s peciale L’esame di Stato In attesa di eventuali novità, eccoci agli esami Sd n. 9 • maggio 2016 (a cura di Pierpaolo Triani) 44 Come è noto la legge 107/2015 al comma 181 elenca diversi punti sui quali è data delega al Governo di intervenire entro diciotto mesi dall’entrata in vigore della legge. Tra questi al punto i) si legge: “adeguamento della normativa in materia di valutazione e certificazione delle competenze degli studenti, nonché degli esami di Stato, anche in raccordo con la normativa vigente in materia di certificazione delle competenze, attraverso: 1) la revisione delle modalità di valutazione e certificazione delle competenze degli studenti del primo ciclo di istruzione, mettendo in rilievo la funzione formativa e di orientamento della valutazione, e delle modalità di svolgimento dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo; 2) la revisione delle modalità di svolgimento degli esami di Stato relativi ai percorsi di studio della scuola Secondaria di II grado in coerenza con quanto previsto dai regolamenti di cui ai decreti del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, nn. 87, 88 e 89”. Sembrano esserci dunque novità all’orizzonte, ma per l’anno scolastico in corso gli studenti e gli insegnanti saranno impegnati nell’esame di Stato secondo la formula consueta. Come da “tradizione” vogliamo accompagnare anche in quest’annata il lavoro dei docenti proponendo spunti per la costruzione delle prove di esame, convinti, per richiamare il passo della legge appena citato, che la valutazione abbia principalmente una funzione formativa e di orientamento. Nel numero 9/2015 il prof. Cattaneo suggeriva alcune attenzioni per i docenti e per i membri delle varie Commissione d’Esame; pur sinteticamente è opportuno riprendere: • la prima consiste nel rispettare le indicazioni deliberate dal Collegio dei Docenti circa le tipologie di prove, i criteri di valutazione delle prove scritte e della prova orale e le informazioni circa gli alunni con BES in merito alle misure dispensative e agli strumenti compensativi. La Commissione d’Esame è tenuta a rispettare la delibera del Collegio dei Docenti, salvo eventuali integrazioni e/o correzioni qualora si rilevassero delle incongruenze, od omissioni nei dati forniti. In tal caso la Commissione d’esame nell’assemblea preliminare è tenuta a rendere regolare e coerente la delibera del Collegio Docenti con la normativa vigente; • la seconda riguarda la formulazione dei testi delle prove, rispettando i criteri di collegialità e la coerenza con il curricolo di istituto della scuola, con riferimento alle Indicazioni Nazionali 2012 relative al primo ciclo di istruzione. Il criterio della “coerenza” delle prove proposte e con le Indicazioni nazionali, verificato attraverso il Curricolo di Istituto agli atti della scuola e a disposizione della Commissione, è fondamentale per un sereno, proficuo e regolare svolgimento dell’esame di Stato; • la terza riguarda il colloquio pluridisciplinare, volto ad accertare le competenze comunicative, organizzative, di collegamento tra i vari argomenti, di osservazioni critiche e/o opinioni e pareri personali del candidato nei confronti delle questioni poste all’allievo/a dalla Commissione. Va ricordato che il colloquio pluridisciplinare non va inteso come la sommatoria delle domande di ciascun membro della commissione. Sarebbe opportuno che nel colloquio si desse spazio e voce ai docenti delle materie non contemplate nelle prove scritte. Pertanto non è necessario, né è previsto dalle norme sull’esame di Stato, che ogni membro della Commissione sia tenuto a porre domande al candidato o candidata. Spesso il colloquio pluridisciplinare è centrato su un prodotto (la cosiddetta tesina) dello studente. A questo strumento didattico e valutativo abbiamo perciò voluto dedicare un articolo specifico di approfondimento che possa essere di supporto anche alle ragazze e ai ragazzi. Infine una parola sulle prove Invalsi che sono spesso fonte di preoccupazione. Più volte abbiamo scritto in merito ai dubbi circa la loro presenza dentro l’esame di Stato secondo la formula attuale e speriamo che la riforma delle modalità possa dare maggiore coerenza all’impianto generale e soprattutto “snellirlo”, in quanto oggi l’esame finale della scuola Secondaria di I grado risulta troppo carico di prove. Nel presente numero però non entriamo in questi aspetti, offriamo invece (nella sezione approfondimenti) un altro tipo di contributo attraverso i risultati di un attento lavoro di ricerca svolto da Barabanti e Montagnoli, dedicato alle prove Invalsi di Matematica del 2013/14. Crediamo infatti che questo tipo di studi possa apportare un significativo contributo al rinnovamento della cultura valutativa.