Note per rodaggio a “freddo” dei micromotori Queste note sono per quei modellisti “giovani giovani ” che prima di montare qualsiasi motore nel loro modello, sia auto che aereo, scafo od elicottero, desiderano essere sicuri che lo stesso sia PERFETTO. Naturalmente parliamo di motori “industriali” e che per il loro basso costo sono motori, e non “mostri” (anche nel prezzo) fatti per le gare. Tratteremo come esempio un economico SH18 con avviamento a strappo Iniziamo dapprima a smontare il gruppo marmitta-collettore di scarico cercando di recuperare la guarnizione, Smontare anche la testata ponendo attenzione alla guarnizione sottotesta Bloccare con due viti il gruppo camicia interponendovi una rondellina piana liscia. Tolto il motore dal supporto, tocca al carburatore, poi alla campana frizione e volano con relativi cuscinetti ed infine il carter posteriore con lo strappino A questo punto, stiamo parlando di un motore nuovo nuovo mai messo in moto, controlliamo visivamente i vari raccordi di accoppiamento per far cio’ utilizziamo una micro lampadina possibilmente con snodo flessibile, per inserirla dentro il carter o il cilindro ed eseguiamo questi controlli: Controllo del raccordo tra la camicia dal lato della luce di scarico e lo scarico sul carter.(ed eventualmente con un micro pennarello o ago segnare l’eccedenza) • Controllo del raccordo sull’albero motore e la luce sul carter;(come sopra) • Controllo della completa apertura della luce di ammissione tra il pistone e la camicia cilindro ;(idem) • Controllo del raccordo tra le luci laterali di ammissioni ed il pistone;(lo stesso) Questo controllo e”marcatura” ci servirà in seguito per migliorare ed affinare le prestazioni di questi micromotori. • Per fare il famigerato “rodaggio a freddo” dovremo autocostruirci un castello motore dove fisseremo con le viti sul basamento il motore stesso. Utilizzare un recipiente possibilmente di metallo, al cui interno fisseremo lo “scaletto” con il motore semi-montato Quindi con un dado di protezione per l’albero motore lo serreremo al mandrino del trapano a colonna (per comodita’), all’interno del recipiente verseremo un buon olio motore tipo sae 40 sino a coprire completamente il micromotore , selezioniamo una bassa velocita’ di rotazione tipo 400/600 giri ed avviamo il motore del trapano. Terremo il trapano acceso per almeno 15 minuti, fermiamolo e controlliamo la temperatura sia dell’olio che del cilindro motore, deve essere freddo/tiepido, aspettare,10 minuti circa, e riavviare il trapano avendo selezionato una velocita’ di rotazione maggiore, circa 800/1200 e sempre per circa 15 minuti. Ripetere la sequenza per tante volte sino a portare il regime di rotazione a circa 3000 giri min.ed aver accumulato un tempo totale di almeno 1h e30// 2h. Se non si dispone di un trapano a colonna si puo’ utilizzare quello a mano magari con regolatore elettronico di velocita’ ed invertitore di senso di rotazione, ed operare come sopra ma con la differenza che un ciclo sia con un senso di rotazione ed il seguente in senso inverso, sempre accumulando un tempo totale di circa 2h. Se avete una bellissima e potente calamita inseritela all’interno del contenitore colmo d’olio, ed alla fine del “rodaggio” vedrete depositato sulle superfici della calamita una “poltiglia” più consistente dell’olio, è tutto il materiale ferroso che sarebbe andato in circolazione sulle varie parti. Dopo aver fatto questo rodaggio a ”freddo” si dovra’ effettuare una pulizia scrupolosa ed accurata di tutto il complessivo albero motore-cuscinetti-pistone e camicia cilindro carter motore, con nafta o meglio con petrolio bianco raffinato facendo anche piu’ “bagni” in adatto recipiente, o meglio ancora smontare il motore in tutte le sue singole parti. Anche perché dovremo eseguire le lucidature e le “raccordature” di tutti i condotti e luci sia di aspirazione che di scarico. Togliere le viti di blocco della camicia cilindro sul carter, ed estrarre delicatamente il cilindro, smontare dall’albero motore il pistone con la relativa biella, estrarre l’albero motore all’orche’ avremo il carter con i soli cuscinetti che puliremo ben bene come detto prima con petrolio o nafta e soffio di aria con il compressore. MA ANCORA NON ABBIAMO TERMINATO !! Perche’ complicarsi la vita per fare questo “rodaggio a freddo” vi chiederete. Primo perché smontando il motore saprete se è stato montato correttamente, mi è accaduto che su questo motore SH18 l’asse di accoppiamento con i cuscinetti della campana avesse una misura, meglio dire ORRORE, di 4,82 mm rispetto ai 5 mm regolari, mi è bastato sostituire l’asse e tutto è ritornato alla normalità. Immaginate come avrebbe “ballato” la campana a 25.000/30.000 giri e che possibilità di rotture varie in cui si poteva incorrere !!! Come scrivevo su, l’idea mi nacque tanti lustri fa’, quasi 8, ricordando i brillanti risultati che conseguiva la Lancia, prima con i modelli HF e poi con le STRATOS, naturalmente mi riferisco ad auto vere. A quei tempi ero a scuola professionale sez. riparatore automezzi, studiando e soprattutto cercando di avere notizie tecniche dalle aziende costruttrici di auto, tramite i canali scolastici e gli ingegneri meccanici che curavano la nostra preparazione (forse anche per loro curiosita’) iniziai così ad accumulare una competenza teorica da poi convogliare nella pratica. COSA FACEVA, AI PROPRI MOTORI, LA LANCIA PER AVERE QUEI SUPERBI RISULTATI ? Consideriamo dapprima la precisione di costruzione meccanica di quel periodo temporale, e poi degli strumenti atti alla loro misurazione, naturalmente facendo il confronto con oggi. La Lancia oltre ad avere ottimizzato i cicli di lavorazione dei pezzi meccanici, ebbe questa “furbata” che io poi mi sono riproposto in campo modellistico. Per sommi capi ne descriverò le varie fasi. Veniva montato tutto il motore dell’auto, ad esclusione delle parti “periferiche” quali pompa dell’acqua, alternatore, sistema d’accensione, carburatori, quindi solo le parti meccaniche principali. Monoblocco completo di albero motore e pistoni e bielle e volano, testata completa di valvole e catena di distribuzione dell’albero a camme, pompa dell’olio ma senza la coppa e senza coperchi delle punterie e senza candele d’accensione, il tutto perfettamente montato ed inserito in un castello che veniva a sua volta immerso in una vasca colma d’olio motore pulito. Il volano motore veniva collegato tramite un albero di collegamento ed un giunto elastico, ad un grosso motore elettrico che era comandato da un quadro elettrico che svolgeva la duplice funzione di fornire l’energia elettrica per il funzionamento e la regolazione del numero di giri di tutto il complesso motore elettricomotore auto. Quindi veniva avviato il tutto, regolando il numero di giri al minuto a circa 500 e per un tempo di circa ½ora, veniva lasciato “riposare” per un’altra ½ora e nuovamente a girare ad un numero superiore di giri, circa 1000, facendo tanti step sino a portare il regime di rotazione a circa metà del massimo dei giri del motore stesso. A questo punto il motore veniva lasciato a “riposare” per circa 2 ore e si riprendeva lo step di rotazione ma in senso inverso ! Si completava quindi il ciclo di rodaggio a banco in circa 10 ore totali, sino a portarlo a 3 quarti del regime massimo di rotazione. Da premettere che la vasca con l’olio aveva la sua pompa di circolazione dell’olio, e per poterlo raffreddare veniva inviato ad un radiatore con relativa ventola e poi una serie di filtri meccanici e magnetici per bloccare tutto il materiale ferroso diluito nell’olio, materiale che risultava “asportato” da tutte le superfici metalliche a contatto tra di loro. Il motore infine, estratto dalla “vasca di rodaggio” veniva lavato con altro olio più fluido e pulito quindi veniva completato di tutte le sue parti e montato sul banco di prova potenza, dove subiva alcuni test. Completato questo iter, veniva infine montato sull’autovettura con i risultati che conosciamo tutti. Quando iniziai a fare modellismo trasferii le mie conoscenze tecnico-pratiche sul mio primo motore un “cipollino”, l’aereo era un VCC “Rodeino”.Prima di mettere in moto il micromotore, lo smontai tutto, ne controllai gi accoppiamenti, lucidai tutti i condotti ed infine lo montai in uno scaletto che immersi nell’olio motore, l’albero motore lo collegai tramite una barretta filettata al mandrino di un trapano a colonna e iniziai a farlo girare in vari “step” per un tempo totale di circa 1 ora e ½. Pulitolo accuratamente lo montai sul modello e gli diedi il primo avvio per la regolazione della carburazione, vi era solo lo spillo. Non vi dico “l’urlo” bellissimo e pieno. Andai al campo volo, e qui feci provare il mio modello ad uno dei “nonni”, io misero novellino. Rifornisco di carburante, riempiendo a metà il piccolo serbatoio per mia fortuna. Avvio il motore, tengo il modello ed aspetto il cenno di mollarlo, VIA, il modello schizza in volo ed il pilota fatica un po’ a tenerlo, se ricordo bene fece una decina di giri prima che terminasse il carburante, atterra sano e salvo e sono attorniato da altri amici modellisti che mi chiedevano che motore fosse, che marca che…..(mia soddisfazione!) finì che lo “vendetti” ad uno che mi offrì un radiocomando 4 canali con servi (tutto rigorosamente usato). Da questa esperienza sul campo, tutti i motori che ho posseduto e posseggo, hanno avuto fatto da me questo famigerato “rodaggio a freddo”, e la differenza c’è!! Basta montarlo sul modello, regolare la carburazione per quel giorno fredda/calda/umida…) e…. viaaaaaaaaa a tutto gas.(Naturalmente dopo averlo “scaldato” un po’ !) Cosa accade alle varie superfici meccaniche? Il contatto di sfregamento tra pistone e camicia si annulla quasi completamente con l’olio di lubrificazione così pure per tutte le superfici di movimento, sfere dei cuscinetti, boccole di biella…..ma esplica anche la duplice funzione di veicolo di trasporto del materiale asportato per attrito, che riducendone l’attrito ne esegue una “lappatura” (termine che indica la perfetta linearita’ e lucetezza di superficie.) Motore nuovo che viene rodato anche sul mezzo: • • • • • • • Accensione del motore; Dopo la messa in moto, lasciarlo acceso al minimo e relativa regolazione; Regolazione di carburazione “grassa”; Far consumare 1 o più serbatoi con il modello fermo;(raffreddandolo) Far consumare 1 / 2 serbatoi con miscela “grassa”, stavolta in pista; Consumare in totale circa 1 litro di miscela non troppo nitrata, aumentando sempre più la velocità; Infine regolare l’esatta carburazione e…. divertirsi. Motore nuovo che viene rodato a freddo: • • • • Montaggio del motore sul mezzo; Accensione del motore; Regolazione di carburazione poco poco “grassa” fare qualche giro; Infine regolare l’esatta carburazione e…. divertirsi. Praticamente vi sono tre operazioni in meno, rispetto al metodo CLASSICO, che se non fatto con la dovuta cautela, verso il motore, ne causerebbe un rapido deterioramento delle prestazioni dovuto all’eccessivo consumo meccanico. Ricordiamoci che questi motori “girano” ad un regime che va dal minimo di 2.500/3.000 giri sino a 30.000 giri, per quelli normali ed anche a + di 45.000 giri per quelli da gara. In un’autovettura media a benzina il motore raggiunge mediamente i 6.500 giri e dura circa 100.000 Km, un autobus GT di linea i 2.500 giri e dura 500.000 Km circa. Si comprende chiaramente che all’aumentare del numero di giri massimo corrisponde una vita operativa minore, dovuto a tutte le problematiche termiche e meccaniche dei materiali metallici in genere. Il rendimento nei motori endotermici adesso raggiunge anche il 18/22% e 25/30% in quelli con NOS che vengono “fritti” nel corso di una singola prova. I motori elettrici normali invece hanno un rendimento medio che raggiunge anche l’80% e nel caso di quelli ad alte prestazioni anche il 98/99% !!! (E’ gia’ futuro !!) Ancora l’unica problematica e’ la fonte di energia che ha il suo “peso” in batterie ± pesanti ed ingombranti per disporre di energia sufficiente nel tempo d’uso, la tecnica oggigiorno comunque continua a progredire con passi da gigante, o meglio dire, con una curva logaritmica, alfine di disporre di energia pulita. Avete visto quei “medi” generatori eolici (“frullatori”) che con le loro pale con un diametro medio di 90 metri possono produrre energia elettrica per ben 980 KWh (uno solo!!!) e che collegandoli in “parallelo” le loro potenze si sommano senza usare neppure un cc di petrolio! Certo esteticamente sono un “cesso”, generano un rumore notevole vicino alle pale del rotore, ma e’ tutta energia pulita e GRATIS. POVERI PETROLIERI !!