Ergonomia

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Ergonomia
Percorsi di inserimento lavorativo
18/12/2009
Programma
1 introduzione all'ergonomia
2 cenni di ergonomia fisica (postazioni di
lavoro)
3 cenni di ergonomia cognitiva
4 panoramica sulle teorie degli errori
5 introduzione alla progettazione ergonomica
Che cos’è e come nasce
l’Ergonomia
3
L‟ergonomia è una filosofia, una scienza
ed una tecnica che propone:
• Una cultura del lavoro basata sulla centralità dell‟uomo
• Visione sistemica
• L‟apporto di più discipline e competenze per migliorare la qualità
del lavoro e della vita lavorativa.
• Partecipazione attiva degli utenti
Lo scopo dell‟Ergonomia è quello di migliorare la qualità
delle condizioni degli ambienti e degli strumenti di lavoro
e delle prestazioni dell‟operatore umano.
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Cenni storici
Fine „800:
la pre-ergonomia con le ricerche di Emil Kraepelin
tedesco) sulla fatica mentale.
(psichiatra
Primi „900:
• l‟anti-ergonomia con l‟ingegnere statunitense F.W. Taylor e il
suo “uomo ideale”,
• l‟uomo “reale e sociale” di Elton Mayo (ricerche presso la
Western Electric Company di Chicago),
• l‟influenza di Lewin sugli studi del “Tavistock Institute of
Human Relations” di Londra interessati al rapporto fra
sistema tecnologico e sistema di relazioni umane nei
gruppi di lavoro.
5
La nascita dell‟ergonomia
Anni 1940-1950:
Le recenti esigenze militari portano gli USA a considerare più
che l‟uomo sociale, l‟uomo funzionale, in grado di rapportarsi a
tecnologie raffinate da gestire (sale di controllo, centri
operativi, cabine di pilotaggio, etc.).
L‟ ERGONOMIA (ergon-nomos)
nasce ufficialmente ad Oxford (1949) ed è intesa come nuova
scienza e tecnica che ottimizza la performance fisica e
cognitiva, attraverso progettazioni ex novo o riprogettazioni, basate su nuovi materiali e nuovi assetti.
6
Nel 2000 International Ergonomical Association definisce
l‟ERGONOMIA:
“Disciplina scientifica che studia l’interazione tra l’uomo
e gli altri elementi di un sistema ed applica teorie principi
dati e metodi al progetto con lo scopo di accrescere il
benessere dell’uomo e la performance complessiva del
sistema.”
ERGONOMIA che nasce come somma di conoscenze e
pone al centro del proprio interesse il sistema UOMOLAVORO-AMBIENTE di cui studia i rapporti di interazione
reciproca.
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Con la Direttiva Madre 391/89 CEE e con il
D.Lgs. 626/94 (e aggiornamenti) si è
voluto cambiare il modo di intendere salute
e sicurezza sul lavoro
Si passa da un‟impostazione basata su
CONTROLLO (metodi ispettivi) e
COMPENSAZIONE (monetizzazione del rischio o del danno
avvenuto)
ad una cultura di
PREVENZIONE e PARTECIPAZIONE
Andando oltre gli “adempimenti di legge” (norme sanzionabili), è
necessario dare più valenza alle “misure di tutela” fra le quali
rientra l‟applicazione delle norme di buona pratica ergonomica
ai sistemi di lavoro.
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Fra gli standards più utili per applicare
la buona pratica ergonomica
• Iso 6385: Principi ergonomici nella progettazione
dei sistemi di lavoro.
• Iso 14915:Ergonomia del software.
• UNI EN 614-1: Safety of machinery - Ergonomic
design principles - Part 2: Interaction between the
design of machinery and work tasks.
• Iso 9241-11: Requisiti ergonomici per il lavoro
d‟ufficio al Vdt. Guida all‟usabilità.
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psicosociali
biomediche
ergonomia
politecniche
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L‟antropometria
La dimensione antropometrica si riferisce all‟adattamento di oggetti e
spazi alla misura del corpo umano o a parti di esso.
Una banca dati antropometrica dispone di circa 40 dimensioni che, variando
rispetto alle differenze di genere, età o etnia, indicano la misura dei singoli
parametri fisici: statura, altezza occhi, spalle, gomiti, etc.
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UNI 8459/UNI 10120/ISO 6385
misure dell‟uomo
12
13
14
La biomeccanica
E‟ una
branca delle scienze umane che studia le
conseguenze di un carico o sforzo fisico sul sistema
muscoloscheletrico.
Biomeccanica e modello NIOSH
Va ricordato anche perché fra i vari fattori considerati
c‟è la valutazione soggettiva del lavoratore.
ISO 11226 posture
15
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La medicina del lavoro
Il suo contributo all‟ergonomia presuppone un
coinvolgimento interdisciplinare per due ragioni:
1.
Le patologie da lavoro cosiddetto “tradizionale” (una
causa, una malattia) sono in diminuzione.
2.
Aumentano situazioni di disagio a patologia
aspecifica: sintomatologie poco definite e non classificabili
attraverso i tradizionali quadri
nosologici. Il ricorso a
competenze di tipo psicosociale può aiutare il medico a capire
meglio fenomeni come:
ricorso eccessivo al turnover,
assenteismo, tensioni
latenti, somatizzazioni.
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Il disegno industriale
Il design ergonomico presuppone la naturalezza di
una progettazione centrata sull‟uomo, attraverso la
comprensione delle cose di tutti i giorni: oggetti
con manopole, quadranti, leve, interruttori e così
via.
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Come si arriva al design ergonomico
in Italia
1.
Dall‟inizio della produzione in grande serie fino
agli anni „50 dominano gli aspetti tecnici e
funzionali degli oggetti (su quelli estetici o di
usabilità). Ergonomia assente.
2.
Fino agli anni „90, prevalgono gli aspetti
formali, l‟invenzione creativa e il carisma del designer
(colpo di genio, suggestione delle immagini, moda,
status symbol e stili di vita). Poca ergonomia.
3.
La tendenza successiva ha rimosso il primato del
design (crescenti richieste di sicurezza, usabilità,
certificazione, attenzione per ecologia e risparmio
energetico). Ergonomia presente.
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Il contributo della PSICOLOGIA
COGNITIVA
- per lo studio dei significati funzionali espressi della situazione
lavorativa nella sua globalità (Gestalt);
- per lo studio della struttura dei compiti lavorativi, della
programmazione delle procedure e del rischio di errore;
- per facilitare l‟elaborazione delle informazioni.
SOCIALE
- per valutare gli effetti sull‟uomo degli scenari studiati dalla
sociologia e dalle scienze socio-economiche;
- per comprendere le dinamiche all‟interno dei gruppi di lavoro.
PSICOFISIOLOGIA DEL LAVORO
- per la misura di indici fisiologici di adattamento allo stress
lavorativo.
ISO 9355 design dei displays
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Le influenze della sociologia del lavoro
L‟ergonomia ricorre alle scienze sociali per capire il
macro-contesto ed in particolare il legame che esiste
fra processo di valorizzazione economica e processo
di valorizzazione della persona.
Tali fenomeni sono legati agli accadimenti politici e
socio-economici del Paese in cui opera ogni sistema di
lavoro.
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RISCHI DI NATURA ERGONOMICA
• Ambientali
• Organizzativi
• Comportamentali
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I rischi di natura ambientale
provenienti da:
• ambiente fisico
• postazioni
• attrezzature
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A proposito di locali adibiti ed ambienti
lavorativi, l‟ergonomia raccomanda
attenzione per:
• microclima
• illuminazione
• qualità dell‟aria
• agenti chimici, fisici e biologici
• rumore e vibrazioni.
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I principali elementi necessari per valutare una
postazione di lavoro
Dati necessari
I.Dimensioni del corpo
(a) Peso, altezza, lunghezza e circonferenza
(b) Capacità di piegamento e di
rannicchiamento;
spazi di estensione e di movimento libero
(c) Misurazione della forza fisica e della forza
statica e dinamica; forze implicate nella presa,
nel sollevamento, nel trascinamento e nella
spinta; forze che impattano sul corpo
(d) Equilibrio e centri di massa: stabilità, perdita
di controllo, fattori vestibolari
(e) Cambiamenti di apportare alle predette
dimensioni in funzione del sesso, dell‟età, etc.
Il.Fattori fisiologici e ambientali
(a) Attività fisiologiche: comportamento dei
muscoli, flusso sanguigno, ritmo cardiaco,fatica,
resistenza, dispendio energetico, massima
capacità dì carico
(b) Limiti e soglie di tolleranza alle condizioni
termiche, agli stimoli visivi e uditivi, alle
vibrazioni o agli agenti chimici
Esempi di aree di applicazione
Progettazione delle apparecchiature e degli altri
elementi hard”; misura degli indumenti da
lavoro.
Spazi liberi
Collocazione e attivazione dei controlli
Progettazione dello spazio di lavoro
Progettazione delle macchine e delle mansioni
per gli operai dell‟industria
Progettazione della compatibilità di prodotto
Capacità di lavoro e attività di lavoro, livelli di
organico e programmazione dei flussi.
Previsione dei carichi nelle diverse posture
Progettazione dell‟ambiente, livelli di tossicità,
valutazione dei compiti, p. es. in agricoltura,
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lavori boschivi, nella lavorazione dell‟acciaio
Dati necessari
III.Fattori psicologici
(a) Processi sensori: visivo, uditivo, tattile,
Autopercettivo
(b) Capacità percettive: apprendimento,
manipolazione e controllo, velocità e
accuratezza
(c) Processazione delle informazioni: tempi di
reazione, input simultanei, sovraccarico,
memoria, attenzione, incertezza, interpretazione
dei simboli
(d) Atteggiamenti e comportamento,
motivazione,
assunzione di rischi, modelli e stereotipi di
attività, comportamento decisionale del
consumatore
IV.Capacità specifiche della popolazione
Misure antropometriche, fisiologiche e
psicologiche
di bambini, anziani, disabili, etc.
Esempi di aree di applicazione
Progettazione dei controlli e dei display,
analogici e digitali; informazioni visive e uditive
e sistemi di allarme
Relazioni displav-controllo; tempi di arresto delle
macchine
Progettazione di materiali d‟istruzione e di
addestramento
Progettazione ambientale e attrezzature, edifici
e prodotti speciali
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“Pericoli” connessi all‟uso di VDT
• Il lavoro al VDT, pur non essendo causa di effetti nocivi irreversibili a
breve o lungo termine, può tuttavia evidenziare l'esistenza di disturbi
visivi preesistenti.
• Per questo, è importante una corretta prevenzione, soprattutto per quel
che riguarda le visite mediche specifiche.
• I principali apparati interessati alla patologia da VDT sono:
– apparato visivo
– apparato locomotore
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Disturbi visivi
• L‟insieme dei disturbi visivi provocati dall‟eccessivo affaticamento
dell‟apparato visivo viene comunemente indicato come ASTENOPIA
• I segni associati a questa sindrome sono:
– fatica accomodativa;
– fatica muscolare;
– fatica percettiva (visione annebbiata, visione sdoppiata, ecc.);
– irritazione oculare (bruciore, lacrimazione, senso di corpo
estraneo, fastidio alla luce, ecc.).
UNI EN 894-1/ EN ISO 9241 VDT
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Disturbi visivi
• Le possibili cause possono essere riconducibili a:
1. Condizioni sfavorevoli di illuminazione
•
Luce diretta non schermata (artificiale o naturale)
•
Eccesso o insufficienza di illuminazione generale
•
Presenza di riflessi da superfici lucide
•
Presenza di superfici di colore estremo
2. Impegno visivo ravvicinato e protratto
•
Distanza dagli occhi dell‟oggetto inferiore a 50 cm
•
Oggetto fissato per lungo tempo
3. Condizioni ambientali sfavorevoli
•
Inquinamento dell‟aria indoor
•
Secchezza dell‟aria
4. Utilizzo di schermi con caratteri poco nitidi, sfarfallanti e con contrasti
troppo o poco marcati
5. Difetti visivi non corretti o mal corretti; strabismi manifesti o latenti
• Al momento attuale, alcuna dimostrazione che l‟utilizzo del
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VDT possa causare danni permanenti irreversibili all‟occhio.
Apparato muscolo-scheletrico
• I sintomi caratteristici sono dolori, rigidità, parestesie localizzate
per lo più alle braccia, alle gambe ed alle estremità (polsi e dita).
• Le cause di tali disturbi possono essere riconducibili alla
inadeguatezza del posto di lavoro che obbliga l‟operatore ad
assumere posizioni fisse prolungate e spesso non corrette, in
particolare:
1. posizioni di lavoro inadeguate per l‟errata scelta e
disposizione degli arredi e dei VDT;
2. posizioni di lavoro fisse o mantenute per tempi prolungati
anche in presenza di postazioni di lavoro ben strutturate;
3. movimenti rapidi e ripetitivi delle mani, digitazione o uso
delmouse per tempi lunghi.
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Misure di prevenzione
schermo
Tastiera
sedile di lavoro
tavolo di supporto spazio sotto il tavolo
Microclima
inquinamento indoor
luce
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Misure di prevenzione
RUMORE
• Il rumore emesso dal VDT e dalle apparecchiature ad esso
connesse (in normali condizioni di efficienza) risulta, in fase di
digitazione alla tastiera e di stampa generalmente inferiore a
quello delle macchine per scrivere, sia a nastro che a testina
rotante.
• A titolo esemplificativo vengono di seguito riportati alcuni valori
di riferimento, dedotti da rilevazioni fonometriche effettuate in
prossimità dell‟operatore:
- macchina per scrivere elettrica a nastro: 70-75 dB(A);
- video + digitazione tastiera: 56-58 dB(A);
- stampante a getto di inchiostro: circa 50 dB(A);
- conversazione normale a un metro di distanza: 60-75 dB(A).
UNI EN ISO11690/ EN ISO 9241-17 rumore
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Criteri di misura
dello stress da
carico di lavoro
mentale
Fatica mentale
Monotonia
Soggettivi
Interviste e questionari di autovalutazione
Comportamentali
Metodo del “doppio
compito”
Fisiologici
Indicatori neurofiRidotta attivazione
siologici come FCF. del sistema nervoso
Indici regolati dal centrale (sonnolenza
SNA (FC, SCL,
e lentezza) misurata
EMG, etc.)
con EEG
Biochimici
Livelli ormonali: catecolamine e corticoidi
Ridotta vigilanza
Frequenza dei cam- Percentuale di errori
biamenti posturali,
commessi durante
segni di noia
il lavoro
(sbadigli)
Saturazione
Qualità-quantità
produttiva, manifestazioni di nervosismo
Criteri, metodi e strumenti di valutazione del carico
di lavoro mentale
(da Draft Iso 10075-3, 1995, tradotto e modificato)
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I rischi di natura organizzativa
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L‟organizzazione del lavoro
Secondo l‟ergonomia regola il “dinamismo funzionale” di ogni
sistema lavorativo, partendo dal coinvolgimento e dalla
partecipazione delle persone che vi operano soprattutto per:
•
pianificare il lavoro quotidiano (assegnazione compiti,
tempi, orari);
•
migliorare il contenuto delle attività (varietà,
arricchimento, rotazione);
•
abbattere la resistenza al cambiamento
(nell‟apprendere nuove abilità);
•
individuare criticità, risolvere problemi, migliorare la
comunicazione;
•
favorire la cooperazione nei gruppi di lavoro.
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ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO ED ERGONOMIA
Organizzazione del lavoro e Ergonomia due discipline che riguardano
essenzialmente la corrispondenza tra ambiente di lavoro e
caratteristiche ed esigenze delle persone
Approccio integrato
stessi obiettivi (cambia il punto di vista):
incrementare la produttività
ridurre infortuni ed errori
migliorare la qualità delle mansioni e del lavoro
Condizione di lavoro: situazione fisica dell‟ambiente; rapporti tra le
persone e attrezzature
Organizzazione del lavoro: struttura del management; potere,
responsabilità, flessibilità
PROGETTARE LUOGHI DI LAVORO INNOVATIVI Elementi chiave per il
successo in termini di maggiore produzione, migliore qualità,
(efficienza, competitività) maggiore sicurezza sul lavoro
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L‟attenzione si sta spostando dalle macchine alle
persone:
la forza dell‟impresa non deriva dall‟impiego di soluzioni
fondate sulla tecnologia avanzata,
ma si basa sull‟introduzione di forme particolari di
organizzazione del lavoro.
Spesso gli interventi sono resi difficili dal
conservatorismo o resistenze varie: bisogna allora
procedere per miglioramenti progressivi, di cui
possono beneficiare sia paesi industrializzati che
paesi in via di sviluppo.
I TEAM DI PROGETTO SONO CRUCIALI PER
L‟INNOVAZIONE E IL CAMBIAMENTO
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Un’impresa deve saper adattarsi in fretta alle situazioni e alla
domanda: FLESSIBILITA’
flessibilità di prodotto / mix (della gamma dei prodotti o dei servizi)
flessibilità dei volumi (livelli di output)/di consegna/della forza
lavoro/tecnologica/organizzativa
ORIENTAMENTO ALLA QUALITA’
I prodotti devono rispondere alle esigenze
di chi li consuma effettivamente, la qualità è dunque un
problema strategico:
1. di management (necessita del supporto del vertice)
2. sistemico(richiede preparazione da parte dell’intero sistema
produttivo)
3. partecipazione (coinvolgimento dei lavoratori).
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APPROCCIO PARTECIPATIVO
Il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati è fondamentale,
insieme alla “soddisfazione del cliente”.
Il cliente infatti deve diventare il centro della produzione, l’impresa deve avere
un rapporto diretto con esso, sondarne le opinioni, e mantenere
l’organizzazione e la forza lavoro flessibile per eventualmente porre
rimedio a malcontenti sui prodotti, nonché migliorarsi di propria
spontanea volontà.
Orientamento al cliente Istituzione di rapporti diretti tra azienda e
cliente – flusso continuo di informazione volto a garantire un sistema di
comunicazione a due vie.
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ATTENZIONE ALL’AMBIENTE (INTERNO-ESTERNO)
Miglioramento delle condizioni di lavoro. L’idea di “Impresa
“Verde” si sta diffondendo in tutto il mondo, poiché cresce la
preoccupazione per la tutela dell’ambiente esterno. Questo
significa uso di materie prime non pericolose e di macchinari
sicuri e produttivi, nessun inquinamento ambientale, ambiente di
lavoro pulito, posti di lavoro personalizzati, prodotti sicuri e facili
da usare, sottoprodotti non dannosi, scarti non contaminati.
COMPETENZA
Competenza di tutte le componenti dell’organizzazione
(Formazione – Coinvolgimento -Addestramento sistematico
attuabile a livello d’impresa, di reparto o di posto di lavoro)
I miglioramenti nell‟organizzazione del lavoro e nell‟ambiente devono
partire da una progettazione adeguata del Compito e della
Mansione
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Fra gli obiettivi di un‟organizzazione
“basata sui principi dell‟ergonomia”
• La sicurezza del sistema e il benessere lavorativo.
• La produzione in qualità e quantità (oggetti, servizi,
performances).
• Il marketing per la soddisfazione dell‟utenza interna ed
esterna.
• La gestione degli aspetti innovativi: servizi, tecnologie
e comportamenti lavorativi in continua evoluzione.
• La responsabilità sociale: coinvolgimento
imprenditoriale e istituzionale per il raggiungimento
degli obiettivi attesi nel rispetto dell‟etica e dei legami
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sociali.
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