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Speciale Melo
LE ESPERIENZE DEGLI IMPIANTI NEL VERONESE
La coltivazione della Braeburn
La necessità di trovare valide alternative a Golden e Red
Delicious, ampliando così la gamma delle varietà coltivate, impone di prendere in considerazione questa varietà
di origine neozelandese che, negli ambienti di pianura
più vocati e in collina può assicurare rapide rese
Gino Bassi, Raffaele Ferraro
La crisi della melicoltura di pianura
è ormai un fattore strutturale, «la norma», e le prospettive di un pronto rilancio sono sempre più incerte. Per recuperare e mantenere i mercati è necessario valorizzare maggiormente le
caratteristiche di pregio che la pianura
è in grado di apportare al «prodotto
mela»: pezzatura elevata, anticipo di
maturazione delle varietà precoci, elevato contenuto zuccherino, pronto
consumo, compimento della maturazione delle cultivar tardive e molto tardive. Per contro è necessario conservare per lunghi periodi solo le migliori
partite e le cultivar più idonee per non
aumentare il gap che la mela di pianura ha nei confronti di quella di montagna (Fideghelli e Bassi, 1997).
La scelta varietale rimane una delle
poche armi del produttore per rilanciare la mela di pianura ridimensionando l’egemonia della Golden Delicious, che rappresenta ancora il 50%
della produzione veneta, e della Red
Delicious (15% della produzione veneta) in favore di mele a maturazione
precoce, in particolare cloni colorati
di Gala (Mondial Gala, Galaxy, Obrogala, Brookfield) e Golden-simili precoci, o varietà tardive bicolori di elevati requisiti organolettici e di migliore serbevolezza quali le Fuji, le Braeburn o le recentissime Pink Lady e
Pink Rose. Un’altra chance può essere rappresentata dall’utilizzo delle
cultivar resistenti alla ticchiolatura,
per dare alla mela una nuova immagine di freschezza, di salubrità e di rispetto per l’ambiente. Oggi infatti sono disponibili nuove varietà che presentano requisiti estetici e organolettici di tutto rispetto, ma nonostante
ciò il loro utilizzo è del tutto marginale ed esclusivamente limitato al «circuito del biologico» (Bassi e Schiavon, 1999).
Relativamente alle mele medio-tardive una varietà che ha fatto la sua
comparsa nel veronese una decina
d’anni or sono e ha superato le prime
mente frutti. La fioritura è precoce
(anticipa di 4-6 giorni Golden Delicious) e abbondante; la pianta è diploide ed è in genere un buon impollinatore, mentre è ben impollinata da
Red Delicious, Granny Smith, Gala e
Fuji (talvolta troppo tardivo). L’albero ha un portamento basitono, con
abbondanti ramificazioni con angolo
diffidenze e sta lentamente, ma co- di inserzione naturalmente disposto a
stantemente, affermandosi è la neo- 90° rispetto all’asse centrale. Fruttizelandese Braeburn. È ben apprez- fica, come Golden Delicious, prezata e soprattutvalentemente su
to ben pagata
brindilli coronanon solo nel Paeti corti e lamburse d’origine, ma
de su rami di un
anche nel nord
anno. La messa
Europa, in partia frutto è molto
colare in Germarapida e la pronia e Inghilterra
duttività abbon(de Coster J.,
dante, con scar1998), mentre è
sa propensione
ancora sconoall’alternanza. È
sciuta nel mercamolto sensibile
to interno. Esa Nectria gallisendo caratterizgena, piuttosto
zata da un lungo
sensibile a oidio
periodo vegetatie acari e mediavo (circa 180
mente alla ticgiorni) che ne
chiolatura e al
impedisce la colcolpo di fuoco
tivazione in mon- Foto 1 - Bell’esempio di Braeburn standard
batterico. La ractagna (Sansavini,
colta si esegue
1991; Stainer et al., 1994), si rivela nella 3a decade di settembre in due o
una opportunità per la coltivazione di più stacchi per favorire la pezzatura e
collina e anche di pianura, se coltiva- l’intensità e l’estensione del sovraccota negli ambienti più vocati per il co- lore. È possibile la presenza di una cerlore e impiegando i cloni più rossi; a ta cascola pre-raccolta e di frutti danconferma di ciò è stata posta in lista B neggiati da scottature da sole. Quando
nel Progetto Mipa-Regioni «Liste di la pianta è giovane, i frutti possono
orientamento varietale dei fruttiferi» presentare una rugginosità anche este(Bergamini et al., 1999).
sa. Il frutto è di medie dimensioni con
In Alto Adige è con le Gala la più im- elevato peso specifico. La forma è
piantata nel fondovalle e sia nel 1998 tronco-conica piuttosto disforme, talche nel 1999 le due varietà raggiunge- volta allungata altre breve. Il colore di
vano il 75% della totalità dei nuovi im- fondo alla raccolta è verde e il sovraccolore rosso striato nelle zone di piapianti (Weis, 1999).
nura fatica ad estendersi oltre il 50%
della superficie, in particolare se i frutDescrizione della cultivar
ti non sono ben esposti al sole; talvolLa Braeburn è di origine neozelan- ta la sovraccolorazione dei frutti vira
dese; deriva da un semenzale origina- al rosso cupo e diventa quindi poco attosi per libera impollinazione della traente. La polpa, di colore bianco, è
cultivar locale Lady Hamilton e sele- croccante e succosa; di tessitura fine,
zionato da O. Moran nel lontano 1952. presenta un sapore molto gradevole,
L’albero è debole e compatto, so- con buon equilibrio tra zuccheri e aciprattutto se non presenta un buon dità. I frutti sono profumati ed edibili
stato sanitario. In vivaio ramifica ab- appena raccolti. La conservabilità e la
bondantemente, formando getti resistenza alle manipolazioni sono
piuttosto esili che porteranno rapida- molto buone; i frutti sono però sensiL ’ I N F O R M A T O R E A G R A R I O 39/99
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bili alla butteratura amara,
che può essere presente già
in campo (soprattutto nei
primi anni).
I tipi di Braeburn possono
essere suddivisi in tre categorie (Stainer, 1997; Bradelwater e Unterthurner M., 1998):
■ Braeburn standard (foto
1): presente negli impianti
più datati, è in genere affetta
da numerose virosi (CLP,
SP, Ring Russet) che causano uno scarso e disforme accrescimento, foglie piccole,
molto accartocciate, di brutto aspetto e frutti di medie
dimensioni; la capacità produttiva è buona e la colorazione in pianura raggiunge il
40-50% di estensione; neces- Foto 2 - Il mutante rosso Hillwell
sita di 3-4 stacchi;
getto del Mipa-Regioni «Liste di orien■ Braeburn virus-esente: clone Brillard ottenuto in Nuova Zelanda, clone tamento varietale dei fruttiferi».
Braeburn v.e. 6315 ottenuto in Francia dall’Inra e dal Ctifl e Braeburn ti- Tecnica di coltivazione
po Schneider; in tutti e tre i cloni risa- della Braeburn nel veronese
nati vi è un incremento della vigoria
L’obiettivo prioritario da perseguire
della pianta del 20-30%, le foglie si
presentano di miglior aspetto, solo in un frutteto di Braeburn in pianura è
lievemente accartocciate e i frutti leg- quello di ottenere frutti con un sovracgermente più allungati; la colorazione colore brillante, omogeneo e ben estedi tipo striato è sostanzialmente simi- so. Ciò deve essere tenuto presente in
tutte le scelte tecniche: dalla localizzale al tipo classico non virus-esente;
■ mutanti: sono già numerosi i mutanzione dell’impianto, in zone particolarti selezionati da Braeburn (Hillwell, mente vocate, alla colorazione dei
Redburn, Turner, Frazier, Braebrite, frutti (terreni caldi, drenanti, ricchi di
Mariri, Joburn, Aroa, Mahana e altri) scheletro, ben esposti), alla sua proe, come è accaduto recentemente con gettazione (scelte di clone, portinneGala e Fuji, ciò crea incertezza nel sto, tipo di piante, sesti d’impianto,
frutticoltore al momento della scelta orientamento delle file, reti antigrandel «più colorato». Generalmente deri- dine) e alle tecniche di coltivazione
vano da mutazioni gemmarie sponta- (cure all’impianto, allevamento, difenee e presentano un certo grado di re- sa). Molte pratiche agronomiche adotgressione del colore verso la tonalità tate nel veronese non differiscono sooriginaria della Braeburn standard, so- stanzialmente da quelle relative alla
prattutto se non viene mantenuto un coltivazione della ben più nota Golden
lavoro di attenta selezione vivaistica. Delicious e scopo della presente nota
Solo del clone rosso neozelandese è di riportare le specifiche esigenze di
Hillwell (foto 2) si conosce bene il questa cultivar al fine di ottenere un
comportamento nel veronese, dato prodotto di elevata qualità e quindi di
che da tempo è presente nei campi più facile commercializzazione.
collezione dell’Istituto sperimentale di
frutticoltura della Provincia di Verona: Tipologia d’impianto
il sovraccolore si estende su oltre il 70L’aumento della densità di pianta80% della superficie dei frutti che colo- gione a 3.000 piante/ha nei nuovi merano sufficientemente anche se sono leti è ormai una pratica diffusa nel
posti in posizione ombreggiata (è un veronese e trova nella Braeburn una
tipo di sovraccolore più slavato e più delle varietà che meglio rispondono
cupo, che talvolta rende la mela «me- all’infittimento. In una sperimentano tipica»); altre differenze dalla Brae- zione decennale di confronto tra imburn standard sono una maturazione pianti intensivi e superintensivi effetanticipata di circa 1 settimana e la pos- tuata a Laimburg su Braeburn, Royal
sibilità di raccogliere nel primo stacco Gala ed Elstar, con 13.000, 6.000 e
anche il 40% della produzione. Per 4.000 piante/ha, Braeburn è risultata
contro il tempo utile per la raccolta è l’unica varietà dove l’impianto più fitpiù limitato e così pure la conservabi- to ha ottenuto una produzione cumulità. È il clone consigliato per le zone lata quasi doppia rispetto all’intermedella pianura Padano-Veneta dal Pro- dio senza significative differenze di
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peso dei frutti, anche se
presentavano una discreta
riduzione del sovraccolore
(54% contro 63%) (Mantinger et al., 1999).
La scelta più difficile è stabilire un sesto d’impianto
equilibrato che non deprima
la colorazione dei frutti ed
estrinsechi le notevoli possibilità produttive di Braeburn. Bisogna quindi evitare
le file binate, l’eccessivo infittimento, la disposizione
est-ovest delle file, l’impiego
di portinnesti vigorosi che
hanno mostrato anche produzioni inferiori e maggior
presenza di butteratura
(Stainer et al., 1994). Si deve
tener presente se si tratta di
un reimpianto o di un nuovo
impianto su terreno vergine; infatti nel
primo caso, il più frequente, si può variare tra le 3.300 e le 4.000 piante/ha,
che corrispondono a sesti di 3,53,8×0,7-0,8 m, mentre nel secondo caso si dovrebbe stare intorno alle 3.000
piante/ha (con sesti di 3,8-4×0,8-1 m).
Esempi di reimpianti più fitti sono presenti nel veronese, ma la loro buona
conduzione è condizionata dall’impiego di una tecnica sofisticata non attuabile dalla maggioranza dei frutticoltori
(Bassi e Ferraro, 1997). In tutte le tipologie di impianto descritte sono da
preferire portinnesti clonali di M9 o
M9-simili; oggi il più utilizzato nel veronese è la selezione clonale olandese
Nakb T 337.
Una particolare attenzione deve essere prestata al momento dell’impianto poiché Braeburn si è dimostrata
molto sensibile allo shock da trapianto (Stainer e Giuliani, l. c.) Per evitare
morie, talvolta molto consistenti, è
buona pratica lasciare a bagno diverse
ore le piante prima della messa a dimora oppure fare gli impianti molto
presto (febbraio) o in autunno. Inoltre
si raccomanda di dare moltissima acqua in post-trapianto, più di quella normalmente fornita alle altre cultivar.
Nonostante queste cure è possibile riscontrare fallanze (foto 3) e fenomeni
di ritardo nel risveglio vegetativo e
nella fioritura, con notevoli differenze
tra piante del medesimo impianto (foto 4). Superato lo stress da impianto le
piante si riequilibrano e negli anni successivi anche i tempi delle fasi fenologiche si uniformano.
Potatura e diradamento
Braeburn non ha problemi nell’emissione di rami anticipati in vivaio e successivamente di branchette, che presentano un angolo di inserzione ben
aperto e una buona predisposizione al-
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Foto 3 - Le fallanze per shock da trapianto sono più frequenti rispetto alle altre cultivar
5
Foto 4 - Lo stress da trapianto può provocare sfasamenti delle fasi fenologiche
Foto 5 - La presenza di numerose lamburde
favorisce una rapida messa a frutto e una
costante produttività
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la rapida messa a frutto (foto 5). È facile quindi disporre di piante preformate con numerosi rami anticipati.
Potatura di allevamento. Dopo la
messa a dimora si limita alla eliminazione dei rami vigorosi o con angolo di
inserzione troppo stretto, che andrebbero in concorrenza con la cima. Inoltre nei ristoppi o in terreni con scarsa
fertilità la cima e i rami laterali più deboli vengono leggermente raccorciati
al fine di favorire il rinnovo vegetativo
e il contenimento delle gemme a fiore.
Negli impianti su terreni fertili, invece,
si applica la tecnica della «tutta cima»
o la piegatura della stessa, da eseguirsi al momento dell’impianto (per qual-
che mese disposta verso sud e successivamente, quando sono presenti alcuni getti, ripiegata a nord). Per favorire
l’attecchimento e lo sviluppo dell’apparato radicale e aereo della pianta è
buona pratica diradare i numerosi
frutticini che allegano già al 1° anno,
lasciandone al massimo 3-4 per pianta.
Potatura di produzione. Inizia in
pratica già al 2° anno, vista la precoce
e abbondante predisposizione a fruttificare. Negli impianti di debole vigoria
consiste nel raccorciare i rami misti
per ridurre il numero di gemme a fiore
e nello stesso tempo per stimolare il
rinnovo vegetativo, come avviene nelle cultivar spur. Al contrario negli im-
Foto 6 - La fioritura di Braeburn è precoce e
abbondante
pianti più vigorosi si deve potare con
moderazione eliminando completamente i rami o le branchette troppo vigorose, soprattutto se sono situate
nella parte più alta dell’asse centrale.
È preferibile effettuare tale operazione «al verde» dopo l’allegagione e
completarla in inverno. Per favorire
l’esposizione dei frutti e quindi la colorazione si effettua una leggera potatura verde alla fine di agosto.
Diradamento. Braeburn è una varietà produttiva, ma non soggetta alL ’ I N F O R M A T O R E A G R A R I O 39/99
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Foto 7 - Negli impianti di Braeburn bisogna
ottenere la maggior produzione possibile,
per evitare l’insorgere della butteratura
amara, che mantenga anche una pezzatura
commerciabile
Foto 8 - Impianto di Braeburn alla 1a foglia.
Per favorire un buon attecchimento si
consiglia di produrre solo 3-4 frutti per
pianta
Foto 9 - Reimpianto di Braeburn alla 2a
foglia con circa 5 kg per pianta
Foto 10 - Impianto di Braeburn alla 2a foglia
su terreno vergine. Si possono raggiungere
anche 10 kg per pianta
l’alternanza di produzione. La fioritura, in genere abbondante (foto 6), è
molto precoce e quindi più a rischio
di danni da gelate tardive. Spesso
inoltre si sono notate cascole naturali
di fiori e frutticini che riducono il notevole potenziale produttivo (Stainer,
l.c.). Bisogna ottenere la maggior produzione possibile, per evitare l’insorgere della butteratura amara, che
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mantenga anche una pezzatura commerciabile (foto 7). Queste considerazioni rendono il melicoltore veronese prudente quando deve diradare
Braeburn, soprattutto nei primi anni
e in genere si preferisce effettuare tale pratica manualmente. Eventualmente ci si può limitare a un solo diradamento chimico con 50 g/hl di Sevin e 100 cc/hl di olio bianco effettuato tardivamente, quando i frutticini
centrali misurano 12-14 mm. Da segnalare come in altri Paesi, ad esempio Nuova Zelanda e Francia, il diradamento chimico sia una pratica ritenuta indispensabile e che fa parte della routine con l’applicazione di 2 o 3
trattamenti. In Nuova Zelanda infatti
si consiglia l’impiego di NAA in fioritura, seguito da 1 o 2 trattamenti di
Sevin a 15 e a 22 giorni dalla fioritura;
in Francia viene consigliato un doppio trattamento a caduta petali con
NAD, seguito da NAA quando i frutticini centrali sui rami di 2 anni misura-
no 11 mm di diametro (Trillot e Masseron, 1995).
Con le modalità di coltivazione descritte per il veronese è possibile ottenere qualche frutto per pianta l’anno
di impianto (foto 8), ma già al 2° anno
si raggiungono mediamente 5 kg/pianta (foto 9) con punte fino a 10 kg (foto
10) e dal 3° anno, una volta raggiunto
un equilibrato sviluppo vegeto-produttivo, si ottengono produzioni costanti
di 12-18 kg/pianta a seconda dei sesti
impiegati e dell’età dell’impianto (foto
11 e 12).
Difesa dai parassiti
e controllo delle fisiopatie
La difesa di Braeburn dai parassiti
non differisce sostanzialmente da
quella attuata nel veronese su altre varietà tradizionali; molta attenzione deve essere prestata al fine di mantenere
un giusto equilibrio del rapporto foglie/frutti e quindi l’integrità dell’apparato fogliare, dato lo scarso accresci-
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Foto 11 - Impianto di Braeburn alla 3a foglia
con una dozzina di chili per pianta
Foto 12 - Impianto di Braeburn al 10° anno.
Si possono raggiungere anche 18-20 kg per
pianta
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mento vegetativo e la presenza di foglie piccole e accartocciate (particolarmente in piante virosate e nei ristoppi).
Ciò non è sempre facile, soprattutto se
non si riesce a controllare efficacemente lo sviluppo di parassiti (foto 13)
che possono limitare l’efficienza fotosintetica, quali acari, minatori ed eriofidi (foto 14), oltre agli usuali parassiti
fungini (ticchiolatura e oidio).
Foto 13 - La qualità dei frutti di Braeburn è
compromessa da un apparato fogliare poco
efficiente a causa di attacchi parassitari
Foto 14 - Germoglio di Braeburn infestato
da eriofidi. Le foglie diventano bronzate
con stentato sviluppo
Foto 15 e 16 - Le infezioni di Nectria
galligena si manifestano con cancri sul
legno che, se non sono curati, causano la
morte della pianta
Foto 17 - Braeburn è sensibile alle
scottature da sole
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Bisogna prevedere una difesa specifica contro la Nectria galligena, molto
aggressiva su Braeburn, che procura
cancri sul legno (foto 15) che possono
arrivare a provocare la morte della
pianta (foto 16). Si devono prevedere
2-3 trattamenti in post-raccolta e 2 primaverili prima della fioritura con prodotti rameici. Inoltre in questi ultimi
anni sta prevalendo una linea di difesa
primaverile ed estiva contro la ticchiolatura (ammessa nel regolamento Cee
2078) che prevede l’uso di ditianon e/o
diclofluanide, principi attivi che presentano un’azione secondaria su nectria ed eriofidi (limitatamente alla diclofluanide). Il tutto deve essere accompagnato durante l’inverno da
un’attenta pulizia delle parti colpite
dai cancri rameali, in modo da ridurre
l’inoculo, evitando con la potatura i tagli troppo grossi o la tecnica dello
«strappo».
In caso di grandine, così presente
nel veronese, è consigliata l’immediata applicazione di sali di rame. Meglio
sarebbe difendersi da questa avversità con la predisposizione di reti, in
grado di limitare anche i danni da
scottatute da sole (foto 17); tra i diversi tipi di rete si stanno confrontando (soprattutto in termini di durata) le
tradizionali nere con altre bianche o
grigie che deprimono in minor misura
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la colorazione dei frutti.
Da segnalare che in questi ultimi anni si è intensificato il fenomeno delle
fioriture secondarie (foto 18) causate
da diversi stress a cui è sottoposta la
pianta: squilibri idrici, grandine, presenza di cancri. Ciò può comportare
un aumento delle possibilità infezioni
di Erwinia amylovora.
I frutti di Braeburn, parimenti alle
Delicious rosse, sono particolarmente
soggetti alla butteratura amara (foto
19), causata da una scarsa presenza
del calcio nel frutto e da valori elevati
del rapporto K/Ca. Tale fisiopatia è
particolarmente presente nei giovani
impianti, in quelli squilibrati per eccessiva crescita vegetativa, nei frutteti
scarichi in seguito a energiche potature, e si presenta soprattutto nei frutti
con diametro superiore a 75 mm (Westercamp e Saint-Hilary, 1993). Per limitare la naturale predisposizione di
questa varietà alla butteratura, nel veronese sono consigliati trattamenti
con formulati di calcio a rapido assorbimento, quali chelati o umati, a partire dall’allegagione e fino a metà maggio; successivamente si preferiscono
prodotti più economici, quali cloruro
di calcio in scaglie (da impiegarsi da
solo) o in formulati commerciali (miscelabili con altri fitofarmaci). I trattamenti hanno cadenza di 8-10 giorni. In
questi ultimi anni sono state fatte positive esperienze con la somministrazione aggiuntiva di 60-80 kg/ha di cloruro
di calcio al terreno lungo la fila per via
liquida o solida (prima di una pioggia o
di una irrigazione), somministrati 1-2
volte tra maggio e giugno (Cossio et
al., 1991). Queste pratiche specifiche
devono essere affiancate a quelle più
tradizionali che hanno anche un effetto positivo sulla colorazione dei frutti,
quali un’accorta irrigazione, un uso limitato dei concimi, soprattutto azotati, il controllo di microcarenze, facilmente presenti in terreni con pH alcalini o sub-alcalini tipici del veronese.
Raccolta e conservazione
Il momento ottimale per la raccolta nella pianura veneta è poco dopo
la metà di settembre per i cloni rossi
tipo Hillwell e una settimana più tardi per quelli standard. La finestra di
raccolta dei cloni più rossi è in genere più stretta. La maturazione dei
frutti è scalare e sono necessari almeno due stacchi; l’indice di raccolta principale è il colore di fondo, che
deve virare dal verde opaco a un verde più brillante e chiaro. Il problema,
soprattutto nei tipi standard, è il
raggiungimento contemporaneo di
un sovraccolore accettabile sul 3040% della buccia. Se si deve attendere eccessivamente per ottenerlo, il
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Foto 18 - In questi ultimi anni si sono intensificate le fioriture secondarie che aumentano le
possibilità di infezioni di Erwinia amylovora
Foto 19 - Braeburn è sensibile alla butteratura amara, che può manifestarsi già in campo
colore di fondo vira verso il giallo e
in questo caso la conservabilità viene compromessa: il frutto diventa rapidamente farinoso ed è soggetto, se
conservato, all’imbrunimento interno. Oltre al colore di fondo ci si può
avvalere di altri indici per definire il
momento ottimale per la raccolta:
amido variabile tra 2,5 e 3,5 (in una
scala 1-5), grado rifrattometrico 12
°Brix, acidità 5,5- 6 g/l e durezza 8-9
kg/cm2 (puntale da 11 mm) (Pratella,
1995; Werth, 1995).
Le prime esperienze di conservabilità sulle contenute produzioni veronesi hanno mostrato che, se raccolta al momento opportuno e senza presenza di butteratura, Braeburn è una varietà che si adatta bene alle lunghe conservazioni (fino a
5-6 mesi con la sola frigoconservazione e fino a 8-9 mesi in atmosfera
controllata). Anche la shelf life dopo entrambi i tipi di conservazione è
risultata ottima.
Le condizioni ottimali per la conservazione in atmosfera controllata
sono concordemente fissate in temperature di 0,5-1 °C (non scendere
sotto 0 °C), 1,5% di O2, 1-1,5% di CO2
con umidità del 90-95% (Pratella, l.
c.; Werth, l. c.).
Braeburn è in generale poco sensibile al riscaldo, a eccezione di partite
raccolte troppo anticipatamente e
conservate a lungo; in questi casi
può essere utile effettuare un trattamento specifico. È invece sensibile
alla butteratura amara e alla plara e
in certe annate favorevoli allo sviluppo di tali fisiopatie la percentuale di
frutti colpiti può raggiungere il 2030%; fondamentali quindi i già ricordati trattamenti in campo a base di
calcio e un’attenta regimazione dell’irrigazione. Altri inconvenienti, come la presenza di caverne e imbrunimenti interni o spaccature della pol-
pa, possono essere controllati mantenendo la CO2 durante la conservazione inferiore all’1,5%.
Conclusioni
Braeburn è una varietà che può essere coltivata in pianura, anche se solo negli ambienti più vocati e con le
tecniche più appropriate per ottenere
frutti ben colorati. La sua coltivazione
non è facile come quella di Golden Delicious, ma non rientra nemmeno tra le
varietà difficili quali la Fuji.
Vi sono incertezze relativamente
all’accettazione del mercato interno,
che in genere preferisce la mela dolce rispetto a quella acida o dolce-acida. Per motivi opposti è apprezzata e
ben pagata dai mercati nordici, tanto
che in questi ultimi anni risulta assieme alla Gala la cultivar che permette
di ottenere la miglior redditività in
una zona melicola importante come
l’Alto Adige.
La necessità di trovare delle alternative valide alla Golden e alla Red
Delicious, di ampliare il calendario
di raccolta per la difficoltà di reperire manodopera (che impedisce sempre più di concentrare la coltivazione su poche varietà), nonché di rinnovare la gamma delle varietà coltivate per soddisfare le richieste dei
mercati, impone di prendere in considerazione anche questa varietà
che, se ben coltivata con i cloni più
colorati, può certamente contribuire
al mantenimento della melicoltura
della pianura veneta.
Gino Bassi
Istituto sperimentale di frutticoltura
Provincia di Verona
Raffaele Ferraro
Apo Scaligera
Zevio (Verona)
Speciale Melo
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