COME E PERCHÉ LE DONNE ENTRARONO NEL ROTARY Vorrei

COME E PERCHÉ LE DONNE ENTRARONO NEL ROTARY
Vorrei ricordare che la regola originaria del Rotary International era: “Possono diventare membri
dei Rotary Club soltanto gli uomini, intesi come esseri umani di sesso maschile”. Le caratteristiche
sono indicate con i termini inglesi men e male persons. Dal 1989 l’attuale regola del Rotary
International dice: “Possono diventare membri di un Rotary Club esseri umani di entrambi i sessi,
anche di quello femminile”. Nello Statuto del Rotary International, dopo tale modifica, determinata
da quanto tra poco dirò, è scritto che le persone che possono entrare a far parte di un Rotary Club,
sono indicate solo con la parola persons. Questa modifica permette a ciascun Rotary Club di
ammettere soci di sesso femminile in due casi: quando le leggi locali lo impongano (questo è il caso
della California, come vedremo) e quando un Club lo scelga liberamente.
Come si è arrivati a modificare le primitive regole di accettazione nei Club. Non è stata sicuramente
una scelta del Rotary ma una imposizione dovuta a due sentenze: una della Corte d’Appello della
California nel 1986 e una della Corte Suprema degli Stati Uniti nel 1987. La lunga storia inizia nel
1977 quando il Rotary Club di Duarte in California, fece entrare in qualità di soci tre donne. Il
Consiglio Direttivo del Rotary International dichiarò una tale decisione al di fuori dello Statuto per
cui, dopo un procedimento interno, dichiarò l’espulsione del Club di Duarte dal Rotary
International.
Il Club di Duarte e due donne già ammesse come socie, impugnarono quanto era stato deciso dal
Consiglio Centrale del Rotary International, per illegittimità, davanti alla Corte Superiore della
Contea di Los Angeles in quanto la decisione era contraria a una legge californiana del 1959 dove
era stabilito che “tutte le persone soggette alla giurisdizione dello Stato della California sono libere
ed uguali, e devono avere accesso, senza distinzione di sesso, razza, colore, religione, antenati,
origine nazionale, ad agevolazioni, vantaggi, privilegi e servizi in tutti i businnes establishments, di
qualunque specie essi siano”.
Nel 1983 la Corte rigettò tale ricorso in quanto, pur riconoscendo che qualche rotariano avesse
potuto trarre vantaggio sui propri affari nella qualità di socio, tuttavia giudicava ciò un aspetto
secondario e accidentale rispetto agli scopi principali dell’associazione che sono quelli di
promuovere l’amicizia, la fratellanza e sviluppare attività di servizio a vantaggio della società.
Concludeva perciò che nessun Rotary Club poteva essere paragonato a businnes establishment. Non
finisce qui la vicenda. Infatti...
Nel ricorso a tale decisione la Corte d’Appello della California, nel 1986, stabilì invece che i Rotary
Club potevano essere businnes establishment e perciò ricadevano in quanto stabilito nella legge del
1959 che il Club di Duarte aveva presentato nella prima richiesta alla Corte Superiore della Contea.
L’ultima decisione della Corte d’Appello, riguardava comunque solo i Club californiani, in quanto
unici Club Rotariani soggetti alla legislazione californiana. In questa decisione si riconosceva che i
vantaggi per l’attività perso- nale d’affari dei soci dei Rotary Club non potevano essere considerati
accidentali ma erano invece “un fattore che motivava ad aderire ai Club locali” e che i vantaggi
per gli affari erano “goduti e capitalizzati dai rotariani”.
Un’ulteriore decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti del 1987, confermò la decisione della
Corte d’Appello della California in quanto la decisione californiana che impone di ammettere soci
di genere femminile non viola il primo emendamento della Costituzione che garantisce tra l’altro la
libertà di associazione. Tale decisione poggia su tre punti principali:
A) Il Rotary International essendo un’associazione di migliaia di Club locali non poteva vantare i
diritti costituzionali che garantivano l’autonomia di un’associazione privata. La relazione tra
rotariani non può essere qualificata come intima e privata, perciò non può essere invocata la
protezione costituzionale. Ciò è anche dimostrato dalla dimensione dei Club da 20 a 900 soci con
un movimento annuale in entrata e in uscita del 10% circa dei soci. Si precisa inoltre che lo scopo
dei Club locali è quello di rappresentare l’attività degli affari e professionali della comunità, aiutarla
con il servizio, innalzare lo standard degli affari e della professione dei soci e migliorare le relazioni
internazionali: questi scopi non possono essere riportati all’intimità o riservatezza. Per quanto
riguarda lo stile delle attività bisogna ricordare che molte sono svolte in presenza di estranei (soci di
altri Club, ospiti dei soci, familiari dei soci anche di sesso femminile) e questo perché i Club
intendono essere “porte e finestre aperte su tutto il mondo”.
B) Il diritto di associarsi è costituzionalmente garantito: impedimenti al diritto di scegliere la
propria associazione può costituire una violazione. Non risultava poi che l’ingresso delle donne
potesse impedire o limitare gli scopi dei Rotary Club locali.
C) Infine la Corte Suprema giudicò che la limitazione all’autonomia dei Rotary Club fosse
giustificata dall’interesse pubblico generale di eliminare discriminazioni nei confronti delle donne.
Dopo tali sentenze nel 1989 il Consiglio di Legislazione del Rotary International è obbligato a
modificare alcuni punti del suo Statuto come già ho detto all’inizio, sostituendo il primo punto che
solo esseri umani di sesso maschile possono essere soci del Club, con la frase che possono far parte,
come soci del Club, esseri umani di entrambi i sessi. Il terzo punto dello Statuto, che riguarda la
composizione dei Club alla lettera d) dice che nonostante qualsiasi altra disposizione dello Statuto o
del Regolamento Tipo dei Rotary Club, che devono essere uguali in tutti i Club del mondo, “un
Club può limitare il suo effettivo a persone dello stesso sesso, a meno che tale limitazione sia
contraria alle leggi del Paese in cui è situato il Club in questione”. Questo punto è molto
controverso e male interpretato ma anche giusto se si pensa che è rivolto anzitutto ai Club sotto la
giurisdizione californiana e ai vari paesi dove la donna non può neanche uscire da casa da sola o
mostrare in pubblico il suo volto. E dove sarebbe impossibile farla diventare addirittura socia di un
Club formato in assoluta prevalenza da uomini.
Oggi in quasi tutti i Paesi del mondo si trovano Club misti, molti di sole donne. Nei Club italiani ma
anche sardi, sono presenti donne e in alcuni si sono avuti Presidenti donne. In Sardegna: Vannina
Mulas a Dorgali, Paola Basoli due volte a Ozieri, Rita Bomboi a Siniscola, Lia Puggioni nel Club
Ogliastra. Nel mondo oltre 30 Distretti hanno un Governatore donna.
È il Club nella sua autonomia che dovrà senza nessun preconcetto o limitazione vagliare quando o
se è possibile accogliere nel suo organico delle donne scegliendo, come si fa per gli uomini, tra
“persone adulte, di buon carattere e di buona reputazione nel campo degli affari o in una
professione o attività rispettabile e riconosciuta o ricoprano una importante posizione con funzioni
direttive e autorità decisionale”.
Vorrei terminare questo intervento con una considerazione: ciò che è successo in America
sicuramente non sarebbe potuto accadere in Italia. Infatti il nostro diritto è molto più formale di
quello americano e soprattutto la linea di confine che separa il “pubblico” dal “privato” è molto
diversa da quella che è presente nella società e nel diritto americano.
Nel nostro diritto la garanzia dell’eguaglianza senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione,
opinioni politiche, condizioni personali o sociali, deve essere rispettata da ogni legge ordinaria.
Pertanto una legge (ma non uno statuto di una associazione) che prevedesse discriminazioni in tal
senso, sarebbe illegittima. Da considerare poi che negli Stati Uniti l’associazionismo privato è una
realtà assolutamente opposta , sul piano sociale, a quella che si può trovare non solo in Italia ma in
tutta l’Europa Continentale, in quanto costituisce un aspetto fondamentale nella società. Pertanto
materie che in Italia vengono considerate assolutamente private, in America assumono un aspetto di
interesse pubblico e perciò tali da prevalere sull’autonomia dei privati cittadini.
Corda Giovanni, “La storia del Rotary Club di Sassari”, Delfino, 1998, pagg. 17-21