Guida Don Giovanni - Comune di Sesto San Giovanni

Direttore
Louis Langrée
Regia e scene
Peter Mussbach
Ripresa coreografica
Lorenza Cantini
Costumi
Andrea
Schmidt –Futterer
Luci
Alexander
Koppelmann
Personaggi
Personaggi
Don Giovanni
Erwin Schrott (30 gennaio, 2,
7, 10, 14 febbraio)
Peter Mattei (4 e 12 febbraio)
Commendatore
Georg Zeppenfeld (30 gennaio,
2, 7, 10, 14 febbraio)
Roman Polisadov
(4 e 12 febbraio)
Donna Anna
Carmela Remigio
Don Ottavio
Juan Francisco Gatell Abre
Donna Elvira
Emma Bell
Leporello
Alex Esposito
(30 gennaio, 2, 7, 10, 14
febbraio)
Nicola Ulivieri
(4 e 12 febbraio)
Zerlina
Veronica Cangemi
Masetto
Mirco Palazzi
ATTO I
Quadro primo
Giardino, notte
Appena si apre il sipario lo
spettatore riconosce una situazione
molto precisa: in un giardino, di
notte, un popolano va avanti e
indietro nervosamen-te. Si tratta
di sicuro di una sentinella che
controlla che nessuno venga a
disturbare l'avventura amorosa del
padrone. Nel buio si agita infatti
Leporello,
servitore
di
Don
Giovanni, che aspetta il suo
padrone. Leporello si lamenta a
gran voce del fatto che il suo
padrone lo lasci al freddo mentre
lui, egoista com'è, pensa solo al suo
piacere. Leporello Notte e giorno
faticar per chi nulla sa gradir;
piova e vento sopportar, mangiar
male e mal dormir. Voglio far il
gentil uomo, e non voglio più se
rvir. Ma l'impresa amorosa di Don
Gio-vanni finisce male. A un tratto
si sente gridare. Don Giovanni cerca di fuggire dal palazzo nel quale
si è introdotto furtiva-mente, ma è
trattenuto con forza da Donna
Anna, la preda ses-suale alla quale
aveva puntato. Che cosa è successo
dentro prima non lo sappiamo.
Assistiamo all'epilogo violento e ne
ricaviamo che Don Giovanni sia
arrivato quasi a soddisfare il suo
desiderio, con l'inganno o con la
forza, e che la donna abbia reagito
in modo impre-vedibile. Ora grida
che vuol ve-dere il volto del suo
assalitore, che non potrà andarsene così. Lui replica che è una
pazza. Sopraggiunge il padre di
Donna Anna, il Commendatore,
che sfida, il seduttore nonostante i
suoi anni, Don Giovanni lo uc-cide
con la spada, poi fugge via seguito
dall'esterrefatto Leporel-lo. Accorre
Donna Anna, accom-pagnata dal
fidanzato Don Otta-vio e da servi
con fiaccole. Vede il corpo del
padre. Sviene. Si ri-prende. Chiede
a Don Ottavio di giurare che non
avrà pace finché non troverà
l'assassino del padre. La travolgente sequenza ini-ziale termina
con il giuramento di Don Ottavio.
Quadro secondo
Strada, notte
L'instancabile Don Giovanni, in
cerca di nuove avventure, seguito
dal riluttante Leporello, si imbatte in Donna Elvira, grande e aristocratico personaggio fem- mi-nile
dell'opera, insieme a Donna Anna.
Donna Elvira è stata sedotta e
abbandonata da Don Giovanni e
ora lo insegue per il mondo con un
desiderio di vendetta misto al
desiderio di possesso. Ora che ha
riacciuffato Don Giovanni, non
vuole lasciarselo sfuggire. Dalle
sue parole capiamo che lo detesta,
ma sarebbe disposta a perdonarlo
in cambio del suo ritorno, anche se
non lo dice espressamente. Ma
figurarsi se Don Giovanni può
adattarsi a fare il marito! Distrae
Donna Elvira e fugge lasciandola
sola con Leporello, il quale,
pensando di consolarla, tira fuori
un "non picciol libro" in cui è solito
annotare le conquiste di Don
Giovanni, come il suo padrone
stesso gli ha ordinato di fare. È la
famosa aria del catalogo Leporello
Madamina, il catalogo è questo
delle belle che amò il padron mio;
un catalogo egli è che ho fatt'io:
osservate, leggete con me. In Italia
seicento e quaranta, in Lamagna
duecento e trentuna,
cento in
Francia, in Turchia novantuna,
ma in Ispagna son già mille e tre.
Altro che consolarsi o rassegnarsi!
Donna Elvira, come è logico,
diventa addirittura furibonda e
parla come una vera Erinni. Donna
Elvira In questa forma, dunque.
Mi tradì il scellerato? È questo il
premio che quel barbaro rende
all'amor mio? Ah, vendicar vogl'io
l'ingannato mio cor: pria ch'ei mi
fugga... si ricorra... si vada... Io
sento in petto sol vendetta parlar,
rabbia e dispetto.
In un paese vicino al palazzo di
Don Giovanni un gruppo di
contadini festeggia Masetto e
Zerlina che si devono sposare
proprio oggi. Arriva Don Giovanni
e prende subito a corteggiare la
futura sposa. Invita tutti al suo
castello, dove porterà personalmente Zerlina. Leporello si incarica di tener buono Masetto. Una
volta soli, Don Giovanni passa
all'azione secondo la sua tecnica
consueta: lusinghe e promesse che
irretiscono la preda, la confondono,
le tolgono la capacità di discernere.
Si tratta di un vero e proprio
incantamento al quale Zerlina
tenta invano di resistere. Anche
lei, come tutte le altre, cede e
segue Don Giovanni verso un
"casinetto". E' uno dei più famosi
duetti di tutta la storia dell'opera.
Don Giovanni Là ci darem la
mano, là mi dirai di sì. Vedi, non
è lontano: partiam, ben mio, di qui.
Zerlina Vorrei, e non vorrei... mi
trema un poco il cor... Felice, è
ver, sarei; ma può burlarmi ancor.
Don Giovanni Vieni, mio bel
diletto! Zerlina Mi fa pietà
Masetto. Don Giovanni Io cangerò
tua sorte. Zerlina Presto non son
più forte. Don Giovanni Andiam,
andiam, mio bene, a ristorar le
pene d'un innocente amor!
Ma le cose non vanno come devono.
Arriva Donna Elvira che mette in
guardia Zerlina, risvegliandola
bruscamente
dal
suo
sogno
d'amore aristocratico. Arrivano anche Don Ottavio e Donna Anna,
che sono all'inseguimento dell'assassino del Commendatore. Vedono
Donna Elvira e restano colpiti dal
suo aspetto nobile e disperato. Don
Giovanni in qualche modo riesce
ad allontanarsi. Donna Anna si
rende conto che chi si è introdotto
in casa sua e ha ucciso suo padre è
proprio lui, Don Giovanni. Don
Ottavio ribadisce il proprio giuramento di vendicare la morte del
padre di Donna Anna. Nella scena
successiva Don Giovanni canta che
vuole divertirsi fino a notte con
queste "contadinotte".
Quadro terzo – Giardino con due
porte chiuse a chiave per di fuori.
Due nicchie
Masetto rimprovera a Zerlina di
averlo tradito proprio il giorno
delle nozze. Zerlina calma il
fidanzato con la sua totale sottomissione e gli assicura che la sua
virtù non è stata offesa. Arriva
Don Giovanni, Masetto, ancora sospettoso, si nasconde in una
nicchia per vedere non visto. Don
Giovanni riprende il corteggiamento interrotto. Poi scorge
Masetto e con prontezza di spirito
invita entrambi a festeggiare nel
suo palazzo.
Quadro quarto – Sala illuminata e
preparata per una grande festa di
ballo
Durante la festa, Don Giovanni,
che non è tipo da mollare la preda,
tenta nuovamente di sedurre Zerlina. Sopraggiungono Donna Anna,
Don Ottavio e Donna Elvira che,
mascherati, assistono alla scena in
cui Don Giovanni, aiutato da
Leporello che tiene a bada
Masetto, forza Zerlina e la trascina
via, in una camera. Grande
strepito. I tre si tolgono la
maschera. Don Giovanni si vede
scoperto. Accusa Leporello di
essere stato lui a tentare di
violentare Zerlina. L'atto finisce
con Don Giovanni sotto accusa che
però dice: Se cadesse ancora il
mondo nulla mai temer mi fa!"
ATTO II
Quadro primo
Strada
Leporello, che dice sempre di voler
abbandonare il suo padrone ma
non si decide mai, collabora ancora
alle sue malefatte. Si lascia
convincere, con il denaro, a scambiarsi i panni con Don Giovanni,
che ha intenzione di sedurre la
cameriera di Donna Elvira. Donna
Elvira appare al balcone. Don
Giovanni le chiede perdono e le
professa eterno amore. Donna
Elvira che, sentendo la voce del suo
amato, crede di vederlo lì sotto, ci
casca, scende in strada e segue
Leporello travestito. Don Giovanni
può così intonare una serenata alla
cameriera di Donna Elvira. Arriva
però Masetto con alcuni contadini
armati, con tutta l'intenzione di
uccidere il seduttore. Ma vengono
ingannati dal travestimento. Alla
fine è il povero Masetto che viene
bastonato da Don Giovanni.
Zerlina lo soccorre e gli presta cure
amorevoli e maliziose. Zerlina È un
certo balsamo che porto addosso:
dare tel posso, se il vuoi provar.
Saper vorresti dove mi sta?
Sentilo battere, toccami qua.
Quadro secondo – Atrio oscuro in
casa di Donna Anna
Leporello si trova nei guai, perché
Donna Elvira si è accorta del
travestimento. Sono accorsi anche
Donna Anna, Don Ottavio, Zerlina
e Masetto. Ora il servo chiede pietà
e si sottrae per un soffio alla
punizione. Don Ottavio, ormai
certo che sia proprio Don Giovanni
l'assassino del padre di Donna
Anna, è deciso a rivolgersi alla
forza pubblica. Donna Elvira, sola,
canta il suo dolore per l'ennesimo
inganno, ma non riesce a
nascondere a se stessa un
sentimento di pietà per l’empio
seduttore senza cuore, che, ormai è
certo, finirà male.
Quadro terzo – Cimitero circondato
da muro. Diverse statue equestri:
statua del Commendatore
Nel suo vagare notturno (sono le
due, è la seconda notte di fila che
tutti sono svegli), Don Giovanni
incontra Leporello nel cimitero e
gli racconta che ha tentato di
sedurre la sua ragazza. Leporello
si infuria. Don Giovanni ride. Si
sente una voce che dice: "Di ridere
finirai pria dell'aurora". E' la
statua del Commendatore che
parla e muove la testa, Leporello è
fuori di sé dal terrore, ma Don
Giovanni, che non ha paura di
niente e non crede ai fantasmi, lo
obbliga, spada in pugno ad invitare
a
cena
la
statua
del
Commendatore. E' l'estrema burla
irriverente dell'audace libertino.
Quadro quarto – Camera tetra
Don Ottavio dice a Donna Anna
che presto Don Giovanni sarà
punito dalla legge e cerca di
convincerla ad accettare, finalmente la sua proposta di matrimonio.
Ma lei, provata da tutto quanto è
accaduto, lo prega di pazientare.
Sembra una scusa. Donna Anna
ama Don Ottavio?
Quadro quinto – Sala. Una mensa
preparata per mangiare
Don Giovanni mangia con una
voracità pari alla sua sua insaziabile voglia sessuale. Arriva
Donna Elvira che gli preannuncia
la rovina e cerca di indurlo al
pentimento. Ma non c'è niente da
fare. L'impenitente risponde: "Viva
le femmine! Viva il buon vino!
Sostegno e gloria
d'umanità!".
Arriva la statua del Commendatore. Tu mi hai invitato a cena e
sono venuto, dice, ora tu vuoi
venire a cena con me? Don
Giovanni accetta la sfida estrema e
dice che sì, seguirà il fantasma.
Infine si sente avvolto dalle
fiamme e scompare gridando.
Arrivano tutti gli inseguitori.
Leporello, che ha assistito alla
terribile scena, racconta cosa è
successo. Morale: "Questo è il fin di
chi fa mal: e de' perfidi la morte
alla vita è sempre ugual!"
Testo tratto dal sito del
Teatro alla Scala
www.teatroallascala.it
Wolfgang Amadeus
Mozart
N
ato a Salisburgo
nel 1756,
figlio del violinista Leopold e di
Anna Maria Pertl, mostra fin
da piccolo la
sua predisposizione alla musica, così come la
sorella Anna. Entrambi esprimono
una tale e indiscutibile attitudine
per le sette note, da indurre il
padre a rinunciare a qualsiasi
impegno professionale per dedicarsi a insegnare musica esclusivamente ai figli.
A quattro anni suona il
violino e il cembalo, ed è omai
assodato che la sua prima composizione risale a solo due anni dopo.
Conscio delle doti straordinarie del
figlio, il padre porta Wolfang e la
sorella, soprannominata Nannerl,
in viaggio per l'Europa dove
entrambi hanno modo di esibirsi
nei salotti ma, soprattutto, di venire a contatto con i fermenti
artistici che circolano in Europa.
Seguono gli studi a Salisburgo nel corso dei quali Amadeus
compone la Finta semplice, piccolo
capolavoro teatrale di una mente
che proprio nel teatro partorirà in
età adulta le massime espressioni
del genere. I viaggi, ad ogni modo,
proseguono instancabili, tanto che
finiranno per minare la sua già
fragile salute.
Celebri, ad ogni modo, molti
dei suoi pellegrinaggi e in particolare le sue "visite" italiane. A
Bologna conosce padre Martini,
mentre a Milano si avvicina alle
composizioni di Sammartini. A
Roma, invece, ascolta le polifonie
ecclesiastiche, mentre a Napoli
prende coscienza dello stile diffuso
in Europa. In questo periodo fa
allestire con successo Mitridate, re
di Ponto e L'Ascanio in Alba.
Finita l'esperienza italiana,
torna a Salisburgo e precisamente
al servizio dell’arcivescovo Colloredo. Quest'ultimo, oltre ad essere
sostanzialmente poco interessato
alla musica non è affatto ben disposto nei confronti del compositore,
tanto che, paradossalmente, lo lascia spesso viaggiare piuttosto che
commissionargli nuove opere o approfittare del suo genio per sentirlo
suonare.
Viaggia dunque verso Parigi
insieme alla madre (che muore
proprio in quella città), toccando
Manheim, Strasburgo e Monaco e
scontrandosi per la prima volta con
insuccessi professionali e sentimentali. Deluso, torna a Salisburgo. Qui compone la bellissima
"Messa dell'Incoronazione K 317" e
l'opera "Idomeneo, re di Creta",
molto ricca dal punto di vista del
linguaggio e delle soluzioni sonore.
Sulla spinta del successo
ottenuto, si libera dell'opprimente
e antipatico arcivescovo Colloredo,
dando inizio così ad una carriera di
musicista autonomo, Si può dire
che è proprio con Mozart che il
ruolo del musicista nella società
comincia a svincolarsi dal servi-
lismo che l'aveva sempre caratterizzato, anche se questo processo
sarà portato al massimo compimento, e definitivamente, da Beethoven.
Non bisogna dimenticare,
infatti, che all'epoca i compositori o
i maestri di cappella, sedevano al
tavolo insieme alla servitù ed
erano perlopiù considerati dei
semplici artigiani piuttosto che
artisti nel senso moderno del
termine. Anche in questo caso,
sarà Beethoven a "riabilitare" con
forza la categoria. Grazie alla
nuova carriera, insomma, si
stabilisce insieme alla neo sposa
Costanze a Vienna, città ricca di
fermenti ma culturalmente assai
conservatrice, anche se attraversata dalle menti più innovatrici,
contraddizione che sembra appartenere alla sostanza di questa
città.
L'ultimo decennio della sua
breve esistenza è per Mozart il più
fecondo e foriero di immensi
capolavori. I contatti con impresari
e i pochi agganci con l'aristocrazia
(favoriti dal successo dell'opera
buffa Ratto dal serraglio) gli
permettono un'esistenza precaria
ma dignitosa.
Fondamentale è il suo
incontro con il librettista Da Ponte
che darà vita agli immortali
capolavori teatrali conosciuti anche
con il nome di "trilogia italiana"
(chiamata in questo modo per via
dei libretti appunto in lingua
italiana), ossia Le nozze di Figaro,
Don Giovanni e Così fan tutte.
Successivamente,
compone
altre due opere per teatro, il Flauto
magico (in realtà un "Singspiel",
ovvero un ibrido fra teatro cantato
e recitato), considerato il momento
di avvio del teatro tedesco e la
Clemenza di Tito, in realtà un
passo indietro stilistico di Mozart
per venire incontro ai gusti retrivi
del pubblico viennese, ancora
legato ai soggetti storico-mitologici
e incapace di apprezzare l'abissale
scandaglio dei sentimenti eroticoamorosi affrontati nelle opere
precedenti.
Infine, non si può tralasciare
di parlare del contributo mozartiano alla musica strumentale. Nel
suo Una storia della Musica (Bur),
Giordano Montecchi sostiene che
"Mozart ha dato il più grande
contributo alla storia della musica
per i suoi concerti per pianoforte,
se non altro perché in sua assenza
gli altri generi, come la sinfonia e
la musica da camera, sono state
ben rappresentate anche da altri
compositori con apporti ugualmente determinanti. Sarebbe stato, insomma, sostituito da qualche
altro suo contemporaneo; non però
nel campo dei concerti pianistici
dove Mozart deve essere considerato come "Pigmalione supremo
e insostituibile"
Il 5 dicembre del 1791,
all'una di notte, si spegne all'età di
soli 35 anni una delle più alte
espressioni dell'arte (musicale ma
non solo) di tutti i tempi. A causa
delle avverse disponibilità economiche i suoi resti verranno tumulati in una fossa comune e mai più
ritrovati. Le cause della sua morte
restano a tutt'oggi un rompicapo
difficilmente risolvibile.
Suggerimenti
a cura della Biblioteca
Lettere
Lettere
Wolfgang Amadeus Mozart
GUANDA 1991
Lettere di Mozart alle donne
BOMPIANI 1991
Saggi
Mozart I e II VOL.
La più bella biografia
del divino Amadeus
Wolfgang Hildesheimer
BUR 1998
Mozart
Il genio giovane
Mozart
Signori il catalogo è questo
Amedeo Poggi, Edgar Vallora
EINAUDI 1991
L'arte di non essere governati
Politica etica da Socrate a
Mozart
Ekkehart Krippendorff
FAZI 2003
Mozart massone
e rivoluzionario
Lidia Bramani
MONDADORI 2005
Mozart
Sociologia di un genio
Norbert Elias
IL MULINO 1991
Alberto Conforti
MONDADORI 2001
Concerti di Mozart
Guida all’ascolto
La morte di Mozart
Luigi Della Croce
MONDADORI 1983
Piero Buscaroli
BUR 1996
Lettura delle Nozze di Figaro
Mozart e la ricerca della felicità
Massimo Mila
EINAUDI 2003
Wolfgang Amadeus Mozart
1756 – 1791
Un musicista fra antico Regime
e Mondo Nuovo
Danilo Faravelli
EDITORI RIUNITI 1989
Lorenzo Da Ponte
La Vita e i tempi
del librettista di Mozart
Sheila Hodges
H. KELLERMANN EDITORE
1992
Memorie
Libretti mozartiani.
Le nozze di Figaro,
Don Giovanni, Così fan tutte
BALDINI&CASTOLDI 1999
Immagini e Suoni
Don Giovanni DVD
Film di
Losey Joseph
Lorenzo Da Ponte
GARZANTI 1981
L’età di Mozart e di Beethoven
Storia della Musica Vol. 7
Giorgio Pestelli
EDT 1991
Amadeus VHS e
DVD
Film di Milos Forman
Le nozze di figaro CD
Bach, Beethoven, Handel,
Haydn, Mozart, Vivaldi
Direttore: Riccardo Muti
Piccola Guida alla Grande
Musica
Rodolfo Venditti
EDIZIONI SONDA 1994
Così fan tutte DVD
Storia della Musica
Mario Baroni, Enrico Fubini,
Paolo Petazzi, Piero Santi,
Gianfranco Vinay
EINAUDI 1995
I concerti per pianoforte
e orchestra di Mozart
Gian Paolo Minardi
EDIZIONI STUDIO TESI 1990
L’effetto Mozart
Curarsi con la musica
Don Campbell
Wolfgang Amadeus Mozart
2006
Romanzi
Il matrimonio
delle sorelle Weber
Quattro sorelle e un solo partito:
Wolfgang Amadeus Mozart
La parrucca
di Mozart
Lorenzo "Jovanotti"
Cherubini
EINAUDI 2009
Stephanie Cowell
NERI POZZA 2004
La sorella di Mozart
Rita Charbonnier
CORBACCIO 2006
Il fantasma di Mozart
Laura Mancinelli
EINAUDI 1994
L'ultimo
L'ultimo
dei Mozart
il figlio di
Wolfgang
Amadeus
Jacques Tournier
E/O 2006
Mozart e Salieri
e Il convitato
convitato di pietra
Aleksandr Puskin
EINAUDI 2006
Mozart
Il ragazzo
che cambiò il mondo
con la sua musica
Marcus Weeks
IDEEALI 2008
La resurrezione
resurrezione di Mozart
Nina Berberova
GUANDA 1991
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