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COMUNICAZIONE
L’insostenibile superficialità delle "sentite congratulazioni".
Gli infortuni comunicativi non sono una novità per il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e
della Ricerca che ha spesso dimostrato scarsa considerazione o addirittura aperto disprezzo per
le scienze della comunicazione. E la nemesi comunicativa ha fatto scivolare di nuovo Maria Stella
Gelmini. E stavolta in maniera grottesca, che sarà documentata a lungo dall’implacabile
memoria del Web.
di Marco Stancati
Il fatto. I neutrini potrebbero essere più veloci della luce, secondo un esperimento condotto
congiuntamente dal Cern di Ginevra e dai laboratori nazionali dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare del
Gran Sasso.
Un team di ricercatori, coordinato dall'italiano Antonio Ereditato, ha rivelato che i neutrini, infinitesimali
particelle in grado di attraversare qualsiasi solido, hanno impiegato 60 nanosecondi (e cioè sessanta
miliardesimi di secondo) meno della velocità della luce sulla distanza di 730 km tra Ginevra e il Gran Sasso.
Nell’arco di tre anni l’esperimento è stato ripetuto più volte, con il medesimo eclatante risultato. «Si tratta
apparentemente di una piccola differenza», ha commentato il ricercatore italiano «ma concettualmente è
importantissimo. La scoperta è così sorprendente che, per il momento, tutti dovrebbero essere molto
prudenti. Non voglio neanche pensare alle possibili implicazioni».
Se confermato dalla Comunità scientifica, il risultato rivoluzionerebbe l'attuale concezione dell'universo.
Metterebbe in discussione, infatti, un punto fermo della fisica contemporanea: l'impossibilità di superare la
velocità della luce, secondo la Teoria della Relatività Generale di Einstein.
Il giorno 22 settembre l’importante esperimento era sulla prima pagina di tutti i quotidiani.
Il comunicato stampa del Ministro. Maria Stella Gelmini aspetta il 23 settembre per far conoscere il suo
punto di vista. Non proprio tempestivamente, ma forse si sta coscienziosamente informando più in dettaglio
su un esperimento così rilevante.
Lo scarno e burocratico comunicato pubblicato sul sito del Ministero smentisce l’ottimistica ipotesi. Riporta
semplicemente la dichiarazione della soddisfazione del Ministro (“ la scoperta del Cern di Ginevra e
dell’Istituto Nazionale di fisica nucleare è un avvenimento scientifico di fondamentale importanza”) e
diventa nel giro di poche ore bersaglio di un fenomeno di satira così diffuso che trova rari paragoni per
quantità e intensità di produzione.
La Rete si scatena. A scatenare la reattività degli italiani, e non solo,
sul registro creativo dell’ironia e della satira, senza trascurare il
sarcasmo ghignante e lo sberleffo goliardico, è il penultimo capoverso
del comunicato: “Alla costruzione del tunnel tra il Cern e i laboratori
del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento,
l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai
45 milioni di euro“.
Una formulazione tanto infelice da indurre i frequentatori della Rete a
chiedersi, con toni che dall’iniziale incredulità viravano rapidamente
verso lo sfottò più spietato, come poteva il Ministro ipotizzare l’esistenza di un tunnel fisico per far
transitare i neutrini. Un tunnel d’impressionante lunghezza, sconosciuta sull’intero globo, di oltre 700 km.
Un fotomontaggio sulla segnaletica autostradale “Attenzione! Neutrini in coda al Gran Sasso” e il santino di
una nuova Beata (“Beata Ignoranza”), con l’immagine di Maria Stella Gelmini reinterpretata secondo i
canoni dell’iconografia religiosa popolare, davano il via a uno dei più partecipati fenomeni di sarcasmo
nazionale che il Web ricordi, dentro e fuori i Social Network. Chat e forum dei quotidiani on line presi
d’assalto. E raramente Twitter ha cinguettato con la stessa irridente intensità e continuità.
Formalismo comunicativo. Ma le carenze di quel comunicato non si esauriscono nell’infelice formulazione
dell’arcinoto capoverso. Che dire di un’affermazione trita, banale, formalistica, superficiale come “Rivolgo il
mio plauso e le mie più sentite congratulazioni agli autori di un esperimento storico”? Laddove le “sentite
congratulazioni” riecheggiano lessicalmente, e sinistramente, un altro e più funebre formalismo, quello delle
condoglianze. Quanto al “rivolgo il mio plauso…” (altra formula barocca e polverosa), pur parlando in prima
persona, il Ministro sente il bisogno di sottolineare che il plauso, come già prima le congratulazioni, è
proprio e senza ombra di dubbio il “suo” plauso.
Insomma si rendano conto i ricercatori dell’onore che viene loro concesso! Ricercatori che non sono citati
nominativamente. Neanche nella persona di Ereditato. Eppure sarebbe stato una dimostrazione di
partecipazione meno formale e fredda, riportare un dialogo, una telefonata di felicitazione, uno scambio di
battute sulla portata dell’esperimento, sulle prospettive, sui progetti in corso. Dare prova insomma che Il
Ministro (anche) della Ricerca si era voluto sentire vicino a chi la ricerca la vive come pratica quotidiana.
Avrebbe, tra l’altro, probabilmente evitato sia la surreale proposizione del tunnel svizzero-abruzzese sia di
sbilanciarsi nella trionfalistica affermazione “il superamento della velocità della luce è una vittoria epocale
per la ricerca scientifica di tutto il mondo”.
I ricercatori le avrebbero ricordato l’invito alla prudenza, perché proprio il metodo scientifico prevede la
ripetizione dei risultati in contesti diversi. Ma Maria Stella era troppo occupata a porre l’accento sulla
lungimiranza del sistema Italia, e cioè del governo, nell’aver reso possibili con i finanziamenti “gli eventi
che stiamo vivendo”.
La replica. Il compito di affrontare le reazioni viene delegato all’Ufficio Stampa. La sensazione è che il
Ministro (che dichiara che la polemica è pretestuosa ma riconosce che “si poteva essere più precisi”) si sia,
come dire, “scansato” e abbia preteso che quegli (sbadati) dell’Ufficio si esponessero direttamente. E quelli,
lasciando cadere quel minimo di spirito autocritico che il loro Ministro pure aveva introdotto, lo fanno nella
maniera peggiore: “L’ufficio stampa del Ministero precisa che, ovviamente, il tunnel di cui si parla nel
comunicato di ieri, non è per nessuna ragione intendibile come un tunnel che collega materialmente
Ginevra con il Gran Sasso. Questo è di facile intuizione per tutti e la polemica è assolutamente
strumentale”.
Non sono loro quindi che si sono espressi male (a essere molto, molto generosi), è il resto del mondo che è
innanzitutto stupido, poi portato a fraintendere, e ovviamente a strumentalizzare.
Un atteggiamento del genere, prima ancora che un errore comunicativo, denota una totale carenza
d’intelligenza relazionale. Oltre che di galateo istituzionale. Tra l’altro chiudono il comunicato in maniera
perentoria, sentenziando: “Questa polemica è dunque destituita di fondamento ed è assolutamente
ridicola.”
Senza rendersi conto che la Rete non sta polemizzando con loro, non gli sta concedendo questo beneficio, li
sta semplicemente prendendo in giro. Sull’opinabile si polemizza, sul grottesco si sghignazza. La polemica
se la sono inventata. E con lapsus freudiano l’hanno definita “ridicola”. Finalmente un momento di, sia pur
involontaria, autocritica!
Ma un comunicatore, no? Forse è venuto il momento, signor Ministro, che riconsideri il suo pregiudizio
per la famiglia professionale dei comunicatori. Quelli veri, quelli originali autentici, che si formano
attraverso cinque anni di studi (3+2, ha presente?), frequentano laboratori di scrittura, di organizzazione
dei contenuti, di public speaking, di pianificazione delle attività comunicative, svolgono tirocini in azienda,
vanno all’estero, si muovono con agilità sulle piazze fisiche e su quelle digitali. Spesso si mantengono agli
studi, laboriosamente, nonostante la crisi e malgrado i Suoi pregiudizi. Probabilmente sarebbe bastato un
neolaureato così a evitare il grottesco infortunio: sono giovani pieni di professionalità ed entusiasmo nella
stragrande maggioranza. Li conosco da vicino. Giovani che hanno capito l’importanza propedeutica
dell’ascolto, della verifica, del confronto, di capire un contenuto prima di proporlo.
Insomma che hanno metabolizzato che la comunicazione è un processo inferenziale che si alimenta,
sempre di meno, di apodittici comunicati stampa. Faccia una prova, signor Ministro. Uno stagista costa
pochissimo. Il ridicolo tantissimo.
Buon lavoro!
26-9-2011
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