LA MACROECONOMIA DAGLI ANNI 60 AD OGGI Il dibattito si

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La sintesi neoclassica
LA MACROECONOMIA DAGLI ANNI 60 AD OGGI
Il dibattito si concentra, fino ad oggi, su una serie di temi di vasta portata, tra cui:
−
la natura e le cause della crescita economica;
−
le fonti dell’ instabilità dei sistemi economici di mercato e i possibili rimedi;
−
la relazione tra i due principali indicatori di “malessere economico” aggregato: inflazione e disoccupazione;
−
la natura dell’efficienza a livello aggregato delle moderne economie di mercato;
−
la ricerca di un quadro teorico e interpretativo a un tempo coerente e empiricamente efficace nello spiegare i
principali fenomeni macro;
l’indirizzo preso dalla ricerca su questi temi nasce da una “rottura
epocale”:
Dopo gli anni trenta e la grande depressione Keynes diede vita a una
scissione tra l’analisi micro e quella macroeconomica
Facoltà di Economia
Sapienza Università di Roma
E. Marchetti
La sintesi neoclassica
Problema:
le due visioni, quella macro di Keynes (della “Teoria generale”) e quella microeconomica di derivazione walrasiana
sono apparentemente inconciliabili.
E’ possibile studiare i fenomeni economici secondo due prospettive concettuali profondamente eterogenee?
◊
la visione keynesiana appariva (almeno fino agli anni 70) più “realistica”;
◊
l’impostazione walrasiana però (specie dopo i progressi della teoria EEG Arrow-Debreu anni 50-60) era più
coerente e completa.
Era possibile una ricomposizione?
Nel secondo dopoguerra, gli studiosi optarono per soluzione “di compromesso”, la:
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Sintesi neoclassica
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Principali esponenti:
Hicks, Solow, Samuelson, Modigliani, Tobin, ecc.
Essa diverrà l’”ortodossia” macroeconomica per tutti gli anni 50 e 60…
Gli elementi fondamentali della sintesi neoclassica: Nel breve periodo, l’economia secondo l’ AD – AS:
P
W/P
NS
W /P*
I contratti salariali nominali sono rigidi:
(W / P )P
P*
se sono fissati a un livello troppo alto
(come W ), ciò spiega la
dY/dN
AD
Y*
YP
Y
N*
presenza di disoccupazione involontaria
nel breve periodo.
NP
U
Y
Y
45°
Y
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N
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−
Nel corso del tempo, però, i contratti salariali vengono necessariamente rivisti: non si possono ignorare le pressioni
⇒ ci si sposta verso l’equilibrio walrasiano (YP , N P ) :
degli eccessi di domanda o offerta
P
W/ P
NS
Dunque:
W /P*
„ “Keynes nel breve periodo”
ASL
(W / P )P
PP
„ “Walras nel lungo periodo”
dY/dN
AD
Y*
YP
Y
Y
N*
Il “lungo periodo” è quello
necessario alla revisione dei
contratti W :
NP
≤
del “ (più) lungo periodo”
necessario
a
modificare
gli
impianti….
Y
45°
Y
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N
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Dal punto di vista teorico, la macroeconomia keynesiana diventava un caso particolare della più generale teoria
walrasiana:
restava comunque di ampia rilevanza pratica (soprattutto per la politica economica).
Alcuni contributi della sintesi neoclassica:
- primi modelli econometrici a livello macro;
- studio del fine tuning della politica di stabilizzazione;
- sviluppi nell’analisi della crescita (Solow …).
Critiche e sviluppi successivi:
soprattutto le critiche avanzate dalla “scuola di Chicago” aprono la strada alla riproposizione delle tematiche più
coerentemente walrasiane in macroeconomia…(Friedman, Lucas, …)
Il modello macroeconomico dinamico della sintesi:
Al centro di questo schema macro si trova un problema che fa da sfondo a buona parte del dibattito macroeconomico
degli ultimi decenni:
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La relazione tra inflazione e disoccupazione
Sono i due principali indicatori di malessere macroeconomico… e i due principali fenomeni macro di breve periodo…
Come si può analizzare il tasso di variazione dei prezzi (inflazione)?
~
Relazione tra Wt e ut :
~
Wt = w(ut )
con:
~
dWt
<0
dut
Curva di Phillips:
e:
~ W − Wt −1
Wt = t
Wt −1
ut =
LFt − N t
LFt
ut può includere sia i disoccupati involontari che quelli volontari
Si tratta di una relazione empirica tra tasso di variazione dei salari nominali (inflazione salariale) e tasso di
disoccupazione.
Per la prima volta fu scoperta da W.A. Phillips nel 1958 da uno studio sui dati di lungo periodo inglesi.
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Ecco uno dei grafici originali dei dati di Phillips (1958):
Periodo: 1913 – 1948 in UK.
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~
Wt
Curva di Phillips (nei salari):
ut
u
~
perché esiste questa relazione negativa tra Wt e ut ?
Meccanismo di disciplina dei lavoratori
la disoccupazione riduce il potere contrattuale dei
lavoratori o dei sindacati:
ut ↑
~
Wt ↓
Squilibrio domanda–offerta di lavoro
- se domanda N > offerta N
~
Wt > 0
- se domanda N < offerta N
~
Wt < 0
- se domanda N = offerta N
~
Wt = 0
minor forza contrattuale
meno rivendicazioni
ricorda l’esercito industriale di riserva di Marx.
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si può ipotizzare in tal caso che tanto più grande sia il divario tra
domanda e offerta, tanto più intensamente varieranno i salari.
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Dai salari nominali ai prezzi.
Assumiamo un AS orizzontale:
P
~
Pt
con q e π costanti;
= (1 + π )
=
WN
Y
=
(1 + π )
W
q
(oligopolio):
Wt
W
− (1 + π ) t −1
q
q
W
(1 + π ) t −1
q
(1 + π )
Pt − Pt −1
Pt −1
=
=
Wt − Wt −1
~
= Wt
Wt −1
Curva di Phillips in Italia (1959-1969)
9,0
e quindi:
con:
~
dPt
<0
dut
~
la relazione Pt = p (ut ) implica un
andamento prociclico
dell’inflazione:
7,0
6,0
Tasso di inflazione
~
Pt = p (ut )
8,0
5,0
4,0
3,0
2,0
1,0
0,0
-1,0
-2,0
2,0
2,5
3,0
3,5
4,0
4,5
5,0
5,5
Tasso di disoccupazione
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6,0
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~
P
Curva di Phillips nei prezzi
u
Generalizzata in questa forma da Samuelson
e Solow nel 1960.
u
E’ stata interpretata come un menù per la
politica economica.
u era considerato come il tasso al quale (in
assenza di inflazione) i sindacati non
avanzavano rivendicazioni – ma poteva
comportare disoccupazione involontaria.
La sintesi neoclassica utilizza la curva di Phillips per:
- spiegare la relazione tra inflazione e disoccupazione;
- analizzare il “menù” di politica economica;
- rendere dinamico il modello AD – AS.
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Il lato dell’offerta, la AS:
Curva di Phillips lineare:
~
Pt = η (u − ut )
definizione:
ut =
LF − N t
LF
ipotesi: produttività del lavoro costante;
η >0
ut = u
⇒
~
Pt = 0
cioè:
Y
=q
N
sostituendo
Nt =
Yt > Y
È una
⇒
~
Pt > 0 ;
o anche:
curva di offerta aggregata AS nell’inflazione:
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Yt
q
in
~
⎛N −N⎞
Pt = η ⎜ t
⎟,
LF
⎝
⎠
Y = reddito per cui si ha inflazione nulla
Ciò consente di ottenere una relazione tra inflazione e output dal lato dell’offerta:
se
~
⎛N −N ⎞
Pt = η ⎜ t
⎟
⎝ LF ⎠
sostituendo nella curva di Phillips:
⎛Y −Y ⎞
~
Pt = η ⎜ t
⎟
q
⋅
LF
⎝
⎠
si ottiene:
se:
Yt = Y +
~
Pt = θ (Yt − Y )
con θ =
η
qLF
>0
1~
Pt
θ
maggiore reddito
maggior inflazione.
E. Marchetti
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