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LE 12 SEZIONI DELLA MOSTRA
1. I fondatori della pittura moderna
Il Seicento si apre all’insegna del classicismo con Simon Vouet, maestro elegante e sapiente
nell’accostare i colori, cardine fondamentale per lo sviluppo della grande decorazione
barocca, e raggiunge il suo vertice con Philippe de Champaigne, Laurent de la Hyre e
Eustache Le Sueur. Un mondo diverso viene presentato dai fratelli Antoine, Louis e Mathieu
Le Nain, che descrivono senza artifici la realtà della vita rurale.
2. Il mito di Roma
Il lungo soggiorno a Roma di Nicolas Poussin e di Claude Lorrain influenza il destino della
pittura francese con una svolta verso il classicismo più puro, legato alla nostalgia del mondo
antico e allo studio della pittura italiana. Una visione che prenderà il sopravvento in tutta
l’Europa.
3. I pittori del Re Sole
L’avvento di Luigi XIV accentra le arti a corte e fa della pittura lo strumento della propaganda
assolutista del sovrano. L’Académie Royale fondata nel 1648 impone agli artisti i principi del
classicismo e della celebrazione dinastica. I pittori di corte gravitano intorno a Charles Le
Brun, Premier peintre du Roi dal 1664. Adam Frans Van der Meulen, di origine fiamminga,
narra le imprese militari del Re Sole mentre il genere del ritratto acquista, con Jean Daret,
Nicolas de Largillière e Joseph Vivien, una dignità pari alla pittura di storia.
4. Colore e movimento: strade nuove
La scomparsa di Charles Le Brun (1690) innesca un processo di discussione dell’accademismo
ufficiale: gli artisti abbandonano la linea dominante del classicismo per aprirsi ad esperienze
diverse. L’interesse va all’uso del colore di Tiziano, Rubens e Van Dyck, alla grazia del
Correggio, alle particolarità tecniche della pittura olandese di Rembrandt, e l’ispirazione
può correre più spontanea. Tra gli artisti del momento si distinguono François Desportes,
pittore ufficiale delle cacce reali, e Jean-Baptiste Oudry, apprezzato per le nature morte.
Sul fronte dei soggetti religiosi, mitologici e di storia, i pittori della dinastia dei Coypel:
Charles-Antoine, Premier peintre du Roi dal 1747, e il suo fratellastro Noel-Nicolas.
5. Il Rococò e la pittura di genere
Anche nel Settecento il luogo di formazione dei pittori è l’Académie Royale: alla fine del
percorso di studi essi ricevono il Gran Prix e possono soggiornare tre anni all’Académie
de France di Roma. Infine, partecipano ai Salons organizzati ogni anno nel Salon Carrè
del Louvre. Nel 1717 l’Accademia accoglie uno dei pittori più rappresentativi del rococò
francese, Jean-Antoine Watteau che si impone con le sue scene galanti. Sulla stessa linea
lavorano Jean-Baptiste Pater e Nicolas Lancret, autori di scene ambientate in giardino e
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Le 12 sezioni
della mostra
animate dai personaggi della commedia dell’arte.
6. La cerchia di Madame de Pompadour
Jeanne Antoinette Poisson, marchesa di Pompadour (1721-1764) è la favorita di Luigi XV.
Accesa sostenitrice dell’Illuminismo e donna di grande influenza sulle arti, sul teatro e
sulla musica, si circonda di una serie di pittori che riportano in auge la grandiosità della
scenografia barocca, riletta in chiave settecentesca, tra cui François Lemoyne, CharlesAndré Van Loo e Charles-Joseph Natoire.
7. François Boucher
Formatosi sullo studio di Correggio e del barocco italiano, François Boucher è l’interprete
più acuto del rococò francese. Nel 1734 viene accolto all’Académie e ottiene presto un
grande successo a corte e presso l’aristocrazia parigina, accrescendo il proprio prestigio
grazie alla protezione di Madame de Pompadour. Ottiene nel 1765 la direzione dell’arazzeria
di Beauvais, la nomina a Premier peintre du Roi, la direzione dell’Accademia e della
manifattura dei Gobelins. La sua notorietà si deve soprattutto alle scene pastorali, ai
paesaggi e ai soggetti galanti.
8. Il Ritratto: la società allo specchio
Il ritratto trionfa con Jean-Baptiste Van Loo, originario delle Fiandre, che giunge a Parigi
nel 1719 con il fratello Charles-André e nel 1737 parte per Londra, dove ottiene un gran
successo presso la nobiltà inglese. Si sviluppa con suo figlio Louis-Michel Van Loo, che si
specializza in una posa ufficiale caratterizzata da una vena intimista vicina allo spirito della
scena di genere. Trionfa con Jean-Marc Nattier e con Louis Tocqué, abili illustratori di una
società in bilico tra la leggerezza del Settecento e l’inquietudine moderna.
9. La pittura di realtà
L’età moderna si annuncia con Jean-Siméon Chardin e con l’immagine autentica della
vita quotidiana, ispirata ai modelli della grande pittura olandese del Seicento e a quella
francese dei fratelli Le Nain. Sulla sua traccia, Jean-Baptiste Greuze, si dedica a una pittura
di genere intimo e borghese con toni moraleggianti e sentimentali che vengono apprezzati
anche da intellettuali come Denis Diderot e Lalive de Jully. Anche la pittura di JeanHonoré Fragonard va oltre la leggerezza rocaille: le iniziali influenze dell’arte di Boucher si
arricchiscono con gli spunti del viaggio in Italia, l’antichità e la pittura di Cortona, Giordano,
Solimena e Tiepolo, ma soprattutto la natura. In bilico tra rococò e neoclassicismo, le sue
favole galanti seducono per il pittoricismo brioso e vivace.
10. La nostalgia per l’antico: il Neoclassicismo
Verso la metà del Settecento si assiste a una svolta di gusto dettata da un rinnovato interesse
per il mondo antico con il suo rigore e la sua semplicità, contrapposte alla leggerezza
della rocaille. Il paesaggio acquista importanza grazie all’opera di Claude Joseph Vernet.
Pierre-Jacques Volaire e Hubert Robert riproducono le atmosfere degli edifici antichi e
rinascimentali. La ritrattistica evolve verso una maggiore sobrietà: Elisabeth-Louise VigéeLebrun, ritrattista ufficiale di Maria Antonietta, richiama i modelli ideali dell’antica Grecia
dando vita ad immagini di rara intimità e perfezionismo tecnico, mentre Jean-AugusteDominique Ingres studia soprattutto il Medioevo e il Rinascimento italiano. La pittura di
storia vive momenti positivi con Jean-Baptiste Regnault.
11. Il Romanticismo tra sentimento e accademia
A partire dagli anni Trenta del secolo si fa strada una nuova attenzione per i sentimenti,
per la forza creatrice della natura e per il valore dell’animo umano. La corrente romantica
riunisce pittori di alti contenuti morali, spesso legati ai movimenti politici del 1848, orientalisti
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Le 12 sezioni
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e paesaggisti, con interessi che spaziano dalla natura alla storia, dal ritratto ai temi sacri, nel
comune intento di suscitare emozioni. Tra questi, emerge Eugène Delacroix, che predilige
temi letterari e esotici illustrati con libertà e colori brillanti.
12. Il paesaggio en plein air e l’Impressionismo
All’inizio del quarto decennio dell’Ottocento, il genere del paesaggio viene sviluppato
da Jean-Baptiste-Camille Corot con un naturalismo libero dagli schemi storici e dai
sentimentalismi. Negli stessi anni, un gruppo di artisti, tra cui Jules Dupré e Charles-François
Daubigny, lavora en plein air dipingendo direttamente davanti al paesaggio e trasferendo
sulla tela il proprio sentimento di smarrimento davanti alla natura. Tali esperienze
antiaccademiche innescano una vera e propria rivoluzione basata sull’impressione
individuale di fronte al soggetto, sullo studio del colore e sugli effetti della luce. Il Salon
des Refusés del 1863, organizzato da Napoleone III per accogliere le tele respinte dalla
giuria del Salon ufficiale, segna la nascita dell’impressionismo, che raggiunge i suoi vertici
con Claude Monet, Camille Pissarro, Pierre-Auguste Renoir, Alfred Sisley. Paul Cézanne
pone le basi per le avanguardie moderne. A Paul Gauguin si deve invece una pittura a
sfondo simbolista realizzata tra la Bretagna, Parigi e la Polinesia. Infine, Henri Matisse, pur
risentendo ancora dell’influenza impressionista, anticipa il cammino che porterà alla pittura
moderna.
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