CAPITOLO 32 32 ATTACCO EPILETTICO NEGLI ADULTI Michelle Kalinski Con una incidenza nel corso della vita tra il 2% e il 5%, l’attacco epilettico è un disturbo comune tra i pazienti che si recano presso i DEA, rappresentando almeno l’1% delle visite totali erogate in tali sedi. Gli attacchi epilettici possono presentarsi in differenti modi, tra cui singoli eventi isolati, crisi ricorrenti e lo stato epilettico. Lo stato epilettico è stato definito in vari modi. La definizione più completa contempla la presenza di un attacco epilettico sostenuto della durata di 30 minuti o di crisi ripetute senza ripristino di un normale stato mentale di base. Tuttavia alcuni autori ritengono opportuno ridurre il criterio temporale a 5 minuti. L’incidenza dello stato epilettico cresce agli estremi opposti dell’età anagrafica, e tale condizione interessa circa 50 individui su 100.000. Oltre il 25% dei casi di stato epilettico si presentano con una alterazione dello stato mentale in assenza di convulsioni, condizione questa denominata “stato epilettico non-convulsivo”. Il monitoraggio EEG è necessario per formulare tale diagnosi. Il tasso di mortalità per lo stato epilettico è compreso tra il 20% e il 25%. I pazienti con attacchi epilettici cronici ricorrenti sono generalmente facilmente gestiti all’interno dei DEA. Se una anamnesi approfondita e un accurato esame obiettivo escludono una esacerbazione di una malattia che possa ridurre la soglia epilettica così come portare a una significativa modificazione nel pattern cronico degli attacchi epilettici, si evince come molti pazienti con attacchi epilettici ricorrenti non richiedono altro che (1) osservazione fino alla risoluzione dello stato post ictale e al raggiungimento dello stato di base neurologico del paziente, (2) misurazione della concentrazione sierica (se disponibile) di eventuali anticonvulsivanti che il paziente abbia assunto, per valutare se sia indicato aggiustarne la dose. La valutazione di un attacco epilettico di nuova insorgenza è di grande interesse, in quanto molti processi patologici possono esserne la causa, con significative morbilità o mortalità nel caso in cui non venga posta una pronta diagnosi. Anche negli attacchi ricorrenti è importante considerare che nuove condizioni mediche possono precipitare una attività epilettica. Una ricerca diretta a una causa sottostante è appropriata nei pazienti con un aumento dell’attività epilettica o con sospetto clinico di un altro processo patologico (come suggerito da febbre, rilievo di segni neurologici focali persistenti o di nuova insorgenza, respiro corto e così via), e nei pazienti il cui stato mentale e le cui funzioni neurologiche tendono a non normalizzarsi entro un’ora dalla prima valutazione. La valutazione iniziale deve includere un controllo della pervietà delle vie aeree, della funzione respiratoria, di quella cardiocircolatoria, seguito da una accurata anamnesi e un esame fisico. Se è necessario un controllo della ventilazione, non devono essere utilizzati farmaci depressori la funzione respiratoria a lunga 374 VOTEY 32.indd 374 6-02-2008 10:55:12 1ATTACCO EPILETTICO NEGLI ADULTI durata d’azione senza un continuo monitoraggio EEG. Ai pazienti che presentano una crisi all’arrivo presso il DEA si dovrebbe immediatamente controllare la glicemia, e somministrare destrosio per via parenterale, in caso venga riscontrata ipoglicemia (si valuti il trattamento concomitante con tiamina 100 mg EV nei pazienti idonei). Nel caso in cui il paziente sia ipoglicemico, e non si riesca a ottenere un accesso intravenoso, si dovrebbe somministrare 1 mg di glucagone per via sottocutanea o intramuscolare. I test diagnostici e il successivo trattamento devono essere mirati verso una causa identificabile dell’attacco epilettico che possa essere specificamente trattata. Nel caso in cui la meningite sia considerata una causa probabile, si devono somministrare 10 mg di desametasone EV e antibiotici appropriati (dopo aver eseguito rapidamente un esame emocolturale e prima della puntura lombare se si prevede un ritardo nel prelevare liquido cerebrospinale). Una TC urgente deve essere garantita ai pazienti con sospetto di una lesione strutturale intracranica. Numerose sostanze e tossine possono causare attacchi epilettici, per cui deve essere presa in considerazione la somministrazione di carbone attivo e antidoti specifici. Molti attacchi epilettici di natura non ipoglicemica cessano spontaneamente o rispondono alla somministrazione di una benzodiazepina. Le opzioni possibili includono: 1. lorazepam: da 0,05 a 0,1 mg/kg da somministrare da 1 a 2 mg/min, per un massimo di 10 mg EV o IM. L’azione anticonvulsivante dura diverse ore 2. diazepam: da 0,1 a 0,2 mg/kg a 5 mg/min EV. Il diazepam può essere somministrato anche IM con incrementi di 5 mg o per via rettale da 0,3 a 0,5 mg/kg utilizzando la formulazione EV standard o un gel. L’azione anticonvulsivante dura 20 minuti 3. midazolam: da 0,05 a 0,1 mg/kg EV o IM da 1 a 2 mg/min. Il midazolam può essere somministrato anche per via intranasale. In caso di stato epilettico è necessario un trattamento addizionale. La fenitoina può essere somministrata solo per via EV (adulti: 20 mg/kg a <50 mg/min). Le dosi di fosfenitoina (da 15 a 20 equivalenti di fenitoina per kg) sono simili a quelle della fenitoina. La somministrazione è per via EV con dosaggio da 100 a 150 equivalenti di fenitoina sodica al minuto o per via IM. Se la crisi epilettica non si risolve con questo trattamento, si parla di stato epilettico refrattario. Le opzioni terapeutiche includono: 1. alte dosi di fenitoina (24 mg/kg EV). Uno studio ha stabilito una riduzione del 38% per la terapia di pazienti della terza età. L’Epilepsy Foundation of America’s working group raccomanda la somministrazione di fenitoina fino a 30 mg/kg, in associazione al monitoraggio emodinamico, prima di somministrare ulteriori farmaci 2. si può somministrare il fenobarbital (20 mg/kg EV da 60 a 100 mg/min). Il VA Cooperative Study ha dimostrato una uguale efficacia alla fenitoina e alle benzodiazepine singolarmente o in associazione, nel risolvere lo stato epilettico. Il fenobarbital EV a queste dosi e velocità di somministrazione determina una profonda depressione respiratoria, per cui è necessaria una notevole capacità nella gestione della ventilazione e delle funzioni respiratorie del paziente 3. l’infusione continua di barbiturici (fenobarbital e altri) è anch’essa efficace nel sopprimere l’attività dei foci epilettici 375 VOTEY 32.indd 375 6-02-2008 10:55:13 CAPITOLO 32 4. l’acido valproico (dose media da 10 a 15 mg/kg EV, massima dose 20 mg/kg a una velocità di infusione di 20 mg/min) ha dimostrato di essere efficace in ristretti studi europei. Non è ancora stato approvato per questo utilizzo negli USA, e risulta controindicato in caso di disfunzioni epatiche 5. in piccoli studi il propofol (da 1 a 2 mg/kg EV seguiti da 2-10 mg/kg/ora in infusione) ha dimostrato di essere efficace nel 60% dei casi nello stato epilettico refrattario 6. l’infusione continua di benzodiazepine è risultata efficace nella soppressione degli attacchi epilettici fino all’80% dei casi. BIBLIOGRAFIA Bradford JC, Kyriakedes CG: Evaluation of the patient with seizures: an evidence based approach, Emerg Med Clin North Am 17:203,1999. Claassen J, Hirsch LJ, Emerson RG, et al: Treatment of refractory status epilepticus with pentobarbital, propofol, or midazolam: a systematic review, Epilepsia 43:146, 2002. Clinical Policy: Critical issues in the evaluation and management of adult patients presentd 43:605, 2004. ing to the emergency department with seizures, Ann Emerg Med De Gans J, Van De Beek D: Dexamethasone in adults with bacterial meningitis, N Engl J Med 347:1549, 2002. Eisner RF, Turnbull TL, Howes DS, et al: Efficacy of a “standard” seizure workup in the d 15:33, 1986. emergency department, Ann Emerg Med Henneman PL, De Roos F, Lewis RJ: Determining the need for admission in patients with new-onset seizures, Ann Emerg Med d 24:1108, 1994. Jagoda A, Colucciello S: Seizures: accurate diagnosis and effective treatment, Emerg Med Practt 2:1, 2000. Mower WR, Biros MH, Talan DA, et al: Selective tomographic imaging of patients with newonset seizure disorders, Acad Emerg Med d 9:43, 2002. Neufeld MY, Chistik V, Vishne TH, et al: The diagnostic aid of routine EEG findings in patients presenting with a presumed first-ever unprovoked seizure, Epilepsy Ress 42:197, 2000. Pellegrino TR: An emergency department approach to first time seizures, Emerg Med Clin North Am 12:925, 1994. Roth HL, Drislane FW: Seizures, Neurol Clin 16:257, 1998. Turnbull TL, Vanden Hoek TL, Howes DS, Eisner RF: Utility of laboratory studies in the d 19:373, 1990. emergency department patient with a new-onset seizure, Ann Emerg Med IPOSSIA Il controllo della ventilazione e della saturazione d’ossigeno deve essere effettuato per ogni paziente che presenta una crisi epilettica. L’ipossia può essere una causa dell’attacco epilettico, o può essere dovuta a una insufficienza ventilatoria conseguente all’attacco. La stabilizzazione della ventilazione e delle funzioni respiratorie deve costituire la priorità rispetto ai test complementari. Gli agenti paralizzanti utilizzati per controllare la permeabilità delle vie aeree bloccano le attività motorie osservate in molti attacchi, senza sopprimere la sottostante attività epilettica a livello cerebrale. In assenza di attività motoria gli assistenti potrebbero non riconoscere l’attività epilettica in corso. Occorre un monitoraggio EEG continuo per i pazienti a rischio di attività epilettica in corso, quando vengano somministrati agenti paralizzanti a lunga durata d’azione. Vedi Capitolo 34, Dispnea. 376 VOTEY 32.indd 376 6-02-2008 10:55:13 1ATTACCO EPILETTICO NEGLI ADULTI IPONATRIEMIA L’iponatriemia può essere la causa di un attacco epilettico di nuova insorgenza nel 5% dei pazienti senza una causa identificabile. La severità delle manifestazioni cliniche dovuta all’iponatriemia dipende dalla riduzione assoluta del sodio sierico, e dalla rapidità con cui tale riduzione si è verificata. L’iponatriemia può risultare a rischio per la vita del paziente, e richiede analisi di laboratorio per la diagnosi. Generalmente l’iponatriemia non è considerata una causa delle crisi epilettiche fin quando i livelli di sodio sierico non scendano al di sotto dei 120 mEq/L. Gli atleti che praticano “ultraendurance” rappresentano un gruppo di giovani adulti in salute che possono avere una iponatriemia acuta come causa dei loro attacchi epilettici durante una attività sportiva prolungata. SINTOMI • Letargia • Confusione e agitazione • Cefalea • Nausea e vomito • Crampi muscolari o spossatezza generalizzata • Attacchi epilettici SEGNI • Alterazione dello stato di coscienza: agitazione, sonnolenza e coma • Le crisi epilettiche solitamente sono generalizzate, e possono essere refrattarie o ricorrenti ITER DIAGNOSTICO • Il livello di sodio sierico conferma la diagnosi di iponatriemia. • La TC può essere indicata per escludere processi patologici a carico del SNC. COMMENTI E CONSIDERAZIONI TERAPEUTICHE Se è presente iponatriemia, è necessaria una accurata analisi per identificarne la causa. Cause di iponatriemia includono ritenzione idrica (SIADH, scompenso cardiaco congestizio, cirrosi ecc.) e perdita di sodio (tratto gastrointestinale, cute, reni). Una grave iperglicemia e, a seconda dell’analisi utilizzata, ipertrigliceridemia e iperprotidemia causano una “pseudoiponatriemia” (la concentrazione sodica misurata è bassa senza che ci sia una effettiva iponatriemia), che non provoca crisi epilettiche. Gli attacchi epilettici iponatriemici spesso risultano refrattari alla terapia con anticonvulsivanti standard, per cui la soppressione della crisi richiede un supplemento di sodio. La somministrazione controllata di soluzione ipertonica (3%) costituisce il trattamento di scelta. Una scrupolosa attenzione a un eccessivo aumento della sodiemia è necessaria per prevenire la mielinolisi pontina centrale e altre sindromi da demielinizzazione cerebrale. 377 VOTEY 32.indd 377 6-02-2008 10:55:14 CAPITOLO 32 BIBLIOGRAFIA American College of Emergency Physicians: Clinical policy for the initial approach to patients presenting with a chief complaint of seizure who are not in status epilepticus, Ann Emerg Med d 29:706, 1997. Davis DP, Videen JS, Marino A, et al: Exercise-associated hyponatremia in marathon runners: a two-year experience, J Emerg Med d 21:47, 2001. Speedy DB, Rogers I, Safih S, et al: Hyponatremia and seizures in an ultra distance triathlete, J Emerg Med d 18:41, 2000. IPERNATRIEMIA L’ipernatriemia raramente costituisce la causa di attacchi epilettici di nuova insorgenza. I pazienti a rischio per ipernatriemia in genere sono individui debilitati che non controllano il loro introito alimentare. I pazienti con normali funzioni mentali e intatto meccanismo della sete hanno una intensa risposta anche per piccoli incrementi del sodio sierico (3 mEq/L) rispetto al livello basale. Questo provoca uno stimolo a bere e corregge i valori di natriemia. Gli attacchi epilettici solitamente sono generalizzati. Vedi Capitolo 27, Alterazione dello stato di coscienza e coma. IPOCALCEMIA L’ipocalcemia costituisce la causa di attacchi epilettici di nuova insorgenza fino al 4% di pazienti con cause identificabili. Molti di questi presentano altri segni o fattori di rischio per ipocalcemia (pancreatici, insufficienza renale, ipoparatiroidismo conseguente a chirurgia tiroidea). Pazienti vigili senza segni o fattori di rischio per ipocalcemia molto raramente presentano ipocalcemia come causa dell’attacco epilettico. SINTOMI • Anoressia • Nausea e vomito • Stanchezza • Parestesie (specialmente periorali) • Spasmi muscolari • Spossatezza generalizzata SEGNI • Tremore • Spasmi muscolari • Segno di Chvostek: battendo sul nervo facciale si determinano contrazioni dei muscoli orali • Segno di Trousseau: crampo del carpo indotto dal gonfiaggio del bracciale dello sfigmomanometro tra le pressioni sistolica e diastolica per 3 minuti 378 VOTEY 32.indd 378 6-02-2008 10:55:14 1ATTACCO EPILETTICO NEGLI ADULTI • Tetania e iperriflessia • Alterazione dello stato di coscienza: delirio e allucinazioni • Le crisi epilettiche solitamente sono generalizzate e possono essere refrattarie o ricorrenti ITER DIAGNOSTICO • In pazienti con crisi epilettiche che presentano segni e sintomi o fattori di rischio per ipocalcemia deve essere misurato il calcio ionizzato. Si parla di ipocalcemia per valori di calcio ionizzato inferiori a 2,0 mEq/L. Tuttavia effetti gravi non si osservano fin quando il valore non scende al di sotto di 1,6 mEq/L. • Devono essere misurati i valori di elettroliti, magnesio, fosforo, creatinina. • ECG: un prolungamento del QT è caratteristico dell’ipocalcemia. COMMENTI E CONSIDERAZIONI TERAPEUTICHE I pazienti con attacchi epilettici da ipocalcemia richiedono il rimpiazzo del calcio sierico con 10 ml di calcio gluconato al 10% somministrato lentamente (da 5 a 10 minuti) e ripetuto fin quando non venga corretta l’ipocalcemia e risolta la crisi epilettica. L’attività cardiaca dei pazienti dovrebbe essere monitorizzata durante l’infusione di calcio. BIBLIOGRAFIA American College of Emergency Physicians: Clinical policy for the initial approach to patients presenting with a chief complaint of seizure who are not in status epilepticus, Ann Emerg Med d 22:875, 1993. Aminoff MJ, Simon RP: Status epilepticus: causes, clinical features, and consequences in 98 patients, Am J Med d 69:657, 1980. Eisner RF, Turnbull TL, Howes DS, Gold IW: Efficacy of a “standard” seizure workup in the d 15:33, 1986. emergency department, Ann Emerg Med Powers RD: Serum chemistry abnormalities in adult patients with seizures, Ann Emerg Med 14:416, 1985. Wijdicks EFM, Sharbrough FW: New-onset seizures in critically ill patients, Neurology 43:1042, 1993. Working Group on Status Epilepticus: Treatment of convulsive status epilepticus, JAMA 270:854, 1993. IPOMAGNESIEMIA L’ipomagnesiemia rende conto di meno dell’1% delle crisi epilettiche di nuova insorgenza, e viene generalmente osservata in pazienti che hanno molti altri fattori di rischio per gli attacchi epilettici. È opinione comune che le crisi epilettiche associate a ipomagnesiemia siano di origine multifattoriale. L’ipomagnesiemia sperimentalmente indotta negli uomini non ha causato l’insorgenza di crisi epilettiche. Vedi Capitolo 27, Alterazione dello stato di coscienza e coma. 379 VOTEY 32.indd 379 6-02-2008 10:55:14 CAPITOLO 32 UREMIA Solo raramente l’insufficienza renale causa crisi epilettiche. Gli attacchi epilettici in pazienti con insufficienza renale più spesso sono osservati come parte della sindrome dello squilibrio da dialisi (cefalea, nausea, crampi muscolari, agitazione, delirio, convulsioni), che tipicamente si verifica subito prima o poco dopo il termine di una dialisi rapida o una procedura di ultrafiltrazione. Gli attacchi epilettici di solito rispondono bene alla terapia convenzionale. In molti casi la posologia dei farmaci anticonvulsivanti deve essere corretta in relazione all’insufficienza renale. Vedi Capitolo 27, Alterazione dello stato di coscienza e coma. BIBLIOGRAFIA Wijdicks EFM, Sharbrough FW: New-onset seizures in critically ill patients, Neurology 43:1042, 1993. IPOGLICEMIA Le crisi epilettiche ipoglicemiche generalmente insorgono in pazienti in terapia per diabete mellito, e non si risolvono finché non venga corretta l’ipoglicemia. Questi pazienti si presentano in stato epilettico fin quando la terapia non è intrapresa. Anche i pazienti con cirrosi, storia di alcolismo, sepsi e malnutrizione sono predisposti a sviluppare l’ipoglicemia. Fino al 10% dei pazienti con ipoglicemia sviluppa crisi epilettiche come principale manifestazione del deficit glucidico. Un prelievo di sangue dal polpastrello costituisce un test glicemico rapido, sicuro ed economico, e dovrebbe essere eseguito in tutti i pazienti con alterato stato di coscienza o crisi epilettiche. Il trattamento degli attacchi epilettici su base ipoglicemica consiste nella somministrazione di destrosio (è necessario considerare la concomitante somministrazione di 100 mg di tiamina EV in pazienti appropriati), e anticonvulsivanti non standard. Se non è disponibile un accesso venoso, può essere somministrato 1 mg di glucagone intramuscolo o sottocute, per aumentare temporaneamente il valore della glicemia. È richiesta una serie di esami accurati e una attenta ricerca delle cause dell’ipoglicemia. Vedi Capitolo 27, Alterazione dello stato di coscienza e coma. BIBLIOGRAFIA American College of Emergency Physicians: Clinical policy for the initial approach to patients presenting with a chief complaint of seizure who are not in status epilepticus, Ann Emerg Med d 29:706, 1997. Aminoff MJ, Simon RP: Status epilepticus: causes, clinical features, and consequences in 98 patients, Am J Med d 69:657, 1980. 380 VOTEY 32.indd 380 6-02-2008 10:55:15 1ATTACCO EPILETTICO NEGLI ADULTI Browning RG, Olson DW, Steven HA, Mateer JR: 50% dextrose: antidote or toxin? Ann Emerg Med d 19:683, 1990. Jones JL, Ray VG, Gough JE, et al: Determination of prehospital blood glucose: a prospective, controlled study, J Emerg Med d 10:679, 1992. Rosenthal RH, Heim ML, Waeckerle JF: First time major motor seizures in an emergency department, Ann Emerg Med d 9:242, 1980. Wijdicks EFM, Sharbrough FW: New-onset seizures in critically ill patients, Neurology 43:1042, 1993. Working Group on Status Epilepticus: Treatment of convulsive status epilepticus, JAMA 270:854, 1993. IPERGLICEMIA, CHETOACIDOSI DIABETICA E SINDROME IPERGLICEMICA IPEROSMOLARE Una lieve iperglicemia (glucosio <200 mg/dl) può insorgere dopo una crisi epilettica generalizzata. Tuttavia gli attacchi epilettici attribuibili all’iperglicemia si verificano nel contesto di una grave iperglicemia e di anomalie metaboliche multiple. Si ritiene che il meccanismo patogenetico coinvolga l’iperosmolalità. L’iperglicemia costituisce fino al 4% delle crisi epilettiche di nuova insorgenza nei pazienti con causa identificabile. La maggior parte dei pazienti con crisi epilettiche attribuibili all’iperglicemia presenta una anamnesi positiva per malattia diabetica; tuttavia, due terzi dei pazienti con sindrome iperglicemica iperosmolare non ha una storia di diabete. Le crisi epilettiche associate ad iperglicemia di frequente non rispondono alla terapia anticonvulsivante, e spesso per la loro soppressione è necessaria la correzione delle anomalie metaboliche, inclusa una riduzione della glicemia. Le cause sottostanti l’iperglicemia complicata (infezioni, infarto miocardio, ictus, mancata compliance ecc.) devono essere attentamente studiate. Vedi Capitolo 27, Alterazione dello stato di coscienza e coma. BIBLIOGRAFIA American College of Emergency Physicians: Clinical policy for the initial approach to patients presenting with a chief complaint of seizure who are not in status epilepticus, Ann Emerg Med d 22:875, 1993. Aminoff MJ, Simon RP: Status epilepticus: causes, clinical features, and consequences in 98 patients, Am J Med d 69:657, 1980. Aquino A, Gabor AJ: Movement-induced seizures in non-ketotic hyperglycemia, Neurology 30:600, 1980. Maccario M, Messis CP, Vastola EF: Focal seizures as a manifestation of hyperglycemia without ketoacidosis, Neurology y 15:195, 1965. Rosenthal RH, Heim ML, Waeckerle JF: First time major motor seizures in an emergency department, Ann Emerg Med d 9:242, 1980. Vastola EF, Maccario M, Homan R: Activation of epileptogenic foci by hyperosmolarity, Neurology 17:520, 1967. Wijdicks EFM, Sharbrough FW: New-onset seizures in critically ill patients, Neurology 43:1042, 1993. Working Group on Status Epilepticus: Treatment of convulsive status epilepticus, JAMA 270:854, 1993. 381 VOTEY 32.indd 381 6-02-2008 10:55:15 CAPITOLO 32 IPOTIROIDISMO L’ipotiroidismo è una causa rara di attacchi epilettici negli adulti, e le crisi che sono state riportate si verificano in caso di coma mixedematoso. I pazienti generalmente hanno una storia di ipotiroidismo e presentano altre manifestazioni di coma da mixedema, sebbene gli attacchi epilettici possano costituirne la prima manifestazione fino al 25% di pazienti. La mortalità per il coma mixedematoso è maggiore del 50%. Vedi Capitolo 27, Alterazione dello stato di coscienza e coma. BIBLIOGRAFIA Catz B, Russell S: Myxedema, shock, and coma: seven survival cases, Arch Intern Med 108:407, 1961. IPERTIROIDISMO Le crisi epilettiche legate all’ipertiroidismo risultano associate alla tireotossicosi e sono limitate ai casi riportati in letteratura. BIBLIOGRAFIA Urbanic RC, Mazzaferri EL: Thyrotoxic crisis and myxedema coma, Heart Lung g 7:435, 1978. Waldstein SS, Slodki SJ, Kaganiec GI, et al: A clinical study of thyroid storm, Ann Intern Med d 52:626, 1960. EMORRAGIA INTRACRANICA,, EMATOMI EPIDURALI E SUBDURALI Le emorragie intracraniche costituiscono circa il 2% delle crisi epilettiche di nuova insorgenza, e gli ematomi subdurali costituiscono il tipo di emorragie più spesso associate alle crisi epilettiche. Le crisi possono essere focali o generalizzate, mentre lo stato epilettico non è comune. Gli attacchi epilettici interessano fino al 15% dei pazienti con emorragie del parenchima lobare cerebrale (conseguenti a tumori, malformazioni arterovenose, ipertensione, angiomi e così via), e il 70% di questi pazienti ha crisi ricorrenti. I pazienti con importanti lesioni del capo dovrebbero ricevere il più presto possibile una terapia profilattica con anticonvulsivanti, in quanto le crisi epilettiche potrebbero aggravare l’esito della lesione. Vedi Capitolo 18, Cefalea. BIBLIOGRAFIA American College of Emergency Physicians: Clinical policy for the initial approach to patients presenting with a chief complaint of seizure who are not in status epilepticus, Ann Emerg Med d 29:706, 1997. American College of Emergency Physicians, American Academy of Neurology, American Association of Neurologic Surgeons, and the American Society of Neuroradiology: Practice parameter: neuroimaging in the emergency patient presenting with seizure (sumd 27:114, 1996. mary statement), Ann Emerg Med 382 VOTEY 32.indd 382 6-02-2008 10:55:16 1ATTACCO EPILETTICO NEGLI ADULTI Aminoff MJ, Simon RP: Status epilepticus: causes, clinical features, and consequences in 98 d 69:657, 1980. patients, Am J Med Lobato RD, Rivas JJ, Gomez PA, et al: Head-injured patients who talk and deteriorate into g 75:256, 1991. coma, J Neurosurg Ramirez-Lassepas M, Cipolle RJ, Morillo LR, Gumnit RJ: Value of computed tomographic scan in the evaluation of adult patients after their first seizure, Ann Neuroll 15:536, 1984. Reinus WR, Wippold FJ, Erickson KK: Seizure patient selection for emergency computed tomography, Ann Emerg Med d 22:1298, 1993. Wijdicks EFM, Sharbrough FW: New-onset seizures in critically ill patients, Neurology 43:1042, 1993. EMORRAGIE SUBARACNOIDEE Gli attacchi epilettici interessano dal 6% all’8% dei pazienti al momento dell’insorgenza di sanguinamento in seguito a emorragia subaracnoidea. Alcuni studi hanno dimostrato che le crisi epilettiche costituiscono un fattore prognostico sfavorevole nel contesto di tali emorragie. Lo stato epilettico non-convulsivo coinvolge fino all’8% dei pazienti che presentano emorragia subaracnoidea con coma di origine indeterminata o deterioramento neurologico. Vedi Capitolo 18, Cefalea. BIBLIOGRAFIA Arboix A, Marti-Vilalta JL: Predictive clinical factors of very early in-hospital mortality in subarachnoid hemorrhage, Clin Neurol Neurosurg g 101:100, 1999. Butzkuever H, Evans AH, Pitman A, et al: Onset seizures independently predict poor outy 55:1315, 2000. come after subarachnoid hemorrhage, Neurology Dennis LJ, Claassen J, Hirsch LJ, et al: Nonconvulsive status epilepticus after subarachnoid hemorrhage, Neurosurgery y 51:1136,2002. Fontanarosa PB: Recognition of subarachnoid hemorrhage, Ann Emerg Med d 18:1199, 1989. Mayberg MR, Batjer HH, Dacey R, et al: Guidelines for the management of aneurysmal subarachnoid hemorrhage, Circulation 90:2592, 1994. Pinto AN, Canhao P, Ferro JM: Seizures at the onset of subarachnoid hemorrhage, J Neurol 243:161, 1996. Rhoney DH, Tipps LB, Murry KR, et al: Anticonvulsant prophylaxis and timing of seizures after aneurysm subarachnoid hemorrhage, Neurology y 55:258, 2000. van der Wee N, Rinkel GJ, Hasan D, et al: Detection of subarachnoid hemorrhage on early CT: is lumbar puncture still needed after a negative CT scan? J Neurol Neurosurg Psychiatry 58:357, 1995. ICTUS L’ictus è una causa comune di crisi epilettiche di nuova insorgenza in pazienti di età superiore ai 50 anni; fino al 20% delle crisi di nuova insorgenza in individui più anziani può essere causato da ictus. Viceversa, l’attacco epilettico costituisce la manifestazione iniziale di un ictus in meno del 7% dei pazienti. Attacchi epilettici ricorrenti sono conseguenza di ictus in circa un terzo dei pazienti. Vedi Capitolo 44, Astenia e affaticamento. 383 VOTEY 32.indd 383 6-02-2008 10:55:16 CAPITOLO 32 BIBLIOGRAFIA American College of Emergency Physicians: Clinical policy for the initial approach to patients presenting with a chief complaint of seizure who are not in status epilepticus, Ann Emerg Med d 29:706, 1997. American College of Emergency Physicians, American Academy of Neurology, American Association of Neurologic Surgeons, and the American Society of Neuroradiology: Practice parameter: neuroimaging in the emergency patient presenting with seizure (sumd 27:114, 1996. mary statement), Ann Emerg Med Aminoff MJ, Simon RP: Status epilepticus: causes, clinical features, and consequences in 98 patients, Am J Med d 69:657, 1980. Ettinger AB, Shinnar S: New-onset seizures in an elderly hospitalized population, Neurology y 43:489, 1993. Greenberg MK, Barsan WG, Starkman S: Neuroimaging in the emergency patient presenting with seizure, Neurology y 47:26, 1996. Gupta SR, Naheedy MH, Elias D, Rubino FA: Postinfarction seizures: a clinical study, Stroke 19:1477, 1988. Reinus WR, Wippold FJ, Erickson KK: Seizure patient selection for emergency computed tomography, Ann Emerg Med d 22:1298, 1993. Wijdicks EFM, Sharbrough FW: New-onset seizures in critically ill patients, Neurology 43:1042, 1993. Working Group on Status Epilepticus: Treatment of convulsive status epilepticus, JAMA 270:854, 1993. MENINGITI ED ENCEFALITI Le infezioni del sistema nervoso centrale rendono conto fino al 4% delle crisi epilettiche di nuova insorgenza e fino al 14% dei casi di stato epilettico nei pazienti con una causa identificabile. In seguito a una crisi generalizzata, molti pazienti presentano un lieve e transitorio aumento del numero dei globuli bianchi nel liquido cerebrospinale (LCS). Nondimeno, se ci fossero dubbi, i pazienti con lieve pleocitosi del LCS dovrebbero essere trattati come se avessero una infezione del SNC. Vedi Capitolo 18, Cefalea e Capitolo 27, Alterazione dello stato di coscienza e coma. BIBLIOGRAFIA American College of Emergency Physicians: Clinical policy for the initial approach to patients presenting with a chief complaint of seizure who are not in status epilepticus, Ann Emerg Med d 29:706, 1997. American College of Emergency Physicians, American Academy of Neurology, American Association of Neurologic Surgeons, and the American Society of Neuroradiology: Practice parameter: neuroimaging in the emergency patient presenting with seizure (sumd 27:114, 1996. mary statement), Ann Emerg Med Hauser WA: Status epilepticus: epidemiologic considerations. Neurology y 40(Suppl 2):9, 1990. Schmidley JW, Simon RP: Postictal pleocytosis, Ann Neuroll 9:81, 1981. Simon RP: Physiologic consequences of status epilepticus, Epilepsia 26(Suppl 1):58, 1985. Wijdicks EFM, Sharbrough FW: New-onset seizures in critically ill patients, Neurology 43:1042, 1993. Working Group on Status Epilepticus: Treatment of convulsive status epilepticus, JAMA 270:854, 1993. 384 VOTEY 32.indd 384 6-02-2008 10:55:17 1ATTACCO EPILETTICO NEGLI ADULTI ASCESSI CEREBRALI BATTERICI In numerosi studi, gli ascessi cerebrali batterici costituiscono meno del 2% delle crisi epilettiche di nuova insorgenza, sebbene fino al 50% dei pazienti con ascessi cerebrali presenti attacchi epilettici nel corso della malattia. Al momento della presentazione iniziale, gli ascessi cerebrali sono spesso misconosciuti a causa dell’assenza di segni fisici. Vedi Capitolo 18, Cefalea. BIBLIOGRAFIA American College of Emergency Physicians: Clinical policy for the initial approach to patients presenting with a chief complaint of seizure who are not in status epilepticus, Ann Emerg Med d 29:706, 1997. American College of Emergency Physicians, American Academy of Neurology, American Association of Neurologic Surgeons, and the American Society of Neuroradiology: Practice parameter: neuroimaging in the emergency patient presenting with seizure (summary statement), Ann Emerg Med d 27:114-118, 1996. Reinus WR, Wippold FJ, Erickson KK: Seizure patient selection for emergency computed tomography, Ann Emerg Med d 22:1298, 1993. Rosenblum ML, Mampalam TJ, Pons VG: Controversies in the management of brain abscesses, Clin Neurosurg 33:603, 1986. TUMORI CEREBRALI Vedi Capitolo 18, Cefalea. TOSSICITÀ DA ANTIDEPRESSIVI CICLICI Gli antidepressivi ciclici costituiscono la causa del 25% circa degli attacchi epilettici indotti da farmaci, e dal 20 al 30% dei pazienti con importante overdose da antidepressivo ciclico sviluppa attacchi epilettici. Sebbene le crisi epilettiche indotte da antidepressivo ciclico possono manifestarsi senza tossicità cardiaca, in molti antidepressivi ciclici risultano forti cardiotossine, e i pazienti con crisi epilettiche frequentemente presentano una seria tossicità cardiovascolare. Il rischio di morte è significativo. Vedi Capitolo 37, Esposizione a sostanze tossiche. Approccio. BIBLIOGRAFIA Glaser J: Tricyclic antidepressant poisoning, Cleve Clin J Med d 67:717, 2000. Olson KR, Kearney TE, Dyer JE, et al: Seizures associated with poisoning and drug overdose, Am J Emerg Med d 11:565, 1993. 385 VOTEY 32.indd 385 6-02-2008 10:55:17 CAPITOLO 32 TOSSICITÀ DA ISONIAZIDE La triade classica della neurotossicità acuta da isoniazide è costituita da coma, acidosi metabolica e crisi epilettiche refrattarie. Si dovrebbe sospettare una tossicità da isoniazide in ogni paziente che presenti attacchi epilettici intrattabili (tipicamente associati a una grave acidosi metabolica) non responsivi agli anticonvulsivanti standard. Ciò è vero in particolar modo per i pazienti appartenenti a gruppi ad alto rischio, che hanno facile accesso all’isoniazide (per esempio, pazienti affetti da AIDS, nuovi immigrati, americani nativi, pazienti defedati, e pazienti tubercolotici o che vivono a contatto con individui affetti da tubercolosi). In questi casi deve essere preso in considerazione il trattamento empirico con piridossina (vedi dopo). SINTOMI • Anoressia • Nausea e vomito • Vertigini • Temperatura elevata • Alterazione dello stato di coscienza • Farfugliamento • Fotofobia e visione offuscata • I sintomi generalmente si manifestano entro 2 ore dall’assunzione SEGNI • Iperpiressia, iperreflessia, tachipnea, tachicardia, ipotensione e alterazione dello stato di coscienza sono comuni • Nistagmo, midriasi, atassia e cianosi possono essere presenti • Le crisi epilettiche di solito sono tonico-cloniche generalizzate ITER DIAGNOSTICO • La tossicità da isoniazide può essere difficile da diagnosticare e generalmente viene identificata dopo che le crisi epilettiche resistenti a numerosi farmaci vengono soppresse con la piridossina. • Tipici reperti di laboratorio sono glicosuria, iperglicemia e acidosi metabolica con gap anionico (pH 7,05). • Si devono controllare i valori di elettroliti, glucosio, magnesio e calcio per identificare eventuali altre cause di epilessia, finché non risulti chiaro dall’anamnesi il ruolo eziologico dell’isoniazide. • Devono essere controllati l’ECG e i livelli di paracetamolo e aspirina per accertarne una ingestione se si sospetta una overdose intenzionale. • È necessario misurare gli enzimi epatici per accertare una tossicità da isoniazide. COMMENTI E CONSIDERAZIONI TERAPEUTICHE Tutti i pazienti dovrebbero essere ricoverati in un’area di controllo e monitoraggio. L’ingestione tra 80 e 150 mg/kg generalmente determina severe crisi epilettiche ed elevata mortalità. La piridossina (vitamina B6) rappresenta l’antidoto specifico in 386 VOTEY 32.indd 386 6-02-2008 10:55:18 1ATTACCO EPILETTICO NEGLI ADULTI caso di neurotossicità da ingestione di isoniazide e può essere somministrata in dose di 1 g per ogni grammo di isoniazide ingerito, o in regime di dosi da 5 g ripetute, nel caso in cui la quantità assunta sia sconosciuta. Fino a un terzo degli ospedali non ha abbastanza piridossina in stock per trattare una singola overdose da isoniazide. Poiché molti pazienti diventano sintomatici e le condizioni precipitano entro 2 ore dall’assunzione, il trattamento deve essere rapido e aggressivo. È necessaria una somministrazione immediata di carbone attivo associata o meno a una depurazione (per esempio, lavanda). L’alcalinizzazione viene utilizzata per correggere una grave acidosi. L’emodialisi rimuove l’isoniazide, ma di solito non si rende necessaria, in quanto la piridossina è un antidoto sicuro ed efficace per la tossicità da isoniazide. BIBLIOGRAFIA Brent J, Vo N, Kulig K, Rumack BH: Reversal of prolonged isoniazid induced coma by pyridoxine, Arch Intern Med d 150:1751, 1990. Kunisaki T, Augenstein L: Drug and toxin induced seizures, Emerg Med Clin North Am 12:1027, 1994. Olson KR, Kearney TE, Dyer JE, et al: Seizures associated with poisoning and drug overdose, Am J Emerg Med d 11:565, 1993. Santucci KA, Shah BR, Linakis JG: Acute isoniazid exposures and antidote availability, Pediatr Emerg Care e 15:99, 1999. TOSSICITÀ DA TEOFILLINA Sebbene l’uso della teofillina stia diminuendo da quando altre terapie sono state riconosciute più efficaci per la cura dell’asma e dell’enfisema, rimane una importante causa di attacchi epilettici indotti da farmaci. A causa di una stretta finestra terapeutica della sostanza in questione, e delle numerose interazioni con altri farmaci, la tossicità da teofillina risulta comune. L’incidenza di tossicità segnalata tra le persone che assumono teofillina è del 20%. La tossicità da teofillina può essere acuta, con fasi di acuzie su base cronica, o cronica. Le crisi epilettiche sono più comuni in caso di tossicità cronica. Le crisi epilettiche associate a teofillina possono essere prolungate e fatali. È stato riportato un tasso di mortalità del 60%. SINTOMI • Gastrointestinali: anoressia, nausea, vomito e dolore addominale • Tremore • Ansia o agitazione • Palpitazioni • I sintomi di una grave intossicazione cronica sono spesso lievi e aspecifici e possono portare a una mancata diagnosi SEGNI • Agitazione, confusione e tremore sono comuni e frequentemente precedono le crisi epilettiche 387 VOTEY 32.indd 387 6-02-2008 10:55:18 CAPITOLO 32 • Le crisi epilettiche possono essere focali o generalizzate; spesso sono refrattarie e si accompagnano a un rischio molto elevato di morbilità e mortalità. Gli attacchi epilettici possono manifestarsi senza concomitante tossicità gastrointestinale o cardiaca • Tachicardia, aritmie cardiache, ipotensione e iperventilazione sono altri segni comuni di tossicità ITER DIAGNOSTICO • Nelle intossicazioni acute la gravità della tossicità tende a essere correlata al massimo livello sierico. Tuttavia tali livelli ematici risultano meno predittivi nelle fasi di esposizione acuta su base cronica e nelle esposizioni croniche. • Gli attacchi epilettici possono manifestarsi per livelli sierici terapeutici di teofillina. • Poiché la teofillina ha numerose formulazioni a rilascio prolungato e interazioni farmacologiche, i livelli sierici hanno una utilità limitata per orientare il trattamento e la terapia iniziali. • I livelli sierici misurati a distanza di 2 ore dimostrano se sia stato raggiunto il livello di picco. • Devono essere controllati gli elettroliti, la glicemia e l’equilibrio acido-base, poiché spesso questi pazienti sono acidosici, ipokalemici e ipoglicemici. Tutte queste alterazioni devono essere corrette, in quanto possono aggravare i segni di tossicità da teofillina. • È utile valutare i valori di calcio basale, PT/PTT, piastrine ed emocromo nel caso in cui sia necessaria la rimozione dei farmaci dall’organismo. COMMENTI E CONSIDERAZIONI TERAPEUTICHE Per tutti i pazienti con sospetta tossicità da teofillina sono necessari un accesso venoso e il monitoraggio delle condizioni cliniche. La teofillina viene efficientemente eliminata con emoperfusione mediante carbone attivo. Ogni attacco epilettico o evento cardiaco associato a tossicità da teofillina dovrebbe suggerire l’inizio dell’emoperfusione. La teofillina è eliminata un po’ meno efficacemente mediante emodialisi, che costituisce una alternativa accettabile nel caso in cui l’emoperfusione non sia disponibile. Per una tossicità meno grave, il carbone attivo in multidose è il trattamento di scelta. Il fattore predittivo di una tossicità grave varia in base al tipo di intossicazione: il fattore predittivo migliore nell’intossicazione acuta è il picco del livello sierico, mentre per l’intossicazione cronica il fattore predittivo principale è l’età superiore ai 60 anni. Le benzodiazepine e il fenobarbital sono i farmaci di scelta per il trattamento delle crisi epilettiche indotte da teofillina, che comunque possono risultare di difficile controllo. BIBLIOGRAFIA Chu NS: Caffeine- and aminophylline-induced seizures, Epilepsia 22:85, 1981. Olson KR, Kearney TE, Dyer JE, et al: Seizures associated with poisoning and drug overdose, Am J Emerg Med d 11:565, 1993. 388 VOTEY 32.indd 388 6-02-2008 10:55:18 1ATTACCO EPILETTICO NEGLI ADULTI CRISI EPILETTICHE INDOTTE DA STIMOLANTI Gli stimolanti (che includono cocaina, amfetamine, 3,4-metilene-diossimetamfetamina [MDMA, ecstasy], fenciclidina ed efedrina) rendono conto del 30% circa delle crisi epilettiche indotte da sostanze varie. Così come gli stimolanti, per uso illecito o su prescrizione, tendono a diventare sempre di più largo uso, allo stesso modo la frequenza degli attacchi epilettici associati all’assunzione di queste sostanze continua ad aumentare. Gli stimolanti sono in grado di determinare attacchi epilettici brevi e autolimitanti più facilmente rispetto alle altre sostanze. La cocaina costituisce lo stimolante più comunemente associato allo sviluppo di questi attacchi. Le intossicazioni da amfetamine e altri stimolanti si presentano con caratteristiche simili a quelle prodotte dalla cocaina. Altre forme di neurotossicità indotta da cocaina includono emorragie subaracnoidee, infarti cerebrali, vasculiti, TIA e delirio tossico. Molte di queste forme possono essere complicate da attacchi epilettici (per esempio, emorragie subaracnoidee), per cui si rende necessaria una attenta analisi. Vedi Capitolo 37, Esposizione a sostanze tossiche. Approccio. BIBLIOGRAFIA Choy-Kwong M, Lipton RB: Seizures in hospitalized cocaine users, Neurology y 39:425, 1989. Ernst AA, Sanders WM: Unexpected cocaine intoxication presenting as seizures in children, Ann Emerg Med d 18:774, 1989. Jerrard DA: “Designer drugs”: a current perspective, J Emerg Med d 8:733, 1990. Mody CK, Miller BL, McIntyre HB, et al: Neurologic complications of cocaine abuse, Neurology y 38:1189, 1988. Olson KR, Kearney TE, Dyer JE, et al: Seizures associated with poisoning and drug overdose, Am J Emerg Med d 11:565, 1993. Roberts JR: Cocaine-related seizures, Emerg Med Newss 19:8, 1997. Steele MT, Westdorp EJ, Garza AG, et al: Screening for stimulant use in adult emergency department seizure patients, J Toxicol Clin Toxicoll 38:609, 2000. ALCOL E CRISI EPILETTICHE L’abuso alcolico aumenta il rischio individuale di avere un attacco epilettico, e fino al 10% delle persone con sindrome da astinenza presenta crisi epilettiche. Le crisi epilettiche conseguenti a crisi d’astinenza da alcol solitamente insorgono da 6 a 48 ore dopo la cessazione dell’assunzione. Sebbene le crisi epilettiche siano tipicamente associate a una evidente sindrome da astinenza, alcuni pazienti con questo tipo di crisi presenta qualche altro segno o sintomo della crisi d’astinenza. L’abuso alcolico e la crisi d’astinenza sono frequentemente associati a traumi concomitanti e altri sottostanti problemi medici. Per tale motivo, il primo episodio di crisi epilettica da astinenza richiede una analisi completa e scrupolosa, associata a indagini radiologiche. Vedi Capitolo 27, Alterazione dello stato di coscienza e coma. 389 VOTEY 32.indd 389 6-02-2008 10:55:19 CAPITOLO 32 SINTOMI • Tremore, cefalea, alterazione dello stato di coscienza, allucinazioni e crisi epilettiche sono i più comuni sintomi della crisi d’astinenza da alcol, a livello del SNC • Nausea e vomito sono comuni SEGNI • I pazienti con crisi epilettiche indotte da crisi d’astinenza tipicamente presentano altri segni della crisi d’astinenza da alcol, come tachicardia, alterazione dello stato di coscienza e tremori • Molti pazienti mostrano segni di sofferenza epatica cronica ITER DIAGNOSTICO • In caso di primo episodio di crisi epilettica in un alcolista è necessario uno studio completo. Questo deve includere gli esami di laboratorio e le indagini radiologiche, in quanto gli alcolisti presentano numerose condizioni di comorbilità. COMMENTI E CONSIDERAZIONI TERAPEUTICHE Le crisi epilettiche generalmente possono essere controllate con somministrazione endovenosa di benzodiazepine. C’è anche una importante evidenza che supporta la somministrazione di benzodiazepine (lorazepam in particolare) in pazienti che non presentano un attacco epilettico in corso, in quanto tale trattamento ha dimostrato di ridurre gli attacchi epilettici ricorrenti legati all’abuso alcolico. L’uso di fenitoina per via endovenosa risulta relativamente inefficace nel trattamento delle crisi epilettiche alcol-relate o nelle crisi epilettiche legate all’astinenza. BIBLIOGRAFIA Chance J: Emergency department treatment of alcohol withdrawal seizures with phenytoin, Ann Emerg Med d 20:520, 1991. D’Onofrio G, Rathlev N, Ulrich A, et el: Lorazepam for the prevention of recurrent seizures related to alcohol, N Engl J Med d 340:915, 1999. Lynch RM, Greaves I: Regular attenders to the accident and emergency department, J Accid Emerg Med d 17:351, 2000. McMicken D, Freeland E: Alcohol-related seizures: pathophysiology, differential diagnosis, evaluation, and treatment, Emerg Med Clin North Am 12:1057, 1994. Ng S, Hauser A, Brust J, et al: Alcohol consumption and withdrawal in new onset seizures, N Engl J Med d 319:666, 1988. Rathlev N, D’Onofrio G, Fish S, et al: The lack of efficacy of phenytoin in the prevention of recurrent alcohol-related seizures, Ann Emerg Med d 23:513, 1994. Rathlev N, Ulrich A, Fish S, et al: Clinical characteristics as predictors of recurrent alcohol related seizures, Acad Emerg Med d 7:886, 2000. AIDS La diagnosi di HIV deve essere considerata in ogni paziente con una crisi epilettica di nuova insorgenza. Processi patologici a carico del SNC sono osservati in molti pazienti affetti da AIDS nel corso della malattia. Dal 10% al 20% di tali pazienti presentano manifestazioni patologiche del SNC come espressione inizia- 390 VOTEY 32.indd 390 6-02-2008 10:55:19 1ATTACCO EPILETTICO NEGLI ADULTI le della malattia. Il 50% dei pazienti affetti da AIDS e con crisi epilettiche non presenta specifiche lesioni del SNC identificabili, e l’attacco epilettico si ritiene venga causato dall’infezione da HIV. Cause secondarie delle crisi epilettiche includono la toxoplasmosi, le meningiti criptococciche, le encefaliti erpetiche, la sifilide, il linfoma e la tubercolosi. La toxoplasmosi è la più comune infezione opportunistica che causa attacchi epilettici in pazienti affetti da AIDS. Vedi Capitolo 19, Pazienti affetti da HIV/AIDS. Approccio. SINTOMI • Crisi epilettiche, alterazione dello stato di coscienza, cefalea e neuropatie sono i sintomi neurologici più comuni in pazienti HIV-positivi SEGNI • L’obiettività può variare da normale a notevolmente alterata, ma i pazienti con crisi epilettiche AIDS-relate spesso presentano altri segni di AIDS (sete, deperimento, lesioni da sarcoma di Kaposi e così via) • Molti pazienti, con una infezione secondaria del SNC come causa della crisi epilettica, all’esame presentano deficit neurologici focali ITER DIAGNOSTICO • TC del cranio con o senza mezzo di contrasto (o RM se disponibile). • Se la TC del cranio risulta normale è necessaria una puntura lombare. Il liquido deve essere inviato sia per i test di routine che per VDRL, AFB, inchiostro di china, antigeni criptococcici, herpes PCR, colture fungine e colture virali. Le pressioni di apertura e chiusura sono cruciali in quanto possono rappresentare le uniche alterazioni in caso di meningiti criptococciche precoci. Si devono misurare i titoli anticorpali per coccidioidomicosi e toxoplasmosi, e i valori degli antigeni di toxoplasma e criptococco. COMMENTI E CONSIDERAZIONI TERAPEUTICHE Poiché le infezioni frequentemente provocano crisi epilettiche, la terapia iniziale è volta alla correzione della condizione patologica sottostante. Gli attacchi epilettici in genere possono essere controllati con somministrazione EV di benzodiazepine. L’uso di fenitoina per via EV è utile in caso di crisi prolungate, ricorrenti o refrattarie. BIBLIOGRAFIA Berger JR, Moskowitz L, Fischl M, et al: The neurologic complications of AIDS: frequently the initial manifestation, Neurology y 34(Suppl 1):134, 1984. Hollander H: Cerebrospinal fluid abnormalities and abnormalities in individuals infected with human immunodeficiency virus, J Infect Diss 158:855, 1988. Holtzman DM, Kaku DA, So YT: New-onset seizures associated with human immunodeficiency virus infection: causation and clinical features in 100 cases, Am J Med d 87:173, 1989. McArthur JW: Neurologic manifestations of AIDS, Medicine (Baltimore)) 66:407, 1987. Pesola GR, Westfal RE: New-onset generalized seizures in patients with AIDS presenting to the emergency department, Acad Emerg Med d 5:905, 1998. Wong MC, Suite NDA, Labar DR: Seizures in human immunodeficiency virus infection, Arch Neuroll 47:640, 1990. 391 VOTEY 32.indd 391 6-02-2008 10:55:20 CAPITOLO 32 ATTACCHI EPILETTICI LEGATI A ECLAMPSIA E GRAVIDANZA La causa più comune di attacchi epilettici durante la gravidanza è l’epilessia idiopatica. Circa lo 0,5% delle donne in età fertile è affetta da epilessia. Dal 20% al 40% delle donne presenta un aumento della frequenza delle crisi durante la gravidanza. Meno del 15% delle donne in cui si è verificata la prima crisi durante il periodo gestazionale sviluppa attacchi durante la gravidanza; le restanti presentano epilessia idiopatica. Sebbene debbano essere considerate anche altre condizioni, l’eclampsia è la più frequente causa di attacchi epilettici in pazienti gravide che presentano una crisi di nuova insorgenza nel 3° trimeste di gravidanza o nel 1° post partum. L’eclampsia è rara nei Paesi occidentali (incidenza <1%), ma è associata a un tasso di mortalità materna del 10%. La caratteristica della pre-eclampsia, che è più comune, è una (relativa) ipertensione con proteinuria o edema. I fattori di rischio per eclampsia includono l’ipertensione cronica, la nulliparità, una familiarità per eclampsia, gravidanze multiple, mola idatiforme, diabete, età giovani o avanzate e idropi fetali. Le crisi epilettiche precedenti il 3° trimestre o successive alle 48 ore dal parto molto meno probabilmente sono dovute ad eclampsia. Le crisi epilettiche in donne gravide possono anche derivare dalle stesse condizioni riscontrate nelle non gravide. COMMENTI E CONSIDERAZIONI TERAPEUTICHE Si deve sospettare l’eclampsia in tutte le donne gravide che hanno crisi epilettiche e che hanno superato la 20a settimana di gestazione. Deve essere richiesta immediatamente una consulenza ostetrica in quanto l’aborto costituisce la terapia definitiva. Sono indicati un controllo aggressivo della crisi epilettica con magnesio (4 g EV in 10-20 min, seguiti da infusione a 2 g/ora) e le misure standard, come la somministrazione di benzodiazepine (se necessaria). Quando venga somministrato il magnesio, è necessario il monitoraggio dei riflessi tendinei profondi, in quanto la perdita dei riflessi in genere precede l’arresto respiratorio provocato dall’ipermagnesiemia. L’antidoto per l’ipermagnesiemia è costituito da 10-20 ml di soluzione di calcio gluconato al 10% da somministrare EV. L’ipertensione spesso viene inizialmente trattata con idralazina (da 5 a 10 mg EV, che possono essere ripetuti) o labetalolo. Vedi nel Capitolo 20, Ipertensione, Eclampsia e pre-eclampsia. BIBLIOGRAFIA Aminoff MJ, Simon RP: Status epilepticus: causes, clinical features, and consequences in 98 patients, Am J Med d 69:657, 1980. Chelsey C: History and epidemiology of preeclampsia-eclampsia, Clin Obstet Gynecol 27:801, 1984. Clifford DB: Seizures in pregnancy, Am Fam Physician 29:271, 1984. Hachinski V: Magnesium sulfate in the treatment of eclampsia, Arch Neuroll 154:267, 1988. Jagoda A, Riggio S: Emergency department approach to managing seizures in pregnancy, Ann Emerg Med d 20:80, 1991. Knight AH, Rhind EJ: Epilepsy and pregnancy: a study of 153 pregnancies in 59 patients, Epilepsia 16:99, 1976. 392 VOTEY 32.indd 392 6-02-2008 10:55:20 1ATTACCO EPILETTICO NEGLI ADULTI Lucas M, Leveno K, Cunningham G: A comparison of magnesium sulfate with phenytoin for the prevention of eclampsia, N Engl J Med d 333:201, 1995. Schmidt D, Canger R, Avanzini G, et al: Changes of seizure frequency in pregnant epileptic women, J Neurol Neurosurg Psychiatry y 46:751, 1983. The Eclampsia Trial Collaborative Group: Which anticonvulsant for women with eclampsia? Lancet 345:1455, 1995. Will A, Lewis K, Hinshaw D, et al: Cerebral constriction in toxemia, Neurology y 37:1555, 1987. COLPO DI CALORE Vedi Capitolo 15, Febbre (temperatura corporea elevata). 393 VOTEY 32.indd 393 6-02-2008 10:55:21