Importanza, limiti e contestualità dell’economia Francesco Silva - Società Italiana degli Economisti SIE, Professore ordinario di Economia applicata Università degli studi di Milano-Bicocca Questo intervento è il frutto di riflessioni che nascono da un lungo mestiere d’insegnamento universitario di Economia - teorica ed applicata - (economics) oltre che dall’osservazione di quanto è successo e succede nell’ economia reale (economy). Non vi è dubbio che nell’ultimo mezzo secolo l’economia ( economy ) ha acquisito un peso sempre maggiore e determinante nell’evoluzione della storia nazionale e internazionale, oltre che delle nostre storie individuali. L’economia ha imposto la propria logica che ha avuto il sopravvento non solo sulla politica, ma anche sul diritto e sull’etica, e fors’anche sul nostro sentire. Questa stessa economia trionfante ci ha portato molti frutti positivi – consumi, lavoro, etc. -, ma ha avuto un andamento instabile e differenziato nei luoghi e nelle persone ed ha generato squilibri, depressioni e tensioni il cui superamento ha richiesto o richiederebbe interventi “esterni” all’economia. L’economia non si sostiene da sola e pure rifugge i controlli esterni della politica, dell’etica e del diritto, che anzi essa stessa tende ad assoggettare. Situazione complessa, quindi. Esempi: la globalizzazione, la CEE; i debiti pubblici, i dettami dei “mercati finanziari” e le crisi; l’interpretazione economica del diritto ( corruzione: incentivi o sanzioni ? arbitrati-conciliazioni o leggi e corti di giustizia ?); il prevalere dei prezzi sui valori ( quanto spendere per la salute ?); l’etica dei superincentivi manageriali ( giustificabili le abissali differenze retributive ? ); la vittoria del privato sul pubblico ( privatizzare: perché ? ); la pubblicità come “grande finanziatore” della cultura; del principio di concorrenza e efficienza su quello di solidarietà ( profit e no profit ); lavorare per poter consumare o consumare per poter lavorare; il prevalere dell’obiettivo dello sviluppo di breve periodo su quello sostenibile, etc. Stimolare attenzione a, e aiutare alla lettura di questi problemi che ci coinvolgono collettivamente e individualmente dovrebbe essere a nostro avviso l’obiettivo didattico primario dell’insegnamento dell’economia e più in generale delle così dette “scienze sociali”. Non si tratta di “insegnare l’economia”, ma di “suscitare interesse per” l’economia. Gli studenti non saranno economista, ma persone che dovranno muoversi più consapevolmente in un mondo dominato dall’economia. Quali strumenti utilizzare? Dobbiamo essere consapevoli che l’ economia come “scienza” – economics – studia solo una faccia, per quanto importante, dei problemi e delle situazioni sopra indicate: una prospettiva esclusivamente economica sarebbe riduttiva. Da qui l’importanza della collaborazione, e non solo della comunicazione parallela, tra le varie discipline sociali e umane (storia economica, psicologia, antropologia, sociologia, diritto, e forse anche etologia ) A mio avviso la definizione più appropriata, che non a caso é anche la più imprecisa, dell’economia sia quella keynesiana: l’economia è un “modo di pensare “ L’economia non è una scienza, e non andrebbe insegnata come tale: non riesce, e forse non può neppure prevedere il futuro, anche solo immediato; non può sperimentare ( però oggi vi è l’economia sperimentale ); non ha teorie condivise ( es. premi Nobel contrapposti ) né tanto meno un’ingegneria ( politica economica ) consolidata e generalizzabile ( espansione o austerità ? Stati Uniti e Germania ). L’economia però, a differenza delle altre discipline sociali, segue un metodo scientifico – uso dei modelli e della verifica statistico-quantitativa – che aiuta moltissimo nell’analisi dei problemi. Analisi significa anche “separazione”, esercizio utile, ma anche pericoloso. Matematica e statistica sono dunque un linguaggio utilissimo – e didatticamente molto importante -, ma deve essere chiaro che non è questo linguaggio che trasforma l’economia in scienza. Due interessanti casi che rivelano l’importanza, ma anche la precarietà dell’ economics: Stati Uniti negli anni ’70 e ’80; lo sviluppo e il non sviluppo economico italiano. La sconfitta delle teorie. Eppure capire la logica – micro e macro - dell’economia è molto importante, e questo dovrebbe essere l’obiettivo didattico. Ma quali sono i “pilastri “ di questa logica ? segue un elenco di alcuni concetti/logica a mio avviso più importanti. a. scelta e costo della scelta ( economia e psicologia ) b. domanda e offerta c. valore e prezzo ( economia ed etica ) d. impresa: intraprendere, organizzare, amministrare ( contabilità) ( economics ed economia aziendale ) e. impresa: proprietà e controllo ( aziende familiari, s.p.a., etc. ) ( contabilità) ( economics, economia aziendale e diritto ) f. concorrenza, selezione e monopolio ( uscita, voce e fedeltà ) ( economia ed etologia ) g. cooperazione e collusione ( economia ed etologia ) ( economia ed etica ) h. beni privati, pubblici, collettivi, a proprietà comune, meritori ( economia e politica ) i. i limiti dell’informazione j. pubblicità: a che serve e perché è così importante (economics ed economia aziendale) k. fiducia ( divisione del lavoro ) ( economia, sociologia, antropologia) l. reputazione ( vantaggi economici della coerenza ) ( economia, sociologia, antropologia) m. esternalità ( di consumo – fumo – di produzione – inquinamento – diritti d’inquinamento ) (economia e politica) n. diritti di proprietà di beni e di idee ( brevetti, copyright, marchi ) (economia e diritto) o. limiti alla libertà di scelta: perché ? ( es. casco motocicletta ) (economia e politica) p. benessere economico e benessere individuale q. PIL, consumo, risparmio, investimento, esportazioni r. sviluppo: che cosa lo genera ? ( economia e storia ) s. la divisione internazionale del lavoro ( tutti dipendiamo da tutti ) (economia e politica) t. la domanda effettiva ed autonoma, e la crisi economica ( Keynes ) u. lavoro: valore e prezzo; occupazione e disoccupazione v. la moneta: sua storia, funzione e le banche w. la finanza : fisiologica e patologica x. lo stato: sue funzioni irrinunciabili (economia e politica) y. spesa pubblica, tasse e debito pubblico z. il terzo settore L’ economics ha sviluppato in anni recenti strumenti di analisi e di metodo che possono aiutare la didattica: 1- teoria e uso dei giochi ( es. dilemma del prigioniero ) 2- economia comportamentistica ( economia e psicologia, ossia come si comportano effettivamente le persone ) 3- economia sperimentale ( il comportamento delle persone studiato sperimentalmente in laboratorio ) 4- elaborazione statistica elementare dei dati ( grande disponibilità di dati su cui ragionare )