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DELLE
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n°6. 2 aprile 2012
ilPAGINONE
Nuovo made in Italy
a bordo delle apps
p
PATRIZIALICATA
M
obile app, piccolo programma software agile e dinamico che già muove uno dei
mercati più promettenti nel panorama
delle comunicazioni wireless. È stato
l’ingresso sul mercato dell’iPhone nel
2007 a far uscire il segmento delle applicazioni per cellulare dalla nicchia e
ora la diffusione esplosiva di smartphone (e tablet) alimenta la crescita: fra tre
anni il numero di smartphone supererà
quello di pc. Intanto nel mondo sono
già sono state scaricate 30 miliardi di
applicazioni.
L’Italia non è fuori da questa rivoluzione, come rivelano i dati degli
Osservatori Ict & Management della
School of Management del Polimi
(resi noti in occasione della manifestazione Smau Mob App Awards,
promossa dagli Osservatori e da
Smau con la media partnerhip di
Wireless4Innovation e del Corriere delle Comunicazioni), con
una penetrazione di smartphone
del 42,7% (del 42,5 nell’Europa occidentale e del 39% negli
Usa) e la banda larga mobile ha
una diffusione del 42,4% (contro
il 38,5% dell’Europa occidentale). Gli italiani fanno un utilizzo
poliedrico del cellulare e amano le
applicazioni per giochi e intrattenimento, e poi quelle di servizio, con
informazioni meteo, mappe e itinerari.
Questo nuovo ecosistema genera opportunità imprenditoriali: da nord a sud
Prende forma la geografia del new business basato sulle applicazioni
mobili create da sviluppatori del nostro Paese: un mercato che vale già 80
milioni di euro. E la crescita vola a tripla cifra
ritenute valide, AppsGratis: vincitrice quest’anno dello Smau Mob App
Awards a Bari e sviluppata dalla società Mediacom/Mobinext (start-up del
mondo mobile), permette di scaricare
gratuitamente applicazioni normalmente a pagamento. “Le opportunità di business sono interessanti: gli smartphone
hanno una dotazione base di app non
soddisfacente e gli utenti ne cercano
altre”, afferma Daniele Leone della
software house di Matera.
I ricavi delle applicazioni nel
mondo superano a fine 2011 un valore di 4 miliardi di euro; in Italia
si aggirano sugli 80 milioni, un
incremento del 130-160% rispetto al 2010. La formula dell’inapp billing prevale sul pay per
download.
Ma un altro modello di business per gli sviluppatori consiste nel mettere a punto applicazioni per terzi, su commissione:
diverse software house sono
orientate in questa direzione,
che ritengono più profittevole.
Come AnguriaLab di Bologna
(3 soci e 20 dipendenti), che allo
Smau Mob App Awards ha candidato la app consumer Postino, ma
in generale preferisce sviluppare
applicazioni per terzi. Stesso modello per la software house Apex-Net di
Radio player
Mini-app
in Italia sono numerosi gli sviluppatori
e le imprese con specializzazione nel
business mobile e il nuovo paradigma
degli application store facilita anche la
distribuzione sui mercati internazionali.
Basti pensare alla app What’s on air?
(radio player che facilita la ricerca tra
i contenuti delle migliaia di web radio
e tra i concerti delle band musicali e
permette di acquistare canzoni su iTunes): realizzata da Gianluca Falasca,
imprenditore della start-up Palmologix,
ha riscosso successo in Italia, ma anche
in Germania, Francia e Israele, superando mezzo milione di download. L’app
ha due versioni, gratis o a pagamento.
Il modello di business tentato dagli
sviluppatori italiani oscilla del resto tra
pay e free. Andrea Mori di Livorno (21
anni, ha una piccola società di sviluppo
con un socio) ha optato per far pagare
il suo Calcolone (un contenitore di 80
applicazioni utili) 79 centesimi e ne ha
già ricavato 32mila euro. Al contrario è
gratuita, ma con pubblicità, l’applicazione Prezzi Benzina (vincitrice l’anno
scorso dello Smau Mob App Awards),
sviluppata dalla software house Due
Punto Uno. È gratuita, ma prevede
la promozione di alcune applicazioni
Cesena (23 dipendenti e 1,2 milioni di
euro di fatturato): “Per tirare fuori un
business occorre fare applicazioni per
clienti aziendali, non per l’utente finale”, sostiene il Ceo Fabrizio Bassi.
“L’utente finale preferisce le app gratuite e anche con la pubblicità si guadagna
solo se la app ha un utilizzo costante”.
Ha fatto centro dunque Luca Micheli, sviluppatore indipendente attivo sull’AppStore, che ha realizzato
QuizPatente! (finalista all’edizione
romana del contest Smau). “Sul mercato italiano vendere è difficile: le app
gratuite sono notate e scaricate 11 volte
di più delle app a pagamento - spiega
Micheli -: per questo ho creato un’applicazione gratuita ma con pubblicità
e, grazie al fatto che questa app ha un
forte utilizzo, i miei guadagni sono continui”. QuizPatente! ha infatti una forte
componente di servizio: si svolgono i
quiz, si confrontano i risultati con quelli
dei test precedenti e si consulta il codice
della strada. La pubblicità nelle app in
Italia è un mercato in espansione: vale
12 milioni di euro e circa la metà dei
100 top spender in pubblicità ha almeno
un’applicazione, con una crescita del
129% dal 2010 al 2011.
«Calcolone»
ha già ricavato
oltre 32mila euro
«What’on air?»
ha riscosso successo
anche all’estero
[ 3 italia ]
Nasce AppSquare, community
online dedicata agli sviluppatori
p
Una borsa delle idee che stimola a investire nelle applicazioni mobili e promuove i
talenti dell’hi-tech: 3 Italia ha lanciato AppSquare (realizzata in partnership con Reply),
community online dedicata a ideatori e sviluppatori di nuove app attraverso annunci in
crowdsourcing. L’obiettivo è quello di realizzare applicazioni per smartphone e tablet
che saranno pubblicate negli store di Apple (iTunes), Google (Play Shop) e Windows
Mobile (Market Place). 3 Italia ha previsto un investimento iniziale di 2 milioni di euro
con l’obiettivo di realizzare 100 applicazioni
all’anno; il budget messo a disposizione degli
sviluppatori varia da 2.000 a 3.000 euro per
ogni singola app. “Abbiamo voluto renderci
promotori di un’iniziativa che coinvolgesse
persone non legate professionalmente all’hitech mobile, ma che per passione e bravura
sapessero offrire spunti idonei a diventare innovazioni concrete. Offriamo un’opportunità
di lavoro perché sappiamo che al di fuori delle aziende di progettazione esistono giovani
che possono migliorare l’utilizzo dei supporti
mobili”, spiega Marco Giannotti, Devices &
Application Farm Director di 3 Italia.