REDDITO E CRESCITA IL REDDITO DI UNA NAZIONE • Microeconomia • La microeconomia studia come gli agenti economici (famiglie, imprese) prendono le loro decisioni economiche, e come interagiscono nel mercato. • Macroeconomia • La macroeconomia studia l’economia come sistema • L’obiettivo dell’analisi macroeconomica è quello di spiegare gli andamenti economici generali che influiscono sui singoli agenti economici. IL REDDITO DI UNA NAZIONE • Per esempio: Perchè alcuni paesi hanno redditi medi elevati e altri hanno redditi medi bassi? Perchè in certi periodi i prezzi variano velocemente ed in altri periodi sono più stabili? Perchè in certi periodi si ha espansione di produzione e occupazione, e crisi in altri periodi? REDDITO E SPESA DI UNA ECONOMIA • La prima cosa da fare quando si deve analizzare lo stato di una certa economia (o il suo andamento in un certo periodo di tempo) è individuare il corretto indicatore. • Il più semplice indicatore di benessere di un’economia è il reddito. • Se consideriamo l’economia di un sistema economico, il reddito deve essere uguale alla spesa. • Infatti ogni transazione ha un compratore ed un venditore: il denaro speso dal compratore è denaro guadagnato dal venditore o dai venditori di tutti gli input che sono stati necessari per produrre il bene. • Questa equazione Reddito=Spesa può essere illustrata per mezzo del diagramma di flusso circolare. DIAGRAMMA DI FLUSSO CIRCOLARE IL PRODOTTO INTERNO LORDO • PIL (PRODOTTO INTERNO LORDO) è un indicatore di reddito e spesa in un’economia. • E’ il valore totale di mercato di tutti i beni e servizi finali prodotti in un Paese in un certo periodo di tempo. • Valore totale di mercato: il valore è misurato ai prezzi di mercato • Beni finali: si misura il valore del bene finale, e non si devono contare in più tutti i valori degli input (per esempio, il valore finale del kg di pane contiene il valore della farina, del lievito, del lavoro, del forno, etc. che non devono essere conteggiati separatamente) IL PRODOTTO INTERNO LORDO • Beni e servizi: nel PIL si conteggiano i valori relativi a beni materiali così come a servizi (visite mediche, intrattenimento, istruzione) • Prodotto in un certo periodo: si deve misurare solo la produzione effettuata in quel determinato periodo (un anno, un trimestre, etc.) • Interno: si misura la produzione effettuata all’interno dei confini geografici di un Paese • Lordo: non scorpora gli ammortamenti, ovvero non tiene conto del consumo del capitale fisso (attrezzature, strutture) presente nell’economia LE COMPONENTI DEL PIL • Il PIL (Y) è la somma delle seguenti componenti: Consumo (C) Investimenti (I) Spesa Pubblica (G) Esportazioni Nette (NX) Y = C + I + G + NX LE COMPONENTI DEL PIL • Consumo (C): • Questa voce si riferisce alla spesa effettuata dalle famiglie per beni e servizi. • Si esclude la spesa per acquisto di immobili di nuova costruzione. • Investimenti (I): • Questa voce include la spesa per beni capitali, attrezzature, scorte, etc. Si includono anche gli immobili di nuova costruzione anche se destinati a scopo abitativo. LE COMPONENTI DEL PIL • Spesa Pubblica (G): • Questa voce include le spese finali per beni e servizi effettuate dalla Amministrazione Pubblica. • Non si includono i trasferimenti (pensioni, assegni di invalidità, etc.) dato che non sono il corrispettivo di un bene o servizio erogato dal beneficiario (sono definibili come imposta negativa). • Esportazioni Nette (NX): • Questa voce rappresenta il valore delle Esportazioni meno il valore delle Importazioni Evoluzione delle componenti del Prodotto Interno Lordo tra il 2008 e il 2013: PIL -8,9% Import -16,6% Spesa delle Famiglie -7,4% Spesa della PA e Ist. Sociali Private -3,1% Investimenti -26,2% Export -5,5% COMPOSIZIONE DEL PIL ITALIANO NEL 2014 TREND PIL ITALIANO 2000-2014 VARIAZIONI TREND PIL ITALIANO Consumi pro capite in parità di potere d’acquisto (% del consumo USA) PIL E BENESSERE • Il PIL è un indicatore semplice del benessere di una società • Il PIL pro-capite ci dice il livello medio di reddito e spesa in una società • Livelli di PIL pro-capite più elevati indicano standard di vita migliore • Però ci sono diverse cose che sfuggono: per esempio, l’ambiente e tutto ciò che non ha prezzo di mercato non viene conteggiato nel PIL. PIL E BENESSERE • Il valore del tempo libero o delle attività di volontariato non sono conteggiati nel PIL. • Il livello di stress o di soddisfazione associati al vivere in un determinato paese sono misurati solo indirettamente (per esempio attraverso le spese per cure mediche) nel PIL. • Per questo si stanno diffondendo misure aggiuntive del benessere di una società: p.es. misure relative allo stato della salute, dell’ambiente, della cultura (per esempio: aspettativa di vita, alfabetizzazione) • Inoltre il valore medio del PIL non ci dice quanto la distribuzione del benessere è equa o iniqua: quindi si possono aggiungere misure di concentrazione della ricchezza o dei redditi (p.es. Indice di GINI). ECONOMIA NON OSSERVATA • Nel Pil si includono anche delle stime relative • • • • all’economia non osservata: ECONOMIA SOMMERSA: lavoro / affitti non dichiarati ECONOMIA ILLEGALE: attività illegali di produzione e vendita di beni e servizi (stupefacenti, tabacco, prostituzione) –inserite recentemente nel calcolo del PIL Invece non si comprendono i valori della: ECONOMIA INFORMALE: scambi di beni e servizi di natura familiare, amichevole, occasionale, che non passano attraverso il mercato ECONOMIA NON OSSERVATA Evasione Fiscale: stima nel 2012 per ogni Regione Italiana e per alcuni Stati Europei Rapporto pubblicato dall’Associazione Bruno Trentin (ABT), dall’istituto di ricerca Tecnè e dal Centro Europa Ricerche (CER) – Marzo 2015 PIL REALE E NOMINALE • PIL NOMINALE è il valore della produzione di beni e servizi a prezzi correnti. • PIL REALE è il valore della produzione di beni e servizi a prezzi costanti. Per calcolare il PIL reale si devono calcolare i valori della produzione ai prezzi di un anno preso come riferimento: l’anno base IL DEFLATORE DEL PIL • Il deflatore del PIL si calcola così: Deflatore PIL= 𝑷𝑰𝑳 𝒏𝒐𝒎𝒊𝒏𝒂𝒍𝒆 ×100 𝑷𝑰𝑳 𝒓𝒆𝒂𝒍𝒆 • È una misura che indica quanto la variazione del PIL sia dovuta ad una variazione della produzione e quanto ad una variazione dei prezzi • Se si conosce il deflatore, il PIL reale si ottiene dividendo il PIL nominale per il deflatore PIL reale = 𝑷𝑰𝑳 𝒏𝒐𝒎𝒊𝒏𝒂𝒍𝒆 ×100 𝑫𝒆𝒇𝒍𝒂𝒕𝒐𝒓𝒆 ESEMPIO DEFLATORE PIL • Economia che produce due soli beni, A e B. Pa Qa Pb Qb 2011 3 100 10 50 2012 3 120 12 70 2013 4 120 14 70 • Il PIL nominale è dato dal valore delle quantità prodotte ai prezzi correnti • Il PIL reale è dato dal valore delle quantità prodotte ai prezzi dell’anno base ESEMPIO DEFLATORE PIL Se prendiamo come anno base il 2011, i valori degli anni successivi dovranno essere calcolati ai prezzi del 2011. Pa Qa Pb Qb PIL Nominale PIL Reale Deflatore 2011 3 100 10 50 800 800 100 2012 3 120 12 70 1200 1060 113 2013 4 120 14 70 1460 1060 138 MISURARE IL COSTO DELLA VITA • Il termine INFLAZIONE indica una situazione in cui il livello generale dei prezzi in un sistema economico aumenta. • Il tasso di inflazione è la variazione percentuale del livello dei prezzi in un determinato periodo. • Per misurare e confrontare il costo della vita in diversi periodi si utilizzano degli indicatori. INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO (IPC) • L’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) è una misura del costo del paniere di spesa di un consumatore tipo. • L’ISTAT calcola e pubblica l’IPC ogni mese nel suo bollettino statistico. • L’IPC viene utilizzato per controllare le variazioni del costo della vita in un determinato periodo di tempo. • Un aumento dell’IPC significa che il costo della vita per una famiglia “media” sta aumentando, in quanto spende di più per acquistare il paniere di beni e servizi che servono per mantenere il suo tenore di COSTRUZIONE DELL’IPC 1. IDENTIFICAZIONE DEL PANIERE • Il primo passo che occorre fare per calcolare l’IPC è quello di capire quali sono i beni e servizi che compongono il paniere di consumo di una famiglia tipo. • L’ISTAT conduce delle indagini a scadenze regolari per verificare quali beni e servizi entrano nel paniere di spesa, e per determinarne i pesi relativi. COSTRUZIONE DELL’IPC 2. RILEVAZIONE DEI PREZZI • Una volta definiti i beni e servizi (con i relativi pesi) che entrano nel paniere di consumo, occorre individuare il prezzo di mercato da assegnare. • Le rilevazioni vengono fatte dagli uffici statistici comunali con campionamenti su diverse tipologie commerciali (ipermercati, minimarket, etc.) ed in aree urbane e rurali differenziate per caratteristiche socioeconomiche. COSTRUZIONE DELL’IPC 3. CALCOLO DEL COSTO DEL PANIERE DI CONSUMO • A questo punto si possono moltiplicare prezzi per quantità ed ottenere il costo del paniere in un determinato periodo di tempo. • La rilevazione fatta in diversi periodi temporali permette di verificare le variazioni del costo del paniere tipo. 4. DEFINIZIONE ANNO BASE E CALCOLO DELL’INDICE • Si sceglie un anno come anno di riferimento per confrontare i prezzi degli altri anni. • L’indice viene calcolato dividendo il costo del paniere di un anno con il costo del paniere nell’anno base, e moltiplicando per 100. ESEMPIO COSTRUZIONE IPC • Il paniere del consumatore tipo contiene due soli beni, A e B. • La composizione è 1A+2B (pesi: 1/3 A ; 2/3 B) • Il costo del paniere per ciascun anno è calcolato ai prezzi correnti di quell’anno Pa Qa Pb Qb 2010 3 100 10 50 2011 3 120 12 70 2012 4 120 14 70 ESEMPIO COSTRUZIONE IPC IPC 𝑪𝒐𝒔𝒕𝒐 𝑷𝒂𝒏𝒊𝒆𝒓𝒆 (𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒕) = 𝑪𝒐𝒔𝒕𝒐 𝑷𝒂𝒏𝒊𝒆𝒓𝒆 (𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒃𝒂𝒔𝒆) ×100 Pa Qa Pb Qb Costo Paniere IPC 2010 3 1 10 2 23 100 2011 3 1 12 2 27 117 2012 4 1 14 2 32 139 DEFLATORE PIL E IPC • Il deflatore del PIL è basato sui prezzi dei beni e servizi prodotti all’interno del Paese. • L’IPC è basato sui prezzi dei beni e servizi acquistati dal consumatore (quindi comprende i beni importati, mentre quelli esportati potrebbero avere meno peso). • Inoltre l’IPC considera un paniere di beni che rimane fisso per molto tempo (solo di quando in quando ci sono degli aggiornamenti). • Invece il deflatore del PIL considera i beni e servizi che effettivamente sono prodotti in un determinato periodo. TASSO DI INFLAZIONE CALCOLO DEL TASSO DI INFLAZIONE: • Il tasso di inflazione viene calcolato come variazione percentuale dell’indice dei prezzi tra due periodi adiacenti. Tasso Inflazione = 𝑰𝑷𝑪𝒕+𝟏 −𝑰𝑷𝑪𝒕 𝑰𝑷𝑪𝒕 ×100 • Analogamente, se si usa il deflatore del PIL: Tasso Inflazione = 𝑫𝒕+𝟏 −𝑫𝒕 𝑫𝒕 ×100 ESEMPIO TASSO INFLAZIONE IPC T.I. (IPC) Deflatore T.I. (D) 2010 100 - 100 - 2011 117 17 113 13 2012 139 19 138 22 T.I. con IPC T.I. con deflatore T.I.2011 = 117−100 100 × 100 = 17 T.I.2011 = T.I.2012 = 139−117 117 × 100 = 19 T.I.2012 = 113−100 100 138−113 113 × 100 = 13 × 100 = 22 COME “TRASFORMARE” I VALORI • Se dobbiamo confrontare valori monetari di periodi diversi, dobbiamo depurarli dagli effetti dell’inflazione (deflazionarli o inflazionarli). • Una volta che si conosce l’IPC di un anno (dato un anno base), possiamo trasformare i valori dell’anno t in valori espressi in prezzi dell’anno base 𝑽𝒕 𝑽𝒃 = 𝑰𝑷𝑪𝒕 • Lo stesso vale per il Deflatore: in questo caso dividiamo per il Deflatore 𝑽𝒃 = 𝑽𝒕 𝑫𝒕 Conversione Valori con IPC o con Deflatore Base 2011 𝑉𝑏 = 𝑉𝑡 𝑰𝑷𝑪𝒕 Valori correnti IPC (D) Valori in prezzi anno base 2011 800 100 800 2012 1320 120 1100 2013 1500 150 1000 × 100 𝑉𝑡 = 𝑉𝑏 × 𝑰𝑷𝑪𝒕 /100 𝑉𝑏 = 𝑉𝑡 𝑫𝒕 × 100 𝑉𝑡 = 𝑉𝑏 × 𝑫𝒕 /100 PROBLEMI NELL’UTILIZZAZIONE DELL’IPC • L’IPC è una misura sufficientemente accurata della variazione del costo dei beni che compongono il paniere, ma alcuni elementi che determinano il costo della vita non sono considerati. • Per esempio, può non tenere sufficientemente conto del fatto che certi beni possono essere sostituiti con altri che hanno un prezzo inferiore. In questo caso l’IPC sovrastimerebbe il costo della vita. PROBLEMI NELL’UTILIZZAZIONE DELL’IPC • Inoltre, possono essere introdotti nuovi beni sul mercato che cambiano le possibilità di consumo (p.es. l’introduzione delle macchine fotografiche digitali ha diminuito drasticamente la spesa per le fotografie) • Anche i miglioramenti qualitativi di uno stesso prodotto (p.es. apparecchi TV) determinano un abbassamento del costo della vita, dato che con la stessa spesa si ottiene un livello di benessere superiore. PROBLEMI NELL’UTILIZZAZIONE DELL’IPC • I miglioramenti qualitativi e l’introduzione di nuovi prodotti hanno l’effetto di abbassare il costo della vita. • Se il paniere selezionato per l’IPC non viene aggiornato di continuo, si avrà una sovrastima del costo della vita. • Di fatto gli aggiornamenti non possono essere continui, ci sarà sempre un certo sfasamento tra paniere IPC e effettivo paniere di consumo. CONFRONTI INTERNAZIONALI • Nella UE vengono utilizzati gli stessi criteri (non lo stesso paniere) per calcolare l’IPC, in modo da permettere un facile confronto tra i tassi di inflazione nei diversi Paesi. INDICIZZAZIONE • Quando i contratti (p.es. di lavoro) prevedono un adeguamento automatico al tasso di inflazione, si parla di indicizzazione. • In Italia molti contratti collettivi prevedevano un meccanismo di indicizzazione automatica, chiamato «scala mobile», che faceva riferimento ad un indice del costo della vita concordato tra le parti sociali (Confindustria, Sindacati) • Questo meccanismo è stato eliminato nel 1992. Successivamente la indicizzazione è stata basata sull’IPC. TASSI DI INTERESSE REALI E NOMINALI • Il tasso di inflazione è particolarmente rilevante quando si devono valutare i valori futuri di un investimento. • Quando facciamo un investimento finanziario, sappiamo che il denaro frutterà un certo interesse. • Il tasso di interesse nominale è il tasso che viene solitamente riportato, non aggiustato per l’inflazione • Il tasso di interesse reale è invece calcolato aggiustando quello nominale per l’inflazione TASSI DI INTERESSE REALI E NOMINALI • Per esempio: abbiamo preso a prestito €1,000 per un anno al tasso di interesse nominale del 15%... • …ma nell’anno in corso l’inflazione è stata del 10% T. I. Reale = T. I. Nominale – Inflazione T. I. Reale = 15% - 10% = 5% Figura 1 – Tassi di interesse nominale e reale e deflatore del Pil in Italia – Anni 1960-2012 (valori percentuali) Fonte: elaborazioni su dati Istat e Banca d’Italia LA CRESCITA DELL’ECONOMIA NEL LUNGO PERIODO • Perché un’economia cresca è necessario che aumentino i fattori produttivi e le risorse impiegati nella produzione oppure che l’efficienza produttiva dei fattori aumenti I fattori produttivi possono aumentare perché aumenta la popolazione o perché l’economia destina risorse alla loro accumulazione (capitale). L’efficienza dipende dal progresso tecnico. PRODUTTIVITA’ E CRESCITA • A parità di risorse impiegate, la crescita del PIL è determinata dalla capacità di produrre beni e servizi in modo efficiente: cioè dalla produttività dei fattori della produzione. • Il termine produttività si riferisce alla quantità di beni e servizi che vengono prodotti dai fattori della produzione (capitale e lavoro) in una certa unità di tempo. LE DETERMINANTI DELLA PRODUTTIVITÀ • In particolare, i fattori della produzione sono: 1. CAPITALE FISICO 2. CAPITALE UMANO 3. RISORSE NATURALI 4. TECNOLOGIA 1. CAPITALE FISICO É lo stock di attrezzature e strutture che vengono utilizzate per produrre beni e servizi • Macchine utensili • Computer, attrezzature per ufficio • Capannoni, uffici, scuole É un fattore della produzione “prodotto”: prima di diventare input produttivo è stato l’output di un processo produttivo. 2. CAPITALE UMANO: a) ISTRUZIONE Con il termine Capitale Umano indichiamo tutte le conoscenze e le capacità (il saper fare) che i lavoratori acquisiscono nel corso della loro formazione scolastica e lavorativa. In un certo senso è anch’esso un output di un processo produttivo: per esempio, del processo formativo scolastico o universitario, o di corsi di formazione tecnica. Però comprende anche altri elementi acquisiti attraverso l’interazione tra individuo e società (le esternalità positive determinate da una società colta). 2. CAPITALE UMANO: a) ISTRUZIONE Ai fini della crescita di lungo periodo di un Paese, l’investimento in istruzione e formazione è importante almeno quanto l’investimento in dotazioni di capitale fisico (attrezzature, infrastrutture). Alcuni studi hanno dimostrato che in Europa e negli Stati Uniti un anno di istruzione in più si traduce in un aumento del 10% circa della remunerazione. Per questo motivo si ritiene importante che lo Stato promuova l’istruzione della popolazione. 2. CAPITALE UMANO: a) ISTRUZIONE Una società colta (istruita) determinerà un ambiente di scambi culturali utili per la trasmissione delle migliori conoscenze tecnologiche. Inoltre, solo una società istruita può produrre nuove conoscenze, innovazione e sviluppo della tecnologia. Un problema di molti paesi poveri (e non solo!) è il brain drain, ovvero l’emigrazione dei lavoratori con i più alti livelli d’istruzione (e probabilmente di capacità) che, non trovando soddisfacenti opportunità di lavoro nel loro paese, emigrano in paesi che offrono migliori possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro. 2. CAPITALE UMANO: b) SALUTE La nozione di Capitale Umano riguarda anche il livello di salute (tassi di morbidità e di mortalità, aspettativa di vita in condizioni di salute soddisfacenti) Se i lavoratori sono in buona salute potranno contribuire meglio alla produzione del loro Paese. Il premio Nobel per l’Economia del 1993 è stato Robert Fogel, storico dell’economia. Nella sua lezione magistrale nella cerimonia di accettazione del premio, ha presentato la sua tesi che circa il 30% della crescita del PIL pro capite in UK nei due secoli tra il 1790 ed il 1980 sia da attribuire al miglioramento del livello medio di nutrizione. Questo è ancora un fatto importante per molti Paesi meno sviluppati, soprattutto in Africa. Istruzione nel mondo 2. CAPITALE UMANO: b) SALUTE Nei Paesi occidentali si calcola il costo in termini di PIL dell’incidenza di determinate malattie proprie dei paesi sviluppati: malattie cardio-circolatorie, certe malattie respiratorie (dovute soprattutto all’inquinamento urbano ed industriale), obesità, tumori. Nei Paesi meno sviluppati l’incidenza di malattie determinate da scarse condizioni igieniche ed ambientali è causa di alta mortalità: colera, malaria, lebbra, AIDS. Mortalità al parto (2010) Number of deaths of infants under one year old per 1,000 live births by country, 2013 3. RISORSE NATURALI Le risorse naturali sono quei fattori della produzione che si trovano naturalmente sul territorio del Paese: risorse minerali, legname, terra fertile, acqua (ed ora vento e sole) per produrre energia, etc. Possono essere rinnovabili o non rinnovabili: le seconde una volta estratte sono consumate, le prime possono essere estratte ad un tasso che non ne pregiudichi la capacità di riprodursi. 3. RISORSE NATURALI La disponibilità di importanti risorse naturali (combustibili fossili: petrolio, gas) ha fatto la fortuna di molti Paesi arabi, alcuni sudamericani, Russia e alcune repubbliche ex-sovietiche. La grande ricchezza e liquidità monetaria di questi Paesi li porta ad effettuare investimenti interni ed esteri (molte imprese di prestigio sono state acquistate da fondi sovrani dei paesi OPEC). POLITICHE PER LA CRESCITA • Cosa deve fare un Governo per aiutare la crescita del PIL? Occorre: promuovere il risparmio e gli investimenti (sia quelli interni che quelli esteri); investire soprattutto sul settore reale: gli investimenti finanziari slegati dalle attività produttive del Paese non promuovono la crescita del Paese; promuovere l’istruzione e la formazione; garantire a chi investe (sia nel settore reale che in quello finanziario) una certa stabilità di governo, ovvero norme certe, politiche industriali che durino per periodi di tempo congrui, facilità di ingresso ed uscita (burocrazia snella); promuovere la Ricerca e Sviluppo; promuovere il libero scambio con il resto del mondo. PRODUZIONE E CRESCITA • Il tenore di vita di un Paese è in gran parte determinato dalla sua capacità di produrre beni e servizi (misurati nei conti economici dal PIL). • Naturalmente questa capacità può variare anche notevolmente nel corso del tempo. DATI STORICI SULLA CRESCITA • Dopo le guerre napoleoniche Europa e USA entrano in un periodo di rapida crescita: tasso di crescita medio 1820-1995 = 2.7% la produttività del lavoro cresce a un tasso crescente: 1780-1820: UK 1820-1890: UK 1890-1970: USA 0,5% 1,4% 2,3% • Tra il 1950 e il 1973 si registrano i tassi di crescita più alti Italia: 5.0% Giappone: 8.0% CRESCITA NEL MONDO • Dopo il 1973 la crescita si riduce nei paesi industrializzati ma aumenta nei paesi asiatici: Corea, Singapore, poi Taiwan: erano chiamate «le tigri asiatiche» • Nel decennio 2002-2012 alto tasso di crescita nei paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) Tasso di crescita BRICS ultimo periodo • Attualmente la spinta propulsiva nei BRICS sembra essere diminuita, soprattutto in Brasile e in Russia; ma anche Cina ed India hanno rallentato rispetto agli altissimi tassi di crescita precedenti. Stati Uniti, Giappone e UK hanno avuto tassi di crescita superiori nell’ultimo quinquennio rispetto al decennio precedente LA FUNZIONE DI PRODUZIONE Y = A F(L, K, H, N) Y = quantità di output A = parametro di scala della tecnologia L = lavoro K = capitale fisico H = capitale umano N = risorse naturali F( ) = funzione che mette in relazione la quantità prodotta con le quantità di input utilizzate Tassi di crescita ed effetto catch up • A cosa si devono i diversi andamenti nel tempo dei tassi di crescita? • Possiamo spiegare il fenomeno considerando il semplice modello della funzione di produzione a rendimenti decrescenti • Se osserviamo la relazione tra produzione per occupato e capitale per occupato, noteremo in genere un andamento crescente ma meno che proporzionalmente (la curva è concava): questo è dovuto ai rendimenti decrescenti del capitale. RENDIMENTI DECRESCENTI DEL CAPITALE A causa dei rendimenti decrescenti, un incremento di risparmio ed investimenti potrà condurre ad elevati livelli di crescita del prodotto solo per un certo periodo, dopodiché la crescita rallenterà. Progresso tecnologico e funzione di produzione • Il progresso tecnologico ha l’effetto di «spostare» la funzione di produzione (e quindi la frontiera delle possibilità di produzione) • L’innovazione tecnologica permette di ottenere un maggiore prodotto (o prodotti di maggior valore) a parità di fattori della produzione impiegati EFFETTO CATCH-UP • Se i Paesi più sviluppati tendono a crescere meno velocemente e quelli meno sviluppati crescono a ritmi più sostenuti, questi potranno raggiungere i primi (catch up) se i livelli di risparmio ed investimento sono adeguati. • D’altra parte, il progresso tecnologico potrà dare luogo ad una nuova funzione di produzione, più alta rispetto a quella precedente • Se un paese si accontenta di sfruttare le sue risorse naturali e umane, ma non crea innovazione, si troverà «incatenato» alla vecchia frontiera delle possibilità di produzione, e perderà la capacità di crescere Spesa in Ricerca e Sviluppo -LEGENDA Germania -- OECD -- Repubblica Popolare Cinese -- Italia -- Russia -- Sudafrica OECD (2016), Gross domestic spending on R&D (indicator). doi: 10.1787/d8b068b4-en (Accessed on 20 April 2016)