NIVEL AVANZADO
ENERO 2012
Perché si dice così?
I GIORNI DELLA MERLA
I cosiddetti «giorni della merla» sono gli ultimi tre giorni di gennaio e, secondo la
tradizione, sono considerati i più freddi dell'inverno.
Il nome deriverebbe da una leggenda secondo cui, per ripararsi dal gran freddo, una
merla e i suoi piccoli, in origine bianchi, si rifugiarono dentro un comignolo, da cui
uscirono il primo febbraio, tutti neri a causa della fuliggine. Da quel giorno tutti i merli
furono neri.
Secondo una versione più elaborata della leggenda una merla, con uno splendido
piumaggio candido, era regolarmente maltrattata da Gennaio, mese freddo e ombroso,
che si divertiva ad aspettare che uscisse dal nido in cerca di cibo, per gettare sulla
terra freddo e gelo. Stanca delle continue persecuzioni la merla un anno decise di fare
provviste sufficienti per un mese, e si chiuse nel suo nido, al riparo, per tutto il mese di
Gennaio, che allora aveva solo 28 giorni. L'ultimo giorno del mese la merla, pensando
di aver ingannato il cattivo Gennaio, uscì dal nido e si mise a cantare per prenderlo in
giro. Gennaio si arrabbiò così tanto che chiese in prestito a Febbraio tre giorni durante
cui scatenò bufere di neve, vento, gelo e pioggia. Allora la merla si rifugiò in un camino
e lì restò al riparo per tre giorni. Quando uscì, era sì salva, ma il suo bel piumaggio si
era annerito a causa del fumo e così rimase per sempre con le piume nere.
Le due leggende parlano di una merla, quindi di una femmina, ma nella realtà questi
uccelli presentano un forte dimorfismo sessuale nel piumaggio, che è bruno (becco
incluso) nelle femmine, mentre è nero e brillante (con becco giallo-arancione) nei
maschi.
MANGIARE QUESTA MINESTRA O SALTARE DALLA FINESTRA
E' un modo di dire che deve la sua fortuna alla rima di due parole che non hanno alcun
legame fra di loro (minestra-finestra). Si dice così quando non c'è altra via d'uscita, non
c'è un'alternativa possibile, per uscire da due situazioni difficili si deve quindi scegliere
il male minore, allo stesso modo in cui diciamo «prendere o lasciare», «bere o
affogare».
Può darsi che l'origine della locuzione risalga, come in
altri casi, a qualche novella popolare che poi si è
perduta nel tempo. Possiamo però immaginare che il
personaggio della favole, di fronte a questo dilemma,
abbia scelto la minestra... a meno che non abitasse a
pianterreno o che la minestra fosse avvelenata!
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AD HOC
E' una locuzione che significa esattamente «per questo», «a tale scopo».
Oggi è usata con funzione di aggettivo o di avverbio con il significato di «fatto
apposta», «appropriato». Si usa quindi per una persona, oggetto o situazione che
risponde pienamente a determinate esigenze.
AUREA MEDIOCRITAS
E' una locuzione presa dalle Odi di Orazio.
Per «aurea mediocritas» il poeta latino intendeva le virtù fondamentali dello stoicismo:
la fortezza e la prudenza, che tengono l'uomo lontano sia dalle troppo rapide fortune
che dalle altrettanto improvvise rovine. Scrive Orazio: «Chi ama l'aurea via di mezzo è
sicuro, lontano da uno squallido tugurio e senza inebriarsi, lontano da una reggia che
gli suscita invidia. Così fa il marinaio saggio, che evita di sfidare sempre l'alto mare o di
costeggiare sempre con il rischio di affondare nelle secche o di schiantarsi contro gli
scogli». Con il tempo, però, l'«aurea mediocritas» oraziana ha perso il suo significato
stoico per assumere quello di «banalità del quotidiano», riferito per esempio a persone
che non riescono ad emergere, a realizzarsi. L'accento si è quindi spostato dal sublime
splendore stoico (aurea) a quello di mediocritas, cioè del vivere «senza infamia e
senza lode» come dice Dante nella Divina Commedia parlando degli ignavi (Inferno).
AD OGNI MORTE DI PAPA
Significa «molto raramente, ad intervalli di tempo lunghissimi», soprattutto in relazione
a desideri o a piaceri. Il riferimento ai papi indica un tempo medio di sette anni
considerando che, ai tempi in cui nacque il modo di dire, sette anni rappresentavano
qualcosa di abbastanza lungo nella vita di una persona.
AVERE DELL'ASCENDENTE
Questa locuzione ha le sue radici nell'astrologia, una «scienza» che ha influito
notevolmente sulla storia dell'uomo.
Fin dai tempi remoti l'uomo attribuisce all'influsso degli astri la maggior parte degli
avvenimenti della sua vita. Per questo ha molta importanza conoscere sotto quale
stella si è nati (si usa infatti la locuzione «essere nato sotto una buona o cattiva
stella»). La stella che appare all'orizzonte al momento della nascita di ognuno di noi si
chiama «ascendente» (dal latino ascendere = salire). Se è favorevole diciamo che uno
è nato sotto una buona stella e sarà quindi fortunato, al contrario si dice nascere sotto
cattiva stella. Quindi all'ascendente o alla propria stella è legata, secondo l'astrologia,
la storia della nostra vita. Da ascendente con il significato di importanza è derivato in
senso figurato quello di «notevole influenza, autorità morale, potere».
AVERE LA LUNA STORTA (PER TRAVERSO)
Significa «essere di cattivo umore, poco trattabile, scontroso, irritabile».
Il modo di dire – che ci riporta all'astrologia – nasce dal fatto che la luna, secondo la
tradizione popolare, ha influssi benevoli sull'uomo, rendendolo tranquillo e sereno, ma
esercita anche influssi nefasti. E come sconvolge le acque con la marea, così
sconvolge la mente umana. Un tempo si definiva «lunatico» un individuo colpito da una
malattia che si credeva provocata dal mutamento della luna. Oggi, invece, per lunatico
si intende una persona che si comporta in modo stravagante e bizzarro o che cambia
improvvisamente umore.
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AVERE L'ARGENTO VIVO ADDOSSO
In senso figurato significa «non poter mai stare fermo, essere molto irrequieto,
muoversi continuamente».
La locuzione nasce dall'immagine del mercurio che, nel linguaggio dell'alchimia, aveva
vari nomi, tra cui acqua-argento, acqua-mercuriale e anche argento vivo. Il mercurio è
infatti l'unico metallo liquido presente in natura, un metallo che, a differenza degli altri,
non è mai stabile ma si muove a seconda della pressione, della temperatura ecc. Nella
concezione alchimistica è un elemento simbolico fondamentale, considerato lo spirito
minerale per la sua capacità di sciogliere molti metalli, fra cui l'oro e l'argento. Nella
rappresentazione alchimistica dell'uomo, il mercurio o «argento vivo» era considerato
simbolo dello spirito inteso come insieme delle energie vitali, perciò principio animatore
dell'organismo e sua forza essenziale.