C OMUNE DI B RIGNANO G ERA D ’A DDA Itinerario storico-artistico di Brignano Gera d’Adda Biblioteca comunale “A. Manzoni” Il continuo abbellimento del nostro paese, sia attraverso la realizzazione di opere nuove, sia con il recupero di monumenti storici, in particolare di Palazzo Visconti, è fra i fatti culturali più rilevanti di questi ultimi anni. I lavori di restauro di Palazzo Vecchio, il ripristino delle torri d’ingresso, l’organizzazione di eventi che mettono in piena luce l’edificio, la realizzazione di un cd rom dedicato alla storia di questo monumento, sono alcune tappe fondamentali di un’attenzione costante alla valorizzazione del nostro patrimonio. L’edizione di questo Itinerario storico-artistico, dedicato al territorio in cui viviamo, si inserisce nel percorso già tracciato di riscoperta, ed allo stesso tempo di promozione, delle bellezze presenti a Brignano. In quest’ottica di rivalutazione si impone anche l’attenzione nei confronti di un altro gioiello brignanese, il cosiddetto Palazzo Nuovo, uno dei più rappresentativi edifici nobiliari lombardi, le cui sorti sono attualmente legate alla difficile situazione creatasi all’interno del Gruppo Cirio, proprietario del complesso e responsabile dei lavori di restauro intrapresi. Da parte dell’amministrazione comunale vi sono la disponibilità e l’impegno affinché il Palazzo torni ad essere fruibile da noi cittadini brignanesi. Questa guida vuole dunque essere uno strumento di conoscenza che ci renda consapevoli ed orgogliosi di vivere in un paese così ricco di storia e di arte. Il sindaco Giuseppe Ferri Piazza Caduti di Nassiriya Brignano tra arte e storia Palazzo Vecchio, Scalone, soffitto: Giove conferisce l’immortalità alla dinastia viscontea La realizzazione di questo Itinerario storico-artistico vuole essere il seguito naturale del cd rom, realizzato nel 2004, dedicato a Palazzo Visconti. Nasce quindi come strumento utile alla conoscenza ed alla riscoperta del patrimonio locale, una sorta di guida pensata per i cittadini brignanesi e per quanti visitino il nostro paese per la prima volta. Non ha nessuna pretesa di essere un trattato scientifico dedicato esclusivamente ai Palazzi Visconti (opera che tra l’altro non escludiamo di realizzare in futuro), ma si presenta come una panoramica sulla storia, le chiese ed i palazzi che animano Brignano. Prendendo spunto dal cd redatto lo scorso anno per la precedente amministrazione, ho dunque deciso di scrivere questo semplice itinerario indagando le radici ed i monumenti esclusivamente con gli occhi di un’appassionata di storia dell’arte. Essere contemporaneamente assessore alla Cultura in un comune come il nostro non fa che amplificare i miei personali interessi da storico dell’arte, che vorrebbero mettere in risalto i simboli ancora esistenti di epoche lontane, e risanare architetture che sfioriamo ogni giorno con lo sguardo. Brignano non è mai stato un insieme casuale di abitazioni, ma una comunità ben strutturata, che gravitava, fino all’Ottocento, attorno al macrocosmo costituito dal monumentale complesso visconteo. È consolidato il ruolo determinante che i due palazzi, Vecchio e Nuovo, hanno avuto nella configurazione del centro abitato, ed ancora oggi è innegabile che, seppur circondati da abitazioni e assi viari, conservino un fascino inalterato. Il recupero di Palazzo Vecchio, iniziato negli anni Novanta, è stato sorprendente ed ha permesso ai brignanesi di riappropriarsi di un edificio che l’incuria e la cattiva conservazione stavano compromettendo per sempre. Penso che per ognuno di noi sia piacevole, percorrendo lo scenografico scalone, lasciarsi avvolgere ogni volta dalla bellezza degli affreschi che raccontano i fasti passati della famiglia Visconti. La sala dell’Innominato, così come appare oggi, è un’altra piacevole conferma di questo interesse costante all’aspetto culturale da parte dell’amministrazione comunale. Solo pochi anni fa sarebbe stato infatti impensabile credere di poter recuperare una così vasta superficie affrescata sepolta com’era da molteplici strati di intonaco. Il lavoro non può dirsi concluso, ci sono ancora ambienti al piano nobile che dovrebbero essere riportati agli antichi splendori, e vi sono ancora numerose iniziative da intraprendere per far conoscere ed enfatizzare i monumenti brignanesi. Il 4 giugno 2005 il Comune di Brignano, patrocinato dalla Regione Lombardia, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e dalla Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico, ha realizzato una giornata di studi dedicata alla Nobiltà Lombarda. La presenza di studiosi qualificati di Università e Soprintendenze ha consentito di iniziare uno studio sistematico sulle committenze ed il collezionismo delle dinastie lombarde, tra cui i Visconti di Brignano, nei secoli della dominazione spagnola ed austriaca. Nel 2006 si pubblicheranno gli atti di un convegno intenso, che vuole essere solo l’inizio di una serie di progetti dediti alla promozione ed allo studio dei nostri monumenti. Un intento di questa amministrazione è anche quello di incentivare la conoscenza e l’approfondimento del patrimonio artistico del territorio, accogliendo studi scientifici e favorendone la pubblicazione, poiché solo conoscendo ed amando il nostro passato è possibile costruire il nostro futuro. L’assessore alla Cultura Beatrice Bolandrini Cenni storici Indice Cenni storici 9 Itinerario storico-artistico 15 Bibliografia 43 Piantina del centro storico 44 Come arrivare 46 Numeri utili 47 Un atto notarile certifica la presenza a Brignano di un castrum, ovvero di un recinto fortificato di tipo difensivo, e di una chiesa collocata al suo interno, già nel 1019. Nel 1186 viene eletto per la prima volta un podestà, Uberto Visconti, il quale, in seguito alle vittorie conseguite nel tentativo di recuperare le regioni milanesi che si trovavano oltre l’Adda, ne riceve il possesso direttamente dall’imperatore Federico I di Svevia (il Barbarossa). Veduta aerea del centro abitato Nel 1278 i Torriani, nella disputa relativa al dominio del ducato milanese, occupano Brignano sconfiggendo i Visconti, i quali se ne riappropriano l’anno seguente. Le acri lotte intestine che accompagnano questi avvenimenti proseguono nel quattordicesimo secolo, e portano alla distruzione di diverse fortificazioni, tra cui probabilmente il castrum brignanese originario. 9 Cenni storici Palazzo Vecchio, Sala del trono: Barnabò Visconti Palazzo Vecchio, Sala del trono: Matteo II Visconti Le fila della dinastia viscontea sono riprese da Azzone nel 1329, e in seguito dagli zii di questo, Luchino e Giovanni, mentre nel 1354 è la volta di Matteo II, Galeazzo II e Barnabò, nipoti di Matteo I, tutti magistralmente ritratti nella Sala del trono al piano nobile di Palazzo Vecchio. Barnabò non solo ottiene i territori di Bergamo, Brescia, Cremona, Crema, Soncino, Caravaggio, Vaprio, la Val Canonica e la riviera del Garda, ma darà vita ad una dinastia costantemente presente sul territorio brignanese fino alla fine del diciannovesimo secolo. Muore nel 1385 imprigionato nel castello di Trezzo, ed ai suoi figli, sebbene siano esclusi dalla signoria su Milano, vengono riconosciuti domini minori, come nel caso di Sagramoro, uno dei numerosi eredi illegittimi, a cui è destinato il suolo di Brignano. Nel corso del XV secolo la locale dominazione viscontea diviene sempre più corposa, e Brignano e Pagazzano si trovano ad incarnare l’estremo baluardo del ducato milanese, separato dalla Repubblica Veneta per mezzo del confine costituito dal cosiddetto Fosso bergamasco, per ovviare alle forti discrepanze tra Milano, Bergamo e Cremona, tutte interessate al dominio della Gera d’Adda. Nel 1470 i possedimenti viscontei vengono divisi tra Sagramoro II ed il fratello Pierfrancesco, e questa spartizione dei beni patrimoniali, ad opera del duca Galeazzo Maria Sforza, contribuisce a dar vi- 10 11 Cenni storici ta a due distinte dinastie, che coesistono a Brignano sino al 1716, data di estinzione del ramo di Sagramoro II. Nel corso del XV secolo Brignano, per un breve lasso di tempo, è soggetta al dominio di Venezia, mentre nel Cinquecento i Visconti divengono sempre più una presenza solida e stabile sul territorio, ed è proprio durante questo periodo che si attua la lenta trasformazione da rocca difensiva a splendido complesso nobiliare che prenderà convenzionalmente i nomi di Palazzo Vecchio e Palazzo Nuovo. Uno degli esponenti più in vista della dinastia è Francesco Bernardino, il quale, come certifica l’atto di battesimo ancora conservato presso l’Archivio della chiesa parrocchiale brignanese, nasce il 16 settembre 1579, e si identifica nell’Innominato di manzoniana memoria. Nel Seicento e nella prima metà del Settecento emergono altri soggetti che hanno provveduto a far risplendere i due palazzi, tra cui Alfonso Visconti, (proprietario dell’edificio Vecchio), padre dei più famosi Pirro, Annibale e Luigi Visconti, e uomo di spicco della nobiltà lombarda, tanto da far parte, nel 1649, dell’ambasciata destinata ad incontrare Maria Anna d’Austria, promessa sposa del re di Spagna. La prima metà del Settecento corrisponde agli anni di maggior splendore dei fratelli Visconti, che ricoprono alte cariche politiche e militari, e si dedicano a imponenti lavori atti a mettere in comunicazione 12 Palazzo Nuovo, ala Est, Sala del trono: Annibale Visconti i due edifici esistenti, attraverso l’ambizioso progetto affidato ad un architetto conosciuto e stimato tra le fila della nobiltà filo-austriaca, ovvero Giovanni Ruggeri. La dinastia viscontea continua ad essere molto in vista anche nell’Ottocento: nel 1859 pare che Napoleone III visiti l’edificio, in nome del legame di amicizia stretto con Giacomo Visconti, la cui erede universale è la figlia, marchesa Antonia maritata Sauli, ultima esponente della dinastia. A causa delle forti difficoltà economiche in cui versa questa famiglia, in un lasso di tempo brevissimo si viene a sgretolare il compatto patrimonio dei Visconti di Brignano, dalle nobili ed antiche origini, tristemente destinato a non essere mai più riunito. Palazzo Vecchio viene adibito ad asilo infantile e a ricovero per anziani, subendo numerose modifiche: i soffitti vengono abbassati, si creano nuovi vani, e le ultime due arcate della loggia vengono tam13 Itinerario ponate per ricavarvi una cappella. Negli anni in cui l’asilo ed il ricovero vengono insediati in luoghi più idonei, la dimora subisce un periodo di ulteriore decadenza ed abbandono. Nel 1981 si procede a pulire gli affreschi dello scalone, ma il primo corposo intervento di restauro conservativo si effettua negli anni 1994-99 con lo scopo di arginare il degrado strutturale. Il ripristino è impegnativo, considerando soprattutto le condizioni in cui si trova il complesso, riguarda le superfici esterne, la copertura, i serramenti e la realizzazione degli impianti necessari alla funzionalità del piano nobile. L’amministrazione comunale realizza con successo anche un secondo lotto di restauri (2002-2004) che riguarda il pianterreno, dove insedia la sede del Municipio nel 2004. Diversa la sorte di Palazzo Nuovo, la cui destinazione è sempre privata, condizione che ne garantisce una buona conservazione e lo preserva da usi impropri. Giannino Citterio, proprietario dal 1941 al 1988, esegue numerose opere di manutenzione, ed è anche responsabile dell’installazione dell’impianto elettrico, della sistemazione di quello idrico, del restauro di alcuni affreschi, dell’acquisto di molti arredi, nonché della scelta della tonalità dell’intonaco esterno del complesso, dove dai toni chiari si passa al giallo intenso. Negli anni tra il 1993 e il 1995 l’edificio è rilevato dalla Nuova Brerarte, in seguito dal Gruppo Cirio di proprietà Cagnotti, il quale avvia un’imponente campagna di restauro nel maggio 1997. 14 Itinerario storico-artistico Chiesa Parrocchiale Dedicata all’Assunta, è un’opera di Marcellino Segrè realizzata tra il 1783 e il 1788. Si tratta di una struttura imponente a croce latina, dalla facciata neoclassica. Chiesa parrocchiale, particolare della volta 15 Itinerario Vi è un’unica navata sulla quale si aprono tre cappelle laterali per lato, all’interno delle quali si possono ammirare un pregevole altare marmoreo abbellito da due angeli datato 1724-1726, opera dei Fantoni, ed una tela tradizionalmente attribuita al Morazzone, raffigurante l’Ultima Cena. Gli affreschi parietali e della volta, realizzati tra il 1914 e il 1918, sono opera del pittore Romeo Rivetta. Chiesa di Sant’Andrea sante raffigurate a mezzo busto inserite in nicchie. Nella semicalotta si intravede l’Eterno benedicente attorniato dai Simboli evangelici e dai Dottori della Chiesa. La tipologia delle sante sembra richiamare lo stile di Zenale e del Maestro della pala sforzesca, mentre il tratto scultoreo ed essenziale dei Dottori riconduce alla maniera di Butinone. Chiesa di San Rocco Risale al X-XI secolo, e appare in una bolla pontificia del 1120. L’edificio, che nel corso dei secoli ha subito diversi interventi, presenta una pianta longitudinale ad una navata divisa in quattro campate da altrettanti arconi. Vi si accede attraverso un portico quattrocentesco. All’interno si sono conservati affreschi di epoche diverse, tra cui si distinguono per qualità quelli del frontone e dell’abside. Nel sottarco absidale sono ancora percepibili otto 16 17 Itinerario Santuario della Madonna dei Campi Sorge a poco più di un km dal centro abitato. È un edificio secentesco impostato su un’unica navata. Conserva un elaborato altare policromo datato 17251727, attribuito ai Fantoni, ed una magnifica statua marmorea, la cui attribuzione è ancora oggetto di studi, con la Vergine che tiene per mano il Bambino e schiaccia il demonio sottoforma di animale mostruoso. Eretta nel XVI secolo circa, si trova nelle immediate vicinanze del centro storico. Nonostante versi in un cattivo stato di conservazione, all’interno si possono ancora ammirare alcuni affreschi di notevole valore, tra cui una Madonna in trono con il Bambino ed i santi Sebastiano e Rocco, situata al centro dell’abside. 18 19 Itinerario Visita guidata ai Palazzi Visconti Dalle incisioni di Marcantonio Dal Re si ha certamente una visione migliore della grandiosità dell’impianto scenografico, così come doveva apparire nel Settecento, mentre oggi l’equilibrio originario è turbato dalle numerose costruzioni sorte nelle immediate vicinanze. Palazzo Vecchio, facciata Est e, sotto, torre esterna Palazzo Vecchio M.A. Dal Re, Pianta intera dei due palazzi, in Ville di Delizia, Milano 1726 Entrambi gli edifici viscontei brignanesi si trovano in una posizione centrale rispetto al paese, formando una sorta di macrocosmo all’interno del centro storico. Palazzo Vecchio, pianta del piano nobile 20 Due solidi torri quadrangolari dal coronamento mosso ed articolato accompagnano lo sguardo del visitatore nello spazio occupato dall’edificio. In una di queste, durante i recenti lavori di restauro, sono emersi dei pregevoli affreschi che interessano l’intera superficie e raffigurano una boschiva e diverse specie di uccelli. Il tipo di decorazioni rinvenute e la presenza di nidi scavati nelle pareti lasciano supporre che si trattasse di un raro esempio di voliera affrescata. 21 Itinerario Palazzo Vecchio è edificato tra la seconda metà del Cinquecento e gli inizi del Seicento, ed i sobri caratteri rinascimentali percepibili sin dalle facciate esterne lo dimostrano. Il corpo di fabbrica è impostato su due lati che conferiscono alla struttura uno schema ad L. Le due facciate esterne Est e Sud sono caratterizzate da due ordini di finestre, ed i timpani che sovrastano quelle del primo piano, lineari e ripetitivi, scandiscono con il loro alternarsi arcuato e triangolare lo spazio occupato da entrambe le ali. Si noti anche la finezza esecutiva delle balaustre a colonnine. Ogni trave esterna che sorregge la copertura era in origine coronata da una scultura lignea, dai tratti antropomorfi, la cui realizzazione è da inserire tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo. Nel 1996, durante i restauri che hanno interessato il complesso, si è deciso di prelevare queste opere in tiglio, fortemente provate dalla loro dislocazione esterna. Le superstiti, dopo essere state restaurate, sono confluite in una mostra allestita in Palazzo Visconti nel 1999. Il cortile interno è porticato su tre lati scanditi dalla presenza di pilastri a pianta quadrata in arenaria, i cui conci scolpiti a bugne rimandano ad un’alta tradizione architettonica, mentre i capitelli presentano sobrie modanature. Lo statico rigore delle facciate esterne si stempera nel movimento chiaroscurale della corte arricchita dai portici e dalla loggia al piano nobile, dove si conservano alcuni affreschi denotati da riquadri 22 Palazzo Vecchio, corte interna Palazzo Vecchio, sala consiliare prospettici e da coronamenti di porte e finestre, monocromi o a motivi floreali. Le sale a pian terreno presentano sui soffitti delle decorazioni ad affresco inserite in articolate cornici in stucco, e dal 2004 ospitano gli uffici comunali. 23 Itinerario Lo Scalone, dalle superfici completamente affrescate, introduce direttamente al piano nobile, nonché alla sala più suggestiva dell’edificio. Le tre ampie e massicce rampe, intervallate da altrettanti pianerottoli, sembrano sminuite dal vorticoso e spasmodico sviluppo verticale dell’androne. Il primo pianerottolo è occupato da diversi personaggi, tra cui la statua dipinta di un guerriero, riferimento alla stirpe viscontea, destinata alla dimensione immortale e ad una perenne celebrazione. Sulla parete Sud è manifestata la lotta composta e pacata tra due massicce figure, affrescate come se Palazzo Vecchio, Scalone, veduta d’insieme 24 Palazzo Vecchio, Scalone: Ercole ed il leone Nemeo 25 Itinerario femminili: la Nobiltà, l’Intelligenza e la Generosità, qualità esemplari per esaltare una dinastia storica come quella dei committenti. Lungo lo scalone si stagliano anche due alti esempi di quadraturismo lombardo, composti da finte architetture affrescate, illusionistiche e vanesie, circoscritte in uno spazio limitato, espediente riuscito di dilatare i volumi, mitigando lo sfrenato sviluppo in altezza dell’androne. Sul soffitto riccamente decorato si esplica l’apoteosi del dominio visconteo tra il tripudio degli dei in festa: Giove, ritratto con l’aquila ai suoi piedi, porge la corona alla dinastia viscontea, rappresentata da un bambino con la serpe avvolta attorno ad una gamba. Il conferimento dell’immortalità alla stirpe avviene alla presenza di buona parte dell’Olimpo, ed infatti si riconoscono Minerva, ritratta di spalle, sulla cui lancia si inerpica la coda della serpe viscontea, Marte, dall’inconfondibile armatura, e Flora dai fiori tra le mani e sul capo. Proseguendo ci troviamo nella Sala del trono, l’ambiente più suggestivo dell’intero palazzo a cui si accede direttamente dallo scalone. Palazzo Vecchio, Scalone, parete Est fossero pastose sculture marmoree: si tratta di Ercole, riconoscibile dalla pelle del leone che lo ricopre parzialmente, e del gigante Anteo. L’eroe e le sue fatiche tornano di frequente in questo scalone dove si respira una sorta di elevazione della forza fisica unita alla ragione e all’astuzia, armi fondamentali per il mito, ma anche per descrivere ed esaltare la stirpe vittoriosa dei Visconti. La presenza di tre delle fatiche di Ercole è bilanciata da altrettante statue dipinte dalle sembianze 26 Palazzo Vecchio, Sala del trono Impostata su un asse Nord-Sud è l’unico locale che occupa due lati del perimetro dell’ala di mezzogiorno (ovvero l’intero corpo di fabbrica), e si af27 Itinerario Palazzo Vecchio, Sala del trono: Galeazzo II Visconti e sotto: Galeazzo I Visconti Palazzo Vecchio, Sala del trono: Matteo I Visconti faccia sulla loggia. L’imponenza e la centralità di questa stanza fanno pensare che fosse destinata ai ricevimenti e agli eventi ufficiali, e la complessa decorazione che la caratterizza incarna la teatralità barocca. Dai muri emergono impetuosi alcuni personaggi sottoforma di poderose sculture monocrome affrescate, i cui tratti fisionomici manifestano un’attenta ed approfondita introspezione psicologica. Il suggestivo gioco prospettico ed illusionistico è rafforzato dalla presenza di vigorose colonne binate, su cui si inerpicano ripetutamente girali di fo28 29 Itinerario glie tinte di viola e putti monocromi che si rincorrono tra i simboli araldici della dinastia viscontea. Si viene a creare una naturale e spontanea identificazione tra le colonne ed i soggetti ritratti, intesi come glorioso sostegno nonché solide fondamenta delle generazioni future. Più volte definito “una ben rappresentata pagina di storia lombarda”, questo ambiente presenta dunque, lungo le quattro pareti, i ritratti di otto dei dodici Signori di Milano. I personaggi sono facilmente riconoscibili, sia perché il nome e la carica rivestita in vita sono riportati nel piedistallo che li sorregge, sia perché la loro fisionomia richiama intensamente quella tracciata da Paolo Giovio nei suoi celebri ritratti. I Visconti si susseguono in ordine cronologico: si parte da Ottone, arcivescovo divenuto signore perpetuo di Milano in seguito alla vittoria riportata contro i Torriani nella battaglia di Desio nel 1277, e si arriva a Barnabò, da cui deriva la dinastia dei Visconti che resterà presente sul territorio brignanese fino al 1892. Il soffitto ligneo della sala presenta un dipinto estemporaneo allo stile delle pareti, impostato su un colonnato e su un falso loggiato che sembrano Palazzo Vecchio, Sala del trono, soffitto 30 Palazzo Vecchio, Sala dell’Innominato capovolgersi verso l’interno. Nei quattro angoli si trovano delle tavolette blu sorrette da nastri rossi, ed in esse si riesce ancora a leggere, seppur a fatica, la scritta “1774 anno domini fecit”. Al centro è collocata una tela decorata con temi allegorici. La vicina Sala dell’Innominato è l’ambiente di maggiori dimensioni: il lato Ovest occupa infatti un’intera ala dell’edificio e comunica sia con la loggia, sia con un terrazzo, punto di congiunzione tra Palazzo Vecchio ed il Nuovo. L’ambiente è stato recentemente interessato da un lungo e meticoloso restauro, che ha portato alla scoperta di numerosi affreschi, rimasti sepolti da svariati strati di intonaco per decenni. Di particolare interesse sono il loggiato dipinto che occupa la fascia sottotetto della parete Est, e la serie di medaglioni monocromi situati tra le aperture del lato Ovest. 31 Itinerario Palazzo Nuovo, pianta del piano nobile Giovanni Ruggeri, voluto dai fratelli Pirro e Annibale Visconti nei primi decenni del Settecento, l’edificio assume una struttura ad U con ben quattro scaloni angolari finemente affrescati e circa 60 ambienti decorati. Palazzo Nuovo È un complesso imponente, confinante con Palazzo Vecchio, edificato tra la seconda metà del XVI e la prima metà del XVIII secolo. Il nucleo più antico dell’edificio si trova nel corpo mediano, lungo il lato Sud, dove il muro esterno verso il fossato, non è perpendicolare al suolo come nelle altre due ali del complesso, bensì spiovente, ricordando le mura fortificate di cui è possibile vedere qualche permanenza lungo la circonvallazione del paese. L’ala centrale è caratterizzata, sia a piano terra sia a quello nobile, da decorazioni ascrivibili alla seconda metà del Seicento. In seguito all’intervento dell’architetto romano 32 Palazzo Nuovo, Scalone Sud-Est, particolare 33 Itinerario Palazzo Nuovo, ala Sud, statua affrescata Palazzo Nuovo, ala Ovest, Sala di Fetonte L’edificio è corredato da un ampio parco che si sviluppa sul lato occidentale a causa del poco spazio a disposizione dovuto alle preesistenze architettoniche, e da una maestosa e dispersiva esedra, la quale sembra rendere impossibile il dialogo con l’ambiente esterno. Ognuna delle tre ali che costituiscono Palazzo Nuovo è dotata di una sorta di guglia dai caratteri orientali: nel lato centrale si trova la torre dell’orologio, ad Ovest si innalza la suggestiva sommità di un minuscolo appartamento indipendente da dove 34 35 Itinerario Palazzo Nuovo, ala Ovest, Sala di Fetonte, particolare la complessità degli episodi narrati, ricco e forbito esempio di arte barocca. Tra gli artisti attivi nel fervido periodo settecentesco del cantiere si annoverano i fratelli Fabrizio e Giovanni Antonio Galliari, Palazzo Nuovo, ala Est, Sala dell’Eroe ferito: Enea Ferito Palazzo Nuovo, Corridoio Nord-Ovest si apre una spettacolare visione dell’intero centro abitato, mentre l’unica estremità non accessibile è quella del lato Est, incantevole conclusione affrescata della sala del trono. Per quanto concerne la decorazione pittorica, le due ali Est ed Ovest si impongono per la varietà e 36 37 Itinerario Palazzo Nuovo, ala Est, Sala del trono, particolare della lanterna Palazzo Nuovo, ala Ovest, Sala dei Giganti, particolare di cui resta una sala firmata, Giovanni Antonio Cucchi a cui sono tradizionalmente riconosciuti la Sala dei Giganti ed altri ambienti, e Mattia Bortoloni, esecutore della sala dell’Eroe ferito. Anche se questa non è la sede per affrontare un ar38 Palazzo Nuovo, ala Ovest, Saletta, soffitto: Bacco e Arianna 39 Itinerario gomento tanto complesso, non va dimenticato che la superficie affrescata di Palazzo Visconti trabocca di personaggi mitologici ed episodi allegorici. La sapienza con cui sono impostati i cicli pittorici aumenta il pregio di questa dimora, dove si assiste, da parte dei committenti, ad una manifestazione di arte ed erudizione che vanno oltre all’autocelebrazione e all’etnocentrismo, per stemperarsi in una dimensione europea. Attualmente non è visitabile in quanto si tratta di una proprietà privata in cui sono stati avviati ingenti lavori di restauro. Palazzo Nuovo, ala Est, Sala del trono, particolare 40 Palazzo Nuovo, ala Ovest, Saletta, soffitto: Caduta di Icaro 41 Bibliografia C. DONINI, Il Palazzo Visconti (ora Carminati) di Brignano D’Adda, Treviglio 1921. M. A. DAL RE, Ville di delizia o siano palagi camparecci nello stato di Milano, ristampa anastatica a cura di P.F. Bagatti Valsecchi, Milano 1963. Le maschere dei Visconti, catalogo della mostra, Brignano Gera d’Adda, Palazzo Vecchio, 15 maggio-27 giugno 1999, a cura di B. Oggionni, A. Rovetta, Pagazzano 1999. A. SPIRITI, La grande decorazione barocca: iconografia e gusto, in Il palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno, a c. di M.L. Gatti Perer, Cinisello Balsamo, 1999. B. BOLANDRINI, Palazzo Visconti a Brignano Gera d’Adda: i cicli pittorici di una grande dimora barocca, tesi di laurea, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 20012002, relatore M.L. Gatti Perer. C. DONINI, Sull’Innominato, ristampa anastatica dell’edizione del 1937, Comune di Brignano Gera d’Adda e Ikonos Editore, 2002. 43 Centro storico Numeri utili Come raggiungere Brignano Gera d’Adda: Comune di Brignano Gera d’Adda Via V. Emanuele II, 36/a 24053 Brignano Gera d’Adda (Bg) Tel. 0363/815011 www.comune.brignano.it Pro Loco Tel. 347/2235758 24053 Brignano Gera d’Adda (Bg) Via V. Emanuele II, 51 www.comune.brignano.bg.it/proloco Biblioteca Comunale “A. Manzoni” Via V. Emanuele II, 51 24053 Brignano Gera d’Adda (Bg) Tel. 0363-816364 e-mail: [email protected] © Comune di Brignano Gera d’Adda © IKONOS srl Realizzazione e stampa: IKONOS srl Via Carlo Alberto Dalla Chiesa 10 - 24048 Treviolo (BG) tel. 035.200.515 - fax 035.201.041 - e mail: [email protected] Finito di stampare nel mese di ottobre 2005 46 47