Relatori e moderatori PROGRAMMA A.O. Ordine Mauriziano Ugo Crovella Direttore S. C. Chirurgia Plastica. Ospedale Mauriziano, Torino. Erika Cravero Fisiatra S.C. Fisiatria Ospedale Mauriziano, Torino Costantino D’Orazio Storico dell’arte. Scrittore. Roma Leonardo Melossi Primario Emerito Fisiatria. Silvia Minicucci Anestesita S.C. Anestesia e Rianimazione. Ospedale Mauriziano, Torino Giovanni Pizza Professore Associato. Antropologia medica e Antropologia culturale. Università degli studi di Perugia Manuela Tartari Psicoanalista, Istituto italiano Micropsicoanalisi Marco Tartari Psicologo. Associazione Medica Italiana Studi Ipnosi. Milano Federica Vaccari Anestesita SC Anestesia e Rianimazione. Ospedale Mauriziano, Torino Moderatore: Manuela Tartari 14,00 - Presentazione Ugo Crovella CICATRICI III IL DOLORE E LE SUE TRASFORMAZIONI 14,15 - Introduzione Manuela Tartari 14,30 - Neurofisiologia del dolore Erika Cravero 15,00 - Terapia antalgica nel mondo occidentale Silvia Minicucci, Federica Vaccari 15,30 - L’antropologia del dolore Giovanni Pizza 16,00 - L'arte di soffrire: dal dolore spirituale a quello fisico Costantino D’Orazio Mercoledì 13 Maggio ore 14,00 16,30 - Corpo, mente e ipnosi Marco Tartari 17,00 - Incontrare il dolore Leonardo Melossi 17,30 - Conclusioni e dibattito Gabriel Orozco, My hands are my heart - 1991 Aula Carle - Ospedale Mauriziano Torino e dei protocolli terapeutici. L'esigenza di dare un senso all’esperienza di malattia rischia di generare una frattura tra il malato ed il sapere medico distante dalle vicende esistenziali dei pazienti, impegnati in una affannosa ricerca di indizi che diano ragione oppure attenuino le inquietanti fantasie corporee suscitate dagli insulti somatici. L’esperienza di malattia viene a collocarsi nella difficoltà di elaborare uno scenario dotato di senso a quanto accade. Il corpo non è solo un organismo biopsichico, bensì è il soggetto attivo dell’esperienza umana, ovvero partecipa a quella generazione di significati tramite i quali si interpreta la realtà e l’esperienza che si ha di essa. Caravaggio: Ragazzo morso da un ramarro, 1595-1596 Cicatrici dell’anima: il dolore e le sue trasformazioni Il mondo occidentale da secoli ha operato una netta separazione tra mente e corpo. Tale visone dicotomica ha comportato alcune conseguenze nella relazione tra medico e paziente ed anche nel percorso di cura intrapreso da ciascun malato. La relazione di cura si è volta verso un sempre maggiore tecnicismo asettico e il malato si trova più solo nell’affrontare gli aspetti inquietanti e difficili da comprendere dei sintomi L’esperienza del dolore é la drammatica conferma di quanto sia arduo separare mente e corpo. Il dolore resiste al linguaggio razionale e richiede, per essere comunicato e compreso, il ricorso a descrizioni metaforiche catturate nel territorio della fantasia, rappresentazioni dinamiche generate per dare forma a qualcosa che sfugge al controllo e alla capacità di sopportazione, un labirinto che il dolore costringe a percorrere in estrema solitudine. Una sperimentazione, condotta nel 2014, si è rivolta ai soggetti portatori di un dolore cronico non controllato dalle cure. Anche in questo caso abbiamo verificato come una presa in carico terapeutica organizzata in modo da sostenere le componenti psicoaffettive dell’esperienza di malattia produca un’efficacia assai più rilevante della semplice cura del sintomo. IL TEMA Proponiamo una giornata di riflessione centrata sul dolore nella duplice accezione di esperienza soggettiva e di competenza clinica: nel dolore si intreccia il paradosso di una medicina d’avangardia, priva tuttavia di strumenti per mettere a fuoco e farsi carico degli aspetti soggettivi di quei processi patologici che cerca di curare. Scegliamo come campo di riflessione il dolore che non si attenua, difficilmente aggredibile da farmaci e terapie, capace di rinchiudere il paziente in un isolamento esistenziale ed emotivo che spezza la continuità relazionale, esistenziale, incrina l’identità e indebolisce le difese psichiche. Affronteremo questo tema con il contributo di discipline a fianco di quelle sanitarie: antropologi, psicologi, storici dell’arte possono aiutare i medici a ricostruire la dimensione globale e umana degli atti di cura.