Segreteria Provinciale di Salerno
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COISP · COORDINAMENTO PER L’INDIPENDENZA SINDACALE DELLE FORZE DI POLIZIA
Con Preghiera di pubblicazione – Ufficio Stampa Segreteria Regionale -­‐ Sindacato di Polizia Co.I.S.P. COMUNICATO STAMPA “Se dovessi camminare in una valle oscura non temerei alcun male, perché tu sei con me”; (Salmo 23v.4°) (…ma temo che il mio funerale venga celebrato da Don Franco Di Stasio) SALERNO -­‐ La notizia della scomparsa del nostro collega Michele Cervellino ha rattristato tutti noi lasciando un profondo vuoto nelle nostre vite terrene ma facendo aprire i nostri cuori e colmandoli di serenità sapendo che il caro estinto avrebbe presto potuto godere della Grazia di Nostro Signore. Ciò che però ha reso amarissimo questo giorno ed ha accentuato il dolore di tutti noi è quanto avvenuto nella casa del Signore durante la funzione religiosa dell’estremo saluto e di intensa preghiera a Michele. Il parroco della Chiesa “San Michele Arcangelo” di Campagna, Don Franco Di Stasio, difatti ha negato ai colleghi, amici e parenti del defunto, di poter recitare la “Preghiera del Poliziotto” per una persona che alla sua Patria, allo Stato ed ai valori della sua divisa ha dato tutta la sua vita. La cosa ci ha colpiti profondamente e grande è stata la nostra meraviglia ma anche il nostro sdegno. Da bambini a Catechismo ci hanno insegnato che la misericordia del Signore è immensa ed infinita, che Egli tutto perdona e che a chi ha sempre vissuto nel rispetto dei suoi comandamenti gli sarà aperta la porta dei cieli. Probabilmente la porta dei cieli si, ma non quella della Chiesa “San Michele Arcangelo” di Campagna. Eppure Michele Cervellino è sempre stato una persona ineccepibile, una persona buonissima, un uomo onesto e un servitore dello Stato fino alla fine. Evidentemente a Don Franco Di Stasio, parroco che “gestisce” la suddetta Chiesa, la morte del nostro estinto collega Michele sarà passata come un’altra “pratica da sbrigare” quasi come se il suo compito fosse quello di un mero burocrate di un qualsiasi Ufficio Statale. Una pratica come le altre, nulla di più. Benissimo, ed è proprio questo quello che ci si aspettava; una funzione come le altre, un funerale che potesse dare la possibilità ad amici, familiari e colleghi del defunto di pregare per la sua anima con tutto l’amore che il Signore ci ha insegnato ad avere nei nostri cuori. Non volevamo o pretendevamo trattamenti speciali o favori particolari; chiedevamo solo umilmente di poter pregare per il nostro Michele. La cosa che ci fa sorridere amaramente è che tutto questo sia avvenuto proprio nella Chiesa dedicata al Santo Patrono e Protettore della Polizia di Stato “San Michele Arcangelo”. Come se non bastasse, Don Franco ha vietato, in modo arbitrario e decisamente soggettivo, il Sacramento della Comunione a chi, a suo dire, non era solito andare in Chiesa da diverso tempo. Eppure sempre a Catechismo ci è stato insegnato che il Sacramento della Comunione, profondo, intenso ed intimo legame con il Signore, è una cosa intima e che dobbiamo sentire nei nostri cuori se siamo degni di ricevere il corpo di Cristo. Evidentemente chi si è presentato durante l’Eucaristia sentiva di poterlo ricevere, considerando anche (ma forse questo Don Franco lo ignora) che ci sono molte altre Chiese in cui i presenti si sono potuti confessare prima della funzione e che magari allo stesso tempo frequentando assiduamente. O forse Don Franco ha la presunzione di essere il solo Ministro di Dio e l’unico in grado di giudicare chi è degno e chi meno di ricevere il Corpo di Cristo?! Per il futuro ci viene da consigliare a Don Franco di creare una tessere della sua Chiesa, una specie di tessere fedeltà con tanto di raccolta punti; una scheda su cui apporre bollini ad ogni confessione e relativa funzione religiosa in modo da avere il diritto alla Comunione esibendola sull’altare. Una tessera nominativa di quelle che si usano nei supermercati o per accedere allo stadio la domenica. Anche perché il comportamento di Don Franco è molto simile ad un gestore privato, quasi come se la Chiesa di “San Michele Arcangelo” fosse di sua proprietà. Eppure al Catechismo ci è stato insegnato che la Chiesa è una assemblea, una comunità di fedeli e non una struttura fatta di pietre e cemento, bensì una entità costruita di amore, fede e preghiera. Ma l’intenzione di questa O.S. non è quella di giudicare nessuno, tantomeno il comportamento, a nostro parere assurdo, di Don Franco; anche perché sempre al Catechismo (ma non sarà che una ripassata di questo Catechismo servirebbe anche un po’ a Don Franco?) ci hanno insegnato a non giudicare mai ma ad affidarci solo al giudizio di Nostro Signore. Il nostro è solo un modo, per quanto inconsueto, di dare il nostro saluto al caro Michele, certi che le nostre preghiere arriveranno al Signore anche se non provenienti dalla Chiesa di “San Michele Arcangelo” di Campagna. Le nostre preghiere saranno così forti ed intense perché arriveranno direttamente dai nostri cuori. E visto che non siamo nella Chiesa di Don Franco, pubblichiamo qui di seguito la preghiera del poliziotto, per Michele e per tutti i nostri colleghi servitori di Dio e dello Stato che ora non sono più tra noi. pagina nr. 2 -
La preghiera del poliziotto dedicata a San Michele Arcangelo “San Michele Arcangelo, nostro celeste Patrono, che hai vinto gli spiriti ribelli -­‐ nemici della Verità e della Giustizia -­‐ rendi forti e generosi, nella reverenza e l'adesione alla Legge del Signore, quanti la Patria ha chiamato ad assicurare tra i suoi cittadini concordia, onestà e pace affinché -­‐ nel rispetto di ogni legge -­‐ sia alimentato lo spirito di umana fraternità. Per questo, imploriamo dal tuo Patrocinio rettitudine alle nostre menti, vigore ai nostri voleri, onestà agli affetti nostri, per la serenità delle nostre case e per la dignità della nostra terra!” Amen Addetto Stampa dott. Angelo Galantino Cell. 3313788577 Il Segretario Provinciale Generale
Raffaele PERROTTA
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PREGHIERA E COMUNIONE NEGATA: LA
PROTESTA DELLA POLIZIA
Continua la polemica in seguito all'episodio verificatosi alcuni
giorni fa presso la chiesa “San Michele Arcangelo” di Campagna
dove il parroco don Franco Di Stasio, in occasione della
celebrazione del rito funebre di Michele Cervellino, poliziotto in
servizio fino a qualche anno fa presso il commissariato di
Battipaglia, ha vietato ai parenti, amici e colleghi del defunto, di
poter recitare la preghiera del poliziotto negando inoltre la
comunione a chi, secondo il suo giudizio non si era confessato.
Il Coisp, sindacato di polizia, ha inviato un comunicato stampa
in cui evidenzia tutto il suo sdegno per quanto accaduto. «Da bambini – si legge nel comunicato – al
catechismo ci hanno insegnato che la misericordia del Signore è immensa ed infinita, che Egli tutto
perdona e che a chi ha sempre vissuto nel rispetto dei suoi comandamenti gli sarà aperta la porta dei
cieli. Probabilmente, la porta dei cieli sì, ma non quella della chiesa “San Michele Arcangelo” di
Campagna. Eppure Michele Cervellino è sempre stato una persona ineccepibile, una persona buonissima,
un uomo onesto ed un servitore dello Stato fino alla fine». «Non volevamo o pretendevamo trattamenti
speciali – si legge in un altro passo del comunicato – chiedevamo solo umilmente di poter pregare per il
nostro Michele. La cosa che ci fa sorridere amaramente è che tutto questo sia avvenuto proprio nella
Chiesa dedicata al santo Patrono e protettore della Polizia di Stato “San Michele Arcangelo”. Come se non
bastasse, don Franco, ha vietato, in modo arbitrario e decisamente soggettivo, il sacramento della
Comunione a chi, a suo dire, non era solito andare in Chiesa da diverso tempo. Eppure, sempre al
Catechismo, ci è stato insegnato che il sacramento della Comunione, profondo, intenso ed intimo legame
con il Signore, è una cosa intima e che dobbiamo sentire nei nostri cuori se siamo degni di ricevere il
corpo di Cristo. Evidentemente, chi si è presentato durante l'Eucarestia, sentiva di poterlo ricevere,
considerando, anche, (ma questo forse don Franco lo ignora), che ci sono molte altre chiese in cui i
presenti si sono potuti confessare prima della funzione e che magari, allo stesso tempo, frequentano
assiduamente. O forse don Franco ha la presunzione di essere il solo ministro di Dio e l'unico in grado di
giudicare
chi
è
degno
e
chi
meno
di
ricevere
il
corpo
di
Cristo?
Per il futuro – prosegue ironicamente il comunicato - ci viene da consigliare a don Franco di creare nella
sua chiesa una specie di tessera fedeltà con tanto di raccolta punti; una scheda su cui apporre bollini ad
ogni confessione e relativa funzione religiosa in modo da avere il diritto alla Comunione esibendola
sull'altare. Anche perché il comportamento di don Franco è molto simile ad un gestore privato, quasi
come se la chiesa di “San Michele Arcangelo” fosse di sua proprietà. Eppure al catechismo ci è stato
insegnato che la Chiesa è una assemblea, una comunità di fedeli, e non una struttura fatta di pietre e
cemento, bensì una entità costruita di amore, fede e preghiera. Ma la nostra intenzione non è quella di
giudicare nessuno tanto meno il comportamento, a nostro parere assurdo, di don Franco anche perché,
sempre al Catechismo, ci hanno insegnato a non giudicare mai ma di affidarci solo al giudizio di nostro
Signore».
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News Cilento e Provincia
“Se dovessi camminare in una valle oscura non temerei
alcun male, perché tu sei con me”;
(Salmo 23v.4°)
(…ma temo che il mio funerale venga celebrato da Don Franco Di Stasio)
Stasio
SALERNO - La notizia della scomparsa del nostro collega Michele Cervellino – si legge nel comunicato del
sindacato di polizia COISP - ha rattristato tutti noi lasciando un profondo vuoto nelle nostre vite terrene ma
facendo aprire i nostri cuori e colmandoli di serenità sapendo che il caro estinto avrebbe presto potuto godere
della Grazia di Nostro Signore. Ciò che però ha reso amarissimo questo giorno ed ha accentuato il dolore di
tutti noi è quanto avvenuto nella casa del Signore durante la funzione religiosa dell’estremo saluto e di intensa
preghiera a Michele. Il parroco della Chiesa “San Michele Arcangelo” di Campagna, Don Franco Di Stasio,
difatti ha negato ai colleghi, amici e parenti del defunto, di poter recitare la “Preghiera del Poliziotto” per una
persona che alla sua Patria, allo Stato ed ai valori della sua divisa ha dato tutta la sua vita. La cosa ci ha colpiti
profondamente e grande è stata la nostra meraviglia ma anche il nostro sdegno.
Da bambini a Catechismo ci hanno insegnato che la misericordia del Signore è immensa ed infinita, che Egli
tutto perdona e che a chi ha sempre vissuto nel rispetto dei suoi comandamenti gli sarà aperta la porta dei cieli.
Probabilmente la porta dei cieli si, ma non quella della Chiesa “San Michele Arcangelo” di Campagna. Eppure
Michele Cervellino è sempre stato una persona ineccepibile, una persona buonissima, un uomo onesto e un
servitore dello Stato fino alla fine. Evidentemente a Don Franco Di Stasio, parroco che “gestisce” la suddetta
Chiesa, la morte del nostro estinto collega Michele sarà passata come un’altra “pratica da sbrigare” quasi come
se il suo compito fosse quello di un mero burocrate di un qualsiasi Ufficio Statale. Una pratica come le altre,
nulla di più.
Benissimo, ed è proprio questo quello che ci si aspettava; una funzione come le altre, un funerale che potesse
dare la possibilità ad amici, familiari e colleghi del defunto di pregare per la sua anima con tutto l’amore che il
Signore ci ha insegnato ad avere nei nostri cuori. Non volevamo o pretendevamo trattamenti speciali o favori
particolari; chiedevamo solo umilmente di poter pregare per il nostro Michele. La cosa che ci fa sorridere
amaramente è che tutto questo sia avvenuto proprio nella Chiesa dedicata al Santo Patrono e Protettore della
Polizia di Stato “San Michele Arcangelo”. Come se non bastasse, Don Franco ha vietato, in modo arbitrario e
decisamente soggettivo, il Sacramento della Comunione a chi, a suo dire, non era solito andare in Chiesa da
diverso tempo. Eppure sempre a Catechismo ci è stato insegnato che il Sacramento della Comunione, profondo,
intenso ed intimo legame con il Signore, è una cosa intima e che dobbiamo sentire nei nostri cuori se siamo
degni di ricevere il corpo di Cristo. Evidentemente chi si è presentato durante l’Eucaristia sentiva di poterlo
ricevere, considerando anche (ma forse questo Don Franco lo ignora) che ci sono molte altre Chiese in cui i
presenti si sono potuti confessare prima della funzione e che magari allo stesso tempo frequentando
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assiduamente. O forse Don Franco ha la presunzione di essere il solo Ministro di Dio e l’unico in grado di
giudicare chi è degno e chi meno di ricevere il Corpo di Cristo?!
Per il futuro ci viene da consigliare a Don Franco di creare una tessere della sua Chiesa, una specie di tessere
fedeltà con tanto di raccolta punti; una scheda su cui apporre bollini ad ogni confessione e relativa funzione
religiosa in modo da avere il diritto alla Comunione esibendola sull’altare. Una tessera nominativa di quelle
che si usano nei supermercati o per accedere allo stadio la domenica. Anche perché il comportamento di Don
Franco è molto simile ad un gestore privato, quasi come se la Chiesa di “San Michele Arcangelo” fosse di sua
proprietà. Eppure al Catechismo ci è stato insegnato che la Chiesa è una assemblea, una comunità di fedeli e
non una struttura fatta di pietre e cemento, bensì una entità costruita di amore, fede e preghiera. Ma l’intenzione
di questa O.S. non è quella di giudicare nessuno, tantomeno il comportamento, a nostro parere assurdo, di Don
Franco; anche perché sempre al Catechismo (ma non sarà che una ripassata di questo Catechismo servirebbe
anche un po’ a Don Franco?) ci hanno insegnato a non giudicare mai ma ad affidarci solo al giudizio di Nostro
Signore.
Il nostro è solo un modo, per quanto inconsueto, di dare il nostro saluto al caro Michele, certi che le nostre
preghiere arriveranno al Signore anche se non provenienti dalla Chiesa di “San Michele Arcangelo” di
Campagna.
Le nostre preghiere saranno così forti ed intense perché arriveranno direttamente dai nostri cuori.
E visto che non siamo nella Chiesa di Don Franco, pubblichiamo qui di seguito la preghiera del poliziotto, per
Michele e per tutti i nostri colleghi servitori di Dio e dello Stato che ora non sono più tra noi.
La preghiera del poliziotto
dedicata a San Michele Arcangelo
“San Michele Arcangelo, nostro celeste Patrono,
che hai vinto gli spiriti ribelli - nemici della
Verità e della Giustizia - rendi forti e generosi,
nella reverenza e l'adesione alla Legge del
Signore, quanti la Patria ha chiamato ad
assicurare tra i suoi cittadini concordia, onestà
e pace affinché - nel rispetto di ogni legge - sia
alimentato lo spirito di umana fraternità. Per
questo, imploriamo dal tuo Patrocinio
rettitudine alle nostre menti, vigore ai nostri
voleri, onestà agli affetti nostri, per la serenità
delle nostre case e per la dignità della
nostra terra!”
Amen
RASSEGNA STAMPA REGIONALE
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Don Franco Di Stasio, un
prete… padrone
sabato 10 aprile 2010
Comunicato del sindacato di polizia Coisp - La notizia della scomparsa del nostro collega Michele
Cervellino ha rattristato tutti noi lasciando un profondo vuoto nelle nostre vite terrene ma facendo
aprire i nostri cuori e colmandoli di serenità sapendo che il caro estinto avrebbe presto potuto godere
della Grazia di Nostro Signore. Ciò che però ha reso amarissimo questo giorno ed ha accentuato il
dolore di tutti noi è quanto avvenuto nella casa del Signore durante la funzione religiosa dell’estremo
saluto e di intensa preghiera a Michele. Il parroco della Chiesa “San Michele Arcangelo” di
Campagna, Don Franco Di Stasio, difatti ha negato ai colleghi, amici e parenti del defunto, di poter
recitare la “Preghiera del Poliziotto” per una persona che alla sua Patria, allo Stato ed ai valori della
sua divisa ha dato tutta la sua vita. La cosa ci ha colpiti profondamente e grande è stata la nostra
meraviglia
ma
anche
il
nostro
sdegno.
Da bambini a Catechismo ci hanno insegnato che la misericordia del Signore è immensa ed infinita,
che Egli tutto perdona e che a chi ha sempre vissuto nel rispetto dei suoi comandamenti gli sarà
aperta la porta dei cieli. Probabilmente la porta dei cieli si, ma non quella della Chiesa “San Michele
Arcangelo” di Campagna. Eppure Michele Cervellino è sempre stato una persona ineccepibile, una
persona buonissima, un uomo onesto e un servitore dello Stato fino alla fine. Evidentemente a Don
Franco Di Stasio, parroco che “gestisce” la suddetta Chiesa, la morte del nostro estinto collega
Michele sarà passata come un’altra “pratica da sbrigare” quasi come se il suo compito fosse quello di
un mero burocrate di un qualsiasi Ufficio Statale. Una pratica come le altre, nulla di più.
Benissimo, ed è proprio questo quello che ci si aspettava; una funzione come le altre, un funerale che
potesse dare la possibilità ad amici, familiari e colleghi del defunto di pregare per la sua anima con
tutto l’amore che il Signore ci ha insegnato ad avere nei nostri cuori. Non volevamo o pretendevamo
trattamenti speciali o favori particolari; chiedevamo solo umilmente di poter pregare per il nostro
Michele. La cosa che ci fa sorridere amaramente è che tutto questo sia avvenuto proprio nella Chiesa
dedicata al Santo Patrono e Protettore della Polizia di Stato “San Michele Arcangelo”. Come se non
bastasse, Don Franco ha vietato, in modo arbitrario e decisamente soggettivo, il Sacramento della
Comunione a chi, a suo dire, non era solito andare in Chiesa da diverso tempo. Eppure sempre a
Catechismo ci è stato insegnato che il Sacramento della Comunione, profondo, intenso ed intimo
legame con il Signore, è una cosa intima e che dobbiamo sentire nei nostri cuori se siamo degni di
ricevere il corpo di Cristo. Evidentemente chi si è presentato durante l’Eucaristia sentiva di poterlo
ricevere, considerando anche (ma forse questo Don Franco lo ignora) che ci sono molte altre Chiese in
cui i presenti si sono potuti confessare prima della funzione e che magari allo stesso tempo
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frequentando assiduamente. O forse Don Franco ha la presunzione di essere il solo Ministro di Dio e
l’unico in grado di giudicare chi è degno e chi meno di ricevere il Corpo di Cristo?! Per il futuro ci
viene da consigliare a Don Franco di creare una tessere della sua Chiesa, una specie di tessere fedeltà
con tanto di raccolta punti; una scheda su cui apporre bollini ad ogni confessione e relativa funzione
religiosa in modo da avere il diritto alla Comunione esibendola sull’altare. Una tessera nominativa di
quelle che si usano nei supermercati o per accedere allo stadio la domenica. Anche perché il
comportamento di Don Franco è molto simile ad un gestore privato, quasi come se la Chiesa di “San
Michele Arcangelo” fosse di sua proprietà. Eppure al Catechismo ci è stato insegnato che la Chiesa è
una assemblea, una comunità di fedeli e non una struttura fatta di pietre e cemento, bensì una entità
costruita di amore, fede e preghiera. Ma l’intenzione di questa O.S. non è quella di giudicare nessuno,
tantomeno il comportamento, a nostro parere assurdo, di Don Franco; anche perché sempre al
Catechismo (ma non sarà che una ripassata di questo Catechismo servirebbe anche un po’ a Don
Franco?) ci hanno insegnato a non giudicare mai ma ad affidarci solo al giudizio di Nostro Signore.
Il nostro è solo un modo, per quanto inconsueto, di dare il nostro saluto al caro Michele, certi che le
nostre preghiere arriveranno al Signore anche se non provenienti dalla Chiesa di “San Michele
Arcangelo”
di
Campagna.
Le nostre preghiere saranno così forti ed intense perché arriveranno direttamente dai nostri cuori.
E visto che non siamo nella Chiesa di Don Franco, pubblichiamo qui di seguito la preghiera del
poliziotto, per Michele e per tutti i nostri colleghi servitori di Dio e dello Stato che ora non sono più
tra noi.
La preghiera del poliziotto
dedicata a San Michele Arcangelo
“San Michele Arcangelo, nostro celeste Patrono,
che hai vinto gli spiriti ribelli - nemici della
Verità e della Giustizia - rendi forti e generosi,
nella reverenza e l'adesione alla Legge del
Signore, quanti la Patria ha chiamato ad
assicurare tra i suoi cittadini concordia, onestà
e pace affinché - nel rispetto di ogni legge - sia
alimentato lo spirito di umana fraternità. Per
questo, imploriamo dal tuo Patrocinio
rettitudine alle nostre menti, vigore ai nostri
voleri, onestà agli affetti nostri, per la serenità
delle nostre case e per la dignità della
nostra terra!”
Amen