Teoria della crescita - I TEORIA DELLA CRESCITA Differenza tra sviluppo economico e Crescita: crescita economica PIL reale - Italia 1970-2003 13,8 13,7 PIL reale (logaritmi) 13,6 13,5 13,4 13,3 PIL reale Trend di lungo periodo 13,2 13,1 13 Anni Obiettivo: spiegare il trend Facoltà di Economia Sapienza Università di Roma E. Marchetti Teoria della crescita - I La teoria della crescita neoclassica: il modello di Solow Un solo bene omogeneo (approccio macro); economia chiusa; senza P.A.; concorrenza perfetta; tempo continuo: alcune endogene variano in t in modo continuo. 4 mercati: - mercato dei beni: Y, C, I mercato S – I mercato del lavoro (offerta inelastica N al pieno impiego) mercato del capitale K. Funzione di produzione: Yt = f ( Et ⋅ N t , K t ) dEt 1 ⋅ = λ tasso di crescita del progresso tecnico dt Et Rendimenti costanti di scala: dN t 1 ⋅ = n tasso di crescita popolazione (off. lavoro) dt N t xYt = f ( x( Et ⋅ N t ), xK t ) poniamo: x = Facoltà di Economia Sapienza Università di Roma Et = progresso tecnico labour augmenting 1 Et ⋅ N t ⇒ ⎛ Yt = f ⎜⎜1, Et ⋅ N t ⎝ Kt Et ⋅ N t ⎞ ⎟⎟ ⎠ E. Marchetti Teoria della crescita - I yt = φ ( k t ) Funzione di produzione in forma intensiva: con: yt = Yt ; Et ⋅ N t kt = Kt Et ⋅ N t ⇒ La funzione di produzione in forma intensiva conserva le proprietà della produttività marginale dei fattori: d2y <0 dk 2 dy >0 dk y oppure: φ ' (k ) > 0 φ ' ' (k ) < 0 y = φ (k ) tan a = Nota: y Y / EN Y = = k K / EN K inverso del rapporto capitale/prodotto - lim φ ′(k ) = ∞ k →0 - lim φ ′(k ) = 0 k →∞ tan a k Facoltà di Economia Sapienza Università di Roma E. Marchetti Teoria della crescita - I Accumulazione: d (K / EN ) = dt Ma risulta: Cioè: dK t = I t − δK t dt In termini intensivi: dK 1 dN K − − dt EN dt E ( N )2 dk dK 1 = − nk − λk dt dt EN Quindi, in termini intesivi: dE K dt N (E )2 dK 1 dk = + nk + λk dt EN dt dkt = it − (n + λ + δ )kt dt Risparmio = quota costante del reddito: st = syt = sφ (kt ) Per cui: dkt = sφ (kt ) − (n + λ + δ )kt dt In steady state k non varia nel tempo: dkt/dt = 0 Facoltà di Economia Sapienza Università di Roma dK t 1 = it − δkt dt Et N t Equilibrio da cui: I = S: it = sφ (kt ) sφ (k *) = (n + λ + δ )k * E. Marchetti Teoria della crescita - I Graficamente: nello steady state (o stato stazionario) y, i, k sono costanti nel tempo φ (k ) y, i (n + λ + δ )k s ⋅ φ (k ) Il sistema finirà inevitabilmente nello stato stazionario kt = k * ∀t Si consideri l’equazione differenziale che descrive l’evoluzione di k nel tempo in equilibrio: dkt = sφ (kt ) − (n + λ + δ )kt dt k* k Possiamo considerare espressa da: dkt dt come una funzione di k sφ (kt ) − (n + λ + δ )kt ; Graficamente la relazione tra Facoltà di Economia Sapienza Università di Roma dkt dt e sφ (kt ) − (n + λ + δ )kt è espressa dal diagramma di fase: E. Marchetti Teoria della crescita - I La forma di sφ (kt ) − (n + λ + δ )kt è data dall’andamento di φ ′ : la derivata è: sφ ′(k ) − (n + λ + δ ) meccanismo economico dkt dt i mercati dei fattori sono in concorrenza perfetta: ∂f rt = = φ ′(kt ) ∂K t k* kt φ ′(k ) alta Se k < k * ⇒ alto ⇒ k cresce ⇒ r alto φ ′(k ) bassa Se k > k * ⇒ basso ⇒ k cala ⇒ r basso ⇒ i ⇒ sφ (kt ) − (n + λ + δ )kt In stato uniforme ( kt = k * ), tutte le variabili endogene (Y, K, I.) crescono allo stesso tasso: poiché K è costante le proporzioni non cambiano sentiero di crescita bilanciata: EN Facoltà di Economia Sapienza Università di Roma gn = n + λ Y K e N N crescono al tasso λ E. Marchetti i Teoria della crescita - I Effetti di un aumento della propensione marginale al risparmio s: (n + λ + δ )k y, i s '⋅φ (k ) A s ⋅ φ (k ) nuovo stato stazionario: k** k* k** k In A il risparmio s ′φ (k *) è ora aumentato: ⇒ aumenta i,s ⇒ cresce k ⇒ si arriva a k** (e k lì si ferma…) Risultato finale: Facoltà di Economia Sapienza Università di Roma k è aumentato ma g n è rimasto invariato Per far variare g n devono cambiare n o λ . E. Marchetti Teoria della crescita - I Confronto con i fatti stilizzati: Il modello di Solow spiega questi fatti stilizzati della crescita: - il rapporto K/Y è all’incirca costante; - tasso di crescita di Y e di K maggiori di n; - le quote di reddito che vanno ai fattori (capitale e lavoro) restano costanti… ma non riesce a spiegare questi: - se λ è esogeno, allora tutti i paesi dovrebbero nel lungo periodo sperimentare tassi di crescita di Y/N simili: ciò non accade… - siccome Y/N è maggiore nei paesi sviluppati, questi dovrebbero avere anche un maggior K/N; questo è vero, ma nella realtà il divario tra OCSE e PVS nel rapporto K/N è troppo basso per spiegare empiricamente la differenza in Y/N; o es.: (Y/NUSA) / (Y/NIndia) = 14,7 (1951-2004) allora con α =0,33 (K/NUSA) / (K/NIndia) = 1000 ! - se (K/NOCSE) > (K/NPVS) allora dovrebbe essere: rOCSE < rPVS e il capitale dovrebbe fluire dai paesi sviluppati a quelli in via di sviluppo; queste differenze nei tassi r, così come i flussi di capitale, sono troppo limitate nella realtà… Facoltà di Economia Sapienza Università di Roma E. Marchetti