TERRITORI SOCIOLOGICI 4 Collana diretta da Agnese Vardanega Territori Sociologici I Libri www.territorisociologici.info COMITATO SCIENTIFICO: Nico Bortoletto (Teramo); Saša Božić Zadar); Leonardo Cannavò; (“Sapienza” Roma); Emilio Cocco (Teramo); Rossella di Federico (Teramo); Consuelo Diodati (Teramo); Enrico Del Colle (Teramo); Luigi Frudà; (“Sapienza” Roma); Paolo Giuntarelli (Roma Tre); Biljana Kašic (Zadar); Catherine Leone (Wisconsin–Manitowoc); Nicola Mattoscio (Chieti–Pescara); Barbara Mazza (Teramo); Everardo Minardi (Teramo); Asterio Savelli (Bologna–Forlì); Roberto Veraldi (Chieti–Pescara); Stefania Vergati (“Sapienza” Roma). DIREZIONE: Agnese Vardanega [email protected] REDAZIONE: E. Cocco, C. Diodati, R. Mastromarini, R. Salvatore Università degli Studi di Teramo Campus Coste Sant’Agostino – Teramo (64100) [email protected] Territori Sociologici è anche su Facebook: (http://www.facebook.com/ territorisociologici) e Twitter (@TerrSociologici) TePoSS Dipartimento di Teorie e politiche delle sviluppo sociale TERRITORI SOCIOLOGICI Costola della collana di working papers, questa serie di volumi accoglie monografie e curatele più corposi (dalle 100 pp. in su), ma sempre dedicati alla presentazione di risultati di ricerca empirica, approfondimenti teorici sui concetti, riflessioni sui metodi e le tecniche della ricerca sociale. Insieme ai libri, è possibile pubblicare materiali on-line (slideshow e foto), che possano proficuamente affiancare ed integrare il testo. La collana è aperta a tutti, ma è particolarmente attenta al lavoro di dottorandi, assegnisti di ricerca e giovani ricercatori (ampiamente rappresentati nel comitato scientifico). Lucia Ciampi Media e produzione culturale Focus sull’opinione pubblica Copyright © MMXIII ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, 133/A–B 00173 Roma (06) 93781065 ISBN 978–88–548–5769–8 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: gennaio 2013 Indice Premessa ................................................................................. 5 Capitolo 1 Definizioni di opinione pubblica: dalla modernità alla post-modernità ........................................................................ 9 1.1 Uno sguardo sull’opinione pubblica oggi ......................... 9 1.2 Società, media e opinione pubblica ................................ 13 1.2.1 La società contemporanea: caratteristiche e definizioni.............................................................................. 18 1.3 Il concetto di opinione pubblica: verso una graduale definizione ............................................................................ 22 1.3.1 Le radici epistemologiche delle concezioni di opinione pubblica ................................................................................27 1.4 Opinione pubblica e democrazia..................................... 31 Capitolo 2 Teorie, modelli e paradigmi nella scienza dell’opinione pubblica ................................................................................. 37 2.1 Nascita ed evoluzione della scienza dell'opinione pubblica ................................................................................. 37 2.2 Walter Lippmann: come si forma l'opinione pubblica.... 42 2.3 Jürgen Habermas: le due varianti del modello di opinione pubblica .................................................................. 44 2.4 Elisabeth Noelle-Neumann: dal conformismo sociale al clima d’opinione ................................................................... 52 2.5 Irving Crespi: l’opinione pubblica come processo transattivo e comunicativo a tre dimensioni ......................... 56 1 2 Indice Capitolo 3 Dai primi sondaggi sull’opinione pubblica alla sondocrazia 61 3.1 L’approccio empirico allo studio dell’opinione pubblica: pregi e limiti ......................................................................... 61 3.1.1 La provocazione di Bourdieu e la sua critica «estremista».......................................................................... 64 3.2 Alcuni rilievi critici ricorrenti nel dibattito attuale sui sondaggi................................................................................ 66 3.3 Il problema metodologico della qualità e affidabilità dei sondaggi................................................................................ 71 3.4 Opinione pubblica, media e politica nel caso italiano .... 76 3.4.1 L’ influenza dei sondaggi sulle campagne elettorali e sul voto ................................................................................. 81 3.5 Il modello deliberativo: portata e limiti .......................... 83 Capitolo 4 Il “campo demoscopico”: una proposta di definizione dei referenti sociali dell’opinione pubblica ................................ 91 4.1 L’opinione pubblica: una definizione carente ................ 91 4.2 Il concetto di “campo demoscopico”.............................. 95 4.2.1 Le componenti del campo demoscopico: i pubblici .... 96 4.2.2 Élite e leader ............................................................. 100 4.2.3 I media: tra agenda setting e agenda building.......... 102 4.2.4 L’opinione pubblica come prodotto di diversi tipi di opinione .............................................................................. 104 4.3 I canali .......................................................................... 105 4.3.1 I canali secondari: le dicerie e i microambiti territoriali ........................................................................... 107 4.3.2 I portatori di opinione ............................................... 109 4.4 Dal processo di costruzione dell'opinione pubblica al suo esito finale .......................................................................... 111 4.4.1 La percezione erronea dell'opinione pubblica .......... 113 4.5 I dispositivi del processo di opinion-building .............. 115 4.5.1 L’imprenditore cognitivo........................................... 116 4.5.2 Il dibattito pubblico mediato ..................................... 117 4.5.3 Il clima d’opinione .................................................... 118 Indice 3 4.6 L’esito del processo: l’opinione pubblica come entità ambivalente ......................................................................... 122 Capitolo 5 L’analisi empirica dell'opinione pubblica: non solo sondaggi .............................................................................. 125 5.1 Le proposte metodologiche alternative ai sondaggi ..... 125 5.2 Le forme di espressione dell'opinione pubblica e i metodi per studiarle......................................................................... 129 5.2.1 Atteggiamento collettivo ............................................132 5.2.2 Opinione aggregata ...................................................134 5.2.3 Corrente d'opinione ................................................... 136 5.2.4 Movimento d'opinione................................................139 5.2.5 La ricomposizione di alcuni dilemmi teorici ............. 142 5.3 La costruzione sociale del significato di sicurezza nel discorso pubblico ................................................................ 145 5.3.1 La guerra del Kosovo (marzo - giugno 1999) : sicurezza internazionale e opinione pubblica ..................... 147 5.3.2 L’epidemia della polmonite atipica (Sars): la comunicazione del rischio sanitario ................................... 154 5.3.3 L’incidente alla Thyssenkrupp: l’insicurezza del lavoro e sul lavoro.......................................................................... 156 5.3.4 La sicurezza urbana a Roma ..................................... 157 5.3.5 Qualche osservazione conclusiva .............................. 161 Capitolo 6 Agenda dei media e agenda del pubblico: il caso tv del programma Vieni via con me .............................................. 163 6.1 Effetto agenda setting: potente o limitato? ................... 163 6.2 Un’indagine di pre-testing sul pubblico del programma Vieni via con me .................................................................. 167 6.2.1 Classificazione dei temi in agenda nel programma Vieni via con me .................................................................. 169 6.2.2 Lo strumento di rilevazione, le modalità di somministrazione e il campionamento ................................ 171 6.2.3 La struttura del questionario ..................................... 173 6.3 I risultati dell'indagine: caratteristiche del campione raggiunto ............................................................................. 177 4 Indice 6.3.1 Le fonti di informazione e la fruizione del programma ............................................................................................ 180 6.3.2 Verifica dell’effetto agenda setting ........................... 186 6.3.3 Risultati conclusivi .................................................... 196 Capitolo 7 I media, la politica ed i cittadini ......................................... 199 7.1 Un cambiamento di rotta .............................................. 199 7.2 La mediatizzazione ed i suoi effetti .............................. 201 7.2 1 Effetti sistemici .......................................................... 201 7.3 L’opinione pubblica etero-diretta ................................. 205 7.3.1 Il potere della tv nel dirigere l’opinione pubblica .... 205 7.3.2 Gli effetti dei sondaggi .............................................. 207 7.4 Dagli obiettivi ai risultati della ricerca ......................... 208 7.4.1 Obiettivi dell’indagine ............................................... 208 7.4.2 Il contesto dei dati: i temi su cui dibattere……..........209 7.4.3 L’analisi testuale: aspetti metodologici .................... 210 7.4.4 Il corpus: definizione, preparazione e importazione in Lexico3 ............................................................................... 211 7.4.5 Il vocabolario ............................................................ 212 7.4.6 Lemmi-tematici .......................................................... 215 7.4.7 L’analisi dei lemmi-tematici rispetto alle variabili ... 216 7.4.8 Chi parla di più? e di cosa? ...................................... 216 7.4.9 Quali i temi più trattati nei singoli programmi? ....... 220 7.4.10 Primi risultati, verso l’analisi delle specificità ....... 224 7.5 De Magistris - Lettieri: due modi opposti di fare propaganda ......................................................................... 225 7.6 Percorrendo le vie della persuasione ............................ 228 7.7 De Magistris – Lettieri: Conclusioni di un dibattito..... 232 Conclusioni ......................................................................... 235 Bibliografia ......................................................................... 241 Indice dei nomi……..………………..................................257 Indice degli argomenti…………..………………………...261 Questionario per l’indagine sul pubblico televisivo di Vieni via con me ........................................................................... 263 Premessa Media e produzione culturale nel corso del tempo hanno acquisito un legame inscindibile per effetto del processo di “mediatizzazione della cultura” (Thompson, tr. it. 1998, p. 72), che costituisce uno dei tratti della società “moderna”. Tale processo è così definito per il ruolo svolto dai media tradizionali e dai nuovi media interattivi nella produzione di innumerevoli forme simboliche che hanno profondamente cambiato i modelli di comunicazione e interazione. Si è scelto come focus l'opinione pubblica, perché essa, oltre ad essere un prodotto culturale, produce cultura, intesa secondo l’accezione in cui sono centrali i simboli e i significati, ma anche la pratica, l’agency, l’azione umana, in quanto portatrice di significati1. E infatti, come si vedrà (par. 4.6), l’opinione pubblica, in quanto esito conclusivo di un processo, è un “precipitato cognitivo e simbolico” (Grossi, 2004, p. 158). 1 Secondo l'accezione di GEERTZ (1973), sia i simboli che i significati hanno un carattere pubblico, in quanto circolano, vengono intesi e scambiati dagli attori per ottenere la condivisione del senso comunicato. Successivamente, negli anni Ottanta e Novanta, si è affermato l'approccio “cultura come pratica”, così superando la carenza dell'impostazione di Geertz, che mancava di una dimensione pragmatica della cultura. Per quanto riguarda, in particolare, l’evoluzione degli approcci non solo sociologici al fenomeno della cultura, tra i numerosi contributi, si rinvia al recentissimo volume di S. PICCONE STELLA e L. SALMIERI (2012). 5 6 Premessa Inoltre, le frequenti citazioni dell'opinione pubblica nel dibattito politico, spesso esito dei sempre più ricorrenti sondaggi, la rendono protagonista del nostro tempo e non solo. Ma è un protagonismo alquanto problematico, come si vedrà nel corso del presente volume. Mentre mi accingevo a scrivere, ho deciso di destinare questo contributo innanzitutto agli studenti, il cui curriculum universitario riguarda la specifica formazione nel settore delle scienze politiche, sociali e della comunicazione, ma anche a tutti coloro che sono interessati a conoscere in maniera meno vaga questo fenomeno. Dalla scelta di tali destinatari derivano in gran parte gli obiettivi di questo lavoro: a) fornire una ricostruzione storica, seppur concisa e a grandi linee, delle definizioni di opinione pubblica, diverse in relazione sia alle differenti concezioni sia al variare dei contesti storico-sociali. Infatti l'opinione pubblica ha carattere processuale, in quanto cambia nel tempo; b) illustrare a grandi linee le teorie e quindi i principali modelli e paradigmi di analisi dell'opinione pubblica, da cui emerge il ruolo rilevante dei media. L'apparato teorico risulta indispensabile per individuare le componenti del fenomeno; c) indicare le metodologie più idonee per osservare, analizzare e misurare l'opinione pubblica, che non si riducono all'uso dei sondaggi. Anzi ad un’analisi critica di tale strumento di rilevazione sarà dedicata una parte di questo contributo; d) riportare alcuni esempi di ricerche empiriche sull'opinione pubblica, che si concentreranno soprattutto sul caso italiano. In parte il presente volume è anche il frutto dell’esperienza didattica e di ricerca realizzata con gli studenti che hanno frequentato il corso di Teorie e tecniche dell’opinione pubblica da me tenuto nell’a.a. 2010 – 2011. Dalla loro partecipazione attiva ho ricevuto stimoli fecondi, fino alla realizzazio- Premessa 7 ne di un’indagine empirica su uno specifico pubblico televisivo, che sarà illustrata in un capitolo dedicato. Ciò che emerge, ripercorrendo alcuni dei principali contributi sociologici sul fenomeno dell'opinione pubblica, è la non univocità delle definizioni e l’avvicendarsi di stratificazioni semiotiche, che ancor più si moltiplicano con lo sviluppo dei sistemi comunicativi. All'origine delle difficoltà di concettualizzazione certamente è la complessità del fenomeno e il suo carattere processuale, che fa cambiare di volta in volta il profilo dell'opinione pubblica in relazione ai diversi contesti storicosociali. Oltre alla complessità storica, bisogna aggiungere la sostanziale coincidenza tra ricerca comunicativa e ricerca sull'opinione pubblica nel caso della sociologia nordamericana a partire dalle ricerche dirette da P. F. Lazarsfeld nel secondo dopoguerra, portando a privilegiare la misurazione degli atteggiamenti individuali e collettivi, in particolare rispetto alle intenzioni di voto e ai consumi, e a cercare di cogliere i legami tra la distribuzione degli atteggiamenti e le influenze dei media. Ma già negli anni Trenta, con i primi sondaggi d'opinione avviati da Gallup, si adottava una definizione carente del concetto di opinione pubblica, in quanto intesa come somma delle opinioni individuali. Secondo l'ipotesi formulata da S. Cristante, l'opinione pubblica, se inizialmente rappresentava un soggetto sociale e comunicativo preciso (funzione della sfera pubblica liberale), successivamente un oggetto sociale scambiabile con il destinatario collettivo del processo di decisione (l’alias comunicativo del pubblico di massa della tarda modernità), oggi potrebbe essere analizzata sociologicamente «come contesto argomentativo allargato, luogo della creazione e dell'elaborazione delle issues» (Cristante, 1999, p. 13). Al di là delle varie definizioni più o meno carenti, resta da verificare, nel corso del presente volume, quale sia la concettualizzazione che permetta di giungere a una definizione operativa, dunque suscettibile di rilevazione empirica. Capitolo 1 Definizioni di opinione pubblica: dalla modernità alla post-modernità 1.1 Uno sguardo sull’opinione pubblica oggi L'identità dell'opinione pubblica oggi presenta una serie di tratti ambigui ancora più evidenti che in passato, così permettendo di introdurre al problema della definizione dello stesso concetto e delle diverse concezioni che il fenomeno ha ispirato. Nella società contemporanea ancora più l'opinione pubblica è concetto ambivalente per il suo oscillare tra autodirezione ed etero-direzione, emancipazione e costrizione, conflitto e consenso. Dal punto di vista lessicale “opinione pubblica” solo in apparenza è un ossimoro, in quanto sembra contrapporsi l'opinione, che è tipicamente privata e individuale, a ciò che è pubblico. Ma come sostiene Shlapentokh (1985, p. 445, cit. in Pitrone, 2009, p. 23): «Fino a quando le persone non sono consapevoli delle opinioni altrui, le loro opinioni rimangono individuali [...] si può parlare di opinione pubblica solo quando le persone cominciano a parlare fra loro. Solo quando la stampa le informa su opinioni divergenti si comincia a creare una forma di opinione pubblica». Ma oggi non esiste un'unica opinione pubblica: per la scarsa coesione delle società attuali, si verifica una frantumazione in una varietà di opinioni, che si diversificano mostrando quella oscillazione tra le dicotomie prima indicate. Con la scarsa coesio9 10 Capitolo 1 ne sociale si intreccia il fenomeno della globalizzazione e interdipendenza mondiale, che ha prodotto due tendenze complementari. Da un lato si sono create le condizioni per la formazione di un’opinione pubblica mondiale - in seguito alla globalizzazione dei processi politici, economici e sociali - che si affianca, si intreccia e si sovrappone con le opinioni pubbliche nazionali tradizionali (Grossi, 2004, op. cit.). A tale formazione contribuisce un sistema di informazione analogico e digitale (vecchi e nuovi media) sempre più pervasivo e globalizzato, che interagisce e si confronta con contesti politici e sociali diversi da quelli tradizionali della modernità occidentale. Dall'altro lato, secondo l'altra faccia della globalizzazione, lo sviluppo di dinamiche politiche, culturali, etniche e religiose di tipo localistico tende a produrre dinamiche di opinioni ristrette e legate al territorio. A questo punto è opportuno fornire qualche esempio riguardo alle considerazioni fin qui esposte. Rinviando ad altra parte del volume l'illustrazione dei risultati di alcune ricerche empiriche, qui mi limito solo ad uno sguardo sull'opinione pubblica contemporanea. Per quanto riguarda la sua oscillazione, in uno stesso contesto, tra manipolazione dall'alto (etero-direzione) e autoproduzione dal basso (auto-direzione), non è difficile riportare esempi in un senso e nell’altro. Un esempio di manipolazione, che non si limita al caso italiano, è costituito dal problema della sicurezza nelle sue varie dimensioni: sanitaria, economica, ambientale e relativa alla criminalità. Riguardo alla prima dimensione, l'informazione dei media pone in agenda in primo piano, in certi periodi, l'emergere di malattie molto contagiose, come la Sars (virus della polmonite atipica), l'influenza aviaria, l'influenza suina. Non solo l'emergenza sanitaria viene posta in primo piano, ma anche con toni allarmistici. L'opinione pubblica, che poi definiremo, è “contagiata”, nel senso che si fa influenzare e corre ai ripari vaccinandosi, acquistando tanti disinfettanti a scopo di prevenzione, fino a far finire le scorte. Successivamente l'allarme rientra ad opera degli stessi media. Definizioni di opinione pubblica: dalla modernità alla post-modernità 11 Sempre riguardo alla sicurezza sanitaria, in alcuni periodi i casi di malasanità occupano i notiziari televisivi, le pagine dei giornali e sono posti in primo piano: donne che muoiono di parto, nati che non sopravvivono dopo la nascita e altri casi ancora. Si tratta di eventi che accadono costantemente ma solo in certi periodi acquistano rilevanza nell'informazione per ragioni da scoprire di volta in volta1. Questo è l’effetto agenda setting, teoria dibattuta, che ha prodotto varie ricerche empiriche e che ha un ruolo importante nell’ illustrazione della comunicazione mediale2. Dopo aver tenuta alta l'attenzione e dopo aver allarmato l'opinione pubblica, i media “rassicurano”. Così accade anche per la criminalità, oppure per l'ambiente, a proposito di marea nera, di terremoti e altre catastrofi, o ancora per l'informazione sulla crisi economica. Ma l'influenza dell'agenda sull'opinione pubblica non è totale. Infatti le ricerche hanno dimostrato che ci sono temi a soglia alta, cioè lontani dall'esperienza del pubblico e temi a soglia bassa, di cui il pubblico ha esperienza personale. In quest’ultimo caso l’opinione pubblica non si lascia influenzare e quindi è auto-diretta. Si ha esperienza diretta della disoccupazione, del rialzo dei prezzi e della impossibilità di arrivare a fine mese per coloro che hanno un reddito non adeguato a sostenere l'aumento del costo della vita. Con riferimento al caso italiano, un esempio efficace di auto-direzione dell'opinione pubblica è quello delle manife- 1 La costruzione dell'allarme sociale travalica i cosiddetti valori notizia, in quanto ha l'obiettivo di distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica da problemi reali di altro tipo, che rischierebbero di far diminuire il consenso verso la classe politica. All’opposto, nei paesi in cui si affermano le dittature, ad esempio in Italia, durante il fascismo, per ottenere la fiducia e la sicurezza sociale, nelle pagine dei quotidiani non hanno spazio le notizie allarmanti, le catastrofi, i racconti pessimistici e, nel caso di articoli di cronaca nera, si evidenzia il lieto fine, come la cattura di un assassino o di un ladro o la punizione di un colpevole. 2 Cfr. cap. 6, dedicato all’illustrazione della teoria e di alcune ricerche empiriche. 12 Capitolo 1 stazioni contro la legge-bavaglio3, ma anche altri esempi che convergono tutti nel ruolo essenziale che l'opinione pubblica svolge per la tutela dei diritti fondamentali, come la mobilitazione e la raccolta delle firme necessarie per il referendum contro la privatizzazione dell’acqua, per la difesa di un bene comune. Riguardo alla legge-bavaglio sulle intercettazioni e sul divieto di pubblicare atti giudiziari, l’esame parlamentare è stato sospeso anche grazie alla grande mobilitazione, soprattutto durante il mese di maggio 2010, dell'opinione pubblica, che ha manifestato nelle piazze e le piazze si sono riempite anche grazie agli inviti lanciati nelle nuove piazze telematiche. Sui siti Internet si potevano raccogliere adesioni, sicché stampa e facebook hanno marciato insieme. Riguardo alle firme raccolte in numero maggiore di quello necessario per il referendum contro la privatizzazione dell'acqua, l'opinione pubblica ha fatto entrare nell’ agenda politica dei media il tema dell'acqua, inizialmente preferendo seguire la via parlamentare piuttosto che quella del referendum. Tuttavia il 12 e il 13 giugno 2011 si svolse il referendum abrogativo con una netta vittoria del sì (95,8%)4 che vide la parteci- 3 Sul divieto di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali e di pubblicazione di atti giudiziari sono stati presentati vari disegni di legge a partire dall’aprile 2007 per iniziativa governativa dell’allora ministro della giustizia Clemente Mastella (Governo Prodi – II). Piuttosto che ricostruire l’iter legislativo molto accidentato di tali disegni di legge, qui ci si limita a citare, per memoria storica, quello su cui le numerose e vigorose manifestazioni di protesta dell’opinione pubblica hanno esercitato forti pressioni per non farlo approvare, cioè il ddl n. 1415 presentato alla Camera nel luglio 2008 dal ministro della Giustizia Angelino Alfano (Governo Berlusconi – III), approvato nel giugno 2009 e, in successiva lettura al Senato, approvato con modificazioni il 10 giugno 2010, quindi ritornato alla Camera, dove l’esame nel dicembre 2011 non risultava ancora concluso. 4 Nello stesso giorno si votava anche l’abrogazione di due commi della legge 75/2011 per contrastare il ritorno al nucleare e l’abrogazione della legge sul legittimo impedimento a comparire in un’udienza penale per l’allora Presidente del Consiglio Berlusconi e per i ministri. Anche in questo caso prevalse il sì. Definizioni di opinione pubblica: dalla modernità alla post-modernità 13 pazione al voto di ben il 54,8% degli aventi diritto, superando il quorum necessario per validare l’esito 5. Fin qui si è trattato di fare solo osservazioni di carattere generale, tralasciando per ora di delineare il profilo multiforme dell’opinione pubblica odierna, costituita da numerosi attori, a differenza che in passato. Infatti i differenti profili dell’opinione pubblica sono in relazione ai diversi contesti storico-sociali, dato il carattere processuale del fenomeno, che si è evoluto soprattutto in relazione all’evoluzione dei media. Questi ultimi hanno prodotto nuovi tipi di relazioni sociali, anche trasformandone l’organizzazione spaziotemporale (Thompson, 1995, op. cit.). Nel tracciare una succinta storia dell’opinione pubblica è quindi opportuno individuare alcuni tratti dell’evoluzione della società che hanno contribuito e contribuiscono alla formazione del fenomeno, ancora da definire, intrecciandosi con l’evoluzione dei media, dalla stampa alla tv ai nuovi media. 1.2 Società, media e opinione pubblica La genesi dell’opinione pubblica viene collocata comunemente dagli studiosi all’interno di una fase ben precisa dello sviluppo storico della società occidentale, cioè nella fase in cui quest’ultima si caratterizza come “società moderna”, tra il XVII e il XVIII secolo, quale esito di trasformazioni istituzionali a vari livelli. A livello economico si tratta del passaggio dal sistema feudale a quello capitalistico per l’avvento della società industriale; a livello politico la costituzione di un sistema di stati-nazione interdipendenti. Infine, a livello culturale, secondo Thompson (1995, op. cit.), non essendo generalizzabili i molteplici e complessi mutamenti culturali, in quanto 5 In particolare, furono proposti due quesiti, uno riguardante l’abrogazione di una parte della legge 133/2008, che mirava a privatizzare il servizio idrico, l’altro sull’abrogazione della normativa che consentiva al gestore del servizio idrico di caricare sulla bolletta il 7% a remunerazione del capitale investito. 14 Capitolo 1 non avvengono dappertutto e alla stessa velocità riguardo ai valori, alle credenze, agli atteggiamenti e alle prospettive, le trasformazioni generalizzabili riguardano le forme simboliche e i loro modi di produzione e circolazione nel mondo sociale. Tali forme simboliche sono state messe in circolazione dalle innovazioni tecniche legate alla stampa e poi dalla traduzione elettrica dell’informazione, cambiando profondamente i modelli di comunicazione e interazione. Le organizzazioni mediali sono apparse fin dalla seconda metà del Quattrocento e hanno continuato ad estendere le loro attività, subendo trasformazioni molto rilevanti a partire dall’inizio dell’Ottocento. Inoltre l’emergere di un senso d’identità nazionale si è legato allo sviluppo di nuovi mezzi di comunicazione che permettevano di esprimere e diffondere idee e simboli in un linguaggio comune. E ciò avvantaggiava le autorità politiche, in quanto il sentimento di appartenenza poteva contribuire a consolidare lo stato-nazione e a contrastare le tendenze alla frammentazione, visto che la maggioranza degli stati moderni si era formata attraverso l’aggregazione forzata di popolazioni eterogenee in unità distinte territorialmente. Prendendo in considerazione, tra le varie periodizzazioni proposte dagli studiosi, quella di Lazar (1995), l’evoluzione dell’opinione pubblica, a partire dal Seicento fino ad oggi, è stata suddivisa in tre fasi. Nella prima, che va dal Seicento al Settecento, le fonti dell’informazione sono proprio i primi periodici a stampa, a cui attinge una minoranza colta di borghesi che si riuniscono nei caffè, nei salotti e nei club. Di questa opinione pubblica, figlia dell’illuminismo in Inghilterra e in Francia, sono portavoce intellettuali, filosofi, esponenti delle professioni liberali, che diventeranno anche rappresentanti della borghesia in ascesa nei parlamenti nazionali. Habermas, nel suo saggio pubblicato nel 1962 Storia e critica dell’opinione pubblica, considerato ormai un classico delle scienze sociali dedicato all’analisi dell’opinione pubblica, attribuisce una particolare importanza alla nascita della stampa periodica per l’emergere di una “sfera pubblica bor-