VARIAZIONI CLIMATICHE
Definizione di Clima
Il clima è l'insieme delle condizioni atmosferiche medie di una determinata regione geografica, come ad
esempio la temperatura media, il tasso di umidità, la pressione, i venti ecc. Il clima di una regione è
determinato dalla latitudine, dalla temperatura, dalla morfologia del territorio, dalla continentalità, dai
venti, dalla pressione atmosferica, dall'umidità dell'aria, dalle precipitazioni, dalla nebulosità, dalla distanza
dal mare, dalla presenza di catene montuose, dalle correnti marine, dall'esposizione al sole, dall'esposizione
ai venti e dall'ecosistema naturale del luogo. Il clima è la media delle condizioni meteorologiche di una
località nel medio-lungo periodo (almeno 30 anni). L'analisi dei dati storici per periodi sufficientemente
lunghi consente di delineare una mappa del clima delle regioni della Terra.
Variazioni Climatiche Naturali
Da studi effettuati sulle bolle d’aria contenute nei ghiacci polari si è scoperto che l’andamento della
concentrazione di CO2 nell’atmosfera nel corso delle ultime centinaia di migliaia di anni ha seguito di pari
passo quello della temperatura: durante le glaciazioni, quindi, il contenuto di CO2 era basso, mentre
durante i periodi interglaciali era alto. Per spiegare tale andamento si ricorre a un meccanismo di causaeffetto nel quale interviene il fitoplancton marino (alghe e microalghe). Il ferro oltre ad essere uno dei
micronutrienti più importanti, influisce sulla crescita del fitoplancton e sull’attività biologica, quando è
presente in quantità consistenti favorisce la fotosintesi, che a sua volta comporta una diminuzione di CO2
nell’atmosfera.
Si pensa quindi che nei passati cicli glaciali sia avvenuto qualcosa di simile alla ‘fertilizzazione degli oceani.
Nei periodi freddi, infatti, la maggior parte dell’acqua dolce presente sulla Terra si trovava allo stato solido
nelle calotte polari e nei ghiacci che ricoprivano gran parte delle aree continentali più a nord. La superficie
terrestre era quindi fredda, arida e spazzata da forti venti che trasportavano enormi quantità di polveri
crostali (ricche di ferro) dalle superfici emerse agli oceani. Nei periodi freddi si sarebbe quindi avuta una
maggiore produzione biologica marina, una maggiore fotosintesi e conseguentemente una minore
concentrazione di CO2 nell’atmosfera; viceversa, nei periodi caldi la minore concentrazione di ferro sarebbe
stata limitante per l’attività biologica e per l’assorbimento di CO2, e grandi quantità di questo gas
sarebbero state restituite all’atmosfera attraverso la respirazione. Nella prima metà del novecento
l'astronomo serbo Milankovic individuò nelle modificazioni dell'inclinazione dell'asse terrestre e nella
geometria del percorso orbitale della Terra intorno al Sole le principali cause delle variazioni climatiche. A
determinare la quantità di energia solare che raggiunge una superficie unitaria in un dato tempo sono sia le
distanze Terra-Sole sia l'angolo di incidenza dei raggi solari, causati dalla variazione dell'eccentricità
dell'orbita e dalla precessione degli equinozi.
Secondo questa teoria, le estati meno calde si verificano con la minima inclinazione dell'asse terrestre, con
la massima eccentricità dell'orbita e con la posizione della Terra in afelio. Il fattore decisivo ai fini della
estensione dei ghiacciai è la temperatura estiva, infatti, durante l'estate le temperature relativamente
elevate consentono lo scioglimento del ghiaccio formatosi in inverno, se però le estati sono meno calde,
alle alte latitudini i ghiacci non si sciolgono del tutto e anno dopo anno lo spessore aumenta.
Il ricercatore Gideon Henderson, della Columbia University in New York, ha elaborato la seguente ipotesi:
quando per cause astronomiche la Terra inizia a raffreddarsi e di conseguenza si accumulano i ghiacci
antartici, maggiori quantità di ferro entrano in soluzione nei mari antartici quindi si ha una crescita
esponenziale di fitoplancton. Ciò determina una diminuzione dell'effetto serra con un raffreddamento della
Terra e dunque l'inizio di un nuovo periodo glaciale. Terminata la fase astronomica che causa
raffreddamento si ha una nuova diminuzione in contenuto in ferro che inverte il processo, di conseguenza
prima l'Antartide e poi tutta la Terra si riscaldano nuovamente.
Innalzamento del livello del mare
Il livello delle acque del mare non è stato sempre lo stesso nel corso dei milioni di anni, anzi più volte il
livello del mare è sceso portando alla luce parecchi chilometri quadrati di superficie, e risalito
sommergendoli nuovamente.
Queste variazioni prendono il nome di variazioni eustatiche del livello marino e sono documentate ed
accettate dagli studiosi, ma rimangono ancora poco chiare le cause e il meccanismo con cui queste
variazioni avvenivano e vi sono molte teorie e ipotesi a riguardo.
Variazioni della quantità di ghiacci, specialmente in Antartide e Groenlandia, devono corrispondere
necessariamente a variazioni del livello marino che si abbasserà quando i ghiacci aumentano e si alzerà
quando questi si sciolgono.
Secondo alcuni calcoli la fusione totale dei ghiacci presenti nelle calotte polari provocherebbe un
innalzamento del livello marino di circa 70 metri, ma l'abbassamento del fondo oceanico, a causa del
maggior contenuto d'acqua, e quindi di peso compenserebbe in parte l'innalzamento portandolo intorno ai
55 metri.
Inoltre si sono avute, nel corso dei millenni delle rapide sommersioni eustatiche (dette trasgressioni)
seguite da delle emersioni (dette regressioni), che si suppone abbiano agito più lentamente delle
trasgressioni, durante la quale si sono avute delle fluttuazioni di 120-150 metri in meno di 10.000 anni, il
che equivale ad un innalzamento di circa 1 centimetro all'anno.
L'altra possibilità è quella che vede una modificazione dei profili dei bacini oceanici, cioè una variazione
della capacità di contenere la medesima quantità di acqua. Le cause portate per avvalorare questa ipotesi
sono molte come la caduta di un enorme meteorite, una variazione del volume delle dorsali oceaniche, o
un aumento del loro, accumuli sedimentari, cambiamenti di forma del pianeta e altri ancora.
Un'altra ragione è che contemporaneamente alla deposizione dei sedimenti sui fondali oceanici ci sarà, da
qualche altra parte, un punto in cui questi sedimenti vengono portati alla luce (nelle zone di convergenza
per esempio, vedi la tettonica delle placche). Anche se la sedimentazione fosse sufficiente ad annullare
questi due processi, l'innalzamento che si avrebbe non sarebbe superiore ad 1 centimetro ogni 1000 anni.
Una delle cause più probabili potrebbe essere una variazione di volume delle dorsali oceaniche, che già
occupano uno spazio rilevante che risulta essere più del 10% del volume delle acque oceaniche.
Scioglimento Dei Ghiacciai
Una conseguenza dei cambiamenti climatici è lo scioglimento dei ghiacciai che, se non verrà al più presto
fermato da drastici provvedimenti coordinanti a livello mondiale, innalzerà il livello dei fiumi e dei mari
creando delle preoccupanti conseguenze.
Lo scioglimento dei ghiacci artici potrebbe innanzitutto influenzare profondamente il clima del Nord
America e dell’Europa in un futuro abbastanza prossimo: il maggior riscaldamento dell’oceano a causa della
minor estensione estiva dei ghiacci al Polo Nord determinerà infatti la cessione all’atmosfera di maggiori
quantità di calore e di umidità durante l’autunno, implicando piogge autunnali più frequenti e abbondanti
sulle vicine regioni del Nord America e dell’Europa.
In parallelo, la minor estensione della calotta artica avrà conseguenze dirette sulla circolazione atmosferica
delle alte latitudini, determinando una “estremizzazione” del clima rispetto alla situazione odierna.
A causa del riscaldamento dell’Oceano Artico si ridurrebbe anche la differenza di temperatura fra le alte e
le medie latitudini, una situazione idonea ad indebolire il circuito delle correnti occidentali che scorrono dal
Canada verso l’Europa e più ancora verso est (in direzione del Giappone): l’indebolimento di queste
correnti, il “normale” ed attuale spartiacque fra l’aria gelida delle latitudini polari e quella più mite delle
zone temperate, spalancherà la discesa di masse d’aria gelida dal Polo verso le basse latitudini (o alla
risalita di aree di alta pressione da latitudini sub-tropicali fino ai margini del Circolo Polare), con un
significativo incremento dei fenomeni nevosi estremi e di anomali periodi di freddo.
A questo punto viene spontaneo chiedersi quale sarebbe la situazione della Terra se si verificasse lo
scioglimento totali dei ghiacci della terra.
Secondo gli scienziati il livello del mare si alzerebbe di 68 metri e interi chilometri di costa e dell’interno di
tutti i continenti sarebbero sommersi (per esempio, gran parte della Pianura Padana finirebbe sott’acqua
Venezia compresa). L’Africa è quello che subirebbe meno danni, mentre l’Antartide quasi scomparirebbe.
Certo, se fossero solo i ghiacci dell’Artico, logica vorrebbe che il livello dell’acqua si abbassasse. Ma qui
sono compresi tutti gli altri. E le cose si complicano.
Con lo scioglimento dei ghiacci scomparirebbe New York, tutta la Florida e buona parte della California. Le
colline di San Francisco diventerebbero un gruppo di isole, la Central Valley un'immensa baia.
Se il Centramerica e il resto dei Caraibi se la caverebbero senza troppi danni, il Brasile sarebbe quasi diviso a
metà, con un bacino oceanico che riempie tutto il corso del Rio delle Amazzoni. Lo stesso anche con il
bacino del Paraguay. L’acqua spazzerebbe via Buenos Aires, la costa dell’Uruguay e buona parte del
Paraguay.
Nel continente europeo scompaiono Londra e Venezia, con danni enormi a livello culturale. I Paesi Bassi
vengono sommersi, e anche gran parte della Danimarca. In compenso, si ingrandiscono in modo notevole il
Mar Caspio e il Mar Nero.
In Asia addio al Bangladesh, e a una porzione della Cina dove abitano 600 milioni di cinesi. Anche l’India
vedrebbe gran parte delle sue coste sommerse dall’acqua, e i monti Cardamomi diventerebbero un’isola.
Per quanto riguarda il continente australiano sparirebbe la parte della costa Est, dove abita gran parte della
popolazione . Intanto, si creerebbe un bacino interno alla regione, con in più una nuova isoletta al centro