MEMORIA PER LE DATE DATE PER LA MEMORIA i Alla scoperta di una raccolta di opere d’arte che rappresentano consapevolmente un giorno del calendario, rivelandolo nell’immagine con indizi visibili o impliciti; segnalandolo nel titolo come elemento strutturale dell’opera; giocando - talvolta - con il tempo reale. Il testo presenta alcuni esempi di questa galleria: dipinti, disegni, collage, installazioni, performance. E sconfina poi nella letteratura, analizzando i nessi fra percezione del tempo, rappresentazione artistica e memoria, e indagando come il tempo della finzione narrativa o figurativa, organizzato sullo schema del calendario, possa essere la base per una mnemotecnica quotidiana. d La collana Lectures on Memory raccoglie conversazioni tenute da docenti di fama internazionale in occasione dell’omonimo evento annuale organizzato dal Centro di Studi sulla Memoria del Dipartimento della Comunicazione di San Marino. Il tema della memoria è qui indagato nelle sue diverse forme e applicazioni: dalla storia alla psicologia, dalla letteratura all’arte, dal cinema al gioco. Antonella Sbrilli ra l 4 G ua LECTURES ON MEMORY ISBN 978-88-8049-821-6 Euro 8,00 SAN MARINO UNIVERSITY PRESS Antonella Sbrilli È professore associato di Storia dell’arte contemporanea presso il Dipartimento di Storia dell’arte e Spettacolo della Sapienza Università di Roma, dove si occupa anche di Informatica applicata ai beni culturali. Ha pubblicato ricerche sull’arte romantica, su de Chirico, sugli scambi fra letteratura e arti visive (Sterne e Dada; Nabokov e Warburg), sul gioco (mostra Ah che rebus! Cinque secoli di enigmi fra arte e gioco in Italia, Istituto Nazionale per la Grafica, Roma 2010). È socia dell’International Society for the Study of Time. Ha co-fondato e gestisce il blog www.diconodioggi.it sul tempo nella finzione artistica. G ua ra ld i Lectures on memory Antonella Sbrilli Memoria per le date, date per la memoria. G ua L’editore dichiara di aver fatto tutto quanto era nelle sue possibilità per individuare i detentori dei diritti di tutto il materiale incluso nel presente volume. Resta a disposizione per ottemperare a quanto previsto dalla legge sul Diritto d’autore in caso di involontarie omissioni. ra ld i Fra storia dell’arte e letteratura © 2013 by Guaraldi s.r.l. Sede legale e redazione: Via Novella 15, Rimini Tel. 0541 742974/742497 Fax. 0541 742305 www.guaraldi.it - email: [email protected] Isbn carta 978-88-8049-821-6 Isbn pdf 978-88-8049-822-3 Isbn ePub 978-88-8049-838-4 Guaraldi San Marino University Press Memoria per le date, date per la memoria Atti della giornata di studio Lectures on Memory Giochi di memoria 13 luglio 2012 ra ld i Università degli Studi della Repubblica di San Marino Dipartimento della Comunicazione Centro di Studi sulla Memoria www.unirsm.sm/centromemoria Progetto grafico Maria Ianiri (Comunicazione Università degli Studi della Repubblica di San Marino) da un’idea di Francesco Messina (Polystudio) Fotografie Maria Ianiri e Karen Venturini Università degli Studi di San Marino G Redazione a cura di Paolo Castelli ua In collaborazione con Biblioteca Universitaria Fondo Young Date dipinte G ua ra ld i Poiché l’incontro sul tema Giochi di memoria si è svolto il 13 di luglio (2012), vorrei dare avvio a questo discorso sulle date e la memoria - e su un gioco ad esse collegato - partendo proprio dal 13 di luglio. E da un celebre quadro del pittore francese Jacques-Louis David che, nel raffigurare Jean-Paul Marat assassinato, inserisce nel dipinto scritture e date. La potente continuità figurativa dell’immagine è interrotta ma anche puntellata dalla presenza delle scritte: la firma con dedica sul legno della cassetta che fa da scrittoio (con la data secondo l’era rivoluzionaria: l’an deux); il foglio che Marat ha appena scritto, sempre sullo scrittoio, e soprattutto la lettera che egli tiene nella mano sinistra, in cui la grafia dell’assassina Charlotte Corday è volontariamente molto ingrandita e mostra la data del 13. juillet, 1793. [Fig. 1: Jacques-Louis David, Marat assassinato, 1793, olio su tela, 165x128 cm, Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts1] 1 http://www.fine-arts-museum.be/site/asp/Oeuvre_details. asp?ID=48 MEMORIA PER LE DATE, DATE PER LA MEMORIA ra ld ua Che cosa è una data? Il poeta Valerio Magrelli, che nel 1999 ha dedicato una poesia alla data riportata sul giornale, ne coglie la natura fisica e il suo farsi - dalla prospettiva umana - continuamente ricordo: luce di stella morta / giunta da un trapassato presente. / Il suo oggi è lo ieri, luce-salma, / memoria di un oltretomba quotidiano (Magrelli, 1999). La data (dal latino datum: dato, redatto il) è la denominazione di un giorno del calendario, che a sua volta è un sistema di partizione del tempo “in cui vengono espressi i periodi di rivoluzione planetaria della Terra intorno al Sole e della Luna intorno alla Terra come unità temporali di riferimento per il calcolo dei giorni interi” (Kassung, [2001] 2002, p. 131). Composta da numeri o da numeri e dalla parola che indica il mese, la data partecipa di una natura pubblica e privata, amministrativa e identitaria e - come è stato detto - predispone una cornice alla dispersività e alla compresenza dei fatti accaduti e del loro collocarsi nel ricordo. Fra le numerose definizioni del calendario, vera miniera di metafore, risalta la riflessione di Walter Ong, il quale ha argomentato che è un modo di addomesticare il tempo, trattandolo come uno spazio (Ong, [1982] 1986, p. 111). Il tema dell’incontro e dello scambio fra spazio e tempo nelle caselle dei calendari è usato anche in chiave sociologica, politica e antropologica: “... in quanto ripetitori automatici” (i calendari) “producono temporal maps” durature e legano “il singolo - anche se egli intuisce il carattere convenzionale e arbitrario del calendario e rifiuta il sapere tramandato - a un ritmo temporale collettivo” (Schmidt, [2001] 2002, p. 67), stringendo insieme la pratica della misurazione del tempo con quella della conservazione della memoria. i Queste scritte, secondo Michel Butor, trasformano quella cassetta di legno in una stele e “tutto il quadro in monumento” (Butor, [1969] 1987, p. 148). Da subito, il volto di Marat divenne un modello iconografico per stampe popolari, il suo nome oggetto di preghiere e litanie (Rosenblum [1967] 1984). E c’è da credere che la data della sua morte, oltretutto così prossima all’anniversario della presa della Bastiglia, sia rimasta a lungo nella memoria dei Francesi. G 8 ANTONELLA SBRILLI Scansioni calendariali sono sovente sottese, infatti, ai sistemi di memoria veri e propri. Due calendari comparati, quello preispanico e quello giuliano, sono incisi nel manuale di oratoria sacra Rhetorica christiana del 1579. L’autore, il francescano messicano Diego Valadés, correda il suo testo di una serie di immagini che aiutano a ricordarlo, integrando la forma editoriale del libro illustrato con la tradizione della mnemotecnica; fra le tavole che illustrano il testo, dopo un raffinato alfabeto, compaiono anche i due calendari. Ma è soprattutto la scansione settimanale 9 MEMORIA PER LE DATE, DATE PER LA MEMORIA Ritornando alle date dipinte, è possibile allestire una cospicua galleria di opere che rappresentano consapevolmente un giorno specifico, rivelandolo nell’immagine con indizi visibili o impliciti; segnalandolo nel titolo come elemento strutturale dell’opera; giocando con il tempo reale nel caso di video, installazioni, performance, appli- i cazioni digitali. Eccone alcuni esempi che, pur non riuscendo a esaurire le tipologie rintracciate, sono riconducibili al nodo data-memoria. In un tardo Autoritratto, Giacomo Balla (18711958) si ritrae, quasi settantenne, al capodanno del 1940, davanti a un calendario a blocchetto, molto ingrandito, che segna lunedì 1 gennaio 1940. È un’allegoria del tempo, della pittura, dell’operosità, fissata all’inizio di un anno che sarebbe rimasto nella memoria degli Italiani, per via dell’entrata in guerra. Facciamo un salto in avanti e troviamo un altro foglietto staccato dal calendario in un’opera di Alighiero Boetti (1940-1994), un artista versato per la ricerca sulla catalogazione, le mappe, l’ordine e il disordine, l’identità e, appunto, il tempo. La sua sensibilità per le date è testimoniata da opere come Io che prendo il sole a Torino il 19 gennaio 1969; dalla performance in cui scrive specularmente la frase Oggi venerdì ventisette marzo millenovecentosettantatre e dalla serie di ingegnosi collage in cui i foglietti del calendario sono incollati in modo che le cifre dei giorni diano quella dell’anno, coniugando misura quotidiana e misura annuale. Nel sesto pannello di Senza titolo (1987), il foglietto del calendario di “Martedì 27 gennaio Sant’Angela Merici” è inserito in una sequenza di segni e di documenti: nel registro superiore, sono allineati fogli e ritagli; nel registro inferiore, segni colorati, diagrammi, righe con scritte fra cui “negli ultimi ra ld ua che offre la partitura grafica su cui collocare ciò che deve essere ricordato, come nello straordinario esempio delle prediche di san Bernardino da Siena per la Quaresima del 1424, ripercorse da Lina Bolzoni (Bolzoni 1995), in cui i giorni delle settimane, a partire dalle domeniche, sono visualizzati sulle ali del cherubino, che a loro volta offrono i luoghi dove collocare la struttura del discorso. Nella Biblioteca della Memoria dell’Università di San Marino, Fondo Young, compaiono diversi esempi moderni di calendari su base settimanale: lo schema, che spesso inizia proprio dalla domenica (anche nell’iPhone, del resto, la settimana è visualizzata a partire da Sunday), è corredato di informazioni, riflessioni, letture che creano dei pacchetti di dati intorno alle date. Un esempio di provenienza statunitense è la pubblicazione For-get-me-not: a calendar, George Sully & Company, New York, 1920 circa, in cui la scansione delle pagine è determinata in base ai sette giorni della settimana, senza interruzioni per il cambio del mese. [Figg. 2 e 3] G 10 ANTONELLA SBRILLI 11 i ra ld ua G Figg. 2 in questa pagina e 3 nella pagina successiva For-get-me-not: a calendar, 1920 ca., 19,5 x 13 cm, George Sully & Company, New York (Fondo Young sulla memoria e la mnemotecnica, Università di San Marino) i ra ld ua G MEMORIA PER LE DATE, DATE PER LA MEMORIA i ua La data ha una presenza formidabile nella produzione dell’artista giapponese On Kawara (nato nel 1932), autore di quasi duemila tele che riportano la data-dell’oggi: si tratta della Today-Series, inaugurata il 4 gennaio 1966 (Rorimer, 1991, p. 121). La data è dipinta a mano, con parecchie mani di colore, chiara su fondo scuro contrastante, a indicare - per alcuni - l’alternanza di giorno e notte. C’è un vincolo, una contrainte che governa questa curiosa produzione: l’opera dev’essere finita nel giorno rappresentato dalla data scritta. Se non riesce a terminarla per la fine della giornata, l’artista la distrugge. In questa galleria di giorni, tutte le opere si somigliano ma sono uniche, perché le date trascritte, pur nell’uniformità del lettering, sono tutte diverse. Inoltre, molti dipinti sono accompagnati da una scatola che contiene un giornale quotidiano; possono avere un sottotitolo e riportare citazioni, riflessioni, annotazioni su un evento. Una superficie dall’impatto minimal e concettuale si rivela, così, piena di individualità, di dettagli invisibili e di memoria personale e collettiva. [Fig. 4: On Kawara, Apr. 24, 1990, 1990, acrilico su tela, 46.3 x 61 cm, Gift of Werner and Elaine Dannheisser, New York, MoMA2] Nella mostra Il cielo diviso (Der geteilte Himmel, Berlino, Neue Nationalgalerie, 2011-2013) dedicata al ventennio di storia berlinese dal dopoguerra al Sessantotto, l’opera di On Kawara 4 Jun. 68 conclude il percorso come la prova potente e laconica di un giorno che c’è stato e del suo testimone. Un’altra testimonianza d’artista, appoggiata sui 365 giorni di un anno è quella lasciata dal filmmaker Jonas Mekas nel suo 365 Day Project: un diario composto di 365 brevi film, uno per ciascun giorno del 2007, accessibili da un’interfaccia in forma di calendario3. Il radicamento di un’opera in uno spazio-tempo irripetibile nelle sue caratteristiche anche meteorologiche è del resto testimoniato anche da tanti dipinti di paesaggio, soprattutto nella Gran Bretagna dell’Ottocento. John Constable ha indicato con precisione, sul verso del supporto, il luogo, la data, l’ora, le condizioni del cielo e del vento: un ra ld giorni del gennaio millenovecentoottantasette”, “un anno che taglia”. In questa partitura visiva e mnemonica, il foglietto del calendario induce chi guarda a ricordare la serie personale e storica del 27 gennaio: è il giorno, per esempio, in cui quell’anno vengono assolti in Cassazione gli imputati per la strage di piazza Fontana; è l’anniversario della data di abbattimento dei cancelli di Auschwitz (per cui il 27 gennaio sarebbe diventato giorno della memoria dell’Olocausto); è un giorno della vita dell’artista. Con la sua presenza spaziale e temporale, la data porta a inferire collegamenti e percorsi fra i segni, orientando nella visione, nella riflessione, nella memoria, nelle relazioni. G 16 ANTONELLA SBRILLI 2 http://www.moma.org/collection/object.php?object_id=79067 3 http://jonasmekasfilms.com/365/day.php 17