Particelle elementari e forze fondamentali “Particella elementare”: non e’ una categoria assoluta, l’”elementarieta’” dipende dallo strumento di osservazione che spesso e’ un’altra particella elementare: Risoluzione spaziale energia dell’interazione Con la luce in un microscopio abbiamo una risoluzione ∆r: θ ∆r~λ/sinθ, nel caso di particelle: λ=h/p ∆r~λ/p sinθ ~ h/q con q impulso trasferito nell’interazione. Piu’ é grande l’impulso Trasferito maggiore é la risoluzione (potere separatore). Aumentando l’energia dell’interazione abbiamo scoperto vari “stati elementari”: -Atomi (Democrito) e molecole (elementi chimici 1700-1800) -Struttura atomica : fisica atomica (Rutherford inizio 1900) E d KeV, rt10-8 cm -Struttura del nucleo:fisica nucleare, anni 30, protoni e neutroni E~MeV, r~10-13cm -Struttura dei nucleoni: fisica subnucleare, dagli anni 50. E > GeV, r < 10-13cm Oggi disponiamo di ‘microscopi’ in grado di far interagire le particelle con energie di TeV Particella elementare -Non ha struttura interna: e’ caratterizzata solo da una massa, carica elettrica, spin (momento magnetico). -Non ha dimensione: dd10-18 m. Ex: distribuzione di carica di un elettrone ρ(r)=q δ(r) distribuzione di carica di un protone: ρ(r)=(q /r0) exp(-r/r0) (r0~ 0.2 10-13cm) -.Non ha stati eccitati. Se l’energia dell’interazione e’ sufficiente si possono creare nuove particelle, Ex : e+ e- π+ π− se s ≥ 2mπ , µ− e- νµ νe I fenomeni sperimentali sono inquadrati teoricamente in una:“Teoria quantistica di campo” che incorpora sia la relativita’ che la meccanica quantistica: quantizzazione del campo mediatore dell’interazione. Particelle elementari oggi conosciute a 10-18 m (103 GeV) − 6 leptoni + 6 quark tutte a spin ½ e con “masse” che vanno da 0.5 MeV/c2 a 175 GeV/c2 −4 interazioni fondamentali: 1) gravitazionale; Intensita’ 2) debole; crescente 3) elettromagnetica; 4) forte. i quark sono soggetti a tutte e 4 le interazioni mentre i leptoni sperimentano solo le prime 3. Simmetrie Simmetrie di spazio tempo Parita’ P Parita’ intrinseca P Inversione temporale T Simmetrie interne Isospin I Coniugazione di carica C G parita’ G Simmetrie locali della lagrangiana (gauge) Generazione delle interazioni tra le particelle i mediatori Simmetrie convervazione di osservabili fisiche (Noether) Ex: in elettrodinamica: invarianza per cambiamento locale della fase: ψ → eiϑψ (gruppo U(1)) conservazione della carica elettrica Applicata alla lagrangiana dell’elettrone libero genera un campo vettoriale il fotone e la QED mediatore: -Quali altre simmetrie (e mediatori) per le altre interazioni? -Si possono unificare le 4 interazioni e sotto quale simmetria? Oggi disponiamo di: -Teoria unificata elettrodebole validata dalla scoperta di W/Z, quark top, molte misure di precisione. Manca pero’ ancora un elemento: il bosone di Higgs (scoperto nel 2007 ?) -Teoria delle interazioni forti la QCD (simile alla QED) -Ma la gravita’!? Fisica delle particelle, cosmologia e astrofisica Si va sempre piu’ consolidando il legame tra la fisica delle particelle e la fisica del cosmo: l’origine e l’evoluzione dell’universo e la fisica delle galassie e delle stelle (astrofisica) dipendono in maniera cruciale dalle particelle e dalle loro caratteristiche e interazioni. Ex. Il numero dei neutrini e la loro massa, il problema della materia oscura, l’origine dei raggi cosmici, la stabilita’ della materia, … Il sole come laboratorio delle 4 forze -Inizialmente condensazione gravitazionale da una nuvola di idrogeno fino a una temperatura di 107 K: innesco della fusione termonucleare. -Prima reazione di fusione e’ debole: pp d+e++νe (“lenta”) -Gli stadi successivi coinvolgono reazioni forti e elettromagnetiche ex: p+d 3H +γ e L’energia liberata si trasmette essenzialmente come raggi X dal centro del sole alla fotosfera con interazion elettromagnetiche ma anche come radiazione di neutrini che trasportano una frazione significativa di tutta l’energia emessa dal sole Super-Kamiokande: Neutrini solari νx + e− → νx + e− : energia di soglia: 5 MeV, sensibile ai neutrini solari del B I neutrini vengono dal sole Foto del sole con i neutrini Il sistema di unita’ naturali i.e. c = 1, h = 1 Nel SI, c=2.998 108 m/s e h = 1.055 10-34 J s, 1 GeV= 1.6 10-10 J −massa (mc2) e impulsi (pc) in GeV. Ex mp=1.7 10-27Kg=0.938 GeV -lunghezza ( λC = h mc ) in GeV-1 ex 1 GeV-1 =0.197 10-13cm=0.197 fm -aree in GeV-2 ex 1 GeV-2 =0.0388 fm2=0.388 10-27cm2=0.388 mbarn -tempi (t=λc/c) GeV-1 ex 1 GeV-1=6.57 10-25 s -forza: F=ma=mlt-2 = m2 i.e. GeV2 ex:1dyne=gr cm/s2=1.24 10-11 GeV2 q ex: potenziale quark-antiquark (quarkonio): a V (r ) = br − + V0 r q Se b=0.18 GeV2 F=15 ton; se r=1fm ~ 5 GeV-1, V(r) = 0.9 GeV q q q q mπ=0.14 GeV Ex. hc= 197 MeV fm (1 fm= 10-15m) e2 1 e2 S .I . EC = ⇒ = MeV ⋅ fm ⇒ 4πε 0 r 4πε 0 e2 1 e' adimensionale = ≡α 137 4πε 0 hc ze Ze θ Ex: scattering Rutherford: σ (θ > θ ) = πz 2 Z 2 4 = e2 2 1 [ ] 2 4πε0 T πz 2 Z 2 1 4 1 tan 2 θ = πz 2 Z 2 2 197 2 2 [ ][ ] fm 137 T (MeV ) 2 hc 2 α ( ) T 4 2 1 tan 2 θ 2 1 tan 2 θ 2 Se T= 1 MeV, θ = π/2, σ(θ>π/2)= 1.6 fm2, se z=1, Z=1 = Per la sezione d’urto differenziale abbiamo (formula di Rutherford): 2 dσ ( Zz ) 197 1 2 −1 = sr (fm ) θ dΩ 16 137 ⋅ T ( MeV ) sin 4 2 2 Ex. σ(Thomson) Eγ<<me 8 α2 8 σ (γe → γe) = π 2 = π ⋅ re2 = 0.7 barn 3 me 3 µ+µ− se s>>mµ2 Ex. Interazione e+e- 4 α2 s = ( p1 + p2 ) 2 σ (e e → µ µ ) = π 3 s + − Se siamo nel c.m. e+ + − e-, se E(e+)=E(e-)= 1 GeV. s= 4 GeV2 2 4 1 1 −33 2 σ (e + e − → µ + µ − ) = π ⋅ = 2 . 1 ⋅ 10 cm = 21 nb 2 3 137 4GeV Forza gravitazionale Potenziale Newtoniano: V = GN m 2p r GN = 6.67 ⋅10 −11 m 3 Kg −1s −2 = 4.17 ⋅10 −5 GeV ⋅ cm / gr 2 = = 0.67 ⋅10 −38 GeV − 2 (incertezza ≈ 130 ppm) se m p = massa protone ≈ 1 GeV r = 10 −13 cm ≈ 1 fm ≈ 5GeV −1 ⇒ V ≈ 10 −39 GeV 1 e 2 hc 0.197 ⋅ GeV ⋅ fm nel caso Coulombiano V = =α ≈ 1.4 ⋅10 −3 GeV 4πε 0 r hc 1 fm ⇒ su scala microscopica (fm) la gravita' e' totalmente trascurabile Notiamo: 1 GN ≡ ≈ 0.8 ⋅10 −19 GeV −1 = 5.3 ⋅10 − 44 s = 1.6 ⋅10 −33 cm MP 1 GN ≡ M P ≈ 1019 GeV (massa di Plack) L’interazione gravitazionale diventa significativa (paragonabile alle altre) a energie (masse) dell’ordine di MP oppure a distanze r~10-33cm. Se assumiamo che l’intensita’ dell’interazione gravitazionale sia come quella elettromagnetica alla massa di Planck quanto vale la corrispondente costante di accoppiamento gravitazionale, αGN, a basse energie (1GeV)?: α GN 2 1GeV −38 − 40 ~ α ≈ 10 α ≈ 10 2 MP Forza nucleare debole Responsabile della radioattivita’ decadimento beta: n p+e-+νε Ο14 Ν14+e+ νe (Τ1/2=71.4 s) Dalla vita media si estrae la costante di accoppiamento 1 T = ∝ GF2 Γ GF~10-5GeV-2 1 ≈ 300GeV GF GF ≈ 0.7 ⋅10 −13 cm Scala a cui le interazioni debole diventano significative. paragonabili a quelle elettromagnetiche A 1 GeV: (1GeV ) 2 −5 −7 αW = α ≈ 10 α ≈ 10 (300GeV ) 2 Forza elettromagnetica Potenziale Coulombiano: V= e2 4πε 0 r Ex. Nell’atomo di idrogeno l’energia di legame (formula di Bohr): 1 2 E1 = α ( µc 2 ), µ = massa ridotta ≈ m e , α = 1 / 137 2 E1 ≈ 14eV Per un sistema legato p p , µ=mp/2=1000 me E1 ≈ 14KeV La forza dell’interazione e’ determinata da α Forza nucleare forte L’energia di legame elettromagnetica p p ~ 14 KeV ma se prendiamo un sistema simile: il deutone : (pn) l’energia di legame e’ molto piu’ grande ~ 2 MeV la costante di accoppiamento delle interazioni forti αS (e il deutone e’ un sistema legato per interazione forte): αS~100 α (confinata entro r~10-13cm) L’intensita’ relativa delle 4 forze vale: 10-40 10-7 10-2 1 Unificare la gravita? GN m 2 2 2 F ≡ GeV , FN = ≡ GeV , abbiamo gia' visto G ≡ 1 / GeV N 2 r 1 / GN = M P ≈ 1019 GeV 2 Il flusso del campo gravitazionale H in 3 dimensioni vale: Φ ( H ) = 4π ⋅ r 2 ⋅ H = m ⋅ GN ⇒ H ∝ GN / r 2 Teorema di Gauss in 3+d dimensioni: H’=GD/r2+d Con GD= “costante di gravita’ in 3+d dimensioni” Ma H’ deve avere le stesse dimensioni di H quindi se GN = 1 / M P2 , GD = 1 / M D2+ d , ma H = H' (almeno a grandi distanze) ⇒ GN 1 1 GD = 2 2 = 2+ d = 2+ d 2+ d 2 r M Pr r MD r Da cui MP2=MD2+d rd, con d la dimensione degli spazi extra Vogliamo unificare la gravita’ con l’interazione elettrodebole: MD=1 TeV 32 2 M r d = 2P+ d = 1032 (TeV ) − d ⇒ r = 10 d TeV −1 MD Se d=2 r=1016 TeV-1= 2mm !! La forza di gravita’ e’ cosi’ “debole” perche’ “diluita” nelle extra dimensioni Si dovrebbero osservare deviazioni alla gravita’ Newtoniana a distanze ~ r (esperimenti di microgravita’) Raggio di azione delle forze A A X B t A+B A+B B Possiamo schematizzarlo come un “processo virtuale” con A che emette X r r r A( M A ,0) → A( E A , p ) + X ( E X ,− p ) con E A = M + p , E X = M + p 2 A 2 2 X 2 La differenza di energia finale-iniziale ∆E si puo’ scrivere come: ∆E = E X + E A − M A = M X2 + p 2 + M A2 + p 2 − M A > M X Il processo puo’ avvenire solo se il tempo caratteristico τ vale: h h τ≈ ≤ ∆E M X La distanza massima di propagazione della particella X ,R vale: hc (range) R = c ⋅τ ≤ MX Se MX=0 (fotone) R ∞ , ma anche ∆Ε 0e τ ∞: il fotone e’ reale Nel caso di interazioni deboli MX=MZ=90 GeV.: hc 0.197 ⋅ GeV ⋅ fm = ~ 2 ⋅10 −3 fm R≤ MZ MZ Se l’impulso p della particella A (o B) e’ tale che la lunghezza d’onda De Broglie λΒ>>R, abbiamo in approssimazione di “interazione puntuale: alla Fermi. A B A B Nel caso di interazioni nucleari forti sappiamo che R~10-13cm da cui: hc MX ~ ~ 100 MeV (Yukawa) Particella trovata nel 1947 (mesone π) con R Mπ=140 ΜeV.: Ma questa tra nucleoni non e’ una forza veramente elementare… Ordini di grandezza Quantita’ fondamentali: 10 −5 1 m , GF = 2 , me = 0.51 MeV , m p = 1800 me , mπ = p = α= 7 4πε 0 137 mp e2 Raggio atomo di idrogeno: Momemto angolare : pr ~ 1 ⇒ p ~ 1 / r Energia cinetica p2 1 = 2 T = 2me 2 r me −α r 1 ET = 2 me Energia coulombian a U = Energia totale Minimo di E T : 1 α 2 − r r ∂ET α 1 =0⇒ + = 0 da cui : ∂r me r 3 r 2 r = 1/αme = rB (raggio di Bohr) = 5 10-9 cm In QED abbiamo 3 lunghezze fondamentali che differiscono di α: Raggio di Bohr : Lunghezza d’onda Compton: Raggio classico elettrone: rB= 1/αme ; λc=1/me re=α/me Dimensioni degli adroni: se la costante di accoppiamento forte αS~1 abbiamo solo una lunghezza caratteristica: 1/mπ ~ 0.8 fm ~ rp (il π e’ il piu’ leggero degli adroni:mπ∼140 ΜeV) Interazioni adroniche a grande energia, se rP~ 1 fm abbiamo: rP σ pp ≈ π ⋅ rp2 = 3 ⋅10 −26 cm 2 = 30 mb Gli altri adroni sono mesoni composti da 2q (π,Κ) o barioni composti da 3q. Quindi se σqq e’ la sezione d’urto qq mi aspetto: σ(pp) = 3x3 σ(qq) ; σ(πp) = 2x3 σ(qq) σ (πp ) σ ( Kp ) 2 ~ ~ ⇒ σ (πp ) = σ ( Kp ) ~ 20 ⋅ mb σ ( pp ) σ ( pp ) 3 σ(pp) ~ σ(np) ~ σ(pp) ~ σ(np) ~ 40 mb σ(πp) ~ 25 mb; σ(Κp) ~ 20 mb Sperimentalmente: Scarsamente dipendenti da s , se s >> m p Interazioni elettromagnetiche a) e e → µ µ : + − + − Unico invariante di Lorentz: Per cui, dimensionalmente: α e- q t e+ α µµ+ r2 2 q = q − q = Ecm ≡s 2 σ = 2 0 α2 s , se s >> m µ2 4π α 2 σ (vera) = , se s = 1 GeV 2 , σ = 4 ⋅10 −32 cm 2 3 s b) Scattering Compton : γ e → γ e γ e α α q’ t γ e σ=α2f(s,me), e sia Eγ l’energia del fotone: 1) Caso non relativistico: Eγ<<me (l’energia del fotone non cambia) e s ~ me2 α2 8π 2 8π α 2 σ = 2 , σ (vera) = sezione d' urto Thomson r0 = 2 3 me 3 me 2)Caso ultrarelativistico: s >> me2 α2 α2 s , σ (vera) = 2π ln 2 σ= s s m La correzione logaritmica deriva da effetti di spin dell’elettrone e fotone: ad alta energia prevale l’interazione magnetica (tra momenti magnetici). νµ Interazioni deboli ν µn → µ − p G q νµN → µ−X n G µp t Ci aspettiamo: σ(νN)=G2 f(s,mN) se s>>mN2, mN e’ trascurabile e, dimensionalmente essendo [G]=s-1: lab σ(νN) = G2s = G2 mNEν ~ 10-10 Eν (GeV) GeV-2 ~ 4 10-38 Eν (GeV) cm2 σ(vera)= 0.6 10-38 Eν (GeV) cm2 Interazioni forti (scattering Compton forte) π p → π p, σ Th 8π = 3 2 αs (*) m p π p αS t q’ αS π p Ma sperimentalmente σ(πp)=2 10-26 cm2=5 10 (0.4 10-27 cm2) = 50 GeV-2 Per cui utilizzando la (*) α ∼ 2.4 !!!! Problemi con la teoria delle perturbazioni: ex: αS αS il processo O(αS3) non e’ un contributo di ordine superiore!! αS Lo studio delle particelle elementari attraverso misure: • di scattering ex. eN eN (struttura nucleone); • stati legati ex. (e+e-) (livelli energetici, parita’…); • vite medie di particelle instabili ex. π+ µ+ νµ µ− e− ν e ν µ Vita media Particella instabile : P a+b con una probabilita’ di decadere per unita’ di tempo ω, costante nel tempo. La variazione dn di popolazione n di P sara’: dn = −n ⋅ ω ⋅ dt → n = n0 ⋅ e −ω ⋅t ; 1 ω ≡ τ ≡ vita media della particella L’incertezza sul tempo di decadimento implica anche un’incertezza sull’energia dello stato (particella): ∆E=Γ: ∆E ≡ Γ = 1 τ Γ ≡ larghezza della particella ex. τ π ± = 2.6 ⋅10 −8 s ⇒ 1 6.5 ⋅10 − 25 −17 Γπ ± = = GeV ≈ 2 . 5 ⋅ 10 GeV −8 −8 2.6 ⋅10 s 2.6 ⋅10 In termini di decadimento dello stato r 2 r 2 − Γt ψ (r , t ) = ψ (r , t = 0) e r ψ (r , t ) e la funzione d’onda ψ: r r ψ ( r , t ) = ψ ( r , t = 0) ⋅ e − Γt 2 ⋅ e − m0t (*) Dove ei m t descrive l’evoluzione di uno stato stazionario (ω=0) di massa m0: 0 r r ∂ψ − im0t ψ ( r , t ) = ψ ( r , t = 0) ⋅ e (soluz. eq. di Schroedinger con H = m0 : = −iHψ ) ∂t Facciamo la trasformata di Fourier della (*): ψ ( m) = 1 2π ∫ ∞ 0 r r 1 ψ (r , t = 0) dt ⋅ e imtψ (r , t ) = ; Γ 2π − + i (m − m ) 0 2 Facendo il modulo quadro e integrando sulla parte spaziale (normalizzata a 1) 1 1 ψ = 2π Γ 2 / 4 + (m − m0 ) 2 2 Quindi la probabilita’ di osservare lo stato a una massa m vale: 1 Γ P(m)dm = dm 2 2 2π Γ + (m − m0 ) 4 ∞ (con la normalizzazione : ∫ P(m)dm = 1) 0 P(m) La larghezza a meta’ altezza Γ e’ una misura dell’intensita’della interazione che ha prodotto il decadimento m0 m ex. Γ( ρ ± → π ±π 0 ) = 150 MeV (interazioni forti) Γ(π 0 → γγ ) Γ(π ± → µ ±ν ) = 8 ⋅10-6 MeV (interazioni elettromagnetiche) = 2 ⋅10-14 MeV (interazioni deboli) Attenzione: Γ e’ determinata anche dal numero di stati finali disponibili (spazio delle fasi). Ex: Γ(W) ~ 2.1 GeV (interazione debole), ma il W(m=80 GeV) decade in coppie di quark o leptoni che hanno m<<mW con un grande spazio delle fasi e quindi grande probabilita’ di decadimento (larghezza). Le prime particelle elementari • Anni 30: p, e-, n, γ, e+ (antiparticella dell’elettrone predetta teoricamente da Dirac nel 1931). Stabili eccetto il neutrone. • Anni 40: π+−, π0, µ+−, con la corretta sequenza di decadimento: π+− µ+−ν e+- ν ν Instabili : τ π ± = 2.6 ⋅10 −8 s; τ µ ± = 2.2 ⋅10 −6 s; τ π 0 = 8.7 ⋅10 −17 s spin π ± , π 0 = 0; spin µ ± , e ± = 1 2 Anni 50-60: altre particelle a vita media breve (10-23-10-25s) e spin 1: ω,ρ che decadono in π: ρ ππ, ω π+π−π0 Ma anche particelle che decadono in π ma con vita media lunga (10-8-10-10s) e per questo chiamate strane: π +π0, Κ+ µ+ν, Κ0 π+π−, Λ π−p Κ+ Ma sono tuttavia prodotte in coppia nelle interazioni forti ex: π−p Κ 0Λ Idea: associare a queste particelle strane un nuovo numero quantico“la stranezza” che si conserva in produzione (forte) ed e’ violato nel decadimento (debole). . Anni 70-80. Il fenomeno delle particelle “strane” si replica con altri adroni ancora piu’ pesanti: ex: D+-, D0 (m~2 GeV), Λc; B+-., B0 (m~5 GeV), Λb Introduzione di altre “qualita’”che caratterizzano la materia adronica: charm (c) , beauty (b) Anni 90: scoperto l’ultimo stato degli adroni: top (t) (m ~ 175 GeV), ma non ha stati legati!! Questi numeri quantici sono manisfestazioni di gradi di liberta’ interni degli adroni (i costituenti): i quark. Modello: u d c s t b Q = 2/3 Q = -1/3 + antiquark, tutti a spin = 1/2 Gli adroni misurati non sono elementari ma composti da quark: [q q]: mesoni a spin intero ex. π+=[u d], π−=[u d], π0=[u u + d d] [q q q]: barioni a spin semintero ex. p=[u u d], n=[u d d] Sezione d’urto Misura ‘l’intensita’ della interazione: consideriamo ad es. la reazione: a+b c+d Flusso di particelle a sulle particelle bersaglio b: Se la densita’ di particelle incidenti e’ ρa e la velocita’ vi, il flusso incidente sara’: S a ρa vi σ Φ=ρa vi b dx La densita’ di bersagli e’ ρb e ciascuno copre un’area σ, il numero di interazioni per unita’ di tempo e di area, R sarà: R = Φ ⋅ σ ⋅ ρ b ⋅ dx = ρ a ⋅ vi ⋅ σ ⋅ ρ b ⋅ dx Sul volume dV=S dx avro’ un numero di interazioni totali al secondo: dN/dt : dN = ρ a ⋅ vi ⋅ ρ b ⋅ σ dtdV Integrando sul tempo e sul volume (su dx) otteniamo il numero N di interazioni: na ⋅ nb N = nb ⋅ ρ a ⋅ ∫ vi dt ⋅ σ = σ; S na/S= particelle incidenti per unita’ di superficie; nb= numero totale di bersagli b Se N = numero di Avogadro; A= peso atomico; ρ= densita’ del bersaglio Da cui: N = na ρVN AS nb = A nb' (nucleoni) = ρVN Mb Nσ AS σ = na ρVN con M b = massa del bersaglio n n Riscriviamo N: N = a b ⋅ V ⋅ σ Se T e’ il tempo totale di misur e Φa=na/S S V Φa N= ⋅ ρb ⋅V ⋅ T ⋅ σ = f ⋅ ρb ⋅V ⋅ T ⋅ σ T Φa con f = T Vogliamo passare dal lab a un riferimento qualsiasi; nota che VT e N sono invarianti di Lorentz; vogliamo che anche f ρb lo sia. Partiamo dall’invariante: ρ a ρb F = Che si riduce a f ρb nel lab dove ρ a ρb ( pa ⋅ pb ) 2 − (ma mb ) 2 ma mb [ ] r r pa = [Ea , pa ] , pb = mb ,0 r r r r Nel centro di massa di a e b (cms): pa = − pb e definiamo pa = pb ≡ q F= q ( Ea + Eb ) q s = , con s = (pa + pb ) 2 ma mb ma mb Occorre definire ρα e ρb. E’ conveniente scegliere la cosiddetta “normalizzazione covariante” della funzione d’onda tale che 3 assicura che la densita’ di volume sia la V =1 stessa in ogni sistema di Lorentz. ∫ ρ ⋅ d x = 2E Se ρa,ρb sono le densita’ nel sistema di riposo: ρa=2ma, ρb=2mb, da cui: ρ a ρ b F = 4ma mb q s = 4q s e nel cms N = 4q s ⋅ V ⋅ T ⋅ σ E il rate R (eventi/tempo) ma mb ( E + Eb ) N R = = ρ a ρb q a V }⋅ σ ≡ L ⋅ σ T ma mb L e’ definita come la luminosita’ del sistema e ha dimensioni cm-2s-1 ( Ea + Eb ) 2 1 q q +γb ]= L = ( ρ a ρb q V ) = ρ aVρ bV [γ a ma mbV V mb ma 1 ρ aVρ bV γ aγ b [ β a + β b ] V con γ a,b = E a ,b ma ,b e β a,b = q γ a ,b ma ,b Se le particelle sono contenute in due pacchetti di sezione S e lunghezza l: l volume del pacchetto S nel suo sistema di riferimento L = ρ aγ aV ρ bγ bV Ex. na= nb= 1010 l = 10 cm S = 1 mm2 βa= βb = 1 βa βb βa + βb lS = na nb βa + βb lS L = 2 1031 cm-2 s-1 Questa, tuttavia e’ una luminosita’ istantanea: definisce il rate nel tempo T=l/(βa+βb) di attraversamento dei due pacchetti. In genere l’acceleratore e’ circolare con K pacchetti per ciascun fascio e il rate R al secondo e’: R = na ⋅ nb ⋅ βa + βb lS l ⋅ ⋅ σ⋅ K⋅ f βa + βb K K Luminosita’ integrata sul tempo di attraversamento Luminosita’ al secondo: se na e nb non sono uniformi ma distribuite gaussianamente con larghezze σx σy Frequenza di rivoluzione na nb L= K⋅ f S L= na nb 4πσ xσ y K⋅ f Ex. LEP : na = nb (e+ e-) = 5 1011, f = 104, K = 4, σx ∼ 2 10−2 cm , σy ∼ 8 10−4 cm σ(e+ e- L ~ 3 1031 cm-2 s-1 Z) ~ 50 nb = 5 10-32 cm2 (~ 10-1 Z al secondo) Ex. LHC : na = nb (p p) = 1011, f = 104, K = 2800, σx ∼ σy ∼ 1.5 10−3 cm L ~ 1034 cm-2 s-1 σ(pp H) ~ 1pb = 10-36 cm2 (~ 10-2 H al secondo) Ma σtot(pp) ~ 100 mb = 10-25 cm2 Rtot ~ 109 al secondo Si introduce anche una luminosita’ integrata: N = σ ∫ Ldt ( ∫ Ldt ha dimensioni di cm -2 ) La luminosita’ integrata si misura in µb-1, nb-1, pb-1, fb-1, … ∫ Ex. Se Ldt =105 pb-1 ( 1 anno a LHC), per un processo con sezione d’urto σ = 1 pb avro’ N= 105 pb-1 1 pb = 105 eventi Ulteriore problema a alta luminosita’ e alto rate A LHC σT = 100 mb e se L= 1034 cm-2 s-1, R= 109/s Ci sono ~ 3000 pacchetti per fascio tempo intercorrente tra due attraversamenti successivi di pacchetti (bunch crossing) e’ 25 ns Numero di eventi medio per bunch crossing NBC: NBC = 109 25 10-9 = 25 p p 15 µm 7 cm Risultato: 25 eventi prodotti entro 25 ns (distribuiti poissonianamente) e ~ 25 x 30 ~ 1000 particelle cariche prodotte (+ quelle neutre) ogni 25 ns. Le interazioni a LHC appariranno cosi: A simulated event in ATLAS (CMS) H ZZ 4 34 cm-2 s -1, bunch pp collisions at = 14 TeV L = 10 spacing 25 ns inel. 70 mb Interested in processes with fb 23 overlapping minimum bias events / BC 1900 charged + 1600 neutral particles / BC Energia del fascio di LHC : ~ 300 MJ