07_murales_gandhi_Layout 1 25/05/12 18.08 Pagina 1 Giornale di attualità, musica, teatro, cronaca e costume - a cura del Liceo Gandhi Anno XV marzo 2012 EDITORIALE Dialogo tra un alunno e un non so In cosa siamo “normali”? “Historia magistra vitae” affermava Cicerone, frase che si conferma con il solo citarla. Al tempo Marco Tullio si dilettava anche con alcuni epigrammi per l’amato Tirone non inusuale del resto se si pensa che il contemporaneo Catullo, oltre che per Clodia, scrisse alcuni versi per un ragazzo di nome Giovenzio; più tardi William Shakespeare si chiedeva se paragonare ad un giorno estivo il conte di Southampton scoprendo però che il suo caro Henry era di gran lunga superiore. Anni di storia e di insegnamenti a cosa sono serviti? Oggi abbiamo Internet, Iphone e film in 3-D, eppure temiamo l’omosessualità, temiamo quelle persone “che noi chiamiamo gay oppure, per una strana forma di compiacimento, diversi, se non addirittura culi”. Cito Fabrizio De Andrè che a loro, ai figli della Luna, volle dedicare “Andrea” e volle cantarla a Milano a luci accese, “a dimostrare che oggi si può semplicemente es- GERENZA Comitato di Redazione Direttore Editoriale - Dirigente Scolastico prof. Domenico Di Vincenzo Direttore Responsabile Lorenzo Girasole Vicedirettore Vincenzo Amato Redattore Capo Emilia Lago Fotoreporter Gianluca Pelella Redattori - Gli Alunni del Liceo Polispecialistico Statale "Gandhi" di Casoria (Na) Coordinatore Prof. Antonio D'Addio e-mail: [email protected] Murales via A. Torrente, 62 - 80026 Casoria (Na) Tel/Fax: 08119579757 www.liceogandhi.it - [email protected] Stampa: EDITRICE CERBONE - 0818354357 sere se stessi senza bisogno di vergognarsi”. Un “oggi” che ormai è distante 20 anni e l’unica vergogna che ora provo è quella di sentir dire ad alcune persone “gay” credendo di insultare. Tra l’ignoranza e una Chiesa che continua a chiamare l’amore peccato nasce la paura, la paura di essere etichettati come “froci” e la paura di essere se stessi; nasce l’odio, e con mazze e pietre si va a sfogare sul gay le frustrazioni di una settimana di sottomissione ( indecente che siano ancora decine e decine le aggressioni di stampo omofobo in Italia). Ma cosa vuoi aspettarti da un paese dove le donne sono valutate dai numeri delle misure, gli uomini dal numero delle donne, dove l’apparire ha totalmente soppiantato l’essere? Come puoi pretendere di essere accettato? L’errore forse sta proprio nella convinzione che nulla possa cambiare ma la speranza di non sentire più persone affermare “meglio un figlio morto che omosessuale” deve continuare. Non si può restare impassibili. Muoio nell’immaginare un mio coetaneo soffrire per la paura di accettarsi, muoio pensando ai drammi interni, senza considerare le problematiche adolescenziali, che deve sopportare, muoio e mi chiedo in cosa è diverso il suo amare? Concludo e penso che o la storia debba essere stata davvero una pessima insegnante o che con alunni come noi sia davvero impossibile insegnare. Lorenzo Girasole Direttore Responsabile Sommario > Editoriale > Iniziative > Esperienze > Incontri > Attualità > Recensioni > Riflessioni > Mode > Eventi > Recensioni > Talenti > Riflessioni > Iniziative > Musica > Iniziative pag. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12-13 14 15 16 07_murales_gandhi_Layout 1 25/05/12 18.08 Pagina 2 2 Iniziative Chimica e Fisica due materie n utti quelli che considerano la pratica molto più divertente della teoria, hanno proprio ragione! Tale affermazione può essere confermata anche da noi, ragazzi della III A LS, che lo scorso venerdì 27 gennaio siamo andati a Città della Scienza, a Napoli, per una singolare ed interessante visita guidata. Si tratta sicuramente di una meta che viene fissata ogni anno dalle scuole e che, quindi, potrebbe rivelarsi noiosa e/o ripetitiva, ma in realtà è ogni volta sorprendente e originale. Siamo arrivati intorno alle 9.00 ed es- T sendo ancora mattina c’era bisogno di un po’ di energia per affrontare la giornata nei migliori dei modi. Fortunatamente un piccolo break ci è stato concesso anche perché la guida non era ancora presente e non si poteva aspettare lì inutilmente. Dopo un’abbondante colazione è iniziato il nostro lungo percorso. Esso può essere diviso essenzialmente in due parti. La prima riguarda la fisica e, dato che siamo ragazzi di terza, non abbiamo ancora quelle conoscenze complete di tale disciplina, così Massimo (il nostro valente accompagnatore) ha cercato di mostrarci i concetti e le teorie fondamentali nelle sue linee essenziali. Innanzitutto siamo partiti dalle leve: si sa come queste siano piuttosto difficili da ricordare perché ne esistono diversi tipi, ma tutto è risultato molto più semplice perché la spiegazione è avvenuta con un esperimento di cui i protagonisti siamo stati noi! Rimanendo sempre in questo campo, si è affrontato il concetto di velocità, tempo e la proporzionalità tra essi; ovvero si è parlato di legge oraria e del moto che compie un corpo, anche in questo caso la guida ci ha mostrato il tutto tramite una pallina su di un piano inclinato. Continuando quest’immaginario viaggio siamo entrati nel mondo dell’elettricità. È sicuramente questa una delle scoperte più importanti senza la quale chissà cosa sarebbe adesso la nostra società. Infatti, sempre il paziente Massimo ci ha illustrato i principali concetti legati alla 07_murales_gandhi_Layout 1 25/05/12 18.09 Pagina 3 3 Esperienze e noiose? Ma neanche per sogno corrente elettrica: cos’è un campo, come si spostano le cariche e come possono essere quest’ultime, tutte cose che si apprendono sui libri, insomma. Tuttavia, poiché l’obiettivo da raggiungere è quello di trasformare la teoria in pratica, alla fine del percorso due ragazze si sono “sacrificate per il bene della scienza” provando il Drizzacapelli: già dalla dicitura si capisce che è una sorta di marchingegno che fa scorrere in tutto il corpo una certa carica elettrica fino a raggiungere i capelli che, appunto, si alzano. Da qui è iniziata la parte che riguarda la chimica. Più che altro siamo stati partecipi del cosiddetto progetto de Il bar della chimica in cui, anche in questo caso, abbiamo effettuato una notevole quantità di esperimenti per capirne meglio gli aspetti caratterizzanti. È risultato tutto davvero molto divertente perché la differenza tra le sostanze acide, basiche e neutre è stata sottolineata da un’esplosione di colori diversi nelle provette e nei vasi comunicanti. Addirittura vi erano reazioni chimiche che permettevano di cambiare colore alla sostanze improvvisamente; processo che ha causato stupore in tutti i presenti. Sbalorditivo è stata anche la reazione che ha consentito di creare il fuoco da un liquido! In questo straordinario bar con provette e pipette abbiamo sperimentato alcune delle reazioni chimiche della pirotecnica ed abbiamo compreso i meccanismi chimici che determinano i colori, i rumori e gli effetti dei fuochi d’artificio. I fuochi d’artificio sono infatti tristemente noti anche per il gran numero di infortunati che causano ogni anno. Insomma, è stata una giornata davvero memorabile perché finalmente si è potuta fare lezione diversamente non con i soliti libri, penne, matite e così via, ma semplicemente mettendo in pratica le cose apprese. Sicuramente in questo modo si riescono a ricordare molti più concetti e si invogliano i più giovani ad apprezzare quelle materie che, di solito, sono troppo complesse e quindi vengono abbandonate quasi seduta stante. Questa visita guidata, infatti, si è conclusa con una frase su cui tutti si sono trovati d’accordo: “Vogliano sempre fare lezione così!” 07_murales_gandhi_Layout 1 25/05/12 18.09 Pagina 4 4 Incontri Lʼinsonne di Cinzia Tani o scorso 20 gennaio, presso la Biblioteca Comunale di Afragola, il Centro Culturale Insieme ha organizzato un incontro con la scrittrice Cinzia Tani, penna nota del panorama nazionale, giornalista, docente universitaria, conduttrice radiofonica e televisiva, Cavaliere della Repubblica, consulente di molte trasmissioni Rai, come Uno Mattina, Fantasticamente, Mixer, volto alla presentazione del suo nuovo libro, “L’insonne”, edito da Mondadori nella collana Oscar Bestsellers. Il libro, che ha avuto anche la recensione di Andrea Camilleri, è un tuffo in un passato nemmeno troppo lontano, ma lancinante, che serba nelle sue pieghe ricordi e memorie dolorose per più di una generazione, per chi quelle cose le ha vissute, per chi le ha solo sentite raccontare, per chi le ha semplicemente studiate sui libri di scuola. Il romanzo parte nella Berlino storica del Terzo Reich, parla delle persecuzioni naziste, prende le sue mosse dagli esperimenti medici effettuati dentro e fuori dai lager dai medici tedeschi allo scopo di rendere la razza ariana sempre più pura e i soldati tedeschi sempre più forti e resistenti. E, come sempre in tutte le sue opere, la forza travolgente di Cinzia Tani sta tutta nel linguaggio, chiaro, semplice, diretto, privo di orpelli e di artificiosi equilibrismi, nella ricerca storica, minuziosa e circostanziata, e nella vibrante caratterizzazione di ogni personaggio, ognuno dei quali, dai protagonisti ai comprimari, dagli attori agli spettatori, dalle figure centrali a L quelle di sfondo, beneficia di un approfondimento e di una personalizzazione psicologica davvero impagabile. Il libro è verità, storica e romanzata al tempo stesso, perché la trama, da vero thriller americano, è di fantasia, naturalmente, ma perfettamente plausibile e tecnicamente calata in una realtà più che possibile, anzi probabile. Amore, dolore, crimini di guerra, persecuzioni razziali, eutanasie governative, ricordi e memorie si aggrovigliano nelle storie personali dei protagonisti perché si sa, chi è toccato dalla tragedia non potrà mai illudersi, qualsiasi cosa dica, pensi o faccia, di uscirne indenne, e sarà invece destinato a portare sulla sua pelle, a vita, il marchio infamante del dramma, che da qualunque parte sia vissuto segna indelebilmente la mente e il cuore. L’incontro è iniziato nel primo pomeriggio, la Tani ha parlato con naturalezza e spigliatezza e si è mostrata disponibile con tutti. La scrittrice ha parlato anche del libro La mela, adatto ad un pubblico più giovane, in cui si racconta la storia di Chiara, una ragazza dark che il giorno di Carnevale si veste da Biancaneve, ma dimentica a casa la mela, mentre suo nonno Antonio è molto fantasioso e vede personaggi che non hanno niente a che fare con la mela, come Adamo ed Eva e Newton. La scrittrice si dimostra subito a suo agio con i piccoli che le fanno molte domande, come ad esempio: “A chi è dedicato il libro?”, la risposta è immediata, a tutti i bambini, oppure “Che ne pensa del fatto che oggi i ragazzi vedano la scuola come qualcosa di superfluo?”, è questa l’occasione giusta per raccontare la sua esperienza, Cinzia ha compiuto tutto il percorso di studi dalle suore, non amava molto le maestre né i libri, tutti incentrati su storie molto tristi di Santi e Martiri, ma poi ha riscoperto il piacere della lettura. La scuola è un’opportunità mer vigliosa della quale tutti i ragazzi dovrebbero approfittare, se poi hanno anche ottimi insegnanti tanto meglio. Ho avuto anch’io il piacere di porle una domanda relativa alla crisi culturale e ai giovani ed ella, con molta familiarità, mi ha risposto che la crisi è serissima e comporta sacrifici, i giovani dovrebbero leggere di più e guardare meno programmi televisivi “trash”, con questo invito si è concluso il piacevole incontro con una grande scrittrice ma soprattutto con una grande donna. Sara Barisciano III C LC 07_murales_gandhi_Layout 1 25/05/12 18.09 Pagina 5 5 Attualità Accetti o rifiuti? Facebook è uno dei siti web più utilizzati al mondo, il secondo dopo Google. Questo social network, creato nel febbraio del 2004 da Mark Zucherberg, negli ultimi anni ha spopolato, permettendo a milioni e milioni di persone di interagire virtualmente attraverso post, chat e commenti in un mondo immaginario. Molti ritengono che Fb non garantisca la privacy. Molto facilmente, infatti, si possono visualizzare informazioni personali sull’utente, in un numero che varia in relazione alle impostazioni prescelte. Ci sono tantissimi ragazzi che utilizzano Facebook quasi come se fosse un diario, inserendovi continuamente pensieri personali, stati d’animo, sensazioni, gioie, dolori, insulti. Molti scelgono il social network come “campo di battaglia” per i loro litigi. Molti hanno la mania di scattarsi foto in continuazione, magari anche con la stessa posa, variando solo lo sfondo. Cosa potrebbero pensare i professori se vedessero tutto questo? “I professori non possono dare l’amicizia su Facebook ai loro studenti”. Questo tipo di divieto emanato da un Dirigente Scolastico e divulgato attraverso una circolare interna, ha aperto un dibattito tra alunni e professori della scuola di un piccolo borgo ligure sulla Riviera di Ponente. È possibile avere rapporti online con i professori? La scuola italiana è molto cambiata nel tempo. Fino agli anni Sessanta il rapporto tra alunni e docenti era di tipo rigorosamente gerarchico, i professori erano completamente distaccati dagli allievi e insegnavano le loro discipline senza sentire la necessità di coinvolgere lo studente nel processo educativo. Dal Sessantotto in poi si è avviato un processo di “democratizzazione” della scuola e del sistema educa- tivo, impostato sempre di più sul dialogo tra alunni e docenti. Questi rapporti online possono avvicinare ulteriormente gli alunni ai docenti? Molti pensano che un rapporto virtuale crei una visione distorta della realtà, in quanto lascia supporre l’esistenza di un rapporto simmetrico tra persone che nella realtà hanno invece ruoli ben distinti e diversi, proprio perché non paritari. Altri invece pensano che Fb serva ancor di più ad abbattere quel muro divisorio che si pone tra i ragazzi e i loro insegnanti, che condividono gran parte della giornata e che, attraverso questo strumento, possono interagire e confrontarsi maggiormente. Io penso che sia positivo riuscire ad avere delle buone relazioni con i nostri insegnanti, perché essi ci accompagnano nel nostro cammino scolastico. Penso che sia indispensabile avere un dialogo aperto con loro, ma non necessariamente utilizzando Fb. Si potrebbe scegliere come mezzo alternativo di comunicazione l’e-mail, che consente e garantisce una privacy maggiore. Credo ovviamente che si possa permettere ai professori di aggiungere gli studenti alla lista dei propri amici su Fb, mantenendo, però, in ogni circostanza, un comportamento basato sul rispetto, senza che il rapporto insegnanti-alunni ne risulti snaturato. Alessia Mollame II D LS Profbook: un insegnante su Facebook l giorno d’oggi, quasi tutti i ragazzi hanno un proprio profilo su Facebook. Ormai anche gli adulti si sono adeguati alla moda di fare virtualmente amicizia, scambiare foto e commenti con qualsiasi persona nel mondo. Ma è giusto avere il proprio insegnante tra gli amici di Facebook? Il dibattito è aperto in tutte le scuole d’Italia. Di solito, noi ragazzi tendiamo a scrivere su Fb le nostre considerazioni, spesso assai sincere ed appassionate, su tutto ciò che ci riguarda, scuola compresa. Ora, se avessimo un nostro insegnante nella lista degli amici di Fb, avremmo sicuramente la possibilità di continuare le lezioni sul web e di approfondire la nostra conoscenza reciproca, ma dovremmo limitarci nelle informazioni pubblicate, mettere a freno le nostre emozioni e le nostre opinioni più profonde, per evitare di essere giudicati o fraintesi dai professori. Per questo motivo penso sia più opportuno non avere i nostri insegnanti tra gli amici di Fb, A perché è giusto che ognuno abbia i propri spazi e che nessuno li invada. È importante che un professore spieghi bene, che faccia appassionare gli alunni, che controlli se studiano o meno, ma non è un bene che un adulto invada il mondo di noi ragazzi e vigili sulle nostre emozioni e sulle nostre abitudini. Ad esempio, come ci organizziamo il pomeriggio, se studiamo, se usciamo o se accediamo al social network. Potrebbero esserci degli svantaggi anche per i professori che, avendo tra gli amici di Fb i loro alunni, potrebbero perdere la loro autorevolezza, pur senza stabilire con essi un rapporto d’amicizia solido e reale. In classe non verrebbero presi sul serio e alcuni allievi potrebbero anche prendersi gioco di loro grazie alle informazioni che possono ricavare attraverso Fb. È quindi importante tenere d’occhio chi abbiamo nella lista dei nostri amici virtuali, in quanto sul social network più amato del mondo non sono solo pubblicate le nostre opinioni, ma la nostra vita! Emanuela Storti II D LS 07_murales_gandhi_Layout 1 25/05/12 18.09 Pagina 6 6 Recensioni Il più grande spettacolo dopo il big bang! opo una lunga attesa di circa due mesi, l’11 Febbraio si è esibito presso il Palamaggiò di Caserta, unica tappa in Campania, il noto cantautore Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti. Il tour, intitolato “Ora”, era stato sospeso dal cantante il 12 Dicembre del 2011, giorno in cui, durante il montaggio del palco, a Trieste, è morto, a causa di un grave incidente, lo studente-operaio Francesco Pinna, di appena vent’anni, ed D è stato ripreso il 4 Febbraio lì dove si era fermato. I due mesi di attesa, ad ogni modo, non reggono il confronto con le cinque interminabili ed intense ore trascorse aspettando l’inizio del concerto: la fitta pioggia, la lunghissima coda davanti ai cancelli di entrata e l’ansia di assistere al tanto bramato concerto hanno reso, infatti, magico il momento in cui Jovanotti ha fatto la sua comparsa scenica sul palco, lasciando strepitare 7.000 fan. Il cantante, dopo un primo assaggio dei suoi ultimi successi, ha commemorato il ricordo del giovane Francesco con grande sensibilità, dedicandogli il suo tour e rivelando il suo grande rammarico nei riguardi di questo evento che lo ha profondamente colpito. Egli, inoltre, ha colto l’occasione per rinnovare il suo dolore e per riproporre a se stesso di prendersi personalmente cura dei lavori per i suoi spettacoli al fine di evitare tragiche e spiacevoli conseguenze. Superato questo momento di debolezza, Jovanotti ha continuato ad allietare i suoi fan regalandogli le stesse emozioni di sempre con la sua impareggiabile e contagiosa grinta. Andando a ritroso nel tempo, ha riproposto intramontabili successi quali “L’ombelico del mondo”, “Ragazzo fortunato”, “Bella”, dopodichè ha eseguito brani più recenti come “Fango”, “A te”, “Come musica”, “Falla girare”, “Baciami ancora”, estratti dal suo ultimo album quali “Il più grande spettacolo dopo il big bang”, “Ora”, “Quando sarò vecchio”, “La bella vita” e tantissime altre. L’uditorio era composto da giovanissimi e non, adulti di qualsiasi fascia d’età, tutti ugualmente partecipi alla performance ed accomunati dalla passione della buona musica. Le emozioni, d’altronde, non hanno età e ciò che Jovanotti ha insegnato ai suoi fan è che può bastare una canzone a smuovere il proprio animo, ad emozionarsi come non mai, a rendere un giorno indimenticabile. Luciano Marzia IIB LC Pirandello per le scuole a scuola a teatro per assistere ai capolavori della letteratura italiana. Alcuni alunni del nostro liceo si sono recati al teatro La Perla di Agnano per vedere la messa in scena di Cosi è (se vi pare) di Luigi Pirandello, per la regia di Paolo Spezzaferri. L’opera parla della grottesca vicenda di una suocera (Signora Frola) e del proprio genero (Signor Ponza) i quali si accusano reciprocamente di follia contendendosi l’identità della figliamoglie. La Signora Frola sostiene che la figlia è viva, il genero sostiene che quella figlia è morta e di avere una seconda moglie con la quale asseconda pietosamente la follia dell’ex suocera mai rassegnatasi alla morte della figlia. Tutto il paese è incuriosito da questa strana coppia, tanto che questo enigma diventa oggetto di discussione nel salotto del consigliere Agazzi. Tra reiterati colpi di scena solo Laudisi (alter ego pirandelliano), cognato dell’Agazzi, sostiene, con le sue disquisizioni filosofiche, l’impossibilità di conoscere se stessi e gli altri. Egli ci riporta all’enunciazione pirandelliana: la verità può essere raggiunta solo attraverso l’immaginazione (forse). La commedia si conclude con l’immagine della figliamoglie che non svela la sua identità affermando che lei è colei che tutti pensano che sia. Insomma un attuale “Talk show” dove con la compiacente regia del conduttore (Laudisi - Pirandello) e il chiacchiericcio degli ospiti del salotto, si oscilla freneticamente tra finzione e realtà, offrendo “il pasto quotidiano” alla folla dei curiosi. Terminato lo spettacolo si è aperto un dibattito insieme agli attori e al regista il quale ha cercato di far comprendere ai giovani il tema pirandelliano. Lo spettacolo ha riscosso grande successo in quanto il regista Paolo Spezzaferri ha adattato l’opera del drammaturgo siciliano ad una platea giovanile. L Federica Pisa V C SS 07_murales_gandhi_Layout 1 25/05/12 18.09 Pagina 7 Riflessioni 7 Pensare: diritto o dovere? ’uomo, attraverso il pensiero, ha una grande prerogativa: può scegliere se esternare il proprio mondo, se condividerlo o meno con gli altri; egli ha la possibilità di viaggiare mentalmente per vari e infiniti mondi, di sconfinarli, godendo contemporaneamente di un segreto, il segreto delle esplorazioni della propria mente, in completa riservatezza e solitudine, decidendo magari di condividerne con gli altri, tutti o solo alcuni dei tratti rielaborati. Ma il bello non è il fatto in sé di restare soli con la propria mente, con il proprio mondo, ma la possibilità di scegliere se farlo o meno. Inevitabilmente noi pensiamo. E’ una nostra capacità: rielaborare in-put provenienti dall’esterno, viaggiare guidati da essi, i quali sono l’avvio di un lungo cammino mentale; spesso ci perdiamo nei nostri pensieri, perdiamo di vista quegli in-put, li dimentichiamo, eppure restano loro la nostra partenza, grazie alla quale giungiamo ad un traguardo, alla rielaborazione di quei dati. Ed inevitabilmente, quando siamo sicuri della “grandiosità” di quel che abbiamo elaborato, siamo spinti a comunicarla agli altri. Così la nostra rielaborazione viene messa fuori,diventa output. Per questo Giulio Giorello scrive che “la filosofia - scienza del pensare ha necessità di tradursi in un dialogo in cui qualunque io ha bisogno di un tu per essere tale”. Pensare è anche una necessità. L’uomo pensa in qualsiasi condizione si trovi: da sveglio come da dormiente, da libero come da recluso, da uomo semplice, ma anche da uomo complesso. Da ignorante e da filosofo. Pensare è la cosa più umana del mondo e ogni pensiero ha diritto di esistere, ma nessuno può arrogarsi il diritto di sentirsi superiore ad un altro, anche perché è lì che cesserebbe il suo sviluppo, è lì che smetterebbe di crescere. Infatti il filosofo Giorello continua scrivendo che la filosofia ha necessità di tradursi in un dialogo, “un dialogo che può portare (e forse deve) allo scontro fra diverse ragioni [..] che si concreta un prendere partito che impone decisioni anche radicali, senza per questo misconoscere il diritto di quelle altrui”. Dunque la filosofia è la scienza del pensare, perciò non può essere appannaggio di pochi, ma di tutti quelli che sono capaci di pensare. La filosofia è “amore per il sapere”, non sinonimo di erudizione né di lunghi discorsi, essa è la scienza del sa- L pere non dell’esporre, perciò può esprimersi anche in una sola parola, in una sola frase. Ciò che conta è il processo attraverso cui si è giunti a quell’unica parola o frase. Se la filosofia è la scienza del “sapere”, bisogna tener presente che non si può ”sapere” qual sia stato il viaggio percorso per giungere a quella frase; per tale principio non si può giudicare quella frase in senso negativo, non la si può ritenere inferiore né riduttiva né sbagliata, semmai si può chiedere un chiarimento e perciò risulta importante la comunicazione nel processo filosofico. La filosofia in questo senso si presenta profondamente democratica. Quand’è che la mente riscopre la necessità di pensare? Alcuni amanti della filosofia credono che le più attente menti l’abbiano riscoperta in seguito al modo stancante di pensare del mondo di oggi, troppo veloce, troppo pratico, un modo come un altro per fare soldi, per fare crescere l’audience. Colpa dei media? Colpa della società? La colpa potremmo darla al sistema economico. Ma “mai” si riscopre la necessità di pensare, si pensa, semplicemente si pensa. E “di nessuno, come di tutti” è la colpa di un uso poco appropriato del pensare. La società dipende da out-put più diffusi perché più comodi, out-put di “maggioranza”. La filosofia prevalente dipende dalla maggior parte dei filosofi, la quale disdegna la”maggioranza”. Ma come accanto alla maggioranza dei semplici uomini si trovano dissensi, così accanto alla maggior parte dei filosofi si trovano coloro che, come me, credono che la filosofia possa sbagliare (perché ve ne sono dimostrazioni storiche) così come sbagliano le scienze naturali, così come sbaglia ogni uomo. Pensare è un diritto, non un dovere e la filosofia non deve sentirsi superiore agli uomini, essa si fonda su loro, sulle loro vite e perciò di esse non può disprezzarne neanche una. Mario Baudino scrive che “la filosofia può scendere dal piedistallo specialistico e avvicinarsi ai problemi delle persone. Il suo campo d’azione si dilata alle zone calde della nostra cultura: le neuroscienze, le scienze sociali, l’etica economica, per non parlare della bioetica”. 07_murales_gandhi_Layout 1 25/05/12 18.09 Pagina 8 8 Mode The FuoriJuegos iuseppe Tarantino, Tony Landolfi, Vittorio Fiore, Eddy Graziuso, Giuseppe Calitri e Raffaele Palmentieri formano l’esilarante gruppo dei The FuoriJuegos. Il nome nasce occasionalmente dall’esclamazione “fuori juegos” che partì da Raffaele Palmentieri durante una partita con l’ Xbox. Un gruppo nato inizialmente con il solo scopo di divertirsi tra amici; poi man mano, le loro battute hanno finito per far ridere tutti e così sono stati apprezzati anche da persone che non li conoscevano. Il loro successo si è affermato in rete attraverso YouTube, con video che ci offrono lo spaccato di una comicità spicciola, disarmante e semplice, offrendo un divertimento che scaturisce spesso dalla meraviglia, frutto della loro spontaneità. Hanno un loro pro- G filo Facebook che raccoglie più di 12.000 fan, tra cui le “TheFuoriJuekers, un successo virtuale che si concretizza con le manifestazioni d’affetto che riscuotono quando vengono riconosciuti. Naturalmente come in tutte le cose c’è anche chi non apprezza il loro modo di porsi, criticando la popolarità che suscitano nei numerosi coetanei che li seguono; sono coloro che si fermano alle apparenze. Mi chiedo, però, perché molto spesso coloro che li criticano finiscono poi per imitarli... sarà invidia!?!!!?. Essi infatti hanno quella marcia in più che permette di fare della “napoletanità” un’arma vincente per fare presa sul pubblico. Se avessimo conosciuto Alessandro Siani da piccolo con il suo spirito e la sua cadenza napoletana sicuramente non avremmo immaginato per lui un futuro così ricco di successi. La loro fama la riscontriamo nel fatto che molti locali li invitano spesso perchè con i loro spettacoli improvvisati richiamano amici e clienti. La loro comicità in erba fa ben sperare in un futuro artistico per questo gruppo di ragazzi pieni di entusiasmo e di spirito. Dovranno infatti crescere, imparando i tempi e i modi di ciò che li potrebbe proiettare nel vero mondo dello spettacolo e del cabaret. Francesca Maglione V B LC Non accaniamoci sui writers l graffitismo è una manifestazione sociale, culturale e artistica diffusa in tutto il pianeta, basata sull’espressione della propria creatività con interventi pittorici sul tessuto urbano. Nasce come parte della sottocultura dei ghetti newyorkesi (conosciuta come hip-hop) negli anni ‘70, ma ne supera in breve tempo i confini (geografici e culturali). La differenza tra atti di vandalismo e “writing” è evidente in quanto nessun tipo di atto meramente vandalico presenta uno sforzo artistico o una componente estetica. Ciò non toglie che il singolo writer possa utilizzare i propri stilemi (come il throw-up) in senso I vandalico, anche consapevolmente. Per questo è impossibile affermare che la vera essenza del writing sia figlia della componente artistica piuttosto che di quella vandalica o politica o altro. In ogni caso, dietro alle forme ed all’evoluzione delle lettere, c’è spesso un lungo studio, fatto di bozze preparatorie ed ispirazioni provenienti dall’ambiente che circonda il writer stesso, di conseguenza ogni nazione e ogni città ha scuole di stili diversi: lo stile tedesco (tendente per lo più al Wild Style newyorkese con lettere sottili e intrecciate o fortemente accostate), lo stile brasiliano, lo stile romano (lettere tondeggianti, tendenti al bomb-style e al Throw up, ma più studiato) e via dicendo. Quello del writer, è un “mestiere” molto particolare e soggettivo. I writers sono per la maggior parte ragazzi, e anche se non sembra, sono sempre al centro delle attenzioni. Ci sono persone che li giudicano positivamente e altre che li giudicano negativamente. Ci sono persone che li considerano liberi pensatori ed altri che li etichettano come vandali. Gli amanti dei graffiti si mettono in gioco così, forse perché non hanno altri modi per esprimersi o forse perché non hanno nient’altro di meglio da fare. Alcuni disegni, a volte, sono diffamatori e prendono di mira i personaggi famosi, soprattutto politici, spesso i writer non fanno altro che metterci davanti alla dura verità, che il nostro paese non vuole accettare. E’ vero sporcano i muri, inquinano l’ambiente e offendono il duro lavoro di muratori e imbianchini, ma come si fa a reprimere queste “opere d’arte” che colorano, caratterizzano e danno una personalità alle nostre città? I graffiti possono essere paragonati a manifesti pubblicitari con una differenza sostanziale, però, la pubblicità è permessa e accettata perché è a pagamento. Il denaro quindi è il lasciapassare, non solo legale, ma etico, e questa è ALIENAZIONE! Esprimersi con quest’arte in Italia è difficile, all’estero ci sono writer famosi che riescono ad esprimersi al meglio con l’appoggio anche delle Istituzioni. Per essere sincero, devo dire che ci vorrebbe una regolamentazione, se non legislativa, quanto meno di buon senso, per esempio certi scarabocchiatori incapaci farebbero meglio a star fermi. In conclusione penso che il graffito sia arte, una forma di comunicazione, e come tale non andrebbe vietato, magari permesso solo in determinati luoghi, non dappertutto, sarebbe stato come vietare a Dalì di dipingere o a Pirandello di scrivere. Vincenzo Orsanto V B LC 07_murales_gandhi_Layout 1 25/05/12 18.09 Pagina 9 9 Eventi Un varietà per la ricerca eramente bello lo spettacolo organizzato da tanti studenti del nostro Liceo domenica 19 febbraio nella sala congressi dell’Ospedale di Casoria per gentile concessione di suor Lidia: mini sketch, balletti e canzoni, un Gran Varietà, molto apprezzato e applaudito dalle tantissime persone presenti, ideato e pensato per il centenario della nascita al cielo di Beata Madre Giuseppina Vannini, Figlia di San Camillo. Gli spettatori sono rimasti estasiati, oltre che dalla magnifica voce di Benedetta Piciccio, dalla fantastica performance di Sarah Manzoeto, che è stata in grado di non commettere alcun errore nonostante piccoli problemi tecnici subentrati nel corso della serata. In seguito abbiamo assistito ad una personale interpretazione di Pullecenella, eseguita dal nostro bravissimo Emanuele Cantiello, ballerino provetto, che abbiamo ritrovato anche nei panni di un’adorabile vecchietta di Castellabate, vittima di un incendio. Lo show è proseguito con i nostri giovani attori che hanno voluto riprendere in modo esilarante una nota scena del famoso film del 1955 “Siamo uomini o caporali”. Tra serate in discoteca, giornate alla posta e simpatiche battute sulla vita del Sommo Poeta abbiamo avuto modo di ascoltare una vasta gamma di classici napoletani a partire dalla celeberrima “Reginella” per finire con “Tu vuo’ fa l’americano”. Durante la serata sono stati raccolti dei fondi per Telethon e la ricerca. La prossima tappa dovrebbe aver luogo nella chiesa di Afragola di Sant’Antonio Abbate, signori, si replica!!! V Caterina Abbate II E LS 07_murales_gandhi_Layout 1 25/05/12 18.09 Pagina 10 10 Recensioni Queen...The legend still lives on na mattinata davvero divertente e fuori dai soliti schemi quella trascorsa al teatro Gelsomino di Afragola in occasione del musical ideato e realizzato dai Queen of Bulsara, una delle migliori tribute band dei grandissimi Queen, un’idea di Ottavio Liguori (batteria e cori). Successivamente accomunati dalla passione per i Queen, si aggiungono Roberto May (chitarra), Stefano Di Meglio (basso e cori) e Salvio Schiano (tastiere e programmazioni). Da settembre 2009 si aggiunge anche Vincenzo Castello, cantante dalla rara il leggendario gruppo con milioni di dischi venduti nel mondo. Lo spettacolo ha ripercorso la straordinaria carriera dei Queen attraverso narrazioni in madrelingua accompagnate dal ritmo delle loro canzoni più note. Il Tributo Queen of Bulsara è un progetto che nasce alla fine del 2006 da presenza scenica, caratterizzato non solo da una grande energia vocale e una spiccata comunicatività, ma anche da una straordinaria somiglianza fisica al cantante Freddie Mercury. Questo incredibile omaggio all’- U opera di Mercury, May, Deacon e Taylor, si avvale della passione e dell’esperienza di cinque amici musicisti, che hanno deciso di celebrare la loro band preferita nella maniera più dignitosa possibile. Nella scaletta della band, i cavalli di battaglia storici e anche i brani meno conosciuti per i fan più esigenti. A completare il tutto, scenografia e costumi che rimandano ai Queen e impreziosiscono maggiormente l’esperienza di vivere questo impareggiabile tributo sulla propria pelle. Una mattinata a teatro con “Il fu Mattia Pascal” enerdì 10 febbraio 2012 le classi dell’ultimo anno del Liceo Classico Gandhi hanno assistito alla rappresentazione teatrale del celeberrimo Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello, messo in scena al Teatro Bellini di Napoli dal brillante attore e regista Tato Russo. Il romanzo fu pubblicato nel 1904 e fa parte della fase letteraria giovanile di Pirandello. La struttura narrativa è quella del romanzo autobiografico, che per l’ambito letterario di quegli anni rappresentava una novità assoluta. Tato Russo ha trasferito in forma teatrale un testo che in realtà lo stesso Pirandello avrebbe potuto adattare e portare sulle scene a suo tempo. Il risultato finale è uno spettacolo piacevole e immediatamente fruibile, anche per alcuni escamotages scenici originali, che hanno ancor più modernizzato l’opera ed hanno conquistato la platea. Una platea che una comune opinione vorrebbe fatta di giovani privi di interessi culturali, e sordi e refrattari a qualsivoglia manifestazione culturale e che invece ha assistito motivata V e in silenziosa partecipazione alla bella rappresentazione teatrale. La scelta registica che ha finito con il fornire una più moderna ed agile lettura del dramma è stata quella di far accompagnare le parti più introspettive della commedia da una voce narrante fuori campo che permettesse allo spettatore di immergersi nelle misere e al contempo complesse vicende di Mattia. La scenografia dà vita ad un palcoscenico senza soluzioni di continuità, con tutti i personaggi e gli arredi di scena presenti sul palco fin dall’inizio della rappresentazione, ma ricoperti da teli fino al momento del loro effettivo utilizzo. Una scena che simboleggia, come lo stesso Tato Russo ha affermato, “… un gran luogo di ricordi, uno spazio vuoto di memoria, una perenne evocazione di fantasmi, un sorgere di anime vaganti che man mano prendono i colori dei personaggi e degli interpreti”. L’originalità e l’acume di Tato Russo si possono cogliere anche nella capacità di aggiungere un tocco di ironia alle bizzarre situazioni che si propongono innanzi a Mattia, alleggerendo e colorendo così l’opera e rendendola più accessibile e coinvolgente anche per spettatori giovanissimi quali possono essere le classi di un Liceo. Inoltre, la scelta di far interpretare più ruoli a ciascun attore ha avuto una sua precisa motivazione scenica tanto sottile, quanto arguta e geniale, visto che per Mattia Pascal la vita è un riproporsi di problematiche che assumono altre vesti ma conservano una loro unitarietà di forma. La regia e l’interpretazione di Tato Russo riescono così a restituire il senso profondo di un’Odissea in cui non c’è nessuna Itaca su cui approdare. 07_murales_gandhi_Layout 1 25/05/12 18.09 Pagina 11 11 Talenti Il nuovo Talento letterario del 2012 n questi giorni un alunno della nostra scuola, Daniele Capuozzo ha ricevuto la splendida notizia di essere stato scelto come talento letterario del 2012, grazie al suo libro “Un ragazzo che non c’è”, pubblicato l’anno scorso. Daniele riceverà il “Premio Internazionale di letteratura Giovani Talenti”, intitolato a Giuseppe Girolamo, in onore dell’eroe del naufragio della Costa Concordia, alla Fiera Internazionale del libro di Milano Linate, presso il Parco Esposizione di Novegro. Gli organizzatori della fiera hanno analizzato accuratamente i libri pubblicati recentemente e tra i vari candidati hanno selezionato un solo vincitore e il Liceo Gandhi ha l’onore di avere questo talento della poesia proprio tra i suoi alunni. La fiera, che si svolgerà dal 26 al 29 ottobre, avrà l’ingresso gratuito e saranno presenti come ospiti d’onore importati scrittori. Una delegazione di docenti, il Dirigente Scolastico e i suoi collaboratori avranno il privilegio di poter partecipare alla fiera, insieme alla classe di cui fa parte l’autore del libro dichiarato vincitore. Il giovane Daniele costituisce ormai un po’ l’orgoglio del Gandhi, poiché grazie a lui la nostra scuola avrà una risonanza internazionale. Bisognerebbe guardare Daniele come una sorta di esempio per i giovani, poiché egli dà la speranza a tutti coloro che coltivano un talento di continuare a farlo, infatti se il lavoro è portato avanti con dedizione e passione, i riconoscimenti prima o poi arrivano. La poesia del nostro amico trae ispirazione dalla quotidianità, la sua più grande capacità è probabilmente quella di rendere un semplice evento come la visione dell’alba, una semplice riflessione su una domenica mattina, un episodio che può essere cantato in chiave romantica, in I un’atmosfera particolarmente incantata e quasi distaccata. Daniele rappresenta un po’ il sognatore che c’è dentro ognuno di noi, con la differenza che questo giovane talentuoso ha anche la capacità di saper portare avanti il suo sogno, riuscendo anche a sfatare quel mito che si sta diffondendo, dell’impossibilità di seguire le proprie attitudini a causa delle circostanze esterne. Daniele invece segue imperterrito il proprio obbiettivo e i suoi interessi con la consapevolezza di essere nel giusto, poiché sta utilizzando quella che è una dote concessagli dalla natura. In effetti, bisogna riconoscere che il suo talento è una dote, la dote di sapere trasportare le sue sensazioni in chiave poetica. Dunque, teniamo a mente l’esperienza di questo nostro coetaneo con la carriera in piena ascesa poiché può essere la spinta per impegnarci di più nelle nostre attività quotidiane, dallo studio allo sport fino ad arrivare alle nostre doti speciali, che hanno il diritto di essere potenziate poiché sono la chiave del nostro successo e della nostra affermazione nel mondo. Martina Verdone IV A LS 07_murales_gandhi_Layout 1 25/05/12 18.09 Pagina 12 12 Recensioni Le preghiere dei Abbiamo raccolto le migliori preghiere spontanee che han n nizio questa preghiera con dirti scusa, scusa, scusa per tutte le volte che non prego per Te, scusa se a volte mi capita di dire parolacce, scusa per tutto. Di solito la sera non mi capita mai di pregare e le domeniche le passo a casa a dormire; non mi reputo una cristiana e non merito che tu mi aiuti nel momento del bisogno. Ma se proprio devo fare una preghiera inizierei con la parola Aiuto. Ti chiedo di aiutare tutte quelle persone sagge che non hanno fatto nessun reato nella loro vita e adesso si trovano in situazioni pessime. Aiuta anche quei bambini abbandonati, chiusi in orfanotrofi o case di cura. Io mi lamento della mia vita, soffro molto per la separazione dei miei, ma l’unica cosa “positiva” è pensare che ci siano persone che dovrebbero davvero soffrire e, invece, sorridono sempre , anche con mille problemi. Se dai qualcosa loro, li rendi felici…invece, la generazione di oggi non apprezza mai tutti i privilegi che ha e non fa altro che chiedere sempre di più. Finisco colo dire che oggi tutto è cambiato, l’amore è poco e se davvero esisti, diffondi amore in tutto il mondo e aiuta tutti noi una volta e per sempre. I ome ogni sera, ti chiedo di aiutarmi sempre, ogni giorno, e se è come tutti dicono che tu riesci a fare miracoli, allora cerca di farne uno per me, anzi per la mia famiglia perché mio padre ha bisogno del tuo aiuto, vorrei che tu lo facessi sorridere almeno per un po’ e anche se non sono una ragazza perfetta, una che molto spesso sbaglia anche quando si trova con le amiche, mi è di conforto ricorrere a te in ogni momento C (Marina Antonietta De Rosa II A LSU) ine di tutte le guerre, fine dei mali, fine dei pregiudizi e fine delle cattiverie gratuite. Chiedo davvero così tanto? Aiutare le persone meno fortunate, non farsi la guerra tra le nazioni o semplicemente tra due persone. Sembra così semplice eppure ci sono persone che muoiono ogni secondo, bambini che non riescono nemmeno a vedere la luce del sole, famiglie che si sfasciano, persone che non hanno scrupoli e disastri ambientali procurati dall’uomo. Aiutaci a diventare un’umanità perché adesso questo mondo non è umano. Aiutaci F (Maria Scarpa II A LSU) regare significa cercare la via del Perdono. Pregare significa imparare ad ascoltare. Pregare significa scoprire che Dio ci ama. Ed è per questo che io prego; prego per ascoltare la voce della Salvezza, prego per poter amare. Prego per poter essere amata veramente. P (Giovanna Cavaliere II A LSU) enedici me, la mia famiglia ed i miei amici. Aiuta tutti quelli in difficoltà e che hanno bisogno di aiuto più di me. Perdonami per i peccati che sicuramente ho commesso anche stamattina, magari involontariamente. Fa’ venire presto il tuo regno, accetta questa preghiera nel nome del tuo Santo Figlio Gesù. Amen (Simona. B Cappelli II A LSU) adre nostro, grazie per ciò che ogni giorno ci offri. Ti chiedo di proteggere la mia famiglia dal male, aiuta le persone più bisognose. So di non pregare molto, forse perché cono n po’ egoista e per questo ti chiedo scusa. Amen P (Viviana Montagna II A LSU) (Alessia Vollaro II A LSU) ignore, tu stai alla porta della mia Anima e bussi. Fa’ che ti apriamo quando ascoltiamo la tua voce. A te che conosci, più di noi, il nostro cuore insegnaci ad ascoltare la tua voce, a riconoscerla tra le mille altre voci che promettono ma non mantengono le promesse fatte. Insegnaci a seguire la voce del Perdono. Portaci alla salvezza. O Mio Signore. S (Teresa Villani II A LSU) ignore, ti ringrazio per avermi donato quest’altro giorno, ti ringrazio per tutto quello che fai per me. Grazie per esserci sempre! So di non sapere fare grandi preghiere, ma ti dedico lo stesso queste poche parole. Ti S 07_murales_gandhi_Layout 1 25/05/12 18.09 Pagina 13 13 Riflessioni ei nostri alunni n no formulato i nostri alunni del Liceo delle Scienze Umane. ringrazio ancora una volta per essere entrato nella mia vita! Tu sei per me l’unica stella che riesce a illuminare il cielo del mio cuore (Sabrina Sansiviero II A LSU) ignore, ti chiedo la pace e la serenità per chi mi sta accanto e per chi non c’è più. Mi piacerebbe che aiutassi a guarire tutti i malati, in particolare i bambini che soffrono e muoiono ogni giorno, aiuta i miei nipotini, perennemente influenzati, il mio nonnino che piano piano sta perdendo la vista. Desidero una grande unione nella mia famiglia, vorrei che mio padre stesse meglio di come sta e che mia madre eliminasse tutto lo stress dal suo cuore. Cura, o Signore, tutti coloro che stanno male, soprattutto quelli feriti nello spirito, rendi felici tutte quelle persone che mi vogliono bene e le tante che non mi sopportano. Donami, Signore, il privilegio e la purezza del cuore che mi permetteranno sempre di perdonare e di essere perdonata. S (Luisa Caturano II B LSU) iuta questo mondo davvero a tutto tondo, aiuta noi ragazzi che a volte siamo pazzi, porta in me la pace che di trovarla non son capace!!! A M (Alessia Piscopo II B LSU) io Dio, ti prego affinché il mondo abbia un futuro migliore, senza guerre, e soprattutto fai cessare l’egoismo umano, causa di ogni male, allo stesso modo ti esorto affinché i popoli vivano in pace senza più discriminazioni di ogni tipo e con l’augurio che il tuo aiuto liberi i popoli dalla fame, dall’oppressione e da tutte le malattie che colpiscono i diversi popoli. Anche se continuiamo a peccare nei tuoi confronti, aiutaci affinché questo mondo possa essere migliore. (Rosa Memoli II B LSU) aro Gesù, a Te mi rivolgo, a Te che mi ascolti nei momenti tristi e in quelli felici. Scrivo questa preghiera perché vorrei che ci fosse più fratellanza e amore e meno guerre e odio. Dove sono finiti i valori umani? Dove sono finite l’uguaglianza e la correttezza? Invece di emanare amore spargiamo ostilità. Se l’amore e la pace sono così forti perché viene a mancare? Vorrei che ci mandassi un segnale per se- C guire la direzione giusta. Inoltre, prego per un futuro migliore anche per chi è meno fortunato di me. Mi ritengo fortunata ad essere qui a scrivere questa preghiera e spero che le persone a me care stiano in salute e in pace. (Arianna Vincenti II B LSU) ignore Gesù, voglio che in questo mondo non si vedano più atteggiamenti di violenza, ma solo di pace. Spero che tu possa aiutare i bambini e so che certamente lo puoi fare. Ti voglio bene Gesù. S (Annamaria Ferrara II B LSU) 07_murales_gandhi_Layout 1 25/05/12 18.09 Pagina 14 14 Iniziative Al Castello Aragonese di Baia l 20 marzo alcune classi del nostro Liceo si sono recate in visita presso l’amena località di Baia, che sorge sulle sponde del Lago Miseno, un tempo località balneare dei patrizi romani. Momento centrale dell’uscita didattica è stata la visita al Castello Aragonese, costruito nel 1495 nell’ambito di un progetto di fortificazione del Regno di Napoli, minacciato dai Francesi. Il Castello ospita oggi il Museo Archeologico dei Campi Flegrei, proprio per la sua posizione centrale rispetto ai principali siti archeologici campani. In esso è conservata la maggior parte dei reperti rinvenuti appunto nell’area flegrea, cioè i calchi in gesso trovati alle Terme di Baia, perlopiù resti di lavorazioni di copie greche. Ci sono anche numerosi sarcofagi, alcuni gioielli, fregi appartenuti a monumenti funerari, inoltre è stato molto interessante vedere l’interno, completamente affrescato, di una tomba romana. La struttura del museo si propone anche I al fine di permettere a noi studenti di conoscere i posti più interessanti del nostro territorio, anche magari organizzando un percorso che va dal primo all’ultimo anno, ordinato in base ai programmi scolastici e raccordando i contenuti storico-artistici appresi con quelli scientifico-naturalistici. Località come l’area flegrea sono perfet- Clownterapia di ricostruire la storia del sito attraverso un percorso ordinato cronologicamente e topograficamente all’interno delle sale e alcuni plastici contenuti in esse. L’importanza di un museo come questo è quella di consentirci di conoscere mediante le copie romane, fedeli riproduzioni degli originali greci, quegli aspetti dell’arte greca, in particolare della statuaria, che purtroppo sarebbero andati perduti. Molto bello anche il Castello esteriormente. Durante i recenti lavori di restauro architettonico è stata scoperta una delle più imponenti villae maritimae di Baia: è stato riportato alla luce il settore abitativo di una villa tardo-repubblicana, poi trasformato in epoca primo-imperiale nel settore residenziale di una villa a terrazzamenti con discesa al sottostante quartiere marittimo mediante una monumentale rampa disposta a tornanti lungo il costone a mare. Uscite didattiche di questo tipo dovrebbero essere organizzate più di frequente, ualche tempo fa ho avuto l’occasione di fare un’esperienza che, credo, ricorderò per sempre! Quest’esperienza si chiama Clownterapia, che racchiude tante sfumature: volontariato, divertimento, svago e spensieratezza che è fondamentale per chi, a differenza di altri, si ritrova in un letto d’ospedale a lottare per un qualcosa che non riesce a dare serenità e tranquillità. Un bambino è forse l’essere più bello che ci sia, così piccolo e in cerca di quel senso si protezione… E’ proprio in quel momento che tu “clown” puoi cambiare la sua giornata, e sai come? Con un semplice sorriso, nulla di più banale per noi che ogni giorno siamo abituati a ridere, talvolta anche senza un motivo ben preciso, in quella circostanza strappare un sorriso è forse la cosa più gratificante che ci sia, vedere che con i tuoi movimenti goffi, l’enorme naso rosso o qualche caduta presa per scherzo può diventare causa di un sorriso, perché un sano sorriso non si nega a nessuno, meno che mai a un ma- Q tamente idonee a svolgere un lavoro di questo tipo perché di origine vulcanica, ancor oggi caratterizzate da fenomeni come il bradisismo, oltre che ricche di resti di un passato in cui la Campania tutta era una terra prospera sul piano sociale oltre che culturale. Ilaria Maria Alborino I A LC lato o a un bambino che soffre e che trascorre le ore più belle della sua giornata e della sua vita in un freddo e asettico ospedale. Il sorriso di una piccola anima innocente può cambiarti la giornata e lasciare dentro di te quell’emozione di sapere di aver fatto una bella azione. Grazie a questa mia esperienza ho avuto la possibilità di conoscere persone stupende, io ci ho creduto fin dal primo momento e ora, dopo averla provata, la consiglio a tutti. Fare volontariato non significa solo aiutare gli altri, ma spesso può esserti utile per crescere, crescere come persona e riempire quegli spazi della propria vita con esperienze che lasciano emozioni. Questo è uno degli effetti che vi lascia la Clownterapia!!! Maria Ferrara – V B LSS 07_murales_gandhi_Layout 1 25/05/12 18.09 Pagina 15 15 Musica LA MUSICA UNISCE L’EUROPA L’Eurovision Song Contest alla sua 57° edizione. n evento che tiene incollati alla televisione quasi 200 milioni di spettatori all’anno. Numeri da capogiro per l’ Eurovision Song Contest, il Festival della Canzone Europea. Basti pensare che quest’evento è stato il trampolino di lancio per artisti come gli Abba e Celine Dion. Non ne conoscevate l’esistenza? Beh, siete giustificati. L’Italia mancava da questo straordinario evento da ben 14 anni, poi la RAI ha deciso di ritornare alla competizione proprio lo scorso anno con Raphael Gualazzi e la sua Madness of Love, versione italoinglese del motivo campione di SanremoGiovani 2011 Follia d’amore. Contro tutti i pronostici il cantante di Urbino si è classificato secondo, davanti al superfavorito della Svezia, Eric Saade che, con Popular, riesce a riportare la Svezia nella Top 3 dopo ben 10 anni. A vincere sono stati Ell&Nikki per l’Azerbaigian con Running Scared, vittoria che ha fatto addirittura scendere in piazza, per fastosi festeggiamenti, gli azeri la sera del 14 maggio, data della finalissima della scorsa edizione, tenutasi a Dusseldorf. In virtù di questa vittoria la “Land of fire” si è aggiudicata la possibilità di ospitare l’evento nel 2012, ed è per questo che la 57° edizione dell’evento farà tappa a Baku, capitale azera, il 22, 24 e 26 maggio 2012. I paesi partecipanti all’edizione 2012 saranno 42, uno in meno dello scorso anno, 6 paesi sono già qualificati alla finale del 26 maggio (diretta ore 21:00 su RAI 2) in quanto maggiori contributori EBU (Italia, Spagna, Germania, Regno Unito, Francia e Azerbaigian), gli altri 36 si sfideranno nelle due semifinali del 22 e 24 maggio, 18 paesi per semifinale, i primi 10 delle rispettive semifinali accedono alla finale. Il sistema di voto è, forse, una delle risposte al successo dell’evento: Durante la finale ci si collega con ognuno dei 42 paesi partecipanti che rivela i propri voti. Ogni paese assegna 12,10,8,7,6,5,4,3,2 e 1 punti alle canzoni che sono piaciute di più (E non ci si può autovotare). Così la classifica si va a formare paese dopo paese, e la suspense aumenta sempre di più. Un’altra risposta al successo dell’evento, oltre alla buona musica, è, poi, lo spettacolo che ogni paese offre sul palco. In tre minuti, oltre alla canzone, è bello osservare le coreografie che ogni nazione partecipante è pronta ad offrire, con l’aiuto delle nuove tecnologie, di fuochi d’artificio e tanto altro. Lo slogan per l’edizione 2012, dopo il “Share the mo- U ment” di Oslo 2010 e il “Feel your heart beat” del 2011 è “Light your fire”, accendi il tuo fuoco, chiaro riferimento al soprannome del paese ospitante. L’arena che ospiterà l’evento è la Baku Crystall Hall che può contenere fino a 40.000 spettatori, ma si va già verso il tutto esaurito. Intanto è partito il totovincitore: Anggun (Francia), Loreen (Svezia), Zeljko Joksimovic (Serbia), Ivi Adamou (Cipro), Can Bonomo (Turchia) e Pastora Soler (Spagna) i superfavoriti per l’edizione 2012, ma nella corsa alla vittoria finale potrebbe inserirsi anche l’Italia che si presenta con una canzone fresca, estiva. Par- liamo di “L’amore è femmina (Out of love)” che sarà interpretata da Nina Zilli. Quindi comincia il countdown per scoprire chi sarà il successore di Dima Bilan con la sua Believe (Russia 2008), Alexander Rybak e la sua Fairytale (Norvegia 2009, una delle canzoni che ha venduto di più nella storia della manifestazione), Lena Meyer Landrut e la sua Satellite (Germania 2010, canzone che in alcuni paesi ha vinto addirittura la sfida con Waka Waka di Shakira) ed Ell&Nikki con Running Scared (Azerbaigian 2011). Domenico Borriello I A LC In questo mondo di ladri? Forse no! lla fine degli anni ’80 Venditti cantava una canzone: “In questo mondo di ladri” che sembra essere scritta su misura per “un gruppo di amici” del nostro amato liceo. Sono ormai mesi che la prof.ssa Maria Rosaria Saccardo con un entourage di docenti, sta organizzando spettacoli ideati e rappresentati dalla compagnia teatrale “Pariann parian”, le cui finalità sono quelle di far divertire il pubblico e di fare beneficenza. Il ricavato degli spettacoli della “Pariann parian”, che stanno riscuotendo sempre un grande successo, è stato devoluto a Telethon. Lo scorso 24 marzo, nel teatro della Chiesa San Paolo, è andato in scena il varietà “History of America”, abbiamo intervistato una delle attrici, la bella e brava Maria Santillo. Maria, parlaci brevemente dell’iniziativa che la tua compagnia sta portando avanti… Quest’anno si è scelto di raccogliere dei fondi per Telethon con uno spettacolo teatrale. Inizialmente si doveva rappresentare una commedia, scritta da un ex allievo, Carlo Durante, che avrebbe curato anche la regia insieme ad altri ex allievi, Alessio Ricciardi e Nicola Arena. I ragazzi si sarebbero divisi in attori, cantanti, truccatori, scenografi a seconda delle loro capacità. Abbiamo anche iniziato a fare le prove, ma per sopraggiunti problemi organizzativi, indipendenti dalla nostra volontà, ci siamo resi conto che non c’era più tempo per il nostro copione originario. Così abbiamo deciso di mettere in scena un varietà: un mix di canzoni, sketch e balli. Noi ragazzi, nonostante fossimo inferiori numeri- A camente rispetto all’inizio, ci siamo impegnati e divertiti tantissimo e siamo stati contenti di far qualcosa per il prossimo. Perché avete scelto il teatro per aiutare il prossimo? Per quanto ne so, quest’anno è il primo anno che si è pensato al teatro. Forse anche per presentare una cosa diversa e nuova o forse anche perché il teatro avrebbe attirato più ragazzi e più spettatori. Chi scrive i testi? La maggior parte degli sketch sono stati scritti da un ex alunno del Gandhi, Carlo Durante. Che ruolo ha la scuola? Recitiamo e facciamo gli spettacoli nel nome della scuola, che ha organizzato e bandito un progetto di solidarietà e comunicazione. Avete sponsor oppure raccogliete contributi fra di voi? Abbiamo sponsor locali. Perché avete scelto proprio Telethon? Non saprei dirlo con precisione, ma penso che sia una causa giusta. La prof.ssa Saccardo è in contatto con Telethon e organizza questi spettacoli durante il periodo natalizio proprio per partecipare alla loro raccolta fondi. Ringraziamo dunque Maria e tutti quelli che rendono possibile fare qualcosa di buono in questo mondo provato da mille difficoltà. Rivolgo i miei migliori auguri a questa nascente compagnia teatrale, sperando di poterli vedere in scena ancora per molto tempo, sempre dediti ad aiutare chi sta male ed è meno fortunato di noi. Continuate così ragazzi!!! Daniele Capuozzo IV A LS 07_murales_gandhi_Layout 1 25/05/12 18.09 Pagina 16 16 Iniziative Successo per le Olimpiadi di Italiano uest’anno il Liceo “Gandhi” si è cimentato in una gara a colpi di sinonimi, contrari, figure retoriche, regole morfologiche, sintattiche e chi più ne ha ne metta: parliamo delle Olimpiadi di Italiano, che intendono incoraggiare processi di apprendimento consapevole, stimolare riflessioni sulla lingua, attivare energie per una sana competizione orientata al miglioramento delle competenze culturali e sociali, allo sviluppo delle attitudini e delle capacità personali, al rinforzo delle abilità di autovalutazione che guidano l’orientamento delle scelte scolastiche e professionali. Inizialmente sono stati scelti i trenta rappresentanti del nostro Istituto, dieci per ogni indirizzo, ritenuti i più ferrati in quella che è la materia madre di tutte quante le altre. Tra i candidati del Liceo Classico sono stata scelta pure io, sono rimasta incredula ma contenta di mettermi in gioco. Dopo la fase organizzativa la gara è cominciata con la prima fase, quella d’Istituto, svoltasi il 14 febbraio, al termine della quale sono stati selezionati 9 alunni, Q 3 per ogni indirizzo, destinati ad accedere alla seconda fase, le preselezioni regionali. La selezione regionale si è svolta il 6 marzo e con mia sempre maggiore sorpresa, la prescelta del fatidico computer sono stata proprio io. Rimasta, così, ormai sola a rappresentare la mia scuola sono passata alla selezione regionale, tenutasi il 21 marzo. I risultati non sono ancora noti, certo è che coloro che passeranno andranno il 5 maggio all’ultima fase, quella nazionale, in pro- gramma a Firenze. In ogni caso, comunque vadano le cose, sono contenta di essere arrivata dove sono arrivata, per me è stato un grande onore rappresentare la scuola scoprendo, poi, di non cavarmela tanto male in una materia che ho sempre dato per scontato ma che, grazie a questa competizione, ho riscoperto. Mena Fruttaldo III C LC Book Crossing Sala d’attesa Una mattinata altamente formativa quella trascorsa al teatro Le Maschere di Arzano in occasione della visione dello spettacolo teatrale “Sala d’attesa”, piéce ritenuta di particolare spessore. La commedia si sviluppa in due atti ed è stata scritta da Fabio Pisano e Pasquale De Rosa per ricordare tutte le vittime innocenti della camorra. Protagonisti sono Erennio ed Ennio. L’uno e l’altro muoiono vittime della camorra e si ritrovano in una sala d’attesa in cui vivono altre persone in procinto di poter transitare in Paradiso. All’interno della sala ognuno racconta la propria storia; la commedia termina con la caccia di Ennio che si scopre essere membro, seppur poco influente, di un clan e col passaggio di tutti gli altri in Paradiso. Dopo il monologo fi- nale dell’arcangelo Gabriele, segretario di Dio, è stato proiettato un video con i nomi e le foto delle vittime innocenti della camorra, fra cui Dario Scherillo, alla cui memoria la commedia è stata scritta e dedicata. I nomi e le storie dei protagonisti sono prodotto della fantasia degli autori, che non hanno voluto utilizzare nomi o storie reali per non urtare la sensibilità di familiari o di amici delle vittime di questo cancro chiamata camorra. La Commissione alla Cultura del Forum della Gioventù di Casoria, in collaborazione con il membro di giunta Assia Di Stadio, sta preparando un’iniziativa volta ad invogliare i giovani casoriani alla lettura. Tale iniziativa, basandosi sullo scambio gratuito dei libri, necessita della collaborazione dell’intera cittadinanza casoriana, la quale, ci auguriamo, metta a disposizione il maggior numero di libri usati. Info: 3317803486; 3284398642