21 Novembre 2013 0re 16:00 Variazioni del livello marino e movimenti verticali della crosta terrestre nel Mediterraneo: lezioni dal passato e scenari futuri. Il livello del mare non è costante ma varia nel tempo da luogo a luogo. Questi cambiamenti sono il risultato della somma di fattori climatici e tettonici, quali le variazioni di volume dei ghiacci, l’espansione termica degli oceani e le deformazioni verticali della crosta terrestre causate da movimenti delle placche continentali, isostasia, tettonica e attività vulcaniche. Il bacino del Mediterraneo è un ambiente più conservativo rispetto agli Oceani, e le sue coste mantengono le tracce geologiche e storiche dei passati livelli marini, diventando così laboratorio naturale per molti studi scientifici. La sua storia geologica inizia circa 250 milioni di anni fa e si evolve per i successivi milioni di anni in cui il Mediterraneo prende la forma attuale che tutti conosciamo con 22500 km di coste, una lunghezza di circa 4000 km da Gibilterra alle coste del Levante e un’area di 2.5 milioni di Km2, l’1% di tutti i mari del Pianeta. II movimenti delle placche continentali Africana ed Euroasiatica e la subduzione litosferica hanno format le catene montuose che ne bordano il bacino profondo oltre 5000m. In questo complesso sistema idrologico e tettonico, vivono più di 30 milioni di persone e le popolazioni hanno sempre convissuto con le eruzioni vulcaniche , ii terremoti. Eventi critici, come le eruzioni di Santorini nell’Età del Bronzo, del Vesuvio nel 79 d.C., i forti maremoti di Creta del 365 d.C. o di Messina del 1908, hanno avuto effetti disastrosi, capaci di modificare le coste e condizionare le attività umane. I cambiamenti climatici hanno indotto grandi variazioni del Mediterraneo, causandone il prosciugamento durante il periodo geologico del Messiniano o portandolo ad inondare il vicino Mar Nero. In questo contesto, lo studio e la ricostruzione dei livelli marini del passato attraverso basi geologiche, geofisiche e archeologiche aiutano a comprendere l’attuale risalita del livello marino, che in alcune aree viene addirittura accelerata da subsidenza naturale o antropica. Poiché il mare sta salendo rapidamente, molte coste sono divenute vulnerabili e a rischio di inondazione marina entro le prossime decadi, con tutte le conseguenze economiche e sociali del caso. Marco ANZIDEI Laurea in Scienze Geologiche, dottorato di ricerca in Fisica dei Sistemi Complessi – Geofisica, Primo ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Sezione Centro Nazionale Terremoti (CNT). Dal 2005 al 2007 è responsabile dell’Unità Funzionale di Reti GPS e Geodesia. Si occupa di studi sulle deformazioni di aree sismiche, vulcaniche e di variazioni del livello del mar Mediterraneo. Dal 2004 al 2012 insegna al Dip. di Fisica dell’Università di Cosenza. Nel 2011 è visitor scientist al Dipartimento di Scienze Della Terra dell’Università di Tunisi El Manar (Tunisia). Autore di circa 140 pubblicazioni, fa parte di Editorial Boards di riviste del settore. Si occupa di comunicazione e divulgazione scientifica attraverso la realizzazione di documentari e gallerie fotografiche. Sarà possibile il riconoscimento di crediti formativi scolastici, universitari (CFU) e professionali (APC) www.facebook.com/scienzaalcentroingv