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Giornale di attualità, musica, teatro, cronaca e costume - a cura del Liceo Gandhi
Anno XV marzo 2012
EDITORIALE
Dialogo tra un alunno
e un non so
In cosa siamo “normali”?
“Historia magistra vitae” affermava Cicerone, frase che si conferma con il solo citarla. Al tempo Marco Tullio si dilettava
anche con alcuni epigrammi per l’amato
Tirone non inusuale del resto se si pensa
che il contemporaneo Catullo, oltre che per
Clodia, scrisse alcuni versi per un ragazzo
di nome Giovenzio; più tardi William Shakespeare si chiedeva se paragonare ad un
giorno estivo il conte di Southampton scoprendo però che il suo caro Henry era di
gran lunga superiore. Anni di storia e di insegnamenti a cosa sono serviti? Oggi abbiamo Internet, Iphone e film in 3-D,
eppure temiamo l’omosessualità, temiamo
quelle persone “che noi chiamiamo gay
oppure, per una strana forma di compiacimento, diversi, se non addirittura culi”.
Cito Fabrizio De Andrè che a loro, ai figli
della Luna, volle dedicare “Andrea” e volle
cantarla a Milano a luci accese, “a dimostrare che oggi si può semplicemente es-
GERENZA
Comitato di Redazione
Direttore Editoriale - Dirigente Scolastico
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Direttore Responsabile
Lorenzo Girasole
Vicedirettore
Vincenzo Amato
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Polispecialistico Statale "Gandhi" di Casoria (Na)
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sere se stessi senza bisogno di vergognarsi”. Un “oggi” che ormai è distante
20 anni e l’unica vergogna che ora provo
è quella di sentir dire ad alcune persone
“gay” credendo di insultare. Tra l’ignoranza e una Chiesa che continua a chiamare l’amore peccato nasce la paura, la
paura di essere etichettati come “froci” e
la paura di essere se stessi; nasce l’odio, e
con mazze e pietre si va a sfogare sul gay
le frustrazioni di una settimana di sottomissione ( indecente che siano ancora decine e decine le aggressioni di stampo
omofobo in Italia). Ma cosa vuoi aspettarti
da un paese dove le donne sono valutate
dai numeri delle misure, gli uomini dal numero delle donne, dove l’apparire ha totalmente soppiantato l’essere? Come puoi
pretendere di essere accettato? L’errore
forse sta proprio nella convinzione che
nulla possa cambiare ma la speranza di
non sentire più persone affermare “meglio
un figlio morto che omosessuale” deve
continuare. Non si può restare impassibili.
Muoio nell’immaginare un mio coetaneo
soffrire per la paura di accettarsi, muoio
pensando ai drammi interni, senza considerare le problematiche adolescenziali, che
deve sopportare, muoio e mi chiedo in
cosa è diverso il suo amare? Concludo e
penso che o la storia debba essere stata
davvero una pessima insegnante o che con
alunni come noi sia davvero impossibile insegnare.
Lorenzo Girasole
Direttore Responsabile
Sommario
> Editoriale
> Iniziative
> Esperienze
> Incontri
> Attualità
> Recensioni
> Riflessioni
> Mode
> Eventi
> Recensioni
> Talenti
> Riflessioni
> Iniziative
> Musica
> Iniziative
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Iniziative
Chimica e Fisica due materie n
utti quelli che considerano la
pratica molto più divertente
della teoria, hanno proprio ragione! Tale affermazione può
essere confermata anche da
noi, ragazzi della III A LS, che lo scorso venerdì 27 gennaio siamo andati a Città
della Scienza, a Napoli, per una singolare
ed interessante visita guidata. Si tratta sicuramente di una meta che viene fissata
ogni anno dalle scuole e che, quindi, potrebbe rivelarsi noiosa e/o ripetitiva, ma in
realtà è ogni volta sorprendente e originale. Siamo arrivati intorno alle 9.00 ed es-
T
sendo ancora mattina c’era bisogno di un
po’ di energia per affrontare la giornata
nei migliori dei modi. Fortunatamente un
piccolo break ci è stato concesso anche
perché la guida non era ancora presente e
non si poteva aspettare lì inutilmente.
Dopo un’abbondante colazione è iniziato
il nostro lungo percorso. Esso può essere
diviso essenzialmente in due parti. La
prima riguarda la fisica e, dato che siamo
ragazzi di terza, non abbiamo ancora
quelle conoscenze complete di tale disciplina, così Massimo (il nostro valente accompagnatore) ha cercato di mostrarci i
concetti e le teorie fondamentali nelle sue
linee essenziali. Innanzitutto siamo partiti
dalle leve: si sa come queste siano piuttosto difficili da ricordare perché ne esistono
diversi tipi, ma tutto è risultato molto più
semplice perché la spiegazione è avvenuta
con un esperimento di cui i protagonisti
siamo stati noi! Rimanendo sempre in
questo campo, si è affrontato il concetto
di velocità, tempo e la proporzionalità tra
essi; ovvero si è parlato di legge oraria e
del moto che compie un corpo, anche in
questo caso la guida ci ha mostrato il tutto
tramite una pallina su di un piano inclinato. Continuando quest’immaginario
viaggio siamo entrati nel mondo dell’elettricità. È sicuramente questa una delle scoperte più importanti senza la quale chissà
cosa sarebbe adesso la nostra società. Infatti, sempre il paziente Massimo ci ha illustrato i principali concetti legati alla
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Esperienze
e noiose? Ma neanche per sogno
corrente elettrica: cos’è un campo, come si
spostano le cariche e come possono essere
quest’ultime, tutte cose che si apprendono
sui libri, insomma. Tuttavia, poiché l’obiettivo da raggiungere è quello di trasformare
la teoria in pratica, alla fine del percorso
due ragazze si sono “sacrificate per il bene
della scienza” provando il Drizzacapelli:
già dalla dicitura si capisce che è una sorta
di marchingegno che fa scorrere in tutto il
corpo una certa carica elettrica fino a raggiungere i capelli che, appunto, si alzano.
Da qui è iniziata la parte che riguarda la
chimica. Più che altro siamo stati partecipi
del cosiddetto progetto de Il bar della chimica in cui, anche in questo caso, abbiamo
effettuato una notevole quantità di esperimenti per capirne meglio gli aspetti caratterizzanti. È risultato tutto davvero
molto divertente perché la differenza tra le
sostanze acide, basiche e neutre è stata
sottolineata da un’esplosione di colori diversi nelle provette e nei vasi comunicanti.
Addirittura vi erano reazioni chimiche che
permettevano di cambiare colore alla sostanze improvvisamente; processo che ha
causato stupore in tutti i presenti. Sbalorditivo è stata anche la reazione che ha
consentito di creare il fuoco da un liquido!
In questo straordinario bar con provette e
pipette abbiamo sperimentato alcune delle
reazioni chimiche della pirotecnica ed abbiamo compreso i meccanismi chimici che
determinano i colori, i rumori e gli effetti
dei fuochi d’artificio. I fuochi d’artificio
sono infatti tristemente noti anche per il
gran numero di infortunati che causano
ogni anno. Insomma, è stata una giornata
davvero memorabile perché finalmente si
è potuta fare lezione diversamente non
con i soliti libri, penne, matite e così via,
ma semplicemente mettendo in pratica le
cose apprese. Sicuramente in questo modo
si riescono a ricordare molti più concetti e
si invogliano i più giovani ad apprezzare
quelle materie che, di solito, sono troppo
complesse e quindi vengono abbandonate
quasi seduta stante. Questa visita guidata,
infatti, si è conclusa con una frase su cui
tutti si sono trovati d’accordo: “Vogliano
sempre fare lezione così!”
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Incontri
Lʼinsonne di Cinzia Tani
o scorso 20 gennaio, presso la
Biblioteca Comunale di Afragola, il Centro Culturale Insieme ha organizzato un
incontro con la scrittrice Cinzia
Tani, penna nota del panorama nazionale,
giornalista, docente universitaria, conduttrice radiofonica e televisiva, Cavaliere
della Repubblica, consulente di molte trasmissioni Rai, come Uno Mattina, Fantasticamente, Mixer, volto alla presentazione
del suo nuovo libro, “L’insonne”, edito da
Mondadori nella collana Oscar Bestsellers.
Il libro, che ha avuto anche la recensione
di Andrea Camilleri, è un tuffo in un passato nemmeno troppo lontano, ma lancinante, che serba nelle sue pieghe ricordi e
memorie dolorose per più di una generazione, per chi quelle cose le ha vissute, per
chi le ha solo sentite raccontare, per chi le
ha semplicemente studiate sui libri di
scuola. Il romanzo parte nella Berlino storica del Terzo Reich, parla delle persecuzioni naziste, prende le sue mosse dagli
esperimenti medici effettuati dentro e fuori
dai lager dai medici tedeschi allo scopo di
rendere la razza ariana sempre più pura e
i soldati tedeschi sempre più forti e resistenti. E, come sempre in tutte le sue
opere, la forza travolgente di Cinzia Tani
sta tutta nel linguaggio, chiaro, semplice,
diretto, privo di orpelli e di artificiosi equilibrismi, nella ricerca storica, minuziosa e
circostanziata, e nella vibrante caratterizzazione di ogni personaggio, ognuno dei
quali, dai protagonisti ai comprimari, dagli
attori agli spettatori, dalle figure centrali a
L
quelle di sfondo, beneficia di un approfondimento e di una personalizzazione psicologica davvero impagabile. Il libro è verità,
storica e romanzata al tempo stesso, perché la trama, da vero thriller americano, è
di fantasia, naturalmente, ma perfettamente plausibile e tecnicamente calata in
una realtà più che possibile, anzi probabile.
Amore, dolore, crimini di guerra, persecuzioni razziali, eutanasie governative, ricordi
e memorie si aggrovigliano nelle storie
personali dei protagonisti perché si sa, chi
è toccato dalla tragedia non potrà mai illudersi, qualsiasi cosa dica, pensi o faccia,
di uscirne indenne, e sarà invece destinato
a portare sulla sua pelle, a vita, il marchio
infamante del dramma, che da qualunque
parte sia vissuto segna indelebilmente la
mente e il cuore. L’incontro è iniziato nel
primo pomeriggio, la Tani ha parlato con
naturalezza e spigliatezza e si è mostrata
disponibile con tutti. La scrittrice ha parlato anche del libro La mela, adatto ad un
pubblico più giovane, in cui si racconta la
storia di Chiara, una ragazza dark che il
giorno di Carnevale si veste da Biancaneve, ma dimentica a casa la mela, mentre
suo nonno Antonio è molto fantasioso e
vede personaggi che non hanno niente a
che fare con la mela, come Adamo ed Eva
e Newton. La scrittrice si dimostra subito
a suo agio con i piccoli che le fanno molte
domande, come ad esempio: “A chi è
dedicato il libro?”, la risposta è immediata,
a tutti i bambini, oppure “Che ne pensa
del fatto che oggi i ragazzi vedano la
scuola come qualcosa di superfluo?”, è
questa l’occasione giusta per raccontare la
sua esperienza, Cinzia ha compiuto tutto
il percorso di studi dalle suore, non amava
molto le maestre né i libri, tutti incentrati
su storie molto tristi di Santi e Martiri, ma
poi ha riscoperto il piacere della
lettura. La scuola è un’opportunità mer vigliosa della quale tutti i ragazzi dovrebbero approfittare, se poi hanno anche
ottimi insegnanti tanto meglio. Ho avuto
anch’io il piacere di porle una domanda relativa alla crisi culturale e ai giovani ed ella,
con molta familiarità, mi ha risposto che la
crisi è serissima e comporta sacrifici, i
giovani dovrebbero leggere di più e guardare meno programmi televisivi “trash”,
con questo invito si è concluso il piacevole
incontro con una grande scrittrice ma soprattutto con una grande donna.
Sara Barisciano III C LC
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Attualità
Accetti o rifiuti?
Facebook è uno dei siti web più utilizzati
al mondo, il secondo dopo Google. Questo
social network, creato nel febbraio del
2004 da Mark Zucherberg, negli ultimi
anni ha spopolato, permettendo a milioni
e milioni di persone di interagire virtualmente attraverso post, chat e commenti in
un mondo immaginario. Molti
ritengono che Fb non garantisca la privacy. Molto facilmente, infatti, si possono
visualizzare informazioni personali sull’utente, in un numero che varia in relazione
alle impostazioni prescelte.
Ci sono tantissimi ragazzi
che utilizzano Facebook
quasi come se fosse un diario, inserendovi continuamente pensieri personali,
stati d’animo, sensazioni,
gioie, dolori, insulti. Molti
scelgono il social network come “campo
di battaglia” per i loro litigi. Molti hanno
la mania di scattarsi foto in continuazione,
magari anche con la stessa posa, variando
solo lo sfondo. Cosa potrebbero pensare i
professori se vedessero tutto questo? “I
professori non possono dare l’amicizia su
Facebook ai loro studenti”. Questo tipo di
divieto emanato da un Dirigente Scolastico
e divulgato attraverso una circolare interna, ha aperto un dibattito tra alunni e
professori della scuola di un piccolo borgo
ligure sulla Riviera di Ponente. È possibile
avere rapporti online con i professori? La
scuola italiana è molto cambiata nel
tempo. Fino agli anni Sessanta il rapporto
tra alunni e docenti era di tipo rigorosamente gerarchico, i professori erano completamente distaccati dagli allievi e
insegnavano le loro discipline senza sentire
la necessità di coinvolgere lo studente nel
processo educativo. Dal Sessantotto in poi
si è avviato un processo di “democratizzazione” della scuola e del sistema educa-
tivo, impostato sempre di più sul dialogo
tra alunni e docenti. Questi rapporti online
possono avvicinare ulteriormente gli alunni
ai docenti? Molti pensano che un rapporto
virtuale crei una visione distorta della realtà, in quanto lascia supporre l’esistenza
di un rapporto simmetrico tra persone che
nella realtà hanno invece ruoli ben distinti
e diversi, proprio perché non paritari. Altri
invece pensano che Fb serva ancor di più
ad abbattere quel muro divisorio che si
pone tra i ragazzi e i loro insegnanti, che
condividono gran parte della giornata e
che, attraverso questo strumento, possono interagire e
confrontarsi maggiormente. Io
penso che sia positivo riuscire
ad avere delle buone relazioni
con i nostri insegnanti, perché
essi ci accompagnano nel nostro cammino scolastico. Penso
che sia indispensabile avere un
dialogo aperto con loro, ma
non necessariamente utilizzando Fb. Si potrebbe scegliere
come mezzo alternativo di comunicazione l’e-mail, che consente e garantisce una privacy
maggiore. Credo ovviamente che si possa
permettere ai professori di aggiungere gli
studenti alla lista dei propri amici su Fb,
mantenendo, però, in ogni circostanza, un
comportamento basato sul rispetto, senza
che il rapporto insegnanti-alunni ne risulti
snaturato.
Alessia Mollame II D LS
Profbook: un insegnante su Facebook
l giorno d’oggi, quasi tutti i ragazzi hanno un
proprio profilo su Facebook. Ormai anche gli
adulti si sono adeguati alla moda di fare virtualmente amicizia, scambiare foto e commenti con
qualsiasi persona nel mondo. Ma è giusto avere
il proprio insegnante tra gli amici di Facebook? Il dibattito è aperto in tutte le scuole d’Italia.
Di solito, noi ragazzi tendiamo a scrivere
su Fb le nostre considerazioni, spesso
assai sincere ed appassionate, su tutto ciò
che ci riguarda, scuola compresa.
Ora, se avessimo un nostro insegnante
nella lista degli amici di Fb, avremmo sicuramente la possibilità di continuare le lezioni sul web e di approfondire la nostra
conoscenza reciproca, ma dovremmo limitarci nelle informazioni pubblicate, mettere a freno le nostre
emozioni e le nostre opinioni più profonde, per evitare di essere
giudicati o fraintesi dai professori. Per questo motivo penso sia
più opportuno non avere i nostri insegnanti tra gli amici di Fb,
A
perché è giusto che ognuno abbia i propri spazi e che nessuno
li invada. È importante che un professore spieghi bene, che faccia appassionare gli alunni, che controlli se studiano o meno,
ma non è un bene che un adulto invada il mondo di noi ragazzi
e vigili sulle nostre emozioni e sulle nostre abitudini. Ad esempio, come ci organizziamo il pomeriggio, se
studiamo, se usciamo o se accediamo al social network. Potrebbero esserci degli svantaggi anche per i professori che, avendo
tra gli amici di Fb i loro alunni, potrebbero
perdere la loro autorevolezza, pur senza
stabilire con essi un rapporto d’amicizia
solido e reale. In classe non verrebbero
presi sul serio e alcuni allievi potrebbero
anche prendersi gioco di loro grazie alle
informazioni che possono ricavare attraverso Fb. È quindi importante tenere d’occhio chi abbiamo nella lista dei nostri amici
virtuali, in quanto sul social network più amato del mondo non
sono solo pubblicate le nostre opinioni, ma la nostra vita!
Emanuela Storti II D LS
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Recensioni
Il più grande spettacolo
dopo il big bang!
opo una lunga attesa di
circa due mesi, l’11 Febbraio si è esibito presso il
Palamaggiò di Caserta,
unica tappa in Campania, il
noto cantautore Lorenzo Cherubini, in arte
Jovanotti. Il tour, intitolato “Ora”, era
stato sospeso dal cantante il 12 Dicembre
del 2011, giorno in cui, durante il montaggio del palco, a Trieste, è morto, a causa di
un grave incidente, lo studente-operaio
Francesco Pinna, di appena vent’anni, ed
D
è stato ripreso il 4 Febbraio lì dove si era
fermato. I due mesi di attesa, ad ogni
modo, non reggono il confronto con le cinque interminabili ed intense ore trascorse
aspettando l’inizio del concerto: la fitta
pioggia, la lunghissima coda davanti ai
cancelli di entrata e l’ansia di assistere al
tanto bramato concerto hanno reso, infatti,
magico il momento in cui Jovanotti ha
fatto la sua comparsa scenica sul palco, lasciando strepitare 7.000 fan. Il cantante,
dopo un primo assaggio dei suoi ultimi
successi, ha commemorato il ricordo del
giovane Francesco con grande sensibilità,
dedicandogli il suo tour e rivelando il suo
grande rammarico nei riguardi
di questo evento che lo ha profondamente colpito. Egli, inoltre, ha colto l’occasione per
rinnovare il suo dolore e per riproporre a se stesso di prendersi personalmente cura dei
lavori per i suoi spettacoli al
fine di evitare tragiche e spiacevoli conseguenze. Superato
questo momento di debolezza,
Jovanotti ha continuato ad allietare i suoi fan regalandogli le stesse
emozioni di sempre con la sua impareggiabile e contagiosa grinta. Andando a ritroso nel tempo, ha riproposto
intramontabili successi quali “L’ombelico
del mondo”, “Ragazzo fortunato”,
“Bella”, dopodichè ha eseguito brani più
recenti come “Fango”, “A te”, “Come musica”, “Falla girare”, “Baciami ancora”,
estratti dal suo ultimo album quali “Il più
grande spettacolo dopo il big bang”,
“Ora”, “Quando sarò vecchio”, “La bella
vita” e tantissime altre. L’uditorio era composto da giovanissimi e non, adulti di qualsiasi fascia d’età, tutti ugualmente
partecipi alla performance ed accomunati
dalla passione della buona musica. Le
emozioni, d’altronde, non hanno età e ciò
che Jovanotti ha insegnato ai suoi fan è
che può bastare una canzone a smuovere
il proprio animo, ad emozionarsi come non
mai, a rendere un giorno indimenticabile.
Luciano Marzia IIB LC
Pirandello
per le scuole
a scuola a teatro per assistere ai capolavori della letteratura italiana. Alcuni
alunni del nostro liceo si
sono recati al teatro La
Perla di Agnano per vedere la messa in
scena di Cosi è (se vi pare) di Luigi Pirandello, per la regia di Paolo Spezzaferri. L’opera parla della grottesca
vicenda di una suocera
(Signora Frola) e del
proprio genero (Signor
Ponza) i quali si accusano reciprocamente di
follia contendendosi
l’identità della figliamoglie. La Signora
Frola sostiene che la figlia è viva, il genero sostiene che quella figlia
è morta e di avere una seconda moglie
con la quale asseconda pietosamente
la follia dell’ex suocera mai rassegnatasi alla morte della figlia. Tutto il
paese è incuriosito da questa strana
coppia, tanto che questo enigma diventa oggetto di discussione nel salotto del consigliere Agazzi. Tra reiterati
colpi di scena solo Laudisi (alter ego pirandelliano), cognato dell’Agazzi, sostiene, con le sue disquisizioni
filosofiche, l’impossibilità di conoscere
se stessi e gli altri. Egli ci riporta all’enunciazione pirandelliana: la verità
può essere raggiunta solo attraverso
l’immaginazione (forse). La commedia
si conclude con l’immagine della figliamoglie che non svela la sua identità affermando che lei è colei che tutti
pensano che sia. Insomma un attuale
“Talk show” dove con la compiacente
regia del conduttore (Laudisi - Pirandello) e il chiacchiericcio degli ospiti del
salotto, si oscilla freneticamente tra finzione e realtà, offrendo “il pasto quotidiano” alla folla dei curiosi. Terminato
lo spettacolo si è aperto un dibattito
insieme agli attori e al regista il quale
ha cercato di far comprendere ai giovani il tema pirandelliano. Lo spettacolo ha riscosso grande successo in
quanto il regista Paolo Spezzaferri ha
adattato l’opera del drammaturgo siciliano ad una platea giovanile.
L
Federica Pisa V C SS
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Riflessioni
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Pensare: diritto o dovere?
’uomo, attraverso il pensiero, ha una grande prerogativa: può scegliere se esternare il proprio mondo, se
condividerlo o meno con gli altri; egli ha la possibilità
di viaggiare mentalmente per vari e infiniti mondi, di
sconfinarli, godendo contemporaneamente di un segreto, il segreto delle esplorazioni della propria mente, in completa riservatezza e solitudine, decidendo magari di condividerne
con gli altri, tutti o solo alcuni dei tratti rielaborati. Ma il bello
non è il fatto in sé di restare soli con la propria mente, con il proprio mondo, ma la possibilità di scegliere se farlo o meno. Inevitabilmente noi pensiamo. E’ una nostra capacità: rielaborare
in-put provenienti dall’esterno, viaggiare guidati da essi, i quali
sono l’avvio di un lungo cammino mentale; spesso ci perdiamo
nei nostri pensieri, perdiamo di vista quegli in-put, li dimentichiamo, eppure restano loro la nostra partenza, grazie alla quale
giungiamo ad un traguardo, alla rielaborazione di quei dati.
Ed inevitabilmente, quando siamo sicuri della “grandiosità”
di quel che abbiamo elaborato, siamo spinti a comunicarla agli
altri. Così la nostra rielaborazione viene messa fuori,diventa output. Per questo Giulio Giorello scrive che “la filosofia - scienza
del pensare ha necessità di tradursi in un dialogo in cui qualunque
io ha bisogno di un tu per essere tale”. Pensare è anche una necessità. L’uomo pensa in qualsiasi condizione si trovi: da sveglio
come da dormiente, da libero come da recluso, da uomo semplice,
ma anche da uomo complesso. Da ignorante e da filosofo. Pensare è la cosa più umana del mondo e ogni pensiero ha diritto di
esistere, ma nessuno può arrogarsi il diritto di sentirsi superiore
ad un altro, anche perché è lì che cesserebbe il suo sviluppo, è lì
che smetterebbe di crescere. Infatti il filosofo Giorello continua
scrivendo che la filosofia ha necessità di tradursi in un dialogo,
“un dialogo che può portare (e forse deve) allo scontro fra diverse
ragioni [..] che si concreta un prendere partito che impone decisioni anche radicali, senza per questo misconoscere il diritto di
quelle altrui”. Dunque la filosofia è la scienza del pensare, perciò
non può essere appannaggio di pochi, ma di tutti quelli che sono
capaci di pensare. La filosofia è “amore per il sapere”, non sinonimo di erudizione né di lunghi discorsi, essa è la scienza del sa-
L
pere non dell’esporre, perciò può esprimersi anche in una sola
parola, in una sola frase. Ciò che conta è il processo attraverso
cui si è giunti a quell’unica parola o frase. Se la filosofia è la
scienza del “sapere”, bisogna tener presente che non si può ”sapere” qual sia stato il viaggio percorso per giungere a quella
frase; per tale principio non si può giudicare quella frase in senso
negativo, non la si può ritenere inferiore né riduttiva né sbagliata,
semmai si può chiedere un chiarimento e perciò risulta importante
la comunicazione nel processo filosofico.
La filosofia in questo senso si presenta profondamente democratica. Quand’è che la mente riscopre la necessità di pensare?
Alcuni amanti della filosofia credono che le più attente menti l’abbiano riscoperta in seguito al modo stancante di pensare del
mondo di oggi, troppo veloce, troppo pratico, un modo come un
altro per fare soldi, per fare crescere l’audience. Colpa dei media?
Colpa della società? La colpa potremmo darla al sistema economico. Ma “mai” si riscopre la necessità di pensare, si pensa, semplicemente si pensa.
E “di nessuno, come di tutti” è la colpa di un uso poco appropriato del pensare. La società dipende da out-put più diffusi
perché più comodi, out-put di “maggioranza”. La filosofia prevalente dipende dalla maggior parte dei filosofi, la quale disdegna
la”maggioranza”. Ma come accanto alla maggioranza dei semplici uomini si trovano dissensi, così accanto alla maggior parte
dei filosofi si trovano coloro che, come me, credono che la filosofia
possa sbagliare (perché ve ne sono dimostrazioni storiche) così
come sbagliano le scienze naturali, così come sbaglia ogni uomo.
Pensare è un diritto, non un dovere e la filosofia non deve sentirsi
superiore agli uomini, essa si fonda su loro, sulle loro vite e perciò
di esse non può disprezzarne neanche una. Mario Baudino scrive
che “la filosofia può scendere dal piedistallo specialistico e avvicinarsi ai problemi delle persone. Il suo campo d’azione si dilata
alle zone calde della nostra cultura: le neuroscienze, le scienze
sociali, l’etica economica, per non parlare della bioetica”.
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Mode
The FuoriJuegos
iuseppe Tarantino, Tony
Landolfi, Vittorio Fiore,
Eddy Graziuso, Giuseppe
Calitri e Raffaele Palmentieri formano l’esilarante
gruppo dei The FuoriJuegos. Il nome nasce
occasionalmente dall’esclamazione “fuori
juegos” che partì da Raffaele Palmentieri
durante una partita con l’ Xbox. Un gruppo
nato inizialmente con il solo scopo di divertirsi tra amici; poi man mano, le loro
battute hanno finito per far ridere tutti e
così sono stati apprezzati anche da persone che non li conoscevano. Il loro successo si è affermato in rete attraverso
YouTube, con video che ci offrono lo spaccato di una comicità spicciola, disarmante
e semplice, offrendo un divertimento che
scaturisce spesso dalla meraviglia, frutto
della loro spontaneità. Hanno un loro pro-
G
filo Facebook che raccoglie più di 12.000
fan, tra cui le “TheFuoriJuekers, un successo virtuale che si concretizza con le manifestazioni d’affetto che riscuotono
quando vengono riconosciuti.
Naturalmente come in tutte le cose c’è
anche chi non apprezza il loro modo di
porsi, criticando la popolarità che suscitano nei numerosi coetanei che li seguono;
sono coloro che si fermano alle apparenze.
Mi chiedo, però, perché molto spesso coloro che li criticano finiscono poi per imitarli... sarà invidia!?!!!?. Essi infatti hanno
quella marcia in più che permette di fare
della “napoletanità” un’arma vincente per
fare presa sul pubblico. Se avessimo conosciuto Alessandro Siani da piccolo con il
suo spirito e la sua cadenza napoletana sicuramente non avremmo immaginato per
lui un futuro così ricco di successi. La loro
fama la riscontriamo nel fatto che molti locali li invitano spesso perchè con i loro
spettacoli improvvisati richiamano amici e
clienti. La loro comicità in erba fa ben sperare in un futuro artistico per questo
gruppo di ragazzi pieni di entusiasmo e di
spirito. Dovranno infatti crescere, imparando i tempi e i modi di ciò che li potrebbe proiettare nel vero mondo dello
spettacolo e del cabaret.
Francesca Maglione V B LC
Non accaniamoci sui writers
l graffitismo è una manifestazione
sociale, culturale e artistica diffusa
in tutto il pianeta, basata sull’espressione della propria creatività con interventi pittorici sul
tessuto urbano. Nasce come parte della
sottocultura dei ghetti newyorkesi (conosciuta come hip-hop) negli anni ‘70, ma
ne supera in breve tempo i confini (geografici e culturali). La differenza tra atti di
vandalismo e “writing” è evidente in
quanto nessun tipo di atto meramente
vandalico presenta uno sforzo artistico o
una componente estetica. Ciò non toglie
che il singolo writer possa utilizzare i propri stilemi (come il throw-up) in senso
I
vandalico, anche consapevolmente. Per
questo è impossibile affermare che la
vera essenza del writing sia figlia della
componente artistica piuttosto che di
quella vandalica o politica o altro. In ogni
caso, dietro alle forme ed all’evoluzione
delle lettere, c’è spesso un lungo studio,
fatto di bozze preparatorie ed ispirazioni
provenienti dall’ambiente che circonda il
writer stesso, di conseguenza ogni nazione e ogni città ha scuole di stili diversi:
lo stile tedesco (tendente per lo più
al Wild Style newyorkese con lettere sottili e intrecciate o fortemente accostate),
lo stile brasiliano, lo stile romano (lettere
tondeggianti, tendenti al bomb-style e
al Throw up, ma più studiato) e via dicendo. Quello del writer, è un “mestiere”
molto particolare e soggettivo. I writers
sono per la maggior parte ragazzi, e
anche se non sembra, sono sempre al
centro delle attenzioni. Ci sono persone
che li giudicano positivamente e altre che
li giudicano negativamente. Ci sono persone che li considerano liberi pensatori
ed altri che li etichettano come vandali.
Gli amanti dei graffiti si mettono in gioco
così, forse perché non hanno altri modi
per esprimersi o forse perché non hanno
nient’altro di meglio da fare. Alcuni disegni, a volte, sono diffamatori e prendono
di mira i personaggi famosi, soprattutto
politici, spesso i writer non fanno altro
che metterci davanti alla dura verità, che
il nostro paese non vuole accettare. E’
vero sporcano i muri, inquinano l’ambiente e offendono il duro lavoro di muratori e imbianchini, ma come si fa a
reprimere queste “opere d’arte” che colorano, caratterizzano e danno una personalità alle nostre città? I graffiti
possono essere paragonati a manifesti
pubblicitari con una differenza sostanziale, però, la pubblicità è permessa e accettata perché è a pagamento. Il denaro
quindi è il lasciapassare, non solo legale,
ma etico, e questa è ALIENAZIONE! Esprimersi con quest’arte in Italia è difficile, all’estero ci sono writer famosi che riescono
ad esprimersi al meglio con l’appoggio
anche delle Istituzioni. Per essere sincero,
devo dire che ci vorrebbe una regolamentazione, se non legislativa, quanto meno di
buon senso, per esempio certi scarabocchiatori incapaci farebbero meglio a star
fermi. In conclusione penso che il graffito
sia arte, una forma di comunicazione, e
come tale non andrebbe vietato, magari
permesso solo in determinati luoghi, non
dappertutto, sarebbe stato come vietare a
Dalì di dipingere o a Pirandello di scrivere.
Vincenzo Orsanto V B LC
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9
Eventi
Un varietà per la ricerca
eramente bello lo spettacolo organizzato da tanti studenti del nostro Liceo domenica 19 febbraio nella sala
congressi dell’Ospedale di Casoria per gentile concessione di suor Lidia: mini sketch, balletti e canzoni, un
Gran Varietà, molto apprezzato e applaudito dalle tantissime persone presenti, ideato e pensato per il centenario della nascita al cielo di Beata Madre Giuseppina Vannini, Figlia di San Camillo.
Gli spettatori sono rimasti estasiati, oltre che dalla magnifica voce di
Benedetta Piciccio, dalla fantastica performance di Sarah Manzoeto,
che è stata in grado di non commettere alcun errore nonostante piccoli problemi tecnici subentrati nel corso della serata. In seguito abbiamo assistito ad una personale interpretazione di Pullecenella,
eseguita dal nostro bravissimo Emanuele Cantiello, ballerino provetto,
che abbiamo ritrovato anche nei panni di un’adorabile vecchietta di
Castellabate, vittima di un incendio. Lo show è proseguito con i nostri
giovani attori che hanno voluto riprendere in modo esilarante una
nota scena del famoso film del 1955 “Siamo uomini o caporali”. Tra
serate in discoteca, giornate alla posta e simpatiche battute sulla vita
del Sommo Poeta abbiamo avuto modo di ascoltare una vasta gamma
di classici napoletani a partire dalla celeberrima “Reginella” per finire
con “Tu vuo’ fa l’americano”. Durante la serata sono stati raccolti dei
fondi per Telethon e la ricerca. La prossima tappa dovrebbe aver luogo
nella chiesa di Afragola di Sant’Antonio Abbate, signori, si replica!!!
V
Caterina Abbate II E LS
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Recensioni
Queen...The legend still lives on
na mattinata davvero divertente e fuori dai soliti schemi
quella trascorsa al teatro Gelsomino di Afragola in occasione del musical ideato e
realizzato dai Queen of Bulsara, una delle
migliori tribute band dei grandissimi Queen,
un’idea di Ottavio Liguori (batteria e cori).
Successivamente accomunati dalla passione
per i Queen, si aggiungono Roberto May
(chitarra), Stefano Di Meglio (basso e cori)
e Salvio Schiano (tastiere e programmazioni). Da settembre 2009 si aggiunge
anche Vincenzo Castello, cantante dalla rara
il leggendario gruppo con milioni di dischi
venduti nel mondo. Lo spettacolo ha ripercorso la straordinaria carriera dei Queen attraverso narrazioni in madrelingua
accompagnate dal ritmo delle loro canzoni
più note. Il Tributo Queen of Bulsara è un
progetto che nasce alla fine del 2006 da
presenza scenica, caratterizzato non solo da
una grande energia vocale e una spiccata
comunicatività, ma anche da una straordinaria somiglianza fisica al cantante Freddie
Mercury. Questo incredibile omaggio all’-
U
opera di Mercury, May, Deacon e Taylor, si
avvale della passione e dell’esperienza di
cinque amici musicisti, che hanno deciso di
celebrare la loro band preferita nella
maniera più dignitosa possibile. Nella
scaletta della band, i cavalli di battaglia
storici e anche i brani meno conosciuti per
i fan più esigenti. A completare il tutto,
scenografia e costumi che rimandano ai
Queen e impreziosiscono maggiormente
l’esperienza di vivere questo impareggiabile
tributo sulla propria pelle.
Una mattinata a teatro con “Il fu Mattia Pascal”
enerdì 10 febbraio 2012 le
classi dell’ultimo anno del
Liceo Classico Gandhi
hanno assistito alla rappresentazione teatrale del celeberrimo Il fu Mattia Pascal di Luigi
Pirandello, messo in scena al Teatro Bellini
di Napoli dal brillante attore e regista Tato
Russo. Il romanzo fu pubblicato nel 1904
e fa parte della fase letteraria giovanile di
Pirandello. La struttura narrativa è quella
del romanzo autobiografico, che per l’ambito letterario di quegli anni rappresentava
una novità assoluta. Tato Russo ha trasferito in forma teatrale un testo che in realtà
lo stesso Pirandello avrebbe potuto adattare e portare sulle scene a suo tempo. Il
risultato finale è uno spettacolo piacevole
e immediatamente fruibile, anche per alcuni escamotages scenici originali, che
hanno ancor più modernizzato l’opera ed
hanno conquistato la platea. Una platea
che una comune opinione vorrebbe fatta
di giovani privi di interessi culturali, e sordi
e refrattari a qualsivoglia manifestazione
culturale e che invece ha assistito motivata
V
e in silenziosa partecipazione alla bella
rappresentazione teatrale.
La scelta registica che ha finito con il
fornire una più moderna ed agile lettura
del dramma è stata quella di far accompagnare le parti più introspettive della commedia da una voce narrante
fuori campo che permettesse allo
spettatore di immergersi nelle misere e al
contempo complesse vicende di Mattia. La
scenografia dà vita ad un palcoscenico
senza soluzioni di continuità, con tutti i
personaggi e gli arredi di scena presenti sul
palco fin dall’inizio della rappresentazione,
ma ricoperti da teli fino al momento del
loro effettivo utilizzo. Una scena che simboleggia, come lo stesso Tato Russo ha affermato, “… un gran luogo di ricordi, uno
spazio vuoto di memoria, una perenne evocazione di fantasmi, un sorgere di anime
vaganti che man mano prendono i colori
dei personaggi e degli interpreti”. L’originalità e l’acume di Tato Russo si possono
cogliere anche nella capacità di aggiungere
un tocco di ironia alle bizzarre situazioni
che si propongono innanzi a Mattia, alleggerendo e colorendo così l’opera e rendendola più accessibile e coinvolgente anche
per spettatori giovanissimi quali possono
essere le classi di un Liceo. Inoltre, la scelta
di far interpretare più ruoli a ciascun attore
ha avuto una sua precisa motivazione scenica tanto sottile, quanto arguta e geniale,
visto che per Mattia Pascal la vita è un riproporsi di problematiche che assumono
altre vesti ma conservano una loro unitarietà di forma. La regia e l’interpretazione
di Tato Russo riescono così a restituire il
senso profondo di un’Odissea in cui non
c’è nessuna Itaca su cui approdare.
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Talenti
Il nuovo Talento letterario del 2012
n questi giorni un alunno della nostra scuola, Daniele Capuozzo ha ricevuto la splendida notizia di essere
stato scelto come talento letterario
del 2012, grazie al suo libro “Un ragazzo che non c’è”, pubblicato l’anno
scorso. Daniele riceverà il “Premio Internazionale di letteratura Giovani Talenti”, intitolato a Giuseppe Girolamo, in onore
dell’eroe del naufragio della Costa Concordia, alla Fiera Internazionale del libro di
Milano Linate, presso il Parco Esposizione
di Novegro. Gli organizzatori della fiera
hanno analizzato accuratamente i libri
pubblicati recentemente e tra i vari candidati hanno selezionato un solo vincitore e
il Liceo Gandhi ha l’onore di avere questo
talento della poesia proprio tra i suoi
alunni. La fiera, che si svolgerà dal 26 al
29 ottobre, avrà l’ingresso gratuito e saranno presenti come ospiti d’onore importati scrittori.
Una delegazione di docenti, il Dirigente
Scolastico e i suoi collaboratori avranno il
privilegio di poter partecipare alla fiera, insieme alla classe di cui fa parte l’autore del
libro dichiarato vincitore. Il giovane Daniele
costituisce ormai un po’ l’orgoglio del
Gandhi, poiché grazie a lui la nostra scuola
avrà una risonanza internazionale. Bisognerebbe guardare Daniele come una
sorta di esempio per i giovani, poiché egli
dà la speranza a tutti coloro che coltivano
un talento di continuare a farlo, infatti se
il lavoro è portato avanti con dedizione e
passione, i riconoscimenti prima o poi arrivano. La poesia del nostro amico trae
ispirazione dalla quotidianità, la sua più
grande capacità è probabilmente quella di
rendere un semplice evento come la visione dell’alba, una semplice riflessione su
una domenica mattina, un episodio che
può essere cantato in chiave romantica, in
I
un’atmosfera particolarmente incantata e quasi
distaccata. Daniele rappresenta un po’ il sognatore
che c’è dentro ognuno di
noi, con la differenza che
questo giovane talentuoso
ha anche la capacità di
saper portare avanti il suo
sogno, riuscendo anche a
sfatare quel mito che si sta
diffondendo, dell’impossibilità di seguire le proprie
attitudini a causa delle circostanze esterne. Daniele
invece segue imperterrito il
proprio obbiettivo e i suoi
interessi con la consapevolezza di essere
nel giusto, poiché sta utilizzando quella
che è una dote concessagli dalla natura. In
effetti, bisogna riconoscere
che il suo talento è una
dote, la dote di sapere trasportare le sue sensazioni
in chiave poetica.
Dunque, teniamo a
mente l’esperienza di questo nostro coetaneo con la
carriera in piena ascesa
poiché può essere la spinta
per impegnarci di più nelle
nostre attività quotidiane,
dallo studio allo sport fino
ad arrivare alle nostre doti
speciali, che hanno il diritto
di essere potenziate poiché
sono la chiave del nostro
successo e della nostra affermazione nel
mondo.
Martina Verdone IV A LS
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Recensioni
Le preghiere dei
Abbiamo raccolto le migliori preghiere spontanee che han n
nizio questa preghiera con dirti
scusa, scusa, scusa per tutte le volte
che non prego per Te, scusa se a volte
mi capita di dire parolacce, scusa per
tutto. Di solito la sera non mi capita mai di
pregare e le domeniche le passo a casa a
dormire; non mi reputo una cristiana e non
merito che tu mi aiuti nel momento del bisogno. Ma se proprio devo fare una preghiera inizierei con la parola Aiuto. Ti
chiedo di aiutare tutte quelle persone
sagge che non hanno fatto nessun reato
nella loro vita e adesso si trovano in situazioni pessime. Aiuta anche quei bambini
abbandonati, chiusi in orfanotrofi o case
di cura. Io mi lamento della mia vita, soffro
molto per la separazione dei miei, ma
l’unica cosa “positiva” è pensare che ci
siano persone che dovrebbero davvero soffrire e, invece, sorridono sempre , anche
con mille problemi. Se dai qualcosa loro, li
rendi felici…invece, la generazione di oggi
non apprezza mai tutti i privilegi che ha e
non fa altro che chiedere sempre di più. Finisco colo dire che oggi tutto è cambiato,
l’amore è poco e se davvero esisti, diffondi
amore in tutto il mondo e aiuta tutti noi
una volta e per sempre.
I
ome ogni sera, ti chiedo di aiutarmi sempre, ogni giorno, e se
è come tutti dicono che tu riesci a fare miracoli, allora cerca
di farne uno per me, anzi per la mia famiglia
perché mio padre ha bisogno del tuo aiuto,
vorrei che tu lo facessi sorridere almeno per
un po’ e anche se non sono una ragazza
perfetta, una che molto spesso sbaglia
anche quando si trova con le amiche, mi è
di conforto ricorrere a te in ogni momento
C
(Marina Antonietta De Rosa II A LSU)
ine di tutte le guerre, fine dei
mali, fine dei pregiudizi e fine
delle cattiverie gratuite. Chiedo
davvero così tanto? Aiutare le
persone meno fortunate, non farsi la guerra
tra le nazioni o semplicemente tra due persone. Sembra così semplice eppure ci sono
persone che muoiono ogni secondo, bambini che non riescono nemmeno a vedere
la luce del sole, famiglie che si sfasciano,
persone che non hanno scrupoli e disastri
ambientali procurati dall’uomo. Aiutaci a
diventare un’umanità perché adesso questo mondo non è umano. Aiutaci
F
(Maria Scarpa II A LSU)
regare significa cercare la via del
Perdono. Pregare significa imparare ad ascoltare. Pregare significa scoprire che Dio ci ama. Ed
è per questo che io prego; prego per ascoltare la voce della Salvezza, prego per poter
amare. Prego per poter essere amata veramente.
P
(Giovanna Cavaliere II A LSU)
enedici me, la mia famiglia ed i
miei amici. Aiuta tutti quelli in
difficoltà e che hanno bisogno di
aiuto più di me. Perdonami per i
peccati che sicuramente ho commesso
anche stamattina, magari involontariamente. Fa’ venire presto il tuo regno, accetta questa preghiera nel nome del tuo
Santo Figlio Gesù. Amen (Simona.
B
Cappelli II A LSU)
adre nostro, grazie per ciò che
ogni giorno ci offri. Ti chiedo di
proteggere la mia famiglia dal
male, aiuta le persone più bisognose. So di non pregare molto, forse perché cono n po’ egoista e per questo ti
chiedo scusa. Amen
P
(Viviana Montagna II A LSU)
(Alessia Vollaro II A LSU)
ignore, tu stai alla porta della mia
Anima e bussi. Fa’ che ti apriamo
quando ascoltiamo la tua voce. A
te che conosci, più di noi, il nostro cuore insegnaci ad ascoltare la tua
voce, a riconoscerla tra le mille altre voci
che promettono ma non mantengono le
promesse fatte. Insegnaci a seguire la voce
del Perdono. Portaci alla salvezza. O Mio
Signore.
S
(Teresa Villani II A LSU)
ignore, ti ringrazio per avermi donato quest’altro giorno, ti ringrazio per tutto quello che fai per
me. Grazie per esserci sempre! So
di non sapere fare grandi preghiere, ma ti
dedico lo stesso queste poche parole. Ti
S
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Riflessioni
ei nostri alunni
n no formulato i nostri alunni del Liceo delle Scienze Umane.
ringrazio ancora una volta per essere entrato nella mia vita! Tu sei per me l’unica
stella che riesce a illuminare il cielo del mio
cuore
(Sabrina Sansiviero II A LSU)
ignore, ti chiedo la pace e la serenità per chi mi sta accanto e
per chi non c’è più. Mi piacerebbe che aiutassi a guarire tutti
i malati, in particolare i bambini che soffrono e muoiono ogni giorno, aiuta i miei
nipotini, perennemente influenzati, il mio
nonnino che piano piano sta perdendo la
vista. Desidero una grande unione nella
mia famiglia, vorrei che mio padre stesse
meglio di come sta e che mia madre eliminasse tutto lo stress dal suo cuore. Cura, o
Signore, tutti coloro che stanno male, soprattutto quelli feriti nello spirito, rendi felici tutte quelle persone che mi vogliono
bene e le tante che non mi sopportano.
Donami, Signore, il privilegio e la purezza
del cuore che mi permetteranno sempre di
perdonare e di essere perdonata.
S
(Luisa Caturano II B LSU)
iuta questo mondo davvero a
tutto tondo, aiuta noi ragazzi
che a volte siamo pazzi, porta
in me la pace che di trovarla
non son capace!!!
A
M
(Alessia Piscopo II B LSU)
io Dio, ti prego affinché il
mondo abbia un futuro migliore, senza guerre, e soprattutto fai cessare
l’egoismo umano, causa di ogni male, allo
stesso modo ti esorto affinché i popoli vivano in pace senza più discriminazioni di
ogni tipo e con l’augurio che il tuo aiuto
liberi i popoli dalla fame, dall’oppressione
e da tutte le malattie che colpiscono i diversi popoli. Anche se continuiamo a peccare nei tuoi confronti, aiutaci affinché
questo mondo possa essere migliore.
(Rosa Memoli II B LSU)
aro Gesù, a Te mi rivolgo, a Te
che mi ascolti nei momenti
tristi e in quelli felici. Scrivo
questa preghiera perché vorrei che ci fosse più fratellanza e amore e
meno guerre e odio. Dove sono finiti i valori umani? Dove sono finite l’uguaglianza
e la correttezza? Invece di emanare amore
spargiamo ostilità. Se l’amore e la pace
sono così forti perché viene a mancare?
Vorrei che ci mandassi un segnale per se-
C
guire la direzione giusta. Inoltre, prego per
un futuro migliore anche per chi è meno
fortunato di me. Mi ritengo fortunata ad
essere qui a scrivere questa preghiera e
spero che le persone a me care stiano in
salute e in pace.
(Arianna Vincenti II B LSU)
ignore Gesù, voglio che in questo
mondo non si vedano più atteggiamenti di violenza, ma solo di
pace. Spero che tu possa aiutare
i bambini e so che certamente lo puoi fare.
Ti voglio bene Gesù.
S
(Annamaria Ferrara II B LSU)
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Iniziative
Al Castello Aragonese di Baia
l 20 marzo alcune classi del nostro
Liceo si sono recate in visita presso
l’amena località di Baia, che sorge
sulle sponde del Lago Miseno, un
tempo località balneare dei patrizi
romani. Momento centrale dell’uscita didattica è stata la visita al Castello Aragonese, costruito nel 1495 nell’ambito di un
progetto di fortificazione del Regno di Napoli, minacciato dai Francesi. Il Castello
ospita oggi il Museo Archeologico dei
Campi Flegrei, proprio per la sua posizione
centrale rispetto ai principali siti archeologici campani. In esso è conservata la maggior parte dei reperti rinvenuti appunto
nell’area flegrea, cioè i calchi in gesso trovati alle Terme di Baia, perlopiù resti di lavorazioni di copie greche.
Ci sono anche numerosi sarcofagi, alcuni gioielli, fregi appartenuti a monumenti funerari, inoltre è stato molto
interessante vedere l’interno, completamente affrescato, di una tomba romana.
La struttura del museo si propone anche
I
al fine di permettere a noi studenti di conoscere i posti più interessanti del nostro
territorio, anche magari organizzando un
percorso che va dal primo all’ultimo anno,
ordinato in base ai programmi scolastici
e raccordando i contenuti storico-artistici
appresi con quelli scientifico-naturalistici.
Località come l’area flegrea sono perfet-
Clownterapia
di ricostruire la storia del sito attraverso un
percorso ordinato cronologicamente e topograficamente all’interno delle sale e alcuni plastici contenuti in esse.
L’importanza di un museo come questo
è quella di consentirci di conoscere mediante le copie romane, fedeli riproduzioni
degli originali greci, quegli aspetti dell’arte
greca, in particolare della statuaria, che
purtroppo sarebbero andati perduti. Molto
bello anche il Castello esteriormente. Durante i recenti lavori di restauro architettonico è stata scoperta una delle più
imponenti villae maritimae di Baia: è stato
riportato alla luce il settore abitativo di una
villa tardo-repubblicana, poi trasformato
in epoca primo-imperiale nel settore residenziale di una villa a terrazzamenti con
discesa al sottostante quartiere marittimo
mediante una monumentale rampa disposta a tornanti lungo il costone a mare.
Uscite didattiche di questo tipo dovrebbero essere organizzate più di frequente,
ualche tempo fa ho
avuto l’occasione di
fare un’esperienza che,
credo, ricorderò per
sempre! Quest’esperienza si chiama Clownterapia, che racchiude tante sfumature: volontariato,
divertimento, svago e spensieratezza che
è fondamentale per chi, a differenza di
altri, si ritrova in un letto d’ospedale a
lottare per un qualcosa che non riesce a
dare serenità e tranquillità. Un bambino
è forse l’essere più bello che ci sia, così
piccolo e in cerca di quel senso si protezione… E’ proprio in quel momento che
tu “clown” puoi cambiare la sua giornata, e sai come? Con un semplice sorriso, nulla di più banale per noi che ogni
giorno siamo abituati a ridere, talvolta
anche senza un motivo ben preciso, in
quella circostanza strappare un sorriso è
forse la cosa più gratificante che ci sia,
vedere che con i tuoi movimenti goffi,
l’enorme naso rosso o qualche caduta
presa per scherzo può diventare causa di
un sorriso, perché un sano sorriso non si
nega a nessuno, meno che mai a un ma-
Q
tamente idonee a svolgere un lavoro di
questo tipo perché di origine vulcanica,
ancor oggi caratterizzate da fenomeni
come il bradisismo, oltre che ricche di
resti di un passato in cui la Campania
tutta era una terra prospera sul piano sociale oltre che culturale.
Ilaria Maria Alborino I A LC
lato o a un bambino che soffre e che trascorre le ore più belle della sua giornata
e della sua vita in un freddo e asettico
ospedale. Il sorriso di una piccola anima
innocente può cambiarti la giornata e lasciare dentro di te quell’emozione di sapere di aver fatto una bella azione.
Grazie a questa mia esperienza ho avuto
la possibilità di conoscere persone stupende, io ci ho creduto fin dal primo momento e ora, dopo averla provata, la
consiglio a tutti. Fare volontariato non significa solo aiutare gli altri, ma spesso
può esserti utile per crescere, crescere
come persona e riempire quegli spazi
della propria vita con esperienze che lasciano emozioni. Questo è uno degli effetti che vi lascia la Clownterapia!!!
Maria Ferrara – V B LSS
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Musica
LA
MUSICA
UNISCE
L’EUROPA
L’Eurovision Song Contest alla sua 57° edizione.
n evento che tiene incollati alla
televisione quasi 200 milioni di
spettatori all’anno. Numeri da
capogiro per
l’ Eurovision
Song Contest, il Festival
della Canzone Europea.
Basti pensare che quest’evento è stato il trampolino di lancio per artisti come
gli Abba e Celine Dion. Non
ne conoscevate l’esistenza?
Beh, siete giustificati. L’Italia
mancava da questo straordinario evento da ben 14 anni,
poi la RAI ha deciso di ritornare alla competizione proprio lo scorso anno con Raphael
Gualazzi e la sua Madness of Love, versione
italoinglese del motivo campione di SanremoGiovani 2011 Follia d’amore. Contro tutti
i pronostici il cantante di Urbino si è classificato secondo, davanti al superfavorito della
Svezia, Eric Saade che, con Popular, riesce a
riportare la Svezia nella Top 3 dopo ben 10
anni. A vincere sono stati Ell&Nikki per
l’Azerbaigian con Running Scared, vittoria
che ha fatto addirittura scendere in piazza,
per fastosi festeggiamenti, gli azeri la sera
del 14 maggio, data della finalissima della
scorsa edizione, tenutasi a Dusseldorf. In
virtù di questa vittoria la “Land of fire” si è
aggiudicata la possibilità di ospitare l’evento
nel 2012, ed è per questo che la 57° edizione dell’evento farà tappa a Baku, capitale
azera, il 22, 24 e 26 maggio 2012. I paesi
partecipanti all’edizione 2012 saranno 42,
uno in meno dello scorso anno, 6 paesi sono
già qualificati alla finale del 26 maggio (diretta ore 21:00 su RAI 2) in quanto maggiori
contributori EBU (Italia, Spagna, Germania,
Regno Unito, Francia e Azerbaigian), gli altri
36 si sfideranno nelle due semifinali del 22
e 24 maggio, 18 paesi per semifinale, i primi
10 delle rispettive semifinali accedono alla
finale. Il sistema di voto è, forse, una delle risposte al successo dell’evento: Durante la finale ci si collega con ognuno dei 42 paesi
partecipanti che rivela i propri voti. Ogni
paese assegna 12,10,8,7,6,5,4,3,2 e 1 punti
alle canzoni che sono piaciute di più (E non
ci si può autovotare). Così la classifica si va
a formare paese dopo paese, e la suspense
aumenta sempre di più. Un’altra risposta al
successo dell’evento, oltre alla buona musica, è, poi, lo spettacolo che ogni paese
offre sul palco. In tre minuti, oltre alla canzone, è bello osservare le coreografie che
ogni nazione partecipante è pronta ad offrire, con l’aiuto delle nuove tecnologie, di
fuochi d’artificio e tanto altro. Lo slogan per
l’edizione 2012, dopo il “Share the mo-
U
ment” di Oslo 2010 e il “Feel your heart
beat” del 2011 è “Light your fire”, accendi
il tuo fuoco, chiaro riferimento al soprannome del paese ospitante.
L’arena che ospiterà
l’evento è la Baku Crystall
Hall che può contenere
fino a 40.000 spettatori,
ma si va già verso il tutto
esaurito. Intanto è partito
il totovincitore: Anggun
(Francia), Loreen (Svezia),
Zeljko Joksimovic (Serbia),
Ivi Adamou (Cipro), Can
Bonomo (Turchia) e Pastora Soler (Spagna) i superfavoriti per l’edizione 2012, ma nella corsa alla vittoria finale
potrebbe inserirsi anche l’Italia che si presenta con una canzone fresca, estiva. Par-
liamo di “L’amore è femmina (Out of love)”
che sarà interpretata da Nina Zilli. Quindi comincia il countdown per scoprire chi sarà il
successore di Dima Bilan con la sua Believe
(Russia 2008), Alexander Rybak e la sua Fairytale (Norvegia 2009, una delle canzoni che
ha venduto di più nella storia della manifestazione), Lena Meyer Landrut e la sua Satellite (Germania 2010, canzone che in
alcuni paesi ha vinto addirittura la sfida con
Waka Waka di Shakira) ed Ell&Nikki con
Running Scared (Azerbaigian 2011).
Domenico Borriello I A LC
In questo mondo di ladri? Forse no!
lla fine degli anni ’80 Venditti
cantava una canzone: “In questo mondo di ladri” che sembra essere scritta su misura per
“un gruppo di amici” del nostro amato liceo. Sono ormai mesi che la
prof.ssa Maria Rosaria Saccardo con un entourage di docenti, sta organizzando spettacoli ideati e rappresentati dalla compagnia
teatrale “Pariann parian”, le cui finalità sono
quelle di far divertire il pubblico e di fare beneficenza. Il ricavato degli spettacoli della
“Pariann parian”, che stanno riscuotendo
sempre un grande successo, è stato devoluto
a Telethon. Lo scorso 24 marzo, nel teatro
della Chiesa San Paolo, è andato in scena il
varietà “History of America”, abbiamo intervistato una delle attrici, la bella e brava
Maria Santillo.
Maria, parlaci brevemente dell’iniziativa che la tua compagnia sta portando avanti…
Quest’anno si è scelto di raccogliere dei
fondi per Telethon con uno spettacolo teatrale. Inizialmente si doveva rappresentare
una commedia, scritta da un ex allievo, Carlo
Durante, che avrebbe curato anche la regia
insieme ad altri ex allievi, Alessio Ricciardi e
Nicola Arena. I ragazzi si sarebbero divisi in
attori, cantanti, truccatori, scenografi a seconda delle loro capacità. Abbiamo anche iniziato a fare le prove, ma per sopraggiunti
problemi organizzativi, indipendenti dalla nostra volontà, ci siamo resi conto che non c’era
più tempo per il nostro copione originario.
Così abbiamo deciso di mettere in scena un
varietà: un mix di canzoni, sketch e balli. Noi
ragazzi, nonostante fossimo inferiori numeri-
A
camente rispetto all’inizio, ci siamo impegnati
e divertiti tantissimo e siamo stati contenti di
far qualcosa per il prossimo.
Perché avete scelto il teatro per
aiutare il prossimo?
Per quanto ne so, quest’anno è il primo anno
che si è pensato al teatro. Forse anche per
presentare una cosa diversa e nuova o forse
anche perché il teatro avrebbe attirato più
ragazzi e più spettatori.
Chi scrive i testi?
La maggior parte degli sketch sono stati
scritti da un ex alunno del Gandhi, Carlo Durante.
Che ruolo ha la scuola?
Recitiamo e facciamo gli spettacoli nel
nome della scuola, che ha organizzato e
bandito un progetto di solidarietà e comunicazione.
Avete sponsor oppure raccogliete
contributi fra di voi?
Abbiamo sponsor locali.
Perché avete scelto proprio Telethon?
Non saprei dirlo con precisione, ma penso che
sia una causa giusta. La prof.ssa Saccardo è
in contatto con Telethon e organizza questi
spettacoli durante il periodo natalizio proprio
per partecipare alla loro raccolta fondi.
Ringraziamo dunque Maria e tutti quelli
che rendono possibile fare qualcosa di buono
in questo mondo provato da mille difficoltà.
Rivolgo i miei migliori auguri a questa nascente compagnia teatrale, sperando di poterli
vedere in scena ancora per molto tempo, sempre dediti ad aiutare chi sta male ed è meno
fortunato di noi. Continuate così ragazzi!!!
Daniele Capuozzo IV A LS
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Iniziative
Successo per le Olimpiadi di Italiano
uest’anno il Liceo “Gandhi” si è cimentato in una
gara a colpi di sinonimi,
contrari, figure retoriche,
regole morfologiche, sintattiche e chi più ne ha ne metta: parliamo
delle Olimpiadi di Italiano, che intendono
incoraggiare processi di apprendimento
consapevole, stimolare riflessioni sulla lingua, attivare energie per una sana competizione orientata al miglioramento delle
competenze culturali e
sociali, allo sviluppo
delle attitudini e delle
capacità personali, al
rinforzo delle abilità di
autovalutazione che
guidano l’orientamento
delle scelte scolastiche
e professionali. Inizialmente sono stati scelti
i trenta rappresentanti
del nostro Istituto, dieci
per ogni indirizzo, ritenuti i più ferrati in
quella che è la materia madre di tutte
quante le altre. Tra i candidati del Liceo
Classico sono stata scelta pure io, sono rimasta incredula ma contenta di mettermi
in gioco. Dopo la fase organizzativa la gara
è cominciata con la prima fase, quella
d’Istituto, svoltasi il 14 febbraio, al termine
della quale sono stati selezionati 9 alunni,
Q
3 per ogni indirizzo, destinati ad accedere
alla seconda fase, le preselezioni regionali.
La selezione regionale si è svolta il 6 marzo
e con mia sempre maggiore sorpresa, la
prescelta del fatidico computer sono stata
proprio io.
Rimasta, così, ormai sola a rappresentare la mia scuola sono passata alla selezione regionale, tenutasi il 21 marzo. I
risultati non sono ancora noti, certo è che
coloro che passeranno andranno il 5 maggio all’ultima fase, quella nazionale, in pro-
gramma a Firenze. In ogni caso, comunque
vadano le cose, sono contenta di essere arrivata dove sono arrivata, per me è stato
un grande onore rappresentare la scuola
scoprendo, poi, di non cavarmela tanto
male in una materia che ho sempre dato
per scontato ma che, grazie a questa competizione, ho riscoperto.
Mena Fruttaldo III C LC
Book Crossing
Sala d’attesa
Una mattinata altamente formativa
quella trascorsa al teatro Le Maschere di
Arzano in occasione della visione dello
spettacolo teatrale “Sala d’attesa”, piéce
ritenuta di particolare spessore. La commedia si sviluppa in due atti ed è stata
scritta da Fabio Pisano e Pasquale De
Rosa per ricordare tutte le vittime innocenti della camorra. Protagonisti sono
Erennio ed Ennio. L’uno e l’altro muoiono
vittime della camorra e si ritrovano in
una sala d’attesa in cui vivono altre persone in procinto di poter transitare in Paradiso. All’interno della sala ognuno
racconta la propria storia; la commedia
termina con la caccia di Ennio che si scopre essere membro, seppur poco influente, di un clan e col passaggio di tutti
gli altri in Paradiso. Dopo il monologo fi-
nale dell’arcangelo Gabriele, segretario
di Dio, è stato proiettato un video con i
nomi e le foto delle vittime innocenti
della camorra, fra cui Dario Scherillo, alla
cui memoria la commedia è stata scritta
e dedicata. I nomi e le storie dei protagonisti sono prodotto della fantasia degli
autori, che non hanno voluto utilizzare
nomi o storie reali per non urtare la sensibilità di familiari o di amici delle vittime
di questo cancro chiamata camorra.
La Commissione alla Cultura del
Forum della Gioventù di Casoria, in
collaborazione con il membro di giunta
Assia Di Stadio, sta preparando un’iniziativa volta ad invogliare i giovani casoriani alla lettura. Tale iniziativa,
basandosi sullo scambio gratuito dei
libri, necessita della collaborazione
dell’intera cittadinanza casoriana, la
quale, ci auguriamo, metta a disposizione il maggior numero di libri usati.
Info: 3317803486; 3284398642