Particelle Elementari e Forze Fondamentali

Particelle Elementari
e Forze Fondamentali
Enrico Robutti
Le interazioni fondamentali
E. Robutti
Particelle Elementari e Forze Fondamentali
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Forze fondamentali e unificazione
‰ Le interazioni fondamentali sono quelle attraverso la
conoscenza delle quali è possibile descrivere tutti i fenomeni
osservati in natura
‰ Lo scopo è quello di descrivere il maggior numero possibile
di fenomeni con il minor numero possibile di teorie generali
⇒ unificazione
z Diversi
importantissimi esempi di unificazione nell’evoluzione della
fisica
‰ Quattro le forze oggi considerate fondamentali:
z Interazione
Gravitazionale
z Interazione
ElettroMagnetica
z Interazione
Nucleare Forte
z Interazione
Nucleare Debole
E. Robutti
Interazione Elettro-Debole
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L’interazione gravitazionale
‰ L’interazione gravitazionale regola il moto dei corpi celesti e
in generale la struttura a grande scala dell’Universo
z Si
esercita tra tutti i corpi massivi
z Ha
raggio di interazione infinito
‰ Descritta con successo da Newton con la Legge di
Gravitazione Universale
z Primo
esempio di “unificazione” (la forza che fa cadere i gravi è la
stessa che regola il moto dei pianeti)
z La
stragrande maggioranza dei moti celesti può essere descritta
accuratamente per mezzo della meccanica newtoniana
‰ Rivista da Einstein con la Teoria della Relatività Generale in
termini di geometria dello spazio-tempo
E. Robutti
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L’interazione elettromagnetica
‰ L’interazione elettromagnetica è responsabile della
stragrande maggioranza dei fenomeni osservati su scala
“umana”, inclusi i processi chimici e biologici
‰ Stretto legame tra fenomeni di natura elettrica e magnetica
messo in luce dagli studi di Ampère, Faraday,…
‰ Unificazione di elettricità e magnetismo portata a
compimento dal lavoro di Maxwell: Elettrodimamica Classica
z onde
elettromagnetiche ⇒ ottica ondulatoria
‰ Quantizzazione del campo elettromagnetico di Dirac:
Elettrodimamica Quantistica
z La
luce (e la radiazione e.m.) torna alla rappresentazione
corpuscolare (fotoni)
E. Robutti
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L’interazione nucleare forte
‰ La repulsione elettrostatica tra i protoni,
carichi positivamente, all’interno del nucleo
tende ad allontanarli reciprocamente
z Nei
nuclei molto pesanti questo dà luogo ad
instabilità ⇒ fenomeni radioattivi
‰ L’interazione nucleare forte è responsabile delle forze che
“tengono insieme” i protoni nel nucleo
⇒ forze attrattive superiori alla repulsione elettrostatica a brevissime
distanze (~1 fm)
z
‰ A livello inferiore è responsabile dell’aggregazione dei quark
in protoni, neutroni, e negli altri adroni
‰ Descritta da un’altra teoria di campo: Cromodimamica
Quantistica (QCD)
E. Robutti
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L’interazione nucleare debole
‰ L’introduzione di un altro tipo di interazione nucleare,
l’interazione nucleare debole, è necessaria per descrivere
alcuni processi osservati in natura quali:
Il decadimento del neutrone:
n → p e– Æνe
Il decadimento del muone:
μ– → e– Æνe νμ
‰ L’unificazione della teoria delle interazioni deboli con
l’Elettrodinamica Quantistica ha determinato la nascita del
Modello Standard delle interazioni elettro-deboli
E. Robutti
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Le scale delle interazioni
‰ Ogni interazione è caratterizzata, oltre che da una “intensità”,
da una distanza tipica al di sotto della quale diventa rilevante:
Interazione
Intensità (e.m. = 1)
Distanza
Gravitazionale
10–40
∞
Nucleare Debole
10–10
10–15 m
Elettromagnetica
1
∞
100
10–12 m
Nucleare Forte
E. Robutti
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Le particelle
E. Robutti
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Cos’è una particella elementare?
‰ In teoria con il termine “particella elementare” si intende una
particella nella quale non possa essere distinta una sottostruttura composta da altre entità più “fondamentali”
z In
questo senso né l’atomo né il nucleo sono particelle elementari
‰ In pratica la Fisica delle Particelle Elementari si occupa
anche dello studio di alcuni sistemi “sub-nucleari” (p.es. protone
e neutrone), che sono oggi descritti come oggetti “composti”.
‰ Lo studio delle particelle elementari e quello delle interazioni
fondamentali sono in pratica la stessa cosa
z Più
le particelle sono “elementari”, più diretto è il confronto tra
l’osservazione sperimentale di come interagiscono tra di loro e le
previsioni della teoria che descrive l’interazione
z Le
stesse interazioni sono mediate da “quanti” che sono a tutti gli
effetti particelle elementari
E. Robutti
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Le proprietà delle particelle
‰ Le particelle sono caratterizzate da molte grandezze:
z massa:
z carica:
z spin:
da 0 a centinaia di GeV/c2 per le particelle note;
multipli interi della carica elementare per le particelle “libere”;
intero (0, 1,..) per i bosoni, semi-intero (1/2, 3/2,..) per i fermioni;
z…
‰ Le vite medie sono molto differenziate:
z particelle
stabili: mantengono la loro identità indefinitamente (p. es.
protone, elettrone);
z particelle
instabili: decadono “spontaneamente” dopo un certo tempo
(p. es. neutrone, muone, pione);
z risonanze:
hanno una vita media
talmente breve che si possono
osservare solo per mezzo di
particolari caratteristiche nella
cinematica dei prodotti di
decadimento (p.es. Δ, ρ)
E. Robutti
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Barioni, mesoni, quark
‰ Tutte le particelle soggette all’interazione forte sono dette
adroni
‰ A seconda dei processi di produzione e decadimento in cui
sono osservati, gli adroni vengono classificati come:
z barioni:
p.es. protone, neutrone;
z mesoni:p.es.
π, K
‰ Nel modello a quark tutti gli adroni vengono interpretati come
stati legati di oggetti più fondamentali, i quark
barioni → tre quark (antiquark)
E. Robutti
mesoni → un quark e un antiquark
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I leptoni
‰ Il muone ha caratteristiche del tutto analoghe a quelle
dell’elettrone ma una massa circa 200 volte superiore
‰ L’esistenza del neutrino venne
postulata per spiegare la forma
dello spettro degli elettroni emessi
nei decadimenti β
Æνe
e–
‰ Elettrone, muone, neutrino, fanno parte della famiglia dei
leptoni: non sono soggetti all’interazione forte ma solo a quella
debole e (se carichi) a quella elettromagnetica
‰ I neutrini hanno caratteristiche del tutto peculiari:
z hanno
massa (quasi) nulla;
z interagiscono
E. Robutti
pochissimo (solo interazione debole)
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I mediatori delle forze
‰ Le interazioni tra particelle avvengono attraverso
lo scambio di altre particelle, i “mediatori” delle forze
z Le
caratteristiche dell’interazione si riflettono nelle
caratteristiche dei mediatori: p.es. massa elevata ⇒ corta
distanza di interazione
‰ Le particelle scambiate non sono normalmente osservabili
direttamente. P. es.:
z e+
e– → μ+ μ– è descritto da e+ e– → γ → μ+ μ– (γ = fotone);
→ p e+ Æνe è descritto da n → p W– → p e+ Æνe (W– = mediatore
dell’interazione debole);
zn
E. Robutti
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Il Modello Standard
E. Robutti
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Tre famiglie di fermioni
‰ Elettrone, neutrino
elettronico, quark up e down
sono sufficienti a descrivere la
materia che ci circonda
‰ Per descrivere i processi
osservati in laboratorio occorre
però introdurre altre due
famiglie di fermioni, con
caratteristiche analoghe ma
con masse sempre più alte
‰ L’osservazione del quark
top (Fermilab, 1995) è stato
uno dei più grandi successi del
Modello Standard
E. Robutti
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I bosoni vettori
‰ L’interazione elettromagnetica è mediata dal
fotone (neutro, massa nulla)
‰ L’interazione nucleare forte è mediata da 8
gluoni (neutri, massa nulla)
‰ L’interazione nucleare debole è mediata da 3
bosoni vettori massivi: 2 carichi (W±) e uno
neutro (Z0)
di W± e Z0 (CERN, 1983) costituisce
il primo grande successo del Modello Standard
z L’osservazione
‰ Gravitazione → gravitoni?
E. Robutti
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Il bosone di Higgs
‰ La costruzione del Modello Standard implica che i campi che
vi compaiono siano associati a particelle di massa nulla,
contrariamente all’evidenza sperimentale
‰ Il meccanismo di Higgs consente di riscrivere la teoria in
modo che le particelle “fisiche” (sia materiali che mediatrici di
forza) acquistino una massa.
‰ La conseguenza è la comparsa di una nuova particella
massiva, il bosone di Higgs
z Il
bosone di Higgs non è mai stato osservato e sarà il primo obiettivo
della prossima generazione di esperimenti
z La
teoria non prevede alcun valore per la massa dell’Higgs, ma i dati
disponibili oggi permettono di stabilire limiti inferiori e superiori: la
regione permessa è limitata
E. Robutti
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Il quadro completo
E. Robutti
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Oltre il Modello Standard?
‰ Nonostante i numerosissimi successi, il Modello Standard è
insoddisfacente sotto molti punti di vista:
z non
predice l’esistenza di esattamente tre famiglie di fermioni, i valori
delle masse e le grandi differenze tra di esse,…;
z non
giustifica l’asimmetria materia-antimateria dell’Universo;
z non
spiega l’origine della materia oscura
‰ Numerose nuove teorie tentano di risolvere queste difficoltà
estendendo o superando il Modello Standard
z Le
teorie supersimmetriche sono tra le più attraenti e studiate:
prevedono l’esistenza di un gran numero di nuove particelle elementari,
e spesso sono associate a simmetrie che permettono di unificare
l’interazione forte a quella elettro-debole (teorie di Grande Unificazione)
z Il
passo successivo è quello di includere anche la gravità (teorie di
stringhe, membrane,…)
E. Robutti
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Come è fatto un esperimento
E. Robutti
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Bersagli fissi e fasci collidenti
‰ Due diverse classi di esperimenti con acceleratore:
‰ Il fascio di particelle
accelerate viene “estratto”
dall’acceleratore e diretto su
un bersaglio fisso
z Altissime
luminosità
(∝ numero di eventi per unità
di tempo) raggiungibili
z Possibilità
di creare fasci
“specializzati”: p.es. fasci di
pioni o di kaoni
E. Robutti
‰ Due fasci che viaggiano in
direzioni opposte collidono
all’interno dell’acceleratore
z Tutta
l’energia dei fasci è
disponibile per la creazione di
nuove particelle ⇒ altissime
energie raggiungibili
z Utilizzo
efficiente dei fasci
negli accumulatori circolari
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Gli acceleratori
‰ Gli acceleratori forniscono la “materia prima” per gli
esperimenti: accumulano ed accelerano i proiettili
zI
proiettili sono normalmente particelle cariche stabili: protoni,
elettroni, antiprotoni, positroni
‰ Sono tipicamente di due tipi:
z lineari;
z circolari
(accumulatori)
‰ Gli elementi principali sono:
z cavità
risonanti, per fornire energia
alle particelle;
z magneti,
per controllarne la
traiettoria
E. Robutti
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La struttura di un rivelatore
E. Robutti
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24
La struttura di un rivelatore
‰ Le classi principali di rivelatori:
z tracciatori
di vertice: ricostruiscono vertici secondari;
z tracciatori
principali: misurano carica e impulso;
z identificatori
di particella: misurano la velocità;
z calorimetri
elettromagnetici:
misurano l’energia di elettroni
e fotoni;
z calorimetri
adronici:
misurano l’energia degli
adroni
z camere
per muoni: rivelano
il passaggio dei μ
E. Robutti
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Dal progetto alla presa dati
formazione della
Collaborazione
scelta del
laboratorio
progetto
progetto
costruzione/test
sotto-rivelatori
costruzione/test
installazione
rivelatore
acceleratore
proposta metodo
di misura
test apparato
completo
collisioni ⇒ inizio
presa dati
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Dalla collisione alla misura
segnali nei
rivelatori
rilettura e
decodifica dati
prima selezione
eventi (trigger)
ricostruzione
dell’evento
filtro software
selezione eventi
di interesse
scrittura evento
analisi completa
analisi dati
acquisizione dati
collisione
misura /
confronto con la
teoria
E. Robutti
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Gli esperimenti
E. Robutti
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Temi attuali in Fisica delle Particelle
‰ Conferme del Modello Standard
z Esiste
il bosone di Higgs? Ha massa compatibile con gli attuali limiti
indiretti? Interagisce come previsto con le altre particelle?
z L’accoppiamento
tra le famiglie fermioniche è in perfetto accordo con
il modello?
z Studio
di processi vietati nel Modello Standard
‰ Test di modelli di fisica adronica
z Spettroscopia
z Studio
degli adroni
di produzione e decadimento di adroni
‰ Oltre il Modello Standard
z Esistono
z Ci
E. Robutti
particelle supersimmetriche? Che massa hanno?
sono altre particelle elementari “impreviste”?
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I laboratori nel mondo
CERN, Ginevra
E. Robutti
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30
I laboratori nel mondo
Fermilab, Illinois
E. Robutti
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31
I laboratori nel mondo
DESY, Amburgo
E. Robutti
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32
I laboratori nel mondo
SLAC, Stanford - California
E. Robutti
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33
I laboratori nel mondo
Laboratori Nazionali di Frascati
E. Robutti
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34
Il Large Hadron Collider
E. Robutti
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35
Il Large Hadron Collider
‰ Il Large Hadron Collider (LHC) è attualmente in costruzione
al CERN: nel 2007 dovrebbe iniziare le operazioni
‰ LHC è un anello di collisione protone-protone
z Energie
finora mai raggiunte: 7 TeV + 7 TeV
z Altissima
luminosità
‰ Quattro grandi esperimenti:
z ATLAS
z CMS
z LHCb:
uso generale; ricerca del bosone di Higgs, Nuova Fisica
fisica del mesone B
z ALICE:
E. Robutti
}
fisica nucleare e adronica
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Il presente e il futuro
‰ Oggi:
z fisica
dei sapori (principalmente B): BABAR, Belle;
z Modello
z fisica
Standard (top, W): CDF, D0;
adronica: CLEO, BES,…
‰ Domani:
z nel
2007 inizia l’era di LHC;
z decadimenti
rari? (NA48,…);
z super-fabbrica
di B?
‰ Dopodomani:
z acceleratore
z anello
lineare e+e– ad altissima energia;
di collisione μ+μ–?
z …?
E. Robutti
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37
ATLAS
‰ Fisica ad altissime energie:
z ricerca
del bosone di Higgs;
z ricerca
di nuova fisica (particelle supersimmetriche?)
E. Robutti
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38
ATLAS
E. Robutti
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LHCb
‰ Fisica dei mesoni B:
z decadimenti
z misure
E. Robutti
molto rari;
di precisione, possibilità di studiare i mesoni Bs (bÆs)
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40
LHCb
QuickTime™ e un
decompressore TIFF (Non compresso)
sono necessari per visualizzare quest'immagine.
E. Robutti
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41
TOTEM
Area sperimentale CMS (IP5)
CMS
TOTEM
‰ Fisica “in avanti” a LHC:
z sezione
z fisica
E. Robutti
d’urto protone-protone elastica e totale;
diffrattiva
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42
TOTEM
E. Robutti
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BABAR
‰ Fisica dei mesoni B:
z violazione
della simmetria CP; parametri di mescolamento famiglie;
z decadimenti
E. Robutti
rari
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44
BABAR
E. Robutti
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MEG
‰ Violazione del numero leptonico: ricerca del decadimento
μ→eγ
E. Robutti
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46
MEG
E. Robutti
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47
Il lavoro del fisico delle particelle
E. Robutti
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48
Hardware
‰ Rivelatori di particelle
z Progetto,
realizzazione e test di
rivelatori per esperimento
z Studi
di prestazioni
z Sviluppo
di nuove tecnologie
‰ Elettronica
z Progetto
QuickTime™ e un
decompressore TIFF (Non compresso)
sono necessari per visualizzare quest'immagine.
di sistemi complessi di
acquisizione dati
z Progetto
e realizzazione di
schede di
acquisizione/elaborazione dati
z Progetto
e realizzazione di nuovi
chip dedicati
E. Robutti
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Software
‰ Acquisizione dati
z Progetto
di architetture di
acquisizione
z Scrittura
di codice di
lettura/controllo/archiviazione
QuickTime™ e un
decompressore TIFF (Non compresso)
sono necessari per visualizzare quest'immagine.
z Sviluppo
‰ Analisi
z Progetto
di architetture di
ricostruzione/simulazione/analisi
dati
z Scrittura
z Analisi
di interfacce utente
• B0 → K+ π–
• B0 → K– π+
di codice specifico
finale dei dati ⇒ risultati
di fisica
E. Robutti
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Gestione e coordinamento
‰ Esperimenti sempre più grandi ⇒ necessità di una struttura
ben organizzata
‰ Moltissime posizioni di coordinamento:
z Gestione
generale esperimento: “portavoce”, coordinatori tecnici, di
fisica, di calcolo
z Coordinatori
sotto-rivelatori e responsabili hardware/software sotto-
sistemi
z Responsabili
z Coordinatori
z Gestione
sotto-sistemi di calcolo
gruppi di ricostruzione e analisi
scrittura articoli e presentazioni a conferenze
z…
E. Robutti
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Competenze e sbocchi professionali
‰ Ricerca “pura”: Università, Enti di Ricerca, Laboratori
internazionali
‰ Figure specializzate nei centri di ricerca
z Servizi
di calcolo, elettronica, nuove tecnologie
‰ Industria e servizi
z Sviluppo
software
z Gestione
sistemi di calcolo e trattamento dati
z Progettazione
e sviluppo elettronica
z Progettazione
sistemi di controllo
z Tecnologie
biomediche
z Simulazioni
di mercato (assicurazioni, società finanziarie)
z…
E. Robutti
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