SCHEDARIO: IL POTENZIALE ELETTRICO 1. LA DEFINIZIONE GENERALITA’ Quando si è introdotta la forza di Coulomb si è definita una nuova grandezza, il campo elettrico, che permetteva di valutare la forza di Coulomb in ogni punto dello spazio. Per definire il campo elettrico si è così utilizzata una carica di prova con la quale si valutava la forza di Coulomb in ogni punto. La carica di prova, come avevamo fatto notare, era tale da non influenzare la distribuzione della carica presente per non modificarne le proprietà che si volevano studiare. Con questa procedura si è determinata una nuova grandezza vettoriale indipendente dalla carica di prova utilizzata a cui si è dato il nome di campo elettrico. Analogamente a quanto fatto per la forza di Coulomb ora ci si ripropone il compito di trovare una grandezza capace di descrivere le proprietà del lavoro elettrico ossia dell’energia potenziale elettrica nello spazio in modo da definirle indipendentemente dalla carica di prova che si utilizza per determinare tali proprietà. Questa nuova grandezza dovrà dipendere esclusivamente dalla distribuzione delle cariche; inoltre essendo il lavoro una grandezza scalare anch’essa risulterà una grandezza scalare. LA DEFINIZIONE Supponiamo di prendere un sistema di cariche e una carica di prova e calcoliamo l’energia necessaria ad assemblare un nuovo sistema costituito dalle n cariche fisse del sistema più la carica di prova: Sapendo che il lavoro fatto dalla forza esterna necessaria ad assemblare il sistema è uguale all’energia potenziale elettrica si ha: Qn Cariche oggetto di studio + P + n Lt = U t = U q1 + U q 2 + … + U qn = ∑ U qi Q1 i =1 Ogni energia potenziale è direttamente proporzionale alla carica di prova è possibile svincolarsi dal valore della carica di prova considerando il rapporto: Vt = Ut q + + Q2 Q3 + q Carica di prova In questo modo il valore di V così definito risulta indipendente dalla carica di prova utilizzata. A questa grandezza viene dato il nome di POTENZIALE ELETTRICO - POTENZIALE ELETTRICO - U VP = P q Il potenziale elettrico nel punto P dovuto a una distribuzione di carica è il rapporto tra l’energia potenziale UP dovuta all’interazione, fra la carica di prova e ogni carica presente nel sistema, e la carica di prova positiva q L’ANALOGIA Grandezza vettoriale Grandezza scalare Dipendenti dalla carica di prova La forza di Coulomb F Energia potenziale U / lavoro L Indipendenti dalla carica di prova il campo elettrico E Il potenziale elettrico V CONSIDERAZIONI SUL POTENZIALE: • L’UNITA’ DI MISURA: è data dal rapporto tra l’energia e carica [J/C] a cui viene dato il nome di volt [V] • Essendo ottenuta dal rapporto tra l’energia potenziale elettrica e la carica il potenziale può essere anche considerato come: il lavoro per unità di carica necessario a spostare una carica positiva dall’infinito al punto P • Il potenziale dipende esclusivamente dalla distribuzione di cariche che lo genera e dalla posizione del punto P nello spazio (è indipendente dalla carica di prova) LA TENSIONE O DIFFERENZA DI POTENZIALE Più utile ai fini delle interazioni elettriche è la differenza di potenziale elettrico tra due punti B e A che possiamo definire come: ∆V = VB − VA = U B U A ∆U − = q q q Ricordando che ∆U=-LA→B possiamo definire la differenza di potenziale nel seguente modo: - DIFFERENZA DI POTENZIALE / TENSIONE - ∆V = VB − VA = − LA → B q La differenza di potenziale elettrico tra due punti B e A è l’opposto del lavoro per unità di carica fatto dalla forza elettrica su una carica di prova positiva lungo lo spostamento da A a B Schedario IL POTENZIALE ELETTRICO 1 Con questa definizione risulta immediato determinare il lavoro che compie una forza su una carica Q che viene spostata tra due punti dello spazio per i quali sussiste una differenza di potenziale ∆V. OSSERVAZIONE: L A → B = − Q ⋅ ∆V Una carica positiva si sposta spontaneamente a causa della forza elettrica da una a potenziale minore a una a potenziale maggiore [LA→B >0; ∆V<0] Una carica negativa invece si sposta spontaneamente a causa della forza elettrica da una a potenziale minore [LA→B >0 ; ∆V>0] IL POTENZIALE DI UNA CARICA PUNTIFORME Dalla formula dell’energia potenziale possiamo calcolare la relazione per determinare il potenziale nel caso di una carica puntiforme infatti basterà sostituire nella relazione la carica di prova: qQ U (r) Q qQ U ( r ) = k0 → V (r ) = = k0 = k0 r q r qr - OSSERVAZIONE SUL POTENZIALE DI UNA CARICA PUNTIFORME - Q 1 Q V ( r ) = k0 = r 4πε 0 r Il valore sarà positivo o negativo a seconda del segno della carica e tenderà al valore zero quando il punto P è infinitamente lontano dalla carica. Nel caso di più cariche il potenziale nel punto P è dato dalla somma dei potenziali generati dalle singole cariche. OSSERVAZIONE PROMEMORIA: Nel caso in cui la carica è posta in un materiale basta sostituire la costante ε0 = 8,8542x10-12 C2/(N⋅m2) k0 = 8,987x109 N⋅m2/C2 Q è la carica in [C] r è la distanza in [m] V potenziale elettrica [V] IL POTENZIALE ELETTRICA È FUNZIONE DI Riportiamo alcuni valori del fattore εr AMBRA 2,8 PVC 4,5 VETRO 5-10 ALCOL ETILICO 24-26 VAPORE ACQUEO ε0 con ε=ε0εr V (r) = 1 Q 4πε r Dove εr è deducibile attraverso le tabelle r CARTA POLIETILENE ZUCCHERO GHIACCIO 1,00060 2-3 LEGNO 2,3 SILICIO 3,3 PETROLIO 75 ACQUA ARIA (IN CONDIZIONI NORMALI) 3-7 12 2,1 80 1,00056 LE SUPERFICIE EQUIPOTENZIALI Quando abbiamo definito il campo elettrico ne abbiamo dato una sua rappresentazione grafica attraverso la costruzione delle linee di campo, per l’analogia adesso si vuole dare una rappresentazione grafica anche per il potenziale elettrico. La rappresentazione grafica del potenziale avviene attraverso superfici dette superfici equipotenziale che possiamo definire nel seguente modo: DEFINIZIONE DI SUPERFICIE EQUIPOTENZIALE Si chiama superficie equipotenziale il luogo dei punti dello spazio in cui il potenziale elettrico assume uno stesso valore. ALCUNE RAPPRESENTAZIONI DI LINEE EQUIPOTENZIALI Relative ad una carica puntiforme Relative ad un campo elettrico uniforme Relative ad un sistema di due cariche puntiformi Schedario IL POTENZIALE ELETTRICO 2 LA PROPRIETÀ DELLE LINEE EQUIPOTENZIALI In tutti i punti le linee di campo sono perpendicolari alle superfici equipotenziali. + DIMOSTRAZIONE + Prendiamo in considerazione un campo elettrico uniforme, e due punti A e B come mostrato nella figura a fianco. Nel punto A a causa del campo elettrico si genera una forza elettrica F con direzione uguale a quella del campo elettrico. Spostandoci da A a B otteniamo uno spostamento ∆s. Tale spostamento risulta perciò perpendicolare alla forza F generata dal campo elettrico e quindi produce un lavoro nullo. Essendo: ∆V = LA→ B 0 = =0 q q I punti A e B non hanno differenza di potenziale quindi hanno stesso potenziale elettrico V(A) = V(B) cioè entrambi i punti sono situati sulla stessa superficie equipotenziale. A tale deduzione potremmo arrivare anche considerando un qualunque spostamento infinitamente piccolo da poterlo considerare rettilineo e tale da poter considerare per tale spostamento un campo uniforme. Se lo spostamento è perpendicolare al campo elettrico allora anche la forza risulta perpendicolare e quindi non essendoci lavoro non ci sarà nemmeno differenza di potenziale e quindi i due punti stanno sulla stessa superficie equipotenziale. 2. LE RELAZIONI TRA CAMPO ELETTRICO E POTENZIALE GENERALITA’ E’ possibile calcolare il campo elettrico in un punto dello spazio conoscendo l’andamento del potenziale elettrico nei dintorni di quel punto o viceversa potremmo calcolare la differenza di potenziale tra due punti dello spazio se conosciamo il campo elettrico lungo un percorso fra tali punti. DAL CAMPO ELETTRICO AL POTENZIALE Per arrivare alla relazione prendiamo due punti A e B e un percorso che li unisca. Suddividiamo tale percorso in intervalli rettilinei abbastanza piccoli da poter considerare il campo elettrico uniforme su di essi. Per ogni intervallino calcoliamo la differenza di potenziale. Sapendo che la differenza di potenziale è l’opposto del lavoro per unità di carica si ha: ∆V1 = VA1 − VA = − A1 LA→ A1 Q0 Inoltre possiamo calcolare la forza F sulla carica Q0 posta nel campo E con la relazione: F = Q0 E da cui il lavoro risulta: LA→ A = F ⋅ ∆s1 = Q0 E ⋅ ∆s1 Ai-1 1 Sostituendo e semplificando: ∆V1 = VA1 − VA = − LA→ A1 Q0 =− Q0 E ⋅ ∆s1 Q0 i = − E ⋅ ∆s1 (La differenza di potenziale è il prodotto scalare tra il vettore campo elettrico e il vettore spostamento) ossia: i Ai ∆V1 = VA1 − VA = − E ∆s1 cos θ1 Ripetiamo il procedimento per tutti i tratti in cui è suddiviso il percorso AB e si ottiene la differenza di potenziale tra A e B come: n ∆V = VB − VA = −∑ Ei ⋅ ∆si i =1 DAL POTENZIALE AL CAMPO ELETTRICO È possibile calcolare utilizzando la relazione appena trovata anche il campo elettrico in una zona dello spazio in cui è noto il potenziale. In questo caso però occorrerà considerare uno per volta i singoli spostamenti in cui è stato suddiviso lo spostamento totale ottenendo il campo elettrico relativo ad una specifica direzione : Ei = ∆Vi ∆si 3. LA CIRCUITAZIONE DEL CAMPO ELETTRICO GENERALITA’ Come abbiamo visto l’idea di flusso di un campo vettoriale prese piede con lo studio della fluidodinamica dove si introdusse il concetto per definire la portata attraverso una superficie. Tale idea fu ripresa per definire il Schedario IL POTENZIALE ELETTRICO 3 flusso del campo elettrico. Analogamente sempre in tale ambito fu sviluppato il concetto di circuitazione di un campo vettoriale. In questo caso l’dea nacque per definire il tipo di moto di un fluido e suddividere i moti fluidi che hanno un comportamento turbolento (con presenza di vortici) da quelli con comportamento laminare (senza vortici dove i filetti fluidi hanno andamento parallelo tra loro). Per definire il concetto di circuitazione occorre sempre considerare una linea chiusa e nel caso della fluidodinamica si considerano i vettori velocità. Fissato un verso di percorrenza della linea scelta si possono verificare due circostanze: Caso 2 caso 1 1) il del moto del fluido è nello stesso verso di quello di percorrenza della linea scelta allora il moto ha lo stesso verso della velocità il prodotto scalare tra il vettore velocita e il vettore spostamento risulta positivo (il fluido si muove di moto turbolento) 2) Se la linea invece è posta in una zono dove il moto e senza vortici (fluido in moto laminare) la velocità risulta uniforme e si hanno prodotti scalari positivi e prodotti scalari negativi e sommandoli si annullano. Nel caso del campo elettrico vale ancora l’analogia tra: vettore velocità → vettore campo elettrico v→E Se prendiamo un percorso chiuso γ (A e B coincidenti) sulla linea così scelta fissiamo un verso di percorrenza e la suddividiamo in piccoli tratti ∆s da poterli considerare rettilinei. Per ogni trattino possiamo considerare il campo elettrico uniforme. Come abbiamo detto nella definizione della relazione tra il potenziale e il campo elettrico possiamo calcolare per ogni posizione sulla linea chiusa la differenza di potenziale come prodotto scalare: ∆Vi = − E i ⋅ ∆si LA DEFINIZIONE DI CIRCUITAZIONE DEL CAMPO ELETTRICO La somma di tutti questi contributi è detta circuitazione del campo elettrico lungo la linea chiusa orientata γ ( ) n Γγ E = ∑ E i ⋅ ∆si i =1 LA PROPRIETÀ DELLA CIRCUITAZIONE DEL CAMPO ELETTRICO La circuitazione del campo elettrostatico gode di un importante proprietà molto utile nelle applicazioni che afferma: La circuitazione di un campo elettrico è nulla, qualunque sia il cammino orientato lungo il quale essa è calcolata. ( ) n Γγ E = ∑ E i ⋅ ∆si = 0 i =1 Questa proprietà deriva dal fatto che la forza di Coulomb è una forza conservativa e per tali forze il lavoro lungo una linea chiusa è nullo. Avendo già detto che la differenza di potenziale e pari all’opposto del lavoro la differenza di potenziale risulta nulla per ogni tratto; conseguentemente anche la loro somma è nulla. Schedario IL POTENZIALE ELETTRICO 4