sistema design nelle imprese di Roma e del Lazio
DESIGN FOR
MADE IN ITALY
10
Exhibit&Production
Design
diid
Iaquone-Attilii
Maurizio di Puolo
Gaetano Castelli
Biennale di Saint Étienne
Specchio Piuma
Scenografia International
Orazio Carpenzano
Laboratorio del Teatro dell’Opera
Factory LaSapienzaDesign
sistema design nelle imprese di Roma e del Lazio
DESIGN FOR
MADE IN ITALY
10
Exhibit&Production
Design
Direttore responsabile | Managing Director
Tonino Paris
Direttore | Director
Carlo Martino
Coordinamento scientifico | Scientific Coordination Committe
Osservatorio scientifico sul Design del Dipartimanto DATA: Design,
Tecnologia dell’Architettura, Territorio e Ambiente.
Sapienza Università di Roma
Redazione | Editorial Staff
Luca Bradini
Nicoletta Cardano
Ivo Caruso
Paolo Ciacci
Emanuele Cucuzza
Renato De Chiara
Carlo Inglese
Antonio Las Casas
Sara Palumbo
Filippo Pernisco
Felice Ragazzo
Clara Tosi Pamphili
Monica Scanu
Laura Tornese
Graziano Mario Valenti
Segreteria di redazione | Editorial Headquarter
Via Flaminia 70-72, 00196 Roma
tel/fax +39 06 49919016/15
[email protected]
Traduzione | Translations
Claudia Vettore
Progetto grafico | Graphic design
Roberta Sacco
Impaginazione | Production
Sara Palumbo
Editore | Publisher
Rdesignpress
Via Angelo Brunetti 42, 00186 Roma
tel/fax +39 06 3225362
e-mail: [email protected]
Distribuzione librerie | Distribution through bookstores
Joo distribution – Milano
DESIGN FOR
MADE IN ITALY
sistema design nelle imprese di Roma e del Lazio
n°10_2011
allegato alla rivista
Distribuzione estero | Distribution for other countries
S.i.e.s. srl – Milano
20092 Cinisello Balsamo (MI), via Bettola 18
tel. 02 66030400 – fax 02 66030269
www.siesnet.it e-mail [email protected]
diid
Stampa | Printing
Tipografia Ceccarelli, Grotte di Castro - VT
Registrazione presso il tribunale di Roma 86/2002 del 6 marzo 2002
ISSN: 1594-8528
_disegno industriale industrial design
Rivista bimestrale di formazione e ricerca
Bimonthly magazine of training and research
indice
04 _ 11
Topic_Exhibit&Production Design
Il design per la messa in scena | Design for staging_Tonino Paris
Il design per la teatralità | Design for theatricality _Carlo Martino
Exhibit design, creatività e cultura per un’industria che cresce |
Exhibit design: creativity and culture for a growing industry_Gianluca Lo Presti
12 _ 35
Designer
Iaquone-Attilii e Maurizio di Puolo
L’arte di mostrare l’arte | The art of showing Art_Ivo Caruso
Gaetano Castelli
40 anni di innovazione in scena | 40 years of innovation on stage_Luca Bradini
Exhibit design: trasversalità e contaminazione | Exhibit design: crossovers and mutual
influences_Sara Palumbo
Designer_index
36 _ 43
International Focus
Biennale di Saint Étienne
La complessità trasversale del design | The transversal complexity of design_
Federica Dal Falco
44 _ 63
Factory
Specchio Piuma
Oggetti dalle “piume di cristallo” | Items with ‘crystal plumage’_Felice Ragazzo
Scenografia International
Una storia esemplare | An exemplary story_Stefano Cassio
Tra progetto e saper fare | Design and know-how_Sabrina Lucibello
Factory_index
64 _ 73
Innovation & Tradition
Orazio Carpenzano. La dimensione provvisoria della forma |
The provisional dimension of form_Filippo Pernisco
Conservare la tradizione: il laboratorio di scenografia del Teatro dell’Opera di Roma |
Preserving tradition: the Teatro dell’Opera scenic workshop in Rome_Nicoletta Cardano
74 _ 79
Lsd _ la sapienza design factory
Comunicare con “Sapienza” | A Master Class in Communication_Paola Schiattarella
Topic_ Exhibit&Production Design
Il design per la messa in scena | Design for staging
Tonino Paris
04
Arte, Progetto e Territorio s’intrecciano, più che in altri casi, nell’ambito tematico
che affrontiamo in questo numero, e cioè nel design per gli allestimenti e per
le scenografie. Da un lato la tradizione dell’effimero, che ha radici lontane,
certamente alla base della vocazione del Lazio per “la messa in scena” di opere,
siano esse teatrali che oggettuali, dall’altro il mondo delle nuove tecnologie
scenografiche e multimediali, certamente debitore della presenza a Roma della
Televisione e del Cinema. Una tradizione scenografica, come quella del teatro
dell’Opera di Roma, che nel disegno delle scene ha coinvolto, in passato, artisti
della levatura di Giorgio De Chirico, per citarne qualcuno, ancora rintracciabile
oggi nel lavoro di Fabio Massimo Iaquone, che ha sostituito il computer ai
pennelli. Al centro di tutto questo, c’è la ricerca, capace di collegare tradizione e
innovazione, di contaminare generi e tipologie, di compiere continui trasferimenti
morfologici e tecnologici, elaborando soluzioni sperimentali di assoluto interesse.
La scuola di architettura di Roma, in cui s’incardina oggi quella di Design, ha
avuto in passato un ruolo primario nell’ambito della sperimentazione per gli
allestimenti museali, ma anche in quella per la scenografia, teatrale e televisiva.
Oggi parte dell’eredità di questa scuola è rintracciabile nei Corsi di Laurea in
design. Il Design per l’esposizione e per la messa in scena di opere ha, infatti,
molti punti di contatto con la “comunicazione” e con le nuove tecnologie
multimediali, che nella formazione del design trovano ampio spazio.
Art, Design and Territory intertwine, more than anywhere else, in the topic we discuss
in this issue, that is, design for exhibits and staging. On the one hand, the tradition of
the ephemeral, with its roots reaching far into the past, which is certainly the basis for
the vocation of the Lazio region in ‘staging’ works, whether theatrical or objects; and
on the other, the world of new staging and multimedia technologies, which certainly
owes much to the presence of the television and film industry in Rome.
A theatrical tradition, such as that of the Teatro dell’Opera di Roma, that, in designing
its staging, in the past called on artists of prominence like Giorgio De Chirico, to
mention just one, and which can be seen today in the work of Fabio Massimo Iaquone,
who has traded in his paintbrushes for a computer.
At the heart of all this is research, that links tradition and innovation, contaminates
genres and types, and makes continuous morphological and technological transfers,
devising experimental solutions of great interest.
Rome’s architecture school, on which the design school hinges today, has played an
essential role in the past in the field of experimentation for museum staging, but also
for theatre, film and television. Today, part of this school’s heritage can be seen in the
bachelor courses in design: design for exhibits and staging has much in common with
‘communication’ and with new multimedia technologies, which are used extensively in
design training.
Carlo Martino
Il Design per la teatralità | Design for theatricality
Maurizio Vitta, nel suo volume “Il progetto della bellezza” del 2001, sostiene che
il design italiano è caratterizzato da una spiccata teatralità, cioè da una capacità
intrinseca di conquistarsi la scena, sia essa domestica che collettiva, e oggi direi
mediatica. Tesi ripresa da Andrea Branzi nel primo allestimento del Triennale Design
Museum del 2007, dal titolo le Sette Ossessioni, in cui una delle sette sezioni era
proprio dedicata ad artefatti “attori” della scena spaziale.
Una vocazione per la teatralità dalla chiara matrice effimera, che trova nella presenza
dell’artefatto, nel segno e nella soluzione morfologica la sua forza e la sua capacità
distintiva.
La cultura dell’effimero, della messa in scena temporanea, ha certamente radici
lontane, nell’arte scenica dell’antica Roma, nel teatro medievale, ma è certamente
nell’epoca barocca, che raggiunge la maturità con macchine sceniche complesse capaci
di modificare lo spazio e di generare effetti speciali. Macchine che, per puro godimento
estetico, contaminavano il sacro e il profano, celando ingegnose soluzioni tecniche,
e che hanno consentito l’evoluzione di un saper fare specializzato nel progetto
dell’espediente, della soluzione d’effetto, dal costo contenuto.
Roma e il Lazio, sono stati culla della cultura Barocca, come da sempre sostiene Paolo
Portoghesi, ed è forse una delle ragioni che giustifica oggi in questi territori la più
alta concentrazione al mondo di mestieri associabili al temporaneo: l’allestimento
museografico e fieristico e la scenografia teatrale, cinematografica e televisiva.
Certamente l’insediamento a Roma della televisione nazionale, la presenza
505
06
dell’industria del cinema, l’evoluzione oggi nel sistema degli audiovisivi, hanno fatto il
resto.
Per cui l’effimero è nel DNA dei progettisti romani, ed è certamente una radice
culturale che dobbiamo conoscere a fondo e contribuire a divulgare.
Per cui sono certamente figli di questa cultura Maurizio Di Puolo, profilo di eccellenza
nell’ambito degli allestimenti di mostre culturali, ed il più giovane Fabio Massimo
Iaquone, nato nel Frusinate e romano di adozione, che con Luca Attilii declina questa
cultura nelle nuove tecnologie multimediali. È sempre figlio di questa cultura l’autore
di numerose e fortunate scenografie televisive, Gaetano Castelli, così come tanti altri
profili che lavorano in questo territorio e all’estero.
Rappresentano l’evoluzione del saper fare anche le molteplici declinazioni artigianali
e industriali per la realizzazione di scene, scenografie ed esposizioni, presenti nel
Lazio. Maestranze rare come quelle specializzate nella costruzione delle scenografie
cinematografiche e televisive, che si mescolano a nuove professionalità indirizzate
verso tecnologie multimediali e nuovi materiali. L’esempio di Scenografie Internazionali
specializzata nella realizzazione di allestimenti e scenografie di grande complessità,
da un lato, e Specchio Piuma, materiale con vocazione specifica per l’allestimento,
dall’altro, da solo un’idea di quanto è presente in questo territorio.
Infine la sperimentazione, prima nella tradizione dei laboratori di costruzione del
Teatro dell’Opera – vedi la questione del colore associato alle sorgenti luminose, e
poi nelle innovazioni tecnologiche delle scenografie pensate da Orazio Carpenzano,
concludendo con la case history dimostrativa del lavoro che la Factory La Sapienza
Design è in grado di svolgere, applicato proprio all’ambito all’exhibit design.
Storie e personaggi che dimostrano una grande vitalità del settore e un’interessante
“speranza progettuale” per chi opera nel Lazio.
Gaetano Castelli, “Benigni legge
Dante”, scenografia. | Gaetano
Castelli, “Benigni reads Dante”,
scenery.
Laboratorio di scenografia del
Teatro dell’Opera di Roma.
Ph: Chiara Bellisai. | Laboratory
setting of the Teatro dell’Opera in
Rome. Ph: Chiara Bellisai.
707
08
In his book ‘Il progetto della bellezza’ published in 2001, Maurizio Vitta states that
Italian design is characterised by a definite theatrical feel, that is an intrinsic ability
to conquer the stage, both domestic and collective, and today I would add the mass
media. Andrea Branzi took up this thesis again in the first staging of the Triennale
Design Museum in 2007, entitled ‘Sette Ossessioni’, in which one of the seven sections
was dedicated to artefacts that were ‘actors’ on the spatial stage.
This vocation for clearly ephemeral theatricality finds its strength and distinctive ability
in the artefact, sign and morphological solution.
The culture of the ephemeral, of temporary staging, certainly has roots far in the
past, in the scenery of ancient Rome and in the medieval theatre, but it was certainly
in the Baroque period that it reached maturity with complex stage machinery able to
modify space and create special effects. For pure aesthetic enjoyment, these machines
contaminated the sacred with the profane, concealing ingenious technical solutions,
and made possible the evolution of know-how specialising in the design of devices and
effective solutions with contained costs.
Rome and the Lazio region were the cradle of Baroque culture, as Paolo Portoghesi has
always claimed, and this may be one of the reasons why the region has the highest
concentration in the world of trades related to the temporary: museum and fair
staging, as well as theatre, cinema and television sets.
Certainly the establishment of national television in Rome, as well as the presence of
the film industry and the current evolution of broadcasting systems have done the rest.
Maurizio di Puolo, mostra “Gli
Etruschi nel Lazio”, progetto
e realizzazione, Palazzo delle
Esposizioni, Roma, 2008 . |
Maurizio di Puolo, “Gli Etruschi
nel Lazio” exhibition, project
and production, Palazzo delle
Esposizioni, Roma, 2008 .
Iaquone-Attilii, Visioni.
So, the ephemeral is in the DNA of Roman designers, and is certainly a cultural root
that we need to get to know better and help to disseminate.
Sons of this culture are Maurizio Di Puolo, a figure of excellence in cultural exhibit
staging, and the younger Fabio Massimo Iaquone, born in Frosinone and Roman
by adoption, who applies new multimedia technologies to this culture with Luca
Attilii. Another son of this culture is the author of many sets for popular television
programmes Gaetano Castelli, as are many other people working in this region and
abroad.
They represent the evolution of know-how and the many crafts and industries
involved in creating sets, staging and exhibits, present in Lazio. Rare workmen like
those specialising in constructing film and television sets, who work alongside new
professionals focusing on multimedia technologies and new materials.
The examples of Scenografie Internazionali specialising in creating extremely complex
staging and scenery on one hand, and Specchio Piuma, a material used specifically for
staging, on the other, give an idea of what is present in this region.
Last, experimentation, first in the tradition of the construction studios of Teatro
dell’Opera — see the question of colour associated with light sources — then in the
technological innovations of scenery created by Orazio Carpenzano, and finally in the
demo case history of the work applied to exhibit design by La Sapienza Design Factory.
All these stories and people are proof of the great vitality in the sector and of an
interesting ‘design hope’ for all those working in Lazio.
09
Gianluca Lo Presti*
Exhibit design, creatività e cultura per un’industria che cresce |
Exhibit design: creativity and culture for a growing industry
*Direttore Generale Sviluppo
Lazio S.p.A. | Chief Executive of
Sviluppo Lazio S.p.A
10
Strutture fieristiche, allestimenti teatrali, percorsi museali, è il contesto intorno
al quale si sviluppa l’exhibit design, un sistema produttivo dove creatività, arte e
cultura, incontrano la tecnologia più innovativa e fantasiosa per offrire “contenitori”
altamente espressivi. È l’ambito dove ancora una volta il mondo del seppur apparente
intangibile, si trasforma in esperienza progettuale e nella creazione di forme e soluzioni
di allestimenti dove diviene centrale la capacità di comunicare, l’arte di conciliare,
attraverso il design, esigenze di diversa natura. L’exhibit design cresce nel contesto
di Roma e del Lazio, un’area che custodisce oltre 400 musei e gallerie d’arte, oltre
ad ospitare importanti rassegne, festival e teatri di fama internazionale. Il 69% delle
imprese nazionali del Cine audiovisivo ha sede nella regione, il 27% degli occupati nel
settore lavora nel Lazio e annualmente sono 15.000 le giornate di riprese su 40 set
aperti. Nel Lazio sono presenti i principali broadcaster televisivi nazionali.
Particolarmente significativa è la presenza a Roma degli studi di Cinecittà (gestiti dalla
Cinecittà Holding S.p.A.), nei quali si concentra la maggior parte della produzione della
cinematografia e della fiction italiana e che richiama una grande quantità di produzioni
cinematografiche dall’estero. Anche la nuova Fiera di Roma, uno dei più importanti
quartieri fieristici italiani per quanto riguarda l’organizzazione di expo internazionali,
rappresenta un polo di riferimento per le realizzazioni dell’exhibit design; una cittadella
che conta 14 padiglioni attrezzati con le più avanzate tecnologie.
È sorprendente scoprire il mondo professionale, artigianale ed imprenditoriale, che
ruota intorno all’exhibit design; un bacino di grandi potenzialità, che rappresenta
una filiera di eccellenze produttive e di competenze legata all’industria della cultura e
dell’arte, destinate ad entrare, con sempre maggiore vigore, nel paniere dei settori del
made in italy-made in Lazio da sostenere a livello internazionale.
Trade show centres, theatre sets and museum routes are the realm of exhibit design,
a production system in which creativity, art and culture come together with the most
innovative and imaginative technology to provide extremely expressive ‘containers’.
This is a field where once again the world of seeming intangibility is transformed into
a design experience and into the creation of forms and solutions in which a core role
is played by the capacity to communicate and the art of using design to reconcile
various kinds of needs. Exhibit design is growing in Rome and Lazio, an area which
boasts more than 400 museums and art galleries and is home to important exhibitions,
festivals and internationally renowned theatres. 69% of Italy’s audiovisual film
companies are based in the region, 27% of the sector’s employees work in Lazio and
there are 15,000 days of filming each year, with 40 sets open.
The main Italian television broadcasters can also be found in Lazio.
An especially important role is played by Rome’s Cinecittà studios (which are managed
by Cinecittà Holding S.p.A.). Most Italian films and television series are produced there
and the site also attracts a lot of film productions from abroad.
The new Rome Trade Show Centre is one of the top centres of its kind in Italy for the
organization of international shows. With its 14 pavilions equipped with cutting edge
technology, it too is a beacon for exhibit design projects.
Discovering the world of professional skills, craftsmanship and business that has built
up around exhibit design is an enlightening experience. There is great potential within
this field, which is connected to the culture and art industry. True excellence can be
seen in the production and know-how, and it is making an ever stronger case for
inclusion in the range of sectors with the ‘Made in Italy-Made in Lazio’ label that are
worthy of international support.
11
Designer
Ivo Caruso
Maurizio di Puolo, Fabio Iaquone e
Luca Attilii. Ritratti. | Portraits.
12
Fabio Iaquone e Luca Attilii,
Visioni. Ph: Attilii-Iaquone. | Fabio
Iaquone and Luca Attilii, Visions.
Ph: Attilii-Iaquone.
Maurizio di Puolo è stato docente presso diverse università italiane, responsabile
del Settore Mostre presso l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Milano,
e del Settore Grandi Mostre Arnoldo Mondadori, direttore e fondatore del
Museo Nazionale Architettura di Ferrara, membro del comitato di redazione di
EXPORRE, socio fondatore di AAA Associazione Archivi Architettura, fondatore
della Galleria AAM/Architettura Arte Moderna e curatore delle rubriche di Arte
e Cultura per “La Repubblica” e “il Messaggero”. Progettista di allestimenti di
mostre e sistemazioni museali, di Puolo si occupa anche di restauro ed Interior
Design, campagne fotografiche, reportage e pubblicazioni editoriali. Oggi
il curriculum dello Studio Metaimago conta circa 750 lavori firmati. Iaquone
Attilii Studio, fondato nel 2004 da Fabio Massimo Iaquone e Luca Attilii, opera
principalmente nei settori della video arte, delle installazioni museali e teatrali
e della grafica. Film-makers eclettici e sperimentali, instancabili innovatori di
linguaggio, vantano un portfolio ricco di realizzazioni di assoluto rilievo e di
respiro internazionale. Il carattere e l’inconfondibile stile dello Studio sono la
sintesi della trentennale esperienza di Iaquone nel campo dell’Arte e la costante
ricerca tecnologica di Attilii, esperto di digital compositing e nuove tecnologie.
Maurizio di Puolo, Fabio Iaquone e Luca Attilii ci raccontano il mondo dell’Exhibit
Design visto da un’ottica privilegiata: quella di professionisti premiati ed
apprezzati in Italia come all’estero.
Maurizio di Puolo has taught at a number of Italian universities, as well as working as the
Head of Exhibitions in the Culture Department of the Province of Milan, the Head of the
Large Exhibitions Section at Arnoldo Mondadori, the director and founder of the National
Architecture Museum in Ferrara, a member of the editorial board of EXPORRE, a founding
member of AAA Associazione Archivi Architettura (the Architecture Archives Association),
a founder of the AAM/Architettura Arte Moderna (Architecture Modern Art) gallery, and
on the Art and Culture columns for ‘La Repubblica’ and ‘Il Messaggero’. In addition to his
exhibit design contributions to shows and museum displays, di Puolo works in the fields of
restoration and interior design, and produces photo campaigns, reportages and editorial
publications. Studio Metaimago can currently boast a portfolio of 750 projects.
Iaquone Attilii Studio was founded in 2004 by Fabio Massimo Iaquone and Luca Attilii.
It mainly works in the fields of video art, museum and theatre installations, and graphic
design. Iaquone and Attilii are eclectic, experimental film-makers that tirelessly innovate
with language. They have put together a wealth of outstanding productions, films,
installations, shows and collaborations of international standing. The character and
unmistakeable style of the Studio encapsulate Iaquone’s 30 years of experience on the Art
scene and Attilii’s constant technological research, built on his expert knowledge of digital
compositing and new technologies. Maurizio di Puolo, Fabio Iaquone and Luca Attilii are
award-winning professionals of great renown in Italy and all over the world. As such, they
can give us a unique take on the world of Exhibit Design.
L’arte di mostrare l’arte
The art of showing Art
Quali sono le discipline che confluiscono
nell’Exhibit Design?
M.d.P. Intanto diciamo che il termine Exhibition Design è
nato nei primissimi anni novanta da una serie di saggi di
Sergio Polano e Mario Mastropietro editore delle prime
pubblicazioni sull’analisi dell’argomento Mostre e Musei.
Per rispondere alla domanda, in questa benedetta
professione (perché ora tale è) concorrono Scenografia,
Design, Architettura, Ingegneria, Fotografia, Tecnologia
delle comunicazioni, Light Design, Storia dell’Arte,
Costume, Grafica e se volete séguito.
Insomma c’è necessità di avere un ampio spettro di
conoscenze oppure un altrettanto ampio spettro di
collaboratori specifici.
I.A. Crediamo che non vi siano discipline specifiche
ma contrariamente ce ne sono di importanti come
l’Architettura, la Tecnologia, la Multimedialità,
la Grafica… e si può andare molto oltre.
Fondamentalmente sarà il “creativo” che sceglierà
le modalità attraverso le quali attingere alle diverse
discipline esistenti.
Allestimenti teatrali, museali, fieristici; quali sono le
differenze di approccio progettuale a tali temi?
M.d.P. Sono tre campi assolutamente diversi: è diverso il
pubblico, la tempistica, i luoghi, la tecnologia esecutiva.
Il teatro ad esempio ha un rapporto particolare: spettatori
fermi e scena in movimento, una storia da raccontare e la
scenografia (anche se di Appia o Cambellotti) diventa un
appoggio, un fondale. Anche gli attori (in qualsiasi forma
teatrale) vengono coinvolti in qualcosa di “secondario”.
L’apporto dello scenografo o meglio dello stagedesigner, deve essere calibrato in modo da non divenire
preponderante… ci vuole una grande inventiva ed una
estrema modestia.
Ricordo, come vita vissuta, di aver fatto le scene
13
Maurizio di Puolo, mostra
“Gli Etruschi nel Lazio”, progetto,
realizzazione, Palazzo delle
Esposizioni, Roma, 2008. |
Maurizio Puolo, “The Etruscans
in Lazio” exposition, design and
implementation, Palazzo delle
Esposizioni, Rome, 2008.
14
dell’ultima serie di rappresentazioni di Eduardo De Filippo
(Festival del Teatro/Montalcino 1983).
La forza del testo e l’incomparabile bravura di Eduardo
mi costrinsero ad una scena di estrema astrazione con
elementi “spaesati” non aventi alcun nesso con la realtà
e con la trama. L’impianto luci collaborò ulteriormente
a sottolineare questa situazione metafisica lasciando
all’attore lo spazio e l’importanza dovuta.
In un altro caso (Balletto “‘900” di Massimo
Bontempelli), considerando la forma espressiva del
gruppo di ballo estremamente fisica ed atletica,
l’apparato scenico venne ridotto ad una serie di volumi in
cartone ondulato e ad un paio di scale a pioli.
Il tutto era aiutato da un importante parco luci.
Il caso di Exhibition Design per i musei richiederebbe una
vastissima e documentata relazione ma strutturalmente la
situazione è quasi invertita cioè “pubblico in movimento
e soggetto fermo” e quindi l’approccio progettuale va
ricalibrato considerando una molteplicità di fattori: tipo
di materiali esposti (statue, aerei, farfalle o quant’altro),
canoni di protezione (fragilità, sicurezza, deperibilità,
luce, temperatura, igrometria), spazi concessi (museo
esistente, nuovo edificio, coabitazione, importanza
storica).
In percentuale capita molto più frequentemente di
dover lavorare su di un vecchio museo per ristrutturarlo
secondo criteri più aggiornati, piuttosto che progettare
un museo nella sua totalità, sia l’edificio che tutto il
complesso dell’Exhibit Design.
Insomma i fattori e le variabili da considerare sono
talmente tanti che è quasi impossibile dare delle regole.
L’unico consiglio che mi sentirei di dare è quello della
grandissima modestia e del rispetto per le opere e la loro
conservazione.
Sono le opere (appunto statue, farfalle o altro) che
debbono “brillare” ed essere le protagoniste. Ovviamente
è essenziale l’intelligente apporto dei curatori scientifici
nel comporre una sequenza espositiva logica ed
un’adeguata linea didattica.
Il discorso è abbastanza differente per quanto riguarda
Maurizio di Puolo, Museo
Archeologico delle Asturias,
Oviedo, Spagna, 2009. | Maurizio
di Puolo, Archaeological Museum
of Asturias, Oviedo, Spain, 2009.
l’approccio al tema delle mostre che, se per alcuni versi è
assimilabile alla metodica di progettazione museale, per
altri è totalmente differente.
La mostra ha dei tempi predeterminati (una settimana,
un mese, un anno); per la mostra ci si può permettere
di usare materiali meno pregiati e di minore durata sia
nel settore costruttivo e strutturale che in quello della
illuminotecnica. La mostra può utilizzare un sistema di
comunicazione più “spinto” utilizzando i vari media a
disposizione (multivisione, frames, touch-screen) allo
scopo di una maggiore comprensione del tema specifico.
Ovviamente questo è uno schema sommario e generico,
ma esatto almeno per grandi linee.
Il settore fieristico infine può essere avvicinato – forse
più degli altri già citati – alla sperimentazione libera; vale
a dire che, fatti salvi tutti i vincoli imposti attualmente
per ragioni di sicurezza, permette di creare spazi fruibili
ed espositivi che abbiano un grosso appeal sul pubblico
(il famoso effetto réclame) in un panorama fortemente
variegato e ripetitivo.
Quindi un’ottima palestra per nuovi materiali, colori,
sistemi modulari, grafica e tecnologie.
I.A. Partendo dalla conoscenza dei vari settori è
importante concentrarsi sulla velocità dell’interazione.
Se possiamo permetterci degli esempi figurativi,
guardiamo al teatro come un spazio dove il silenzio, la
scena vuota e la caduta di una foglia raccontano con
sufficienza un evento, una storia, un’emozione.
È il luogo dove la scena guadagna i tempi
dell’osservatore e dove una singola azione si dilata nel
tempo fino a colmarne le modalità percettive.
In un museo basta solo la foglia messa lì, immobile!
Sarà il fruitore ad etichettare la sua interpretazione della
realtà, in qualche modo.
In una fiera, per raccontare con la stessa intensità, ci
vorrebbero migliaia di foglie e comunque sembrerebbero
deboli vista la ridondanza delle sollecitazioni percettive
che disturbano le modalità normali di osservazione e
allora torna utile un’amplificazione sensoriale.
15
Questo per dire che non si può prescindere dal rapporto
spazio/tempo della narrazione e la quantità iperbolica di
informazioni comunicative che si vogliono fornire.
Resta chiaro che gli allestimenti devono sempre essere
funzionali al contenuto quindi determinati da quello
che si deve raccontare e come lo si vuole fare, noi
privilegiamo la fantasia e la sperimentazione ma resta
chiaro che non si può prescindere dalla forma e dalla
precisione.
16
Come rendere i linguaggi artistici fruibili ad un pubblico
sempre maggiore?
M.d.P. Non so... pensiamo soltanto che nella formazione
scolastica manca totalmente una coda su tutti i
movimenti del ‘900 dopo il Futurismo… per non parlare
dell’Arte Contemporanea.
Quindi non è un problema di fruibilità, ma di cultura,
cultura di base e programmi culturali intelligenti e non
solo quelle retrospettive senza senso che non inquadrano
i problemi ma creano solo delle false sequenze con
interessi prevalentemente commerciali.
I.A. È vero che c’è un’evoluzione continua di mezzi,
tempi e media.
La nostra mentalità è per così dire “continuamente
sollecitata”, ma, a nostro avviso, nella costellazione
delle proposte emozionali, è sempre la qualità che deve
emergere. Il pubblico è esigente, colto; non bisogna
sottovalutarlo. È quindi fondamentale affinare i processi
creativi, ricercare, ottimizzare. È indispensabile una messa
a fuoco costante.
Pessoa dice che “Ogni cosa è l’intersezione di tre linee, e
quelle tre linee formano quella cosa: una certa quantità
di materia, il modo in cui la interpretiamo e l’ambiente in
cui si trova.
La tecnologia, come sta cambiando il modo di concepire
gli allestimenti museali e teatrali?
M.d.P. La grande tecnologia la avverto maggiormente
nella fase progettuale grazie alla possibilità di simulazione
Fabio Iaquone e Luca Attilii,
Candide, Napoli.
Ph: Iaquone-Attilii. | Fabio
Iaquone and Luca Attilii, Candide,
Naples. Ph: Iaquone-Attilii.
Fabio Iaquone e Luca Attilii, TNSJ.
Ph: Tuna. | Fabio Iaquone and
Luca Attilii TNSJ. Ph: Tuna.
Fabio Iaquone e Luca Attilii,
Sombras. Ph: Iaquone-Attilii. |
Fabio Iaquone and Luca Attilii,
Sombras. Ph: Iaquone-Attilii.
degli spazi e delle luci cioè per “vedere” in anticipo la
Mostra o il Museo. Sul campo non mi sembra che ci
siano grandi rivoluzioni salvo l’uso dei LED come sorgenti
luminose e qualche sistema più rapido ed economico per
quanto riguarda la grafica.
I.A. L’utilizzo delle tecnologie multimediali negli
allestimenti museali e teatrali insegue la riduzione del
tempo offrendo una soluzione più veloce, idonea quindi
a colpire negli spazi ridotti del tempo compresso con
maggiore intensità.
Lo spettatore nel teatro ed il visitatore nel museo saranno
quindi coinvolti in un meccanismo in grado di inseguire
il loro tempo relativamente ridotto con un metodo di
compensazione più veloce, in grado di conferire agli
spazi ridotti dell’attimo l’impulso dello stupore che apre il
percorso alla dimensione della riflessione.
La città di Roma può vantare spazi museali e teatrali di
assoluta eccellenza a livello mondiale.
Tali strutture riescono realmente ad essere scenari di
sperimentazione per il progettista degli allestimenti?
M.d.P. Certo, potrebbero essere ottimi scenari per la
sperimentazione.
Il difficile è arrivarci e, una volta arrivati, trovare menti
aperte alla ricerca coraggiosa invece che a banali
soluzioni da arredatore per parrucchieri.
I.A. Roma è grandiosa, è una città che ha tutto,
forse una carenza si potrebbe individuare nel nostro
atteggiamento di curiosità che potrebbe essere più
sviluppato. È come se la ricerca non sia equamente
rapportata al “peso” delle abitudini che tendiamo a
conservare. E allora vediamo molti bellissimi spazi dove
“ciclicamente” le cose si ripetono in una loop infinita e
quando qualcosa cambia “intravediamo” l’evento.
Ecco, bisognerebbe avere forse più coraggio in termini
di proposte artistiche e produttive (maggiori
investimenti) per trasformare queste meteore in un
bellissimo cielo stellato.
17
Maurizio di Puolo, Mostra
“Bulgari”, Palazzo delle
Esposizioni, Roma. 2008. |
Maurizio di Puolo, “Bulgari”
exhibition, Palazzo delle
Esposizioni, Rome. 2008.
Which disciplines come together in Exhibit Design?
M.d.P. Firstly, we should say that the term Exhibition
Design first appeared in the early 1990s in a series of
essays by Sergio Polano and Mario Mastropietro, who
published the first analyses of ‘Exhibitions and Museums’
as a subject.
To answer your question, this blessed profession (because
it is a profession now) involves Set Design, Industrial
Design, Architecture, Engineering, Photography,
Communication Technology, Light Design, History of Art,
Costume, Graphic Design… I could go on if you like.
Basically, you need a broad range of know-how, or an
equally broad range of colleagues with specific skills.
18
I.A. We believe that instead of specific disciplines,
there are important ones like Architecture, Technology,
Multimedia, Graphic Design… and many more besides.
Essentially, the ‘creative talents’ are the ones that decide
how to draw on the various existing disciplines.
How does the design approach change for theatres,
museums and fairs?
M.d.P. They are three completely different fields:
the public, timings, locations and technology are all
different. For example, at the theatre there is a singular
relationship: the audience is motionless but there is
movement on stage; there is a story to tell and the set
(even if it is by Appia or Cambellotti) becomes a support,
a backdrop. Even the actors (in any theatrical form) are
involved in something ‘secondary’. The contribution of
the stage designer must be gauged so that it does not
become overbearing. You need to be very inventive and
extremely modest.
I had the experience of making the sets for the last series
of performances by Eduardo De Filippo (Theatre Festival/
Montalcino 1983). Due to the powerful scripts and the
incomparable brilliance of Eduardo, I had to produce
an extremely abstract set with elements that were not
connected to reality or the plot. The lighting also helped
to underline this metaphysical situation, giving the actor
Maurizio di Puolo, Mostra
“Storie da un’eruzione. Pompei,
Ercolano, Oplontis”. Museo
Archeologico Nazionale di
Napoli, 2002. | Maurizio di Puolo,
Exhibition “Storie da un’eruzione.
Pompei, Ercolano, Oplontis”.
Museo Archeologico Nazionale of
Naples, 2002.
the space and importance he deserved.
In another case (the ‘900 ballet by Massimo Bontempelli),
given the expression by the extremely physical and
athletic ballet troupe, the stage set was limited to some
corrugated cardboard shapes and a couple of ladders.
The extensive lighting set-up also played an important
part.
A vast, well documented report would be needed to
sum up Exhibition Design in museums. Structurally,
the situation is almost the complete opposite, with the
‘public moving and the subject still’. The design approach
thus needs to be altered, taking into consideration
numerous factors: the type of material on display
(statues, aeroplanes, butterflies or whatever else it might
be), the requirements for protection (fragility, security,
perishability, light, temperature, humidity), the space
available (an existing museum, a new building, a shared
venue, its historical importance).
In percentage terms, it is much more common to have to
work on an old museum and renovate it in accordance
with more modern criteria than to have to design a
museum in its entirety: both the building and the whole
Exhibit Design system.
In short, there are so many variables to consider that it
is almost impossible to lay down rules. The only advice
that I can give is to be extremely modest and to respect
the works and their conservation. The works (whether
they are statues, butterflies or anything else) are the
things that have to stand out and have the prominent
role. Of course, it is also essential to have an intelligent
contribution from the scientific curators when putting
together a logical exhibition sequence and a suitable
didactic approach.
Things are rather different when it comes to exhibitions.
Although the approach is similar in some ways to the
museum design method, in others it is completely
different. Exhibitions run for set periods of time (a week,
a month, a year). You can settle for materials of a lower
standard and with a shorter lifespan in terms of both
construction/structure and illuminating engineering.
19
Exhibitions can use a more ‘daring’ communication
system that employs the various media available
(multivision, frames, touch-screens) to aid comprehension
of the subject matter. Obviously this is a sweeping,
generalized statement, but on the whole it is true.
Finally, the trade show sector – perhaps more than
the others mentioned – allows reasonably free
experimentation. Although it is necessary to comply with
the restrictions currently imposed for safety reasons, user
and display areas with great appeal for the public (the
famous réclame effect) can be created in a highly varied,
repetitive setting. It is thus an excellent testing ground
for new materials, colours, modular systems, graphics
and technology.
20
I.A. With our knowledge of the various sectors, we
can say that it is important to focus on the speed of
interaction. To give a figurative example, we look at the
theatre as a place where silence, an empty stage and a
falling leaf are sufficient to portray an event, a story or
an emotion. It is a place where the stage takes over the
audience’s time and a single action spreads over time
until it fills its perception.
In a museum, all you need is to place a leaf there, lying
still! The users will give their own interpretation of the
situation in some way. In order to tell the story with
the same intensity in a trade show, thousands of leaves
would be needed, and they would still be weak given the
redundancy of the perceptive demands that disturb the
normal observation methods. Sensorial amplification is
useful in this case.
In other words, it is essential to consider the relationship
between the space and time of narration and the
hyperbolical quantity of communicative information that
must be provided.
Of course the exhibit design must always accommodate
the content, so it is always based around what you
have to say and how you want to do it. We aim for
inventiveness and experimentation, but obviously form
and precision must not be neglected.
It is necessary to focus constantly.
Pessoa said that ‘Every thing is the intersection of three
lines, and those three lines form that thing: a certain
amount of material, the way in which we see it and the
setting in which it is found.’
Fabio Iaquone e Luca Attilii, TNSJ,
Castro. Ph: Tuna. | Fabio Iaquone
and Luca Attilii, TNSJ, Castro.
Ph: Tuna.
How is technology changing the way museum and
theatre design is conceived?
M.d.P. I mainly feel the impact of sophisticated
technology in the design phase, thanks to the possibility
of simulating spaces and lights so as to get an advance
‘look’ at the Exhibition or Museum.
In the field, I do not believe that there have been huge
revolutions, except for the use of LEDs for lighting and a
few quicker, cheaper graphics systems.
I.A. The use of multimedia technology in museum and
theatre design comes with the reduction in the time
available. It offers quicker solutions, thus giving a bigger
impact in the limited time on offer.
Audience members at theatres and visitors to museums
will become involved in a mechanism that is able to
make up for their relatively restricted time with a faster
compensation method, which is able to get across in
the brief time at hand the impulse for astonishment that
opens the way to the dimension of reflection.
How can artistic expression be opened up to an ever
wider public?
M.d.P. I don’t know. Just think that in the school
education system there is absolutely no follow-up on any
of the movements in the 20th century after Futurism…
and you can forget about Contemporary Art.
So it is not a utilization matter but one regarding culture,
basic culture, and intelligent cultural schemes rather than
retrospectives with no meaning that do not present the
issues but simply create false sequences and have mainly
commercial interests.
I.A. There is no denying that the means, times and
media are constantly evolving. ‘Continual demands’ are
placed on our minds, but – in our opinion – in the mass
of emotional proposals, quality must always stand out.
People are exacting and cultured.
They should not be underestimated. It is thus essential
to refine the creative processes, carry out research and
optimize what you do.
The city of Rome boasts excellent museums and theatres
of international standing. Can these venues really be a
place for experimentation by exhibit and set designers?
M.d.P. Of course, they could be an excellent place for
experimentation.
The hard part is getting there and, once you’ve done
it, finding people that are open to audacious research
rather than banal, hair salon-style solutions.
I.A. Rome is magnificent. It is a city that has it all, but
one thing that could be improved is our inquisitiveness.
Research does not seem to be on an equal footing with
the habits that we tend to keep up.
As a result, we see lots of beautiful places where
things are ‘cyclically’ repeated in an endless loop and
when something changes, we ‘catch a glimpse’ of the
event. Maybe we need to be braver with our artistic
and productive proposals (making bigger investments)
in order to turn these meteors into a beautiful, starstudded sky.
21
Luca Bradini
Gaetano Castelli, 40 anni di innovazione in scena |
Gaetano Castelli, 40 years of innovation on stage
Il mondo dell’allestimento televisivo da quaranta anni a questa parte ha un
protagonista unico, Gaetano Castelli, scenografo e (pur se è meno noto ai più)
artista virtuoso, che ha fatto della continua innovazione della scenografia la cifra più
significativa del suo lavoro.
La sua carriera nel mondo della televisione inizia nel 1964 come assistente alla
scenografia, i suoi studi all’artistico (che hanno fortemente caratterizzato tutta la sua
storia professionale) gli hanno permesso di affrontare il ruolo in modo estremamente
eclettico, come lui stesso dice: “Lo scenografo deve saper dipingere, scolpire ed
architettare”. L’attività in quel tempo era fortemente intrisa di una “esperienza pratica
dello spazio scenico” alla quale bisognava dare soluzioni continue di modifica in
funzione delle differenti esigenze.
Inizia a collaborare per le scenografie dei primi sceneggiati della Rai, ma dopo poco
tempo si impone autonomamente iniziando ad occuparsi come scenografo dei
programmi culturali e politici, proponendo una svolta nel campo delle scenografie con
l’introduzione di tematiche scenografiche in grado di dare risalto ai caratteri specifici
dei singoli programmi così da determinare un’autonomia stilistica fino a quel momento
sconosciuta per quel tipo di prodotto televisivo.
Negli anni ’70, con l’avvento del varietà televisivo, la sua attività si specializza nella
scenografia per l’intrattenimento.
Castelli attraversa tutti i periodi della storia di questo tipo di prodotto, fino ai nostri
giorni, firmando tra i più significativi programmi della storia della televisione Italiana: da
Canzonissima a Luna Park, da Fantastico al Festival di Sanremo.
22
Gaetano Castelli, ritratto. |
Gaetano Castelli, portrait.
Gaetano Castelli, scenografia
trasmissione tv Studio80, ‘80.
| Gaetano Castelli, set design
Studio80 TV broadcast, ‘80.
Gaetano Castelli, scenografia
Festival di San Remo, 2010. |
Gaetano Castelli, set design
Festival of San Remo, 2010.
Ripercorrendo le innumerevoli e storiche scenografie, supportato dalle descrizioni
di Castelli per ognuna di queste, si percepisce la complessità delle problematiche
progettuali e costruttive che sottendono il prodotto finale; altresì si possono individuare
alcune strategie principali che hanno determinato la spinta innovativa del suo lavoro.
L’innovazione sembra per Castelli un tema ossessivo, il tempo che non utilizza
per lavorare lo impiega costantemente (lo ha sempre impiegato e lo impiega
tutt’ora pur essendo uno degli scenografi televisivi più noti) per visitare il mondo
e i differenti spettacoli che si sviluppano in giro nei differenti contesti al fine di
costruire continuamente un bagaglio di nuove proposte, rielaborando e mutuando
sapientemente le esperienze derivanti da questi viaggi.
Le nuove tecnologie ed i nuovi materiali sono analizzati ciascuno a fondo per
percepirne le potenzialità del loro impiego in uno studio televisivo, così come
l’invenzione di tecnologie esecutive che permettono soluzioni formali autonome (tipica
la scenografia in stampi deformati di “diciamo la verità“ del 1968).
A questi temi di innovazione più legati alle caratteristiche tecnologiche si aggiunge
il tema più “architettonico” dell’innovazione della tipologia spaziale dello spazio
scenografico, quale Castelli presta molta attenzione fin dagli esordi.
La ricerca per la profondità prospettica della scena, così come le differenti invenzioni
per dare altezza allo spazio visivo, pur nei vincoli ferrei degli spazi a disposizione, sono
i temi che Castelli descrive con estrema sapienza lasciando affiorare la sua significativa
cultura classica per l’arte del ‘400 e del ‘500.
A questi, si associa la cifra complessiva che definisce ogni allestimento scenico di
Castelli, dato dall’articolazione di elementi organici dettagliati, da linee curve che
rappresentano sempre l’elemento caratterizzante la scena come elemento prioritario,
ritenendo, come afferma nella sua descrizione, che nella scena vi debba essere un unico
elemento chiaro al quale tutte le altre componenti devono gerarchicamente sottostare.
A completare la definizione degli elementi che hanno determinato il successo delle
scenografie di Gaetano Castelli c’è la ricerca di innovazione nei dinamismi della scena
che si evidenzia nelle articolate meccaniche che vengono di volta in volta studiate per
rendere mutevoli le diverse scene durante lo svolgimento dello spettacolo.
Argani e bracci meccanici comandati da computer sono gli elementi “invisibili” che
trasformano ogni progetto in un meccanismo complesso, associabile alla ricerca
continua che ogni prestigiatore deve fare per rinnovare i propri numeri e mantenere
il livello di pathos. Altro ingrediente fondamentale che completa il complesso sistema
è rappresentato dalla luce ed i suoi effetti, quindi dai video (ora principalmente i
videowall) che di fatto costituiscono l’ingrediente di amalgama complessivo che
permette di determinare le differenti letture della scena stessa.
La realtà virtuale e la multimedialità trasferita e trasformata come elemento fisico
e scenico rappresentano un corto circuito concettuale, quasi come la ripetizione
specchiata all’infinito delle figure riprese e riproiettate nella stessa visione prospettica
per dare un effetto di sfondamento della scena, largamente utilizzate nei grandi varietà
di fine degli anni ‘60.
23
24
Just one name has reigned supreme in the world of television set design for the last 40
years: Gaetano Castelli. This set designer and (albeit largely unknown) virtuoso artist
has built his career on continual innovation of stage sets.
He started out in the television industry as a set design assistant in 1964. His artistic
studies (which have always played an important part in his professional career) allowed
him to take an extremely eclectic approach to the role. As the man himself says: ‘Set
designers must know how to paint, sculpt and produce architecture.’ Back then, the
job involved large amounts of ‘practical experience of the stage set’, which required
continual solutions for changes in keeping with the different needs.
He started working on the sets of the first Rai serials, but soon afterwards he
established himself independently and began designing the sets of cultural and political
programmes. He brought about a change in the field by introducing themed sets that
emphasized specific characteristics of individual programmes, thus giving them their
own style: something that was previously unheard of for television output of that kind.
In the 1970s, with the rise of television variety shows, he began to specialize in sets for
entertainment.
Throughout the history of this type of product, Castelli has been behind the most
significant programmes on Italian television: from Canzonissima to Luna Park, from
Fantastico to the Sanremo Music Festival.
A look back at the countless, legendary stage sets – with a description by Castelli
for each one – reveals the complex design and construction problems that the final
product entails. It also demonstrates some of the main strategies that led to the
innovative drive of his work.
Castelli seems to be obsessed with innovation. When he is not working, he spends
all of his time visiting the world and taking in the different shows that can be seen in
different environments. This is something that he has always done and he continues
to use his time in this way, even though he is one of the most famous television set
designers. It allows him to come up with a continual selection of new proposals, as he
expertly draws on and reworks his experiences on his travels.
He carries out in-depth analyses of new technologies and materials in order to weigh
up their potential for utilization in a TV studio. Executive technology is invented to offer
autonomous formal solutions (a typical example is the ‘Diciamo la Verità’ set from 1968
with its deformed moulds).
Alongside these innovative matters involving technological features is the more
‘architectural’ topic of innovating the type of space on set: something that has always
been a key issue for Castelli, right from the start.
The search for depth on stage and a range of ploys to add height to the visual space
– despite the strict limitations on the room available – are topics that Castelli discusses
with expert knowledge, revealing his significant classical culture when it comes to 15th
and 16th century art.
On top of all this comes the overall message that can be seen in every one of Castelli’s
sets. It is conveyed by a range of detailed structural elements and curved lines that
Gaetano Castelli, schizzo
scenografia Ballarò, 2010-2011.
| Gaetano Castelli, sketch of set
design for Ballarò, 2010-2011.
Gaetano Castelli, scenografia
Festival di San Remo, 2005. |
Gaetano Castelli, set design
Festival of San Remo, 2005.
always take a leading role on stage. As Castelli states in his description, he believes that
there must be one clear principal element in the set, with all of the other components
coming lower down in the hierarchy.
Completing the list of features that have contributed to the success of Gaetano
Castelli’s work is a quest for innovation in the set dynamics, which can be seen in the
mechanical systems that are produced to change the different backdrops as a show
unfolds.
These computer-operated mechanical arms and hoists are ‘invisible’ devices that
turn every project into a complex mechanism. They are comparable to the ongoing
experiments that conjurors have to conduct in order to revitalize their acts and keep
the pathos levels high. Another essential ingredient that complements the complex
system is light and its effects, not to mention video (now mainly in the form of video
walls): a binding element that allows different views of the set itself to be given.
Virtual reality and multimedia systems which have been transferred and transformed
into a physical part of the set embody a conceptual short circuit, not that different
from the infinite mirrored repetition of figures that were filmed and screened in the
same view to give the appearance of opening up the stage: an effect that was very
popular in the great variety shows of the late 1960s.
25
Sara Palumbo
Exhibit design: trasversalità e contaminazione
Exhibit design: crossovers and mutual influences
26
Con l’espressione “Exhibition Design” si definisce quell’area
di ricerca dedicata alla progettazione degli spazi espositivi,
quali allestimenti museali, stand fieristici, espositori per
eventi e dispositivi informativi: è la disciplina che organizza
“l’ambiente” in cui un evento “prende forma”. Esso va
oltre quello che è l’aspetto strettamente comunicativo o
divulgativo, ma immagina l’evento collocandolo in uno
spazio. I progetti di allestimento dovrebbero essere parte
integrante del progetto di comunicazione. Infatti lo spazio
in cui l’evento si manifesta fisicamente è semplicemente
uno degli spazi che concorrono a creare l’ambiente in
cui esso si rende pubblico. La sola comunicazione in
un certo senso è già evento, essa riassume, sintetizza,
traduce ed evoca gli elementi chiave che lo compongono
configurandosi non tanto come elemento di supporto
esterno, ma come parte stessa dell’avvenimento. Questo
unicum fra la comunicazione e lo spazio d’allestimento
rappresenta il supporto identificativo dell’evento stesso e
rappresenta il compito dell’exhibit designer. Fondamentali in
questo settore del design applicato sono tutte le tematiche
funzionali, distributive, illuminotecniche e tecnologiche,
che contribuiscono alla definizione di spazi dedicati
all’esposizione di oggetti o alla fruizione di informazioni.
È proprio in vista di una visione tanto ampia dell’argomento
che, pur volendo delineare una panoramica esaustiva di
questo settore e soprattutto dei suoi “attori”, sarà in ogni
caso necessario fare un breve cenno al mondo dell’exhibit e
poi focalizzarci su alcuni dei suoi più interessanti protagonisti.
Il territorio Laziale, dalla connaturata tradizione nel
campo dell’exhibit, risulta ricco di professionisti che
operano in questo ambito. Architetti e designer che
seguono il progetto dalla fase di ideazione a quella finale
di produzione, passando per tutti gli stadi intermedi:
progettazione, sviluppo e ingegnerizzazione. Gli addetti ai
lavori possiedono, pertanto, conoscenze teoriche e tecniche
su comunicazione visiva, multimedialità e interattività:
competenze necessarie per progettare le interfacce di
prodotti e servizi.
Così scenografi di fama internazionale come Gaetano
Castelli e Dante Ferretti laziali di nascita, hanno “occupato”
– otre che progettato - la scena insieme a chi come Lorenzo
Baraldi, parmigiano, deve a Roma molto del suo successo.
E ancora tanti scenografi che nel cinema nostrano si sono
distinti per gusto e creatività: da Luciano Ricceri e Andrea
Crisante e Francesco Frigeri, ai più giovani Tonino Zera,
Francesco Riggeri e Paola Comencini.
E nella televisione italiana celebri e note a tutte sono le
scenografie di Alida Cappellini e Giovanni Licheri, la coppia
di scenografi e costumisti che ha firmato molte trasmissioni
Rai di successo, tra cui Indietro Tutta, Domenica In e i
Cervelloni.
Autrice di scenografie dal forte impatto comunicativo
come “Le invasioni barbariche” su La7, “Reality Circus” su
Mediaset, “Invisibili” e “Lo spaccanoci” su Italia1 è invece la
romana Francesca Montinaro, docente di scenografia.
Ma l’exhibition design rappresenta anche uno dei settori
fondamentali di gestione del sistema delle comunicazioni
proprio delle aziende. Il suo scopo è quello di tradurre il
brand identity di una marca o un articolo in un’esperienza
tridimensionale, in un evento espositivo progettato in
funzione del messaggio da comunicare.
Lo stand e il punto vendita rappresentano quindi un
progetto di comunicazione coordinata: sono una “macchina
comunicante” la cui funzione non è solo quella di contenere
ma, principalmente, quella di comunicare. Di questo
scenario, l’allestimento non rappresenta lo scopo bensì
lo strumento per la realizzazione di spazi e architetture
volte a comunicare, mostrare e far vedere cosa un’azienda
rappresenta e cosa essa produce. Pertanto non può limitarsi
a soddisfare una pura valenza estetica ma deve avere
come obiettivo quello di trasformare il brand dell’azienda
in una rappresentazione tridimensionale, in un evento
che diventi per il visitatore/consumatore occasione di
un’esperienza significativa. L’obiettivo è quindi “coinvolgere”
e affinché l’allestimento risulti un fertile terreno di scambio
ogni soluzione per essere ottimale deve saper attrarre
l’attenzione, far percepire delle emozioni, predisporre un
percorso che porti il pubblico dentro l’evento, vale a dire,
deve creare un’esperienza che il visitatore percepisca come
avvolgente. Si tratta di un ambito progettuale caratterizzato
da forte innovazione e sperimentazione che richiede
specifiche competenze per quel che riguarda impostazioni
concettuali, metodologie di lavoro, sistemi
di comunicazione, materiali e componentistica.
Master in Exhibit
& Public Design ,
“Sapienza” Università di Roma,
Facoltà di Architettura, dip. DATA.
Direttore: Cecilia Cecchini.
Progetti degli studenti:
Claudia Famiglietti,
Maud Muratore
e Michela Mascolo,
Fabrizia Mascolo,
Valentina Marvulli,
Leonardo Porciani,
Alice Marchetti.
Diventa scenografia, quindi, anche tutto il mondo del
public design: stand ed espositori per eventi come grandi
mostre pubbliche, conferenze, fiere ed eventi temporanei,
allestimenti di musei, biblioteche e gallerie.
Roma e il Lazio vantano numerosissimi studi di Archittettura
e Design che spiccano per la progettazione di Stand fieristici,
allestimenti ed ideazione di eventi. Tra questi ricordiamo
il pluripremiato studio di Roma Giammetta&Giammetta,
Integrastudio di Valerio Gini e Daniele Chiocchio,
StudioExhibite di Daniela Sorgi. E ancora 21 Lab, laboratorio
creativo multidisciplinare, Federico Lardera, membro
dell’Associazione italiana Exhibition Designers, ideatore
dell’allestimento della mostra di Gino De Dominicis
all’interno del Maxxi lo scorso novembre.
Altra pietra miliare del nostro territorio è la forte tradizione
formativa nell’ambito dell’exhibit.
La forte richiesta da parte di giovani creativi di una
formazione nell’ambito specifico dell’exhibit e del public
design, ha portato, negli ultimi anni, ad un’ampia offerta di
corsi di alta formazione e specializzazione in questo settore.
Tra questi: il Master in Exhibit & Public Design, istituito
nell’a.a. 2007/08 presso “Sapienza” Facoltà di Architettura dipartimento DATA.
Cecilia Cecchini, direttore di questa iniziativa, ha posto
come obiettivo del master, quello di sviluppare nei
partecipanti, attraverso un percorso formativo finalizzato,
sensibilità culturale e consapevolezza tecnica nel campo
della progettazione e dell’allestimento degli spazi pubblici,
temporanei e permanenti, indoor e outdoor. Il Master opera
in quel territorio di confine che va dall’urban landscape
all’installazione pensata per il singolo evento, dal retail
design alla progettazione di piccole strutture temporanee. Si
tratta di un ambito progettuale nevralgico per la qualità della
vita contemporanea, al centro del dibattito sulle aree urbane,
caratterizzato da forte innovazione e sperimentazione, privo
di un suo specifico disciplinare, ma a cavallo tra architettura,
design, arte, comunicazione grafica e multimediale.
Per questo la didattica del Master è caratterizzata da
trasversalità e contaminazione tra saperi diversi, così come
è fondamentale in questo settore, e si avvale sia di docenti
interni alla Facoltà di Architettura della “Sapienza” che di
docenti di altri Atenei e di professionisti esterni.
27
28
The term ‘Exhibition Design’ is used to describe the field
behind the creation of exhibition set-ups in places such as
museums, stands at trade shows, showcases for events
and information displays. It is the discipline that organizes
the ‘environment’ in which an event ‘takes shape’. It
goes beyond the purely communication and informative
aspects and conceives settings for events.
Exhibition design should be considered an integral part
of communication projects. The place where events
physically take place is just one of the spheres that come
together to form the environment in which it is presented
to the public. In a way, communication by itself is
already an event. It recapitulates, summarizes, translates
and conveys its key constituent elements, taking on a
character not so much as an external support element
as part of the happening itself. This joint bond between
the communication and the setting that establishes the
identity of the event itself is the preserve of the exhibit
designer. Fundamental roles in this applied design field
are played by functional, distribution, lighting and
technological matters, which help to create locations
for displaying objects or information. Indeed, this is an
extremely broad topic to examine. In order to give a
comprehensive outline of the sector and its ‘players’, in
each case it will be necessary to give a short account of
the area and then focus on some of its most interesting
figures. The Lazio region has a deeply rooted tradition in
the exhibit field, with a large number of professionals.
These architects and designers work on projects from
their conception to their production, and on all of
the stages in between: the design, development and
engineering. The people in the trade thus have theoretical
and technical know-how of visual communication,
multimedia communication and interaction: these are the
skills needed in order to design the interfaces of products
and services. Internationally renowned set designers such
as Lazio’s very own Gaetano Castelli and Dante Ferretti
have not only been in centre stage but also designed
it, along with people who owe a lot to Rome for their
success, such as Lorenzo Baraldi from Parma.
There are also lots of set designers from the Italian film
scene who stand out due to their taste and creativity:
from Luciano Ricceri, Andrea Crisante and Francesco
Frigeri, to the more youthful Tonino Zera, Francesco
Riggeri and Paola Comencini.
Everyone is familiar with the work for Italian television
by Alida Cappellini and Giovanni Licheri, the set and
costume designers behind numerous successful Rai
shows, including Indietro Tutta, Domenica In and I
Cervelloni.
Francesca Montinaro from Rome lectures on set
design and has created a number of sets with great
communicative impact, such as ‘Le Invasioni Barbariche’
on LA7, ‘Reality Circus’ on Mediaset, and ‘Invisibili’ and
‘Lo Spaccanoci’ on Italia 1.
Exhibition design is also one of the key sectors for the
management of communication by companies. Its goal
is to make a brand identity into a three-dimensional
experience, in events that are designed in accordance
with the message to be conveyed.
Stands and stores are part of co-ordinated
communication projects: they are forms of ‘machinery’
that serve not only to contain but also – and above all –
to communicate.
In this scenario, exhibition design is not the objective
but the means of creating architecture and locations
that express and show what a company represents and
what it produces. It must therefore go beyond purely
aesthetical values and strive to transform the company
brand into something three-dimensional; an event
that becomes a significant experience for the visitors/
consumers. The aim is to ‘involve’ people. In order to
make the place a productive venue for interaction,
any solution adopted must attract attention, have an
emotional effect and lead the public along a path into
the heart of the event. In other words, the visitors
must feel absorbed by the experience. There is a large
amount of innovation and experimentation in this field.
It requires specific know-how of conceptual structures,
working methods, communication systems, materials and
components.
Public design of all kinds also falls into the field of
exhibition design: stands and displays for events such
as large public shows, conferences, fairs and temporary
Master in Exhibit
& Public Design ,
“Sapienza” Università di Roma,
Facoltà di Architettura, dip. DATA.
Director: Cecilia Cecchini.
Projects of the students:
Claudia Famiglietti,
Maud Muratore
and Michela Mascolo,
Fabrizia Mascolo,
Valentina Marvulli,
Leonardo Porciani,
Alice Marchetti.
events, decoration for museums, libraries and galleries.
In Rome and Lazio there are countless Architecture and
Design firms that are known for their outstanding trade
fair stands, event design and decoration. They include
multiple award winner Giammetta & Giammetta in
Rome, Valerio Gini and Daniele Chiocchio’s Integrastudio,
and Daniela Sorgi’s StudioExhibite, not to mention the
multidisciplinary creative workshop 21 Lab and Federico
Lardera, a member of the Italian Exhibition Designers
Association, who was behind the design of the Gino
De Dominicis exhibition in the MAXXI museum last
November. Another outstanding feature of our local
area is the great educational tradition in the field of
exhibit design. Huge demand from young creative talents
for training in the specific area of exhibit and public
design has led to the creation of a vast range of higher
education and specialization courses in recent years.
They include the Master’s course in Exhibit & Public
Design, which started in the 2007/08 academic year in
the DATA (Design, Architectural Technology, Area and
Environment) department of the Architecture faculty at
‘Sapienza’ University. Cecilia Cecchini is the director of
the initiative. The goal that she has set for the course
is for the participants to develop cultural sensitivity and
technical awareness in the field of design and decoration
of temporary and permanent, indoor and outdoor public
spaces. The course covers an area that spans everything
from urban landscapes to installations for individual
events, from retail design to the creation of small
temporary structures. This design sphere is of crucial
importance for the quality of contemporary life and it
is at the heart of the debate on urban areas. It involves
large amounts of innovation and experimentation. It
cannot be classified as one specific discipline because it
encompasses architecture, design, art, and graphic and
multimedia communication. Consequently, the teaching
on the master’s programme involves crossovers and
mutual influences between different fields of knowledge,
as is essential in this sector. It features contributions from
lecturers from the Architecture Faculty at ‘Sapienza’
University, teaching staff from other institutions and
people from the professional world.
29
designer_index
Iaquoneattilii Studio
Orazio Carpenzano
Maurizio di Puolo
I diversi ambiti in cui Orazio
Carpenzano opera, ne fanno un
architetto vero interprete della
contemporaneità, sia quando si
tratta di progettare l’interporto
romano di Fiumicino, così
come quando si confronta con la
progettazione di architetture per
performance teatrali.
Il suo lavoro è stato esposto alla
Biennale di Venezia e in alcune
mostre collettive a Roma,
Barcellona e Delft e, con
Altroequipe, ha partecipato a
diverse edizioni del Monaco
Dance Forum. (F.P.)
Nasce ad Addis Abeba
nel’41; fonda nel’65 lo Studio
Metaimago a Roma. Specializzato
in museografia ed exhibit design
e docente presso varie facoltà
di Architettura e Design (Roma,
Ferrara, Napoli), si occupa
di interior design, restauro,
fotografia, pubblicazioni
editoriali. Fondatore del Museo
Nazionale Architettura (Ferrara),
dell’Ass. Archivi Architettura,
della Galleria AAMArchitettura,
dell’Ass.Italiana Exhibition
Designers; socio ADI. (L.T.)
www.iaquoneattilii.com
Iaquoneattilii Studio sviluppa
installazioni foto-video,
spettacoli teatrali, films, grafica,
usando media digitali, suono e
animazione per la creazione delle
sue opere e sperimenta linguaggi
e tecniche innovative associate
all’immagine elettronica. Fabio
Massimo Iaquone e Luca Attilii
sono video artisti e video/
film maker che considerano la
tecnologia lo strumento che
permette loro di visualizzare
le proprie sensazioni di vita
quotidiana. (L.T.)
Iaquoneattilii Studio produces
photo-video installations,
theatrical shows, films and
graphics. It uses digital media,
sound and animation to create
its works and experiments
with languages and innovative
techniques associated with
electronic images. Fabio Massimo
Iaquone and Luca Attilii are video
artists and video/film-makers
who see technology as a tool
that allows them to screen their
feelings about daily life. ( L.T.)
30
The architect Orazio Carpenzano
works in a broad variety of fields,
making him a real exponent
of contemporaneity. This is
true of both his scheme for the
Fiumicino hub in Rome and his
architectural designs for theatrical
performances. His work has
been displayed at the Biennale in
Venice and in group exhibitions
in Rome, Barcelona and Delft.
He has also taken part in the
Monaco Dance Forum a number
of times with Altroequipe. (F.P.)
Maurizio Di Puolo was born
in Addis Abeba in 1941; in
1965 he created the Studio
Metaimago, Rome. Specialised in
museography and exhibit design,
he is also a lecturer at several
faculties of Architecture and
Design (Rome, Ferrara, Naples).
He works in the fields of interior
design, restoration, photography,
editorial publications. He is the
founder of the National Museum
of Architecture (Ferrara), of the
Archivi Architettura Association,
of the AAMArchitettura Gallery,
of the Italian Association of
Exhibit Designers. He is an ADI
(Associazione per il Disegno
Industriale) member. (L.T.)
Giammetta&Giammetta
Integrastudio
Federico Lardera
Marco Dentici
www.giammetta.it
www.integrastudio.it
www.larderarch.net
www.marcodentici.it
Marco e Gianluigi Giammetta
nascono a Roma nel
1965 e fondano nel 1992
lo studio di architettura
Giammetta&Giammetta,
nel 2001 la Società
Giammetta&Giammetta s.r.l.
e nel 2002 la Società g&g
engineering s.p.a.
Nel 2003 sono docenti di
allestimento al Corso di Laurea
in Disegno Industriale alla
Sapienza di Roma. Si occupano
di architettura, exhibit, interior
e graphic design. Hanno
partecipato a numerosi concorsi
internazionali di architettura. (L.T.)
Valerio Gini e Daniele Chiocchio,
architetti in Roma, fondano
Integrastudio nel 2000.
Lo studio si occupa a livello
nazionale ed internazionale
della progettazione e del
coordinamento di grandi eventi
legati all’arte, allo sport e alla
comunicazione nel campo
dell’exhibit design, dell’interior
design e dell’architettura su
diverse scale di intervento.
(L.T.)
Federico Lardera iscritto
all’Ordine degli Architetti,
Pianificatori, Paesaggisti e
Conservatori della Provincia di
Milano. Dal 2010 è membro
dell’Associazione Italiana
Exhibition Designers. Nel
novembre 2010 allestisce la
mostra di Gino De Dominicis
all’interno del MAXXI curata da
Achille Bonito Oliva progettando
l’allestimento, il lighting design
e la grafica. Ha lavorato per
Mondadori Electa s.p.a.,
Ministero per i Beni e le attività
culturali, Sammlung VERBUND,
Esso Mediterranea s.r.l., De Luca
Editori d’Arte. (L.T.)
Dopo la formazione
all’Accademia di Belle Arti
di Brera si stabilisce a Roma,
dove intraprende l’attività
cinematografica. Dal 2004
è docente di Scenografia
Cinematografica presso
l’Accademia di Belle Arti di Brera
di Milano. É stato eletto nel 2005
presidente dell’Associazione
Scenografi Costumisti. Dal 2006 è
docente del master Progettazione
scenografica per il cinema
all’Istituto Europeo di Design
di Roma. Il suo nome è incluso
nell’European Biographical
Directory. (L.T.)
Marco and Gianluigi
Giammetta were born in
Rome in 1965. In 1992 they
founded the architectural
firm Giammetta&Giammetta,
in 2001 the company
Giammetta&Giammetta s.r.l.
and in 2002 the company g&g
engineering s.p.a.
In 2003 they taught exhibit
design as part of the Industrial
Design degree at Rome’s La
Sapienza University. They work in
the fields of architecture, exhibit,
interior and graphic design. They
have taken part in numerous
international competitions of
architecture. (L.T.)
Valerio Gini and Daniele
Chiocchio are Rome-based
architects who founded
Integrastudio in 2000. The
company plans and manages
large national and international
events involving art, sport and
communication in the fields of
exhibit design, interior design and
architecture, with varying levels
of input. (L.T.)
Federico Lardera is a member
of the Association of Architects,
Planners, Landscapers and
Architectural and Environmental
Curators in the Province of Milan.
He has been a member of the
Italian Exhibition Designers
Association since 2010. In
November 2010 he designed the
decoration, lighting and graphics
for the Gino De Dominicis
exhibition in the MAXXI
museum, which was curated
by Achille Bonito Oliva. He has
worked for Mondadori Electa
S.p.A., the Italian Ministry of
Cultural Heritage and Activities,
Sammlung VERBUND, Esso
Mediterranea s.r.l. and De Luca
Editori d’Arte. (L.T.)
After training at the Accademia
di Belle Arti di Brera, Marco
Dentici settled in Rome, where
he began working in film. Since
2004, he has been teaching
Film Set Design at Accademia
di Belle Arti di Brera in Milan. In
2005, he was elected president
of Associazione Scenografi
Costumisti (Association of Set
and Costume Designers). Since
2006, he has been teaching a
master course in Film Set Design
at Istituto Europeo di Design in
Rome. His name is included in the
European Biographical Directory.
(L.T.)
31
designer_index
Gaetano Castelli
Dante Ferretti
www.lorenzobaraldi.it
www.gaetanocastelli.com
Scenografo, Roma 1938. Artista
di fama europea, lavora alla Rai
dalla fine degli anni Sessanta.
Ha collaborato a lungo con
Antonello Falqui, il padre della
rivista televisiva italiana, ed
ha realizzato le scenografie
di molti Festival di Sanremo.
Particolarmente attento
alla sintesi tra colori e grafica,
ha spesso adottato soluzioni e
materiali all’avanguardia per la
realizzazione dei suoi lavori.
Docente di scenografia
all’Accademia di Belle Arti di
Roma, dove si era diplomato, è
oggi Presidente della stessa.
Born in Rome, he is a set
designer. Artist of European
renown, he has been working in
Rai since the end of the Sixties.
He worked for a long time with
Antonello Falqui, the father of
the Italian television revue, and
has prepared the stage designs
for many Sanremo Festivals.
Particularly careful about the
synthesis between colours and
graphics, he has often adopted
state-ofthe-art solutions and
materials for the carrying out of
his works. He obtained his degree
from the Academy of Fine Arts in
Rome and today he both chairs it
and teaches in it.
32
Lorenzo Baraldi
Classe ‘43, Ferretti si impone fin
dal suo esordio come autentico
genio della scenografia.
Trasferitosi a Roma lavora come
assistente scenografo finchè, nel
‘69, firma “Medea”. In seguito
lavora con importanti registi
italiani come Comencini, Scola e
Zeffirelli. Particolarmente
fortunato il sodalizio con Fellini
durato 5 film, da “Prova
d’orchestra” a “La voce della
luna”. Verso la metà degli
anni ‘80, Ferretti approda ad
Hollywood, periodo in cui ottiene
diverse nomination all’Oscar e
ben due vittore: prima con “The
Aviator”, poi con “Sweeney
Todd: Il diabolico barbiere di Fleet
Street”. (S.P.)
Born in 1943, Dante Ferretti
imposed himself as a true genius
of art direction right from day
one. After moving to Rome,
he worked as an assistant art
director until Medea in 1969.
Subsequently, he worked with
major Italian directors like
Comencini, Scola and Zeffirelli. His
association with Fellini lasted five
films, from Orchestra Rehearsal
to The Voice of the Moon. In the
mid-Eighties, Ferretti headed
to Hollywood, where he was
nominated for several Oscars,
winning two: first with The
Aviator, then with Sweeney Todd:
The Demon Barber of Fleet Street.
(S.P.)
Lorenzo Baraldi nasce a Parma
il 30 ottobre 1940. Studia nella
sezione di Scenografia all’Istituto
d’Arte Paolo Toschi di Parma
e prosegue i suoi studi ai corsi
di Scenografia dell’Accademia
di Belle Arti di Brera a Milano.
Nel 1972 firma il suo primo film
in qualità di scenografo e art
director. Tra le scenografie più
famose “Il Marchese del Grillo”,
“Il Postino”, “Profumo di donna”.
(L.T.)
Lorenzo Baraldi was born in
Parma on 30 October 1940. He
studied Set Design at the Paolo
Toschi Art School in Parma and
went on to follow Set Design
courses at the Brera Academy
of Fine Art in Milan. In 1972 he
worked on his first film as a set
designer and art director. Some
of the most famous sets on
which he has worked include ‘Il
Marchese del Grillo’ (The Marquis
of Grillo), ‘Il Postino’ (The
Postman) and ‘Profumo di donna’
(Scent of a Woman). (L.T.)
Luciano Ricceri
Tonino Zera
Francesco Frigeri
Paola Comencini
Scenografo italiano. Si fa le ossa
come aiuto dello scenografo P.
Gherardi in film come La dolce
vita e Otto e mezzo di F. Fellini
e L’armata Brancaleone di M.
Monicelli. Firma la sua prima
scenografia per L’arcidiavolo di E.
Scola, regista con cui collaborerà
anche in film successivi. Lavora
anche con D. Risi in Vedo nudo,
L. Cavani in Interno berlinese e G.
Montaldo in Gli occhiali d’oro.
Molto attivo anche in televisione,
il più famoso esempio sono le
sontuose scenografie per il Marco
Polo di G. Montaldo. (L.T.)
Tonino Zera, classe’ 57. A
Roma nel 1978, durante gli
studi in Architettura, comincia
a conoscere il “mondo
cinematografico” e a lavorarci
saltuariamente. Nel 1979 diventa
assistente scenografo del grande
Elio Balletti. Lavora per “La
Piovra” ma è nel 1991 con il film
“Condominio” scritto da Felice
Farina e Paolo Virzì che inizia la
splendida carriera di scenografo
cinematografico. Al suo attivo
numerosissime realizzazioni. (L.T.)
Di forte inclinazione artistica,
frequenta il corso di Cinema
e Spettacolo al D.A.M.S. di
Bologna. Predilige inizialmente
quelli di scenografia teatrale. Solo
in un secondo momento capisce
che la sua strada è la scenografia
cinematografica. Il passaggio
alla maturità professionale l’ha
ottenuto presso Massimo Troisi e
Roberto Benigni per il film Non ci
resta che piangere. Vanta
moltissime altre collaborazioni
con grandi scenografi e la sua
carriera è stata costellata di
svariati premi e nomination. (L.T.)
Nata a Roma nel 1951, diplomata
con il baccalauréat nel 1968,
si è poi iscritta alla facoltà
di Architettura. Dal 1972 ha
iniziato a lavorare nel cinema
come assistente scenografa e
costumista: Scarfiotti, Ricceri,
Ferretti. Ha collaborato per molti
anni con il padre Luigi Comencini.
La sua filmografia più recente
comprende film come “Benvenuti
al sud” di Luca Miniero 2010,
“Due partite”di Enzo Monteleone
e “Lo Spazio bianco” di Francesca
Comencini 2009, “Bianco e nero”
di Cristina Comencini 2008. (L.T.)
With a strong artistic bent,
Francesco Frigeri attended the
Cinema and Performance course
at D.A.M.S. in Bologna. His first
love was theatrical staging, but
he later discovered that his true
destiny lie in film set design. He
reached professional maturity
with Massimo Troisi and Roberto
Benigni in the film ‘Non ci resta
che piangere’ (Nothing Left to
Do but Cry). He has also worked
with major set designers and his
career is studded with awards
and nominations. (L.T.)
Born in Rome in 1951, Paola
Comencini graduated from
secondary school in 1968, then
began her studies in architecture.
In 1972, she began working in
cinema as a set and costume
design assistant with Scarfiotti,
Ricceri, Ferretti. She worked for
many years with her father, Luigi
Comencini. Most recently, she
has worked on films like Luca
Miniero’s ‘Benvenuti al sud’
(Welcome to the South) in 2010,
‘Due partite’ (The Ladies Get
Their Say) by Enzo Monteleone,
‘Lo Spazio bianco’ (The White
Space) by Francesca Comencini in
2009, and ‘Bianco e nero’ (Black
and White) by Cristina Comencini
in 2008. (L.T.)
Italian set designer. He began as
assistant to the set designer P.
Gherardi on films like ‘La dolce
vita’ and ‘8 ½’ by Federico Fellini
and ‘L’armata Brancaleone’
(For Love and Gold) by Mario
Monicelli. He signed his first set
for ‘L’arcidiavolo’ (The Devil in
Love) by director Ettore Scola,
with whom he also worked in
other films. He also worked
with Dino Risi in ‘Vedo nudo’ (I
See Naked) , Liliana Cavani in
‘Interno berlinese’ (The Berlin
Affair) and Giuliano Montaldo in
‘Gli occhiali d’oro’ (The GoldRimmed Glasses). He also worked
frequently in television, with his
most famous example being
the sumptuous set for Giuliano
Montaldo’s ‘Marco Polo’. (L.T.)
Tonino Zera was born in 1957.
During his Architecture studies in
Rome in 1978, he discovered the
‘world of film’ and worked in it to
great profit. In 1979, he became
a stage assistant to the great Elio
Balletti. He worked on ‘La Piovra’
(The Octopus), but began his
splendid film staging career in
1991 with the film ‘Condominio’
(Condominium) written by Felice
Farina and Paolo Virzì. He has
many films to his credit. (L.T.)
33
designer_index
34
Andrea Crisanti
Cappellini e Licheri
Francesca Montinaro
www.andreacrisanti.it
www.cappellinilicheri.com
www.lamonty.it
Figlio d’arte, si specializza in
scenografia presso l’Accademia di
Belle Arti di Roma. Ha realizzato
come scenografo e a volte come
costumista importanti spot
pubblicitari per ditte e registi
italiani e stranieri. Ha insegnato
presso lo IED di Roma e l’Istituto
Cinematografico dell’Aquila
“La Lanterna magica”. Socio
fondatore dell’Associazione
Italiana Scenografi Costumisti
Arredatori, di cui Presidente per
diversi anni. Interessante anche
la sua attività di designer per il
marchio Ronson. (L.T.)
Alida Cappellini, Roma 1943,
scenografa e Giovanni Licheni,
Roma 1950, architetto, formano
la coppia di scenografi e
costumisti che ha firmato molte
trasmissioni Rai di successo tra le
quali Indietro Tutta, Domenica In
e i Cervelloni. Dopo una carriera
condotta in altri settori dello
Spettacolo, hanno incontrato
Renzo Arbore, che ha contribuito
al loro successo di scenografi
televisivi. Con lo showman
pugliese, hanno fondato
un’azienda di arredamento la
Miami Swing.
Andrea Crisanti, for whom design
runs in the family, specialised
in set design at the Accademia
di Belle Arti in Rome. As a set
designer and sometimes as
a costume designer, he has
worked on major advertising
campaigns for Italian and
foreign firms and directors.
He has taught at IED in Rome
and at Istituto Cinematografico
dell’Aquila ‘La Lanterna magica’.
He is a founding member of the
Associazione Italiana Scenografi
Costumisti Arredatori (Italian
Association Set Designers,
Costume Designers and
Decorators), and was its President
for several years. His activity as
designer for the Ronson brand is
also of interest. (L.T.)
Alida Cappellini - a set designer,
born in Rome in 1943 - together
with Giovanni Licheri - architect,
born in Rome in 1950 - form
the couple of set and costume
designers who have signed many
successful Rai broadcasts, among
which Indietro Tutta, Domenica
In and I Cervelloni. After
developing their career in other
show business fields, they
met Enzo Arbore, who has
contributed to their success as
television set designers. With
the showman from Apulia, they
have created a furniture company
called Miami Swing.
Romana, docente di scenografia
all’accademia di belle arti di
Carrara e allo Ied di Roma, si
occupa di Media radiotelevisivi.
Iscritta all’ A.S.C. Associazione
Italiana Scenografi, Francesca
Montinaro ha collaborato a
trasmissioni di ogni genere,
scegliendo di esprimersi attraverso
un mezzo di comunicazione visivo
caratterizzato dall’immediatezza
e dal carattere democratico.
Ha curato le scenografie delle
trasmissioni “Le invasioni
barbariche” su La7, “Reality
Circus” su Mediaset, “Invisibili”
e “Lo spaccanoci” su Italia1,
“Tornasole” su Rai2 e tante altre.
(L.T.)
Born in Rome, a set design
teacher at the Accademia di Belle
Arti in Carrara and at the IED
in Rome, Francesca Montinaro
works in radio and television
media. Registered with the A.S.C.
Associazione Italiana Scenografi
(Italian Set Designers’ Association),
she has worked on programmes
of all kinds, choosing to express
herself through visual means
that are both immediate and
democratic. She has designed the
sets for the television programmes
‘Le invasioni barbariche’ on La7,
‘Reality Circus’ for Mediaset,
‘Invisibili’ and ‘Lo spaccanoci’ on
Italia1, ‘Tornasole’ on RAI 2 and
many others. (L.T.)
Daniela Sorgi
CarusoD’AngeliStudio
darò&darò
21Lab
www.studioexhibite.it
www.carusodangelistudio.it
www.daro-daro.com
www.21lab.eu
Daniela Sorgi è un architetto
specializzato in allestimento
e ideazione di eventi. Crede
nelle potenzialità fortemente
comunicative dell’architettura
contemporanea ma è convinta
che il limite tra exhibit ed
interior design sia molto sottile
e le compenetrazioni tra i due
settori molteplici, soprattutto
in un epoca che ha nella
comunicazione il suo punto di
forza. Nel 2009 nasce lo Studio
Exhibite, che diventa uno spazio
per esprimere e comunicare la
propria creatività nel campo
dell’Interior design e dell’Exhibit.
(L.T.)
CarusoD’AngeliStudio si occupa
di grafica, direzione creativa,
ideazione e coordinamento di
concorsi, esposizioni ed eventi
inerenti i campi del product &
furniture design. I fondatori, Ivo
Caruso ed Alessandro D’Angeli,
sono creatori e coordinatori
generali del concorso SUNLAB:
FOR A CREATIVE OUTDOOR,
dedicato ai temi dell’outdoor
design ed organizzato in
collaborazione con il SUN di
Rimini. Un libero spazio di ricerca
che si è distinto, a partire dal
2008, per la freschezza delle
proposte e delle comunicazioni
e per la semplicità degli
allestimenti. (I.C.)
La struttura di progettazione
darò&darò A.C.A. nasce a Roma
nel 1998 per iniziativa di Bruno
e Mattia Darò. L’orientamento
creativo é contaminato dal
rapporto professionale con
l’azienda Alenia Spazio.
L’universo spaziale con nuove
ricerche in arte e architettura
esplorano immaginari lontani e
fantascientifici. Collabora con
diverse società o amministrazioni
statali, allestendo installazioni di
comunicazione. (L.T.)
21 Lab è un laboratorio creativo
multidisciplinare, composto
da Cristina Croce, Tommaso
Ragnisco, Alessandro Spalletta,
Maurizio De Vincentiis, Marco
Flore. Il laboratorio si occupa di
Arte, Grafica, Industrial, Product,
Exhibit e Film Design con
macchine didattiche interattive
per la divulgazione scientifica,
per musei e spazi pubblici, e con
cortometraggi autoprodotti, serie
per la tv e scenografie. (L.T.)
Daniela Sorgi is an architect who
specializes in event design and
conception. She believes in the
great communication potential
of contemporary architecture
but she feels that there is a very
thin boundary between exhibit
and interior design and that
there are numerous crossovers
between the two sectors,
especially in an era which is built
on communication. In 2009 she
founded Studio Exhibite, which
allows her to express and convey
her creativity in the fields of
Interior and Exhibit design. (L.T.)
CarusoD’AngeliStudio is a firm
that works on graphic design,
creative direction, competition
conception and co-ordination,
exhibitions and events in the
fields of product & furniture
design. The founders, Ivo
Caruso and Alessandro D’Angeli,
are the creators and general
managers of the SUNLAB: FOR A
CREATIVE OUTDOOR competition
for outdoor design, which is
organized in collaboration with
SUN in Rimini. Since 2008, this
free research scheme has stood
out due to the freshness of its
proposals and communication,
and the simplicity of the design
offerings. (I.C.)
The design structure darò&darò
A.C.A. was founded in Rome
in 1998 by Bruno and Mattia
Darò. The creative direction was
contaminated by its professional
relationship with the Alenia
Spazio company. The spatial
universe with new research in
art and architecture explore
far-off and science fiction-like
imaginary worlds. They work
with a variety of companies and
state administrations, setting up
communication installations. (L.T.)
21 Lab is the multidisciplinary
creative workshop of Cristina
Croce, Tommaso Ragnisco,
Alessandro Spalletta, Maurizio
De Vincentiis and Marco Flore.
It deals with Art and Graphic,
Industrial, Product, Exhibit
and Film Design. It produces
interactive teaching machines for
scientific awareness in museums
and public spaces, as well as
shorts, TV series and sets. (L.T.)
35
International Focus
Biennale Saint Étienne
La complessità trasversale del design | The transversal complexity of design
Federica Dal Falco
36
La Biennale di St. Étienne non è una fiera né
un’esposizione museale. È un grande evento aperto
mirato a comunicare ad un vasto pubblico nuove
ricerche e prassi rappresentative delle declinazioni del
design, con attenzione alla formazione e allo sviluppo
economico per l’innovazione. La Biennale del 2010,
concepita sotto il segno della trasversalità, propone
un ricco palinsesto di iniziative con molteplici
sconfinamenti disciplinari.
L’evento è stato realizzato nei nuovi spazi della
Cité International du Design inaugurati nel
2009. Gli interventi edilizi, che si inseriscono in
un’area industriale dismessa, hanno riguardato la
ristrutturazione degli esterni, di edifici preesistenti
e la costruzione del Platine, un’architettura votata
all’ambiente progettata da Finn Geipel e Giulia Andi.
Il Platine è un organismo che interagisce con l’esterno
tramite ogni suo elemento costruttivo: cattura la luce,
la gradua e respira attraverso un complesso sistema
integrale di regolazione climatica. La reattività
dell’involucro è consentita da 14.000 triangoli
equilateri che rivestono la struttura reticolare
continua consentendo la produzione di energia
tramite pannelli fotovoltaici e pannelli sperimentali
ispirati al processo di fotosintesi. L’idea di
permeabilità e fluidità è sperimentata anche nel vasto
spazio libero interno dove filtri leggeri separano e
distribuiscono le diverse funzioni e attività.
Platine, the Cité du design, LIN
Finn Geipel e Giulia Andi, Saint
Étienne, Francia, 2009. | Platine,
the Cité du design, LIN Finn
Geipel and Giulia Andi, Saint
Étienne, France, 2009.
Ph: Jan-Oliver Kunze
Ph: Jan-Oliver Kunze
Ph: Francois Maisonnasse
Ph: Jan-Oliver Kunze, LIN
Porte-bébé Active, Kangourou
BabyBjörn ®, Mostra | exhibition
Comfort.
Kindle with Hand, head on graphite, Kindle eReader ®
Amazon, Mostra | exhibition
Comfort.
The Saint-Étienne International Design Biennial is neither
a fair nor a museum exhibition.
It is a major open event that shares with a broad public
new research and procedures representative of the
applications of design, with attention to training and
economic development for innovation.
The 2010 Biennial is organised under the topic of
transversality, offering a rich programme of initiatives
overlapping many disciplines.
The event was held in the Cité Internationale du Design,
which was opened in 2009. Part of an abandoned
industrial quarter, the pre-existing buildings’ exteriors
were renovated, and the Platine constructed, with an
architecture dedicated to the environment, designed by
Finn Geipel and Giulia Andi.
The Platine is a body that interacts with the exterior
through every single building element: it captures the
light, graduates it and breathes through a complex builtin climate control system.
The ‘reactive’ external surface is composed of 14,000
equilateral triangles that cover the latticed structure
and produce electricity through photovoltaic panels and
experimental panels inspired by photosynthesis.
The idea of permeability and fluidity is also expressed in
the vast interior open space where light filters separate
and distribute the various functions and activities.
37
Lucy Orta, Refuge Wear - Mobile
Cocoon With Detachable Baby
Carrier, 1994. © Lucy+Jorge Orta,
2010. Mostra | exhibition Ville
mobile.
Strida, vélo pliant © Strida. Mostra
| exhibition Ville mobile.
38
Jacques Rival & Arnaud Measson,
Tabouret lick assise, Archizip.
Il focus della Biennale 2010 è costruito intorno al tema
della teleportation. Il termine non è ovviamente inteso in
senso stretto - l’ipotetico processo di trasporto istantaneo
di un oggetto da un luogo ad un altro, senza l’uso
di mezzi convenzionali - ma assunto come concetto
ideale che consentirebbe di deconcentrare le attività, le
informazioni, le decisioni, rendendo fluidi gli spostamenti.
La scelta del tema riconduce alle teorie di Paul Virilio
che denunciano la necessità di trovare un equilibrio
tra lo spazio reale, il suo corrispondente tempo locale
e la dimensione immateriale del “live”. La Biennale
sembrerebbe essere un tentativo di “mise en scène”
di una prospettiva stereoscopica, nel senso di una
rappresentazione delle molteplici relazioni del realemateriale con paralleli mondi virtuali. Se ancora non è
possibile ritrovarsi con un jump atomico in un altrove
- e secondo i recenti esperimenti di teletrasporto di
fotoni condotti nei laboratori di Ginevra da Nicolas
Gisin il trasferimento delle proprietà delle particelle non
equivale alla ricomposizione quantistica di un corpo - è
innegabile che il concetto di teleportation esprima una
visione estrema della società e possa essere interpretato
come una sorta di ideale verso il quale tenderebbero le
complesse questioni che investono la contemporaneità
e riflettono, nelle loro varie declinazioni (efficacia dei
trasporti, mancanza di tempo, risparmio energetico), il
problema, quello della sostenibilità del pianeta.
La rivoluzione informatica ha portato ad una perdita di
riferimenti e la messa a punto di nuovi codici e valori
è anche compito dei progettisti, architetti e designer.
L’obiettivo è mettere in crisi l’ortodossia del design per
prefigurare scenari di prospettiva a misura dell’uomo,
con l’ausilio delle nuove tecnologie e con l’apporto
di conoscenze e competenze multidisciplinari quali la
filosofia, le scienze politiche e della vita, la biologia, la
fisica. Il progetto diventa allora previsione in relazione
all’ambiente e capacità di immaginare alternative dal
macro al micro. L’interpretazione del tema è restituita
attraverso sezioni e istallazioni basate sulla selezione
delle candidature. La cura è affidata ad esperti, critici,
designer e artisti, anche se è lasciato spazio a nuove
forme di comunicazione e collaborazione nel rispetto di
un’idea evolutiva delle edizioni. L’insieme restituisce una
visione affascinante e problematica del tema proposto.
Tra i numerosi eventi sono da ricordare i più originali
e innovativi. Il Comfort contemporaneo, concepito
come accesso permanente all’informazione, è indagato
attraverso artefatti e strumenti identificabili come i
“vettori”che sottendono l’idea che si possano sviluppare
forme di “ubiquità”. Nella Ville mobile, il tessuto urbano
è riletto come paesaggio i cui spazi pubblici, anche i più
remoti, dovrebbero diventare luoghi di incontro. La città
come organismo vivente è una metafora antica, è invece
contemporaneo il lavoro dei designer sulle aree interstiziali
che possono essere valorizzate attraverso interventi
puntuali capaci di interpretare fenomeni e rendere visibili
le tante piccole storie stratificate in quei luoghi.
La creazione di un’atmosfera attraverso la luce è invece
il tema di Lumière)s( che propone undici ambienti
generati da una costellazione di lampade e uno spazio di
riflessione e confronto tra registi, coreografi, fotografi,
storici e artisti. Ronan e Erwan Bouroullec presentano
Lianes, un sistema di illuminazione che trae il suo
riferimento morfologico dalle foreste pluviali; mentre alla
trasversalità dei linguaggi sono dedicati i video Switch
off di Baptiste Chesnais sulla dilatazione del tempo e la
percezione visiva e Scintillement di Constance Guisset
sulla fluidità del movimento e gli effetti ottici. Prèdiction è
un “luogo” elastico mentale e fisico dove sono proposte
nuove tipologie e pratiche del design contemporaneo. Gli
artefatti sono presentati in sette sezioni ed interpretano
liberamente i diversi sujets. In Process design si pone
la questione del rapporto tra la fase di concezione
dell’oggetto e la sua realizzazione. Attraverso cinquanta
casi la mostra indaga le relazioni che si stabiliscono
tra designer e produzione a seconda della dimensione
e localizzazione delle aziende. Dalla comparazione
emergono similitudini che permettono di mettere a fuoco
tappe ed elementi comuni alle démarches di successo.
Il visitatore è “teletrasportato” nel cuore dell’équipe
progettuale e nelle filiere produttive per comprendere i
passaggi che conducono alla commercializzazione del
prodotto. I contributi delle Scuole di arti e design sono
notevoli e riguardano molte sezioni. In particolare l’ESAD,
39
dopo aver organizzato le prime Biennali, ha assunto un
ruolo fondamentale nella concezione dell’evento, sia
curandone l’identità – risultato di un workshop condotto
dai docenti J.C. Palaisson e L. Laganier – che con prodotti
dedicati. L’ESAD, insieme ad altre scuole, ha partecipato
alla realizzazione di Entreprise, un ambiente in cui sono
simulate le attività di un’impresa per il teletrasporto
concepito in continuità con l’esposizione L’appartement
géant del 2008. Entreprise è un’installazione fiction che
prefigura spazi e artefatti futuribili secondo un approccio
ludico e esplorativo. Mentre Demani c’est aujourd’hui #3,
dedicata al prospectif design, riunisce prodotti di svariati
settori industriali che prefigurano nuovi stili di vita. La
produzione di energia e la povertà alimentare sono le
tematiche centrali. Tra gli altri sono esposti progetti del
Dipartimento di Interaction Design dell’RCA che indagano
40
sulle conseguenze sociali, culturali e etiche delle tecnologie
emergenti. La Biennale 2010 restituisce così, attraverso
conferenze, mostre, istallazioni e perfomance, un
caleidoscopio di artefatti e un’insieme di argomentazioni e
di idee che tratteggiano scenari futuri caratterizzati da una
nuova etica dei comportamenti. La questione ambientale
è messa a fuoco da molteplici punti di vista: l’occhio del
designer si confronta con quello dell’artista e si relaziona
con il pensiero speculativo, il progetto economico e la
ricerca scientifica facendo convergere in un’unica camera
ottica contributi disciplinari trasversali.
The focus of the 2010 Biennial is built around the topic
of teleportation. The term is obviously not intended to
be taken in its strict sense — the hypothetical process
of instantaneous transport of an object from one place
to another, without the use of conventional means —
but is taken as an ideal concept making it possible to
‘deconcentrate’ activities, information and decisions, and
making movements fluid.
The choice of the theme goes back to the theories of Paul
Virilio expressing the need to find a balance between real
space, its corresponding local time and the immaterial
dimension of ‘live’. The Biennial appears to be an attempt
to ‘stage’ a stereoscopic prospective, in the sense of a
representation of the many real-material relations with a
parallel virtual world. While it is not yet possible to find
oneself elsewhere with an atomic jump — and according
Beam me up! Coreografia di Jean
Alavi. Ballerini: Elèves du CNSMDP
du Paris. In collaborazione con
Quantum Glass, 2010. ©Ribon.
Mostra Lumiere)s( | Beam me
up! Choreography by Jean Alavi.
Dancers: CNSMDP élèves du Paris.
In collaboration with Quantum
Glass, 2010. © Ribon. Lumiere)s(
exhibition.
Dolls, fetro | felt, Rasadesign.
Ronan & Erwan Boruoullec, Lianes,
Galerie Kreo, 2010. ©Tahon
Bouroullec. Mostra | exhibition
Lumiere)s(.
to recent teleportation experiments with photons
conducted in Geneva laboratories by Nicolas Gisin, the
transfer of the properties of particles does not equal the
quantum recomposition of a body — it is undeniable
that the concept of teleportation expresses an extreme
vision of society and can be interpreted as a sort of
ideal to which the complex questions of contemporary
society tend, and in their various forms (effectiveness of
transport, lack of time, energy savings, etc.), reflect the
problem of the planet’s sustainability.
The computer revolution has led to a loss of reference
41
Pierre Favresse, Projet Hyné,
stazione domestica di stoccaggio
dell’energia rinnovabile per
l’idrogeno. Mostra Demain c’est
aujourd’hui. | Pierre Favresse, Hyné
Projet, home station for renewable
energy storage Hydrogen. Demain
c’est aujourd’hui exhibition.
42
points, and designers and architects are also responsible
for creating new codes and values. The objective is to
call into question the orthodoxy of design to prefigure
prospects on a human scale, through the use of new
technologies and the contribution of multidisciplinary
knowledge and skills, such as philosophy, political science
and life sciences, biology and physics.
The design then becomes a prediction in relation to the
environment and the ability to come up with alternatives
from macro to micro.
The theme is interpreted through sections and
installations based on the selection of applicants.
Curatorship is done by experts, critics, designers and
artists, although space is also left to new forms of
communication and collaboration in the respect of an
evolving idea of editions. The whole provides a fascinating
and problematic vision of the theme put forward. Of the
many events, we wish to point out some of the most
original and innovative.
Contemporary Comfort, conceived as permanent access
to information, is examined through identifiable artefacts
and instruments as the ‘vectors’ underpinning the idea
that it is possible to develop forms of ‘ubiquity’. In Ville
mobile, the urban fabric is re-read as a landscape whose
public spaces, even the most remote, should become
meeting places. The city as a living organism is an ancient
metaphor, although the designers do new work on
interstitial areas that can be given value through ad-hoc
efforts to interpret phenomena and make the many tiny
stories layered in those places visible.
An atmosphere is created through light in Lumière(s)
which proposes eleven ambiances generated by a
constellation of light bulbs and a place for reflection
and discussion between directors, choreographers,
photographers, historians and artists. Ronan and Erwan
Bouroullec present Lianes, a lighting system that takes
its morphological inspiration from rain forests; while
the videos Switch off on the dilation of time and visual
perception, by Baptiste Chesnais, are dedicated to
the transversal nature of languages. Scintillement by
Constance Guisset looks at the fluidity of movement
and optical effects. Prédiction is a mental and physical
Eplaff, F
Eplaff, F
Justine A
Will, dic
progetto
Will è un
progetta
per lung
ruote pa
uomo ad
sostituisc
tradizion
aujourd’
Andrieu
urban te
Will is a
for urba
distance
wheels i
A sort o
tradition
aujourd’
elastic ‘place’ proposing new types and practices of
contemporary design. Artefacts are presented in seven
sections and freely interpret various subjects. Process
design examines the relationship between the object
conception phase and its creation. Through fifty cases,
the exhibit examines the relationships established
between the designers and productions based on the size
and location of the firms. Similarities emerge from the
comparison making it possible to identify common stages
and elements shared by successful processes. The visitor
is ‘teleported’ to the heart of the design team and to the
production line to understand the steps leading up to the
product marketing.
There are many contributions from schools of art
and design, across many sections. In particular, after
organising the first Biennials, ESAD has taken on a
fundamental role in developing the event, both by
taking care of its identity — through a workshop led by
professors J.C. Palaisson and L. Laganier — and through
dedicated products. ESAD, along with other schools,
participated in creating Entreprise, an atmosphere
simulating a teleportation company’s activities meant to
be an extension of the 2008 exhibit L’appartement géant.
Entreprise is a fictional installation imagining futuristic
spaces and objects with a fun and exploratory approach.
Demain c’est aujourd’hui #3, dedicated to perspective
design, brings together products from a variety of
industrial sectors for new lifestyles. Energy production and
the scarcity of food are its central topics. Other projects
include the ones from the Department of Interaction
Design at RCA which examine the social, cultural and
ethical consequences of emerging technologies. Through
conferences, exhibits, installations and performances, the
2010 Biennial provides a kaleidoscope of objects and a set
of arguments and ideas that sketch out future scenarios
with a new behavioural ethic. The environmental issue is
examined from a number of perspectives: the designer’s
eye is compared to that of the artist and relates with
speculative thought, economic planning and scientific
research, converging in a single optical chamber resulting
from transversal disciplines.
Factory
Felice Ragazzo
44
Specchio Piuma.
Mostre, allestimenti, eventi, e non di rado talune architetture d’interni, contano
prodotti la cui carica emotiva si concentra tutta in superficie. È così anche in
Teatro, Cinema e TV. Come nelle scenografie, si tratta di prodotti dotati di un
“volto”, versante espressivo del design, sorretto da “armature”, materia di
industrie e officine. Il ritratto della situazione si sintetizza con le due aziende qui
trattate, ovvero la Scenografia International, ben radicata nell’exhibit, ma anche
orientata al movie, e la Specchio Piuma S.a.s., pure radicata nell’exhibit, ma più
lineare nel design, eppure essa stessa non così aliena al movie. Sono sfumature,
ma fanno capire la peculiarità romana dove la dimensione metropolitana, da un
lato, e il consolidato storico di Cinema e Televisione, dall’altro, ne caratterizzano
la vocazione industriale. La Scenografia International, produce essenzialmente
apparati e strutture idonee per la scenografia, ma è anche in grado di spaziare
dal movie pubblicitario alla moda, al musical teatrale, ai grandi eventi, alle
mostre, al contract, al settore fieristico. Il raffronto con i versatili e malleabili
specchi di Specchio Piuma si ha sui terreni delle infrastrutture per l’architettura e
l’allestimento; degli imballaggi alternativi; delle tecnologie per lo spettacolo; per
l’area dell’e-commerce. Tra gli altri, i destini dei prodotti sono stati: “scuole per
modelle e fotografia”, “megastudi” di spettacolo, “teatri europei”.
Shows, exhibitions and events – as well as many examples of interior architecture –
feature products whose emotional content is all concentrated on the surface.
This is also the case in Theatre, Film and TV.
Like on stage sets, these products have a ‘face’ which is the expressive side of the
design and is supported by ‘frameworks’ put together in workshops.
The situation is summed up by the two companies presented here: Scenografia
International, which is well established in the exhibit design field but also focuses on
film; and Specchio Piuma S.a.s., which is also renowned for its exhibit work, although it
is more linear in its design. It too is no stranger to the movie world.
These subtleties underline the singularity of the industry in Rome, which is
distinguished by its metropolitan dimension on one side and the background in Film
and Television on the other.
Scenografia International mainly produces equipment and structures for sets, but it
is capable of spanning such fields as advertising films, fashion, musicals, big events,
exhibitions, special contracts and trade fairs.
Specchio Piuma’s versatile, malleable mirrors appear in the infrastructures for
architecture and exhibition design, alternative packaging, technology for shows and
e-commerce. Among the buyers of its products are ‘modelling and photography
schools’, ‘huge show-business studios’ and ‘European theatres’.
Specchio Piuma
Oggetti dalle “piume di cristallo” | Items with ‘crystal plumage’
Per creare un’azienda ci vogliono idee originali e chiare.
Ma non da meno occorre ben indovinare il marchio, col
quale si ammagliano i targets, trovando giusti sostantivi
e giusti aggettivi, idonei a smontare e rimontare
metafore. Nella mente comune, «specchio» è sinonimo
di «cristallo», nulla che dia l’idea della leggerezza, della
morbidezza e della malleabilità, specialmente quando si
ha a che fare con estese superfici, non parliamo quando
sospese in orizzontale. Insomma, proprio il contrario
della praticabilità. Ecco allora il sorprendente pescaggio
del termine «piuma» che è la quintessenza, appunto,
della leggerezza o, meglio ancora, della levità. Se poi,
invece che con la regolare ed amorfa struttura del duro e
fragile materiale, si ha a che fare con gli intricati intrecci
delle lunghe molecole di un polimero, e il supporto si
fa morbido, cedevole, elastico, leggero (in senso fisico)
ed, oltretutto, sottilissimo, ecco che il gioco è fatto.
Non so se quelli di Specchio Piuma S.a.s., nel mettere
in pratica i loro brevetti dando vita all’azienda, si sono a
suo tempo attardati in questi tornanti retorici; sta di fatto
che tutto sembra perfettamente filare. Non solo. Data
la nutrita referenzialità che l’azienda vanta col mondo
dello spettacolo, come può non aleggiare, seppure
come chiasmo, “L’uccello dalle piume di cristallo”? Un
celebre film giallo degli anni ‘70, nel cui titolo si gioca
a fare simbiosi tra il profilo “acuminato” delle piume
e le sinistre proprietà taglienti del materiale. Stando
a fatti concreti, Specchio Piuma S.a.s. ha avuto una
germinazione a Roma nel 1993, ma sul ceppo varato a
Milano, nel 1973, dalla famiglia Rindi e consistente nella
produzione di specchi ultraleggeri. I primitivi fasti, frutto
delle particolarità del prodotto, hanno trovato conferme
nella nuova gestione di Paolo Severi, che ha rilanciato
l’azienda con nuove opportunità di mercato e nuove
45
46
soluzioni applicative, investendo più organicamente i
targets dell’Architettura d’Interni e dell’Allestimento.
La bontà delle strategie industriali adottate ha avuto
modo di evidenziarsi tramite lo sviluppo dell’azienda,
diventata rapidamente protagonista in Europa del proprio
segmento di attività.
Dal punto di vista della Ricerca e dello Sviluppo, tra le
più significative e qualificanti tappe caratterizzanti la
nuova evoluzione, vanno considerate le seguenti due: la
messa a punto del Processo di Ignifugazione (Classe 1);
la definizione di prodotti affini allo specchio infrangibile,
mettendo in campo materiali come l’alluminio, l’acciaio,
materiali plastici di pregio. Nel primo caso, si è potuto
agevolmente spendere il concetto di specchiatura, non
soltanto sulle pareti verticali, ma arditamente anche
in controsoffitti e plafoni; nel secondo caso, invece,
l’azienda si è dotata di una più completa gamma di
prodotti utili a soddisfare meglio la sua clientela.
Da tutto ciò si evince il fatto che l’azienda, con i propri
prodotti e le proprie innovazioni, sembrerebbe riuscita
a introdurre una sorta di mutazione circa il significato
semantico di specchio così come l’abbiamo sempre
inteso e vissuto o, per meglio dire, sembrerebbe riuscita
a sciogliere quella gelida fissità riflessiva dello specchio
comune, nella più tiepida cedevolezza di addobbo
riflettente. Il design propagato è un design strategico,
indiretto, che ha trovato finora elevate conferme
specialmente dove si calcano le scene, vale a dire teatri,
spazi scenotecnici televisivi e cinematografici, in Italia
e in Europa. L’abbinamento tra il leggero supporto
specchiante e le metalliche strutture di tipo Keller ha
poi permesso, tanto per citare un caso concreto, di
riqualificare la funzionalità dell’importante scuola per
modelle e fotografia “Talents”, diventata in seguito
“Megastudi di Testaccio”. Tra tutte le commesse
che l’azienda ha soddisfatto, spicca e le rappresenta
estesamente, quella arrivata dal Teatro Real de Madrid.
Non c’è che da plaudire per tanta intensa e qualificata
attività, anche per quel 30% di fatturato derivante da
commesse che arrivano dall’estero.
Specchio Piuma, stand Poltrona
Frau, Salone del Mobile, Milano.
| Specchio Piuma, Poltrona Frau
stand, Salone del Mobile, Milan.
Specchio Piuma, fiera Abitare il
tempo, Verona. | Specchio Piuma,
Abitare il tempo fair, Verona.
Nelle prossime pagine | Next pages:
Specchio Piuma, allestimento per
”Die tote stast” (La città morta) di
Erich Wolfgang Korngold, Teatro
La Fenice, Venezia. Ph: Michele
Crosera. | Specchio Piuma,
exhibition for ”Die tote stast”
of Erich Wolfgang Korngold, La
Fenice Teatre, Venice.
Ph: Michele Crosera.
Specchio Piuma, interni. |
Specchio Piuma, interios.
47
48
You need original, clear ideas when setting up a
company. However, it is no less important to choose the
ideal trademark to attract your target customers, select
the right nouns and adjectives to take apart metaphors
and put them together again. In the average person’s
mind, a ‘mirror’ is something akin to ‘crystal’. There is
nothing that gives the idea of lightness, softness and
malleability, especially when it comes to large surfaces,
and even less so if they are hanging horizontally. In
short, they are the very opposite of practicable. It is
therefore surprising to see the word alongside the term
‘feather’, which epitomizes lightness, or better still levity.
If – instead of the normal, characterless structure of the
hard, fragile material – you are dealing with the intricate
interlacing of the long molecules of a polymer and the
product is soft, pliable, flexible, light (in the physical
sense) and, most importantly, extremely slender, then you
have got things wrapped up. I do not know if the people
at Specchio Piuma S.a.s. (the name means ‘Feather
Mirrors’) dwelled on these rhetorical issues when they
were registering their trademarks and creating the
company, but everything appears to be working out
perfectly. Given the company’s close ties to the world
of show business and the intertwined names, it seems
like the spirit of ‘The Bird with the Crystal Plumage’ is
hovering over it. The title of the famous 1970s thriller
plays with the combination of the ‘acuminated’ outline
of feathers and the sinister cutting properties of the
material.
Looking at the concrete facts, Specchio Piuma S.a.s. was
founded in Rome in 1993, but it was built on an ultralight mirror manufacturing business established in Milan
in 1973 by the Rindi family. The initial activities – based
on the special characteristics of the products – have
continued under the new management of Paolo Severi,
who relaunched the company after identifying new
market opportunities and fresh application solutions. He
targeted the fields of Interior Architecture and Exhibit
Design in a more structured manner. The value of the
business strategies that he adopted was demonstrated by
the development of the company, which soon became a
leading European player in its field.
In terms of Research and Development, two of the most
significant and distinctive steps in the new evolution
were the creation of the Fireproofing Process (Class 1)
and the establishment of products which are essentially
unbreakable mirrors, bringing into play materials like
aluminium, steel and fine plastics. In the first case, the
concept of reflection was easily applied not only to
vertical walls but also, in a bold move, to ceilings and
false ceilings. In the second case, the company has
expanded its range of products so as to enhance the
satisfaction of its clientele.
This all reveals that the company, with its products
and innovations, seems in a way to have succeeded in
altering the semantic meaning of mirrors as we have
always understood and seen them. In other words, they
appear to have managed to melt the icy reflective fixity
of the common mirror into the warmer pliability of a
reflecting decoration.
They have adopted a strategic, indirect design approach
which has so far proved particularly popular on stages,
i.e. in theatres and television and film sets, in Italy and
the rest of Europe.
To give a tangible example of how the items developed
have been used, the light mirror products have been
paired with Keller metal structures in the functional
redevelopment of the important modelling and
photography school ‘Talents’, which is now known as
‘Megastudi di Testaccio’. Of all the jobs done by the
company, the one that stands out the most and fully
embodies its nature is the project for the Teatro Real in
Madrid.
The company can only be praised for all its hard work
and expertise, not to mention the 30% of its turnover
that comes from other countries.
49
Stefano Cassio
Scenografia International
Una storia esemplare | An exemplary story
50
Nata circa venti anni fa, Scenografia International
rappresenta un caso tipico di evoluzione della specie.
Allora il panorama del nostro territorio nel settore
dell’exhibition, rifletteva ambiti di grande tradizione ma,
anche di conseguenza, un’innegabile arretratezza, sul
piano tecnico e organizzativo. Ai maestri di Cinecittà
e del Teatro si affiancavano ancora onesti praticanti
del chiodo e della cantinella, insieme ad esegeti del
montaggio meccanico di sistemi modulari, in genere
basati su brevetti svizzeri e tedeschi del dopoguerra, o sui
loro derivati autoctoni. Con il risultato di un linguaggio
povero di mezzi espressivi, e di una struttura del lavoro
carente di logistica, di competenze, di efficienza nei
tempi e nella qualità del prodotto, già inadeguato a
primato attribuito al progetto e nella forte integrazione
dell’intero processo, dal concept allo sviluppo tecnico,
alle lavorazioni delle componenti, all’allestimento, alla
comunicazione visiva, all’assistenza manutentiva in
opera, fino al disallestimento e allo smaltimento.
Formato nelle discipline della comunicazione visiva, il
titolare Roberto Ciambrone ha sviluppato un ufficio
tecnico in grado di accogliere competenze diverse e
di dialogare con progettisti esterni, di integrarsi con
apporti specializzati, di interagire con la formazione.
Completamente separato dalle funzioni commerciali e
di rappresentanza, l’ufficio è distinto dalle produzioni,
ma ad esse contiguo, in modo da assicurare un continuo
flusso di informazioni in feedback tra i comparti.
quanto diversamente reperibile all’estero, ma anche a
Bologna, a Milano, a Bari. Per di più, la produzione era
articolata su una miriade di microaziende, frammentate
e arroccate nelle specifiche nicchie di provenienza, con
inevitabili approssimazioni nel completare le realizzazioni.
La chiave del successo di Scenografia International
va individuata in due componenti sostanziali: nel
Già all’inizio degli anni ’90, Scenografia International
poteva contare su due moderni laboratori di
falegnameria e metalleria, in grado di assicurare
flessibilità e versatilità di soluzioni, fornendo
realizzazioni altamente integrate anche nelle lavorazioni
accessorie, ma dopo un decennio la produzione è
stata completamente rinnovata, con l’introduzione di
macchinari a controllo numerico, e un’organizzazione
del lavoro conseguentemente razionalizzata. Da un lato,
ciò ha comportato la necessità di un confronto ancora
più puntuale con il disegno progettuale CAD-CAM,
dall’altro ha consentito maggiore precisione e velocità di
esecuzione, reso possibile una migliore pianificazione e
un accurato controllo di qualità, tanto delle produzioni,
quanto degli allestimenti.
Ne risulta oggi una factory complessa, affidabile
e attenta alla qualificazione, alla sicurezza e alla
salute dei dipendenti, ormai prossima ad accedere
alla qualificazione ISO 9001; infine, competente e
competitiva sui molti fronti della dimensione attuale della
scenografia, in grado di spaziare dal movie pubblicitario
alla moda, al musical teatrale, ai grandi eventi, alle
mostre, al contract, al settore fieristico.
Ma è soprattutto in televisione – secondo Alida
Cappellini - Il fronte più impegnativo del progetto
scenico attuale in cui Scenografia International riesce
ad estrinsecare la propria flessibilità, nel confronto
con le esigenze strutturali, tecnologiche e spettacolari
di allestimenti di grande complessità, contribuendo a
decretare il successo di alcuni varietà, tra cui “Ballando
con le Stelle” e “Domenica In” nella stagione in corso e,
nel recente passato, “Alta Tensione”, “Serata d’Onore”,
“I Migliori Anni”, “I Soliti Ignoti”, e ancora talk show
come “Ballarò” e format informativi come “Speciale
TG1”, “Sky TG 24”.
51
Nelle pagine precedenti | previous
pages:
Hair Spray, Spettacolo Teatrale
Itinerante, Teatro Sistina, Roma.
Scenografie di Marco Calzavara,
Produzione Planet Musical, 2008.
| Hair Spray, travelling stage
show, Teatro Sistina, Rome, set
design by Marco Calzavara, Planet
Musical Production, 2008.
Qui Radio Londra, in onda su
Rai Uno, scenografie di Marco
Calzavara, Produzione Rai, 2011.
| Qui Radio Londra, broadcast
on Rai Uno, set design by Marco
Calzavara, Produzione Rai, 2011.
52
Scenografia International was founded roughly twenty
years ago and perfectly illustrates how the field is
evolving. Back then, the exhibition sector in the Lazio
region was built on great traditions, but this also
meant that it was behind the times in technical and
organizational terms.
The masters in Cinecittà and the theatre still relied on
dependable workers with nails and beams, along with
expert assemblers of modular systems that were largely
based on post-war Swiss and German patents, or local
variants on them.
This resulted in a language with few expressive means
and a working structure lacking logistics, skills and
efficiency regarding both the times and the quality of
the products. It did not bear comparison with what
could be found abroad, nor indeed with what was
on offer in Bologna, Milan or Bari. Furthermore, the
industry consisted of a multitude of micro enterprises
that were fragmented and nestled in their specific
niches, which inevitably led to a lot of ‘making do’ in the
production process.
The success of Scenografia International is built on
two key elements: the great focus on design and the
highly integrated nature of the entire process, from the
concept to the technical development, preparation of
the components, decoration, visual communication and
maintenance for the standing set, all the way through to
disassembly and disposal.
The owner Roberto Ciambrone has an educational
background in the disciplines of visual communication.
He has put together a technical office which is capable
of bringing together different skills, working with
external designers, embracing specialist contributions
and interacting with the educational world.
The office is completely independent from the
commercial and representative areas and separate from
Ballarò, in onda su Rai Tre,
scenografie di Gaetano Castelli,
Produzione Rai, 2010-2011. |
Ballarò, broadcast on Rai Tre, set
design by Gaetano Castelli, Rai
Production, 2010-2011.
L’anno che verrà, Rimini, in
onda su Rai Uno, scenografie di
Marco Calzavara, Produzione Bibi
Ballandi, 2010. | L’anno che verrà,
Rimini, broadcast on Rai Uno, set
design by Marco Calzavara, Bibi
Ballandi Production, 2010.
the production department, although it adjoins the
latter, so there is a continual flow of information and
feedback between the two.
In the early 1990s, Scenografia International already
had two modern metalwork and joinery workshops
that provided flexible, versatile solutions and highly
integrated output that also included fittings.
After a decade, the production set-up was completely
revolutionized, with the introduction of numerically
controlled machinery and rationalized organization
of the work. This meant that it was necessary to be
even more precise in the CAD-CAM design work, but
at the same time it also allowed greater accuracy and
speed of execution, leading to better planning and
meticulous quality control of both the production and
the decoration.
Today it is a complex, reliable organization which places
great importance on the expertise, health and safety
of its employees and is close to qualifying for ISO 9001
certification.
It is competent and competitive in many fields, including
advertising films, fashion, musicals, big events, shows,
contract jobs and the trade fair sector.
Television is the most demanding set design field
today, and Alida Cappellini believes that it is here that
Scenografia International really manages to show its
flexibility.
It caters to extremely complex structural, technological
and presentation requirements and has contributed to
the success of variety shows such as the current seasons
of ‘Ballando con le Stelle’ and ‘Domenica In’, as well
as recent runs of ‘Alta Tensione’, ‘Serata d’Onore’,
‘I Migliori Anni’ and ‘I Soliti Ignoti’. It has also been
involved in talk shows like ‘Ballarò’ and informative
programmes such as ‘Speciale TG 1’ and ‘Sky TG 24’.
53
Sabrina Lucibello
Tra progetto e saper fare | Design and know-how
Come osserva Sergio Polano in ”Mostrare. L’allestimento
in Italia dagli anni Venti agli anni Ottanta (Edizioni
Lybra Immagine, Milano 1988, n.ed. 2002), il termine
allestimento è “sospeso tra mille accezioni: si allestiscono
festeggiamenti e parate, pranzi e banchetti, opere teatrali
liriche cinematografiche, scenografie e coreografie, navigli
e aeromobili, interni automobilistici e domestici, nonché
vetrine, stand e musei”, tanto che la sua traduzione in
inglese può essere: exhibition, trade, display o anche show.
All’ampiezza di significati del termine corrisponde, in
maniera inversamente proporzionale, la compiutezza
ideale, formale e sostanziale dell’atto di allestire.
L’allestimento non è né un processo naturale né una
traduzione tecnica e meccanica del catalogo da esporre,
quanto piuttosto è l’arte del mostrare, punto di incontro tra
progetto e comunicazione, momento progettuale e tecnico
insieme in grado di dare una collocazione temporanea –
sia fisica che concettuale – ad oggetti tratti da luoghi e
contesti più disparati.
L’allestimento si esplicita esso stesso come un oggetto
concluso in sé, carico di un valore tecnico che accompagna
il progetto traducendolo in forme e tante volte
interpretandolo, completandolo, modificandolo.
L’allestimento è da sempre una peculiarità del territorio
laziale, in particolare grazie alla presenza di importanti
58
realtà come Cinecittà, la RAI, la rete dei musei, ecc.
L’insistenza su questo territorio di queste specificità, ha
permesso al Lazio di sviluppare un sistema progettualeproduttivo-espositivo proprio, profondamente intriso di
storia e tradizione e che ha visto collaborare queste realtà
aziendali con importanti architetti e designer.
Tutto questo sistema sta oggi avendo un nuovo impulso
grazie all’apertura di nuovi spazi espositivi come l’Ara Pacis,
Il MAXXI, il Macro.
Tre sono in particolare i settori dell’allestire in cui il nostro
territorio ha investito ovvero quello delle scenografie
teatrali, cinematografiche e televisive, quello della messa
in opera di eventi (concerti, manifestazioni sportive, ecc),
quello dell’allestimento di mostre (temporanee o fisse).
Proprio intorno a questi settori, soprattutto nel secondo
dopoguerra, sono nate realtà specificatamente dedicate
all’allestimento – soprattutto nel settore dell’esposizione e
mostre – tutte caratterizzate da un’attenzione al prodottoallestimento dalla sua ideazione alla sua realizzazione.
Così ad esempio tra il 1952 e il 1962, per iniziativa di Carlo
del Monti e Virgilio Cicinelli nasce la Cavir, che, forte della
peculiarità di essere una azienda a carattere familiare, si
qualifica via via come un’azienda a tutto tondo, in grado
di collaborare con importanti architetti come Maurizio
Sacripanti (1978, Mostra “Avanguardia Polacca”, Roma,
Palazzo delle Esposizioni) e di operare sia nel campo
dell’allestimento museale (1995: “Pier Paolo Pasolini”,
Roma, Palazzo delle Esposizioni), che in quello della
realizzazione di stand per fiere, expo, eventi e congressi.
Nel 1981, dopo venti anni di costante crescita in termini di
clienti, commesse e dimensioni operative, viene costituita la
Cavir s.r.l. a cui segue negli anni Ottanta un rafforzamento
aziendale, e nei primi anni Novanta un cambio di
generazione che, sotto la guida attenta dei fondatori, dà
origine come risultato ad una moderna struttura orientata
alla Customer Satisfaction e alla qualità dei prodotti e dei
servizi. Cavir, che ha sempre e comunque alla base il valore
aggiunto della tradizione e della forte impronta a carattere
familiare, ha svolto un’attività costante nel tempo che ha
presto travalicato i confini regionali e addirittura nazionali
(1986, “Mostra del Libro”, Presidenza del Consiglio
dei Ministri, Parigi, Centro Pompidou) e che continua
Spsystema, Mostra | Exposition
Rothko, Palazzo delle
Esposizioni, Roma.
Cavir, mostra | exposition
Avanguardia Polacca, progetto
di | project of Maurizio
Sacripanti, Palazzo delle
Esposizioni, Roma, 1996.
Cavir, mostra | exposition Luigi
Moretti, Maxxi, Roma, 2010.
Spsystema, allestimento de
“l’era glaciale”. | Spsystema,
exhibit for “l’era glaciale”.
fino ai giorni nostri a rappresentare un’indubbia realtà
d’eccellenza (tra i lavori più recenti l’allestimento della
mostra dedicata a Luigi Moretti Architetto a cura di Bruno
Reichlin e Maristella Casciato, MAXXI nel 2010).
Altra realtà degna di nota è Carli produzioni, azienda nata
circa 80 anni fa e che nei circa 10000mq di stabilimento
(falegnameria, carpenteria metallica, verniciatura e
decorazione, laboratorio elettrico e illuminotecnico, oltre
alla progettazione) è in grado di produrre e pre-allestire in
particolare stand, scenografie, grandi eventi.
Significativo è il claim dell’azienda: costruttori d’immagine,
proprio a sottolineare la specifica vocazione a gestire tutte
le fasi del progetto.
C’è poi da considerare tutto un sistema di professionisti
che ruota intorno al sistema dell’allestimento, in particolare
quello della produzione delle grafiche per l’allestimento.
Una delle principali realtà in tal senso, è senza dubbio
la SpSystema di Pomezia, azienda che da più di 25
ha costantemente aggiornato le tecniche, affinato la
produttività e ampliato i propri orizzonti creativi tanto nel
settore dell’arte (mostra dedicata a Pietro Sarvognan di
Brazzà: “Una vita per l’Africa”, Auditorium Parco della
Musica Auditorium di Roma; Rinascimento: I diamanti Burri – Durer, Scuderie del Quirinale) quanto in quello della
comunicazione in genere (grafica per la comunicazione
interna ed esterna Uffici Postali di Roma; grafica per
lo showroom di Poltorna frau a Milano; realizzazione
e allestimento dello spazio accoglienza Sony, Festa del
Cinema di Roma; ecc).
Denominatore comune in tutte queste esperienze, è
dunque il forte rapporto della fase progettuale con
quella realizzativa e il legame con la tradizione del saper
fare che ha saputo aggiornarsi ed evolversi senza però
perdere il carattere “artigianale” e di “autoproduttività”,
a sottolineare il fatto che allestire non è mera traduzione
tecnica del progetto, ma è esso stesso parte del processo
creativo.
Sono queste caratteristiche peculiari del sistema produttivo
non solo laziale, ma anche nazionale.
Sono queste caratteristiche vincenti che, soprattutto oggi e
nonostante la crisi economica globale, ci hanno consentito
di riaffermare il nostro saper fare italiano nel mondo.
55
As Sergio Polano says in ‘Mostrare. L’allestimento in
Italia dagli anni Venti agli anni Ottanta’ (Edizioni Lybra
Immagine, Milan 1988, ed. 2002), the Italian term
‘allestimento’ ‘hovers between a thousand meanings:
it can be an act involving celebrations and parades,
lunches and banquets, plays, operas and films, sets
and choreographies, ships and aircraft, car and home
interiors, showcases, stands and museums.’ Indeed, the
corresponding term in English may be exhibition, trade,
display or show design, depending on the context.
The breadth of meaning for the term is inversely
proportional to the conceptual, formal and substantial
completeness of the act itself.
It is neither a natural process nor a technical and
mechanical conversion of exhibition catalogues. It is
the art of exhibiting and it brings together design and
communication. This blend of design and technical
activities provides a temporary setting – both physically
and conceptually – for objects from the widest possible
60
range of places and contexts.
It is an end in itself and it is full of technical value that is
found throughout the project, expressing it in forms and
at times interpreting it, completing it and altering it.
It has always been part of the Lazio region, largely due
to the existence here of the museum network, Cinecittà,
RAI and other important entities. The presence of these
specialist organizations in the local area has led to the
development of a design-production-exhibition system
in Lazio with a wealth of history and tradition. The
companies in question have worked with big names from
the worlds of architecture and design.
Fresh energy is now being injected into the field with the
opening of new exhibition locations such as the Ara Pacis,
MAXXI and Macro museums.
The local area has invested in three sectors in particular:
theatre, film and television sets; events (concerts, sporting
occasions, etc.); and exhibitions (both temporary and
permanent ones). Over the years – and especially in the
period after World War Two – design organizations have
appeared that specialise in these sectors, and particularly
in exhibitions and shows. They all place a special focus on
the output that they conceive and produce.
For example, between 1952 and 1962 Carlo del Monti
and Virgilio Cicinelli created Cavir. Thanks to its strong
family background, it gradually developed into an allround company that collaborated with leading architects
such as Maurizio Sacripanti (1978, ‘Avanguardia Polacca’
show, Rome, Palazzo delle Esposizioni) and worked on
the design of both museum exhibitions (1995: ‘Pier Paolo
Pasolini’, Rome, Palazzo delle Esposizioni) and stands for
trade shows, expos, events and conventions.
In 1981, after twenty years of constant growth in terms
of clients, orders and operating size, it became the limited
company Cavir s.r.l.. In the 1980s the company was
strengthened and in the early 1990s it was passed on to
the next generation under the careful guidance of the
founders, in a process that led to the creation of a modern
organization that focuses on Customer Satisfaction and
the quality of its products and services. Although the value
added of tradition and a strong family identity has always
been a key part of Cavir, in its constant work over the
Carli, NASA, Space Lab, Parigi,
1987. | Carli, NASA, Space Lab,
Paris, 1987.
Spsystem, Mostra Bulgari. |
Spsystem, Bulgari exhibition.
Carli, NASA, Telescopio Hubble,
Parigi, 1985. | Carli, NASA,
Hubble telescope, Paris, 1985.
Carli, Olimpiadi invernali,
Torino, 2006. | Carli, Olympic
Games, Turin, 2006.
years it soon expanded beyond the borders of the region
and even the country (1986, ‘Book Exhibition’, Italian
Prime Minister’s Office, Paris, Pompidou Centre). It is still
an outstanding example of excellence today (one of its
most recent projects is the design of the exhibition on the
architect Luigi Moretti by Bruno Reichlin and Maristella
Casciato at the MAXXI museum in 2010).
Another noteworthy company is Carli Produzioni, which
was founded around 80 years ago. In a plant of roughly
10,000 m² (joinery, metal structural work, painting and
decoration, electrical and lighting workshops, in addition
to design) it produces stands, stage sets and sets for large
events. The company meaningfully claims to ‘Construct
images’, thus emphasizing its capacity to manage all of
the stages in a project.
There is also a network of professional figures around
this design system, which notably includes those who
produce graphic elements for sets and exhibitions. One of
the leading companies in this field is SpSystema based in
Pomezia. For more than 25 years it has been constantly
updating its techniques, enhancing its productivity and
broadening its creative horizons in the fields of art (the
‘Una vita per l’Africa’ exhibition on Pietro Sarvognan di
Brazzà in the Auditorium Parco della Musica in Rome;
Rinascimento: I diamanti – Burri – Durer, Scuderie del
Quirinale) and communication in general (graphic design
for internal and external communication by the Post Office
in Rome; graphic design for the Poltrona Frau showroom
in Milan; design and creation of the Sony hospitality area
at the Rome Film Festival, etc.).
All of these experiences involve a strong relationship
between the design phase and the production stage and
ties to traditional know-how that has been updated and
developed without losing its ‘craft’ and ‘self-produced’
qualities, thus demonstrating that set and exhibition
design is not just technical application of the plans but
actually part of the creative process.
These are distinctive characteristics of the production
system not just in Lazio, but throughout Italy. Now more
than ever, despite the global economic crisis, these
winning characteristics have allowed Italy to reaffirm its
know-how worldwide.
57
factory_index
Dari Automazioni srl
Scenografia International
Tecnarr
www.dariautomazioni.it
www.scenografiainternational.it
www.tecnarr.it
La sinergia tra esperienza e
professionalità tecnica ha
permesso a Dari Automazioni srl
di imporsi come azienda leader
nel settore delle automazioni ad
alta tecnologia nell’ambito della
scenotecnica.
Tiri di scena, americane, luci (fisse
o automatizzate), piattaforme
girevoli, traslanti o elevatrici,
sipari, palchi fissi e motorizzati
sono tra i prodotti che Dari srl
progetta e realizza dal 1985
per committenti come Teatro
dell’Opera di Roma, Teatro Regio
di Parma, Teatro Brancaccio, Rai e
altri. (R.D.C.)
Vent’anni fa nasce Scenografia
International ad opera di Roberto
Ciambrone; l’azienda diventa, col
tempo, il punto di riferimento del
mercato degli elementi scenici
e attualmente offre un servizio
di progettazione, produzione e
messa in opera di scenografie per
eventi, per il teatro e per la tv. Tra
i lavori: set per il programma tv
Ballando con le stelle, scenografia
per lo spot tv Pantene e per lo
spot Chanel n.5.
(R.D.C.)
Tecnarr, con sede a Roma, è una
società all’avanguardia nel campo
delle realizzazioni sceniche per
teatri, cinema e televisione, oltre
che nell’allestimento di mostre,
conventions ed eventi.
Realizza allestimenti utilizzando
una vasta gamma di materiali:
legno, metalli, resine, stampe
grafiche e dipinti.
Tra i numerosi lavori: scenografia
per lo spettacolo teatrale Le
Moulin Rouge a Parigi, per le
trasmissioni tv Speciale Super
Quark, Giochi senza frontiere e
Scommettiamo Che…?.
(R.D.C.)
Thanks to a synergy between experience and technical professionalism, Dari Automazioni s.r.l. has
become a leader in the high-tech
automation sector for staging.
Scene shots, American-type frameworks, lighting (fixed or automated), turntables, sliding or lifting platforms, curtains, and fixed
and motorised stages are some of
the products Dari s.r.l. has been
designing and manufacturing
since 1985 for clients that include
Rome’s Opera Theatre, Parma’s
Teatro Regio, Teatro Brancaccio,
RAI and others. (R.D.C.)
58
Scenografia International was
created 20 years ago by Roberto
Ciambrone. Over time, the company has become the market reference for staging and currently
offers set prop design, production and installation services for
events, theatre and television.
Its accomplishments include the
set for the television program
Ballando con le stelle, and the
sets for television commercials
for Pantene and for Chanel no.5.
(R.D.C.)
Tecnarr, located in Rome, is
an avant-garde company that
creates sets for theatre, cinema
and television, in addition to
staging for exhibits, conventions
and events.
It creates staging using a vast
range of materials: wood, metal,
resin, graphic prints and painting.
Its many works include the set for
the play Le Moulin Rouge in Paris,
and the sets for the television
programs Speciale Super Quark,
Giochi senza frontiere and Scommettiamo che…?. (R.D.C.)
O.c.m. srl
Arco Multimedia Group
Cinecittà Studios
Carli Produzioni
www.ocmsrl.net
www.amginternational.it
www.cinecittastudios.it
www.carliproduzioni.com
O.c.m. srl, con sede a Roma,
opera nel settore della
scenografia in carpenteria
metallica ed è specializzata in
automazioni scenografiche.
È un’azienda di elevato profilo
tecnico e progettuale e si
avvale di macchinari di ultima
generazione. Assicura un
servizio completo, dallo studio
di fattibilità fino al montaggio,
avvalendosi di personale
altamente qualificato che opera
anche con gru e piattaforme
aeree. Tra i clienti: Rai, Cinecittà,
Mediaset, FilmMaster. (R.D.C.)
Nel 1965 Gino Vinciguerra fonda
a Roma la Arco Multimedia
Group che, grazie all’altissima
qualità dei prodotti e servizi
offerti, conquista il mercato
cinematografico e televisivo
italiano.
La Arco è leader nel settore
del noleggio di attrezzature
cinematografiche, televisive,
teatrali, impianti luce/audio,
palchi, stand. Ha allestito
numerosi eventi tra i quali:
Concorso Ippico di piazza di
Siena a Roma, Concerto di
Capodanno al Quirinale, Firma
della Costituzione Europea al
Campidoglio. (R.D.C.)
A 9 km dal centro di Roma, su
una superficie di 400.000 mq,
sorge “la fabbrica dei sogni”,
così vengono chiamati gli studios
di Cinecittà, dove, attraverso
suoni ed immagini, si fabbricano
emozioni e dove i sogni, grazie
alla creatività e all’abilità
tecnica di grandi professionisti,
prendono forma. Qui sono
stati girati oltre 3000 film e qui
vengono progettate e realizzate
scenografie, e prendono vita
gli effetti speciali. È il luogo
dell’immaginazione, della
creatività e della tecnica.
(R.D.C.)
Da oltre ottanta anni la Carli
Produzioni opera ai più alti livelli
professionali nel settore della
progettazione e realizzazione di
allestimenti fieristici, scenografie,
mostre, congressi e grandi eventi.
L’azienda svolge la propria attività
in uno stabilimento di 10.000 mq
dove si attuano le operazioni di
ideazione, realizzazione, finiture,
declinazione della linea grafica e
gestione logistica.
Tra i lavori: scenografie per
Scherzi a parte e C’è posta per
te, stand per Telecom e Gruppo
Galileo. (R.D.C.)
O.c.m. s.r.l., located in Rome,
works in the metal carpentry
staging sector and specialises in
set automation. The firm has a
high technical and design profile
and uses the latest equipment. It
provides complete services, from
feasibility studies to assembly,
with the assistance of highlyqualified personnel who also use
cranes and elevated platforms.
Its clients include: RAI, Cinecittà,
Mediaset and FilmMaster. (R.D.C.)
In 1965, Gino Vinciguerra
founded Arco Multimedia Group
in Rome. Thanks to the very
high quality of the products and
services it offered, the company
conquered the Italian film and
television market.
Arco is the leader in the equipment leasing sector for cinema,
television, theatres, lighting/audio
systems, stages and stands. It has
furnished many events including:
Horse Show in Piazza di Siena in
Rome, the New Year’s Concert at
the Quirinale, and the signing of
the European Constitution at the
Capitol. (R.D.C.)
Located nine kilometres from Rome’s city centre, over an area of
400,000 square metres, Cinecittà
studios are the ‘dream factory’,
where sounds and images create
emotions, and where dreams
take shape through the creativity and technical skills of true
professionals. Here, over 3,000
films have been filmed, sets are
designed and built and special
effects come to life. This is a
place of imagination, creativity
and technique. (R.D.C.)
For over 80 years, Carli Produzioni has been working at the
highest levels in design and
creation sector for fairs, sets,
exhibits, conferences and major
events.
The firm works out of a 10,000
square metre location for
conception, creation, finishing,
definition of the graphic line
and logistics management. Its
accomplishments include: sets
for the TV series Scherzi a parte
and C’è posta per te, and stands
for Telecom Italia and Gruppo
Galileo. (R.D.C.)
59
factory_index
Specchio piuma
K-Events
Tecom Art
www.specchiopiuma.it
www.kevents.it
www.tecomart.it
Specchio Piuma S.a.s. è nata a
Roma nel 1993 sul ventennale
ceppo milanese della famiglia
Rindi. La produzione concerne
specchi ultraleggeri e fu subito
un successo. La nuova gestione
di Paolo Severi ha rilanciato con
nuove opportunità di mercato
e nuove soluzioni applicative,
entrando di più nei settori
dell’Architettura d’Interni e
dell’Allestimento, oltre che dello
spettacolo. L’efficacia industriale
ha portato l’azienda a diventare
protagonista in Europa circa il
proprio segmento di attività.
(F.R.)
Emozionare, far sognare,
trasmettere valori. Questa è la
mission di K-Events, la società
di Filmmaster Group che da
trent’anni è specializzata in
creazione e produzione di eventi
e show di altissimo livello. Per tre
volte si aggiudica il titolo di “Best
Event Agency”. Tra le produzioni
ricordiamo le cerimonie di
apertura e chiusura dei XX Giochi
Olimpici Invernali di Torino 2006,
dei IX Giochi Paralimpici Invernali
2006 e il Flag Handover dei XIX
Giochi Olimpici Invernali Salt Lake
City 2002. (R.D.C.)
Tecom Art, opera in provincia
di Roma e progetta e realizza
scenografie per il settore teatrale
e allestimenti di ambienti fieristici
e congressuali. Annovera un
gran numero di importanti clienti
tra i quali ricordiamo: Comune
di Roma, Accademia Nazionale
di Santa Cecilia, Piaggio,
Olivetti, Benelli, Pfizer, Natuzzi,
Merloni, Siemens. Ha realizzato
scenografie per il Teatro di
Atene, il Teatro dell’Opera di
Montecarlo, il Teatro Olimpico e
altri importanti teatri nazionali e
internazionali. (R.D.C.)
To excite, dream and share values
– such is the mission of K-Events,
a member of the Filmmaster
Group which, for 30 years has
specialised in the creation and
production of high-quality events
and shows. Three times, it has
been voted the ‘Best Event Agency’. Its productions include the
opening and closing ceremonies
of the 2006 Turin Winter Olympics, the 2006 Turin Paralympic
Games and the Flag Handover of
the 2002 Salt Lake City Winter
Olympics. (R.D.C.)
Tecom Art operates in the
province of Rome, designing
and creating theatrical sets and
staging for fairs and conferences.
It has many important clients
including: City of Rome, the
National academy of St. Cecilia,
Piaggio, Olivetti, Benelli, Pfizer,
Natuzzi, Merloni, and Siemens.
It has created sets for the Athens
Theatre, the Monte Carlo Opera
House, the Teatro Olimpico and
other major national and international theatres. (R.D.C.)
Specchio Piuma S.a.s. was
founded in Rome in 1993 and built on the Rindi family’s 20 years
of experience in Milan. Its ultralight mirrors were an immediate
success. It has been relaunched
under the management of
Paolo Severi, who picked out new
market opportunities and fresh
application solutions. He sought
greater penetration of the Interior
Architecture and Set Design
sectors, as well as show business.
The efficacy of the business
has made it a leading European
player in its field. (F.R.)
60
Opus System srl
SP Systema
De Sisti Lighting
Panalight spa
www.opussystem.it
www.spsystema.com
www.desisti.it
www.panalight.it
Opus System srl nasce
come azienda specializzata
nell’ideazione e nella
realizzazione di sistemi
di archiviazione, armadi
compattabili e arredi metallici.
Negli anni ’90 amplia il proprio
campo operativo specializzandosi
in allestimenti museali.
Nell’impianto di Pomezia opera
utilizzando svariati materiali:
legno, vetro, plastiche e vari tipi
di metalli. Alcuni clienti: Museo
Archeologico Nazionale di
Tuscania, Museo d’Arte Orientale
di Roma, Museo Etrusco di Villa
Giulia a Roma. (R.D.C.)
Da oltre 25 anni la SP Systema
di Pomezia opera nell’ambito
della grafica rivolta al sistema
dell’allestimento museale e
alla comunicazione in genere,
diventando una realtà leader
in Lazio e su scala nazionale,
affinando tecnologie e knowhow progettuale e produttivo.
Tra i clienti: Auditorium Parco
della Musica, Scuderie Papali
al Quirinale, Sony, Enel, Musei
Capitolini, Poste Italiane,
occupandosi di allestimenti
museali e fieristici, segnaletica,
fino alla comunicazione
aziendale. (R.D.C.)
Fondata nel 1982 dal designer
Mario De Sisti, la società De
Sisti Lighting è diventata leader
mondiale nella progettazione
e distribuzione di sistemi di
illuminazione per il teatro e la tv.
Mantiene un forte accento
artigianale fuso con le tecnologie
più avanzate dell’illuminotecnica.
Opera a Roma mantenendo
un altissimo livello di servizi
e supporti tecnici. Opera con
numerose produzioni teatrali,
cinematografiche e televisive in
oltre 35 paesi. (R.D.C.)
Dal ‘90 la Panalight spa, forte
di un personale altamente
specializzato, offre ai propri
clienti un servizio di noleggio di
attrezzature cinematografiche tra
le più avanzate ed esclusive.
È partner di Cinecittà Studio e qui
sorge la nuova sede del Digital,
dove “il popolo che fabbrica
immagini” può reperire una
completa gamma di nuovi sistemi
di ripresa digitale. Ha fornito
attrezzature e personale per The
American (Anton Corbijn, 2010),
Eat Pray Love (Ryan Murphy,
2010) e molte altre produzioni.
(R.D.C.)
Opus System s.r.l. was founded as
a firm specialising in the conception and creation of archiving systems, high-density systems and
metal furnishings. In the 1990s,
it expanded its field of operation
to specialise in museum staging.
The Pomezia firm uses a variety
of materials: wood, glass, plastic
and various metals. Its clients
include: National Archaeological
Museum of Tuscania, Rome’s
National Museum of Oriental Art,
and the Etruscan Museum of Villa
Giulia in Rome. (R.D.C.)
SP Systema of Pomezia has been
working for more than 25 years
in the field of graphic design
for museums and exhibitions in
general. It has become a leading
player in the Lazio region and
throughout Italy, honing its
design and production technologies and know-how. It offers
exhibition design for museums
and trade shows, sign design
and corporate communication
expertise and its clients include
Auditorium Parco della Musica,
the Quirinal Stables, Sony, Enel,
the Capitoline Museums and the
Italian Post Office. (R.D.C.)
Established in 1982 by designer
Mario De Sisti, De Sisti Lighting
has become a world leader in
the design and distribution of
lighting systems for theatre and
television.
It has maintained a strong focus
on craftsmanship combined with
the most advanced lighting engineering technologies.
It works out of Rome, offering a
high level of service and technical
support. It has worked on many
theatrical, cinematographic and
television products in over 35
countries. (R.D.C.)
Since 1990, Panalight S.p.A.,
backed by its highly specialised
personnel, has been offering
its clients leading services for
some of the most advanced and
exclusive film equipment. It is
a partner of Cinecittà Studio
where it has established its new
Digital branch. Here, ‘the people
who create pictures’ can find a
complete range of new digital
filming systems. It has provided
equipment and personnel for The
American (Anton Corbijn, 2010),
Eat Pray Love (Ryan Murphy,
2010) and many other productions. (R.D.C.)
61
factory_index
Di Virgilio & Partners
Spacemakers Group
H.Demia
www.divirgilioandpartners.com
www.spacemakers.it
www.hdemianoleggiostand.com
Motivazione, determinazione,
gioventù e dinamismo. Queste
le parole chiave alla base del
lavoro di Di Virgilio & Partners,
un’azienda che offre una vasta
gamma di servizi nel settore degli
allestimenti espositivi.
Ma Di Virgilio offre anche
consulenza per allestimenti
d’interni e per l’organizzazione di
eventi. Tra i clienti: Ama Roma,
Eni, Toyota, Laura Biagiotti, Wind,
Adidas, Bnl, Nissan, Suzuki,
Ina Assitalia, Anas, Maggiore.
(R.D.C.)
Spacemakers Group nasce nel
1983 ma il fondatore operava nel
campo degli allestimenti fin dal
1953. Attualmente è una delle
principali società specializzate
nella progettazione, produzione
e allestimento di spazi espositivi,
fieristici e congressuali, di arredo
di spazi per eventi di varia natura
e di showroom, coniugando le
tecnologie più innovative con
la tradizione derivata da circa
50 anni di esperienza. Principali
clienti: Chevrolet, Fiat, Gruppo
Peroni, Mercedes-Benz, Piaggio.
(R.D.C.)
H.Demia dal 1995 si occupa
di allestimenti fieristici e
itineranti. Ha collaborato
con organizzazioni, privati e
strutture pubbliche e ha curato
manifestazioni su tutto il
territorio nazionale. La società
assicura una vasta gamma di
prodotti: allestimenti preallestiti
o personalizzati (su progetto
fornito o elaborato dall’azienda),
pannelli autoportanti, arredi,
impianti audio/video, pagode,
pedane.
Ha operato per: Casaidea, Moa
Casa, Roma Sposa, Philips,
Panasonic, Api Petroli, Ford, Land
Rover. (R.D.C.)
Motivation, determination, youth
and dynamism are the key words
on which Di Virgilio & Partners
base their work. This firm offers
a vast range of services in the
exhibit staging sector. However,
Di Virgilio also offers consulting
for internal design and for event
organisation. Its clients include:
Ama Roma, Eni, Toyota, Laura
Biagiotti, Wind, Adidas, BNL, Nissan, Suzuki, INA Assitalia, Anas,
and Maggiore. (R.D.C.)
62
Spacemakers Group was created
in 1983 although its founder
had been working in the exhibit
sector since 1953. It is currently
one of the main companies specialising in the design, production
and staging of exhibitions, fairs
and conferences, decoration for a
variety of events and showrooms,
combining the most innovative
technologies with a tradition
established over some 50 years
of experience. Its main clients are
Chevrolet, Fiat, Peroni Group,
Mercedes-Benz, and Piaggio.
(R.D.C.)
H. Demia has been operating in
fairs and travelling exhibitions
since 1995. It has worked with
organisations, private citizens,
and public bodies, on events all
across Italy. The firm provides a
wide range of products, including
ready-stands or customised
stands (based on client design
or developed by the firm), selfsupporting panels, furnishings,
audio/video systems, pagodas
and daises.
It has worked for Casaidea, Moa
Casa, Rome Sposa, Philips, Panasonic, Api Petroli, Ford, and Land
Rover. (R.D.C.)
Giubilarte srl
Gruppo Fonema spa
Cavir Srl
Spazio Novecento
www.giubilarte.it
www.fonema.it
www.cavirsrl.com
www.spazionovecento.it
Nel complesso di Santo Spirito
in Sassia ha sede la Giubilarte
srl che si occupa di gestione
e rivalutazione di complessi
museali e dimore storiche e
risulta una delle sedi espositive
più suggestive della capitale,
accogliendo eventi come
convegni, congressi, concerti,
mostre, sfilate.
Giubilarte segue l’organizzazione
dell’evento occupandosi anche
della direzione artistica, grafica
e logistica. Ha ospitato numerosi
eventi e ha lavorato per Peroni,
Johnson & Johnson, Sisal, per
citarne alcuni. (R.D.C.)
Il Gruppo Fonema spa, con
sede a Roma, è composto da
sette società che si occupano
di organizzazione di eventi,
convention, convegni, sfilate,
di progettazione di stand
espositivi, di allestimenti museali,
scenografie, segnaletica e totem,
oltre che di comunicazione e
marketing, grafica ed editing.
Tra i numerosi clienti: Poste
Italiane, Wind, Grandi Navi
Veloci, Enel, Ducati, Ericsson,
Western Union, Lancetti.
(R.D.C.)
Nel 1962 Carlo del Monti e
Virgilio Cicinelli, già nel campo
degli allestimenti dal 1952,
fondano la ditta Cavir, che
da 50 anni opera nell’ambito
dell’allestimento di eventi per
la comunicazione e dei servizi
ad esso connessi (trasporto e
posa in opera). Opera sia nel
settore museale, con numerosi
allestimenti nei più importanti
musei romani e nazionali, che
in quello fieristico (stand per
Manpower, Guru, Gruppo
Sole24Ore) e congressuale
(American Express, Circolo
Canottieri Lazio). (R.D.C.)
1000 mq nel palazzo dell’Arte
Antica a Roma fanno di Spazio
Novecento una location
tecnologica e innovativa per
congressi, convegni, meeting,
mostre, party mondani. Lo
spazio, altamente tecnologizzato,
rende possibile numerose
combinazioni di allestimenti.
Ma Spazio Novecento significa
anche catering, servizio audio/
video/luci, logistica, segnaletica
e grafica.
Tra gli eventi ospitati: Alta Moda
Roma, sfilata Hello Kitty, party
Citroen, Philips Aurea, Festival del
Cinema, party Nokia. (R.D.C.)
Carlo del Monti and Virgilio
Cicinelli entered the field of
exhibition design in 1952. In 1962
they founded Cavir, which has
been offering communication
event design and the related
services (transport and fitting)
for 50 years now. It has designed
numerous exhibitions for the biggest museums in Rome and Italy,
and also works on trade shows
(it has created stands for names
such as Manpower, Guru and the
Sole24Ore group) and congresses (American Express, Circolo
Canottieri Lazio). (R.D.C.)
Spazio Novecento’s 1,000
square metres inside the Palazzo
dell’Arte Antica in Rome make
it a technological and innovative location for conferences,
conventions, meetings, exhibits,
and society events. The high-tech
space is suited for many staging
combinations. However, Spazio
Novecento also offers catering,
audio/video/lighting systems,
logistics, signage and graphics.
The events it has hosted include:
Alta Moda Roma, Hello Kitty
fashion show, the Citroën party,
Philips Aurea, Festival del Cinema, and the Nokia party. (R.D.C.)
Giubilarte s.r.l. has its offices in
the Santo Spirito in Sassia complex, managing and revitalising
museum complexes and historic
homes. It has one of the most
impressive exhibition sites in the
capital, hosting conventions,
conferences, concerts, exhibits
and fashion shows.
Giubilarte oversees event organisation, and also takes charge
of artistic, graphic and logistics
management. It has hosted
many events and has worked for
Peroni, Johnson & Johnson, Sisal,
among others. (R.D.C.)
Gruppo Fonema S.p.A., headquartered in Rome, is composed
of seven firms that organise
events, conventions, conferences,
fashion shows, exhibition stand
design, museum staging, sets,
signage and totems, in addition
to communication and marketing,
graphic arts and editing. Some
of its many clients are: Poste Italiane, Wind, Grandi Navi Veloci,
Enel, Ducati, Ericsson, Western
Union, and Lancetti. (R.D.C.)
63
Innovation & Tradition
Filippo Pernisco
64
Altroequipe, Pycta 2006.
Ph: Riccardo De Antonis.
La tradizione e la sperimentazione si trovano spesso a confrontarsi sui territori
dell’arte; succede così che dimensioni che sembrano molto distanti, rivelano
un percorso comune fatto di passione, creatività ed emozione, trovando
così nella danza la natura stessa del loro essere, attraverso interpretazioni
diametralmente opposte nella loro forma, ma davvero vicine nel loro spirito.
La tradizione del Teatro dell’Opera, della sua “fabbrica”, dove vengono
costruite, restaurate e custodite, le scene e i costumi che hanno fatto la storia
dell’Opera Lirica a Roma. Un archivio, ma anche un’officina, sempre attiva
e impegnata a creare nuovi suggestivi scenari attraverso l’abilità, come nel
passato, di maestranze, veri e propri artisti-realizzatori che contribuiscono ad
aumentare sempre di più il meraviglioso patrimonio di scene e costumi a cui si
attinge per gli adattamenti delle nuove produzioni.
La sperimentazione di Orazio Carpezano, e Altroequipe, che, lasciandosi
ispirare dalle infinte sfaccettature della contemporaneità, si confrontano con la
creazione di performance che vivono attraverso la contaminazione tra i diversi
aspetti della ricerca.
Il suo lavoro è stato esposto alla Biennale di Venezia e in alcune mostre
collettive a Roma, Barcellona e Delft e, con Altroequipe, ha partecipato a
diverse edizioni del Monaco Dance Forum.
Tradition and experimentation often face off in the arts, and aspects that seem very
different have actually followed a similar path composed of passion, creativity and
emotion, finding the very essence of their existence in dance, through interpretations
that are diametrically opposed in their form, but very similar in spirit.
There is the tradition of the Opera, of its ‘factory’, where sets and costumes that have
made the history of the lyrical opera in Rome are created, restored and stored.
This is an archive, but also a workshop, that is still active and busy creating new
impressive sets through the skills, as in the past, of labour, true artists/creators who
contribute to continually increase our wonderful heritage of sets and costumes that can
be adapted to new productions.
The experimentation of Orazio Carpezano, and Altroequipe, who, inspired by the
infinite facets of contemporary life, is confronted with the creation of performances
that live through contamination with various aspects of research.
His work has been exhibited at the Venice Biennale and in collective exhibits in Rome,
Barcelona and Delft, and he has participated in various editions of the Monaco Dance
Forum with Altroequipe.
Orazio Carpenzano. La dimensione provvisoria della forma |
The provisional dimension of form
“La scenografia è un corpo architettonico che accumula e libera energia assieme ai
corpi viventi, a patto che si accetti la necessità di una dimensione provvisoria della
forma.”
Le parole di Orazio Carpenzano spiegano immediatamente quanto sia ampia la ricerca
che, ormai dal 2001, conduce con Altroequipe.
Tutto è iniziato con la concezione dell’ormai celebre Physico, primo atto di una
sperimentazione orientata a comunicare, attraverso l’interazione tra diverse forme di
arte, la profonda analisi di complessi sistemi di vita reale e artificiale, ridefinendo, anche
a livello teorico, concetti come azione e percezione.
Il percorso che porta alla materializzazione di pensieri così complessi ed articolati
è multidisciplinare e multisensoriale, quasi un percorso di vita, che è in realtà la
componente primordiale delle architetture di Orazio Carpenzano, così come delle
coreografie di Lucia Latour e degli altri interpreti di Altroequipe, che lo stesso
Carpenzano definisce “azioni configurative della vita”.
Lavorare con organismi bidimensionali, tridimensionali, rompere continuamente gli
argini dello spazio, significa effettivamente confrontarsi con quelli che sono i processi
65
66
degli organismi viventi, compiendo riflessioni molto attente sulle modalità di vita di
organismi che celano sotto una apparente semplicità una elaboratissima capacità di
interagire con la collettività e con l’ambiente, come gli sciami, gli stormi... L’esigenza
di adeguare le singole traiettorie alle necessità di una comunità, laddove l’intelligenza
collettiva guida i movimenti dei corpi autonomi, è uno stimolo fortissimo su cui
Altroequipe sta lavorando nella stessa direzione che ha portato scienziati e visionari a
ipotizzare, in un futuro non ben definito, la possibilità che intelligenze artificiali siano
in grado di acquisire abilità intellettive dall’interazione con l’ambiente e la collettività,
arrivando ad applicare alla danza concetti come robotica e mobiligence.
Gli stessi concetti di dimensione e spazio sono associati ad un’idea di architettura
mutevole e ascalare, intesa come un organismo quasi in grado di autoprodursi, dove
ciò che non si vede è molto più importante di ciò che si vede, stimolando la sensorialità
e rendendo di primaria importanza la funzione rivelatrice della luce, utilizzata come
strumento per liberare l’energia presente nella scena.
Uno spazio, un organismo che viene vissuto dagli osservatori, e si modifica per
comunicare al meglio la sua attitudine ad essere vissuto, mai ad essere contemplato,
dimostrando come in ogni essere vivente c’è un comportamento che può includere il
mantenimento o il disfacimento della forma stessa.
Altroequipe, Sylvatica, 2004.
Ph: Max Botticelli.
Altroequipe, Lallunahalalone,
2008. Ph: Riccardo De Antonis.
In questo contesto le nuove tecnologie, la Motion Capture e la Motion Graphics,
introdotte grazie alla collaborazione con lo IUSM (Istituto Universitario Scienze Motorie)
di Roma e Pool Factory, hanno permesso ad Altroequipe di affrontare una nuova
dimensione della danza: la forma del movimento.
Lo spazio “scanner” in cui le telecamere intercettano le traiettorie è uno spazio in cui
l’osservatore vede ciò che la telecamera gli mostra, cioè non già il corporeo, ma i segni
della motilità... Facile capire come apprezzare insieme visibile ed invisibile possa essere
una esperienza straordinaria.
Questa dimensione che Altroequipe ha definito “stereoplastica” e che lavora sulla
traccia del movimento, trova riferimenti archetipici già nelle opere dei Futuristi,
ma anche degli Impressionisti: una fusione tra corpo e spazio basata su paradigmi
relazionali in grado di incorporare nel sistema una vera e propria riproduzione
generativa.
Alla Motion Capture è associata anche la Motion Graphics (sempre in collaborazione
con IUSM e Pool Factory), interpretazione grafica della traccia del movimento, volta
ad amplificare l’empatia tra reale e virtuale, sottolineando la grande forza di ciò che
agli occhi appare invisibile e proiettando l’architettura in una dimensione in cui la sua
enorme importanza è determinata dalla sua stessa assenza.
67
‘Sets are architectural bodies that store up and release energy together with living
bodies, as long as there is acceptance of the need for a provisional dimension of form.’
68
The words of Orazio Carpenzano immediately reveal the breadth of the research that
he has been doing with Altroequipe since 2001.
It all started with the conception of the now famous Physico, the first step in an
experimentation process that focuses on interaction between different forms of art to
convey in-depth analysis of complex real and artificial life systems. It redefines concepts
like ‘action’ and ‘perception’, both theoretically and on other levels.
Such complex, articulate thoughts take shape in a multidisciplinary, multi-sensory
process that is almost a journey through life. Indeed, life is the fundamental element in
Orazio Carpenzano’s architecture and the choreographies by Lucia Latour and the rest
of the Altroequipe team, which Carpenzano calls ‘configurative actions of life’.
Working with two and three dimensional bodies and continually breaking down
the boundaries of space essentially means dealing with the processes of living
beings and very carefully reflecting on the ways of life of organisms whose apparent
simplicity conceals a highly elaborate capacity to interact with the community and
the environment, such as swarms and flocks. When collective intelligence guides
the movements of autonomous bodies, the requirement to bring individual paths
in line with the needs of a community is a very strong form of input. Altroequipe is
working on it, with the same outlook that has led scientists and visionaries to discuss
the possibility at some unspecified time in the future of artificial intelligence that is
capable of acquiring intellectual abilities through interaction with the environment
and the community. This means that concepts like robotics and mobiligence can be
applied to dance. The concepts of dimension and space are associated with an idea of
architecture that changes and comes in stages. It is seen as an organism that is almost
capable of appearing by itself. What you cannot see is much more important than
what you can see. This stimulates the senses and means that the revealing function of
light is of prime importance, as it is used as a tool to free the energy on the stage. The
audience experiences this space/organism, which changes in order to optimally convey
its vocation for being experienced and never being viewed, thus showing that in every
living being there is behaviour that can involve keeping or doing away with its form.
The new Motion Capture and Motion Graphics technologies introduced thanks to the
collaboration with IUSM (the University Institute of Motor Sciences) in Rome and Pool
Factory have allowed Altroequipe to investigate a new dimension of dance: the form of
movement. The ‘scanner’ is a place where TV cameras trace trajectories and onlookers
see what the cameras show them: not the bodily elements, but the signs of motion. It
is easy to see that appreciating visible and invisible aspects at the same time can be an
exceptional experience. Altroequipe has called this dimension ‘stereoplastic’. It traces
movement and has found archetypal patterns in the work of the Futurists and also that
of the Impressionists: there is a merger between body and space based on relational
paradigms that are capable of incorporating genuine generative reproduction in the
system. Motion Capture is combined with Motion Graphics (once again due to the
partnership with IUSM and Pool Factory), a graphical interpretation of the movement
traced which aims to enhance the empathy between real and virtual aspects.
It emphasizes the great power of the elements that seem invisible to our eyes and
projects architecture into a dimension in which its huge importance is determined by its
very absence.
Allalunalaloneh 2009, tolopogia
generativa, Teatro Vascello.
Ph: Adriano Annino.
Allalunalaloneh 2009, Teatro
Vascello.
Ph: Riccardo De Antonis.
69
Nicoletta Cardano
Conservare la tradizione: il laboratorio di scenografia del Teatro
dell’Opera di Roma | Preserving tradition: the Teatro dell’Opera scenic
workshop in Rome
Maurizio Varamo, direttore del
laboratorio di scenografia del
Teatro dell’Opera di Roma.
Ph: Chiara Bellisai. | Maurizio
Varamo, director of the Teatro
dell’Opera scenic workshop in
Rome. Ph: Chiara Bellisai.
Laboratorio di scenografia del
Teatro dell’Opera di Roma di via
dei Cerchi . Ph: Chiara Bellisai. |
Teatro dell’Opera scenic workshop
in Rome, via dei Cerchi.
Ph: Chiara Bellisai.
70
La “fabbrica” del Teatro dell’Opera, per le sue caratteristiche insieme di laboratorio
di produzione e luogo di conservazione di memoria, offre elementi utili e spunti di
riflessione nella ricognizione complessiva della situazione dell’ exhibit design a Roma
e delle sue radici storiche. La sede dei “laboratori e raccolta degli attrezzi, scene e
costumi” - così come vengono definiti in una vecchia targa in travertino sull’ingresso di
via dell’Ara Massima di Ercole, tra il Circo Massimo, la Bocca della Verità e il Tevere - è
situata sin dalla fine degli anni Venti, all’interno dell’edificio industriale dell’ex Pastificio e
Mulino Pantanella. Una collocazione di particolare fascino nel cuore della città e al tempo
stesso, per le sue stesse caratteristiche di architettura industriale, adatta ad accogliere
la “fabbrica” del teatro: un’officina talvolta febbrile in cui mestieri e lavorazioni varie,
dalla falegnameria, ai laboratori per le scene, concorrono nella produzione dell’ opera
lirica. L’edificio conserva oggi, tra l’altro, un patrimonio di più di sessantamila costumi,
un repertorio ricco, che continua ad incrementarsi e a cui si attinge per gli adattamenti
delle nuove produzioni. Gli aspetti conservativi della “raccolta”, in particolare per quanto
riguarda le scene, devono fare i conti con il carattere dell’effimero e del provvisorio,
intrinseco alla produzione teatrale, e con le esigenze pratiche che determinano il
mantenimento, o meno, dei diversi elementi di una produzione. Nel magazzino del pian
terreno esiste ancora in parte il deposito delle vecchie scene, che venivano conservate
arrotolate sugli stangoni e riposte su delle graticce; da molto tempo, tuttavia, scene e
fondali vengono piegati e riposti in casse, poi depositate nei magazzini periferici del
teatro. Alla realizzazione delle scene concorre il laboratorio di falegnameria, che sagoma
e allestisce con cantinelle, i “cosiddetti spezzati”, telai sagomati dove si applica la tela
dipinta o elementi volumetrici realizzati con materiali vari, dal legno al polistirolo, al
plexiglass, ai nuovi componenti poliuretanici.
L’ambiente dove vengono dipinte le scene, all’ultimo piano dell’edificio, si trova al centro
di un meraviglioso fondale, non dipinto ma naturale, una portentosa veduta della città
di Roma a trecento sessanta gradi dal Palatino, all’Aventino, al Tevere e oltre, restituita
attraverso le ampie aperture dei finestroni. L’attività è indirizzata sul doppio binario della
realizzazione di nuove scene, e del restauro o della ripresa degli allestimenti da riproporre.
Non stupisce così di trovare in lavorazione, ad esempio, la riproduzione su tulle una serie
di dipinti di Rothko previsti nella nuova messa in scena de La battaglia di Legnano, curato
dal direttore degli allestimenti scenici del Teatro, Carlo Savi.
Il lavoro del laboratorio si svolge secondo la tradizione della pittura di scenografia
all’italiana: si impiegano le terre con le colle animali, si usano strumenti fuori dalle
misure abituali come canne per disegnare, tavolozze, righe e squadre, e si dipinge in
piedi, con pennelli dai manici lunghissimi camminando sulla tela. Attraverso la pittura,
come spiega il direttore Maurizio Varamo, si creano illusioni ottico prospettiche di
ambienti e situazioni. Numerose le maestranze che partecipano alla realizzazione,
ognuno con la propria specializzazione e con una conoscenza del mestiere accresciuta
dalla pratica quotidiana nella “fabbrica”, con le sue regole date dalla velocità dei tempi
e dalla necessità di risolvere problemi sempre diversi: dalle sarte che si occupano di
tagliare a misura, cucire a terra e fare applicazioni sulla tela, guidate dai preparatori
agli operai specializzati addetti alla preparazione del colore e della tela prima che i
pittori scenografi vi intervengano. Cambellotti, Prampolini, Benois, De Chirico, Guttuso,
Turcato, Scialoja sono soltanto alcuni degli artisti che hanno realizzato scenografie
per gli spettacoli rappresentati nel Teatro dell’Opera e i cui bozzetti sono conservati
nella ricca collezione dell’Archivio Storico del teatro in piazza Gigli. Molti di loro hanno
lavorato nei locali di via dei Cerchi fianco a fianco con gli artisti-realizzatori, da Camillo
Parravicini, a Ettore Rondelli, ad Armando Pasti. Il laboratorio è diventato così nel tempo
il depositario dell’esperienza del mestiere e della tradizione di questi maestri scenografi,
in particolare di Rondelli e della sue realizzazioni sceniche basate sulle suggestioni e
sull’incanto della pittura. Numerose rappresentazioni sono state riallestite in questi ultimi
anni dal laboratorio diretto da Varamo con le vecchie scene, restaurate o ricostruite.
Tra i vari esempi, la Tosca, riproposta nell’allestimento originario del 1900 di Adolf
Hohenstein secondo la realizzazione di Ettore Rondelli e l’Adriana Lecouvreur con le
scene di Rondelli; il riallestimento da Picasso per i balletti Parade e Pulcinella nella serata
per i Ballets Russes e la ricostruzione delle scene sui bozzetti disegnati da Giorgio de
Chirico per Appollon Musagète e Bacchus et Ariane. Oltre a tramandare e conservare,
il laboratorio ha progressivamente rinnovato le sue modalità di lavoro, sulla base degli
sviluppi dell’arte scenografica, affrontando le esigenze delle nuove produzioni basate
soprattutto sull’utilizzazione delle tecnologie e dei sistemi di proiezione, per le quali
tuttavia è necessaria una concreta innovazione della fabbrica. La tradizione di un lavoro
artigianale, rimasto inalterato, dovrebbe essere affiancata, in uno sviluppo delle attività
in proprio del teatro destinate alla produzione, con laboratori appositamente attrezzati
per la realizzazione di elementi scenici con nuove tecnologie e materiali. Per la tradizione
di sapienza artistico - artigianale e per le sue caratteristiche di officina il laboratorio ha
potenzialità notevoli dal punto di vista formativo, in parte attuate negli anni ‘90, con veri
e propri corsi, e oggi con gli stage degli studenti dell’Accademia.
71
The Teatro dell’Opera ‘factory’, with its combined features as a production workshop
and a place for preserving memory, offers useful elements and food for thought in an
overall assessment of exhibit design in Rome and of its historical roots.
The home of ‘workshops and a collection of props, scenery and costume’, as it is
described on a travertine plaque on the entrance in via dell’Ara Massima di Ercole,
between the Circus Maximus, the ‘Mouth of Truth’ and the Tiber, has been located
since the late 1920s inside an industrial building of the ex-Pantanella Mill and Pasta
Factory. It is an extremely atmospheric location in the heart of the city with industrial
architectural features that houses the theatre ‘factory’: a workshop often teeming with
the activity of various arts and crafts, from woodwork to scenery workshops, which
work together to produce opera. The building is today home to a collection of more
than sixty thousand costumes, a rich repertoire that continues to increase and which is
adapted for new productions.
The conservatory character of this ‘collection’, especially in terms of scenery, is pitted
against the ephemeral and temporary nature intrinsic to a theatre production and
against practical needs that determine whether various elements of that production
should be maintained or not. The warehouse on the ground floor still preserves part of
the old scenery storage, where backdrops were rolled on the battens and placed on the
grids. For a long time, however, scenery and backdrops have been folded and placed in
boxes, to then be deposited in warehouses around the theatre.
Scenery is produced by the carpentry workshop, which shapes and prepares with
battens the shaped frameworks on which to apply the painted backdrop or volumetric
elements created with various materials like wood, polystyrene, Plexiglas or new
polyurethane components.
The scenery painting workshop, on the top floor of the building, is located in the
centre of a marvellous backdrop (real and not painted this time): a marvellous 360°
view over the city of Rome, the Palatine Hill, the Avertine Hill, the Tiber and beyond,
through the huge windows. The workshop produces new scenery and also restores
or reuses past sets. One may find, for example, a reproduction on tulle of a series of
Rothko paintings for the new production of La Battaglia di Legnano, created under the
supervision of the theatre’s head of scenery, Carlo Savi.
Activity in the workshop takes place according to Italian set painting tradition, using
earths and animal-based glue, with large-scale pencils, palettes, rods and set squares.
Painting is done standing up, with brushes with extremely long handles, walking on
the canvases. The painters, explains director Maurizio Varano, create optical illusions
of perspective in situations and settings. Many skilled craftsmen are involved and each
has their own specialisation. Each one acquires a mastery of their craft by daily practice
in the ‘factory’, with rules dictated by the time frames and the need to solve problems
that are always different: from seamstresses who cut to measure, sew on the ground
and apply elements to the canvas, guided by those who prepare it, to staff specialised
in preparing paints and canvases before decorative artists go to work on it.
Laboratorio di scenografia
del Teatro dell’Opera di Roma
di via dei Cerchi . Ph: Chiara
Bellisai. | Teatro dell’Opera scenic
workshop in Rome, via dei Cerchi.
Ph: Chiara Bellisai.
Cambellotti, Prampolini, Benois, De Chirico, Guttuso, Turcato and Scialoja are just
some of the artists who have created scenery for performances at Teatro dell’Opera
and whose sketches are preserved in the theatre’s large archive on Piazza Gigli. Many
of them worked in the spaces of via dei Cerchi alongside artist-artisans, from Camillo
Parravicini to Ettore Rondelli and Armando Pasti. Thus the workshop has become
over time a repository for the experience of the skills and tradition of these master
scenographers, in particular of Rondelli and his stage sets based on the suggestions
and magic of painting.
Numerous performances have taken place in recent years using old scenery, restored
or rebuilt by Varano’s workshop. For example, Tosca, re-staged win its original version
from 1900 by Adolf Hohenstein, with set design by Ettore Rondelli and Adriana
Lecouvreur, with Rondelli’s scenery; Picasso’s sets for the ballets Parade and Pulcinella in
the evening for the Russian Ballets and a reconstruction of scenery based on sketches
by Giorgio de Chirico for Apollon Musagète and Bacchus et Ariane.
As well as handing down and preserving tradition, the workshop has always updated
its working methods, in line with developments in set design, to meet the needs of
new productions based, above all, on the use of technology and projection systems,
for which concrete innovation is required from the workshop. The tradition of artisan
workmanship, which has remained unaltered, must be combined with a development
of the theatre’s own production activities, with specially equipped workshops to create
scenic elements with new technologies and materials.
Thanks to its traditions and its artistic and artisanal know-how, the workshop has a
great deal of potential for training. This partially began in the 1990s, when complete
courses started to be offered, and now takes place in the form of workshops of the
Academy students.
73
LSD_la sapienza design factory
Factory La Sapienza Design, Stand
regionale, Bit 2008, Milano.
74
Paola Schiattarella
Factory LaSapienzaDesign
Comunicare con “Sapienza”
A Master Class in Communication
Se è vero che tutte le strade portano a Roma,
necessariamente devono passare per il Lazio, un
territorio ricco di attrattive archeologiche, artistiche,
paesaggistiche, culturali, e gastronomiche da scoprire,
purtroppo ingiustamente ma inevitabilmente offuscate
dalla vicinanza di Roma.
Solitamente la comunicazione del turismo regionale
si limita a mostrare immagini fotografiche, sia pure
accattivanti, di paesaggi naturali, feste paesane, bellezze
artistiche, o a proporre suggestivi itinerari artistici,
archeologici, religiosi, gastronomici ecc. o ancora ad
esporre i prodotti tipici della zona in questione…. ne
deriva un messaggio a dir poco statico e frammentario.
Nel 2008 con la collaborazione progettuale del
laboratorio Factory La Sapienza Design,
si è avviato uno studio di restyling di una nuova identità
visiva della politica regionale di promozione del turismo,
al fine di ottenere un’immagine integrata diversa,
riconoscibile, forte, ma nello stesso tempo flessibile, in
grado di rompere completamente con la comunicazione
tradizionale.
La nuova immagine si è basata su una texture grafica,
formata dai nomi di tutti i comuni del Lazio stampati a
correre in verde acido su fondo nero. Colori nettamente
in contrasto con le grafiche tradizionali della propaganda
turistica regionale e per questo fortemente identificativi.
Da questo restyling visivo è nata poi la progettazione
degli spazi espositivi per le fiere di settore.
Gli allestimenti si sono basati principalmente su questi
elementi grafici identificativi ricorrenti, rielaborati
e adattati a seconda delle esigenze di spazio e di
comunicazione, ma che poi vengono arricchiti da
tecnologie multimediali d’avanguardia permettendo ai
visitatori di avere comunicazione visiva su tutto quello
che riguarda il Lazio, non solo, ma anche di interfacciarsi
con esse, in modo da ricevere risposte e rimandi infiniti.
Gli utenti, in questo modo, non sono solo destinatari
passivi di messaggi turistici, ma soggetti attivi, incuriositi
e stimolati ad interagire, a inventare e a immaginare.
Altro denominatore comune di tutti gli allestimenti, oltre
alla grafica fortemente identificativa, è stata la presenza
di un importante elemento totemico riconoscibile a
distanza e con una grande valenza simbolica ad esempio
una grande cartolina del Colosseo, riprodotta poi anche
come gadget, per il BIT 2010 (Borsa internazionale del
Turismo) a Milano; un grande cubo contenente la mostra
dei costumi di scena dei gladiatori, gentilmente concessi
da Cinecittà, nel Globe 2009 a Roma, oppure un grande
videowall appeso al soffitto nel TTI 2009 di Rimini, per
citare solo qualche esempio.
Naturalmente la grafica e la progettazione si sono estese
anche ai tavoli per gli incontri b2b, alle sedie, alle paline
e a tutti gli arredi, rendendo il tutto unico e coerente.
In tal modo gli stand si sono distinti nettamente dagli
quelli tradizionali di propaganda turistica, raggiungendo
così in pieno l’obiettivo di una comunicazione di alta
qualità.
75
Factory La Sapienza Design, Stand
regionale, Bit 2010, Milano.
Factory La Sapienza Design,
Stand regionale, Btc 2009,
Roma.
Factory La Sapienza Design, Stand
regionale, Globe 2009, Roma.
76
They say that all roads lead to Rome. If this is the case,
it means that they will go through Lazio: a region with
a wealth of archaeology, art, landscapes, culture and
gastronomy waiting to be discovered.
Although these attractions are worthy of attention,
unfortunately the nearby presence of Rome inevitably
keeps them out of the spotlight.
As a rule, the materials used to promote regions to
tourists simply show photographs – albeit appealing
ones – of natural landscapes, villages festivals and
artistic wonders. Alternatively, they may show the
typical local produce or suggest delightful routes based
around themes such as art, archaeology, religion and
gastronomy. It would be an understatement to say that
the message conveyed is fragmented and lacking in
vivacity.
As part of a joint initiative with the La Sapienza Design
Factory workshop, in 2008 work started on the restyling
of the visual identity for the region’s tourist promotion
policies. The new integrated image was recognizable and
powerful, but also flexible. It marked a complete change
in direction from traditional communication.
The new image was based on a graphic texture made up
of the names of all of the towns in Lazio.
They were printed in acid green on a black background.
These colours stand out, as they are in complete contrast
with the usual hues of regional tourism materials.
This visual restyling was followed up by exhibition design
for trade fairs.
It was mainly based on the recurring identification
graphics, which were reworked and adapted to meet
the space and communication needs. They were also
enhanced with cutting edge multimedia technology,
so that visitors were not only able to enjoy visual
communication about everything to do with the Lazio
region, but also interface with it.
They were thus provided with answers and countless
cross-references.
This approach meant that the users were not just passive
recipients of tourist messages but active players who
were stimulated and encouraged to interact, invent and
imagine.
In addition to the highly recognizable graphics, another
common feature in all of the exhibition designs was
a high-profile element that could be identified from
a distance. Each of these ‘centrepieces’ had great
symbolic value. Examples include: a huge postcard
of the Colosseum for BIT 2010 (International Tourism
Exchange) in Milan, where copies were also given
out as free merchandise; a large cube containing an
exhibition of stage costumes for gladiators, which were
kindly provided by Cinecittà, at Globe 2009 in Rome;
an enormous video wall hanging from the ceiling at TTI
2009 in Rimini.
Of course the graphics and design also encompassed the
tables for B2B meetings, the chairs, the signs and all of
the furnishings, giving a unique overall look.
The tourist promotion stands were thus quite distinct
from their more traditional counterparts, so the objective
of high quality communication was fully achieved.
77
LSD_la sapienza design factory
Between pannello attrezzato | Equipped modular panel
Serena Bigatti
Progetto sperimentale | Experimental project
Tutor: Maria Claudia Clemente
“Between” è un pannello attrezzato disegnato su disegno irregolare,
come una superficie adattabile, che come una texture è fatta di moduli
adattabili allo spazio, se necessario. Tre moduli diversi, supportati da
strutture articolate, possono essere posizionati a piacere, adattandosi
a molteplici funzioni: scaffalatura, sistema d’illuminazione, supporto
pianta rampicante. È possibile inserire i moduli che vuoi e scegliere la
dimensione in base alle vostre esigenze. È inoltre possibile modificare
in qualsiasi momento, aggiungendo, togliendo o spostando i moduli.
Tra interno ed esterno, i pannelli collocati nei balconi, creano un
pattern in continua evoluzione, che riflette i gusti dell’utente.
78
“Between” is an equipped panel designed on an irregular dowelling,
as an adaptable surface, which like the leave’s texture is made of
modules that can always fill the space if needed. Three different
modules supported by articulated frames can be positioned for
unlimited arrangements, providing many functions such a store place,
a light filter, a washing line, a creeper plants support and pot. You can
put as many modules as you wish and choose the dimension according
on your needs. You can also modify it whenever you wish, by adding,
removing or moving modules. Between inside and outside, the panels
placed in the balconies, create a pattern continuously changing,
reflecting the user’s tastes.
Allestimento temporaneo per il GreenFever Festival |
Format di caffetteria per un’azienda produttrice di caffè |
Temporary setup for the GreenFever Festival_
Festival_ Marco Cimino
Coffee shop format for a coffee producer_
producer_Chiara Brizzi
Progetto sperimentale | Experimental project
Tutor: Marco Bevilacqua
Progetto sperimentale | Experimental project
Tutor: Marco Bevilacqua
Tutor: Bianca Elena Patroni Griffi
Negli ultimi anni c’è una attenzione sempre più diffusa attorno ai
temi ambientali, emerge il desiderio di un vero e proprio nuovo
modello di vita in cui la nostra società possa ricostruire un nuovo
equilibrio con il suo habitat. Allo studente è stato richiesto di
realizzare un progetto di un allestimento in occasione di GreenFever
(www.greenfever.it ), una manifestazione che si terrà a Roma
nell’estate 2012, presso gli spazi dell’Ex Mattatoio di Testaccio,
obiettivo è la divulgazione di un nuovo modo di vivere sostenibile.
L’allestimento posto all’ingresso della manifestazione vuole veicolare
tali contenuti anche grazie all’esposizione di prodotti sostenibili:
progetti vincitori di un concorso per giovani designer.
Il progettato nasce solo dopo un’attenta analisi delle esigenze
comunicative e l’acquisizione delle indicazioni del nuovo
posizionamento sul mercato di un’azienda produttrice di caffè,
la storica torrefazione barese Saicaf. Il centro del progetto è il
bancone: composto da lamelle di diversi materiali naturali come il
ferro, vetro e legno, si articola in molteplici configurazioni al fine di
rispondere alle diverse esigenze dimensionali e distributive dei bar.
Nonostante la semplicità formale del sistema di arredi, il progetto
riesce nel suo intento principale: trasmettere la qualità del prodotto
Saicaf sul territorio pugliese.
In recent years, there has been increasing attention to
environmental issues, with a desire to create a truly new model
for living in which our society establishes a new balance with its
habitat. The student was asked to create a display for GreenFever
(www.greenfever.it ), an event to be held at Ex Mattatoio di
Testaccio in Rome in the summer of 2012, with the goal of
promoting a new way of sustainable living. The setup, to be located
at the entrance to the event needs to express this content also
through a display of sustainable products: winning designs of a
competition for young designers.
The design was conceived only after the communication needs had
been carefully analysed and information had been acquired on the
new market positioning of the historic Bari coffee roaster Saicaf.
The focal point of the design is the counter: composed of strips of
various natural materials like iron, glass and wood, it is expressed in
a variety of ways in order to meet the different size and distribution
needs of the serving counters.
Despite the formal simplicity of the furnishing system, the design
meets its main goal: to transmit the quality of the Saicaf product in
the Puglia region.
79