Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2, DCB Vicenza
1-15 MAGGIO 2007 - ANNO XXVI N.9
CRISTIANI OGGI
QUINDICINALE DELLE CHIESE CRISTIANE EVANGELICHE “ASSEMBLEE DI DIO IN ITALIA”
L’O SS E RVATO R I O E VAN G E L I CO
La cultura
che divide
Pietre che gridano
ggi il significato più comune attribuito
alla parola cultura è quello di “tipi di
O
comportamento, tradizioni caratteristiche di
un gruppo sociale” (Lo Zingarelli 2004,
Zanichelli, Bologna).
Nel nostro Paese, soltanto fino a qualche
decina d’anni fa, la parola cultura nell’uso
comune indicava la formazione e le conoscenze di un individuo o di un gruppo: ad
esempio, si diceva di una persona istruita
che era colta.
L’uso antropologico, cioè il primo, prevale rispetto a quello umanistico, il secondo.
Questo dato è indicativo, riflette la grande rivoluzione silenziosa che sta cambiando
le società occidentali.
Il flusso di migliaia di uomini e donne
proveniente da alcune aree povere del globo, non costituisce un incremento demografico, né un problema politico, si tramuta
in un’ulteriore opportunità d’evangelizzazione e, al contempo, determina l’incontro fra
credenti evangelici di paesi lontani fra loro.
Una mentalità evangelica corrente, fortemente influenzata da studi sociologici, vorrebbe una predicazione dell’Evangelo “politicamente corretta”, cioè attenta a non urtare sensibilità altrui e, soprattutto, rispettosa
delle tradizioni proprie di popoli non occidentali.
Le conseguenze inevitabili di tale attenzione sono una predicazione “con la sordina” e, laddove questa abbia successo, il
sorgere di cristianesimi differenti fra loro.
Non condividiamo tale posizione e proveremo a spiegarne i motivi.
Il problema esiste e, dati i nostri modestissimi strumenti “culturali”, lo affronteremo esclusivamente alla luce del Nuovo Testamento.
A nostro parere i termini della questione
vengono capovolti, non la mentalità condiziona la fede cristiana, ma esattamente
l’opposto.
Le epistole di Paolo sono un monumento
alla potenza trasformatrice e plasmatrice
dell’Evangelo.
Ai credenti di Roma, capitale dell’Impero
e luogo di incontro di innumerevoli etnie,
Paolo scriveva: “E non vi conformate a questo secolo, ma siate trasformati mediante il
rinnovamento della vostra mente, affinché
conosciate per esperienza qual sia la
volontà di Dio, la buona, accettevole e perfetta volontà” (Romani 12:2).
Invece, ai corinzi, levantini per vocazione, ribadiva: “…distruggiamo i ragionamensegue a pagina 2
“E com'era già presso la città, alla scesa del monte degli Ulivi, tutta la moltitudine dei discepoli cominciò con allegrezza a lodare Iddio a gran voce per tutte le
opere potenti che aveano vedute, dicendo: Benedetto il Re che viene nel nome
del Signore; pace in cielo e gloria ne' luoghi altissimi! E alcuni de' Farisei di tra
la folla gli dissero: Maestro, sgrida i tuoi discepoli! Ed egli, rispondendo, disse:
Io vi dico che se costoro si tacciono, le pietre grideranno” (Luca 19:37-40).
Gesù allude, come si evince dalle parole
seguenti, al crollo delle pietre del tempio di
Gerusalemme.
Infatti: “Come si fu avvicinato, vedendo la
città, pianse su lei, dicendo: Oh se tu pure
avessi conosciuto in questo giorno quel ch’è
per la tua pace! Ma ora è nascosto agli occhi
tuoi. Poiché verranno su te de’ giorni nei quali
i tuoi nemici ti faranno attorno delle trincee, e
ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; e atterreranno te e i tuoi figliuoli dentro di
te, e non lasceranno in te pietra sopra pietra,
continua a pagina 4
Che cosa dice la Bibbia
sul Limbo?
Sapere che l’insegnamento ingannevole del Limbo è stato abolito deve allarmare le coscienze, per non incorrere più nell’errore di accettare una credenza
soltanto per il fatto che degli esperti di religione ne hanno parlato
Strano ma vero, la Bibbia non menziona
mai il Limbo!
Gli esperti religiosi si sono rifatti unicamente
ad una citazione del IV canto dell’Inferno della
Divina Commedia di Dante Alighieri, per insegnare questa presunta verità biblica ed indurre
ad una falsa credenza popolare.
Gli uomini, infatti, per oltre settecento anni,
quindi sin dall’inizio del Trecento, hanno accettato l’invenzione teologica del Limbo e creduto
che fosse una sorta di prigione riservata a
quanti non possedevano le credenziali per
godere della visione beatifica di Dio e fossero
stati condannati a dimorarvi ad aeternum.
continua a pagina 2
I N Q U E STO N U M E RO
Osservatorio Evangelico
La cultura che divide .................................................................... pag.1,2
Pietre che gridano ..................................................................... pag.1,4,5
Che cosa dice la Bibbia sul Limbo?........................ pag.1,2
Il Centro Comunitario Evangelico “Elim” ......... pag.3
Ultim’ora............................................................................................................... pag.4
Gioia completa .............................................................................................. pag.5
Figli del nostro tempo o figli di Dio? .................. pag.6-7
Cronaca Italiana ............................................................................. pag.6-7
La testimonianza
Vivevo nei vizi e non trovavo pace
.............................
pag.8
CRISTIANI OGGI
PAGINA 2
1-15 MAGGIO 2007
Che cosa dice la Bibbia
sul Limbo?
continua dalla prima pagina
Questi “tecnici della religione” avevano concluso
che nel Limbo vi fossero stati internati due specifiche classi di persone.
Innanzitutto i bambini morti con il solo “peccato
originale”. Sono i pargoli innocenti che non hanno
avuto il tempo di peccare, ma neppure il privilegio
di avere genitori tanto saggi da ordinare che fosse
loro amministrato il battesimo in acqua per “essere
liberati dalla colpa di Adamo”.
In nessun versetto della Sacra Scrittura s’insegna
che un discendente di Adamo nasce con il “peccato
originale”, perché l’uomo non è responsabile del
peccato dei suoi progenitori: “L’anima che pecca è
quella che morrà, il figliuolo non porterà l’iniquità
del padre, e il padre non porterà l’iniquità del
figliuolo, la giustizia del giusto sarà sul giusto,
l’empietà dell’empio sarà sull’empio” (Ezechiele
18:20).
Il peccare di Adamo, invece, ha compromesso la
natura spirituale di tutti i suoi discendenti, i quali
sono così predisposti alla trasgressione ed alla
disubbidienza alla volontà di Dio: “Perciò, siccome
per mezzo d’un sol uomo [Adamo - N.d.A.] il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato
v’è entrata la morte, e in questo modo la morte è
passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno
peccato… la morte regnò, da Adamo fino a Mosè,
anche su quelli che non avean peccato con una
trasgressione simile a quella d’Adamo” (Romani
5:12, 14). È in questo senso che tutti abbiamo peccato (cfr. Romani 3:23).
L’OSSERVATORIO EVANGELICO
prosegue
dalla prima pagina
La cultura
che divide
In secondo luogo, nel Limbo sarebbero state
internate anche le anime dei padri dell’Antico
Testamento, che, seppure provvisoriamente, vi avevano soggiornato fino alla risurrezione di Cristo.
La Scrittura insegna, invece, che i giusti vissuti e
dipartiti prima della venuta di Gesù, risiedevano
nella sezione del soggiorno dei morti denominata
“Seno d’Abramo” (cfr. Salmo 88:3), un luogo di
consolazione e di comunione con quanti condividevano la fede di Abramo ed aspettavano il Salvatore
(cfr. Luca 16:25). Questo luogo non era come il
Limbo, dove si pensava che la sofferenza si concretizzasse nel desiderio inappagabile di vedere Dio.
Sapere che l’insegnamento ingannevole del
Limbo è stato abolito deve comunque allarmare le
coscienze, per non incorrere più nell’errore di accettare una credenza soltanto per il fatto che degli
esperti di religione ne hanno parlato. Rivolgiamoci,
invece, personalmente alla Bibbia, la sola fonte di
verità, l’unica capace di preservarci dall’errore,
“acciocchè non siam più bambini, fiottando e trasportati da ogni vento di dottrina, per la baratteria degli uomini, per la [loro - N.d.A.] astuzia
all’artificio, ed insidie dell’inganno” (Efesini 4:14
- Versione Diodati).
Impariamo a fidarci soltanto di quel che è scritto
nella Parola di Dio, se vogliamo essere certi di credere nella verità (cfr. Atti 17:11).
ti ed ogni altezza che si eleva contro
alla conoscenza di Dio, e facciamo
prigione ogni pensiero traendolo
all’ubbidienza di Cristo” (II Corinzi
10:5).
Non si dimentichi che un aspetto
non secondario del ministerio
dell’Apostolo delle Genti fu quello di
offrire alle chiese del suo tempo lo
stesso insegnamento: “Appunto per
questo vi ho mandato Timoteo, che
è mio figliuolo diletto e fedele nel
Signore; egli vi ricorderà quali siano
le mie vie in Cristo Gesù, com’io
insegni da per tutto, in ogni chiesa”
(I Corinzi 4:17).
Esso non era facoltativo ma vincolante: “Or io vi lodo perché vi
ricordate di me in ogni cosa, e ritenete i miei insegnamenti quali ve li
ho trasmessi” (I Corinzi 11:2).
Allora, come oggi, valgono le
parole scritte nell’epistola agli
Efesini: “Studiandovi di conservare
l’unità dello Spirito col vincolo della
pace. V’è un corpo unico ed un unico Spirito, come pure siete stati
chiamati ad un’unica speranza,
quella della vostra vocazione…. V’è
un solo Signore, una sola fede, un
solo battesimo, un Dio unico e
Padre di tutti, che è sopra tutti, fra
tutti ed in tutti” (Efesini 4:3-6).
La “cultura”, quando diventa
un’occasione per garantire una serie
di eccezioni, divide i fratelli in
Cristo, l’Evangelo invece unisce i
popoli.
A meno che non si ignori tutto il
contesto neotestamentario, si deve
convenire che Dio trasforma gli
uomini, così diversi fra loro, nell’unica immagine di Cristo. La Chiesa
universale crede la stessa dottrina,
vive la medesima etica.
Non sono sostenibili, alla luce
della Parola di Dio, diversi modelli di
adorazione o di etica.
Proprio Gesù ha insegnato l’unità
anche nel culto: “Ma l’ora viene,
anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in ispirito e
verità; poiché tali sono gli adoratori
che il Padre richiede” (Giovanni
4:23).
Carmelo Fiscelli
Salvatore Cusumano
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CRISTIANI OGGI
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Il Centro Comunitario
Evangelico “Elim”
Capace di accogliere comodamente più di 170 persone, oltre agli
addetti ai servizi e ai responsabili, il Centro “Elim” prevede per la
prossima estate lo svolgimento di otto turni, suddivisi per fasce d’età,
compresi in un periodo che va dal 28 giugno all’8 settembre.
I “raduni estivi”
Era il 1965, quando Erino Da Pozzo, un credente evangelico ora con il Signore, che viveva
a Belp, in Svizzera, donò alle chiese evangeliche
A.D.I. della Sicilia, tramite il pastore Vincenzo
Federico, due tende corredate di 64 brande ognuna, con relative coperte, e 150 sedie. Cominciarono così i “raduni estivi” degli evangelici
della Sicilia.
Lo stesso anno si formò un comitato per la
conduzione e la gestione di questi raduni, nonché la custodia e la manutenzione dell’attrezzatura, depositata presso i
locali della chiesa evangelica di San Cataldo
(CL), della quale era pastore Vincenzo Federico.
Con l’ausilio delle tende, l’estate dello stesso
anno si tennero due raduni: a Milena (CL) e a
Piano dell’Acqua (RG).
I partecipanti furono
pochi, si trattò soprattutto
di bambini e qualche giovane.
L’anno seguente, il
1966, si tennero altri due
raduni: a Macchia di
Giarre (CT), un’esperienza che rimarrà indelebile
nella mente di molti credenti, perchè il Signore
battezzò nello Spirito
Santo ben 39 credenti,
diversi dei quali sono
ancora in vita, e a
Sant’Agata di Militello
(ME). Questa volta la
partecipazione dei credenti fu cospicua, e da tutte le province dell’isola, perchè si seppe che il
Signore stava benedicendo grandemente. Nel
1967 si tennero altri due raduni: a Campobello
di Mazara (TP) e a San Biagio Platani (AG).
Gli anni successivi, però, non fu più possibile
organizzarli in modo itinerante, in quanto il
numero dei partecipanti era cresciuto inverosimilmente.
Posti davanti alle difficoltà determinate dalle
accresciute esigenze organizzative e dall’insufficienza dell’attrezzatura a disposizione, gli organizzatori furono costretti a tenere un solo radu-
no estivo all’anno: a Piano dell’Acqua (RG) nel
1968, a Milena (CL) nel 1969 e a Giammoro
(ME) nel 1970.
Al termine di quest’ultimo incontro, un inconveniente che obbligò i pastori Federico e
Cuffaro a dormire all’addiaccio per sorvegliare
l’attrezzatura del raduno, perchè il camion che
doveva trasportare i materiali ritardò di tre giorni, convinse tutti che bisognava provvedere una
sistemazione fissa ai raduni estivi.
Dio non mancò di rispondere alle preghiere
dei credenti.
Nasce il “campeggio” Elim
Per affrontare il problema dei raduni estivi
s’indisse un convegno regionale a San Cataldo
(CL), il 5 ottobre del 1970, dove furono presentate due proposte per l’acquisto di un terreno e si elesse una commissione per scegliere la
soluzione migliore.
La commissione optò per una località situata in contrada Coffa di Chiaramonte Gulfi, in
provincia di Ragusa, che aveva la peculiarità
di “disporre d’abbondanza d’acqua”!
Il suolo, generosamente donato da un credente, aveva una superficie di circa 15 mila
metri quadri e confinava con la superstrada
Ragusa-Catania.
Le prime riunioni nella nuova sede si tennero nel 1971 e videro una partecipazione considerevole, soprattutto da parte dei credenti delle
province siciliane più lontane, Trapani e
Palermo.
Inizialmente sul posto esisteva soltanto una
vecchia casa colonica, abitata dai donatori,
così sin dal 1971 fu necessario definire degli
interventi per l’adeguamento della struttura; i
lavori iniziarono nella primavera del 1972.
Da allora sono stati
eseguiti molti interventi,
adeguando continuamente la struttura alle accresciute esigenze dell’opera
evangelica A.D.I. in Sicilia, nonché al rispetto
delle norme vigenti in
materia di centri comunitari.
Il Centro Elim oggi
Nel 2002 Dio ci ha
concesso la grazia di acquistare un appezzamento di terreno di circa
10.000 mq, confinante
con il centro, grazie al
quale è stato possibile
compiere ulteriori lavori
di ampliamento e ristrutturazione.
Oggi il Centro Evangelico Elim è capace di
accogliere comodamente
più di 170 persone, oltre
agli addetti ai servizi e ai
responsabili dei turni.
Per la prossima estate sono previsti otto turni, suddivisi per fasce d’età, compresi in un
periodo che va dal 28 giugno all’8 settembre.
Molti dei pionieri di quest’opera non sono
più tra noi, altri gli sono succeduti, ma i “raduni estivi” continuano tuttora, sebbene in forma
più organizzata, e le benedizioni che i credenti
della Sicilia e di altre regioni d’Italia ricevono,
sono sempre abbondanti.
Antonino Barresi
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CRISTIANI OGGI
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prosegue dalla prima pagina
Pietre
che gridano
perché tu non hai conosciuto il tempo nel quale
sei stata visitata” (Luca 19:41-44).
Grida di gioia per il Redentore
La folla dei discepoli sta citando e sperimentando le promesse della Parola di Dio, poiché è
scritto: “La pietra che gli edificatori avevano
rigettata è divenuta la pietra angolare. Questa
è opera dell’Eterno, è cosa meravigliosa agli
occhi nostri. Questo è il giorno che l’Eterno ha
fatto; festeggiamo e rallegriamoci in esso. Deh,
o Eterno, salva! Deh, o Eterno, facci prosperare! Benedetto colui che viene nel nome
dell’Eterno! Noi vi benediciamo dalla casa
dell’Eterno” (Salmo 118:22-26).
Essi stanno riconoscendo il giorno in cui il
Signore sta visitando il Suo popolo.
Le opere di Gesù sono chiari segni messianici
già profetizzati nelle Scritture.
Dopo aver mandato tanti profeti, ora è dunque giunto il divino Figlio di Dio (cfr. Ebrei 1:12).
Egli non è “un uomo mandato da Dio”, bensì
Dio stesso venuto in carne (cfr. Giovanni 1:6,
11), in forma umana, per redimere la natura
umana non da una dominazione militare, ma
dalla schiavitù e dalla corruzione del peccato.
Dopo che la creatura umana si è ribellata, il
Creatore si è manifestato quale Redentore,
annunciando un glorioso piano di salvezza, che
si è attuato con l’opera espiatoria di Gesù:
“Perché l’Iddio che disse: Splenda la luce fra le
tenebre, è quel che risplendé ne’ nostri cuori
affinché noi facessimo brillare la luce della
conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel
volto di Gesù Cristo” (II Corinzi 4:6).
Dio ci ha formati dalla polvere, ci ha alitato la
vita e, ancor più, ha dato Gesù a morir per noi…
Come si può tacere, perfino infastidirsi dinanzi a
cotanto amore del Signore?
Se le pietre avessero fiato celebrerebbero il
Creatore che le ha formate dalla polvere…
Tutto il creato testimonia della sapienza e della potenza di Dio (cfr. Salmo 150).
Gli angeli possono magnificare Dio nella gloria dei luoghi altissimi, ma chi può celebrarlo
meglio dei redenti con il prezioso sangue
dell’Agnello?
Essi lo lodano nei luoghi celesti in Cristo, al di
sopra delle circostanze dell’esistenza terrena!
Grida disperate per una rovina eterna
La manifestazione di lode a Dio, per il Figlio,
ed a Gesù stesso turba i Farisei, che insistono
perchè reprima chi lo celebra.
Mentre i discepoli si rallegrano per il Cristo,
altri stanno sprezzando Colui che è la Pietra
angolare, l’unico fondamento eterno alla fede in
Dio.
Gesù dice: “Il vostro cuore non sia turbato;
abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me!
(Giovanni 14:1).
Molti, purtroppo, continuano a scandalizzarsi
di Gesù e della crocifissione e questo li porta a
mettere da parte la fiducia nella propria giustizia
religiosa, elevata ad arbitro di ciò che è bene o
male, al di sopra dell’autorità divina.
La chiave di lettura delle Scritture ispirate,
però, non è il nostro raziocinio o la nostra cultura, la chiave per comprendere e realizzare la
potenza salvifica dell’Evangelo è Gesù Cristo, il
divino Redentore!
Il tragico evento della distruzione del Tempio
esprimerà, sopra ogni grido umano di mestizia,
tutta la dolorosa perdita per una fede che, nonostante abbia ricevuto la rivelazione divina,
non ha voluto rallegrarsi per l’adempimento delle profezie messianiche.
Se non vogliamo rallegrarci di Gesù quale
Messia, non riconoscendo, né accettando così le
basi che Dio pone alla nostra vita spirituale, siamo destinati alla più immane distruzione, quella
della perdizione eterna, che causerà indicibili
sospiri e strali di rimorso…
L’incredulità separa dalla pace e dalla gioia
del Signore, perché impedisce di realizzare la Sua
giustizia.
La sfiducia non può essere rimediata dall’ostinazione e dalla tenacia umana: tutto, ineluttabilmente, crollerà.
Il grido di pietre viventi
Il Salmista dice: “Sta’ in silenzio dinanzi
all’Eterno, e aspettalo; non ti crucciare per
colui che prospera nella sua via, per l’uomo che
riesce ne’ suoi malvagi disegni” (Salmo 37:7).
Il silenzio, tuttavia, riguarda la recriminazione, non la lode che spetta a Dio in ogni tempo…
Tutti coloro che odono e seguono gli insegnamenti di Cristo, lodano Dio, vincendo ogni opposizione e paura.
I fondamenti rovinati di una società senza Dio
non reprimono il loro canto di gratitudine e di
speranza celeste, non li inducono ad esprimersi
con disfattismo e scetticismo.
Nulla può mettere il bavaglio ai fedeli testimoni di Cristo.
“Come pietre viventi, siete edificati qual casa
spirituale, per esser un sacerdozio santo per
offrire sacrifici spirituali, accettevoli a Dio per
mezzo di Gesù Cristo. Poiché si legge nella
Scrittura: Ecco, io pongo in Sion una pietra
angolare, eletta, preziosa; e chiunque crede in
lui non sarà confuso. Per voi dunque che crede-
U LTIMA O RA
Conferme dagli scavi archeologici a Gerusalemme
Scavi archeologici in atto a Gerusalemme sembrano confermare che
Giovanni, lo scrittore dell’omonimo
Vangelo, possedeva una conoscenza
insospettata della città prima della
sua distruzione per mano dei romani.
Egli dimostra di sapere com’era la
città al tempo di Gesù e nomina alcuni luoghi che i tre sinottici ignorano:
tra questi la piscina di Betesda (cfr.
Giovanni 5:2) e il Litòstroto (cfr. Giovanni 19:13). Ora, entrambi i luoghi,
sono stati oggetto di
scoperte clamorose.
La questione della
composizione storica
dei Vangeli è molto
complessa. Gli storici
sono comunque giunti
a conclusioni abbastanza sicure, grazie ai
progressi fatti dalla
papirologia e dalla
scienza filologica negli
ultimi decenni. Risulta, infatti, che i
Vangeli più antichi e più attestati
come numero di papiri e di codici
sono proprio quelli canonici: Matteo,
Marco, Luca e Giovanni, che risalgono a pochi decenni dalla morte di
Cristo. In base a studi effettuati con
modernissimi criteri filologici, chimici
e archeologici è stato dimostrato che
alcuni papiri in possesso degli studiosi risalgono addirittura alla fine del
primo secolo. Tra i più antichi vi è il
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Gioia completa
Un desiderio ci accomuna tutti fin dalla nascita: essere felici
te ell’è preziosa; ma per gl’increduli
la pietra che gli edificatori hanno
riprovata è quella ch’è divenuta la
pietra angolare, e una pietra d’inciampo e un sasso d’intoppo: essi,
infatti, essendo disubbidienti, intoppano nella Parola; ed a questo sono
stati anche destinati. Ma voi siete
una generazione eletta, un real
sacerdozio, una gente santa, un
popolo che Dio s’è acquistato, affinché proclamiate le virtù di Colui che
vi ha chiamati dalle tenebre alla sua
meravigliosa luce” (I Pietro 2:5-9).
Forse la Parola di Dio oggi pare
scombussolare la tua vita, mettere in
crisi le tue credenze, scrollare l’immagine che hai di te, i tuoi progetti…
Ogni tristezza che proviene da
Dio, però, conduce a vera vita, vita
eterna.
Il tuo cuore non sia turbato, fondati su Cristo! Fa di Gesù la tua pietra
angolare! Celebralo come Egli è
degno, lasciando regnare la Sua
Parola in te. Riconosci quel che oggi
è veramente basilare per la tua pace!
Rallegrati del progetto di Dio, che
vuol perdonarti e redimerti, che vuol
visitarti per venire a dimorare nella
tua vita.
Accogli Colui che è il Principe della
pace, celebra Gesù ricevendo il Suo
Regno eterno ed incrollabile, “un
regno che non può essere scosso”, e
sii riconoscente a Lui!
Alessandro Cravana
cosiddetto Papiro Rylands (P. 52), un
frammento del Vangelo di Giovanni
ritrovato in Egitto e datato intorno al
125 d.C., ossia circa 30 anni dopo la
stesura dell’originale giovanneo, scritto alla fine del primo secolo. Grazie
alle nuove scoperte e alle nuove tecniche, le tesi degli studiosi scettici, che
considerano il Vangelo di Giovanni
una costruzione mitologica tardiva,
crollano miseramente.
*
La vita è fatta anche di emozioni e una persona
a volte può essere felice e altre, invece, triste.
Ognuno di noi, pur reagendo in modo differente, è influenzato dalle situazioni che vive.
Un desiderio, però, ci accomuna tutti fin dalla
nascita: essere felici.
Nel cercare di realizzare quest’obiettivo, l’uomo
rivolge il proprio interesse in tante direzioni: ideali
politici, luoghi, svaghi… ma senza raggiungere
mai l’obiettivo prefissato.
Il fine, infatti, non è quello di godere solo qualche momento di felicità, né può bastare o soddisfare il semplice sorriso sulle labbra.
Uno dei più grandi capolavori della musica classica, “l’Inno alla gioia” del noto compositore e
musicista L.W. Beethoven, un brano tanto conosciuto quanto amato, che contiene un chiaro invito
alla fratellanza, alla pace e alla gioia, è legato ad
un aneddoto molto significativo.
Si racconta che Beethoven, già affetto da sordità
progressiva, dopo l’ultima nota della prima esecuzione di questa sinfonia era seduto vicino al direttore, con le spalle rivolte al pubblico, e non si
accorse della platea che lo applaudiva.
Quell’opera non apportò gioia al suo composito-
re, che viveva anzi uno dei periodi più tristi della
sua vita.
Forse da tanto tempo, tra le varie risorse di questo mondo, stai cercando qualcuno o qualcosa che
ti offra una “gioia completa”.
È probabile che ti sia già fidato di qualcuno che,
dandoti la sua parola, ti ha promesso di renderti
felice, ma non l’ha fatto, ti ha deluso.
L’Evangelo ti presenta Gesù, il Figlio di Dio,
grazie al quale puoi ricevere il perdono dei peccati
e una nuova vita all’insegna della vera gioia.
Gesù ha affermato: “Vi ho detto queste cose,
affinché la mia gioia dimori in voi, e la vostra
gioia sia completa” (Giovanni 15:11).
Se ti affidi a Cristo, fondando la tua vita sull’opera di redenzione che Egli ha compiuto sulla croce, potrai godere una gioia profonda e duratura,
frutto del perdono e della liberazione dal peccato,
garantita dal fatto che Dio è l’Onnipotente ed ha
cura di te. In ogni situazione il Signore ha la soluzione: nei momenti difficili, dove altrimenti avresti
solo disperazione, con Lui ritroverai la speranza.
Solo Gesù dona una gioia completa!
Gianpaolo Santoro
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Figli del nostro tempo o
Molti cambiamenti sono apparentemente innocui e vengono vissuti come qualcosa di transi
non esisteranno più. Si dimentica, invece, che spesso producono degli effetti permane nti, di
Siamo tutti figli del nostro tempo. Ci piaccia o
no, la mentalità, i comportamenti, il pensiero ed i
costumi del mondo che ci circonda, producono i
loro feroci effetti su noi.
Per quel che riguarda i credenti, la Parola di
Dio, in maniera diretta, li esorta a prendere le distanze dal “mondo”: “Non conformatevi a questo
mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate
per esperienza quale sia la volontà di Dio, la
buona, gradita e perfetta volontà” (Romani
12:2); “Come figli ubbidienti, non conformatevi
alle passioni del tempo passato, quando eravate
nell’ignoranza; ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la
vostra condotta, poiché sta scritto: Siate santi,
perché io sono santo” (I Pietro 1:14-16).
Il conformismo è una realtà ed un’insidia al
tempo stesso, un problema che rischia di passare
in secondo piano perché soffocato dalla frenesia
della vita moderna o di essere dimenticato da chi
preferisce sacrificarsi sull’altare del successo e del
benessere, preoccupato soltanto dell’immagine da
proporre agli altri.
Troppo spesso le vittime del conformismo sono
le fasce più giovani, quelle esposte al fuoco incrociato, al continuo bombardamento dei media,
quelle pronte ad accogliere ogni messaggio, non
importa da dove provenga e dove conduca.
Molti cambiamenti sono apparentemente innocui e vengono vissuti come qualcosa di transitorio, nella convinzione che in breve tempo non
esisteranno più. Si dimentica, invece, che spesso
producono degli effetti permanenti, di cui è impossibile sbarazzarsi.
Figli delle mode
Ogni moda produce i suoi figli. Oggi uno dei
primi imperativi riguarda l’immagine, perché servirebbe a comunicare quello che uno è. Ciò che
conta è apparire e non essere, l’immagine esteriore e non i valori del cuore e della mente.
Questo vale, ad esempio, per i capi d’abbigliamento che s’indossano: quanto più prestigiosa è
la firma dello stilista da ostentare, tanto più si è
stimati!
Termini come modestia, decoro, pudore sono
ormai sostituiti da neologismi e mode che, in
nome della libertà, mettono in mostra il corpo
senza limiti di alcun genere.
Non conta se il corpo diviene solo un involucro, e ancor meno se il costosissimo abito viene
portato senza stile; la ricerca dell’immagine spinge
oltre i limiti della razionalità, produce comportamenti assurdi e situazioni patologiche: modelle
anoressiche che vanno incontro ad una morte
prematura, giovani depressi dall’adolescenza, vite
bruciate all’inseguimento di un’immagine fisica
che, quando ormai è troppo tardi, si rivela per
quello che è, un miraggio, un’illusione dietro alla
quale si può perdere la vita.
Fra i vari fruitori di mode, anche se nella convinzione di essere controtendenza, si contano gli
autolesionisti che ricorrono a piercing, orecchini,
tatuaggi… Anche questi, benché dichiaratamente
anticonformisti per l’immagine che mostrano di
sé, sono seguaci di una moda che conta numerosi
adepti.
Per loro appare ancora più stringente e attuale
l’esortazione della Parola di Dio: ”Il vostro ornamento non sia quello esteriore, che consiste nell’intrecciarsi i capelli, nel mettersi addosso
gioielli d’oro e nell’indossare belle vesti, ma quello che è intimo e nascosto nel cuore, la purezza
incorruttibile di uno spirito dolce e pacifico, che
agli occhi di Dio è di gran valore” (Pietro 3:3-5).
Figli dello sport
Un’altra tendenza dell’uomo moderno è l’ossessionata ricerca della perfetta forma fisica.
Ormai non esiste quasi più nessuno che non si
sottoponga a stressanti esercizi fisici e deliranti
diete, pur di raggiungere un aspetto perfetto, da
mettere in mostra non appena possibile. Anche i
più equilibrati sportivi ne sono tentati e, lentamente, una sana attività fisica diviene un tormento, per i sacrifici fisici e mentali che impone.
A questa “famiglia” appartengono anche gli
appassionati di sport, i tifosi che ogni domenica
celebrano il loro culto personale piegandosi ad un
dio che riesce a fare sempre più proseliti, che si
raccolgono in appositi “luoghi di culto” in tutto il
mondo.
È un rito che travalica la possibilità del ricorso
alla ragione: quelle poche ore trasformano le persone da sereni impiegati, da normali padri di famiglia, da studenti modello in bestie, esseri inumani capaci di ogni efferatezza.
È questa la religione del nostro secolo? Non c’è
nessuno che, oltre ai bei discorsi del giorno dopo,
sappia dare un taglio a questa spirale di violenza e
di morte? Quale premio si riceve andando dietro a
questo tipo di sport, a piegarsi davanti ad atleti
strapagati, idoli spesso privi di ogni valore morale
e spirituale?
Di grande attualità, il monito contenuto nelle
parole dell’Ecclesiaste ricorda: “Rallégrati pure, o
giovane, durante la tua adolescenza, e gioisca
CRONACA ITALIANA
Novara: Giornata dedicata all’evangelizzazione
Dio ci ha concesso, per il quarto
anno consecutivo, di dedicare una
giornata di comunione fraterna allo
scopo di predicare l’Evangelo in luoghi senza testimonianza pentecostale. Così la mattina di sabato 24 marzo, numerosi credenti delle comunità di Biella, Domodossola, Gattinara, Novara, Varallo Sesia e Vercelli si
sono incontrati nel locale di culto di
Novara per organizzare dei gruppi di
evangelizzazione.
Successivamente si sono diretti
in quattro grandi paesi del novarese,
dove hanno annunciato il lieto messaggio di Gesù, distribuendo opuscoli, cantando qualche inno ma,
soprattutto, avvicinando persone
bisognose della salvezza.
Sono stati presi alcuni contatti e
ricevute richieste di preghiera, nella
speranza che ciò che è stato seminato, possa germogliare in vita eterna. Rientrati
a Novara,
dopo il
pranzo fraternamente
offerto dalla
comunità
locale, abbiamo celebrato un
culto di ringraziamento al Signore,
nel quale siamo stati edificati dalle
testimonianze delle esperienze della
mattina.
Per l’occasione, abbiamo avuto
come ospite il fratello Ambrose
Lloyd, pastore delle Assemblies of
God inglesi, che il Signore ha usato
per la predicazione della Sua Parola.
Il messaggio era incentrato su Matteo 24:36-44 e su Noè come esempio di fede, di perseveranza e di
vigilanza in un mondo che si disinteressa dei richiami di Dio.
Come Noè, anche noi siamo
chiamati a continuare a fare quel
che Dio ci ha ordinato, senza curarci
di ciò che gli increduli possono dire.
Alla fine sarà Dio a giustificarci e a
giudicare chi non ha accolto il Suo
invito. L’urgenza di costruire l’arca
della nostra salvezza si fa maggiore
perché il nostro Re sta per tornare!
Continuiamo a pregare per le nostre zone, vaste geograficamente e
con tanti comuni da raggiungere
con la testimonianza.
Benedica il Signore tutti coloro
che si dispongono a predicare l’Evangelo con ogni mezzo e in ogni
tempo, “tanto più che vedete avvicinarsi il giorno”.
C.S.
CRISTIANI OGGI
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o figli di Dio?
torio, nella convinzione che in breve tempo
cui è impossibile sbarazzarsi
pure il tuo cuore durante i giorni della tua giovinezza; cammina pure nelle vie dove ti conduce il cuore e
seguendo gli sguardi dei tuoi occhi;
ma sappi che, per tutte queste cose,
Dio ti chiamerà in giudizio! Ma ricòrdati del tuo Creatore nei giorni della
tua giovinezza, prima che vengano i
cattivi giorni e giungano gli anni dei
quali dirai: Io non ci ho più alcun
piacere” (Ecclesiaste 12:1,3).
Figli del branco
Il mondo giovanile sta diventando
sempre più complicato, difficile da
definire e, soprattutto, da prevenire.
Al suo interno troviamo tanta normalità, ma anche devianze ben nascoste
e represse.
Scopriamo così che esiste una fetta
di gioventù capace di maltrattare i
coetanei più indifesi, infliggendo loro
umiliazioni e trattamenti di una brutalità feroce, degna dei più noti criminali. È quanto avviene sempre più di frequente fra i membri del branco, il cui
comportamento è stabilito da norme
condivise e il cui capo è leader indiscusso.
Ogni membro del gruppo conserva
l’apparenza di un ragazzo perbene,
sensibile, rispettoso, ma è solo una
maschera dietro la quale si cela una
personalità spesso frustrata, repressa,
pronta ad esplodere qualora se ne presenti l’occasione.
Questo fenomeno sociale è stato
previsto dalla Parola già duemila anni
fa: “Or sappi questo: negli ultimi
giorni verranno tempi difficili; perché
gli uomini saranno egoisti, amanti
del denaro, vanagloriosi, superbi,
bestemmiatori, ribelli ai genitori,
ingrati, irreligiosi…” (II Timoteo
3:1,2).
Cultori del brivido e dell’avventura,
i figli del branco sono alla ricerca di
nuove e sempre più sensazionali
esperienze, da filmare e da mostrare
ad un pubblico di veri estimatori.
Così ci si getta da un ponte, da un
grattacielo, da un aereo: si affida la
propria vita ad un elastico, che può
anche non reggere il peso, o ad un
paracadute, che all’ultimo momento
può anche non aprirsi.
Si preferisce seguire pratiche che
alimentano l’emotività, procurano
sensazioni forti ma temporanee, ad
una vita veramente degna di questo
nome.
La fede in Cristo Gesù appare
ancora una volta la soluzione efficace
e definitiva contro ogni forma di frustrazione e di insoddisfazione: “…a
tutti quelli che l’hanno ricevuto egli
ha dato il diritto di diventar figli di
Dio: a quelli, cioè, che credono nel
suo nome; i quali non sono nati da
sangue, né da volontà di carne, né
da volontà d’uomo, ma sono nati da
Dio” (Giovanni 1:12,13).
Possa
il Signore
liberare
ogni cuore
dalle mode
passeggere e
fare di ogni
uomo un figlio
Suo, con un
cuore che sappia
resistere alla tentazione del conformismo, che sappia volgersi alla Sua Parola,
alla ricerca ed alla
piena comprensione
della volontà divina.
Roberto Renda
CRONACA ITALIANA
ROSSANO (CS): Incontro Fraterno
“Conosciamo l’Eterno, sforziamoci di conoscerlo! Il suo levarsi è certo, come quello dell’aurora; egli verrà a noi come la pioggia, come
la pioggia di primavera che annaffia la terra”
(Osea 6:3).
Condividiamo con i lettori di Cristiani Oggi la
notizia delle benedizioni ricevute in occasione di
un incontro tra alcune comunità della provincia
cosentina, il 14 aprile, presso il teatro del Liceo
scientifico di Rossano (CS). La predicazione della
Parola è stata esposta da Antonino Mortelliti,
pastore a Isola di Capo Rizzuto (KR). I presenti,
tra cui il Dirigente Scolastico e alcuni docenti e
addetti al servizio, sono stati toccati e edificati
dal messaggio divino, come anche dall’ordine
con il quale si è svolto l’incontro. “Che gioverà a
un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l’anima sua? O che darà l’uomo in
cambio dell’anima sua?”, questo il brano
tratto dal Vangelo di Matteo e oggetto della
meditazione. Spesso per il mondo un’anima non ha alcun valore, ma non è così per
Dio, che ha pagato l’alto prezzo del riscatto
delle anime nostre.
La corale di Isola, che ha accompagnato
il pastore, ha eseguito degli inni, mentre
alcuni suoi componenti hanno condiviso
con i presenti la testimonianza delle meraviglie che Dio ha operato nella loro vita.
Siamo grati a Dio anche per i giovani intervenuti da diverse comunità, i quali hanno
dato la loro vita al Signore e si sono alacremente impegnati perché l’incontro potesse
essere svolto con efficienza in ogni sua
parte.
Guglielmo Di Dio
CRISTIANI OGGI
PAGINA 8
1-15 MAGGIO 2007
L A T E STI M O N IAN ZA
Vivevo nei vizi
e non trovavo pace
“…piangendo, solo, ho alzato gli occhi al cielo, ho aperto il cuore,
ho chiesto aiuto a Dio e per la prima volta ho gettato il mio peso su Lui”
i chiamo Gaetano, ho 32 anni e frequento
la chiesa evangelica. All’età di otto anni
M
una tragedia ha profondamente segnato la mia
vita, perché ho perduto l’affetto di mia madre
a seguito di una grave malattia.
Nonostante l’impegno di mio padre, che si è
preso cura di me e di mio fratello maggiore, ci
è mancata tanto la figura materna e la guida
che papà, lavorando, non poteva darci. Avevo molta libertà di uscire e frequentare
le compagnie del vicinato e
queste, purtroppo, mi hanno
condotto nel giro della droga.
Ero soltanto un adolescente,
ma mi accorgevo della mia
debolezza rispetto ai miei
coetanei e, per tenere il loro
passo, sono caduto sempre
più nel vizio.
All’età di 19 anni ho lasciato la mia città e sono andato all’estero, a Londra,
dove ho vissuto con alcuni
italiani. Un giorno uno di
loro è tornato a casa colmo di
gioia, dicendo di aver conosciuto il Signore e invitando
tutti ad andare in chiesa con
lui. L’ho considerato pazzo, così come hanno
fatto gli altri coinquilini, e ho continuato per la
mia strada.
Dopo qualche anno, ho avuto il mio primo
problema di salute: il mio sistema nervoso non
poteva più sostenere quella vita sfrenata e l’uso di stupefacenti. Ho preso allora la decisione
di tornare nella mia città, per un periodo di
convalescenza. I medici mi hanno ordinato di
abbandonare l’alcol e le droghe, mi hanno intimato di andare a letto presto la sera e di fare
un po’ di sport.
Dopo qualche mese, riacquistata un po’ di
salute e messi da parte dei soldi, sono partito
nuovamente, questa volta per l’Australia, ma
sono stato costretto a ritornare per via dei miei
problemi fisici.
Ho iniziato a non avere più voglia di vivere, oziavo tutto il giorno. Mio padre, preoccupato, pur di vedermi fare qualcosa, mi ha in-
vogliato a riprendere gli studi. Frequentavo un
corso serale, ma dormivo tutto il giorno e la
sera tardi incontravo sempre le mie vecchie
compagnie. Come se non bastasse, ho iniziato
anche a giocare ai video poker.
Subito dopo aver conseguito il diploma, sono partito per una città del nord Italia, dove ho
trovato lavoro come operaio, ma ho anche conosciuto delle persone che mi hanno riportato
nel solito giro. Vivevo di nuovo nei vizi e non
trovavo pace, finché un giorno nel bagno di
casa, piangendo, solo, ho alzato gli occhi al
cielo, ho aperto il cuore, ho chiesto aiuto a Dio
e per la prima volta ho gettato il mio peso su
Lui. Da quell’ammissione Gesù ha operato nel
mio cuore e ho cominciato a provare un grande interesse per la Bibbia.
Qualche tempo dopo un parente, mentre gli
parlavo dei miei problemi, mi ha chiesto:
“Credi in Gesù?”. Ho risposto subito di sì, allora ha aggiunto: “Non
appena ti capita di trovare
una chiesa evangelica,
entra”. L’occasione si è
presentata un giorno,
mentre facevo la spesa in
un centro commerciale,
attraverso alcune persone
che distribuivano volantini. Mi sono avvicinato
incuriosito, mi hanno parlato di Gesù, il Salvatore, e
mi hanno dato un numero
al quale telefonare, cosa
che ho fatto subito.
Dei cari credenti hanno
iniziato a seguirmi come
un bambino appena nato,
rispondendo con pazienza
a tutte le mie domande e
dicendomi che, per Dio,
tutto era possibile. Quando, infine, ho deciso
di ritornare per sempre nella mia città, mi hanno dato l’indirizzo della chiesa evangelica
locale, quella che frequento oggi.
Da Dio ho ricevuto grandi cose: la salvezza,
la completa liberazione dal mio stile di vita, un
lavoro stabile, una moglie credente con la quale essere fedele a Lui e alla sua Parola. Oggi
sono felice, appartengo alla famiglia di Dio e
sebbene non ne sia degno, so che Cristo mi ha
fatto grazia.
Gaetano Castro
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