CALATAFIMI SEGESTA FESTIVAL 2011
Rappresentazioni Classiche - Segesta Eventi
Programma
Mercoledì 27 luglio
NOA
[ CIRCUITO DEL MITO ]
“NOAPOLIS - NOA SINGS NAPOLI”
con i Solis String Quartet, Gil Dor e Zohar Fresco
Blumisic Communication di Pompeo Benincasa e C.
La grande interprete israeliana, donna di pace dai mille passaporti (nata in Israele da genitori yemeniti, vissuta fino a
17 anni negli Stati Uniti e poi trasferitasi a Tel Aviv), rende omaggio alla canzone napoletana d‟autore, dalle villanelle
del „400 a Roberto Murolo, portando alla luce le vie segrete che legano il Sud d‟Italia al Medio Oriente.
Noa stessa racconta così la sua folgorazione Napoli: << Israele e Napoli: tante persone in una piccolissima area, popoli
migranti che trovi ovunque nel mondo, salpati per mare sui “bastimenti” per scampare alle guerre, agli incendi, ai
saccheggi, ma con il pensiero comunque sempre rivolto alla propria casa. Zion o Napoli: c‟è sempre questa voglia „e
turnà! E poi, il fortissimo senso dell‟ironia, che è diretta conseguenza della sofferenza. Prendi una canzone come
“Tammurriata nera”, dramma umano di una donna intrappolata: tutti ridono del bambino nero ma lei vive una
tragedia. Esattamente come una storia yemenita che mi cantava mia madre … >>
Venerdì 29 luglio
SERATA ROTARY
DONNE SENZA TEMPO
liberamente tratto da “Troiane” di Euripide
di Giuseppina Coppola
con Antonio Mercadante, Rossella Schillaci, Federica Coppola, Tony Biondo, Alessia Guinci,
Miriam Coppola, Francesco Cammarata, Baldo Sabella, Rossella Schillaci, Lidia Schillaci
e con la ballerine della Scuola di danza “Arte e movimento” (le donne troiane)
coreografie Irene Mistretta
scenografie Giuseppe Monticciolo
costumi Antonella Paratore
consulenza drammaturgica e aiuto regia Ezio Zefferi
regia Giuseppina Coppola
Rotary Club di Castellammare del Golfo Calatafimi Segesta “Terre degli Elimi”
<< Protagoniste della tragedia sono le donne - Ecuba, Cassandra, Andromaca e, in qualche modo, pure Elena - sole e
umiliate, costrette a subire, senza potersi difendere, gli oltraggi dei vincitori.
Ad Andromaca i vincitori hanno tolto tutto: il marito, il figlio e si sono impadroniti pure del suo dolore, impedendole di
piangere il figlio morto. Euripide fa emergere la follia di chi crede che la forza basti da sola a piegare un essere umano.
Per certi versi alcuni passaggi della tragedia ci ricordano pagine di “Se questo è un uomo” di Primo Levi.
Pur rimanendo pressoché fedeli al contenuto dell‟opera di Euripide, abbiamo operato nel testo un lavoro di “sottrazione
di peso” come direbbe Calvino, per offrire uno spettacolo fruibile ad un pubblico variegato, non necessariamente
appassionato di teatro classico.
Abbiamo cercato di vedere, secondo una nuova prospettiva, il rapporto tra vincitori e vinti. Se infatti le donne
sembrano estremamente più deboli dei loro carnefici, in realtà queste prigioniere, prive di tutto, ridotte a oggetti di
scambio, sono animate da un‟indomabile volontà che le spinge a lottare, ciascuna a suo modo, per conservare
qualcosa di se stesse, al di là del crollo di tutto il loro mondo. Questo è, in particolare, il ruolo di Ecuba, custode
vivente della memoria del suo popolo.
Grottesche sono, invece, le figure dei vincitori, anche di quelli che non compaiono in scena, Agammenone, Odisseo,
Menelao … per i quali, per altro, si prepara un amaro ritorno in patria, come profetizza Cassandra o come dice la
stessa Ecuba. “Di quelli che si dicono fortunati, non ritenete felice nessuno prima che muoia”.>> Giuseppina Coppola
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CALATAFIMI SEGESTA FESTIVAL 2011
Rappresentazioni Classiche - Segesta Eventi
Sabato 30 luglio
GIOVANNI SOLLIMA
“BAROCK CELLO”
“E’ lunga la storia del rock … da Bach ai Slayer”
Musiche di Back, Di Ruvo, Hendrix, Corbetta, Nirvana, Slayer, Sollima
E20 Srl Unipersonale
<< BaRock cello è un progetto nato alcuni anni fa ma – fin dall‟inizio – in continua evoluzione. Ho iniziato a portare in
giro un programma per violoncello solo apparentemente assai informale, costituito in buona parte da una letteratura
dimenticata, il barocco bolognese, la prima scuola violoncellistica in Italia e, credo, in Europa (Antonii, Gabrielli,
Jacchini, fino a Galli, Ruvo e altri) … I loro brani, per lo più Sonate nella forma delle Fantasie, Ricercari e
Intrattenimenti, hanno almeno secondo me una componente “sperimentale” notevolissima e non dissimile da certi
brani della letteratura Rock degli ultimi 30 o 40 anni (Beatles, Jimi Hendrix, Slayer, ecc.) …
Domenico Galli, nel „600 costruisce un violoncello e compone per esso 12 sonate. Lo sviluppo tecnico ed espressivo
(oltre che formale) andava di pari passo con quello puramente “liuteristico”. Più o meno come accadrà qualche
centinaio d‟anni dopo con la chitarra di Jimi Hendrix. E‟ per questo che il programma BaRock cello presenta forti
contrasti sul piano sonoro e temporale ma penso a un respiro alternato e ad una sorta di linea comune o linee parallele
dove la relazione tra autore/esecutore e strumento è quasi identica, anche a distanza di secoli … >> Giovanni Sollima
Domenica 31 luglio
IL ROSARIO
[ Castello Eufemio di Calatafimi Segesta ]
da Federico De Roberto
progetto, drammaturgia e regia Clara Gebbia ed Enrico Roccaforte
direzione musicale e musiche originali Antonella Talamonti
con Filippo Luna
e con Nenè Barini, Germana Mastropasqua, Alessandra Roca
costumi Grazia Ermelinda Materia
Associazione culturale Teatro Iaia
“Il Rosario” di de Roberto è la storia di una vicenda familiare di una madre e quattro figlie, descrive una realtà politica,
sociale e familiare come un ordine che non muta, non può mutare e non muterà. Il lavoro drammaturgico che la
compagnia ne fa modifica il testo di De Roberto, ma non ne tradisce la sostanza, ne restituisce piuttosto il senso di una
metafora attualissima, rafforza la struttura compositiva già ricca di spunti musicali e ritmici sorprendenti.
“La nostra lettura dà alla vicenda il senso di una metafora attualissima: quella della dialettica oppressiva tra potere
immobile e arte come possibile fonte di cambiamento”. C.G. e E.R.
Martedì 2 e mercoledì 3 agosto
ORFEO DE’ PAZZI
da La Fabula di Orfeo di Agnolo Poliziano
drammaturgia Aurelio Gatti, Ernesto Lama
regia e coreografie Aurelio Gatti
con Ernesto Lama, Elisa Turlà
e con Gianna Beduschi, Paola Bellisari, Giuseppe Bersani, Benedetta Capanna, Monica
Camilloni, Annalisa D‟Antonio, Gioia Guida, Giorgio Napolitano
coro Laboratorio “Teatro dei Territori” di Calatafimi Segesta
MDA Produzioni Danza in collaborazione con Fonderia 900/Teatri di Pietra e con il Calatafimi
Segesta Festival
Tra la fine del Settecento fino al periodo delle grandi esposizioni internazionali, tra illuminismo e progressismo,
rivoluzioni e invenzioni, pratica frequente era lo studio della mente umana e delle sue manifestazioni. In una serie di
documenti inediti ritrovati nelle raccolte mediche tra Napoli, Nola e Salerno, è emerso che – antesignana del moderno
psicodramma e della danza terapia – era la pratica del mettere in scena con i “malati d‟animo” drammi e commedie e
canti, deducendo da questa pratica un recar sollievo ai malati. Tra le opere citate in questi documenti, compaiono titoli
classici o comunque ispirati al tema classico.
L‟Orfeo de‟ Pazzi è nato da questa suggestione e il lavoro, sviluppatosi utilizzando diversi linguaggi (teatro, danza e
musica), è giunto a una messa in scena corale della Fabula di Orfeo di Agnolo Polizzano, opera che per molti è
storicamente il primo dramma per musica e pantomima dell‟età rinascimentale. Asciutta nel linguaggio ed esplicita
nella forma, è una materia poetica duttile che ben si è prestata ad una rilettura in chiave contemporanea; l‟idea che
fosse una comunità di “malati d‟animo” ad interpretare il mito e la sua scrittura poetica, è venuta fuori
spontaneamente per meglio aderire a una espressività corporea, senza sottotesti e fronzoli.
Lo spettacolo è l’esito finale di un laboratorio residenziale tenutosi nella Città di Calatafimi Segesta con
giovani attori del territorio, integrati nella compagnia.
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CALATAFIMI SEGESTA FESTIVAL 2011
Rappresentazioni Classiche - Segesta Eventi
Venerdì 5 agosto
CALATAFIMI SEGESTA
[ Castello Eufemio di Calatafimi Segesta ]
CITTA’ DEL MITO E DELLA STORIA
Proiezione in prima visione del documentario
Testo e regia di Giovanni Montanti
Produzione Città di Calatafimi Segesta – GAL Elimos
Realizzazione Editrice Il Sole
Un angolo di Sicilia capace di suscitare forti emozioni, un luogo dove mito e storia si fondono, dove la natura si fa
palcoscenico. Il tempio di Segesta e il suo teatro antico, i ruderi del castello, i vicoli dei quartieri medievali, le chiese,
le opere d‟arte, il museo etno-antropologico, il museo garibaldino, Pianto Romano (monumento ai caduti della storica
battaglia del 15 maggio 1860), il bosco Angimbè. Il documentario è una suggestiva passeggiata tra i luoghi simbolo di
Calatafimi Segesta, un viaggio nella storia antica e recente di un paese che conserva memoria del suo passato, anche
negli eventi che scandiscono il suo ricco calendario liturgico, dalla processione della Mmaculatedda a quella del Corpus
Domini e del SS. Crocifisso, dalla devozione per la Vergine del Giubino a quella per i SS. Quattro Coronati.
Sabato 6 e domenica 7 agosto
LA DIVINA COMMEDIA – IL PURGATORIO
uno spettacolo di Physical-visual theatre e poesia
ideazione e regia Adriano Milani
con Sergio Licatalosi, Adriano Milani, Tiziana Scrocca, Luca Stetur
musiche originali Massimo Barsotti
scene Adriano Milani, Mirella Lampertico, Riccardo Macinai
luci Marco Falai e Tommaso Checcucci
video Tommaso Branconi
Associazione culturale Jack and Joe Theatre in collaborazione con il Calatafimi Segesta Festival,
di Segesta, la Città del Teatro di Cascina, Comune di San Casciano V.P. e il Circuito dei Teatri
di Pietra
La compagnia già da anni è ospite dei principali festival internazionali, dove presenta le sue creazioni di physical
theatre, una concezione del teatro caratterizzata da una forte multidisciplinarietà. Ora è la Divina Commedia di Dante
l‟opera su cui Adriano Milani si cimenta, opera che da quel remoto 1300 appartiene all‟Umanità, superando il suo
tempo e vivendo ormai in eterno.
“Lo spettacolo che abbiamo creato è ambientato soprattutto in Purgatorio, uno dei libri meno sondati della Divina
Commedia, luogo comparabile alla vita terrena, sospesa tra il bene e il male, barcollante tra valore e viltà, modestia e
vanità, incerta del futuro. Ricco di simboli rituali. E dunque: il viaggio…, l‟amore…, le stelle…, il sogno si muovono
visionari all‟interno di una scenografia fatta di aria, quasi impalpabile che gonfiandosi e sgonfiandosi in perenne
movimento assume forme e colori che danzano insieme agli attori durante tutto lo spettacolo.
Il testo originale della Divina Commedia è il filo conduttore di una messa in scena moderna e multi-linguaggio, il nonverbale, la danza, la pantomima e inserti video accompagnano la recitazione dei canti.” Adriano Milani
La prima di Segesta porta in scena il risultato di un laboratorio residenziale tenutosi nella Città di
Calatafimi Segesta con alcuni anziani del paese, integrati nella compagnia.
Lunedì 8 agosto
TEMPESTA
[ CIRCUITO DEL MITO ]
Acrobazie e Visioni dall’opera di William Shakespeare
con Emanuele Pasqualini, Emmanuelle Annoni, Marcel Zuluaga Gomez, Lara Quaglia, Giorgia
Penzo
costumi Paul Mochrie
maschere Andrea Cavarra
scenografia Keiko Shiraishi e Emanuele Pasqualini
regia teatrale e video di Davide Schinaia
Produzione 2009-2010 Comune di Riccione- Assessorato alla Cultura/ Compagnia Maan in
collaborazione con Compagnia Pantakin da Venezia – Organizzazione e distribuzione Tiven
Group
Arriva a Segesta, grazie al Circuito del Mito, l‟allestimento circense, mirabolante ed energico, della compagnia
veneziana Maan-Pantakin, che tanti successi ha già mietuto in Italia e all‟estero.
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CALATAFIMI SEGESTA FESTIVAL 2011
Rappresentazioni Classiche - Segesta Eventi
Penultima opera scritta da Shakespeare, La tempesta (1611-1612) e' probabilmente la più importante delle sue
commedie. Prospero duca di Milano, interessato più ai libri e alla magia che al ducato, è spodestato dal fratello
Antonio. Imbarcato su una nave con la figlioletta Miranda, arriva in un'isola. Qui abitano Calibano figlio della strega
Sycorax, e alcuni spiriti, tra cui Ariel. Prospero riduce tutti al proprio servizio. Dodici anni dopo, con le sue arti
magiche, fa naufragare vicino l'isola una nave che trasporta Alonso re di Napoli con il figlio Ferdinando e Antonio,
fratello di Prospero. Tutti riescono a raggiungere l'isola, ma Ferdinando resta isolato dai compagni, incontra Miranda e
se ne innamora ricambiato. Prospero gli fa un incantesimo. Ariel, per ordine del suo padrone, terrorizza Antonio e
Alonso, che si pentono delle loro malefatte. Prospero libera Ferdinando dall'incantesimo, gli dà in sposa Miranda,
perdona il fratello a patto che restituisca il ducato. Dal canto suo Prospero rinuncia alla magia, libera Ariel e salpa per
l‟Italia lasciando Calibano padrone dell‟isola.
L‟opera è intrisa di mistero, parla del desiderio di libertà, di perdono e riconciliazione. Questo allestimento cerca di
restituire lo stupore e l‟incanto di cui è permeato il testo, mescolando il popolare al colto, con numeri acrobatici e
maschere, ma anche con l‟uso di una tecnologia video che consente di interagire con lo spazio architettonico in cui la
messa in scena ha luogo.
Mercoledì 10 agosto
BACCANTI - DIONISO PERDUTO IDDIO
di Dario Garofalo e Cinzia Maccagnano
da Euripide e R.M. Rilke
con Dario Garofalo, Cinzia Maccagnano
e con Luna Marongiu, Cristina Putignano, Raffaele Gangale, Valerio Malorni, Oriana Cardaci
scene e costumi Marta Montevecchi
movimenti di scena Luna Marongiu
musiche originali Lucrezio De Seta
regia Cinzia Maccagnano
Bottega del Pane – freezer 09
Dioniso, figlio di Zeus e di Semèle, arriva a Tebe con sembianze d'uomo. Vuole affermare la propria origine divina,
imporsi come dio nella città dove regna il cugino Pentèo, figlio di Àgave, sorella di Semèle. Al nuovo culto si adeguano
il profeta Tiresia e l'antico re Cadmo: vi si oppone invece, con feroce caparbietà, Pentèo, il giovane sovrano. Dioniso,
dopo averlo sedotto e avergli sconvolto la mente, gli suggerisce di andare a spiare tra i boschi le Baccanti, ma
travestito per prudenza da donna: lo guiderà lui stesso. Scoperto, Pentèo viene fatto a pezzi da sua madre Àgave,
invasata da Dioniso e convinta di uccidere una fiera. Ricondotta alla ragione da Cadmo, Àgave contempla impotente
l‟atroce destino della fragilità umana.
La scena è occupata da una macchineria teatrale, specie di contemporanea “machina” in disuso. I personaggi sono
ricostruiti fin nella sessualità dichiarata o presunta secondo il personale rapporto con l‟avvento di Dioniso, Messaggero
di dio e Dio fatto uomo, Disordine rigeneratore, Legge impietosa di natura. C‟è una coralità destinata ad accogliere
Dioniso (Tiresia, Cadmo, Àgave e le Baccanti) ed un eroe destinato a soccombere per sua mano, Pentèo. La musica è
elemento dominante nella messa in scena, un‟opera sonora in grado di parlare ancora dove l‟azione deve sospendersi
e le parole farsi inarticolato senso.
Giovedì 11 agosto
CASSANDRA
da Omero, Eschilo, Euripide, Virgilio
e il contributo di Massimo Fini
drammaturgia Elisabetta Pozzi, Aurelio Gatti
con Elisabetta Pozzi
Hal Yamanouchi
e con Carlotta Bruni, Rosa Merlino, Martina Armaro
musica originale Daniele D‟Angelo
coreografie Aurelio Gatti
musica originale Daniele D'Angelo
costumi Livia Fulvio
Mistras /MDA
Un nuovo lavoro dedicato a una figura tra le più fragili delle eroine classiche, con la straordinaria Elisabetta Pozzi come
protagonista di una drammaturgia ricca di suggestione ispirata a Euripide, Omero e Virgina Wolf.
Attraverso il mito di Cassandra si giunge all'idea di una consapevolezza "solitaria" del percepire l'imminente , quasi a
suggerire l'esistenza di una empatia universale, in cui la tragedia non è quanto avviene, ma l' "impotenza" a
comunicarlo.
Una messa in scena che prosegue l'esperienza di "Sorelle di Sangue – Crisotemi" e che si caratterizzata per l'uso di
diversi codici espressivi, la musica, la danza e la parola – per restituire una lirica del tragico, scarna ed essenziale, in
cui la contemporaneità "passa" attraverso l'interprete diventando significato del presente.
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CALATAFIMI SEGESTA FESTIVAL 2011
Rappresentazioni Classiche - Segesta Eventi
Profetessa inascoltata, ancora bambina, alla nascita di Paride predisse il suo ruolo di distruttore della città, profezia
non creduta da Priamo ed Ecuba ma confermata da Esaco, interprete di sogni, che consigliò ai sovrani di esporre il
piccolo sul monte Ida. Paride però si salvò e quando divenne adulto tornò a Troia per partecipare ai giochi e durante la
competizione, fu riconosciuto dalla sorella, che chiese al padre e ai fratelli di ucciderlo, scatenando la reazione
contraria, facendo ritornare il giovane Paride al suo rango originale di principe. Profetizzò sciagure quando il fratello
partì per raggiungere Sparta, predicendo il rapimento di Elena e la successiva caduta di Troia. Ritenuta una delle più
belle fra le figlie di Priamo ebbe diversi pretendenti. Quando il cavallo di legno fu introdotto in città, rivelò a tutti
l‟inganno, ma rimase inascoltata. Solo Laocoonte credette alle sue parole e si unì alla sua protesta, venendo per
questo punito dal dio Poseidone, che lo fece uccidere da due serpenti marini assieme ai figli.
Venerdì 12 e sabato 13 agosto
MILES GLORIOSUS
di Tito Maccio Plauto
traduzione Renato Raffaelli
con Vanessa Incontrada
Maximilian Nisi,
e con Luca Cairati, Sandra Cavallini, Mauro Eusti , Elisa Cutrupi, Nicola Borghesi, Luca Damiani
regia Cristiano Roccamo
musiche Paolo Capodacqua
scene Matteo Soltanto
costumi Laetizia Favart
Associazione Teatro Vivo – Plautus Festival Sarsina
Plauto scriveva per un pubblico popolare, cercava di assecondare il gusto del pubblico e di ottenere l‟applauso della
platea attraverso i più collaudati espedienti farseschi: le sorprese e le battute comiche, gli equivoci e gli scambi di
persona, le beffe e i raggiri, la caricatura e la parodia, i giochi di parole, i doppi sensi grossolani, l‟esaltazione dei
piaceri materiali, la ricerca del guadagno e del denaro con ogni mezzo.
Plauto è il padre del teatro comico popolare moderno. Eppure le sue commedie hanno ricevuto pesanti critiche in
epoche dominate dal gusto classico o classicistico perché non rappresentavano un‟arte raffinata, morigerata e
decorosa. Ma a partire dai primi decenni del Novecento il comico farsesco torna di moda e riacquista un valore
artistico. La fortuna del teatro di Plauto segue l‟onda dei film comici di Charlie Chaplin. Nel mondo di Plauto non
esistono né moralità né umanità: i rapporti tra gli uomini si basano sull‟inganno e sulla frode, oppure mirano a ricavare
guadagno o piacere. I sentimenti e gli affetti sinceri, quando ci sono, sono comici e non commoventi.
In questa lettura drammaturgica l‟intreccio architettato con cura dal servo astuto ai danni del soldato e a vantaggio del
giovane innamorato viene rispettato con una messa in scena semplice, senza quarta parete, legata alle tecniche della
farsa e del lazzo comico, del ritmo e del respiro della commedia.
“Attori che dialogano tra loro, che dialogano con il pubblico… come voleva Plauto e come si aspetta chi va ad assistere
a una commedia: di essere compreso nella commedia con il proprio essere presente in platea, per realizzare
quell'evento unico e inscindibile che fa di quella rappresentazione la propria catarsi. Plauto ci dà gli strumenti. Gli attori
la loro energia.” Cristiano Roccamo
Domenica 14 agosto
CASINA
di Tito Maccio Plauto
regia Cristiano Roccamo e Luca Cairati
con gli attori del Progetto Europeo Masks on Stage: Emilie Vessiere, Virginie Dano, Anna
Macheda, Leonardo Goncalves, Riccardo Bartoletti, Aroa Ferrer, Giorgia Goldoni, Esther Grigoli
maschere Andrea Cavarra
Associazione Teatro Vivo – Agenzia Europea per la Cultura – Plautus Festival di Sarsina – Città
di Arles
Il nucleo della commedia è il contrasto tra un giovane e il suo vecchio padre. Questi è Lisidamo, figura di senex
libertino, che si innamora della stessa ragazza amata dal figlio. La fanciulla contesa è per l‟appunto Casina, la ragazza
dal profumo di cannella, una trovatella raccolta in casa da Lisidamo e da sua moglie Cleostrata. Com‟è facile
immaginare, il conflitto si risolverà in favore del giovane, grazie alla ingegnosa opposizione di Cleostrata, che in questa
commedia incarna la figura della uxor morosa, cioè il tipo della moglie scorbutica
La nota commedia di Plauto viene allestita da una compagnie multilingue riunitasi attorno a un progetto europeo
promosso dall‟Associazione Teatro Vivo e dal Plautus Festival di Sarsina, cui si sono aggiunti altri partner.
Lo spettacolo – e questa è anche la sua forte attrattiva, anche per i turisti stranieri presenti nel territorio – è recitato in
Francese, Spagnolo, Italiano, Portoghese, Tedesco e Ceco.
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CALATAFIMI SEGESTA FESTIVAL 2011
Rappresentazioni Classiche - Segesta Eventi
Lunedì 15 agosto
L’ALTRO ANFITRIONE
da Tito Maccio Plauto
Traduzione e adattamento di Rino Marino
con Paolo Graziosi
e con Rino Marino, Graziano Piazza, Elisabetta Arosio, Vincenzo Ferrera
scene Sergio Tramonti
costumi Elena Del Guerra
consulenza musicale Ajmone Mantero
Quello di Plauto è, forse, l‟archetipo che sta all‟origine delle tante versioni che hanno intrigato i più grandi autori di
teatro di tutti i tempi, a cominciare da Molière, passando per Kleist e Dryden, per finire con Giraudoux, il quale ne
scrisse la trentottesima versione, tanto per capire quanti autori si siano confrontati con questo meraviglioso soggetto
dei doppi. Arduo, quindi, per un uomo di teatro affrontarne oggi la messa in scena, senza cadere nel già visto. Noi,
partendo dalla bella traduzione tra prosa e versi di Rino Marino, abbiamo preferito trattare il testo di Plauto come fosse
un canovaccio della commedia dell‟arte, con quell‟immediatezza comica e sgangherata che fa del teatro d‟attore un
teatro per attori che vogliono, prima di tutto, divertirsi e divertire. Abbiamo inoltre collocato la vicenda - per restituirgli
l‟arcaicità, l‟esotismo e la magia di Plauto - in un altrove vagamente etnico-fantastico sia visivamente che
acusticamente.
Martedì 16 agosto
FRANCESCO DE GREGORI
in CONCERTO
Musica e Suoni Srl
Giovedì 18 e venerdì 19 agosto
AULULARIA
di Tito Maccio Plauto
con Franco Oppini, Enzo
regia di Maurizio Annesi
Teatro San Leonardo
Garinei, Gegia
E‟ sicuramente una delle commedie più conosciute e rappresentate di Plauto. Appartenente al periodo della maturità
del commediografo latino, la sua datazione è stata fissata nel primo decennio del II secolo a. C. E‟ inoltre, tra le
commedie plautine, una di quelle che ha ispirato la drammaturgia posteriore sul grande tema dell‟avarizia.
La storia, ambientata ad Atene, s‟incentra sulla figura di Euclione, un povero vecchio, che, per opera del lare familiare,
trova, sepolta nel suo giardino, una pentola piena di monete d‟oro. Il vecchio, divenuto quindi improvvisamente ricco,
trasforma il suo status: da povero a spilorcio, sospettoso di tutto e di tutti, persino di Uva, la sua domesticacompagna, considerandoli potenziali ladri della pentola. In una girandola di situazioni, in cui il genio plautino fa
emergere con la sua vis comica i lati più nascosti dell‟animo umano, si svolge tutta la vicenda ricca di intreccio, di
movimento e di personaggi, alcuni che rappresentano i valori sani, altri quelli malvagi.
Una commedia ricca di colpi di scena e di parti esilaranti, dove però trova spazio anche la riflessione sul doppio animo
dell‟uomo, l‟eterno conflitto tra il bene e il male.
L‟allestimento di Maurizio Annesi predilige questo aspetto, il grande gioco della vita dove tutti i personaggi concorrono
alla giostra dell‟umanità, con i loro vizi e le loro virtù, ma sempre con l‟occhio benevolo dell‟ironia e della
consapevolezza che, alla fine, tutti dobbiamo fare i conti con le nostre debolezze e con il fatto che presto o tardi, poco
o nulla rimarrà di noi.
“Una grande commedia, a cui si aggiunge il fatto che l‟epilogo finale scritto da Plauto non ci è pervenuto; e questo ne
fa motivo di attrazione perché ci permette di poter concludere la storia mettendoci un poco della nostra visione della
vita”. Maurizio Annesi
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CALATAFIMI SEGESTA FESTIVAL 2011
Rappresentazioni Classiche - Segesta Eventi
Sabato 20 agosto
EDIPO RE
di Sofocle
traduzione Federico Condello
regia Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti
con Enrica Sangiovanni, Gianluca Guidotti, Franco Belli, Alfredo Puccetti
sax Andrea Guidotti
percussioni Duccio Bonciani
sculture Antonio Crivelli
Archivio Zeta Associazione culturale
Archivio Zeta si confronta ancora una volta con un testo antico ma contemporaneo, il massimo capolavoro tragico che
da Aristotele a Kafka, da Freud a Pasolini ha influenzato buona parte del pensiero occidentale.
E‟ la tragedia ritenuta capolavoro di Sofocle, nonché il più paradigmatico esempio dei meccanismi della tragedia greca.
La data di rappresentazione è ignota, ma si ipotizza che essa possa collocarsi al centro della attività artistica del
tragediografo (430-420 a.C. circa). L‟opera si inserisce nel cosiddetto ciclo Tebano, ossia la storia mitologica della città
di Tebe, e narra come Edipo, re carismatico ed amato, nel breve volgere di un solo giorno venga a conoscere la
orrenda verità sul suo passato: senza saperlo ha ucciso il proprio padre per poi generare figli con la propria madre.
Sconvolto da queste rivelazioni, che fanno di lui un uomo maledetto dagli dei, Edipo reagisce accecandosi, perde il
titolo di re di Tebe e chiede di andare in esilio.
Questo Edipo è nato in collaborazione con il Comune di Fiesole, a cento anni di distanza dall‟inaugurazione del Teatro
Romano di Fiesole che – primo in Italia – nel 1911 ospitò un Edipo in un sito archeologico.
Si è venuta a creare, anche grazie alla musica dal vivo dei sax e delle percussioni, una sorta di partitura jazz che ha
fatto risaltare l‟ironia tragica e la rapidità del testo di Sofocle, il ritmo inesorabile dell‟inchiesta, la suspence e i giochi
meta-teatrali che sono alla base delle incongruenze e ambiguità che a ogni svolta dello spettacolo vengono alla luce.
Domenica 21 agosto, ore 5.00
EDIPO RE
[ ALBA AL TEATRO ANTICO ]
di Sofocle
traduzione Federico Condello
regia Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti
con Enrica Sangiovanni, Gianluca Guidotti, Franco Belli, Alfredo Puccetti
sax Andrea Guidotti
percussioni Duccio Bonciani
sculture Antonio Crivelli
Archivio Zeta Associazione culturale
Domenica 21 agosto, ore 21.30
GIOVANNI ALLEVI
“ALIEN”
Agave Srl
Martedì 23 agosto
[ Castello Eufemio di Calatafimi Segesta ]
BATTITI DEL CONTEMPORANEO
Concerto per percussioni
di Giuseppe Marino
con Giuseppe Marino (timpani, vibrafono, marimba, batteria, rullante classico)
e Michele Pentrella (pianoforte)
Associazione culturale e musicale Calatafimi Segesta
Giovane musicista nativo di Calatafimi Segesta, Giuseppe Marino ha il ritmo nel sangue, come un nero di Harlem, e
pervade di ritmo tutta la sua esistenza, anche quotidiana. Ecco perché, pur agli esordi della carriera, è diventato
presto uno degli allievi prediletti di Tullio De Piscopo e ha già al suo attivo collaborazioni prestigiose: Luca Pincini e
Gilda Buttà, Vibrazioni, Blu Vertigo, partecipazione al recentissimo tributo a Frank Zappa all‟Auditorium Parco della
Musica di Roma, dove ha suonato con alcuni musicisti della band storica di Zappa.
In questo concerto esegue brani di autori contemporanei, espressamente composti per percussioni.
Il Maestro Pentrella lo accompagna al piano in alcune esecuzioni, oltre a eseguire brani per pianoforte solo, che
aggiungono colore e respiro ai “battiti” della serata.
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CALATAFIMI SEGESTA FESTIVAL 2011
Rappresentazioni Classiche - Segesta Eventi
Giovedì 25 agosto
[ Castello Eufemio di Calatafimi Segesta ]
INCHIESTA SULLA SPEDIZIONE DEI MILLE
di Giacomo Frazzitta
con Giacomo Frazzitta (Ippolito Nievo)
Enrico Russo (coscienza di Ippolito)
e con Franz Rallo (pianoforte), Emilio Vinci (chitarra), Roberto Gervasi (percussioni), Giuseppe
Lo Grasso (basso), Aldo Bertolino (tromba), Nicola Genova (trombone), Lea Fazio (cantastorie
e voce)
regia Giacomo Frazzitta
Associazione culturale ARCO
Uno spettacolo dedicato al 150° anniversario dell'unità d'Italia che evidenzia l'importanza della Sicilia nel progetto
unitario.
Il protagonista dell‟inchiesta è Ippolito Nievo che nel 1859 si arruola tra i Cacciatori delle Alpi di Garibaldi e l‟anno
seguente partecipa alla spedizione dei Mille unendosi alle truppe garibaldine il 5 maggio 1860 a Quarto, da dove
salperà a bordo del Lombardo insieme a Nino Bixio e Cesare Abba.
Distintosi a Calatafimi e a Palermo, a Nievo sarà affidata l‟intendenza di finanza dell‟intera spedizione.
Da quel momento Nievo diverrà depositario di segreti scomodi e sarà messo sotto inchiesta dal Regno Sabaudo.
Avendo ricevuto nei primi mesi del 1861 l‟incarico di riportare da Palermo i documenti amministrativi della spedizione,
troverà la morte durante il viaggio di ritorno dalla Sicilia, nella notte tra il 4 e il 5 marzo 1861 nel naufragio del vapore
Ercole sul quale viaggiava, avvenuto al largo della costa sorrentina, in vista del golfo di Napoli. Il suo corpo non sarà
mai ritrovato né tanto meno i conti della spedizione dei mille.
Cosa si nasconde dietro questo tragico naufragio ? Lo spettacolo “inchiesta” rivela il “dietro le quinte” della spedizione,
tra inediti retroscena e inquietanti segreti.
I diritti televisivi del progetto teatrale sono stati acquistati dalla Rai, che ne ha realizzato un documentario per la
trasmissione “La storia siamo noi”.
Sabato 27 e domenica 28 agosto
TRUCULENTUS
da Tito Maccio Plauto
drammaturgia e traduzione di Aurelio Gatti e Sebastiano Tringali
con Eleonora Brigliadori
Sebastiano Tringali, Cinzia Maccagnano
e con Riccardo Diana, Claudia Ferri, Manuela Lomeo
regia Riccardo Diana e Aurelio Gatti
musica originale Aldo Azzaro
costumi Livia Fulvio
scene Petrokos Usaja
ARWEN FILMS / MDA PRODUZIONI DANZA
Pur considerata da Plauto una delle sue opere migliori, il “Truculentus” è stato raramente rappresentato. Secondo
Cicerone (De Senectute 50), Plauto si compiaceva molto, da vecchio, di questa sua commedia, che ricava il titolo da
un personaggio secondario, il servo rude e zoticone di Strabace. La protagonista della commedia, in realtà, è una
prostituta abile e rapace, di nome Fronesio. Ella inganna con sapienza i suoi tre spasimanti (uno dei quali è proprio il
servo Strabace), che ruotano intorno alla sua casa: tipici caratteri della comicità plautina, che gareggiano fra loro per
acquisire i favori della donna.
L‟allestimento che viene presentato a Segesta è un omaggio alla commedia Plautina, un attento lavoro che introduce la
formula dell' en travestì, ampiamente utilizzata nella commedia dal '500 ai primi dell' '800. Del resto, la condizione di
incertezza per l'andata in scena genera un percorso parallelo alla trama dell'opera, fornendo materia e argomenti per
un esilarante intreccio tra la vita del teatro e la tessitura della commedia.
Anche se l‟opera mostra un gusto comico, nelle sue battute, forse troppo distante dal nostro per ottenere ancora
l‟effetto di irresistibile ilarità che Plauto sicuramente esercitava sul suo pubblico, questa messa in scena risulta
ugualmente pregevole, proprio per il tentativo - riuscito perfettamente – di far rivivere un mondo che affrontava già,
più di duemila anni fa, gli stessi argomenti sui quali ancora oggi basiamo gli spunti più divertenti del nostro teatro
comico: il fulcro del Truculentus è proprio questa donna disinibita, Fronesio, che, pur dalla sua bassa posizione sociale,
tiene in pugno ben tre uomini, senza che nessuno di essi riesca mai a protestare efficacemente.
Potrà, dunque, essersi affievolito l‟effetto comico delle battute, ma non l‟eterna freschezza del messaggio umano cui
Plauto continuamente allude, “strizzando l‟occhio” al suo pubblico.
Nella nostra messa in scena corre, parallela alla vicenda plautina, la storia di un “disastro” teatrale: la compagnia in
meno di 5 minuti, viene a conoscenza che numerosi suoi attori sono andati via. Nell'imminenza del segnale ”chi è di
scena”, la situazione precipita fino a far pensare che, probabilmente, non sarà possibile affrontare lo spettacolo. Ma il
teatro nel suo raccontarsi attraverso situazioni ora umane ora rocambolesche, giunge sempre e ancora una volta al
suo compimento. Eleonora Brigliadori (ora Diniarco ora Fronesio), Sebastiano Tringali (tramutatosi per necessità nella
vecchia Astafio), lo stesso direttore di scena, Cinzia Maccagnano (costretta in un sorprendente Truculento): sono tutti
elementi di una messa in scena totalmente dedicata e asservita all'interprete e all'attore.
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