"Solis Statio", che significa "arresto del Sole", il termine

Solstizio d'Inverno
Dal latino "Solis Statio", che significa "arresto del Sole", il termine solstizio indica
quel momento in cui il Sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l'eclittica, il punto
di declinazione minima nel caso di solstizio d'inverno e, viceversa, di declinazione
massima nel caso di solstizio d'estate.
Si può verificare che il fenomeno ritarda di circa sei ore ogni anno (5 ore, 48 minuti e
46 secondi per la precisione), salvo subire un nuovo riposizionamento indietro ogni
quattro anni, in conseguenza degli anni bisestili, introdotti proprio per evitare un
progressivo disallineamento delle stagioni con il calendario. A causa di queste
variazioni può capitare che il solstizio astronomico cada nell'emisfero nord (emisfero
boreale) il 20 o il 21 giugno per l'estate, o il 21 o 22 dicembre per l'inverno.
Da un punto di vista puramente scientifico, in tale data, hanno luogo alcuni fenomeni:
1) Il Sole è allo Zenit, è cioè perpendicolare, alle 12.00 - ora locale - al Tropico del
Capricorno;
2) le ore di luce nell'emisfero boreale sono minime, il solstizio però non coincide con
il momento in cui la Terra si trova nel perielio (punto di minima distanza di un
pianeta da un astro) della sua orbita intorno al Sole;
3) il Sole è all'Orizzonte al Circolo Polare Artico.
Il solstizio d’inverno è un momento di passaggio ciclico considerato nell’antichità
magico e drammatico: i giorni diventano sempre più corti e bui, fino ad arrivare alla
notte più lunga dell’anno. L’oscurità prende il sopravvento sulla luce, la notte è più
lunga del giorno.
Tutta la natura è come sospesa in questa morte simbolica che attende una
resurrezione. Morte della luce, morte del sole come divinità fecondante e portatrice
di calore, di vita, di benessere. Il sole cede il posto alla tenebra, per poi rinascere
come rigenerato. Le giornate dopo il solstizio divengono sempre un po’ più lunghe, e di
nuovo il potere del Dio Sole cresce e si manifesta nella sua luce.
E’ una simbologia carica di valenze magiche e propiziatorie centrate sul mito della
morte - rinascita. Morte del vecchio per il nuovo, morte dell’illuminare la notte,
candele, falò attorno a cui festeggiare per incoraggiare l’avvento della luce, la nuova
nascita del giorno ed il sole novello nella sua ascesa. Per celebrare le nozze della notte
più corta con il giorno più lungo. La rinascita del mondo.
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Questo fenomeno sicuramente era rimasto impresso nella mente dell'uomo fin dalle
epoche preistoriche, quando la diminuzione di luce e calore avrà fatto temere lo
spegnersi della stella che assicurava la vita sulla terra e che poi, in quasi tutte le
religioni antiche, fu personificata in un dio. Di qui i festeggiamenti per il suo
risorgere. E come non vedere qui l'origine delle tante leggende di dei morti e risorti, a
cominciare da Osiride.
Intorno a questa data (21 o 22 dicembre), quasi tutti i popoli celebravano (e lo fanno
tuttora) la nascita di esseri divini e/o soprannaturali: come ad esempio dimostrano le
costruzioni megalitiche di Stonehenge, in Gran Bretagna, di Newgrange, Knowth e
Dowth, in Irlanda o attorno alle incisioni rupestri di Bohuslan, in Iran, e della Val
Camonica, in Italia, già in epoca preistorica e protostorica. Lo stesso fenomeno fu
invariabilmente atteso e magnificato dall’insieme delle popolazioni indoeuropee: i
Gallo-Celti lo denominarono “Alban Arthuan” (”rinascita del dio Sole”); i Germani,
“Yulè” (la “ruota dell’anno”); gli Scandinavi “Jul” (”ruota solare”); i Finnici “July”
(”tempesta di neve”); i Lapponi “Juvla”; i Russi “Karatciun” (il “giorno più corto”).
Dopo il 21 Dicembre la "luce" comincerà ad aumentare, anche se in modo ancora poco
percettibile il giorno si allungherà. Il sole comincia ad allargare il suo cammino nel
cielo, ciò equivale simbolicamente ad una rinascita; così come il seme si prepara a
rompere le zolle per emergere alla luce ed il giorno comincia a guadagnare terreno
sulla notte, altrettanto inizia ad aumentare la luce interiore di colui che ha intrapreso
il suo cammino spirituale.
Il Solstizio d’Inverno è occasione per “scrutare” dentro sé stessi per cercare e
riconoscere le proprie angosce, paure e dubbi. E’ arrivato il momento di affrontare,
sconfiggere e lasciar andare via tutto ciò che limita e frena la nostra nuova crescita.
E’ tempo di liberarsi dal peso dei dubbi e dell’incertezze che pesando sulla nostra
“vitalità” ci allontanano da un nuovo avvio, da un nuovo risveglio.
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