Progetti - Hydroingea Srl

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 Progetti
HYDROINGEA Srl - Società di Ingegneria
C.F./P.Iva: 12711401005
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CASAENERGIA (2005)
Tra le varie attività, Hydroingea si occupa anche dello sviluppo e progettazione degli impianti
energetici basati su fonti energetiche rinnovabili, forte del know-how maturato nell'ambito della
geoingegneria, con particolare riferimento al settore acque, in continuo allineamento alle nuove
tecnologie disponibili e alle nuove normative comunitarie in merito alla progettazione ed ai servizi
di ingegneria ambientale.
In particolare, lo Studio vanta una forte esperienza maturata nel campo dell'idrogeologia e della
gestione delle risorse idriche, nonché la progettazione di captazioni idriche, direzione lavori ed
assistenza tecnica alla perforazione di pozzi, prove di emungimento di lunga durata e a gradini.
Per tali studi, Hydroingea ha da tempo sviluppato gli strumenti per garantire un'elaborazione di
primo livello dei parametri meteoclimatici ed idrologici, in termini di raccolta e analisi della
documentazione cartografica ufficiale e storica relativa al territorio in oggetto.
Per il suo interesse nello sviluppo del proprio settore, da tempo, Hydroingea sta partecipando attivamente allo studio per
l'applicazione della tecnologia che sfrutta la geotermia a bassa entalpia e dello stoccaggio termico in falda e alla loro
integrazione sinergica, con modelli teorico-analitici.
Il presente progetto riguarda lo studio e il dimensionamento dello stoccaggio termico per un edificio civile concepito ai fini
sperimentali, per lo sviluppo di tale tecnologia. La sperimentazione prende il nome di "Progetto CASAENERGIA", nato
dall'impegno di Tecnosol Srl e patrocinato da "La Sapienza" Università di Roma, per la promozione di un nuovo tipo di
approccio alla progettazione energetica degli edifici.
EXPO 2010 SHANGAI, CHINA (2008)
Hydroingea, in collaborazione con lo Studio Bicuadro Architetti Associati,
rappresentato dall’Arch. M.Brugia, si è aggiudicato il terzo posto nella
graduatoria definitiva del concorso di idee per il progetto del Padiglione Italiano
presso l’Esposizione Universale di Shanghai 2010, indetto dal Ministero degli Affari
Esteri, che ha per oggetto il tema "Better City, Better Life".
Il padiglione costituisce una vetrina delle eccellenze italiane relative alla qualità
della vita nelle aree urbane. A tal fine è stata premiata la presentazione delle
nuove tendenze di ingegneria, architettura e design in Italia, delle tecniche
costruttive eco-sostenibili, dei materiali e delle tecnologie innovative.
Nella fattispecie, lo Studio si è occupato della progettazione strutturale,
geotecnica ed energetica, con particolare riguardo alla peculiare
conformazione dell’opera progettata, sia come design architettonico, che nella
sua concezione strutturale e nell’ubicazione geografica, unita allo specifico tipo
di utilizzo ed esigenze dei fruitori della stessa; tali fattori hanno ispirato un’idea dell’edificio come unità a se completamente
distinta nel suo insieme e allo stesso tempo in perfetta armonia con il contesto circostante. Nella fase di “progettazione
energetica” è stata rispettata la stessa concezione di insieme:
 utilizzando le caratteristiche del luogo per ottimizzare la produzione di energia, diminuendo tra l’altro l’impatto antropico
(sia come impianti che come richiesta) che l’approvvigionamento di una struttura del genere usualmente richiede;
 rendendo l’unità completamente “unica”, nel senso del più possibile autosufficiente dal punto di vista del soddisfacimento
dei propri fabbisogni energetici.
Per questo sono state prese in considerazione le fonti energetiche “rinnovabili” presenti sul luogo, in funzione del tipo di utilizzo
principale che verrà fatto dei locali progettati. Expo, come esposizione quindi in Cina della nostra cultura, come scambio e
trasmissione del nostro senso del progettare: una progettazione che vada nel senso di soddisfare i bisogni del presente senza
compromettere le risorse delle generazioni future, punto di riferimento come strumento di tutela e linea guida per la
progettazione ambientale da una parte e policentrico, che valorizzi la vita ed il benessere dell’individuo, dall’altra.
ENEL CONTEMPORANEA 2008 – THE WAITING ROOM
Hydroingea, in collaborazione con lo Studio Bicuadro Architetti Associati, rappresentato
dall’Arch. M.Brugia, si è aggiudicato il terzo posto nella graduatoria definitiva del concorso
di idee per il progetto del Padiglione Italiano presso l’Esposizione Universale di Shanghai
2010, indetto dal Ministero degli Affari Esteri, che ha per oggetto il tema "Better City, Better
Life". Il padiglione costituisce una vetrina delle eccellenze italiane relative alla qualità della
vita nelle aree urbane.
A tal fine Hydroingea ha preso parte alla rassegna di arte pubblica sulle forme dell'energia
promossa da ENEL Contemporanea. L'opera realizzata, creata dall'artista americano Jeffrey
Inaba in collaborazione con Luca Peralta Studio, è situata all'interno del Policlinico Umberto I
a Roma e ha visto Hydroingea nel ruolo di consulente tecnico per quanto concerne la
sezione energetica e progettazione dell’impianto fotovoltaico installato.
L'opera si compone sostanzialmente di tre elementi: una sfera luminosa (3m di diametro),
un'altra sfera con apertura a forma di bocca (8m di diametro) e una pensilina a forma di
fungo (10m di diametro). La sfera luminosa, come una gigantesca lanterna sospesa all'ingresso dell'ospedale su viale Regina
Elena, annuncia la presenza dell'opera sita sul piazzale di fronte al Reparto di Radiologia e di Pediatria. La grande sfera dal
diametro di 8 m è parzialmente incassata nel suolo così da formare uno spazio fruibile, coperto, al riparo dal sole, dalla pioggia
e dal vento. Nella parte inferiore dell'apertura a forma di bocca sono posizionati n. 18 pannelli fotovoltaici che producono
l'energia per quasi 2kW necessaria ad illuminare l'opera e a far funzionare i video e il dvd posizionati nell'ambiente interno
rendendo pertanto di una struttura energeticamente autosufficiente.
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THE DESERT ROSE – DUBAI
XI Thyssenkrupp Elevator – Architecture Award – Tall Emblem Structure in Za'abeel Park – DSRTR
The sand is flushing over the earth. The water evaporates under the sun leaving the salts on the earth. This
is the essential of the Desert Rose origin. Thus, we have designed a part of the building as a water source
overflowing from the basement of the building itself. From seawater with the help of the sun, inside the
building the water become fresh water to be used for building services. The production of fresh water
from the salt water is proportional to intensity of the solar radiation. A fraction of this is used to mantain
temperature of the distillation unit. The distillation unit is formed by a solar distiller and a service tray. In the
service tray are organised all main collection and distribution pipes. The solar distiller is thermally insulated
and all connections are served with a remote control valves. The sequence of distillation units are divided
in two main sequence in order to have a continuous production of fresh water. This arrangement allows
to organise a cycle of production and regeneration.
The seawater is distributed from the top of the structure forming a sort of cascade in order to have a
single uplift plant. The main distribution pipes are working on a side wall. The fresh water is collected
through the main collector pipe travelling along the opposite side wall of the building. On the same side
the main drainage pipe collects the concentrated brine from evaporation tank. To reduce the
environmental impact the pumping system is partially supplied with auto-produced electrical energy. Besides photovoltaic, a
mini hydraulic electrical production plant could be supplied. It will recover the potential energy accumulated in the stored fluids
in distillation units. The idea is to have two different plants, one working with brines and a second one with fresh water.
“UN CUORE VERDE” A CAMPOBASSO (2009)
Prestigioso secondo piazzamento nella
classifica finale del concorso internazionale
di
progettazione
“Ampliamento
della
biblioteca
provinciale
P.
Albino
di
Campobasso” indetto dalla Provincia di
Campobasso (CB) per lo studio Hydroingea,
in collaborazione con Luca Peralta Studio.
Hydroingea, nella cura dell’aspetto legato
alla “sostenibilità ambientale”, ha proposto
una progettazione di tutti gli impianti basata
su criteri eco-sostenibili e sul rispetto
dell’ambiente, in accordo con le prescrizioni
previste dal protocollo di Kyoto. Ciò viene garantito nella pratica a partire dal design architettonico e dalla concezione
strutturale del complesso di spiccato carattere “passivo” ai fini del risparmio energetico, per passare con continuità alla scelta
di fonti di energia rinnovabili come strumento “attivo”: la geotermia per la minimizzazione dei consumi ed il fotovoltaico per la
generazione dell’energia necessaria. Si tratta di “forze motrici” che rendono il complesso autosufficiente dal punto di vista dei
fabbisogni energetici: un complesso ad impatto zero.
La progettazione dell’intera opera mette a fuoco la corte come centro di tutto il complesso: la climatizzazione (70-80% dei
fabbisogni energetici) viene assicurata da un sistema geotermico integrato che, è il caso di dire, “affonda le sue radici” proprio
nella piazza alberata, dove sono collocate le sonde verticali che garantiscono l’apporto di energia “gratuita” dal terreno ad
un impianto di circa 60 kW (termici) costituito da pompe di calore che alimentano un sistema di superfici radianti ed aria
primaria nei due edifici e garantiscono la produzione di acqua calda sanitaria.
FIOCCO VERDE IN CASA ATER (2009)
Confermata la graduatoria finale del “Concorso nazionale di idee sui temi del
risparmio energetico e dell’uso delle fonti rinnovabili, della cultura della sicurezza e
del comfort acustico in edifici di proprietà dell’ATER – Sezione II – Nuova costruzione
di edilizia residenziale pubblica”, indetto dall’ATER e dall’Ordine degli Ingegneri della
Provincia di Latina, che decreta il terzo piazzamento per la proposta avanzata da
Hydroingea.
La concezione impiantistica all’avanguardia integrata ad una sapiente cura
dell’architettonico, affidata a Luca Peralta Studio e ritagliato a misura sulle esigenze
ingegneristiche del complesso ha portato alla stesura finale del progetto per
l’esecuzione dei due edifici di proprietà dell’ATER con criteri di bio-architettura e
sistemi che utilizzano fonti rinnovabili di energia. Questo rinnovato impulso, che
richiama e ci riporta ad una “sensibilità ambientale” e ad un senso di risparmio
energetico, concetti non ancora comuni per la realtà territoriale alle nostre latitudini,
e che ha inspirato il presente bando, cerca di scalzare un certo tipo di pensare
l’edilizia che è oggi retaggio del passato. Per questo nasce metaforicamente a
Latina, con un pizzico di arditezza, una nuova concezione nel modo di costruire, che abbiamo voluto salutare con un
promettente fiocco verde.
Lo scopo del progetto è duplice: quello di conferire al complesso una funzione di edificio qualitativamente superiore dal punto
di vista della qualità della vita e quello di renderla un simbolo di una progettazione basata su criteri di sostenibilità ed
integrazione ambientale. Ciò è sottolineato dal design architettonico, dalla sua concezione strutturale ma soprattutto dalla
scelta di tecnologie integrate che rendono, assieme, il complesso autosufficiente dal punto di vista dei fabbisogni primari degli
abitanti e dei frequentatori.
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TERRAMADRE - PIAZZA LEVANTE (2009)
In collaborazione con Luca Peralta Studio, Hydroingea vince il concorso di
progettazione per la realizzazione di “Scuola in piazza a levante” bandito dal
Comune di Bisceglie, nell’ambito del Programma Sensi Contemporanei_Qualità Italia.
L’intervento oggetto del concorso di progettazione avrà lo scopo di dotare la nuova
zona per l’Edilizia Economia e Popolare delle opere di urbanizzazione secondaria.
Il Punto di forza. La ricerca di strategie di sviluppo compatibili con la sostenibilità
economica ed ambientale presuppone l’utilizzo di sistemi che siano largamente
autosufficienti ed allo stesso tempo non comportino un’eccessiva complessità
operativa. In un mondo ideale gli impianti meccanici dovrebbero funzionare come
supporto efficiente per i sistemi naturali piuttosto che come alternativa ad essi. I
materiali, la forma, l’orientamento dell’edificio hanno un ruolo importantissimo nel
definire l’ambiente interno e la necessità o meno di un intervento rilevante sul piano
energetico per mantenere condizioni confortevoli.
Nell’ottica di ottimizzare l’efficienza globale del sistema, si è scelto di utilizzare la geotermia per la produzione di energia
termica ai fini della climatizzazione e di attivare tale sistema con l’energia elettrica prodotta dal fotovoltaico.
Opportuni pacchetti di sensoristica funzioneranno da supporto alla gestione del benessere termo-igrometrico degli ambienti e
a quella della gestione dell’illuminazione comune: in ogni spazio, in modo da raggiungere il massimo comfort e al tempo stesso
senza dissipare e quindi sprecare energia, così come garantire la corretta gestione dell’illuminazione finalizzata alla
minimizzazione degli sprechi energetici.
TORRE TINTORETTO DI BRESCIA (2003-2014)
Scelto come migliore tra i 53 progetti presentati per l’iniziativa promossa dall’Ordine e dalla Fondazione degli Ingegneri di
Brescia, il progetto di riqualificazione della Torre con interventi non radicali, riprogetta l’esistente anziché pensare ad un nuovo
edificio, in modo da preservarne la sua destinazione d’uso residenziale, passando da “un’architettura sociale a un’architettura
socievole”. Vincitore anche della “Old and New category” del prestigioso 2014 MIPIM Architectural Review Future Project
Awards Transforming Social Houses into Sociable Homes, di Cannes.
Una delle idee vincenti è costituita dall’elemento dei balconi a
profondità variabile che, ispirati al quadro futurista di Balla
“Compenetrazioni Iridescenti 7″, trasformano l’architettura
dell’edificio da statica e piatta, in dinamica e tridimensionale; le
balaustre di tali balconi sono costituite da moduli fotovoltaici
integrati vetro-vetro, ad alta efficienza per l’auto-produzione di
energia elettrica.
L’edificio è dotato inoltre di sistema di isolamento a cappotto in
canna palustre, materiale completamente riciclabile e presente
nel contesto territoriale, per l’abbattimento delle dispersioni
termiche ma il cuore del sistema energetico è costituito da un
impianto di climatizzazione con geoscambio, sfruttando l’acqua
di falda, che nella zona della Tintoretto è molto produttiva.
Tale scelta è stata effettuata perché si tratta di un sistema che utilizza una risorsa rinnovabile e che garantisce, al contempo,
attraverso l’utilizzo della pompa di calore elevati standard prestazionali ed una ridotta manutenzione nel tempo. Altri fattori che
hanno influenzato la scelta sono la versatilità di questa applicazione, in grado di coprire i fabbisogni di
riscaldamento/raffrescamento e di acqua calda sanitaria e la propensione del contesto in cui è inserito il progetto.
La produzione prevalente di energia elettrica da fotovoltaico nelle ore diurne consentirà l’ottimizzazione dell’autoconsumo
soprattutto per la climatizzazione estiva e per le utenze quali ascensori, impianti ausiliari, ecc., mentre nei periodi con condizioni
meteorologiche scarse e nell’arco della notte, i vari impianti di climatizzazione (soprattutto invernale), illuminazione
condominiale, ecc. potranno essere alimentati dalla rete (eteroconsumo), alla quale sono collegati in parallelo, usufruendo del
regime di “Scambio Sul Posto” con il distributore locale di energia elettrica.
IL GIARDINO DI PORTA CAPO
L’intervento si inserisce all’interno di un più ampio progetto di
riqualificazione del centro storico, avviato già da tempo
dall’Amministrazione Comunale di Vicovaro, mirato al recupero non
solo di comparti del tessuto abitativo, ma anche di aree degradate
situate immediatamente a ridosso del borgo antico. L’area in
questione costituiva, infatti, un forte elemento di degrado del
versante verde che, dalle pendici del secentesco palazzo Cenci
Bolognetti, prospetta a valle verso l’alveo del fiume Aniene lungo la
strada statale Tiburtina. Si tratta di una zona di alto valore
paesaggistico, sottostante uno degli ingressi principali al paese che,
da via Porta Abruzzo attraversando Porta Capo, immette
direttamente nel cuore del borgo ripercorrendo un itinerario
importante che conduceva dalla antica vicus Variae – ricordata
dal poeta Orazio – alla sottostante via Valeria. Importante
intervento di ingegneria geotecnica, attraverso le soluzioni attuate, ha permesso la messa in sicurezza un pendio compromesso
con importante acclività.
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HEADQUARTER "GHANA NATIONAL PETROLEUM COMPANY"
Il progetto vincitore del primo premio al concorso internazionale di architettura per la progettazione del nuovo Headquarter
della "Ghana National Petroleum Company", realizzato da un team tutto italiano. Il gruppo di lavoro, formato dallo Studio
romano BICUADRO, degli O.C.R.A e STUDIO 3piu1, capitanati
dall'architetto Stefano Farcomeni, ha potuto contare sul supporto
tecnico di partner locali e di realtà ingegneristiche quali S.B.G. &
Partners e Hydroingea s.r.l..
L'opera, la cui realizzazione ha un valore stimato di circa 80 milioni di
euro, sarà una delle più grandi della capitale ghanese e si inserisce in
un quadro di espansione ed ammodernamento infrastrutturale della
città e dell’intero Paese, che sta vivendo in questi anni un vero e
proprio boom economico. Il progetto ricalca l’attività della GNPC,
raffigurando nei due edifici la fluidità del petrolio e la solidità della
roccia. Oltre all’ambizioso progetto di una sede futuristica, il bando
di gara richiedeva delle peculiarità progettuali al fine
dell’ottenimento della certificazione LEED.
Hydroingea ha presentato tutti gli impianti necessari all’edificio,
dall’elettrico all’antincendio, passando per la climatizzazione e lo
stoccaggio dell’acqua potabile, proponendo anche un innovativo
impianto fotovoltaico (quest’ultimo non di facile realizzazione data la
scarsa stabilità della rete elettrica nazionale).
Hydroingea ha risposto alle ulteriori richieste specifiche del CdA, pertinenti alle problematiche locali come l’allagamento
dovuto alle piogge tropicali, l’instabilità della rete elettrica con i relativi e continui blackout e la climatizzazione che sarà per il
Ghana una vera innovazione applicando le moderne tecnologie disponibili nel nostro paese, ma senza ignorare le difficoltà del
luogo nel realizzarle.
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