sistema design nelle imprese di Roma e del Lazio DESIGN FOR MADE IN ITALY 10 Exhibit&Production Design diid Iaquone-Attilii Maurizio di Puolo Gaetano Castelli Biennale di Saint Étienne Specchio Piuma Scenografia International Orazio Carpenzano Laboratorio del Teatro dell’Opera Factory LaSapienzaDesign sistema design nelle imprese di Roma e del Lazio DESIGN FOR MADE IN ITALY 10 Exhibit&Production Design Direttore responsabile | Managing Director Tonino Paris Direttore | Director Carlo Martino Coordinamento scientifico | Scientific Coordination Committe Osservatorio scientifico sul Design del Dipartimanto DATA: Design, Tecnologia dell’Architettura, Territorio e Ambiente. Sapienza Università di Roma Redazione | Editorial Staff Luca Bradini Nicoletta Cardano Ivo Caruso Paolo Ciacci Emanuele Cucuzza Renato De Chiara Carlo Inglese Antonio Las Casas Sara Palumbo Filippo Pernisco Felice Ragazzo Clara Tosi Pamphili Monica Scanu Laura Tornese Graziano Mario Valenti Segreteria di redazione | Editorial Headquarter Via Flaminia 70-72, 00196 Roma tel/fax +39 06 49919016/15 [email protected] Traduzione | Translations Claudia Vettore Progetto grafico | Graphic design Roberta Sacco Impaginazione | Production Sara Palumbo Editore | Publisher Rdesignpress Via Angelo Brunetti 42, 00186 Roma tel/fax +39 06 3225362 e-mail: [email protected] Distribuzione librerie | Distribution through bookstores Joo distribution – Milano DESIGN FOR MADE IN ITALY sistema design nelle imprese di Roma e del Lazio n°10_2011 allegato alla rivista Distribuzione estero | Distribution for other countries S.i.e.s. srl – Milano 20092 Cinisello Balsamo (MI), via Bettola 18 tel. 02 66030400 – fax 02 66030269 www.siesnet.it e-mail [email protected] diid Stampa | Printing Tipografia Ceccarelli, Grotte di Castro - VT Registrazione presso il tribunale di Roma 86/2002 del 6 marzo 2002 ISSN: 1594-8528 _disegno industriale industrial design Rivista bimestrale di formazione e ricerca Bimonthly magazine of training and research indice 04 _ 11 Topic_Exhibit&Production Design Il design per la messa in scena | Design for staging_Tonino Paris Il design per la teatralità | Design for theatricality _Carlo Martino Exhibit design, creatività e cultura per un’industria che cresce | Exhibit design: creativity and culture for a growing industry_Gianluca Lo Presti 12 _ 35 Designer Iaquone-Attilii e Maurizio di Puolo L’arte di mostrare l’arte | The art of showing Art_Ivo Caruso Gaetano Castelli 40 anni di innovazione in scena | 40 years of innovation on stage_Luca Bradini Exhibit design: trasversalità e contaminazione | Exhibit design: crossovers and mutual influences_Sara Palumbo Designer_index 36 _ 43 International Focus Biennale di Saint Étienne La complessità trasversale del design | The transversal complexity of design_ Federica Dal Falco 44 _ 63 Factory Specchio Piuma Oggetti dalle “piume di cristallo” | Items with ‘crystal plumage’_Felice Ragazzo Scenografia International Una storia esemplare | An exemplary story_Stefano Cassio Tra progetto e saper fare | Design and know-how_Sabrina Lucibello Factory_index 64 _ 73 Innovation & Tradition Orazio Carpenzano. La dimensione provvisoria della forma | The provisional dimension of form_Filippo Pernisco Conservare la tradizione: il laboratorio di scenografia del Teatro dell’Opera di Roma | Preserving tradition: the Teatro dell’Opera scenic workshop in Rome_Nicoletta Cardano 74 _ 79 Lsd _ la sapienza design factory Comunicare con “Sapienza” | A Master Class in Communication_Paola Schiattarella Topic_ Exhibit&Production Design Il design per la messa in scena | Design for staging Tonino Paris 04 Arte, Progetto e Territorio s’intrecciano, più che in altri casi, nell’ambito tematico che affrontiamo in questo numero, e cioè nel design per gli allestimenti e per le scenografie. Da un lato la tradizione dell’effimero, che ha radici lontane, certamente alla base della vocazione del Lazio per “la messa in scena” di opere, siano esse teatrali che oggettuali, dall’altro il mondo delle nuove tecnologie scenografiche e multimediali, certamente debitore della presenza a Roma della Televisione e del Cinema. Una tradizione scenografica, come quella del teatro dell’Opera di Roma, che nel disegno delle scene ha coinvolto, in passato, artisti della levatura di Giorgio De Chirico, per citarne qualcuno, ancora rintracciabile oggi nel lavoro di Fabio Massimo Iaquone, che ha sostituito il computer ai pennelli. Al centro di tutto questo, c’è la ricerca, capace di collegare tradizione e innovazione, di contaminare generi e tipologie, di compiere continui trasferimenti morfologici e tecnologici, elaborando soluzioni sperimentali di assoluto interesse. La scuola di architettura di Roma, in cui s’incardina oggi quella di Design, ha avuto in passato un ruolo primario nell’ambito della sperimentazione per gli allestimenti museali, ma anche in quella per la scenografia, teatrale e televisiva. Oggi parte dell’eredità di questa scuola è rintracciabile nei Corsi di Laurea in design. Il Design per l’esposizione e per la messa in scena di opere ha, infatti, molti punti di contatto con la “comunicazione” e con le nuove tecnologie multimediali, che nella formazione del design trovano ampio spazio. Art, Design and Territory intertwine, more than anywhere else, in the topic we discuss in this issue, that is, design for exhibits and staging. On the one hand, the tradition of the ephemeral, with its roots reaching far into the past, which is certainly the basis for the vocation of the Lazio region in ‘staging’ works, whether theatrical or objects; and on the other, the world of new staging and multimedia technologies, which certainly owes much to the presence of the television and film industry in Rome. A theatrical tradition, such as that of the Teatro dell’Opera di Roma, that, in designing its staging, in the past called on artists of prominence like Giorgio De Chirico, to mention just one, and which can be seen today in the work of Fabio Massimo Iaquone, who has traded in his paintbrushes for a computer. At the heart of all this is research, that links tradition and innovation, contaminates genres and types, and makes continuous morphological and technological transfers, devising experimental solutions of great interest. Rome’s architecture school, on which the design school hinges today, has played an essential role in the past in the field of experimentation for museum staging, but also for theatre, film and television. Today, part of this school’s heritage can be seen in the bachelor courses in design: design for exhibits and staging has much in common with ‘communication’ and with new multimedia technologies, which are used extensively in design training. Carlo Martino Il Design per la teatralità | Design for theatricality Maurizio Vitta, nel suo volume “Il progetto della bellezza” del 2001, sostiene che il design italiano è caratterizzato da una spiccata teatralità, cioè da una capacità intrinseca di conquistarsi la scena, sia essa domestica che collettiva, e oggi direi mediatica. Tesi ripresa da Andrea Branzi nel primo allestimento del Triennale Design Museum del 2007, dal titolo le Sette Ossessioni, in cui una delle sette sezioni era proprio dedicata ad artefatti “attori” della scena spaziale. Una vocazione per la teatralità dalla chiara matrice effimera, che trova nella presenza dell’artefatto, nel segno e nella soluzione morfologica la sua forza e la sua capacità distintiva. La cultura dell’effimero, della messa in scena temporanea, ha certamente radici lontane, nell’arte scenica dell’antica Roma, nel teatro medievale, ma è certamente nell’epoca barocca, che raggiunge la maturità con macchine sceniche complesse capaci di modificare lo spazio e di generare effetti speciali. Macchine che, per puro godimento estetico, contaminavano il sacro e il profano, celando ingegnose soluzioni tecniche, e che hanno consentito l’evoluzione di un saper fare specializzato nel progetto dell’espediente, della soluzione d’effetto, dal costo contenuto. Roma e il Lazio, sono stati culla della cultura Barocca, come da sempre sostiene Paolo Portoghesi, ed è forse una delle ragioni che giustifica oggi in questi territori la più alta concentrazione al mondo di mestieri associabili al temporaneo: l’allestimento museografico e fieristico e la scenografia teatrale, cinematografica e televisiva. Certamente l’insediamento a Roma della televisione nazionale, la presenza 505 06 dell’industria del cinema, l’evoluzione oggi nel sistema degli audiovisivi, hanno fatto il resto. Per cui l’effimero è nel DNA dei progettisti romani, ed è certamente una radice culturale che dobbiamo conoscere a fondo e contribuire a divulgare. Per cui sono certamente figli di questa cultura Maurizio Di Puolo, profilo di eccellenza nell’ambito degli allestimenti di mostre culturali, ed il più giovane Fabio Massimo Iaquone, nato nel Frusinate e romano di adozione, che con Luca Attilii declina questa cultura nelle nuove tecnologie multimediali. È sempre figlio di questa cultura l’autore di numerose e fortunate scenografie televisive, Gaetano Castelli, così come tanti altri profili che lavorano in questo territorio e all’estero. Rappresentano l’evoluzione del saper fare anche le molteplici declinazioni artigianali e industriali per la realizzazione di scene, scenografie ed esposizioni, presenti nel Lazio. Maestranze rare come quelle specializzate nella costruzione delle scenografie cinematografiche e televisive, che si mescolano a nuove professionalità indirizzate verso tecnologie multimediali e nuovi materiali. L’esempio di Scenografie Internazionali specializzata nella realizzazione di allestimenti e scenografie di grande complessità, da un lato, e Specchio Piuma, materiale con vocazione specifica per l’allestimento, dall’altro, da solo un’idea di quanto è presente in questo territorio. Infine la sperimentazione, prima nella tradizione dei laboratori di costruzione del Teatro dell’Opera – vedi la questione del colore associato alle sorgenti luminose, e poi nelle innovazioni tecnologiche delle scenografie pensate da Orazio Carpenzano, concludendo con la case history dimostrativa del lavoro che la Factory La Sapienza Design è in grado di svolgere, applicato proprio all’ambito all’exhibit design. Storie e personaggi che dimostrano una grande vitalità del settore e un’interessante “speranza progettuale” per chi opera nel Lazio. Gaetano Castelli, “Benigni legge Dante”, scenografia. | Gaetano Castelli, “Benigni reads Dante”, scenery. Laboratorio di scenografia del Teatro dell’Opera di Roma. Ph: Chiara Bellisai. | Laboratory setting of the Teatro dell’Opera in Rome. Ph: Chiara Bellisai. 707 08 In his book ‘Il progetto della bellezza’ published in 2001, Maurizio Vitta states that Italian design is characterised by a definite theatrical feel, that is an intrinsic ability to conquer the stage, both domestic and collective, and today I would add the mass media. Andrea Branzi took up this thesis again in the first staging of the Triennale Design Museum in 2007, entitled ‘Sette Ossessioni’, in which one of the seven sections was dedicated to artefacts that were ‘actors’ on the spatial stage. This vocation for clearly ephemeral theatricality finds its strength and distinctive ability in the artefact, sign and morphological solution. The culture of the ephemeral, of temporary staging, certainly has roots far in the past, in the scenery of ancient Rome and in the medieval theatre, but it was certainly in the Baroque period that it reached maturity with complex stage machinery able to modify space and create special effects. For pure aesthetic enjoyment, these machines contaminated the sacred with the profane, concealing ingenious technical solutions, and made possible the evolution of know-how specialising in the design of devices and effective solutions with contained costs. Rome and the Lazio region were the cradle of Baroque culture, as Paolo Portoghesi has always claimed, and this may be one of the reasons why the region has the highest concentration in the world of trades related to the temporary: museum and fair staging, as well as theatre, cinema and television sets. Certainly the establishment of national television in Rome, as well as the presence of the film industry and the current evolution of broadcasting systems have done the rest. Maurizio di Puolo, mostra “Gli Etruschi nel Lazio”, progetto e realizzazione, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2008 . | Maurizio di Puolo, “Gli Etruschi nel Lazio” exhibition, project and production, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2008 . Iaquone-Attilii, Visioni. So, the ephemeral is in the DNA of Roman designers, and is certainly a cultural root that we need to get to know better and help to disseminate. Sons of this culture are Maurizio Di Puolo, a figure of excellence in cultural exhibit staging, and the younger Fabio Massimo Iaquone, born in Frosinone and Roman by adoption, who applies new multimedia technologies to this culture with Luca Attilii. Another son of this culture is the author of many sets for popular television programmes Gaetano Castelli, as are many other people working in this region and abroad. They represent the evolution of know-how and the many crafts and industries involved in creating sets, staging and exhibits, present in Lazio. Rare workmen like those specialising in constructing film and television sets, who work alongside new professionals focusing on multimedia technologies and new materials. The examples of Scenografie Internazionali specialising in creating extremely complex staging and scenery on one hand, and Specchio Piuma, a material used specifically for staging, on the other, give an idea of what is present in this region. Last, experimentation, first in the tradition of the construction studios of Teatro dell’Opera — see the question of colour associated with light sources — then in the technological innovations of scenery created by Orazio Carpenzano, and finally in the demo case history of the work applied to exhibit design by La Sapienza Design Factory. All these stories and people are proof of the great vitality in the sector and of an interesting ‘design hope’ for all those working in Lazio. 09 Gianluca Lo Presti* Exhibit design, creatività e cultura per un’industria che cresce | Exhibit design: creativity and culture for a growing industry *Direttore Generale Sviluppo Lazio S.p.A. | Chief Executive of Sviluppo Lazio S.p.A 10 Strutture fieristiche, allestimenti teatrali, percorsi museali, è il contesto intorno al quale si sviluppa l’exhibit design, un sistema produttivo dove creatività, arte e cultura, incontrano la tecnologia più innovativa e fantasiosa per offrire “contenitori” altamente espressivi. È l’ambito dove ancora una volta il mondo del seppur apparente intangibile, si trasforma in esperienza progettuale e nella creazione di forme e soluzioni di allestimenti dove diviene centrale la capacità di comunicare, l’arte di conciliare, attraverso il design, esigenze di diversa natura. L’exhibit design cresce nel contesto di Roma e del Lazio, un’area che custodisce oltre 400 musei e gallerie d’arte, oltre ad ospitare importanti rassegne, festival e teatri di fama internazionale. Il 69% delle imprese nazionali del Cine audiovisivo ha sede nella regione, il 27% degli occupati nel settore lavora nel Lazio e annualmente sono 15.000 le giornate di riprese su 40 set aperti. Nel Lazio sono presenti i principali broadcaster televisivi nazionali. Particolarmente significativa è la presenza a Roma degli studi di Cinecittà (gestiti dalla Cinecittà Holding S.p.A.), nei quali si concentra la maggior parte della produzione della cinematografia e della fiction italiana e che richiama una grande quantità di produzioni cinematografiche dall’estero. Anche la nuova Fiera di Roma, uno dei più importanti quartieri fieristici italiani per quanto riguarda l’organizzazione di expo internazionali, rappresenta un polo di riferimento per le realizzazioni dell’exhibit design; una cittadella che conta 14 padiglioni attrezzati con le più avanzate tecnologie. È sorprendente scoprire il mondo professionale, artigianale ed imprenditoriale, che ruota intorno all’exhibit design; un bacino di grandi potenzialità, che rappresenta una filiera di eccellenze produttive e di competenze legata all’industria della cultura e dell’arte, destinate ad entrare, con sempre maggiore vigore, nel paniere dei settori del made in italy-made in Lazio da sostenere a livello internazionale. Trade show centres, theatre sets and museum routes are the realm of exhibit design, a production system in which creativity, art and culture come together with the most innovative and imaginative technology to provide extremely expressive ‘containers’. This is a field where once again the world of seeming intangibility is transformed into a design experience and into the creation of forms and solutions in which a core role is played by the capacity to communicate and the art of using design to reconcile various kinds of needs. Exhibit design is growing in Rome and Lazio, an area which boasts more than 400 museums and art galleries and is home to important exhibitions, festivals and internationally renowned theatres. 69% of Italy’s audiovisual film companies are based in the region, 27% of the sector’s employees work in Lazio and there are 15,000 days of filming each year, with 40 sets open. The main Italian television broadcasters can also be found in Lazio. An especially important role is played by Rome’s Cinecittà studios (which are managed by Cinecittà Holding S.p.A.). Most Italian films and television series are produced there and the site also attracts a lot of film productions from abroad. The new Rome Trade Show Centre is one of the top centres of its kind in Italy for the organization of international shows. With its 14 pavilions equipped with cutting edge technology, it too is a beacon for exhibit design projects. Discovering the world of professional skills, craftsmanship and business that has built up around exhibit design is an enlightening experience. There is great potential within this field, which is connected to the culture and art industry. True excellence can be seen in the production and know-how, and it is making an ever stronger case for inclusion in the range of sectors with the ‘Made in Italy-Made in Lazio’ label that are worthy of international support. 11 Designer Ivo Caruso Maurizio di Puolo, Fabio Iaquone e Luca Attilii. Ritratti. | Portraits. 12 Fabio Iaquone e Luca Attilii, Visioni. Ph: Attilii-Iaquone. | Fabio Iaquone and Luca Attilii, Visions. Ph: Attilii-Iaquone. Maurizio di Puolo è stato docente presso diverse università italiane, responsabile del Settore Mostre presso l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Milano, e del Settore Grandi Mostre Arnoldo Mondadori, direttore e fondatore del Museo Nazionale Architettura di Ferrara, membro del comitato di redazione di EXPORRE, socio fondatore di AAA Associazione Archivi Architettura, fondatore della Galleria AAM/Architettura Arte Moderna e curatore delle rubriche di Arte e Cultura per “La Repubblica” e “il Messaggero”. Progettista di allestimenti di mostre e sistemazioni museali, di Puolo si occupa anche di restauro ed Interior Design, campagne fotografiche, reportage e pubblicazioni editoriali. Oggi il curriculum dello Studio Metaimago conta circa 750 lavori firmati. Iaquone Attilii Studio, fondato nel 2004 da Fabio Massimo Iaquone e Luca Attilii, opera principalmente nei settori della video arte, delle installazioni museali e teatrali e della grafica. Film-makers eclettici e sperimentali, instancabili innovatori di linguaggio, vantano un portfolio ricco di realizzazioni di assoluto rilievo e di respiro internazionale. Il carattere e l’inconfondibile stile dello Studio sono la sintesi della trentennale esperienza di Iaquone nel campo dell’Arte e la costante ricerca tecnologica di Attilii, esperto di digital compositing e nuove tecnologie. Maurizio di Puolo, Fabio Iaquone e Luca Attilii ci raccontano il mondo dell’Exhibit Design visto da un’ottica privilegiata: quella di professionisti premiati ed apprezzati in Italia come all’estero. Maurizio di Puolo has taught at a number of Italian universities, as well as working as the Head of Exhibitions in the Culture Department of the Province of Milan, the Head of the Large Exhibitions Section at Arnoldo Mondadori, the director and founder of the National Architecture Museum in Ferrara, a member of the editorial board of EXPORRE, a founding member of AAA Associazione Archivi Architettura (the Architecture Archives Association), a founder of the AAM/Architettura Arte Moderna (Architecture Modern Art) gallery, and on the Art and Culture columns for ‘La Repubblica’ and ‘Il Messaggero’. In addition to his exhibit design contributions to shows and museum displays, di Puolo works in the fields of restoration and interior design, and produces photo campaigns, reportages and editorial publications. Studio Metaimago can currently boast a portfolio of 750 projects. Iaquone Attilii Studio was founded in 2004 by Fabio Massimo Iaquone and Luca Attilii. It mainly works in the fields of video art, museum and theatre installations, and graphic design. Iaquone and Attilii are eclectic, experimental film-makers that tirelessly innovate with language. They have put together a wealth of outstanding productions, films, installations, shows and collaborations of international standing. The character and unmistakeable style of the Studio encapsulate Iaquone’s 30 years of experience on the Art scene and Attilii’s constant technological research, built on his expert knowledge of digital compositing and new technologies. Maurizio di Puolo, Fabio Iaquone and Luca Attilii are award-winning professionals of great renown in Italy and all over the world. As such, they can give us a unique take on the world of Exhibit Design. L’arte di mostrare l’arte The art of showing Art Quali sono le discipline che confluiscono nell’Exhibit Design? M.d.P. Intanto diciamo che il termine Exhibition Design è nato nei primissimi anni novanta da una serie di saggi di Sergio Polano e Mario Mastropietro editore delle prime pubblicazioni sull’analisi dell’argomento Mostre e Musei. Per rispondere alla domanda, in questa benedetta professione (perché ora tale è) concorrono Scenografia, Design, Architettura, Ingegneria, Fotografia, Tecnologia delle comunicazioni, Light Design, Storia dell’Arte, Costume, Grafica e se volete séguito. Insomma c’è necessità di avere un ampio spettro di conoscenze oppure un altrettanto ampio spettro di collaboratori specifici. I.A. Crediamo che non vi siano discipline specifiche ma contrariamente ce ne sono di importanti come l’Architettura, la Tecnologia, la Multimedialità, la Grafica… e si può andare molto oltre. Fondamentalmente sarà il “creativo” che sceglierà le modalità attraverso le quali attingere alle diverse discipline esistenti. Allestimenti teatrali, museali, fieristici; quali sono le differenze di approccio progettuale a tali temi? M.d.P. Sono tre campi assolutamente diversi: è diverso il pubblico, la tempistica, i luoghi, la tecnologia esecutiva. Il teatro ad esempio ha un rapporto particolare: spettatori fermi e scena in movimento, una storia da raccontare e la scenografia (anche se di Appia o Cambellotti) diventa un appoggio, un fondale. Anche gli attori (in qualsiasi forma teatrale) vengono coinvolti in qualcosa di “secondario”. L’apporto dello scenografo o meglio dello stagedesigner, deve essere calibrato in modo da non divenire preponderante… ci vuole una grande inventiva ed una estrema modestia. Ricordo, come vita vissuta, di aver fatto le scene 13 Maurizio di Puolo, mostra “Gli Etruschi nel Lazio”, progetto, realizzazione, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2008. | Maurizio Puolo, “The Etruscans in Lazio” exposition, design and implementation, Palazzo delle Esposizioni, Rome, 2008. 14 dell’ultima serie di rappresentazioni di Eduardo De Filippo (Festival del Teatro/Montalcino 1983). La forza del testo e l’incomparabile bravura di Eduardo mi costrinsero ad una scena di estrema astrazione con elementi “spaesati” non aventi alcun nesso con la realtà e con la trama. L’impianto luci collaborò ulteriormente a sottolineare questa situazione metafisica lasciando all’attore lo spazio e l’importanza dovuta. In un altro caso (Balletto “‘900” di Massimo Bontempelli), considerando la forma espressiva del gruppo di ballo estremamente fisica ed atletica, l’apparato scenico venne ridotto ad una serie di volumi in cartone ondulato e ad un paio di scale a pioli. Il tutto era aiutato da un importante parco luci. Il caso di Exhibition Design per i musei richiederebbe una vastissima e documentata relazione ma strutturalmente la situazione è quasi invertita cioè “pubblico in movimento e soggetto fermo” e quindi l’approccio progettuale va ricalibrato considerando una molteplicità di fattori: tipo di materiali esposti (statue, aerei, farfalle o quant’altro), canoni di protezione (fragilità, sicurezza, deperibilità, luce, temperatura, igrometria), spazi concessi (museo esistente, nuovo edificio, coabitazione, importanza storica). In percentuale capita molto più frequentemente di dover lavorare su di un vecchio museo per ristrutturarlo secondo criteri più aggiornati, piuttosto che progettare un museo nella sua totalità, sia l’edificio che tutto il complesso dell’Exhibit Design. Insomma i fattori e le variabili da considerare sono talmente tanti che è quasi impossibile dare delle regole. L’unico consiglio che mi sentirei di dare è quello della grandissima modestia e del rispetto per le opere e la loro conservazione. Sono le opere (appunto statue, farfalle o altro) che debbono “brillare” ed essere le protagoniste. Ovviamente è essenziale l’intelligente apporto dei curatori scientifici nel comporre una sequenza espositiva logica ed un’adeguata linea didattica. Il discorso è abbastanza differente per quanto riguarda Maurizio di Puolo, Museo Archeologico delle Asturias, Oviedo, Spagna, 2009. | Maurizio di Puolo, Archaeological Museum of Asturias, Oviedo, Spain, 2009. l’approccio al tema delle mostre che, se per alcuni versi è assimilabile alla metodica di progettazione museale, per altri è totalmente differente. La mostra ha dei tempi predeterminati (una settimana, un mese, un anno); per la mostra ci si può permettere di usare materiali meno pregiati e di minore durata sia nel settore costruttivo e strutturale che in quello della illuminotecnica. La mostra può utilizzare un sistema di comunicazione più “spinto” utilizzando i vari media a disposizione (multivisione, frames, touch-screen) allo scopo di una maggiore comprensione del tema specifico. Ovviamente questo è uno schema sommario e generico, ma esatto almeno per grandi linee. Il settore fieristico infine può essere avvicinato – forse più degli altri già citati – alla sperimentazione libera; vale a dire che, fatti salvi tutti i vincoli imposti attualmente per ragioni di sicurezza, permette di creare spazi fruibili ed espositivi che abbiano un grosso appeal sul pubblico (il famoso effetto réclame) in un panorama fortemente variegato e ripetitivo. Quindi un’ottima palestra per nuovi materiali, colori, sistemi modulari, grafica e tecnologie. I.A. Partendo dalla conoscenza dei vari settori è importante concentrarsi sulla velocità dell’interazione. Se possiamo permetterci degli esempi figurativi, guardiamo al teatro come un spazio dove il silenzio, la scena vuota e la caduta di una foglia raccontano con sufficienza un evento, una storia, un’emozione. È il luogo dove la scena guadagna i tempi dell’osservatore e dove una singola azione si dilata nel tempo fino a colmarne le modalità percettive. In un museo basta solo la foglia messa lì, immobile! Sarà il fruitore ad etichettare la sua interpretazione della realtà, in qualche modo. In una fiera, per raccontare con la stessa intensità, ci vorrebbero migliaia di foglie e comunque sembrerebbero deboli vista la ridondanza delle sollecitazioni percettive che disturbano le modalità normali di osservazione e allora torna utile un’amplificazione sensoriale. 15 Questo per dire che non si può prescindere dal rapporto spazio/tempo della narrazione e la quantità iperbolica di informazioni comunicative che si vogliono fornire. Resta chiaro che gli allestimenti devono sempre essere funzionali al contenuto quindi determinati da quello che si deve raccontare e come lo si vuole fare, noi privilegiamo la fantasia e la sperimentazione ma resta chiaro che non si può prescindere dalla forma e dalla precisione. 16 Come rendere i linguaggi artistici fruibili ad un pubblico sempre maggiore? M.d.P. Non so... pensiamo soltanto che nella formazione scolastica manca totalmente una coda su tutti i movimenti del ‘900 dopo il Futurismo… per non parlare dell’Arte Contemporanea. Quindi non è un problema di fruibilità, ma di cultura, cultura di base e programmi culturali intelligenti e non solo quelle retrospettive senza senso che non inquadrano i problemi ma creano solo delle false sequenze con interessi prevalentemente commerciali. I.A. È vero che c’è un’evoluzione continua di mezzi, tempi e media. La nostra mentalità è per così dire “continuamente sollecitata”, ma, a nostro avviso, nella costellazione delle proposte emozionali, è sempre la qualità che deve emergere. Il pubblico è esigente, colto; non bisogna sottovalutarlo. È quindi fondamentale affinare i processi creativi, ricercare, ottimizzare. È indispensabile una messa a fuoco costante. Pessoa dice che “Ogni cosa è l’intersezione di tre linee, e quelle tre linee formano quella cosa: una certa quantità di materia, il modo in cui la interpretiamo e l’ambiente in cui si trova. La tecnologia, come sta cambiando il modo di concepire gli allestimenti museali e teatrali? M.d.P. La grande tecnologia la avverto maggiormente nella fase progettuale grazie alla possibilità di simulazione Fabio Iaquone e Luca Attilii, Candide, Napoli. Ph: Iaquone-Attilii. | Fabio Iaquone and Luca Attilii, Candide, Naples. Ph: Iaquone-Attilii. Fabio Iaquone e Luca Attilii, TNSJ. Ph: Tuna. | Fabio Iaquone and Luca Attilii TNSJ. Ph: Tuna. Fabio Iaquone e Luca Attilii, Sombras. Ph: Iaquone-Attilii. | Fabio Iaquone and Luca Attilii, Sombras. Ph: Iaquone-Attilii. degli spazi e delle luci cioè per “vedere” in anticipo la Mostra o il Museo. Sul campo non mi sembra che ci siano grandi rivoluzioni salvo l’uso dei LED come sorgenti luminose e qualche sistema più rapido ed economico per quanto riguarda la grafica. I.A. L’utilizzo delle tecnologie multimediali negli allestimenti museali e teatrali insegue la riduzione del tempo offrendo una soluzione più veloce, idonea quindi a colpire negli spazi ridotti del tempo compresso con maggiore intensità. Lo spettatore nel teatro ed il visitatore nel museo saranno quindi coinvolti in un meccanismo in grado di inseguire il loro tempo relativamente ridotto con un metodo di compensazione più veloce, in grado di conferire agli spazi ridotti dell’attimo l’impulso dello stupore che apre il percorso alla dimensione della riflessione. La città di Roma può vantare spazi museali e teatrali di assoluta eccellenza a livello mondiale. Tali strutture riescono realmente ad essere scenari di sperimentazione per il progettista degli allestimenti? M.d.P. Certo, potrebbero essere ottimi scenari per la sperimentazione. Il difficile è arrivarci e, una volta arrivati, trovare menti aperte alla ricerca coraggiosa invece che a banali soluzioni da arredatore per parrucchieri. I.A. Roma è grandiosa, è una città che ha tutto, forse una carenza si potrebbe individuare nel nostro atteggiamento di curiosità che potrebbe essere più sviluppato. È come se la ricerca non sia equamente rapportata al “peso” delle abitudini che tendiamo a conservare. E allora vediamo molti bellissimi spazi dove “ciclicamente” le cose si ripetono in una loop infinita e quando qualcosa cambia “intravediamo” l’evento. Ecco, bisognerebbe avere forse più coraggio in termini di proposte artistiche e produttive (maggiori investimenti) per trasformare queste meteore in un bellissimo cielo stellato. 17 Maurizio di Puolo, Mostra “Bulgari”, Palazzo delle Esposizioni, Roma. 2008. | Maurizio di Puolo, “Bulgari” exhibition, Palazzo delle Esposizioni, Rome. 2008. Which disciplines come together in Exhibit Design? M.d.P. Firstly, we should say that the term Exhibition Design first appeared in the early 1990s in a series of essays by Sergio Polano and Mario Mastropietro, who published the first analyses of ‘Exhibitions and Museums’ as a subject. To answer your question, this blessed profession (because it is a profession now) involves Set Design, Industrial Design, Architecture, Engineering, Photography, Communication Technology, Light Design, History of Art, Costume, Graphic Design… I could go on if you like. Basically, you need a broad range of know-how, or an equally broad range of colleagues with specific skills. 18 I.A. We believe that instead of specific disciplines, there are important ones like Architecture, Technology, Multimedia, Graphic Design… and many more besides. Essentially, the ‘creative talents’ are the ones that decide how to draw on the various existing disciplines. How does the design approach change for theatres, museums and fairs? M.d.P. They are three completely different fields: the public, timings, locations and technology are all different. For example, at the theatre there is a singular relationship: the audience is motionless but there is movement on stage; there is a story to tell and the set (even if it is by Appia or Cambellotti) becomes a support, a backdrop. Even the actors (in any theatrical form) are involved in something ‘secondary’. The contribution of the stage designer must be gauged so that it does not become overbearing. You need to be very inventive and extremely modest. I had the experience of making the sets for the last series of performances by Eduardo De Filippo (Theatre Festival/ Montalcino 1983). Due to the powerful scripts and the incomparable brilliance of Eduardo, I had to produce an extremely abstract set with elements that were not connected to reality or the plot. The lighting also helped to underline this metaphysical situation, giving the actor Maurizio di Puolo, Mostra “Storie da un’eruzione. Pompei, Ercolano, Oplontis”. Museo Archeologico Nazionale di Napoli, 2002. | Maurizio di Puolo, Exhibition “Storie da un’eruzione. Pompei, Ercolano, Oplontis”. Museo Archeologico Nazionale of Naples, 2002. the space and importance he deserved. In another case (the ‘900 ballet by Massimo Bontempelli), given the expression by the extremely physical and athletic ballet troupe, the stage set was limited to some corrugated cardboard shapes and a couple of ladders. The extensive lighting set-up also played an important part. A vast, well documented report would be needed to sum up Exhibition Design in museums. Structurally, the situation is almost the complete opposite, with the ‘public moving and the subject still’. The design approach thus needs to be altered, taking into consideration numerous factors: the type of material on display (statues, aeroplanes, butterflies or whatever else it might be), the requirements for protection (fragility, security, perishability, light, temperature, humidity), the space available (an existing museum, a new building, a shared venue, its historical importance). In percentage terms, it is much more common to have to work on an old museum and renovate it in accordance with more modern criteria than to have to design a museum in its entirety: both the building and the whole Exhibit Design system. In short, there are so many variables to consider that it is almost impossible to lay down rules. The only advice that I can give is to be extremely modest and to respect the works and their conservation. The works (whether they are statues, butterflies or anything else) are the things that have to stand out and have the prominent role. Of course, it is also essential to have an intelligent contribution from the scientific curators when putting together a logical exhibition sequence and a suitable didactic approach. Things are rather different when it comes to exhibitions. Although the approach is similar in some ways to the museum design method, in others it is completely different. Exhibitions run for set periods of time (a week, a month, a year). You can settle for materials of a lower standard and with a shorter lifespan in terms of both construction/structure and illuminating engineering. 19 Exhibitions can use a more ‘daring’ communication system that employs the various media available (multivision, frames, touch-screens) to aid comprehension of the subject matter. Obviously this is a sweeping, generalized statement, but on the whole it is true. Finally, the trade show sector – perhaps more than the others mentioned – allows reasonably free experimentation. Although it is necessary to comply with the restrictions currently imposed for safety reasons, user and display areas with great appeal for the public (the famous réclame effect) can be created in a highly varied, repetitive setting. It is thus an excellent testing ground for new materials, colours, modular systems, graphics and technology. 20 I.A. With our knowledge of the various sectors, we can say that it is important to focus on the speed of interaction. To give a figurative example, we look at the theatre as a place where silence, an empty stage and a falling leaf are sufficient to portray an event, a story or an emotion. It is a place where the stage takes over the audience’s time and a single action spreads over time until it fills its perception. In a museum, all you need is to place a leaf there, lying still! The users will give their own interpretation of the situation in some way. In order to tell the story with the same intensity in a trade show, thousands of leaves would be needed, and they would still be weak given the redundancy of the perceptive demands that disturb the normal observation methods. Sensorial amplification is useful in this case. In other words, it is essential to consider the relationship between the space and time of narration and the hyperbolical quantity of communicative information that must be provided. Of course the exhibit design must always accommodate the content, so it is always based around what you have to say and how you want to do it. We aim for inventiveness and experimentation, but obviously form and precision must not be neglected. It is necessary to focus constantly. Pessoa said that ‘Every thing is the intersection of three lines, and those three lines form that thing: a certain amount of material, the way in which we see it and the setting in which it is found.’ Fabio Iaquone e Luca Attilii, TNSJ, Castro. Ph: Tuna. | Fabio Iaquone and Luca Attilii, TNSJ, Castro. Ph: Tuna. How is technology changing the way museum and theatre design is conceived? M.d.P. I mainly feel the impact of sophisticated technology in the design phase, thanks to the possibility of simulating spaces and lights so as to get an advance ‘look’ at the Exhibition or Museum. In the field, I do not believe that there have been huge revolutions, except for the use of LEDs for lighting and a few quicker, cheaper graphics systems. I.A. The use of multimedia technology in museum and theatre design comes with the reduction in the time available. It offers quicker solutions, thus giving a bigger impact in the limited time on offer. Audience members at theatres and visitors to museums will become involved in a mechanism that is able to make up for their relatively restricted time with a faster compensation method, which is able to get across in the brief time at hand the impulse for astonishment that opens the way to the dimension of reflection. How can artistic expression be opened up to an ever wider public? M.d.P. I don’t know. Just think that in the school education system there is absolutely no follow-up on any of the movements in the 20th century after Futurism… and you can forget about Contemporary Art. So it is not a utilization matter but one regarding culture, basic culture, and intelligent cultural schemes rather than retrospectives with no meaning that do not present the issues but simply create false sequences and have mainly commercial interests. I.A. There is no denying that the means, times and media are constantly evolving. ‘Continual demands’ are placed on our minds, but – in our opinion – in the mass of emotional proposals, quality must always stand out. People are exacting and cultured. They should not be underestimated. It is thus essential to refine the creative processes, carry out research and optimize what you do. The city of Rome boasts excellent museums and theatres of international standing. Can these venues really be a place for experimentation by exhibit and set designers? M.d.P. Of course, they could be an excellent place for experimentation. The hard part is getting there and, once you’ve done it, finding people that are open to audacious research rather than banal, hair salon-style solutions. I.A. Rome is magnificent. It is a city that has it all, but one thing that could be improved is our inquisitiveness. Research does not seem to be on an equal footing with the habits that we tend to keep up. As a result, we see lots of beautiful places where things are ‘cyclically’ repeated in an endless loop and when something changes, we ‘catch a glimpse’ of the event. Maybe we need to be braver with our artistic and productive proposals (making bigger investments) in order to turn these meteors into a beautiful, starstudded sky. 21 Luca Bradini Gaetano Castelli, 40 anni di innovazione in scena | Gaetano Castelli, 40 years of innovation on stage Il mondo dell’allestimento televisivo da quaranta anni a questa parte ha un protagonista unico, Gaetano Castelli, scenografo e (pur se è meno noto ai più) artista virtuoso, che ha fatto della continua innovazione della scenografia la cifra più significativa del suo lavoro. La sua carriera nel mondo della televisione inizia nel 1964 come assistente alla scenografia, i suoi studi all’artistico (che hanno fortemente caratterizzato tutta la sua storia professionale) gli hanno permesso di affrontare il ruolo in modo estremamente eclettico, come lui stesso dice: “Lo scenografo deve saper dipingere, scolpire ed architettare”. L’attività in quel tempo era fortemente intrisa di una “esperienza pratica dello spazio scenico” alla quale bisognava dare soluzioni continue di modifica in funzione delle differenti esigenze. Inizia a collaborare per le scenografie dei primi sceneggiati della Rai, ma dopo poco tempo si impone autonomamente iniziando ad occuparsi come scenografo dei programmi culturali e politici, proponendo una svolta nel campo delle scenografie con l’introduzione di tematiche scenografiche in grado di dare risalto ai caratteri specifici dei singoli programmi così da determinare un’autonomia stilistica fino a quel momento sconosciuta per quel tipo di prodotto televisivo. Negli anni ’70, con l’avvento del varietà televisivo, la sua attività si specializza nella scenografia per l’intrattenimento. Castelli attraversa tutti i periodi della storia di questo tipo di prodotto, fino ai nostri giorni, firmando tra i più significativi programmi della storia della televisione Italiana: da Canzonissima a Luna Park, da Fantastico al Festival di Sanremo. 22 Gaetano Castelli, ritratto. | Gaetano Castelli, portrait. Gaetano Castelli, scenografia trasmissione tv Studio80, ‘80. | Gaetano Castelli, set design Studio80 TV broadcast, ‘80. Gaetano Castelli, scenografia Festival di San Remo, 2010. | Gaetano Castelli, set design Festival of San Remo, 2010. Ripercorrendo le innumerevoli e storiche scenografie, supportato dalle descrizioni di Castelli per ognuna di queste, si percepisce la complessità delle problematiche progettuali e costruttive che sottendono il prodotto finale; altresì si possono individuare alcune strategie principali che hanno determinato la spinta innovativa del suo lavoro. L’innovazione sembra per Castelli un tema ossessivo, il tempo che non utilizza per lavorare lo impiega costantemente (lo ha sempre impiegato e lo impiega tutt’ora pur essendo uno degli scenografi televisivi più noti) per visitare il mondo e i differenti spettacoli che si sviluppano in giro nei differenti contesti al fine di costruire continuamente un bagaglio di nuove proposte, rielaborando e mutuando sapientemente le esperienze derivanti da questi viaggi. Le nuove tecnologie ed i nuovi materiali sono analizzati ciascuno a fondo per percepirne le potenzialità del loro impiego in uno studio televisivo, così come l’invenzione di tecnologie esecutive che permettono soluzioni formali autonome (tipica la scenografia in stampi deformati di “diciamo la verità“ del 1968). A questi temi di innovazione più legati alle caratteristiche tecnologiche si aggiunge il tema più “architettonico” dell’innovazione della tipologia spaziale dello spazio scenografico, quale Castelli presta molta attenzione fin dagli esordi. La ricerca per la profondità prospettica della scena, così come le differenti invenzioni per dare altezza allo spazio visivo, pur nei vincoli ferrei degli spazi a disposizione, sono i temi che Castelli descrive con estrema sapienza lasciando affiorare la sua significativa cultura classica per l’arte del ‘400 e del ‘500. A questi, si associa la cifra complessiva che definisce ogni allestimento scenico di Castelli, dato dall’articolazione di elementi organici dettagliati, da linee curve che rappresentano sempre l’elemento caratterizzante la scena come elemento prioritario, ritenendo, come afferma nella sua descrizione, che nella scena vi debba essere un unico elemento chiaro al quale tutte le altre componenti devono gerarchicamente sottostare. A completare la definizione degli elementi che hanno determinato il successo delle scenografie di Gaetano Castelli c’è la ricerca di innovazione nei dinamismi della scena che si evidenzia nelle articolate meccaniche che vengono di volta in volta studiate per rendere mutevoli le diverse scene durante lo svolgimento dello spettacolo. Argani e bracci meccanici comandati da computer sono gli elementi “invisibili” che trasformano ogni progetto in un meccanismo complesso, associabile alla ricerca continua che ogni prestigiatore deve fare per rinnovare i propri numeri e mantenere il livello di pathos. Altro ingrediente fondamentale che completa il complesso sistema è rappresentato dalla luce ed i suoi effetti, quindi dai video (ora principalmente i videowall) che di fatto costituiscono l’ingrediente di amalgama complessivo che permette di determinare le differenti letture della scena stessa. La realtà virtuale e la multimedialità trasferita e trasformata come elemento fisico e scenico rappresentano un corto circuito concettuale, quasi come la ripetizione specchiata all’infinito delle figure riprese e riproiettate nella stessa visione prospettica per dare un effetto di sfondamento della scena, largamente utilizzate nei grandi varietà di fine degli anni ‘60. 23 24 Just one name has reigned supreme in the world of television set design for the last 40 years: Gaetano Castelli. This set designer and (albeit largely unknown) virtuoso artist has built his career on continual innovation of stage sets. He started out in the television industry as a set design assistant in 1964. His artistic studies (which have always played an important part in his professional career) allowed him to take an extremely eclectic approach to the role. As the man himself says: ‘Set designers must know how to paint, sculpt and produce architecture.’ Back then, the job involved large amounts of ‘practical experience of the stage set’, which required continual solutions for changes in keeping with the different needs. He started working on the sets of the first Rai serials, but soon afterwards he established himself independently and began designing the sets of cultural and political programmes. He brought about a change in the field by introducing themed sets that emphasized specific characteristics of individual programmes, thus giving them their own style: something that was previously unheard of for television output of that kind. In the 1970s, with the rise of television variety shows, he began to specialize in sets for entertainment. Throughout the history of this type of product, Castelli has been behind the most significant programmes on Italian television: from Canzonissima to Luna Park, from Fantastico to the Sanremo Music Festival. A look back at the countless, legendary stage sets – with a description by Castelli for each one – reveals the complex design and construction problems that the final product entails. It also demonstrates some of the main strategies that led to the innovative drive of his work. Castelli seems to be obsessed with innovation. When he is not working, he spends all of his time visiting the world and taking in the different shows that can be seen in different environments. This is something that he has always done and he continues to use his time in this way, even though he is one of the most famous television set designers. It allows him to come up with a continual selection of new proposals, as he expertly draws on and reworks his experiences on his travels. He carries out in-depth analyses of new technologies and materials in order to weigh up their potential for utilization in a TV studio. Executive technology is invented to offer autonomous formal solutions (a typical example is the ‘Diciamo la Verità’ set from 1968 with its deformed moulds). Alongside these innovative matters involving technological features is the more ‘architectural’ topic of innovating the type of space on set: something that has always been a key issue for Castelli, right from the start. The search for depth on stage and a range of ploys to add height to the visual space – despite the strict limitations on the room available – are topics that Castelli discusses with expert knowledge, revealing his significant classical culture when it comes to 15th and 16th century art. On top of all this comes the overall message that can be seen in every one of Castelli’s sets. It is conveyed by a range of detailed structural elements and curved lines that Gaetano Castelli, schizzo scenografia Ballarò, 2010-2011. | Gaetano Castelli, sketch of set design for Ballarò, 2010-2011. Gaetano Castelli, scenografia Festival di San Remo, 2005. | Gaetano Castelli, set design Festival of San Remo, 2005. always take a leading role on stage. As Castelli states in his description, he believes that there must be one clear principal element in the set, with all of the other components coming lower down in the hierarchy. Completing the list of features that have contributed to the success of Gaetano Castelli’s work is a quest for innovation in the set dynamics, which can be seen in the mechanical systems that are produced to change the different backdrops as a show unfolds. These computer-operated mechanical arms and hoists are ‘invisible’ devices that turn every project into a complex mechanism. They are comparable to the ongoing experiments that conjurors have to conduct in order to revitalize their acts and keep the pathos levels high. Another essential ingredient that complements the complex system is light and its effects, not to mention video (now mainly in the form of video walls): a binding element that allows different views of the set itself to be given. Virtual reality and multimedia systems which have been transferred and transformed into a physical part of the set embody a conceptual short circuit, not that different from the infinite mirrored repetition of figures that were filmed and screened in the same view to give the appearance of opening up the stage: an effect that was very popular in the great variety shows of the late 1960s. 25 Sara Palumbo Exhibit design: trasversalità e contaminazione Exhibit design: crossovers and mutual influences 26 Con l’espressione “Exhibition Design” si definisce quell’area di ricerca dedicata alla progettazione degli spazi espositivi, quali allestimenti museali, stand fieristici, espositori per eventi e dispositivi informativi: è la disciplina che organizza “l’ambiente” in cui un evento “prende forma”. Esso va oltre quello che è l’aspetto strettamente comunicativo o divulgativo, ma immagina l’evento collocandolo in uno spazio. I progetti di allestimento dovrebbero essere parte integrante del progetto di comunicazione. Infatti lo spazio in cui l’evento si manifesta fisicamente è semplicemente uno degli spazi che concorrono a creare l’ambiente in cui esso si rende pubblico. La sola comunicazione in un certo senso è già evento, essa riassume, sintetizza, traduce ed evoca gli elementi chiave che lo compongono configurandosi non tanto come elemento di supporto esterno, ma come parte stessa dell’avvenimento. Questo unicum fra la comunicazione e lo spazio d’allestimento rappresenta il supporto identificativo dell’evento stesso e rappresenta il compito dell’exhibit designer. Fondamentali in questo settore del design applicato sono tutte le tematiche funzionali, distributive, illuminotecniche e tecnologiche, che contribuiscono alla definizione di spazi dedicati all’esposizione di oggetti o alla fruizione di informazioni. È proprio in vista di una visione tanto ampia dell’argomento che, pur volendo delineare una panoramica esaustiva di questo settore e soprattutto dei suoi “attori”, sarà in ogni caso necessario fare un breve cenno al mondo dell’exhibit e poi focalizzarci su alcuni dei suoi più interessanti protagonisti. Il territorio Laziale, dalla connaturata tradizione nel campo dell’exhibit, risulta ricco di professionisti che operano in questo ambito. Architetti e designer che seguono il progetto dalla fase di ideazione a quella finale di produzione, passando per tutti gli stadi intermedi: progettazione, sviluppo e ingegnerizzazione. Gli addetti ai lavori possiedono, pertanto, conoscenze teoriche e tecniche su comunicazione visiva, multimedialità e interattività: competenze necessarie per progettare le interfacce di prodotti e servizi. Così scenografi di fama internazionale come Gaetano Castelli e Dante Ferretti laziali di nascita, hanno “occupato” – otre che progettato - la scena insieme a chi come Lorenzo Baraldi, parmigiano, deve a Roma molto del suo successo. E ancora tanti scenografi che nel cinema nostrano si sono distinti per gusto e creatività: da Luciano Ricceri e Andrea Crisante e Francesco Frigeri, ai più giovani Tonino Zera, Francesco Riggeri e Paola Comencini. E nella televisione italiana celebri e note a tutte sono le scenografie di Alida Cappellini e Giovanni Licheri, la coppia di scenografi e costumisti che ha firmato molte trasmissioni Rai di successo, tra cui Indietro Tutta, Domenica In e i Cervelloni. Autrice di scenografie dal forte impatto comunicativo come “Le invasioni barbariche” su La7, “Reality Circus” su Mediaset, “Invisibili” e “Lo spaccanoci” su Italia1 è invece la romana Francesca Montinaro, docente di scenografia. Ma l’exhibition design rappresenta anche uno dei settori fondamentali di gestione del sistema delle comunicazioni proprio delle aziende. Il suo scopo è quello di tradurre il brand identity di una marca o un articolo in un’esperienza tridimensionale, in un evento espositivo progettato in funzione del messaggio da comunicare. Lo stand e il punto vendita rappresentano quindi un progetto di comunicazione coordinata: sono una “macchina comunicante” la cui funzione non è solo quella di contenere ma, principalmente, quella di comunicare. Di questo scenario, l’allestimento non rappresenta lo scopo bensì lo strumento per la realizzazione di spazi e architetture volte a comunicare, mostrare e far vedere cosa un’azienda rappresenta e cosa essa produce. Pertanto non può limitarsi a soddisfare una pura valenza estetica ma deve avere come obiettivo quello di trasformare il brand dell’azienda in una rappresentazione tridimensionale, in un evento che diventi per il visitatore/consumatore occasione di un’esperienza significativa. L’obiettivo è quindi “coinvolgere” e affinché l’allestimento risulti un fertile terreno di scambio ogni soluzione per essere ottimale deve saper attrarre l’attenzione, far percepire delle emozioni, predisporre un percorso che porti il pubblico dentro l’evento, vale a dire, deve creare un’esperienza che il visitatore percepisca come avvolgente. Si tratta di un ambito progettuale caratterizzato da forte innovazione e sperimentazione che richiede specifiche competenze per quel che riguarda impostazioni concettuali, metodologie di lavoro, sistemi di comunicazione, materiali e componentistica. Master in Exhibit & Public Design , “Sapienza” Università di Roma, Facoltà di Architettura, dip. DATA. Direttore: Cecilia Cecchini. Progetti degli studenti: Claudia Famiglietti, Maud Muratore e Michela Mascolo, Fabrizia Mascolo, Valentina Marvulli, Leonardo Porciani, Alice Marchetti. Diventa scenografia, quindi, anche tutto il mondo del public design: stand ed espositori per eventi come grandi mostre pubbliche, conferenze, fiere ed eventi temporanei, allestimenti di musei, biblioteche e gallerie. Roma e il Lazio vantano numerosissimi studi di Archittettura e Design che spiccano per la progettazione di Stand fieristici, allestimenti ed ideazione di eventi. Tra questi ricordiamo il pluripremiato studio di Roma Giammetta&Giammetta, Integrastudio di Valerio Gini e Daniele Chiocchio, StudioExhibite di Daniela Sorgi. E ancora 21 Lab, laboratorio creativo multidisciplinare, Federico Lardera, membro dell’Associazione italiana Exhibition Designers, ideatore dell’allestimento della mostra di Gino De Dominicis all’interno del Maxxi lo scorso novembre. Altra pietra miliare del nostro territorio è la forte tradizione formativa nell’ambito dell’exhibit. La forte richiesta da parte di giovani creativi di una formazione nell’ambito specifico dell’exhibit e del public design, ha portato, negli ultimi anni, ad un’ampia offerta di corsi di alta formazione e specializzazione in questo settore. Tra questi: il Master in Exhibit & Public Design, istituito nell’a.a. 2007/08 presso “Sapienza” Facoltà di Architettura dipartimento DATA. Cecilia Cecchini, direttore di questa iniziativa, ha posto come obiettivo del master, quello di sviluppare nei partecipanti, attraverso un percorso formativo finalizzato, sensibilità culturale e consapevolezza tecnica nel campo della progettazione e dell’allestimento degli spazi pubblici, temporanei e permanenti, indoor e outdoor. Il Master opera in quel territorio di confine che va dall’urban landscape all’installazione pensata per il singolo evento, dal retail design alla progettazione di piccole strutture temporanee. Si tratta di un ambito progettuale nevralgico per la qualità della vita contemporanea, al centro del dibattito sulle aree urbane, caratterizzato da forte innovazione e sperimentazione, privo di un suo specifico disciplinare, ma a cavallo tra architettura, design, arte, comunicazione grafica e multimediale. Per questo la didattica del Master è caratterizzata da trasversalità e contaminazione tra saperi diversi, così come è fondamentale in questo settore, e si avvale sia di docenti interni alla Facoltà di Architettura della “Sapienza” che di docenti di altri Atenei e di professionisti esterni. 27 28 The term ‘Exhibition Design’ is used to describe the field behind the creation of exhibition set-ups in places such as museums, stands at trade shows, showcases for events and information displays. It is the discipline that organizes the ‘environment’ in which an event ‘takes shape’. It goes beyond the purely communication and informative aspects and conceives settings for events. Exhibition design should be considered an integral part of communication projects. The place where events physically take place is just one of the spheres that come together to form the environment in which it is presented to the public. In a way, communication by itself is already an event. It recapitulates, summarizes, translates and conveys its key constituent elements, taking on a character not so much as an external support element as part of the happening itself. This joint bond between the communication and the setting that establishes the identity of the event itself is the preserve of the exhibit designer. Fundamental roles in this applied design field are played by functional, distribution, lighting and technological matters, which help to create locations for displaying objects or information. Indeed, this is an extremely broad topic to examine. In order to give a comprehensive outline of the sector and its ‘players’, in each case it will be necessary to give a short account of the area and then focus on some of its most interesting figures. The Lazio region has a deeply rooted tradition in the exhibit field, with a large number of professionals. These architects and designers work on projects from their conception to their production, and on all of the stages in between: the design, development and engineering. The people in the trade thus have theoretical and technical know-how of visual communication, multimedia communication and interaction: these are the skills needed in order to design the interfaces of products and services. Internationally renowned set designers such as Lazio’s very own Gaetano Castelli and Dante Ferretti have not only been in centre stage but also designed it, along with people who owe a lot to Rome for their success, such as Lorenzo Baraldi from Parma. There are also lots of set designers from the Italian film scene who stand out due to their taste and creativity: from Luciano Ricceri, Andrea Crisante and Francesco Frigeri, to the more youthful Tonino Zera, Francesco Riggeri and Paola Comencini. Everyone is familiar with the work for Italian television by Alida Cappellini and Giovanni Licheri, the set and costume designers behind numerous successful Rai shows, including Indietro Tutta, Domenica In and I Cervelloni. Francesca Montinaro from Rome lectures on set design and has created a number of sets with great communicative impact, such as ‘Le Invasioni Barbariche’ on LA7, ‘Reality Circus’ on Mediaset, and ‘Invisibili’ and ‘Lo Spaccanoci’ on Italia 1. Exhibition design is also one of the key sectors for the management of communication by companies. Its goal is to make a brand identity into a three-dimensional experience, in events that are designed in accordance with the message to be conveyed. Stands and stores are part of co-ordinated communication projects: they are forms of ‘machinery’ that serve not only to contain but also – and above all – to communicate. In this scenario, exhibition design is not the objective but the means of creating architecture and locations that express and show what a company represents and what it produces. It must therefore go beyond purely aesthetical values and strive to transform the company brand into something three-dimensional; an event that becomes a significant experience for the visitors/ consumers. The aim is to ‘involve’ people. In order to make the place a productive venue for interaction, any solution adopted must attract attention, have an emotional effect and lead the public along a path into the heart of the event. In other words, the visitors must feel absorbed by the experience. There is a large amount of innovation and experimentation in this field. It requires specific know-how of conceptual structures, working methods, communication systems, materials and components. Public design of all kinds also falls into the field of exhibition design: stands and displays for events such as large public shows, conferences, fairs and temporary Master in Exhibit & Public Design , “Sapienza” Università di Roma, Facoltà di Architettura, dip. DATA. Director: Cecilia Cecchini. Projects of the students: Claudia Famiglietti, Maud Muratore and Michela Mascolo, Fabrizia Mascolo, Valentina Marvulli, Leonardo Porciani, Alice Marchetti. events, decoration for museums, libraries and galleries. In Rome and Lazio there are countless Architecture and Design firms that are known for their outstanding trade fair stands, event design and decoration. They include multiple award winner Giammetta & Giammetta in Rome, Valerio Gini and Daniele Chiocchio’s Integrastudio, and Daniela Sorgi’s StudioExhibite, not to mention the multidisciplinary creative workshop 21 Lab and Federico Lardera, a member of the Italian Exhibition Designers Association, who was behind the design of the Gino De Dominicis exhibition in the MAXXI museum last November. Another outstanding feature of our local area is the great educational tradition in the field of exhibit design. Huge demand from young creative talents for training in the specific area of exhibit and public design has led to the creation of a vast range of higher education and specialization courses in recent years. They include the Master’s course in Exhibit & Public Design, which started in the 2007/08 academic year in the DATA (Design, Architectural Technology, Area and Environment) department of the Architecture faculty at ‘Sapienza’ University. Cecilia Cecchini is the director of the initiative. The goal that she has set for the course is for the participants to develop cultural sensitivity and technical awareness in the field of design and decoration of temporary and permanent, indoor and outdoor public spaces. The course covers an area that spans everything from urban landscapes to installations for individual events, from retail design to the creation of small temporary structures. This design sphere is of crucial importance for the quality of contemporary life and it is at the heart of the debate on urban areas. It involves large amounts of innovation and experimentation. It cannot be classified as one specific discipline because it encompasses architecture, design, art, and graphic and multimedia communication. Consequently, the teaching on the master’s programme involves crossovers and mutual influences between different fields of knowledge, as is essential in this sector. It features contributions from lecturers from the Architecture Faculty at ‘Sapienza’ University, teaching staff from other institutions and people from the professional world. 29 designer_index Iaquoneattilii Studio Orazio Carpenzano Maurizio di Puolo I diversi ambiti in cui Orazio Carpenzano opera, ne fanno un architetto vero interprete della contemporaneità, sia quando si tratta di progettare l’interporto romano di Fiumicino, così come quando si confronta con la progettazione di architetture per performance teatrali. Il suo lavoro è stato esposto alla Biennale di Venezia e in alcune mostre collettive a Roma, Barcellona e Delft e, con Altroequipe, ha partecipato a diverse edizioni del Monaco Dance Forum. (F.P.) Nasce ad Addis Abeba nel’41; fonda nel’65 lo Studio Metaimago a Roma. Specializzato in museografia ed exhibit design e docente presso varie facoltà di Architettura e Design (Roma, Ferrara, Napoli), si occupa di interior design, restauro, fotografia, pubblicazioni editoriali. Fondatore del Museo Nazionale Architettura (Ferrara), dell’Ass. Archivi Architettura, della Galleria AAMArchitettura, dell’Ass.Italiana Exhibition Designers; socio ADI. (L.T.) www.iaquoneattilii.com Iaquoneattilii Studio sviluppa installazioni foto-video, spettacoli teatrali, films, grafica, usando media digitali, suono e animazione per la creazione delle sue opere e sperimenta linguaggi e tecniche innovative associate all’immagine elettronica. Fabio Massimo Iaquone e Luca Attilii sono video artisti e video/ film maker che considerano la tecnologia lo strumento che permette loro di visualizzare le proprie sensazioni di vita quotidiana. (L.T.) Iaquoneattilii Studio produces photo-video installations, theatrical shows, films and graphics. It uses digital media, sound and animation to create its works and experiments with languages and innovative techniques associated with electronic images. Fabio Massimo Iaquone and Luca Attilii are video artists and video/film-makers who see technology as a tool that allows them to screen their feelings about daily life. ( L.T.) 30 The architect Orazio Carpenzano works in a broad variety of fields, making him a real exponent of contemporaneity. This is true of both his scheme for the Fiumicino hub in Rome and his architectural designs for theatrical performances. His work has been displayed at the Biennale in Venice and in group exhibitions in Rome, Barcelona and Delft. He has also taken part in the Monaco Dance Forum a number of times with Altroequipe. (F.P.) Maurizio Di Puolo was born in Addis Abeba in 1941; in 1965 he created the Studio Metaimago, Rome. Specialised in museography and exhibit design, he is also a lecturer at several faculties of Architecture and Design (Rome, Ferrara, Naples). He works in the fields of interior design, restoration, photography, editorial publications. He is the founder of the National Museum of Architecture (Ferrara), of the Archivi Architettura Association, of the AAMArchitettura Gallery, of the Italian Association of Exhibit Designers. He is an ADI (Associazione per il Disegno Industriale) member. (L.T.) Giammetta&Giammetta Integrastudio Federico Lardera Marco Dentici www.giammetta.it www.integrastudio.it www.larderarch.net www.marcodentici.it Marco e Gianluigi Giammetta nascono a Roma nel 1965 e fondano nel 1992 lo studio di architettura Giammetta&Giammetta, nel 2001 la Società Giammetta&Giammetta s.r.l. e nel 2002 la Società g&g engineering s.p.a. Nel 2003 sono docenti di allestimento al Corso di Laurea in Disegno Industriale alla Sapienza di Roma. Si occupano di architettura, exhibit, interior e graphic design. Hanno partecipato a numerosi concorsi internazionali di architettura. (L.T.) Valerio Gini e Daniele Chiocchio, architetti in Roma, fondano Integrastudio nel 2000. Lo studio si occupa a livello nazionale ed internazionale della progettazione e del coordinamento di grandi eventi legati all’arte, allo sport e alla comunicazione nel campo dell’exhibit design, dell’interior design e dell’architettura su diverse scale di intervento. (L.T.) Federico Lardera iscritto all’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Milano. Dal 2010 è membro dell’Associazione Italiana Exhibition Designers. Nel novembre 2010 allestisce la mostra di Gino De Dominicis all’interno del MAXXI curata da Achille Bonito Oliva progettando l’allestimento, il lighting design e la grafica. Ha lavorato per Mondadori Electa s.p.a., Ministero per i Beni e le attività culturali, Sammlung VERBUND, Esso Mediterranea s.r.l., De Luca Editori d’Arte. (L.T.) Dopo la formazione all’Accademia di Belle Arti di Brera si stabilisce a Roma, dove intraprende l’attività cinematografica. Dal 2004 è docente di Scenografia Cinematografica presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. É stato eletto nel 2005 presidente dell’Associazione Scenografi Costumisti. Dal 2006 è docente del master Progettazione scenografica per il cinema all’Istituto Europeo di Design di Roma. Il suo nome è incluso nell’European Biographical Directory. (L.T.) Marco and Gianluigi Giammetta were born in Rome in 1965. In 1992 they founded the architectural firm Giammetta&Giammetta, in 2001 the company Giammetta&Giammetta s.r.l. and in 2002 the company g&g engineering s.p.a. In 2003 they taught exhibit design as part of the Industrial Design degree at Rome’s La Sapienza University. They work in the fields of architecture, exhibit, interior and graphic design. They have taken part in numerous international competitions of architecture. (L.T.) Valerio Gini and Daniele Chiocchio are Rome-based architects who founded Integrastudio in 2000. The company plans and manages large national and international events involving art, sport and communication in the fields of exhibit design, interior design and architecture, with varying levels of input. (L.T.) Federico Lardera is a member of the Association of Architects, Planners, Landscapers and Architectural and Environmental Curators in the Province of Milan. He has been a member of the Italian Exhibition Designers Association since 2010. In November 2010 he designed the decoration, lighting and graphics for the Gino De Dominicis exhibition in the MAXXI museum, which was curated by Achille Bonito Oliva. He has worked for Mondadori Electa S.p.A., the Italian Ministry of Cultural Heritage and Activities, Sammlung VERBUND, Esso Mediterranea s.r.l. and De Luca Editori d’Arte. (L.T.) After training at the Accademia di Belle Arti di Brera, Marco Dentici settled in Rome, where he began working in film. Since 2004, he has been teaching Film Set Design at Accademia di Belle Arti di Brera in Milan. In 2005, he was elected president of Associazione Scenografi Costumisti (Association of Set and Costume Designers). Since 2006, he has been teaching a master course in Film Set Design at Istituto Europeo di Design in Rome. His name is included in the European Biographical Directory. (L.T.) 31 designer_index Gaetano Castelli Dante Ferretti www.lorenzobaraldi.it www.gaetanocastelli.com Scenografo, Roma 1938. Artista di fama europea, lavora alla Rai dalla fine degli anni Sessanta. Ha collaborato a lungo con Antonello Falqui, il padre della rivista televisiva italiana, ed ha realizzato le scenografie di molti Festival di Sanremo. Particolarmente attento alla sintesi tra colori e grafica, ha spesso adottato soluzioni e materiali all’avanguardia per la realizzazione dei suoi lavori. Docente di scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove si era diplomato, è oggi Presidente della stessa. Born in Rome, he is a set designer. Artist of European renown, he has been working in Rai since the end of the Sixties. He worked for a long time with Antonello Falqui, the father of the Italian television revue, and has prepared the stage designs for many Sanremo Festivals. Particularly careful about the synthesis between colours and graphics, he has often adopted state-ofthe-art solutions and materials for the carrying out of his works. He obtained his degree from the Academy of Fine Arts in Rome and today he both chairs it and teaches in it. 32 Lorenzo Baraldi Classe ‘43, Ferretti si impone fin dal suo esordio come autentico genio della scenografia. Trasferitosi a Roma lavora come assistente scenografo finchè, nel ‘69, firma “Medea”. In seguito lavora con importanti registi italiani come Comencini, Scola e Zeffirelli. Particolarmente fortunato il sodalizio con Fellini durato 5 film, da “Prova d’orchestra” a “La voce della luna”. Verso la metà degli anni ‘80, Ferretti approda ad Hollywood, periodo in cui ottiene diverse nomination all’Oscar e ben due vittore: prima con “The Aviator”, poi con “Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street”. (S.P.) Born in 1943, Dante Ferretti imposed himself as a true genius of art direction right from day one. After moving to Rome, he worked as an assistant art director until Medea in 1969. Subsequently, he worked with major Italian directors like Comencini, Scola and Zeffirelli. His association with Fellini lasted five films, from Orchestra Rehearsal to The Voice of the Moon. In the mid-Eighties, Ferretti headed to Hollywood, where he was nominated for several Oscars, winning two: first with The Aviator, then with Sweeney Todd: The Demon Barber of Fleet Street. (S.P.) Lorenzo Baraldi nasce a Parma il 30 ottobre 1940. Studia nella sezione di Scenografia all’Istituto d’Arte Paolo Toschi di Parma e prosegue i suoi studi ai corsi di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Nel 1972 firma il suo primo film in qualità di scenografo e art director. Tra le scenografie più famose “Il Marchese del Grillo”, “Il Postino”, “Profumo di donna”. (L.T.) Lorenzo Baraldi was born in Parma on 30 October 1940. He studied Set Design at the Paolo Toschi Art School in Parma and went on to follow Set Design courses at the Brera Academy of Fine Art in Milan. In 1972 he worked on his first film as a set designer and art director. Some of the most famous sets on which he has worked include ‘Il Marchese del Grillo’ (The Marquis of Grillo), ‘Il Postino’ (The Postman) and ‘Profumo di donna’ (Scent of a Woman). (L.T.) Luciano Ricceri Tonino Zera Francesco Frigeri Paola Comencini Scenografo italiano. Si fa le ossa come aiuto dello scenografo P. Gherardi in film come La dolce vita e Otto e mezzo di F. Fellini e L’armata Brancaleone di M. Monicelli. Firma la sua prima scenografia per L’arcidiavolo di E. Scola, regista con cui collaborerà anche in film successivi. Lavora anche con D. Risi in Vedo nudo, L. Cavani in Interno berlinese e G. Montaldo in Gli occhiali d’oro. Molto attivo anche in televisione, il più famoso esempio sono le sontuose scenografie per il Marco Polo di G. Montaldo. (L.T.) Tonino Zera, classe’ 57. A Roma nel 1978, durante gli studi in Architettura, comincia a conoscere il “mondo cinematografico” e a lavorarci saltuariamente. Nel 1979 diventa assistente scenografo del grande Elio Balletti. Lavora per “La Piovra” ma è nel 1991 con il film “Condominio” scritto da Felice Farina e Paolo Virzì che inizia la splendida carriera di scenografo cinematografico. Al suo attivo numerosissime realizzazioni. (L.T.) Di forte inclinazione artistica, frequenta il corso di Cinema e Spettacolo al D.A.M.S. di Bologna. Predilige inizialmente quelli di scenografia teatrale. Solo in un secondo momento capisce che la sua strada è la scenografia cinematografica. Il passaggio alla maturità professionale l’ha ottenuto presso Massimo Troisi e Roberto Benigni per il film Non ci resta che piangere. Vanta moltissime altre collaborazioni con grandi scenografi e la sua carriera è stata costellata di svariati premi e nomination. (L.T.) Nata a Roma nel 1951, diplomata con il baccalauréat nel 1968, si è poi iscritta alla facoltà di Architettura. Dal 1972 ha iniziato a lavorare nel cinema come assistente scenografa e costumista: Scarfiotti, Ricceri, Ferretti. Ha collaborato per molti anni con il padre Luigi Comencini. La sua filmografia più recente comprende film come “Benvenuti al sud” di Luca Miniero 2010, “Due partite”di Enzo Monteleone e “Lo Spazio bianco” di Francesca Comencini 2009, “Bianco e nero” di Cristina Comencini 2008. (L.T.) With a strong artistic bent, Francesco Frigeri attended the Cinema and Performance course at D.A.M.S. in Bologna. His first love was theatrical staging, but he later discovered that his true destiny lie in film set design. He reached professional maturity with Massimo Troisi and Roberto Benigni in the film ‘Non ci resta che piangere’ (Nothing Left to Do but Cry). He has also worked with major set designers and his career is studded with awards and nominations. (L.T.) Born in Rome in 1951, Paola Comencini graduated from secondary school in 1968, then began her studies in architecture. In 1972, she began working in cinema as a set and costume design assistant with Scarfiotti, Ricceri, Ferretti. She worked for many years with her father, Luigi Comencini. Most recently, she has worked on films like Luca Miniero’s ‘Benvenuti al sud’ (Welcome to the South) in 2010, ‘Due partite’ (The Ladies Get Their Say) by Enzo Monteleone, ‘Lo Spazio bianco’ (The White Space) by Francesca Comencini in 2009, and ‘Bianco e nero’ (Black and White) by Cristina Comencini in 2008. (L.T.) Italian set designer. He began as assistant to the set designer P. Gherardi on films like ‘La dolce vita’ and ‘8 ½’ by Federico Fellini and ‘L’armata Brancaleone’ (For Love and Gold) by Mario Monicelli. He signed his first set for ‘L’arcidiavolo’ (The Devil in Love) by director Ettore Scola, with whom he also worked in other films. He also worked with Dino Risi in ‘Vedo nudo’ (I See Naked) , Liliana Cavani in ‘Interno berlinese’ (The Berlin Affair) and Giuliano Montaldo in ‘Gli occhiali d’oro’ (The GoldRimmed Glasses). He also worked frequently in television, with his most famous example being the sumptuous set for Giuliano Montaldo’s ‘Marco Polo’. (L.T.) Tonino Zera was born in 1957. During his Architecture studies in Rome in 1978, he discovered the ‘world of film’ and worked in it to great profit. In 1979, he became a stage assistant to the great Elio Balletti. He worked on ‘La Piovra’ (The Octopus), but began his splendid film staging career in 1991 with the film ‘Condominio’ (Condominium) written by Felice Farina and Paolo Virzì. He has many films to his credit. (L.T.) 33 designer_index 34 Andrea Crisanti Cappellini e Licheri Francesca Montinaro www.andreacrisanti.it www.cappellinilicheri.com www.lamonty.it Figlio d’arte, si specializza in scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Ha realizzato come scenografo e a volte come costumista importanti spot pubblicitari per ditte e registi italiani e stranieri. Ha insegnato presso lo IED di Roma e l’Istituto Cinematografico dell’Aquila “La Lanterna magica”. Socio fondatore dell’Associazione Italiana Scenografi Costumisti Arredatori, di cui Presidente per diversi anni. Interessante anche la sua attività di designer per il marchio Ronson. (L.T.) Alida Cappellini, Roma 1943, scenografa e Giovanni Licheni, Roma 1950, architetto, formano la coppia di scenografi e costumisti che ha firmato molte trasmissioni Rai di successo tra le quali Indietro Tutta, Domenica In e i Cervelloni. Dopo una carriera condotta in altri settori dello Spettacolo, hanno incontrato Renzo Arbore, che ha contribuito al loro successo di scenografi televisivi. Con lo showman pugliese, hanno fondato un’azienda di arredamento la Miami Swing. Andrea Crisanti, for whom design runs in the family, specialised in set design at the Accademia di Belle Arti in Rome. As a set designer and sometimes as a costume designer, he has worked on major advertising campaigns for Italian and foreign firms and directors. He has taught at IED in Rome and at Istituto Cinematografico dell’Aquila ‘La Lanterna magica’. He is a founding member of the Associazione Italiana Scenografi Costumisti Arredatori (Italian Association Set Designers, Costume Designers and Decorators), and was its President for several years. His activity as designer for the Ronson brand is also of interest. (L.T.) Alida Cappellini - a set designer, born in Rome in 1943 - together with Giovanni Licheri - architect, born in Rome in 1950 - form the couple of set and costume designers who have signed many successful Rai broadcasts, among which Indietro Tutta, Domenica In and I Cervelloni. After developing their career in other show business fields, they met Enzo Arbore, who has contributed to their success as television set designers. With the showman from Apulia, they have created a furniture company called Miami Swing. Romana, docente di scenografia all’accademia di belle arti di Carrara e allo Ied di Roma, si occupa di Media radiotelevisivi. Iscritta all’ A.S.C. Associazione Italiana Scenografi, Francesca Montinaro ha collaborato a trasmissioni di ogni genere, scegliendo di esprimersi attraverso un mezzo di comunicazione visivo caratterizzato dall’immediatezza e dal carattere democratico. Ha curato le scenografie delle trasmissioni “Le invasioni barbariche” su La7, “Reality Circus” su Mediaset, “Invisibili” e “Lo spaccanoci” su Italia1, “Tornasole” su Rai2 e tante altre. (L.T.) Born in Rome, a set design teacher at the Accademia di Belle Arti in Carrara and at the IED in Rome, Francesca Montinaro works in radio and television media. Registered with the A.S.C. Associazione Italiana Scenografi (Italian Set Designers’ Association), she has worked on programmes of all kinds, choosing to express herself through visual means that are both immediate and democratic. She has designed the sets for the television programmes ‘Le invasioni barbariche’ on La7, ‘Reality Circus’ for Mediaset, ‘Invisibili’ and ‘Lo spaccanoci’ on Italia1, ‘Tornasole’ on RAI 2 and many others. (L.T.) Daniela Sorgi CarusoD’AngeliStudio darò&darò 21Lab www.studioexhibite.it www.carusodangelistudio.it www.daro-daro.com www.21lab.eu Daniela Sorgi è un architetto specializzato in allestimento e ideazione di eventi. Crede nelle potenzialità fortemente comunicative dell’architettura contemporanea ma è convinta che il limite tra exhibit ed interior design sia molto sottile e le compenetrazioni tra i due settori molteplici, soprattutto in un epoca che ha nella comunicazione il suo punto di forza. Nel 2009 nasce lo Studio Exhibite, che diventa uno spazio per esprimere e comunicare la propria creatività nel campo dell’Interior design e dell’Exhibit. (L.T.) CarusoD’AngeliStudio si occupa di grafica, direzione creativa, ideazione e coordinamento di concorsi, esposizioni ed eventi inerenti i campi del product & furniture design. I fondatori, Ivo Caruso ed Alessandro D’Angeli, sono creatori e coordinatori generali del concorso SUNLAB: FOR A CREATIVE OUTDOOR, dedicato ai temi dell’outdoor design ed organizzato in collaborazione con il SUN di Rimini. Un libero spazio di ricerca che si è distinto, a partire dal 2008, per la freschezza delle proposte e delle comunicazioni e per la semplicità degli allestimenti. (I.C.) La struttura di progettazione darò&darò A.C.A. nasce a Roma nel 1998 per iniziativa di Bruno e Mattia Darò. L’orientamento creativo é contaminato dal rapporto professionale con l’azienda Alenia Spazio. L’universo spaziale con nuove ricerche in arte e architettura esplorano immaginari lontani e fantascientifici. Collabora con diverse società o amministrazioni statali, allestendo installazioni di comunicazione. (L.T.) 21 Lab è un laboratorio creativo multidisciplinare, composto da Cristina Croce, Tommaso Ragnisco, Alessandro Spalletta, Maurizio De Vincentiis, Marco Flore. Il laboratorio si occupa di Arte, Grafica, Industrial, Product, Exhibit e Film Design con macchine didattiche interattive per la divulgazione scientifica, per musei e spazi pubblici, e con cortometraggi autoprodotti, serie per la tv e scenografie. (L.T.) Daniela Sorgi is an architect who specializes in event design and conception. She believes in the great communication potential of contemporary architecture but she feels that there is a very thin boundary between exhibit and interior design and that there are numerous crossovers between the two sectors, especially in an era which is built on communication. In 2009 she founded Studio Exhibite, which allows her to express and convey her creativity in the fields of Interior and Exhibit design. (L.T.) CarusoD’AngeliStudio is a firm that works on graphic design, creative direction, competition conception and co-ordination, exhibitions and events in the fields of product & furniture design. The founders, Ivo Caruso and Alessandro D’Angeli, are the creators and general managers of the SUNLAB: FOR A CREATIVE OUTDOOR competition for outdoor design, which is organized in collaboration with SUN in Rimini. Since 2008, this free research scheme has stood out due to the freshness of its proposals and communication, and the simplicity of the design offerings. (I.C.) The design structure darò&darò A.C.A. was founded in Rome in 1998 by Bruno and Mattia Darò. The creative direction was contaminated by its professional relationship with the Alenia Spazio company. The spatial universe with new research in art and architecture explore far-off and science fiction-like imaginary worlds. They work with a variety of companies and state administrations, setting up communication installations. (L.T.) 21 Lab is the multidisciplinary creative workshop of Cristina Croce, Tommaso Ragnisco, Alessandro Spalletta, Maurizio De Vincentiis and Marco Flore. It deals with Art and Graphic, Industrial, Product, Exhibit and Film Design. It produces interactive teaching machines for scientific awareness in museums and public spaces, as well as shorts, TV series and sets. (L.T.) 35 International Focus Biennale Saint Étienne La complessità trasversale del design | The transversal complexity of design Federica Dal Falco 36 La Biennale di St. Étienne non è una fiera né un’esposizione museale. È un grande evento aperto mirato a comunicare ad un vasto pubblico nuove ricerche e prassi rappresentative delle declinazioni del design, con attenzione alla formazione e allo sviluppo economico per l’innovazione. La Biennale del 2010, concepita sotto il segno della trasversalità, propone un ricco palinsesto di iniziative con molteplici sconfinamenti disciplinari. L’evento è stato realizzato nei nuovi spazi della Cité International du Design inaugurati nel 2009. Gli interventi edilizi, che si inseriscono in un’area industriale dismessa, hanno riguardato la ristrutturazione degli esterni, di edifici preesistenti e la costruzione del Platine, un’architettura votata all’ambiente progettata da Finn Geipel e Giulia Andi. Il Platine è un organismo che interagisce con l’esterno tramite ogni suo elemento costruttivo: cattura la luce, la gradua e respira attraverso un complesso sistema integrale di regolazione climatica. La reattività dell’involucro è consentita da 14.000 triangoli equilateri che rivestono la struttura reticolare continua consentendo la produzione di energia tramite pannelli fotovoltaici e pannelli sperimentali ispirati al processo di fotosintesi. L’idea di permeabilità e fluidità è sperimentata anche nel vasto spazio libero interno dove filtri leggeri separano e distribuiscono le diverse funzioni e attività. Platine, the Cité du design, LIN Finn Geipel e Giulia Andi, Saint Étienne, Francia, 2009. | Platine, the Cité du design, LIN Finn Geipel and Giulia Andi, Saint Étienne, France, 2009. Ph: Jan-Oliver Kunze Ph: Jan-Oliver Kunze Ph: Francois Maisonnasse Ph: Jan-Oliver Kunze, LIN Porte-bébé Active, Kangourou BabyBjörn ®, Mostra | exhibition Comfort. Kindle with Hand, head on graphite, Kindle eReader ® Amazon, Mostra | exhibition Comfort. The Saint-Étienne International Design Biennial is neither a fair nor a museum exhibition. It is a major open event that shares with a broad public new research and procedures representative of the applications of design, with attention to training and economic development for innovation. The 2010 Biennial is organised under the topic of transversality, offering a rich programme of initiatives overlapping many disciplines. The event was held in the Cité Internationale du Design, which was opened in 2009. Part of an abandoned industrial quarter, the pre-existing buildings’ exteriors were renovated, and the Platine constructed, with an architecture dedicated to the environment, designed by Finn Geipel and Giulia Andi. The Platine is a body that interacts with the exterior through every single building element: it captures the light, graduates it and breathes through a complex builtin climate control system. The ‘reactive’ external surface is composed of 14,000 equilateral triangles that cover the latticed structure and produce electricity through photovoltaic panels and experimental panels inspired by photosynthesis. The idea of permeability and fluidity is also expressed in the vast interior open space where light filters separate and distribute the various functions and activities. 37 Lucy Orta, Refuge Wear - Mobile Cocoon With Detachable Baby Carrier, 1994. © Lucy+Jorge Orta, 2010. Mostra | exhibition Ville mobile. Strida, vélo pliant © Strida. Mostra | exhibition Ville mobile. 38 Jacques Rival & Arnaud Measson, Tabouret lick assise, Archizip. Il focus della Biennale 2010 è costruito intorno al tema della teleportation. Il termine non è ovviamente inteso in senso stretto - l’ipotetico processo di trasporto istantaneo di un oggetto da un luogo ad un altro, senza l’uso di mezzi convenzionali - ma assunto come concetto ideale che consentirebbe di deconcentrare le attività, le informazioni, le decisioni, rendendo fluidi gli spostamenti. La scelta del tema riconduce alle teorie di Paul Virilio che denunciano la necessità di trovare un equilibrio tra lo spazio reale, il suo corrispondente tempo locale e la dimensione immateriale del “live”. La Biennale sembrerebbe essere un tentativo di “mise en scène” di una prospettiva stereoscopica, nel senso di una rappresentazione delle molteplici relazioni del realemateriale con paralleli mondi virtuali. Se ancora non è possibile ritrovarsi con un jump atomico in un altrove - e secondo i recenti esperimenti di teletrasporto di fotoni condotti nei laboratori di Ginevra da Nicolas Gisin il trasferimento delle proprietà delle particelle non equivale alla ricomposizione quantistica di un corpo - è innegabile che il concetto di teleportation esprima una visione estrema della società e possa essere interpretato come una sorta di ideale verso il quale tenderebbero le complesse questioni che investono la contemporaneità e riflettono, nelle loro varie declinazioni (efficacia dei trasporti, mancanza di tempo, risparmio energetico), il problema, quello della sostenibilità del pianeta. La rivoluzione informatica ha portato ad una perdita di riferimenti e la messa a punto di nuovi codici e valori è anche compito dei progettisti, architetti e designer. L’obiettivo è mettere in crisi l’ortodossia del design per prefigurare scenari di prospettiva a misura dell’uomo, con l’ausilio delle nuove tecnologie e con l’apporto di conoscenze e competenze multidisciplinari quali la filosofia, le scienze politiche e della vita, la biologia, la fisica. Il progetto diventa allora previsione in relazione all’ambiente e capacità di immaginare alternative dal macro al micro. L’interpretazione del tema è restituita attraverso sezioni e istallazioni basate sulla selezione delle candidature. La cura è affidata ad esperti, critici, designer e artisti, anche se è lasciato spazio a nuove forme di comunicazione e collaborazione nel rispetto di un’idea evolutiva delle edizioni. L’insieme restituisce una visione affascinante e problematica del tema proposto. Tra i numerosi eventi sono da ricordare i più originali e innovativi. Il Comfort contemporaneo, concepito come accesso permanente all’informazione, è indagato attraverso artefatti e strumenti identificabili come i “vettori”che sottendono l’idea che si possano sviluppare forme di “ubiquità”. Nella Ville mobile, il tessuto urbano è riletto come paesaggio i cui spazi pubblici, anche i più remoti, dovrebbero diventare luoghi di incontro. La città come organismo vivente è una metafora antica, è invece contemporaneo il lavoro dei designer sulle aree interstiziali che possono essere valorizzate attraverso interventi puntuali capaci di interpretare fenomeni e rendere visibili le tante piccole storie stratificate in quei luoghi. La creazione di un’atmosfera attraverso la luce è invece il tema di Lumière)s( che propone undici ambienti generati da una costellazione di lampade e uno spazio di riflessione e confronto tra registi, coreografi, fotografi, storici e artisti. Ronan e Erwan Bouroullec presentano Lianes, un sistema di illuminazione che trae il suo riferimento morfologico dalle foreste pluviali; mentre alla trasversalità dei linguaggi sono dedicati i video Switch off di Baptiste Chesnais sulla dilatazione del tempo e la percezione visiva e Scintillement di Constance Guisset sulla fluidità del movimento e gli effetti ottici. Prèdiction è un “luogo” elastico mentale e fisico dove sono proposte nuove tipologie e pratiche del design contemporaneo. Gli artefatti sono presentati in sette sezioni ed interpretano liberamente i diversi sujets. In Process design si pone la questione del rapporto tra la fase di concezione dell’oggetto e la sua realizzazione. Attraverso cinquanta casi la mostra indaga le relazioni che si stabiliscono tra designer e produzione a seconda della dimensione e localizzazione delle aziende. Dalla comparazione emergono similitudini che permettono di mettere a fuoco tappe ed elementi comuni alle démarches di successo. Il visitatore è “teletrasportato” nel cuore dell’équipe progettuale e nelle filiere produttive per comprendere i passaggi che conducono alla commercializzazione del prodotto. I contributi delle Scuole di arti e design sono notevoli e riguardano molte sezioni. In particolare l’ESAD, 39 dopo aver organizzato le prime Biennali, ha assunto un ruolo fondamentale nella concezione dell’evento, sia curandone l’identità – risultato di un workshop condotto dai docenti J.C. Palaisson e L. Laganier – che con prodotti dedicati. L’ESAD, insieme ad altre scuole, ha partecipato alla realizzazione di Entreprise, un ambiente in cui sono simulate le attività di un’impresa per il teletrasporto concepito in continuità con l’esposizione L’appartement géant del 2008. Entreprise è un’installazione fiction che prefigura spazi e artefatti futuribili secondo un approccio ludico e esplorativo. Mentre Demani c’est aujourd’hui #3, dedicata al prospectif design, riunisce prodotti di svariati settori industriali che prefigurano nuovi stili di vita. La produzione di energia e la povertà alimentare sono le tematiche centrali. Tra gli altri sono esposti progetti del Dipartimento di Interaction Design dell’RCA che indagano 40 sulle conseguenze sociali, culturali e etiche delle tecnologie emergenti. La Biennale 2010 restituisce così, attraverso conferenze, mostre, istallazioni e perfomance, un caleidoscopio di artefatti e un’insieme di argomentazioni e di idee che tratteggiano scenari futuri caratterizzati da una nuova etica dei comportamenti. La questione ambientale è messa a fuoco da molteplici punti di vista: l’occhio del designer si confronta con quello dell’artista e si relaziona con il pensiero speculativo, il progetto economico e la ricerca scientifica facendo convergere in un’unica camera ottica contributi disciplinari trasversali. The focus of the 2010 Biennial is built around the topic of teleportation. The term is obviously not intended to be taken in its strict sense — the hypothetical process of instantaneous transport of an object from one place to another, without the use of conventional means — but is taken as an ideal concept making it possible to ‘deconcentrate’ activities, information and decisions, and making movements fluid. The choice of the theme goes back to the theories of Paul Virilio expressing the need to find a balance between real space, its corresponding local time and the immaterial dimension of ‘live’. The Biennial appears to be an attempt to ‘stage’ a stereoscopic prospective, in the sense of a representation of the many real-material relations with a parallel virtual world. While it is not yet possible to find oneself elsewhere with an atomic jump — and according Beam me up! Coreografia di Jean Alavi. Ballerini: Elèves du CNSMDP du Paris. In collaborazione con Quantum Glass, 2010. ©Ribon. Mostra Lumiere)s( | Beam me up! Choreography by Jean Alavi. Dancers: CNSMDP élèves du Paris. In collaboration with Quantum Glass, 2010. © Ribon. Lumiere)s( exhibition. Dolls, fetro | felt, Rasadesign. Ronan & Erwan Boruoullec, Lianes, Galerie Kreo, 2010. ©Tahon Bouroullec. Mostra | exhibition Lumiere)s(. to recent teleportation experiments with photons conducted in Geneva laboratories by Nicolas Gisin, the transfer of the properties of particles does not equal the quantum recomposition of a body — it is undeniable that the concept of teleportation expresses an extreme vision of society and can be interpreted as a sort of ideal to which the complex questions of contemporary society tend, and in their various forms (effectiveness of transport, lack of time, energy savings, etc.), reflect the problem of the planet’s sustainability. The computer revolution has led to a loss of reference 41 Pierre Favresse, Projet Hyné, stazione domestica di stoccaggio dell’energia rinnovabile per l’idrogeno. Mostra Demain c’est aujourd’hui. | Pierre Favresse, Hyné Projet, home station for renewable energy storage Hydrogen. Demain c’est aujourd’hui exhibition. 42 points, and designers and architects are also responsible for creating new codes and values. The objective is to call into question the orthodoxy of design to prefigure prospects on a human scale, through the use of new technologies and the contribution of multidisciplinary knowledge and skills, such as philosophy, political science and life sciences, biology and physics. The design then becomes a prediction in relation to the environment and the ability to come up with alternatives from macro to micro. The theme is interpreted through sections and installations based on the selection of applicants. Curatorship is done by experts, critics, designers and artists, although space is also left to new forms of communication and collaboration in the respect of an evolving idea of editions. The whole provides a fascinating and problematic vision of the theme put forward. Of the many events, we wish to point out some of the most original and innovative. Contemporary Comfort, conceived as permanent access to information, is examined through identifiable artefacts and instruments as the ‘vectors’ underpinning the idea that it is possible to develop forms of ‘ubiquity’. In Ville mobile, the urban fabric is re-read as a landscape whose public spaces, even the most remote, should become meeting places. The city as a living organism is an ancient metaphor, although the designers do new work on interstitial areas that can be given value through ad-hoc efforts to interpret phenomena and make the many tiny stories layered in those places visible. An atmosphere is created through light in Lumière(s) which proposes eleven ambiances generated by a constellation of light bulbs and a place for reflection and discussion between directors, choreographers, photographers, historians and artists. Ronan and Erwan Bouroullec present Lianes, a lighting system that takes its morphological inspiration from rain forests; while the videos Switch off on the dilation of time and visual perception, by Baptiste Chesnais, are dedicated to the transversal nature of languages. Scintillement by Constance Guisset looks at the fluidity of movement and optical effects. Prédiction is a mental and physical Eplaff, F Eplaff, F Justine A Will, dic progetto Will è un progetta per lung ruote pa uomo ad sostituisc tradizion aujourd’ Andrieu urban te Will is a for urba distance wheels i A sort o tradition aujourd’ elastic ‘place’ proposing new types and practices of contemporary design. Artefacts are presented in seven sections and freely interpret various subjects. Process design examines the relationship between the object conception phase and its creation. Through fifty cases, the exhibit examines the relationships established between the designers and productions based on the size and location of the firms. Similarities emerge from the comparison making it possible to identify common stages and elements shared by successful processes. The visitor is ‘teleported’ to the heart of the design team and to the production line to understand the steps leading up to the product marketing. There are many contributions from schools of art and design, across many sections. In particular, after organising the first Biennials, ESAD has taken on a fundamental role in developing the event, both by taking care of its identity — through a workshop led by professors J.C. Palaisson and L. Laganier — and through dedicated products. ESAD, along with other schools, participated in creating Entreprise, an atmosphere simulating a teleportation company’s activities meant to be an extension of the 2008 exhibit L’appartement géant. Entreprise is a fictional installation imagining futuristic spaces and objects with a fun and exploratory approach. Demain c’est aujourd’hui #3, dedicated to perspective design, brings together products from a variety of industrial sectors for new lifestyles. Energy production and the scarcity of food are its central topics. Other projects include the ones from the Department of Interaction Design at RCA which examine the social, cultural and ethical consequences of emerging technologies. Through conferences, exhibits, installations and performances, the 2010 Biennial provides a kaleidoscope of objects and a set of arguments and ideas that sketch out future scenarios with a new behavioural ethic. The environmental issue is examined from a number of perspectives: the designer’s eye is compared to that of the artist and relates with speculative thought, economic planning and scientific research, converging in a single optical chamber resulting from transversal disciplines. Factory Felice Ragazzo 44 Specchio Piuma. Mostre, allestimenti, eventi, e non di rado talune architetture d’interni, contano prodotti la cui carica emotiva si concentra tutta in superficie. È così anche in Teatro, Cinema e TV. Come nelle scenografie, si tratta di prodotti dotati di un “volto”, versante espressivo del design, sorretto da “armature”, materia di industrie e officine. Il ritratto della situazione si sintetizza con le due aziende qui trattate, ovvero la Scenografia International, ben radicata nell’exhibit, ma anche orientata al movie, e la Specchio Piuma S.a.s., pure radicata nell’exhibit, ma più lineare nel design, eppure essa stessa non così aliena al movie. Sono sfumature, ma fanno capire la peculiarità romana dove la dimensione metropolitana, da un lato, e il consolidato storico di Cinema e Televisione, dall’altro, ne caratterizzano la vocazione industriale. La Scenografia International, produce essenzialmente apparati e strutture idonee per la scenografia, ma è anche in grado di spaziare dal movie pubblicitario alla moda, al musical teatrale, ai grandi eventi, alle mostre, al contract, al settore fieristico. Il raffronto con i versatili e malleabili specchi di Specchio Piuma si ha sui terreni delle infrastrutture per l’architettura e l’allestimento; degli imballaggi alternativi; delle tecnologie per lo spettacolo; per l’area dell’e-commerce. Tra gli altri, i destini dei prodotti sono stati: “scuole per modelle e fotografia”, “megastudi” di spettacolo, “teatri europei”. Shows, exhibitions and events – as well as many examples of interior architecture – feature products whose emotional content is all concentrated on the surface. This is also the case in Theatre, Film and TV. Like on stage sets, these products have a ‘face’ which is the expressive side of the design and is supported by ‘frameworks’ put together in workshops. The situation is summed up by the two companies presented here: Scenografia International, which is well established in the exhibit design field but also focuses on film; and Specchio Piuma S.a.s., which is also renowned for its exhibit work, although it is more linear in its design. It too is no stranger to the movie world. These subtleties underline the singularity of the industry in Rome, which is distinguished by its metropolitan dimension on one side and the background in Film and Television on the other. Scenografia International mainly produces equipment and structures for sets, but it is capable of spanning such fields as advertising films, fashion, musicals, big events, exhibitions, special contracts and trade fairs. Specchio Piuma’s versatile, malleable mirrors appear in the infrastructures for architecture and exhibition design, alternative packaging, technology for shows and e-commerce. Among the buyers of its products are ‘modelling and photography schools’, ‘huge show-business studios’ and ‘European theatres’. Specchio Piuma Oggetti dalle “piume di cristallo” | Items with ‘crystal plumage’ Per creare un’azienda ci vogliono idee originali e chiare. Ma non da meno occorre ben indovinare il marchio, col quale si ammagliano i targets, trovando giusti sostantivi e giusti aggettivi, idonei a smontare e rimontare metafore. Nella mente comune, «specchio» è sinonimo di «cristallo», nulla che dia l’idea della leggerezza, della morbidezza e della malleabilità, specialmente quando si ha a che fare con estese superfici, non parliamo quando sospese in orizzontale. Insomma, proprio il contrario della praticabilità. Ecco allora il sorprendente pescaggio del termine «piuma» che è la quintessenza, appunto, della leggerezza o, meglio ancora, della levità. Se poi, invece che con la regolare ed amorfa struttura del duro e fragile materiale, si ha a che fare con gli intricati intrecci delle lunghe molecole di un polimero, e il supporto si fa morbido, cedevole, elastico, leggero (in senso fisico) ed, oltretutto, sottilissimo, ecco che il gioco è fatto. Non so se quelli di Specchio Piuma S.a.s., nel mettere in pratica i loro brevetti dando vita all’azienda, si sono a suo tempo attardati in questi tornanti retorici; sta di fatto che tutto sembra perfettamente filare. Non solo. Data la nutrita referenzialità che l’azienda vanta col mondo dello spettacolo, come può non aleggiare, seppure come chiasmo, “L’uccello dalle piume di cristallo”? Un celebre film giallo degli anni ‘70, nel cui titolo si gioca a fare simbiosi tra il profilo “acuminato” delle piume e le sinistre proprietà taglienti del materiale. Stando a fatti concreti, Specchio Piuma S.a.s. ha avuto una germinazione a Roma nel 1993, ma sul ceppo varato a Milano, nel 1973, dalla famiglia Rindi e consistente nella produzione di specchi ultraleggeri. I primitivi fasti, frutto delle particolarità del prodotto, hanno trovato conferme nella nuova gestione di Paolo Severi, che ha rilanciato l’azienda con nuove opportunità di mercato e nuove 45 46 soluzioni applicative, investendo più organicamente i targets dell’Architettura d’Interni e dell’Allestimento. La bontà delle strategie industriali adottate ha avuto modo di evidenziarsi tramite lo sviluppo dell’azienda, diventata rapidamente protagonista in Europa del proprio segmento di attività. Dal punto di vista della Ricerca e dello Sviluppo, tra le più significative e qualificanti tappe caratterizzanti la nuova evoluzione, vanno considerate le seguenti due: la messa a punto del Processo di Ignifugazione (Classe 1); la definizione di prodotti affini allo specchio infrangibile, mettendo in campo materiali come l’alluminio, l’acciaio, materiali plastici di pregio. Nel primo caso, si è potuto agevolmente spendere il concetto di specchiatura, non soltanto sulle pareti verticali, ma arditamente anche in controsoffitti e plafoni; nel secondo caso, invece, l’azienda si è dotata di una più completa gamma di prodotti utili a soddisfare meglio la sua clientela. Da tutto ciò si evince il fatto che l’azienda, con i propri prodotti e le proprie innovazioni, sembrerebbe riuscita a introdurre una sorta di mutazione circa il significato semantico di specchio così come l’abbiamo sempre inteso e vissuto o, per meglio dire, sembrerebbe riuscita a sciogliere quella gelida fissità riflessiva dello specchio comune, nella più tiepida cedevolezza di addobbo riflettente. Il design propagato è un design strategico, indiretto, che ha trovato finora elevate conferme specialmente dove si calcano le scene, vale a dire teatri, spazi scenotecnici televisivi e cinematografici, in Italia e in Europa. L’abbinamento tra il leggero supporto specchiante e le metalliche strutture di tipo Keller ha poi permesso, tanto per citare un caso concreto, di riqualificare la funzionalità dell’importante scuola per modelle e fotografia “Talents”, diventata in seguito “Megastudi di Testaccio”. Tra tutte le commesse che l’azienda ha soddisfatto, spicca e le rappresenta estesamente, quella arrivata dal Teatro Real de Madrid. Non c’è che da plaudire per tanta intensa e qualificata attività, anche per quel 30% di fatturato derivante da commesse che arrivano dall’estero. Specchio Piuma, stand Poltrona Frau, Salone del Mobile, Milano. | Specchio Piuma, Poltrona Frau stand, Salone del Mobile, Milan. Specchio Piuma, fiera Abitare il tempo, Verona. | Specchio Piuma, Abitare il tempo fair, Verona. Nelle prossime pagine | Next pages: Specchio Piuma, allestimento per ”Die tote stast” (La città morta) di Erich Wolfgang Korngold, Teatro La Fenice, Venezia. Ph: Michele Crosera. | Specchio Piuma, exhibition for ”Die tote stast” of Erich Wolfgang Korngold, La Fenice Teatre, Venice. Ph: Michele Crosera. Specchio Piuma, interni. | Specchio Piuma, interios. 47 48 You need original, clear ideas when setting up a company. However, it is no less important to choose the ideal trademark to attract your target customers, select the right nouns and adjectives to take apart metaphors and put them together again. In the average person’s mind, a ‘mirror’ is something akin to ‘crystal’. There is nothing that gives the idea of lightness, softness and malleability, especially when it comes to large surfaces, and even less so if they are hanging horizontally. In short, they are the very opposite of practicable. It is therefore surprising to see the word alongside the term ‘feather’, which epitomizes lightness, or better still levity. If – instead of the normal, characterless structure of the hard, fragile material – you are dealing with the intricate interlacing of the long molecules of a polymer and the product is soft, pliable, flexible, light (in the physical sense) and, most importantly, extremely slender, then you have got things wrapped up. I do not know if the people at Specchio Piuma S.a.s. (the name means ‘Feather Mirrors’) dwelled on these rhetorical issues when they were registering their trademarks and creating the company, but everything appears to be working out perfectly. Given the company’s close ties to the world of show business and the intertwined names, it seems like the spirit of ‘The Bird with the Crystal Plumage’ is hovering over it. The title of the famous 1970s thriller plays with the combination of the ‘acuminated’ outline of feathers and the sinister cutting properties of the material. Looking at the concrete facts, Specchio Piuma S.a.s. was founded in Rome in 1993, but it was built on an ultralight mirror manufacturing business established in Milan in 1973 by the Rindi family. The initial activities – based on the special characteristics of the products – have continued under the new management of Paolo Severi, who relaunched the company after identifying new market opportunities and fresh application solutions. He targeted the fields of Interior Architecture and Exhibit Design in a more structured manner. The value of the business strategies that he adopted was demonstrated by the development of the company, which soon became a leading European player in its field. In terms of Research and Development, two of the most significant and distinctive steps in the new evolution were the creation of the Fireproofing Process (Class 1) and the establishment of products which are essentially unbreakable mirrors, bringing into play materials like aluminium, steel and fine plastics. In the first case, the concept of reflection was easily applied not only to vertical walls but also, in a bold move, to ceilings and false ceilings. In the second case, the company has expanded its range of products so as to enhance the satisfaction of its clientele. This all reveals that the company, with its products and innovations, seems in a way to have succeeded in altering the semantic meaning of mirrors as we have always understood and seen them. In other words, they appear to have managed to melt the icy reflective fixity of the common mirror into the warmer pliability of a reflecting decoration. They have adopted a strategic, indirect design approach which has so far proved particularly popular on stages, i.e. in theatres and television and film sets, in Italy and the rest of Europe. To give a tangible example of how the items developed have been used, the light mirror products have been paired with Keller metal structures in the functional redevelopment of the important modelling and photography school ‘Talents’, which is now known as ‘Megastudi di Testaccio’. Of all the jobs done by the company, the one that stands out the most and fully embodies its nature is the project for the Teatro Real in Madrid. The company can only be praised for all its hard work and expertise, not to mention the 30% of its turnover that comes from other countries. 49 Stefano Cassio Scenografia International Una storia esemplare | An exemplary story 50 Nata circa venti anni fa, Scenografia International rappresenta un caso tipico di evoluzione della specie. Allora il panorama del nostro territorio nel settore dell’exhibition, rifletteva ambiti di grande tradizione ma, anche di conseguenza, un’innegabile arretratezza, sul piano tecnico e organizzativo. Ai maestri di Cinecittà e del Teatro si affiancavano ancora onesti praticanti del chiodo e della cantinella, insieme ad esegeti del montaggio meccanico di sistemi modulari, in genere basati su brevetti svizzeri e tedeschi del dopoguerra, o sui loro derivati autoctoni. Con il risultato di un linguaggio povero di mezzi espressivi, e di una struttura del lavoro carente di logistica, di competenze, di efficienza nei tempi e nella qualità del prodotto, già inadeguato a primato attribuito al progetto e nella forte integrazione dell’intero processo, dal concept allo sviluppo tecnico, alle lavorazioni delle componenti, all’allestimento, alla comunicazione visiva, all’assistenza manutentiva in opera, fino al disallestimento e allo smaltimento. Formato nelle discipline della comunicazione visiva, il titolare Roberto Ciambrone ha sviluppato un ufficio tecnico in grado di accogliere competenze diverse e di dialogare con progettisti esterni, di integrarsi con apporti specializzati, di interagire con la formazione. Completamente separato dalle funzioni commerciali e di rappresentanza, l’ufficio è distinto dalle produzioni, ma ad esse contiguo, in modo da assicurare un continuo flusso di informazioni in feedback tra i comparti. quanto diversamente reperibile all’estero, ma anche a Bologna, a Milano, a Bari. Per di più, la produzione era articolata su una miriade di microaziende, frammentate e arroccate nelle specifiche nicchie di provenienza, con inevitabili approssimazioni nel completare le realizzazioni. La chiave del successo di Scenografia International va individuata in due componenti sostanziali: nel Già all’inizio degli anni ’90, Scenografia International poteva contare su due moderni laboratori di falegnameria e metalleria, in grado di assicurare flessibilità e versatilità di soluzioni, fornendo realizzazioni altamente integrate anche nelle lavorazioni accessorie, ma dopo un decennio la produzione è stata completamente rinnovata, con l’introduzione di macchinari a controllo numerico, e un’organizzazione del lavoro conseguentemente razionalizzata. Da un lato, ciò ha comportato la necessità di un confronto ancora più puntuale con il disegno progettuale CAD-CAM, dall’altro ha consentito maggiore precisione e velocità di esecuzione, reso possibile una migliore pianificazione e un accurato controllo di qualità, tanto delle produzioni, quanto degli allestimenti. Ne risulta oggi una factory complessa, affidabile e attenta alla qualificazione, alla sicurezza e alla salute dei dipendenti, ormai prossima ad accedere alla qualificazione ISO 9001; infine, competente e competitiva sui molti fronti della dimensione attuale della scenografia, in grado di spaziare dal movie pubblicitario alla moda, al musical teatrale, ai grandi eventi, alle mostre, al contract, al settore fieristico. Ma è soprattutto in televisione – secondo Alida Cappellini - Il fronte più impegnativo del progetto scenico attuale in cui Scenografia International riesce ad estrinsecare la propria flessibilità, nel confronto con le esigenze strutturali, tecnologiche e spettacolari di allestimenti di grande complessità, contribuendo a decretare il successo di alcuni varietà, tra cui “Ballando con le Stelle” e “Domenica In” nella stagione in corso e, nel recente passato, “Alta Tensione”, “Serata d’Onore”, “I Migliori Anni”, “I Soliti Ignoti”, e ancora talk show come “Ballarò” e format informativi come “Speciale TG1”, “Sky TG 24”. 51 Nelle pagine precedenti | previous pages: Hair Spray, Spettacolo Teatrale Itinerante, Teatro Sistina, Roma. Scenografie di Marco Calzavara, Produzione Planet Musical, 2008. | Hair Spray, travelling stage show, Teatro Sistina, Rome, set design by Marco Calzavara, Planet Musical Production, 2008. Qui Radio Londra, in onda su Rai Uno, scenografie di Marco Calzavara, Produzione Rai, 2011. | Qui Radio Londra, broadcast on Rai Uno, set design by Marco Calzavara, Produzione Rai, 2011. 52 Scenografia International was founded roughly twenty years ago and perfectly illustrates how the field is evolving. Back then, the exhibition sector in the Lazio region was built on great traditions, but this also meant that it was behind the times in technical and organizational terms. The masters in Cinecittà and the theatre still relied on dependable workers with nails and beams, along with expert assemblers of modular systems that were largely based on post-war Swiss and German patents, or local variants on them. This resulted in a language with few expressive means and a working structure lacking logistics, skills and efficiency regarding both the times and the quality of the products. It did not bear comparison with what could be found abroad, nor indeed with what was on offer in Bologna, Milan or Bari. Furthermore, the industry consisted of a multitude of micro enterprises that were fragmented and nestled in their specific niches, which inevitably led to a lot of ‘making do’ in the production process. The success of Scenografia International is built on two key elements: the great focus on design and the highly integrated nature of the entire process, from the concept to the technical development, preparation of the components, decoration, visual communication and maintenance for the standing set, all the way through to disassembly and disposal. The owner Roberto Ciambrone has an educational background in the disciplines of visual communication. He has put together a technical office which is capable of bringing together different skills, working with external designers, embracing specialist contributions and interacting with the educational world. The office is completely independent from the commercial and representative areas and separate from Ballarò, in onda su Rai Tre, scenografie di Gaetano Castelli, Produzione Rai, 2010-2011. | Ballarò, broadcast on Rai Tre, set design by Gaetano Castelli, Rai Production, 2010-2011. L’anno che verrà, Rimini, in onda su Rai Uno, scenografie di Marco Calzavara, Produzione Bibi Ballandi, 2010. | L’anno che verrà, Rimini, broadcast on Rai Uno, set design by Marco Calzavara, Bibi Ballandi Production, 2010. the production department, although it adjoins the latter, so there is a continual flow of information and feedback between the two. In the early 1990s, Scenografia International already had two modern metalwork and joinery workshops that provided flexible, versatile solutions and highly integrated output that also included fittings. After a decade, the production set-up was completely revolutionized, with the introduction of numerically controlled machinery and rationalized organization of the work. This meant that it was necessary to be even more precise in the CAD-CAM design work, but at the same time it also allowed greater accuracy and speed of execution, leading to better planning and meticulous quality control of both the production and the decoration. Today it is a complex, reliable organization which places great importance on the expertise, health and safety of its employees and is close to qualifying for ISO 9001 certification. It is competent and competitive in many fields, including advertising films, fashion, musicals, big events, shows, contract jobs and the trade fair sector. Television is the most demanding set design field today, and Alida Cappellini believes that it is here that Scenografia International really manages to show its flexibility. It caters to extremely complex structural, technological and presentation requirements and has contributed to the success of variety shows such as the current seasons of ‘Ballando con le Stelle’ and ‘Domenica In’, as well as recent runs of ‘Alta Tensione’, ‘Serata d’Onore’, ‘I Migliori Anni’ and ‘I Soliti Ignoti’. It has also been involved in talk shows like ‘Ballarò’ and informative programmes such as ‘Speciale TG 1’ and ‘Sky TG 24’. 53 Sabrina Lucibello Tra progetto e saper fare | Design and know-how Come osserva Sergio Polano in ”Mostrare. L’allestimento in Italia dagli anni Venti agli anni Ottanta (Edizioni Lybra Immagine, Milano 1988, n.ed. 2002), il termine allestimento è “sospeso tra mille accezioni: si allestiscono festeggiamenti e parate, pranzi e banchetti, opere teatrali liriche cinematografiche, scenografie e coreografie, navigli e aeromobili, interni automobilistici e domestici, nonché vetrine, stand e musei”, tanto che la sua traduzione in inglese può essere: exhibition, trade, display o anche show. All’ampiezza di significati del termine corrisponde, in maniera inversamente proporzionale, la compiutezza ideale, formale e sostanziale dell’atto di allestire. L’allestimento non è né un processo naturale né una traduzione tecnica e meccanica del catalogo da esporre, quanto piuttosto è l’arte del mostrare, punto di incontro tra progetto e comunicazione, momento progettuale e tecnico insieme in grado di dare una collocazione temporanea – sia fisica che concettuale – ad oggetti tratti da luoghi e contesti più disparati. L’allestimento si esplicita esso stesso come un oggetto concluso in sé, carico di un valore tecnico che accompagna il progetto traducendolo in forme e tante volte interpretandolo, completandolo, modificandolo. L’allestimento è da sempre una peculiarità del territorio laziale, in particolare grazie alla presenza di importanti 58 realtà come Cinecittà, la RAI, la rete dei musei, ecc. L’insistenza su questo territorio di queste specificità, ha permesso al Lazio di sviluppare un sistema progettualeproduttivo-espositivo proprio, profondamente intriso di storia e tradizione e che ha visto collaborare queste realtà aziendali con importanti architetti e designer. Tutto questo sistema sta oggi avendo un nuovo impulso grazie all’apertura di nuovi spazi espositivi come l’Ara Pacis, Il MAXXI, il Macro. Tre sono in particolare i settori dell’allestire in cui il nostro territorio ha investito ovvero quello delle scenografie teatrali, cinematografiche e televisive, quello della messa in opera di eventi (concerti, manifestazioni sportive, ecc), quello dell’allestimento di mostre (temporanee o fisse). Proprio intorno a questi settori, soprattutto nel secondo dopoguerra, sono nate realtà specificatamente dedicate all’allestimento – soprattutto nel settore dell’esposizione e mostre – tutte caratterizzate da un’attenzione al prodottoallestimento dalla sua ideazione alla sua realizzazione. Così ad esempio tra il 1952 e il 1962, per iniziativa di Carlo del Monti e Virgilio Cicinelli nasce la Cavir, che, forte della peculiarità di essere una azienda a carattere familiare, si qualifica via via come un’azienda a tutto tondo, in grado di collaborare con importanti architetti come Maurizio Sacripanti (1978, Mostra “Avanguardia Polacca”, Roma, Palazzo delle Esposizioni) e di operare sia nel campo dell’allestimento museale (1995: “Pier Paolo Pasolini”, Roma, Palazzo delle Esposizioni), che in quello della realizzazione di stand per fiere, expo, eventi e congressi. Nel 1981, dopo venti anni di costante crescita in termini di clienti, commesse e dimensioni operative, viene costituita la Cavir s.r.l. a cui segue negli anni Ottanta un rafforzamento aziendale, e nei primi anni Novanta un cambio di generazione che, sotto la guida attenta dei fondatori, dà origine come risultato ad una moderna struttura orientata alla Customer Satisfaction e alla qualità dei prodotti e dei servizi. Cavir, che ha sempre e comunque alla base il valore aggiunto della tradizione e della forte impronta a carattere familiare, ha svolto un’attività costante nel tempo che ha presto travalicato i confini regionali e addirittura nazionali (1986, “Mostra del Libro”, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Parigi, Centro Pompidou) e che continua Spsystema, Mostra | Exposition Rothko, Palazzo delle Esposizioni, Roma. Cavir, mostra | exposition Avanguardia Polacca, progetto di | project of Maurizio Sacripanti, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 1996. Cavir, mostra | exposition Luigi Moretti, Maxxi, Roma, 2010. Spsystema, allestimento de “l’era glaciale”. | Spsystema, exhibit for “l’era glaciale”. fino ai giorni nostri a rappresentare un’indubbia realtà d’eccellenza (tra i lavori più recenti l’allestimento della mostra dedicata a Luigi Moretti Architetto a cura di Bruno Reichlin e Maristella Casciato, MAXXI nel 2010). Altra realtà degna di nota è Carli produzioni, azienda nata circa 80 anni fa e che nei circa 10000mq di stabilimento (falegnameria, carpenteria metallica, verniciatura e decorazione, laboratorio elettrico e illuminotecnico, oltre alla progettazione) è in grado di produrre e pre-allestire in particolare stand, scenografie, grandi eventi. Significativo è il claim dell’azienda: costruttori d’immagine, proprio a sottolineare la specifica vocazione a gestire tutte le fasi del progetto. C’è poi da considerare tutto un sistema di professionisti che ruota intorno al sistema dell’allestimento, in particolare quello della produzione delle grafiche per l’allestimento. Una delle principali realtà in tal senso, è senza dubbio la SpSystema di Pomezia, azienda che da più di 25 ha costantemente aggiornato le tecniche, affinato la produttività e ampliato i propri orizzonti creativi tanto nel settore dell’arte (mostra dedicata a Pietro Sarvognan di Brazzà: “Una vita per l’Africa”, Auditorium Parco della Musica Auditorium di Roma; Rinascimento: I diamanti Burri – Durer, Scuderie del Quirinale) quanto in quello della comunicazione in genere (grafica per la comunicazione interna ed esterna Uffici Postali di Roma; grafica per lo showroom di Poltorna frau a Milano; realizzazione e allestimento dello spazio accoglienza Sony, Festa del Cinema di Roma; ecc). Denominatore comune in tutte queste esperienze, è dunque il forte rapporto della fase progettuale con quella realizzativa e il legame con la tradizione del saper fare che ha saputo aggiornarsi ed evolversi senza però perdere il carattere “artigianale” e di “autoproduttività”, a sottolineare il fatto che allestire non è mera traduzione tecnica del progetto, ma è esso stesso parte del processo creativo. Sono queste caratteristiche peculiari del sistema produttivo non solo laziale, ma anche nazionale. Sono queste caratteristiche vincenti che, soprattutto oggi e nonostante la crisi economica globale, ci hanno consentito di riaffermare il nostro saper fare italiano nel mondo. 55 As Sergio Polano says in ‘Mostrare. L’allestimento in Italia dagli anni Venti agli anni Ottanta’ (Edizioni Lybra Immagine, Milan 1988, ed. 2002), the Italian term ‘allestimento’ ‘hovers between a thousand meanings: it can be an act involving celebrations and parades, lunches and banquets, plays, operas and films, sets and choreographies, ships and aircraft, car and home interiors, showcases, stands and museums.’ Indeed, the corresponding term in English may be exhibition, trade, display or show design, depending on the context. The breadth of meaning for the term is inversely proportional to the conceptual, formal and substantial completeness of the act itself. It is neither a natural process nor a technical and mechanical conversion of exhibition catalogues. It is the art of exhibiting and it brings together design and communication. This blend of design and technical activities provides a temporary setting – both physically and conceptually – for objects from the widest possible 60 range of places and contexts. It is an end in itself and it is full of technical value that is found throughout the project, expressing it in forms and at times interpreting it, completing it and altering it. It has always been part of the Lazio region, largely due to the existence here of the museum network, Cinecittà, RAI and other important entities. The presence of these specialist organizations in the local area has led to the development of a design-production-exhibition system in Lazio with a wealth of history and tradition. The companies in question have worked with big names from the worlds of architecture and design. Fresh energy is now being injected into the field with the opening of new exhibition locations such as the Ara Pacis, MAXXI and Macro museums. The local area has invested in three sectors in particular: theatre, film and television sets; events (concerts, sporting occasions, etc.); and exhibitions (both temporary and permanent ones). Over the years – and especially in the period after World War Two – design organizations have appeared that specialise in these sectors, and particularly in exhibitions and shows. They all place a special focus on the output that they conceive and produce. For example, between 1952 and 1962 Carlo del Monti and Virgilio Cicinelli created Cavir. Thanks to its strong family background, it gradually developed into an allround company that collaborated with leading architects such as Maurizio Sacripanti (1978, ‘Avanguardia Polacca’ show, Rome, Palazzo delle Esposizioni) and worked on the design of both museum exhibitions (1995: ‘Pier Paolo Pasolini’, Rome, Palazzo delle Esposizioni) and stands for trade shows, expos, events and conventions. In 1981, after twenty years of constant growth in terms of clients, orders and operating size, it became the limited company Cavir s.r.l.. In the 1980s the company was strengthened and in the early 1990s it was passed on to the next generation under the careful guidance of the founders, in a process that led to the creation of a modern organization that focuses on Customer Satisfaction and the quality of its products and services. Although the value added of tradition and a strong family identity has always been a key part of Cavir, in its constant work over the Carli, NASA, Space Lab, Parigi, 1987. | Carli, NASA, Space Lab, Paris, 1987. Spsystem, Mostra Bulgari. | Spsystem, Bulgari exhibition. Carli, NASA, Telescopio Hubble, Parigi, 1985. | Carli, NASA, Hubble telescope, Paris, 1985. Carli, Olimpiadi invernali, Torino, 2006. | Carli, Olympic Games, Turin, 2006. years it soon expanded beyond the borders of the region and even the country (1986, ‘Book Exhibition’, Italian Prime Minister’s Office, Paris, Pompidou Centre). It is still an outstanding example of excellence today (one of its most recent projects is the design of the exhibition on the architect Luigi Moretti by Bruno Reichlin and Maristella Casciato at the MAXXI museum in 2010). Another noteworthy company is Carli Produzioni, which was founded around 80 years ago. In a plant of roughly 10,000 m² (joinery, metal structural work, painting and decoration, electrical and lighting workshops, in addition to design) it produces stands, stage sets and sets for large events. The company meaningfully claims to ‘Construct images’, thus emphasizing its capacity to manage all of the stages in a project. There is also a network of professional figures around this design system, which notably includes those who produce graphic elements for sets and exhibitions. One of the leading companies in this field is SpSystema based in Pomezia. For more than 25 years it has been constantly updating its techniques, enhancing its productivity and broadening its creative horizons in the fields of art (the ‘Una vita per l’Africa’ exhibition on Pietro Sarvognan di Brazzà in the Auditorium Parco della Musica in Rome; Rinascimento: I diamanti – Burri – Durer, Scuderie del Quirinale) and communication in general (graphic design for internal and external communication by the Post Office in Rome; graphic design for the Poltrona Frau showroom in Milan; design and creation of the Sony hospitality area at the Rome Film Festival, etc.). All of these experiences involve a strong relationship between the design phase and the production stage and ties to traditional know-how that has been updated and developed without losing its ‘craft’ and ‘self-produced’ qualities, thus demonstrating that set and exhibition design is not just technical application of the plans but actually part of the creative process. These are distinctive characteristics of the production system not just in Lazio, but throughout Italy. Now more than ever, despite the global economic crisis, these winning characteristics have allowed Italy to reaffirm its know-how worldwide. 57 factory_index Dari Automazioni srl Scenografia International Tecnarr www.dariautomazioni.it www.scenografiainternational.it www.tecnarr.it La sinergia tra esperienza e professionalità tecnica ha permesso a Dari Automazioni srl di imporsi come azienda leader nel settore delle automazioni ad alta tecnologia nell’ambito della scenotecnica. Tiri di scena, americane, luci (fisse o automatizzate), piattaforme girevoli, traslanti o elevatrici, sipari, palchi fissi e motorizzati sono tra i prodotti che Dari srl progetta e realizza dal 1985 per committenti come Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Regio di Parma, Teatro Brancaccio, Rai e altri. (R.D.C.) Vent’anni fa nasce Scenografia International ad opera di Roberto Ciambrone; l’azienda diventa, col tempo, il punto di riferimento del mercato degli elementi scenici e attualmente offre un servizio di progettazione, produzione e messa in opera di scenografie per eventi, per il teatro e per la tv. Tra i lavori: set per il programma tv Ballando con le stelle, scenografia per lo spot tv Pantene e per lo spot Chanel n.5. (R.D.C.) Tecnarr, con sede a Roma, è una società all’avanguardia nel campo delle realizzazioni sceniche per teatri, cinema e televisione, oltre che nell’allestimento di mostre, conventions ed eventi. Realizza allestimenti utilizzando una vasta gamma di materiali: legno, metalli, resine, stampe grafiche e dipinti. Tra i numerosi lavori: scenografia per lo spettacolo teatrale Le Moulin Rouge a Parigi, per le trasmissioni tv Speciale Super Quark, Giochi senza frontiere e Scommettiamo Che…?. (R.D.C.) Thanks to a synergy between experience and technical professionalism, Dari Automazioni s.r.l. has become a leader in the high-tech automation sector for staging. Scene shots, American-type frameworks, lighting (fixed or automated), turntables, sliding or lifting platforms, curtains, and fixed and motorised stages are some of the products Dari s.r.l. has been designing and manufacturing since 1985 for clients that include Rome’s Opera Theatre, Parma’s Teatro Regio, Teatro Brancaccio, RAI and others. (R.D.C.) 58 Scenografia International was created 20 years ago by Roberto Ciambrone. Over time, the company has become the market reference for staging and currently offers set prop design, production and installation services for events, theatre and television. Its accomplishments include the set for the television program Ballando con le stelle, and the sets for television commercials for Pantene and for Chanel no.5. (R.D.C.) Tecnarr, located in Rome, is an avant-garde company that creates sets for theatre, cinema and television, in addition to staging for exhibits, conventions and events. It creates staging using a vast range of materials: wood, metal, resin, graphic prints and painting. Its many works include the set for the play Le Moulin Rouge in Paris, and the sets for the television programs Speciale Super Quark, Giochi senza frontiere and Scommettiamo che…?. (R.D.C.) O.c.m. srl Arco Multimedia Group Cinecittà Studios Carli Produzioni www.ocmsrl.net www.amginternational.it www.cinecittastudios.it www.carliproduzioni.com O.c.m. srl, con sede a Roma, opera nel settore della scenografia in carpenteria metallica ed è specializzata in automazioni scenografiche. È un’azienda di elevato profilo tecnico e progettuale e si avvale di macchinari di ultima generazione. Assicura un servizio completo, dallo studio di fattibilità fino al montaggio, avvalendosi di personale altamente qualificato che opera anche con gru e piattaforme aeree. Tra i clienti: Rai, Cinecittà, Mediaset, FilmMaster. (R.D.C.) Nel 1965 Gino Vinciguerra fonda a Roma la Arco Multimedia Group che, grazie all’altissima qualità dei prodotti e servizi offerti, conquista il mercato cinematografico e televisivo italiano. La Arco è leader nel settore del noleggio di attrezzature cinematografiche, televisive, teatrali, impianti luce/audio, palchi, stand. Ha allestito numerosi eventi tra i quali: Concorso Ippico di piazza di Siena a Roma, Concerto di Capodanno al Quirinale, Firma della Costituzione Europea al Campidoglio. (R.D.C.) A 9 km dal centro di Roma, su una superficie di 400.000 mq, sorge “la fabbrica dei sogni”, così vengono chiamati gli studios di Cinecittà, dove, attraverso suoni ed immagini, si fabbricano emozioni e dove i sogni, grazie alla creatività e all’abilità tecnica di grandi professionisti, prendono forma. Qui sono stati girati oltre 3000 film e qui vengono progettate e realizzate scenografie, e prendono vita gli effetti speciali. È il luogo dell’immaginazione, della creatività e della tecnica. (R.D.C.) Da oltre ottanta anni la Carli Produzioni opera ai più alti livelli professionali nel settore della progettazione e realizzazione di allestimenti fieristici, scenografie, mostre, congressi e grandi eventi. L’azienda svolge la propria attività in uno stabilimento di 10.000 mq dove si attuano le operazioni di ideazione, realizzazione, finiture, declinazione della linea grafica e gestione logistica. Tra i lavori: scenografie per Scherzi a parte e C’è posta per te, stand per Telecom e Gruppo Galileo. (R.D.C.) O.c.m. s.r.l., located in Rome, works in the metal carpentry staging sector and specialises in set automation. The firm has a high technical and design profile and uses the latest equipment. It provides complete services, from feasibility studies to assembly, with the assistance of highlyqualified personnel who also use cranes and elevated platforms. Its clients include: RAI, Cinecittà, Mediaset and FilmMaster. (R.D.C.) In 1965, Gino Vinciguerra founded Arco Multimedia Group in Rome. Thanks to the very high quality of the products and services it offered, the company conquered the Italian film and television market. Arco is the leader in the equipment leasing sector for cinema, television, theatres, lighting/audio systems, stages and stands. It has furnished many events including: Horse Show in Piazza di Siena in Rome, the New Year’s Concert at the Quirinale, and the signing of the European Constitution at the Capitol. (R.D.C.) Located nine kilometres from Rome’s city centre, over an area of 400,000 square metres, Cinecittà studios are the ‘dream factory’, where sounds and images create emotions, and where dreams take shape through the creativity and technical skills of true professionals. Here, over 3,000 films have been filmed, sets are designed and built and special effects come to life. This is a place of imagination, creativity and technique. (R.D.C.) For over 80 years, Carli Produzioni has been working at the highest levels in design and creation sector for fairs, sets, exhibits, conferences and major events. The firm works out of a 10,000 square metre location for conception, creation, finishing, definition of the graphic line and logistics management. Its accomplishments include: sets for the TV series Scherzi a parte and C’è posta per te, and stands for Telecom Italia and Gruppo Galileo. (R.D.C.) 59 factory_index Specchio piuma K-Events Tecom Art www.specchiopiuma.it www.kevents.it www.tecomart.it Specchio Piuma S.a.s. è nata a Roma nel 1993 sul ventennale ceppo milanese della famiglia Rindi. La produzione concerne specchi ultraleggeri e fu subito un successo. La nuova gestione di Paolo Severi ha rilanciato con nuove opportunità di mercato e nuove soluzioni applicative, entrando di più nei settori dell’Architettura d’Interni e dell’Allestimento, oltre che dello spettacolo. L’efficacia industriale ha portato l’azienda a diventare protagonista in Europa circa il proprio segmento di attività. (F.R.) Emozionare, far sognare, trasmettere valori. Questa è la mission di K-Events, la società di Filmmaster Group che da trent’anni è specializzata in creazione e produzione di eventi e show di altissimo livello. Per tre volte si aggiudica il titolo di “Best Event Agency”. Tra le produzioni ricordiamo le cerimonie di apertura e chiusura dei XX Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006, dei IX Giochi Paralimpici Invernali 2006 e il Flag Handover dei XIX Giochi Olimpici Invernali Salt Lake City 2002. (R.D.C.) Tecom Art, opera in provincia di Roma e progetta e realizza scenografie per il settore teatrale e allestimenti di ambienti fieristici e congressuali. Annovera un gran numero di importanti clienti tra i quali ricordiamo: Comune di Roma, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Piaggio, Olivetti, Benelli, Pfizer, Natuzzi, Merloni, Siemens. Ha realizzato scenografie per il Teatro di Atene, il Teatro dell’Opera di Montecarlo, il Teatro Olimpico e altri importanti teatri nazionali e internazionali. (R.D.C.) To excite, dream and share values – such is the mission of K-Events, a member of the Filmmaster Group which, for 30 years has specialised in the creation and production of high-quality events and shows. Three times, it has been voted the ‘Best Event Agency’. Its productions include the opening and closing ceremonies of the 2006 Turin Winter Olympics, the 2006 Turin Paralympic Games and the Flag Handover of the 2002 Salt Lake City Winter Olympics. (R.D.C.) Tecom Art operates in the province of Rome, designing and creating theatrical sets and staging for fairs and conferences. It has many important clients including: City of Rome, the National academy of St. Cecilia, Piaggio, Olivetti, Benelli, Pfizer, Natuzzi, Merloni, and Siemens. It has created sets for the Athens Theatre, the Monte Carlo Opera House, the Teatro Olimpico and other major national and international theatres. (R.D.C.) Specchio Piuma S.a.s. was founded in Rome in 1993 and built on the Rindi family’s 20 years of experience in Milan. Its ultralight mirrors were an immediate success. It has been relaunched under the management of Paolo Severi, who picked out new market opportunities and fresh application solutions. He sought greater penetration of the Interior Architecture and Set Design sectors, as well as show business. The efficacy of the business has made it a leading European player in its field. (F.R.) 60 Opus System srl SP Systema De Sisti Lighting Panalight spa www.opussystem.it www.spsystema.com www.desisti.it www.panalight.it Opus System srl nasce come azienda specializzata nell’ideazione e nella realizzazione di sistemi di archiviazione, armadi compattabili e arredi metallici. Negli anni ’90 amplia il proprio campo operativo specializzandosi in allestimenti museali. Nell’impianto di Pomezia opera utilizzando svariati materiali: legno, vetro, plastiche e vari tipi di metalli. Alcuni clienti: Museo Archeologico Nazionale di Tuscania, Museo d’Arte Orientale di Roma, Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma. (R.D.C.) Da oltre 25 anni la SP Systema di Pomezia opera nell’ambito della grafica rivolta al sistema dell’allestimento museale e alla comunicazione in genere, diventando una realtà leader in Lazio e su scala nazionale, affinando tecnologie e knowhow progettuale e produttivo. Tra i clienti: Auditorium Parco della Musica, Scuderie Papali al Quirinale, Sony, Enel, Musei Capitolini, Poste Italiane, occupandosi di allestimenti museali e fieristici, segnaletica, fino alla comunicazione aziendale. (R.D.C.) Fondata nel 1982 dal designer Mario De Sisti, la società De Sisti Lighting è diventata leader mondiale nella progettazione e distribuzione di sistemi di illuminazione per il teatro e la tv. Mantiene un forte accento artigianale fuso con le tecnologie più avanzate dell’illuminotecnica. Opera a Roma mantenendo un altissimo livello di servizi e supporti tecnici. Opera con numerose produzioni teatrali, cinematografiche e televisive in oltre 35 paesi. (R.D.C.) Dal ‘90 la Panalight spa, forte di un personale altamente specializzato, offre ai propri clienti un servizio di noleggio di attrezzature cinematografiche tra le più avanzate ed esclusive. È partner di Cinecittà Studio e qui sorge la nuova sede del Digital, dove “il popolo che fabbrica immagini” può reperire una completa gamma di nuovi sistemi di ripresa digitale. Ha fornito attrezzature e personale per The American (Anton Corbijn, 2010), Eat Pray Love (Ryan Murphy, 2010) e molte altre produzioni. (R.D.C.) Opus System s.r.l. was founded as a firm specialising in the conception and creation of archiving systems, high-density systems and metal furnishings. In the 1990s, it expanded its field of operation to specialise in museum staging. The Pomezia firm uses a variety of materials: wood, glass, plastic and various metals. Its clients include: National Archaeological Museum of Tuscania, Rome’s National Museum of Oriental Art, and the Etruscan Museum of Villa Giulia in Rome. (R.D.C.) SP Systema of Pomezia has been working for more than 25 years in the field of graphic design for museums and exhibitions in general. It has become a leading player in the Lazio region and throughout Italy, honing its design and production technologies and know-how. It offers exhibition design for museums and trade shows, sign design and corporate communication expertise and its clients include Auditorium Parco della Musica, the Quirinal Stables, Sony, Enel, the Capitoline Museums and the Italian Post Office. (R.D.C.) Established in 1982 by designer Mario De Sisti, De Sisti Lighting has become a world leader in the design and distribution of lighting systems for theatre and television. It has maintained a strong focus on craftsmanship combined with the most advanced lighting engineering technologies. It works out of Rome, offering a high level of service and technical support. It has worked on many theatrical, cinematographic and television products in over 35 countries. (R.D.C.) Since 1990, Panalight S.p.A., backed by its highly specialised personnel, has been offering its clients leading services for some of the most advanced and exclusive film equipment. It is a partner of Cinecittà Studio where it has established its new Digital branch. Here, ‘the people who create pictures’ can find a complete range of new digital filming systems. It has provided equipment and personnel for The American (Anton Corbijn, 2010), Eat Pray Love (Ryan Murphy, 2010) and many other productions. (R.D.C.) 61 factory_index Di Virgilio & Partners Spacemakers Group H.Demia www.divirgilioandpartners.com www.spacemakers.it www.hdemianoleggiostand.com Motivazione, determinazione, gioventù e dinamismo. Queste le parole chiave alla base del lavoro di Di Virgilio & Partners, un’azienda che offre una vasta gamma di servizi nel settore degli allestimenti espositivi. Ma Di Virgilio offre anche consulenza per allestimenti d’interni e per l’organizzazione di eventi. Tra i clienti: Ama Roma, Eni, Toyota, Laura Biagiotti, Wind, Adidas, Bnl, Nissan, Suzuki, Ina Assitalia, Anas, Maggiore. (R.D.C.) Spacemakers Group nasce nel 1983 ma il fondatore operava nel campo degli allestimenti fin dal 1953. Attualmente è una delle principali società specializzate nella progettazione, produzione e allestimento di spazi espositivi, fieristici e congressuali, di arredo di spazi per eventi di varia natura e di showroom, coniugando le tecnologie più innovative con la tradizione derivata da circa 50 anni di esperienza. Principali clienti: Chevrolet, Fiat, Gruppo Peroni, Mercedes-Benz, Piaggio. (R.D.C.) H.Demia dal 1995 si occupa di allestimenti fieristici e itineranti. Ha collaborato con organizzazioni, privati e strutture pubbliche e ha curato manifestazioni su tutto il territorio nazionale. La società assicura una vasta gamma di prodotti: allestimenti preallestiti o personalizzati (su progetto fornito o elaborato dall’azienda), pannelli autoportanti, arredi, impianti audio/video, pagode, pedane. Ha operato per: Casaidea, Moa Casa, Roma Sposa, Philips, Panasonic, Api Petroli, Ford, Land Rover. (R.D.C.) Motivation, determination, youth and dynamism are the key words on which Di Virgilio & Partners base their work. This firm offers a vast range of services in the exhibit staging sector. However, Di Virgilio also offers consulting for internal design and for event organisation. Its clients include: Ama Roma, Eni, Toyota, Laura Biagiotti, Wind, Adidas, BNL, Nissan, Suzuki, INA Assitalia, Anas, and Maggiore. (R.D.C.) 62 Spacemakers Group was created in 1983 although its founder had been working in the exhibit sector since 1953. It is currently one of the main companies specialising in the design, production and staging of exhibitions, fairs and conferences, decoration for a variety of events and showrooms, combining the most innovative technologies with a tradition established over some 50 years of experience. Its main clients are Chevrolet, Fiat, Peroni Group, Mercedes-Benz, and Piaggio. (R.D.C.) H. Demia has been operating in fairs and travelling exhibitions since 1995. It has worked with organisations, private citizens, and public bodies, on events all across Italy. The firm provides a wide range of products, including ready-stands or customised stands (based on client design or developed by the firm), selfsupporting panels, furnishings, audio/video systems, pagodas and daises. It has worked for Casaidea, Moa Casa, Rome Sposa, Philips, Panasonic, Api Petroli, Ford, and Land Rover. (R.D.C.) Giubilarte srl Gruppo Fonema spa Cavir Srl Spazio Novecento www.giubilarte.it www.fonema.it www.cavirsrl.com www.spazionovecento.it Nel complesso di Santo Spirito in Sassia ha sede la Giubilarte srl che si occupa di gestione e rivalutazione di complessi museali e dimore storiche e risulta una delle sedi espositive più suggestive della capitale, accogliendo eventi come convegni, congressi, concerti, mostre, sfilate. Giubilarte segue l’organizzazione dell’evento occupandosi anche della direzione artistica, grafica e logistica. Ha ospitato numerosi eventi e ha lavorato per Peroni, Johnson & Johnson, Sisal, per citarne alcuni. (R.D.C.) Il Gruppo Fonema spa, con sede a Roma, è composto da sette società che si occupano di organizzazione di eventi, convention, convegni, sfilate, di progettazione di stand espositivi, di allestimenti museali, scenografie, segnaletica e totem, oltre che di comunicazione e marketing, grafica ed editing. Tra i numerosi clienti: Poste Italiane, Wind, Grandi Navi Veloci, Enel, Ducati, Ericsson, Western Union, Lancetti. (R.D.C.) Nel 1962 Carlo del Monti e Virgilio Cicinelli, già nel campo degli allestimenti dal 1952, fondano la ditta Cavir, che da 50 anni opera nell’ambito dell’allestimento di eventi per la comunicazione e dei servizi ad esso connessi (trasporto e posa in opera). Opera sia nel settore museale, con numerosi allestimenti nei più importanti musei romani e nazionali, che in quello fieristico (stand per Manpower, Guru, Gruppo Sole24Ore) e congressuale (American Express, Circolo Canottieri Lazio). (R.D.C.) 1000 mq nel palazzo dell’Arte Antica a Roma fanno di Spazio Novecento una location tecnologica e innovativa per congressi, convegni, meeting, mostre, party mondani. Lo spazio, altamente tecnologizzato, rende possibile numerose combinazioni di allestimenti. Ma Spazio Novecento significa anche catering, servizio audio/ video/luci, logistica, segnaletica e grafica. Tra gli eventi ospitati: Alta Moda Roma, sfilata Hello Kitty, party Citroen, Philips Aurea, Festival del Cinema, party Nokia. (R.D.C.) Carlo del Monti and Virgilio Cicinelli entered the field of exhibition design in 1952. In 1962 they founded Cavir, which has been offering communication event design and the related services (transport and fitting) for 50 years now. It has designed numerous exhibitions for the biggest museums in Rome and Italy, and also works on trade shows (it has created stands for names such as Manpower, Guru and the Sole24Ore group) and congresses (American Express, Circolo Canottieri Lazio). (R.D.C.) Spazio Novecento’s 1,000 square metres inside the Palazzo dell’Arte Antica in Rome make it a technological and innovative location for conferences, conventions, meetings, exhibits, and society events. The high-tech space is suited for many staging combinations. However, Spazio Novecento also offers catering, audio/video/lighting systems, logistics, signage and graphics. The events it has hosted include: Alta Moda Roma, Hello Kitty fashion show, the Citroën party, Philips Aurea, Festival del Cinema, and the Nokia party. (R.D.C.) Giubilarte s.r.l. has its offices in the Santo Spirito in Sassia complex, managing and revitalising museum complexes and historic homes. It has one of the most impressive exhibition sites in the capital, hosting conventions, conferences, concerts, exhibits and fashion shows. Giubilarte oversees event organisation, and also takes charge of artistic, graphic and logistics management. It has hosted many events and has worked for Peroni, Johnson & Johnson, Sisal, among others. (R.D.C.) Gruppo Fonema S.p.A., headquartered in Rome, is composed of seven firms that organise events, conventions, conferences, fashion shows, exhibition stand design, museum staging, sets, signage and totems, in addition to communication and marketing, graphic arts and editing. Some of its many clients are: Poste Italiane, Wind, Grandi Navi Veloci, Enel, Ducati, Ericsson, Western Union, and Lancetti. (R.D.C.) 63 Innovation & Tradition Filippo Pernisco 64 Altroequipe, Pycta 2006. Ph: Riccardo De Antonis. La tradizione e la sperimentazione si trovano spesso a confrontarsi sui territori dell’arte; succede così che dimensioni che sembrano molto distanti, rivelano un percorso comune fatto di passione, creatività ed emozione, trovando così nella danza la natura stessa del loro essere, attraverso interpretazioni diametralmente opposte nella loro forma, ma davvero vicine nel loro spirito. La tradizione del Teatro dell’Opera, della sua “fabbrica”, dove vengono costruite, restaurate e custodite, le scene e i costumi che hanno fatto la storia dell’Opera Lirica a Roma. Un archivio, ma anche un’officina, sempre attiva e impegnata a creare nuovi suggestivi scenari attraverso l’abilità, come nel passato, di maestranze, veri e propri artisti-realizzatori che contribuiscono ad aumentare sempre di più il meraviglioso patrimonio di scene e costumi a cui si attinge per gli adattamenti delle nuove produzioni. La sperimentazione di Orazio Carpezano, e Altroequipe, che, lasciandosi ispirare dalle infinte sfaccettature della contemporaneità, si confrontano con la creazione di performance che vivono attraverso la contaminazione tra i diversi aspetti della ricerca. Il suo lavoro è stato esposto alla Biennale di Venezia e in alcune mostre collettive a Roma, Barcellona e Delft e, con Altroequipe, ha partecipato a diverse edizioni del Monaco Dance Forum. Tradition and experimentation often face off in the arts, and aspects that seem very different have actually followed a similar path composed of passion, creativity and emotion, finding the very essence of their existence in dance, through interpretations that are diametrically opposed in their form, but very similar in spirit. There is the tradition of the Opera, of its ‘factory’, where sets and costumes that have made the history of the lyrical opera in Rome are created, restored and stored. This is an archive, but also a workshop, that is still active and busy creating new impressive sets through the skills, as in the past, of labour, true artists/creators who contribute to continually increase our wonderful heritage of sets and costumes that can be adapted to new productions. The experimentation of Orazio Carpezano, and Altroequipe, who, inspired by the infinite facets of contemporary life, is confronted with the creation of performances that live through contamination with various aspects of research. His work has been exhibited at the Venice Biennale and in collective exhibits in Rome, Barcelona and Delft, and he has participated in various editions of the Monaco Dance Forum with Altroequipe. Orazio Carpenzano. La dimensione provvisoria della forma | The provisional dimension of form “La scenografia è un corpo architettonico che accumula e libera energia assieme ai corpi viventi, a patto che si accetti la necessità di una dimensione provvisoria della forma.” Le parole di Orazio Carpenzano spiegano immediatamente quanto sia ampia la ricerca che, ormai dal 2001, conduce con Altroequipe. Tutto è iniziato con la concezione dell’ormai celebre Physico, primo atto di una sperimentazione orientata a comunicare, attraverso l’interazione tra diverse forme di arte, la profonda analisi di complessi sistemi di vita reale e artificiale, ridefinendo, anche a livello teorico, concetti come azione e percezione. Il percorso che porta alla materializzazione di pensieri così complessi ed articolati è multidisciplinare e multisensoriale, quasi un percorso di vita, che è in realtà la componente primordiale delle architetture di Orazio Carpenzano, così come delle coreografie di Lucia Latour e degli altri interpreti di Altroequipe, che lo stesso Carpenzano definisce “azioni configurative della vita”. Lavorare con organismi bidimensionali, tridimensionali, rompere continuamente gli argini dello spazio, significa effettivamente confrontarsi con quelli che sono i processi 65 66 degli organismi viventi, compiendo riflessioni molto attente sulle modalità di vita di organismi che celano sotto una apparente semplicità una elaboratissima capacità di interagire con la collettività e con l’ambiente, come gli sciami, gli stormi... L’esigenza di adeguare le singole traiettorie alle necessità di una comunità, laddove l’intelligenza collettiva guida i movimenti dei corpi autonomi, è uno stimolo fortissimo su cui Altroequipe sta lavorando nella stessa direzione che ha portato scienziati e visionari a ipotizzare, in un futuro non ben definito, la possibilità che intelligenze artificiali siano in grado di acquisire abilità intellettive dall’interazione con l’ambiente e la collettività, arrivando ad applicare alla danza concetti come robotica e mobiligence. Gli stessi concetti di dimensione e spazio sono associati ad un’idea di architettura mutevole e ascalare, intesa come un organismo quasi in grado di autoprodursi, dove ciò che non si vede è molto più importante di ciò che si vede, stimolando la sensorialità e rendendo di primaria importanza la funzione rivelatrice della luce, utilizzata come strumento per liberare l’energia presente nella scena. Uno spazio, un organismo che viene vissuto dagli osservatori, e si modifica per comunicare al meglio la sua attitudine ad essere vissuto, mai ad essere contemplato, dimostrando come in ogni essere vivente c’è un comportamento che può includere il mantenimento o il disfacimento della forma stessa. Altroequipe, Sylvatica, 2004. Ph: Max Botticelli. Altroequipe, Lallunahalalone, 2008. Ph: Riccardo De Antonis. In questo contesto le nuove tecnologie, la Motion Capture e la Motion Graphics, introdotte grazie alla collaborazione con lo IUSM (Istituto Universitario Scienze Motorie) di Roma e Pool Factory, hanno permesso ad Altroequipe di affrontare una nuova dimensione della danza: la forma del movimento. Lo spazio “scanner” in cui le telecamere intercettano le traiettorie è uno spazio in cui l’osservatore vede ciò che la telecamera gli mostra, cioè non già il corporeo, ma i segni della motilità... Facile capire come apprezzare insieme visibile ed invisibile possa essere una esperienza straordinaria. Questa dimensione che Altroequipe ha definito “stereoplastica” e che lavora sulla traccia del movimento, trova riferimenti archetipici già nelle opere dei Futuristi, ma anche degli Impressionisti: una fusione tra corpo e spazio basata su paradigmi relazionali in grado di incorporare nel sistema una vera e propria riproduzione generativa. Alla Motion Capture è associata anche la Motion Graphics (sempre in collaborazione con IUSM e Pool Factory), interpretazione grafica della traccia del movimento, volta ad amplificare l’empatia tra reale e virtuale, sottolineando la grande forza di ciò che agli occhi appare invisibile e proiettando l’architettura in una dimensione in cui la sua enorme importanza è determinata dalla sua stessa assenza. 67 ‘Sets are architectural bodies that store up and release energy together with living bodies, as long as there is acceptance of the need for a provisional dimension of form.’ 68 The words of Orazio Carpenzano immediately reveal the breadth of the research that he has been doing with Altroequipe since 2001. It all started with the conception of the now famous Physico, the first step in an experimentation process that focuses on interaction between different forms of art to convey in-depth analysis of complex real and artificial life systems. It redefines concepts like ‘action’ and ‘perception’, both theoretically and on other levels. Such complex, articulate thoughts take shape in a multidisciplinary, multi-sensory process that is almost a journey through life. Indeed, life is the fundamental element in Orazio Carpenzano’s architecture and the choreographies by Lucia Latour and the rest of the Altroequipe team, which Carpenzano calls ‘configurative actions of life’. Working with two and three dimensional bodies and continually breaking down the boundaries of space essentially means dealing with the processes of living beings and very carefully reflecting on the ways of life of organisms whose apparent simplicity conceals a highly elaborate capacity to interact with the community and the environment, such as swarms and flocks. When collective intelligence guides the movements of autonomous bodies, the requirement to bring individual paths in line with the needs of a community is a very strong form of input. Altroequipe is working on it, with the same outlook that has led scientists and visionaries to discuss the possibility at some unspecified time in the future of artificial intelligence that is capable of acquiring intellectual abilities through interaction with the environment and the community. This means that concepts like robotics and mobiligence can be applied to dance. The concepts of dimension and space are associated with an idea of architecture that changes and comes in stages. It is seen as an organism that is almost capable of appearing by itself. What you cannot see is much more important than what you can see. This stimulates the senses and means that the revealing function of light is of prime importance, as it is used as a tool to free the energy on the stage. The audience experiences this space/organism, which changes in order to optimally convey its vocation for being experienced and never being viewed, thus showing that in every living being there is behaviour that can involve keeping or doing away with its form. The new Motion Capture and Motion Graphics technologies introduced thanks to the collaboration with IUSM (the University Institute of Motor Sciences) in Rome and Pool Factory have allowed Altroequipe to investigate a new dimension of dance: the form of movement. The ‘scanner’ is a place where TV cameras trace trajectories and onlookers see what the cameras show them: not the bodily elements, but the signs of motion. It is easy to see that appreciating visible and invisible aspects at the same time can be an exceptional experience. Altroequipe has called this dimension ‘stereoplastic’. It traces movement and has found archetypal patterns in the work of the Futurists and also that of the Impressionists: there is a merger between body and space based on relational paradigms that are capable of incorporating genuine generative reproduction in the system. Motion Capture is combined with Motion Graphics (once again due to the partnership with IUSM and Pool Factory), a graphical interpretation of the movement traced which aims to enhance the empathy between real and virtual aspects. It emphasizes the great power of the elements that seem invisible to our eyes and projects architecture into a dimension in which its huge importance is determined by its very absence. Allalunalaloneh 2009, tolopogia generativa, Teatro Vascello. Ph: Adriano Annino. Allalunalaloneh 2009, Teatro Vascello. Ph: Riccardo De Antonis. 69 Nicoletta Cardano Conservare la tradizione: il laboratorio di scenografia del Teatro dell’Opera di Roma | Preserving tradition: the Teatro dell’Opera scenic workshop in Rome Maurizio Varamo, direttore del laboratorio di scenografia del Teatro dell’Opera di Roma. Ph: Chiara Bellisai. | Maurizio Varamo, director of the Teatro dell’Opera scenic workshop in Rome. Ph: Chiara Bellisai. Laboratorio di scenografia del Teatro dell’Opera di Roma di via dei Cerchi . Ph: Chiara Bellisai. | Teatro dell’Opera scenic workshop in Rome, via dei Cerchi. Ph: Chiara Bellisai. 70 La “fabbrica” del Teatro dell’Opera, per le sue caratteristiche insieme di laboratorio di produzione e luogo di conservazione di memoria, offre elementi utili e spunti di riflessione nella ricognizione complessiva della situazione dell’ exhibit design a Roma e delle sue radici storiche. La sede dei “laboratori e raccolta degli attrezzi, scene e costumi” - così come vengono definiti in una vecchia targa in travertino sull’ingresso di via dell’Ara Massima di Ercole, tra il Circo Massimo, la Bocca della Verità e il Tevere - è situata sin dalla fine degli anni Venti, all’interno dell’edificio industriale dell’ex Pastificio e Mulino Pantanella. Una collocazione di particolare fascino nel cuore della città e al tempo stesso, per le sue stesse caratteristiche di architettura industriale, adatta ad accogliere la “fabbrica” del teatro: un’officina talvolta febbrile in cui mestieri e lavorazioni varie, dalla falegnameria, ai laboratori per le scene, concorrono nella produzione dell’ opera lirica. L’edificio conserva oggi, tra l’altro, un patrimonio di più di sessantamila costumi, un repertorio ricco, che continua ad incrementarsi e a cui si attinge per gli adattamenti delle nuove produzioni. Gli aspetti conservativi della “raccolta”, in particolare per quanto riguarda le scene, devono fare i conti con il carattere dell’effimero e del provvisorio, intrinseco alla produzione teatrale, e con le esigenze pratiche che determinano il mantenimento, o meno, dei diversi elementi di una produzione. Nel magazzino del pian terreno esiste ancora in parte il deposito delle vecchie scene, che venivano conservate arrotolate sugli stangoni e riposte su delle graticce; da molto tempo, tuttavia, scene e fondali vengono piegati e riposti in casse, poi depositate nei magazzini periferici del teatro. Alla realizzazione delle scene concorre il laboratorio di falegnameria, che sagoma e allestisce con cantinelle, i “cosiddetti spezzati”, telai sagomati dove si applica la tela dipinta o elementi volumetrici realizzati con materiali vari, dal legno al polistirolo, al plexiglass, ai nuovi componenti poliuretanici. L’ambiente dove vengono dipinte le scene, all’ultimo piano dell’edificio, si trova al centro di un meraviglioso fondale, non dipinto ma naturale, una portentosa veduta della città di Roma a trecento sessanta gradi dal Palatino, all’Aventino, al Tevere e oltre, restituita attraverso le ampie aperture dei finestroni. L’attività è indirizzata sul doppio binario della realizzazione di nuove scene, e del restauro o della ripresa degli allestimenti da riproporre. Non stupisce così di trovare in lavorazione, ad esempio, la riproduzione su tulle una serie di dipinti di Rothko previsti nella nuova messa in scena de La battaglia di Legnano, curato dal direttore degli allestimenti scenici del Teatro, Carlo Savi. Il lavoro del laboratorio si svolge secondo la tradizione della pittura di scenografia all’italiana: si impiegano le terre con le colle animali, si usano strumenti fuori dalle misure abituali come canne per disegnare, tavolozze, righe e squadre, e si dipinge in piedi, con pennelli dai manici lunghissimi camminando sulla tela. Attraverso la pittura, come spiega il direttore Maurizio Varamo, si creano illusioni ottico prospettiche di ambienti e situazioni. Numerose le maestranze che partecipano alla realizzazione, ognuno con la propria specializzazione e con una conoscenza del mestiere accresciuta dalla pratica quotidiana nella “fabbrica”, con le sue regole date dalla velocità dei tempi e dalla necessità di risolvere problemi sempre diversi: dalle sarte che si occupano di tagliare a misura, cucire a terra e fare applicazioni sulla tela, guidate dai preparatori agli operai specializzati addetti alla preparazione del colore e della tela prima che i pittori scenografi vi intervengano. Cambellotti, Prampolini, Benois, De Chirico, Guttuso, Turcato, Scialoja sono soltanto alcuni degli artisti che hanno realizzato scenografie per gli spettacoli rappresentati nel Teatro dell’Opera e i cui bozzetti sono conservati nella ricca collezione dell’Archivio Storico del teatro in piazza Gigli. Molti di loro hanno lavorato nei locali di via dei Cerchi fianco a fianco con gli artisti-realizzatori, da Camillo Parravicini, a Ettore Rondelli, ad Armando Pasti. Il laboratorio è diventato così nel tempo il depositario dell’esperienza del mestiere e della tradizione di questi maestri scenografi, in particolare di Rondelli e della sue realizzazioni sceniche basate sulle suggestioni e sull’incanto della pittura. Numerose rappresentazioni sono state riallestite in questi ultimi anni dal laboratorio diretto da Varamo con le vecchie scene, restaurate o ricostruite. Tra i vari esempi, la Tosca, riproposta nell’allestimento originario del 1900 di Adolf Hohenstein secondo la realizzazione di Ettore Rondelli e l’Adriana Lecouvreur con le scene di Rondelli; il riallestimento da Picasso per i balletti Parade e Pulcinella nella serata per i Ballets Russes e la ricostruzione delle scene sui bozzetti disegnati da Giorgio de Chirico per Appollon Musagète e Bacchus et Ariane. Oltre a tramandare e conservare, il laboratorio ha progressivamente rinnovato le sue modalità di lavoro, sulla base degli sviluppi dell’arte scenografica, affrontando le esigenze delle nuove produzioni basate soprattutto sull’utilizzazione delle tecnologie e dei sistemi di proiezione, per le quali tuttavia è necessaria una concreta innovazione della fabbrica. La tradizione di un lavoro artigianale, rimasto inalterato, dovrebbe essere affiancata, in uno sviluppo delle attività in proprio del teatro destinate alla produzione, con laboratori appositamente attrezzati per la realizzazione di elementi scenici con nuove tecnologie e materiali. Per la tradizione di sapienza artistico - artigianale e per le sue caratteristiche di officina il laboratorio ha potenzialità notevoli dal punto di vista formativo, in parte attuate negli anni ‘90, con veri e propri corsi, e oggi con gli stage degli studenti dell’Accademia. 71 The Teatro dell’Opera ‘factory’, with its combined features as a production workshop and a place for preserving memory, offers useful elements and food for thought in an overall assessment of exhibit design in Rome and of its historical roots. The home of ‘workshops and a collection of props, scenery and costume’, as it is described on a travertine plaque on the entrance in via dell’Ara Massima di Ercole, between the Circus Maximus, the ‘Mouth of Truth’ and the Tiber, has been located since the late 1920s inside an industrial building of the ex-Pantanella Mill and Pasta Factory. It is an extremely atmospheric location in the heart of the city with industrial architectural features that houses the theatre ‘factory’: a workshop often teeming with the activity of various arts and crafts, from woodwork to scenery workshops, which work together to produce opera. The building is today home to a collection of more than sixty thousand costumes, a rich repertoire that continues to increase and which is adapted for new productions. The conservatory character of this ‘collection’, especially in terms of scenery, is pitted against the ephemeral and temporary nature intrinsic to a theatre production and against practical needs that determine whether various elements of that production should be maintained or not. The warehouse on the ground floor still preserves part of the old scenery storage, where backdrops were rolled on the battens and placed on the grids. For a long time, however, scenery and backdrops have been folded and placed in boxes, to then be deposited in warehouses around the theatre. Scenery is produced by the carpentry workshop, which shapes and prepares with battens the shaped frameworks on which to apply the painted backdrop or volumetric elements created with various materials like wood, polystyrene, Plexiglas or new polyurethane components. The scenery painting workshop, on the top floor of the building, is located in the centre of a marvellous backdrop (real and not painted this time): a marvellous 360° view over the city of Rome, the Palatine Hill, the Avertine Hill, the Tiber and beyond, through the huge windows. The workshop produces new scenery and also restores or reuses past sets. One may find, for example, a reproduction on tulle of a series of Rothko paintings for the new production of La Battaglia di Legnano, created under the supervision of the theatre’s head of scenery, Carlo Savi. Activity in the workshop takes place according to Italian set painting tradition, using earths and animal-based glue, with large-scale pencils, palettes, rods and set squares. Painting is done standing up, with brushes with extremely long handles, walking on the canvases. The painters, explains director Maurizio Varano, create optical illusions of perspective in situations and settings. Many skilled craftsmen are involved and each has their own specialisation. Each one acquires a mastery of their craft by daily practice in the ‘factory’, with rules dictated by the time frames and the need to solve problems that are always different: from seamstresses who cut to measure, sew on the ground and apply elements to the canvas, guided by those who prepare it, to staff specialised in preparing paints and canvases before decorative artists go to work on it. Laboratorio di scenografia del Teatro dell’Opera di Roma di via dei Cerchi . Ph: Chiara Bellisai. | Teatro dell’Opera scenic workshop in Rome, via dei Cerchi. Ph: Chiara Bellisai. Cambellotti, Prampolini, Benois, De Chirico, Guttuso, Turcato and Scialoja are just some of the artists who have created scenery for performances at Teatro dell’Opera and whose sketches are preserved in the theatre’s large archive on Piazza Gigli. Many of them worked in the spaces of via dei Cerchi alongside artist-artisans, from Camillo Parravicini to Ettore Rondelli and Armando Pasti. Thus the workshop has become over time a repository for the experience of the skills and tradition of these master scenographers, in particular of Rondelli and his stage sets based on the suggestions and magic of painting. Numerous performances have taken place in recent years using old scenery, restored or rebuilt by Varano’s workshop. For example, Tosca, re-staged win its original version from 1900 by Adolf Hohenstein, with set design by Ettore Rondelli and Adriana Lecouvreur, with Rondelli’s scenery; Picasso’s sets for the ballets Parade and Pulcinella in the evening for the Russian Ballets and a reconstruction of scenery based on sketches by Giorgio de Chirico for Apollon Musagète and Bacchus et Ariane. As well as handing down and preserving tradition, the workshop has always updated its working methods, in line with developments in set design, to meet the needs of new productions based, above all, on the use of technology and projection systems, for which concrete innovation is required from the workshop. The tradition of artisan workmanship, which has remained unaltered, must be combined with a development of the theatre’s own production activities, with specially equipped workshops to create scenic elements with new technologies and materials. Thanks to its traditions and its artistic and artisanal know-how, the workshop has a great deal of potential for training. This partially began in the 1990s, when complete courses started to be offered, and now takes place in the form of workshops of the Academy students. 73 LSD_la sapienza design factory Factory La Sapienza Design, Stand regionale, Bit 2008, Milano. 74 Paola Schiattarella Factory LaSapienzaDesign Comunicare con “Sapienza” A Master Class in Communication Se è vero che tutte le strade portano a Roma, necessariamente devono passare per il Lazio, un territorio ricco di attrattive archeologiche, artistiche, paesaggistiche, culturali, e gastronomiche da scoprire, purtroppo ingiustamente ma inevitabilmente offuscate dalla vicinanza di Roma. Solitamente la comunicazione del turismo regionale si limita a mostrare immagini fotografiche, sia pure accattivanti, di paesaggi naturali, feste paesane, bellezze artistiche, o a proporre suggestivi itinerari artistici, archeologici, religiosi, gastronomici ecc. o ancora ad esporre i prodotti tipici della zona in questione…. ne deriva un messaggio a dir poco statico e frammentario. Nel 2008 con la collaborazione progettuale del laboratorio Factory La Sapienza Design, si è avviato uno studio di restyling di una nuova identità visiva della politica regionale di promozione del turismo, al fine di ottenere un’immagine integrata diversa, riconoscibile, forte, ma nello stesso tempo flessibile, in grado di rompere completamente con la comunicazione tradizionale. La nuova immagine si è basata su una texture grafica, formata dai nomi di tutti i comuni del Lazio stampati a correre in verde acido su fondo nero. Colori nettamente in contrasto con le grafiche tradizionali della propaganda turistica regionale e per questo fortemente identificativi. Da questo restyling visivo è nata poi la progettazione degli spazi espositivi per le fiere di settore. Gli allestimenti si sono basati principalmente su questi elementi grafici identificativi ricorrenti, rielaborati e adattati a seconda delle esigenze di spazio e di comunicazione, ma che poi vengono arricchiti da tecnologie multimediali d’avanguardia permettendo ai visitatori di avere comunicazione visiva su tutto quello che riguarda il Lazio, non solo, ma anche di interfacciarsi con esse, in modo da ricevere risposte e rimandi infiniti. Gli utenti, in questo modo, non sono solo destinatari passivi di messaggi turistici, ma soggetti attivi, incuriositi e stimolati ad interagire, a inventare e a immaginare. Altro denominatore comune di tutti gli allestimenti, oltre alla grafica fortemente identificativa, è stata la presenza di un importante elemento totemico riconoscibile a distanza e con una grande valenza simbolica ad esempio una grande cartolina del Colosseo, riprodotta poi anche come gadget, per il BIT 2010 (Borsa internazionale del Turismo) a Milano; un grande cubo contenente la mostra dei costumi di scena dei gladiatori, gentilmente concessi da Cinecittà, nel Globe 2009 a Roma, oppure un grande videowall appeso al soffitto nel TTI 2009 di Rimini, per citare solo qualche esempio. Naturalmente la grafica e la progettazione si sono estese anche ai tavoli per gli incontri b2b, alle sedie, alle paline e a tutti gli arredi, rendendo il tutto unico e coerente. In tal modo gli stand si sono distinti nettamente dagli quelli tradizionali di propaganda turistica, raggiungendo così in pieno l’obiettivo di una comunicazione di alta qualità. 75 Factory La Sapienza Design, Stand regionale, Bit 2010, Milano. Factory La Sapienza Design, Stand regionale, Btc 2009, Roma. Factory La Sapienza Design, Stand regionale, Globe 2009, Roma. 76 They say that all roads lead to Rome. If this is the case, it means that they will go through Lazio: a region with a wealth of archaeology, art, landscapes, culture and gastronomy waiting to be discovered. Although these attractions are worthy of attention, unfortunately the nearby presence of Rome inevitably keeps them out of the spotlight. As a rule, the materials used to promote regions to tourists simply show photographs – albeit appealing ones – of natural landscapes, villages festivals and artistic wonders. Alternatively, they may show the typical local produce or suggest delightful routes based around themes such as art, archaeology, religion and gastronomy. It would be an understatement to say that the message conveyed is fragmented and lacking in vivacity. As part of a joint initiative with the La Sapienza Design Factory workshop, in 2008 work started on the restyling of the visual identity for the region’s tourist promotion policies. The new integrated image was recognizable and powerful, but also flexible. It marked a complete change in direction from traditional communication. The new image was based on a graphic texture made up of the names of all of the towns in Lazio. They were printed in acid green on a black background. These colours stand out, as they are in complete contrast with the usual hues of regional tourism materials. This visual restyling was followed up by exhibition design for trade fairs. It was mainly based on the recurring identification graphics, which were reworked and adapted to meet the space and communication needs. They were also enhanced with cutting edge multimedia technology, so that visitors were not only able to enjoy visual communication about everything to do with the Lazio region, but also interface with it. They were thus provided with answers and countless cross-references. This approach meant that the users were not just passive recipients of tourist messages but active players who were stimulated and encouraged to interact, invent and imagine. In addition to the highly recognizable graphics, another common feature in all of the exhibition designs was a high-profile element that could be identified from a distance. Each of these ‘centrepieces’ had great symbolic value. Examples include: a huge postcard of the Colosseum for BIT 2010 (International Tourism Exchange) in Milan, where copies were also given out as free merchandise; a large cube containing an exhibition of stage costumes for gladiators, which were kindly provided by Cinecittà, at Globe 2009 in Rome; an enormous video wall hanging from the ceiling at TTI 2009 in Rimini. Of course the graphics and design also encompassed the tables for B2B meetings, the chairs, the signs and all of the furnishings, giving a unique overall look. The tourist promotion stands were thus quite distinct from their more traditional counterparts, so the objective of high quality communication was fully achieved. 77 LSD_la sapienza design factory Between pannello attrezzato | Equipped modular panel Serena Bigatti Progetto sperimentale | Experimental project Tutor: Maria Claudia Clemente “Between” è un pannello attrezzato disegnato su disegno irregolare, come una superficie adattabile, che come una texture è fatta di moduli adattabili allo spazio, se necessario. Tre moduli diversi, supportati da strutture articolate, possono essere posizionati a piacere, adattandosi a molteplici funzioni: scaffalatura, sistema d’illuminazione, supporto pianta rampicante. È possibile inserire i moduli che vuoi e scegliere la dimensione in base alle vostre esigenze. È inoltre possibile modificare in qualsiasi momento, aggiungendo, togliendo o spostando i moduli. Tra interno ed esterno, i pannelli collocati nei balconi, creano un pattern in continua evoluzione, che riflette i gusti dell’utente. 78 “Between” is an equipped panel designed on an irregular dowelling, as an adaptable surface, which like the leave’s texture is made of modules that can always fill the space if needed. Three different modules supported by articulated frames can be positioned for unlimited arrangements, providing many functions such a store place, a light filter, a washing line, a creeper plants support and pot. You can put as many modules as you wish and choose the dimension according on your needs. You can also modify it whenever you wish, by adding, removing or moving modules. Between inside and outside, the panels placed in the balconies, create a pattern continuously changing, reflecting the user’s tastes. Allestimento temporaneo per il GreenFever Festival | Format di caffetteria per un’azienda produttrice di caffè | Temporary setup for the GreenFever Festival_ Festival_ Marco Cimino Coffee shop format for a coffee producer_ producer_Chiara Brizzi Progetto sperimentale | Experimental project Tutor: Marco Bevilacqua Progetto sperimentale | Experimental project Tutor: Marco Bevilacqua Tutor: Bianca Elena Patroni Griffi Negli ultimi anni c’è una attenzione sempre più diffusa attorno ai temi ambientali, emerge il desiderio di un vero e proprio nuovo modello di vita in cui la nostra società possa ricostruire un nuovo equilibrio con il suo habitat. Allo studente è stato richiesto di realizzare un progetto di un allestimento in occasione di GreenFever (www.greenfever.it ), una manifestazione che si terrà a Roma nell’estate 2012, presso gli spazi dell’Ex Mattatoio di Testaccio, obiettivo è la divulgazione di un nuovo modo di vivere sostenibile. L’allestimento posto all’ingresso della manifestazione vuole veicolare tali contenuti anche grazie all’esposizione di prodotti sostenibili: progetti vincitori di un concorso per giovani designer. Il progettato nasce solo dopo un’attenta analisi delle esigenze comunicative e l’acquisizione delle indicazioni del nuovo posizionamento sul mercato di un’azienda produttrice di caffè, la storica torrefazione barese Saicaf. Il centro del progetto è il bancone: composto da lamelle di diversi materiali naturali come il ferro, vetro e legno, si articola in molteplici configurazioni al fine di rispondere alle diverse esigenze dimensionali e distributive dei bar. Nonostante la semplicità formale del sistema di arredi, il progetto riesce nel suo intento principale: trasmettere la qualità del prodotto Saicaf sul territorio pugliese. In recent years, there has been increasing attention to environmental issues, with a desire to create a truly new model for living in which our society establishes a new balance with its habitat. The student was asked to create a display for GreenFever (www.greenfever.it ), an event to be held at Ex Mattatoio di Testaccio in Rome in the summer of 2012, with the goal of promoting a new way of sustainable living. The setup, to be located at the entrance to the event needs to express this content also through a display of sustainable products: winning designs of a competition for young designers. The design was conceived only after the communication needs had been carefully analysed and information had been acquired on the new market positioning of the historic Bari coffee roaster Saicaf. The focal point of the design is the counter: composed of strips of various natural materials like iron, glass and wood, it is expressed in a variety of ways in order to meet the different size and distribution needs of the serving counters. Despite the formal simplicity of the furnishing system, the design meets its main goal: to transmit the quality of the Saicaf product in the Puglia region. 79