Quattro buffe storie - Teatro Stabile di Genova

Duse
La vita (di ieri e di oggi) raccontata dal genio
grottesco di due grandi poeti dell'animo umano,
l'italiano Luigi Pirandello e il russo Anton Cechov,
con la leggerezza del sorriso, l'ironia della follia
e la comicità dell'assurdo.
Dal 16 marzo al 20 marzo
Quattro buffe
storie
da Luigi Pirandello a Anton Cechov
regia di Glauco Mauri
Per saperne di più
leggere
vedere
ascoltare
Il riso
di Henri Bergson (Feltrinelli)
Questa è la vita (1954)
di AA.VV.
Tinghe, tinghe, tinghe
di Rodolfo De Angelis
Novelle per un anno
di Luigi Pirandello (Mondadori)
Totò e i re di Roma (1951)
di Steno e Monicelli
La canzone intelligente
di Cochi e Renato
I racconti
di Anton Cechov (Rizzoli)
Kaos (1984)
di Paolo e Vittorio Taviani
Canzone della jettatura
di Eugenio Bennato
Quattro atti unici di due protagonisti della drammaturgia dell’ultimo
secolo, legati insieme dalla “comica follia” dei personaggi. La teneIl
testo
rezza di Cechov e il graffio di Pirandello si compenetrano tanto profondamente da non
poterne discernere i confini, dando vita a un sorprendente caleidoscopio dove è rappresentata la vita di quello strano e buffo essere che è l’uomo. S’inizia con la grottesca comicità di Pirandello, riflessa nello specchio deformante della realtà, ma attraversata dalla
“pietas” per i suoi personaggi: Cecé è una “pochade” ambientata in una Roma invischiata
in scandali e allegra corruzione politica; mentre La patente porta in scena il tema, sempre
caro all’autore siciliano, del contrasto tra ciò che veramente siamo e ciò che invece gli
altri pensano di noi. Poi, tocca al travolgente umorismo di Anton Cechov, autore di quella
“personificazione della comicità” (Tolstoj dixit) che è Una domanda di matrimonio e del
poetico grottesco che con leggerezza attraversa il monologo Fa male il tabacco, il quale
inizia come una conferenza scientifica sui danni provocati dal tabacco e sfocia ben presto
nella confessione personale di una triste vita, inutile e meschina.
«Il risultato è uno spettacolo che seduce e conLo
spettacolo
quista, alternando il sorriso alla riflessione, in cui
nulla è superfluo e tutto è funzionale al racconto di noi e della nostra società» ("Ansa").
«Come sempre, sia che si tratti di teatro contemporaneo, sia che si ricorra, come in questo caso, a opere classiche, la messinscena di Mauri è accuratissima, amorevole, priva
di qualsiasi sbavatura» ("Il Messaggero"). «Roberto Sturno si ritaglia ancora una volta la
maschera comica più variopinta e scoppiettante e Mauri lascia per sé i toni meditativi e
riflessivi, i commenti a mezza voce sulla condizione di una vita» (Nuovogiorno") e insieme
«ci regalano uno spettacolo lieve, molto godibile» ("Oltrecultura.it"). « Anche questa volta le
aspettative non sono assolutamente venute meno, il pubblico sembra apprezzare molto la
messinscena del regista e la naturalezza con cui gli attori, aventi una tecnica e una capacità sorprendente, interpretano i poliedrici personaggi dei due autori che ogni volta – come
avrebbe detto Orazio – “insegnano cose utili divertendo”. Il pensiero della critica e del pubblico è certamente positivo nei confronti di uno spettacolo ben ideato e di un regista come
al solito arguto in ogni scelta. Funziona e ci fa ragionare sul fatto che, come scrive Pirandello, "una realtà non ci fu data e non c’è; ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere;
e non sarà mai una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile"» ("4 Arts.it").
Non risulta che Anton Cechov (1860-1904) e Luigi Pirandello
Gli
autorii
(1867-1936) si siano mai incontrati, nonostante fossero quasi
coetanei ed entrambi amanti dei viaggi. Ciò che li accomuna è il successo ottenuto prima
come narratori che come drammaturghi. E il gusto per l'umorismo. Per il resto quasi tutto
li divideva. Al moralismo filosoficheggiante del siciliano il russo contrapponeva l'attenzione
per le piccole cose quotidiane e alla vocazione sistematica del primo, faceva riscontro
l'interesse privilegiato per il dolente scorrere della vita del secondo. Anche se Cechov morì
giovane senza conoscere la rivoluzione russa, mentre Pirandello visse tanto da compromettersi con il fascismo, entrambi però sono da annoverare tra i padri del teatro moderno.
Pirandello lo sconvolse soprattutto con la novità strutturale dei suoi testi, Cechov lo guidò
senza clamore verso il primato di dialoghi e sentimenti che sembrano uscire dalla vita di
tutti i giorni.
produzione
Compagnia Mauri Sturno
interpreti
Glauco Mauri
Roberto Sturno
Mauro Mandolini
Laura Garofoli
Amedeo D’Amico
Lorenzo Lazzarini
Paolo Benvenuto Vezzoso
scene
Giuliano Spinelli
costumi
Liliana Sotira
musiche
Germano Mazzocchetti
SOCI ISTITUZIONALI
COMUNE DI GENOVA
si ringrazia
Liguria
REGIONE LIGURIA