utili per poter prendere tutte le decisioni che guidano le scelte migliori. Esso svolge, anche,
una funzione di controllo sulle conseguenze delle scelte fatte, al fine di
esercitare delle azioni correttive, migliorando gli aspetti organizzativi e
gestionali dell’impresa.
B) Relazioni con l’ambiente esterno
Le imprese si sviluppano nel corso del tempo se riescono a stimolare le preferenze dei
consumatori più di quanto possano fare altre aziende concorrenti e, quindi, ad ottenere un
vantaggio competitivo che le farà vivere a lungo sul mercato. Per poter mantenere ed accrescere il vantaggio competitivo rispetto alle imprese concorrenti, occorre sapersi adattare in tempi
stretti all’ambiente circostante, essere flessibili ai cambiamenti che provengono dall’esterno
ed essere tempestivi nel trasformare le conoscenze in innovazioni.
Nello specifico ciascuna azienda per mantenere un vantaggio competitivo nel tempo deve tenere conto del modello di Porter anche detto modello
delle cinque forze:
Il modello di Porter, come si evince dallo schema, si caratterizza per la
presenza di 5 forze: 3 fonti di competizione orizzontale: la concorrenza dei
prodotti/servizi sostitutivi; la concorrenza di nuovi entranti e la concorrenEstratto della pubblicazione
18
Capitolo Primo
za dei concorrenti ovvero la intensità della rivalità tra le imprese esistenti; 2
fonti di competizione verticale: il potere contrattuale dei fornitori ed il potere dei clienti.
Glossario
Concorrenza: è una forma di mercato in cui opera una pluralità di imprese in competizione tra loro per distribuire beni o servizi, tra loro simili, alla collettività. La concorrenza può
essere diretta o indiretta. La prima è costituita da imprese che offrono un prodotto dello
stesso tipo. La seconda è costituita da imprese che offrono un prodotto diverso, ma che
soddisfa lo stesso tipo di esigenze dei clienti.
Flessibilità: è la capacità dell’intera struttura aziendale di adattarsi in maniera efficace ed
in tempi rapidi alle diverse realtà economiche e sociali in cui opera.
CAPITOLO SECONDO
AMMINISTRAZIONE, GESTIONE E CONTABILITÀ
Sommario: 1. La gestione come complesso di operazioni. - 2. Il patrimonio aziendale. - 3. Attività, passività e patrimonio netto. - 4. Indicatori di struttura del patrimonio
dell’impresa. - 5. Gli aspetti della gestione. - 6. Equilibrio reddituale, patrimoniale e
finanziario. - 7. Il reddito d’impresa. - 8. Determinazione del reddito d’esercizio. - 9.
Le diverse aree della gestione. - 10. Il sistema informativo. - 11. I documenti dell’operatività aziendale. - 12. Il contratto di compravendita. - 13. L’imposta sul valore aggiunto. - 14. I documenti della compravendita. - 15. I registri, le liquidazioni e le
dichiarazioni. - 16. Le altre contabilità elementari.
1. LA GESTIONE COME COMPLESSO DI OPERAZIONI
A) Concetto di gestione
La gestione è definita come quel complesso di operazioni economicofinanziarie, tra loro collegate e coordinate, effettuate dagli organi aziendali in vista degli obiettivi immediati e finali da raggiungere.
Le operazioni di gestione si possono suddividere in:
— operazioni di finanziamento, attraverso le quali l’impresa si procaccia
i mezzi finanziari (capitali) necessari allo svolgimento della sua attività.
Queste operazioni rappresentano fatti di esterna gestione;
— operazioni di investimento, attraverso le quali vengono acquistati i
mezzi strumentali, le materie prime e le merci, le prestazioni di lavoro, i
servizi utilizzando i mezzi finanziari precedentemente acquisiti. Esse
rappresentano fatti di esterna gestione;
— operazioni di trasformazione tecnico-economica, attraverso le quali
l’impresa attua il processo produttivo combinando fra loro i fattori produttivi acquistati. Esse rappresentano fatti di interna gestione;
— operazioni di disinvestimento, attraverso le quali vengono venduti beni
(merci, prodotti finiti) o effettuate prestazioni di servizi. Esse rappresentano fatti di esterna gestione.
Estratto della pubblicazione
20
Capitolo Secondo
Al termine di questa fase l’azienda ritorna in possesso dei mezzi finanziari in precedenza investiti.
Con le operazioni di finanziamento, l’impresa acquisisce i mezzi finanziari. I capitali acquisiti possono essere di due tipi a seconda della fonte
di finanziamento:
— capitale proprio;
— capitale di terzi.
Il capitale proprio è rappresentato dai mezzi finanziari forniti dal proprietario se l’impresa è individuale o dal socio se l’impresa è collettiva. Il
capitale proprio, chiamato anche capitale di apporto o capitale di rischio, è
costituito dai cosiddetti conferimenti (dei proprietari o dei soci). Possono
essere conferimenti in denaro e/o in natura.
Il capitale di terzi è costituito da tutti i capitali forniti da un terzo soggetto (ad esempio un istituto di credito); rappresentano dei prestiti fatti all’impresa; il finanziatore diventa creditore dell’impresa.
Le operazioni di investimento, ribadiamo, sono quelle attraverso le
quali l’impresa acquista i beni strumentali, le materie prime ecc., cioè tutti i
fattori produttivi, che danno luogo ad uno scambio tra un flusso reale in
entrata (di beni, servizi e lavoro) e un flusso finanziario in uscita (denaro o
sostituti del denaro).
Le operazioni di trasformazione tecnico-economica, come già sappiamo, avvengono all’interno dell’impresa e possono dar luogo a processi
di produzione fisica e/o processi di produzione economica con il trasferimento dei beni nel tempo e nello spazio.
Le operazioni di disinvestimento, ribadiamo, sono rappresentate dalle
operazioni con cui vengono venduti beni o effettuate prestazioni di servizi.
Esse danno luogo a uno scambio, di segno inverso a quelle di investimento,
tra un flusso finanziario in entrata (denaro o crediti) e un flusso reale in
uscita (beni venduti e servizi prestati).
Estratto della pubblicazione
Amministrazione, gestione e contabilità
21
B) Operazioni interne ed esterne alla gestione
I fatti di interna gestione sono tutte le operazioni estranee alla gestione
che si concretano nella acquisizione di fattori produttivi durevoli e non durevoli e nell’impiego degli stessi al fine di ottenere i beni e i servizi da
collocare sul mercato. Di conseguenza non hanno alcuna relazione con l’ambiente esterno e non si traducono in entrate e uscite monetarie.
I fatti di esterna gestione sono le operazioni di finanziamento, di investimento e disinvestimento, ovvero le operazioni attraverso le quali si effettuano atti di scambio con terzi, clienti e fornitori, al fine di reperire i fattori
produttivi e collocare sul mercato i beni ed i servizi ottenuti con il processo
di trasformazione. Queste ultime sono operazioni con le quali l’impresa si
collega direttamente con operatori economici esterni.
I fatti di esterna gestione danno origine a entrate o uscite finanziarie che corrispondono a:
— entrate o uscite monetarie;
— aumenti o diminuzione dei crediti e dei debiti.
Le entrate e le uscite monetarie corrispondono a movimenti in aumento o diminuzione
delle disponibilità liquide, cioè dei valori in cassa o dei c/c bancari e postali.
Per esempio, se vendiamo merci (disinvestimento) con pagamento immediato, ricevendo
l’importo in denaro contante o tramite assegno, abbiamo un’entrata monetaria. Analogamente
se acquistiamo merci (investimento) con pagamento immediato, versando l’importo in denaro
contante o rilasciando un assegno, abbiamo un’uscita monetaria.
22
Capitolo Secondo
Gestione aziendale e Sistema informativo-contabile
Contabilità analitica
Fatti di gestione interna
Acquisto
AZIENDA
fattori produttivi
Vendita prodotti fabbricati
o servizi resi
Fatti di gestione esterna
Contabilità generale
2. IL PATRIMONIO AZIENDALE
Il patrimonio dell’impresa è l’insieme coordinato dei beni economici
che, in un dato momento, sono a disposizione dell’azienda per lo svolgimento dell’attività economica e sono in stretta connessione con le fonti di
finanziamento che ne hanno consentito l’acquisizione.
Costituiscono gli elementi del patrimonio: i fabbricati, gli impianti, gli automezzi, i mobili, i
crediti, le merci in magazzino ecc.; questi beni che l’azienda possiede e utilizza per lo svolgimento
dell’attività aziendale possono essere gravati da debiti che il soggetto aziendale ha contratto.
I fabbricati, i crediti ecc. sono elementi attivi del patrimonio; i debiti contratti nelle varie forme
(mutui, cambiali da pagare ecc.) sono elementi passivi del patrimonio.
Da tenere presente che il patrimonio di un’azienda muta continuamente, i crediti e i debiti si
accendono e si estinguono, il denaro entra ed esce ecc. ma, come risulta dalla definizione, il patrimonio deve essere riferibile ad un istante, ciò sta a significare che il concetto di patrimonio è statico.
Gli elementi che compongono il patrimonio inteso in senso qualitativo, in un dato momento,
costituiscono un complesso di investimenti.
L’aspetto qualitativo del patrimonio considera la natura, la funzione e
le caratteristiche degli investimenti e dei finanziamenti che lo compongono.
La principale classificazione degli elementi del patrimonio delle aziende di produzione è quella effettuata sulla base della loro destinazione eco-
Estratto della pubblicazione
Amministrazione, gestione e contabilità
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nomica che li distingue nelle categorie delle immobilizzazioni e dell’attivo
circolante.
A) Gli investimenti
Le immobilizzazioni sono costituite da investimenti destinati a perdurare per un lungo periodo nei processi aziendali. Esse si suddividono in:
— immobilizzazioni immateriali, costituite da impieghi di mezzi finanziari
che pur non avendo una consistenza materiale hanno un’utilità che dura
nel tempo. Rientrano in questa categoria le spese di costituzione dell’azienda, i diritti di brevetto industriale ecc.;
— immobilizzazioni materiali, rappresentate dai beni strumentali la cui utilità economica si protrae per periodi medio-lunghi. Rientrano in questa
categoria tutti quegli elementi patrimoniali che costituiscono la struttura
tecnico-operativa dell’azienda (sono un esempio i macchinari);
— immobilizzazioni finanziarie, formate dai prestiti con scadenza oltre l’anno che l’azienda ha concesso a terzi e da investimenti durevoli in azioni
o quote di altre società (partecipazioni).
Un’azienda che dispone di quantità considerevoli di immobilizzazioni è un’azienda che si
espone al rischio di gravi perdite dovute ad eventuali cali di produzione, in quanto un rapido
processo di disinvestimento in questo caso causerebbe danni all’attività aziendale.
L’attivo circolante è costituito da investimenti sotto forma di scorte
liquide in attesa di impiego e da quei beni destinati alla vendita, al consumo
o alla produzione che permangono nell’azienda per un periodo di tempo
breve, non superiore all’anno e ritornano in forma monetaria. L’attivo circolante si suddivide in:
— scorte di magazzino o rimanenze, rappresentano gli investimenti di breve periodo rivolti alla trasformazione, al consumo o allo scambio entro
un arco di tempo non superiore all’anno;
— liquidità differite, comprendono tutti i crediti non superiori all’anno;
— liquidità immediate, rappresentate da mezzi liquidi come la cassa o i
depositi in banca.
B) I finanziamenti
Le fonti di finanziamento si suddividono in capitale proprio (o di rischio) e capitale di terzi (o di debito).
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Capitolo Secondo
Il capitale proprio è costituito dai conferimenti in denaro oppure in
natura che il proprietario (nelle aziende individuali) o i soci (nelle aziende
collettive) apportano nell’azienda e dagli utili non distribuiti.
I conferimenti costituiscono il capitale d’apporto, la cui entità nelle
società è data dal valore del capitale sociale, mentre nelle aziende individuali coincide con il patrimonio netto. Il capitale d’apporto può venire conferito al momento della costituzione oppure in momenti successivi della
vita aziendale, quando si rendano necessari nuovi finanziamenti.
Gli utili non distribuiti rappresentano, invece, il capitale di risparmio:
parte di ricchezza che viene lasciata a disposizione dell’azienda, che potrà
investirla in impieghi a scopo produttivo.
Il capitale proprio è soggetto direttamente al rischio d’impresa e non è
caratterizzato da scadenze: il suo investimento all’interno dell’impresa è da
considerarsi a tempo indeterminato.
Chiaramente sarebbe preferibile e conveniente, per l’impresa, ricorrere
soltanto a fonti di capitale proprio, per le caratteristiche di assenza di scadenze e di non obbligatorietà di remunerazione.
Il capitale di terzi è costituito dai mezzi provenienti dall’esterno dell’azienda che originano i debiti. Essi si dividono in debiti di regolamento e
in debiti di finanziamento.
I debiti di regolamento sono originati dal credito mercantile o di fornitura, ovvero dalle dilazioni di pagamento che vengono accordate dai fornitori. Potendo l’impresa disporre di materie, merci, prodotti o servizi settimane o mesi prima della scadenza del relativo pagamento, è come se venisse a tutti gli effetti finanziata dai propri fornitori.
I debiti di finanziamento sono costituiti da stanziamenti di somme di
denaro o da disponibilità di beni in natura che soggetti esterni all’azienda
compiono a favore dell’impresa. Sono tipicamente rappresentati da finanziamenti bancari, emissione di cambiali finanziarie, prestiti a medio-lungo
termine, prestiti obbligazionari ecc.
Tali finanziamenti sono soggetti solo indirettamente al rischio d’impresa: i finanziatori hanno, infatti, a disposizione diverse possibilità di rivalsa
nei confronti dell’azienda, ai fini del recupero dei loro capitali, nel caso in
cui la gestione non sia positiva. Sono, inoltre, caratterizzati da una scadenza, che può peraltro essere prorogata dietro accordo fra le parti.
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