Poggio Rota (Pitigliano, Gr): un sito astronomicamente significativo in epoca preistorica Adriano Gaspani* Introduzione In località Poggio Rota, presso Pitigliano (Gr) esiste un complesso sub-circolare di monoliti tufacei di origine naturale che si erigono delimitando un’area di alcuni metri quadrati di estensione. La superficie dei monoliti è costellata di fori dovuti all’originale raffreddamento della pietra vulcanica, ma in alcune parti si notano evidenti tracce di lavorazione e di lisciatura di origine antropica. Poco a ovest del circolo di pietre è posto un monolite orizzontale su cui è presente una fenditura lunga una settantina di centimetri, ampia mediamente 7 centimetri e profonda mediamente 15 centimetri, di chiara ed evidente origine artificiale, accuratamente allineata in direzione sud-ovest in modo tale da marcare un punto ben preciso sull’orizzonte naturale locale, rappresentato dal profilo del paesaggio di sfondo, tanto da suggerire che tale direzione sarebbe potuta essere stata importante dal punto di vista degli astri che potevano essere visti tramontare in epoca antica. Si sospetta quindi che il sito possa essere stato un antico luogo sacro e/o di osservazione astronomica, tanto che il luogo è stato accuratamente studiato con lo scopo di fare luce su questa possibilità (fig. 1). Alla fase di rilievo topografico e dell’esecuzione delle misure di orientazione rispetto alle direzioni astronomiche fondamentali, è seguita la fase di analisi dei dati e poi quella di interpretazione dei risultati. L’obbiettivo è stato quello di verificare se esistessero o meno alcune linee astronomicamente orientate che potessero dimostrare la significatività archeoastronomica di Poggio Rota e, in caso di risposta positiva, di tentare di stabilire a grandi linee anche l’epoca in cui le osservazioni avrebbero potuto aver avuto luogo. Il passo successivo è stato quello di cercare di attribuire l’utilizzo del sito a una cultura localmente presente sul territorio in epoca antica e quindi di inquadrarlo entro il panorama archeologico locale. La metodologia utilizzata per il trattamento dei dati in è quella descritta in Cernuti, Gaspani 2006, mentre tutte le operazioni di rilievo topografico, planimetrico e archeoastronomico sono descritte in grande dettaglio e con abbondante iconografia nella relazione tecnica (Gaspani 2007) a cui si rimanda per gli approfondimenti. La campagna di rilievo topografico-astronomico Il sito di Poggio Rota è stato oggetto di una sessione di misura condotta da Adriano Gaspani con l’assistenza di Giovanni Feo e Antonello Carrucoli il 9 Giugno 2007. La georeferenziazione è stata eseguita mediante rilievi satellitari (Gaspani 2006) utilizzando un ricevitore GPS III costruito dalla ditta americana GARMIN Inc. equipaggiato con un’antenna esterna ad alto guadagno del tipo GA29, e po* Istituto Nazionale di Astrofisica, Osservatorio Astronomico di Brera, Milano. 685 Adriano Gaspani 686 Poggio Rota (Pitigliano, Gr): un sito astronomicamente significativo in epoca preistorica 1. Il sito di Poggio Rota, Pitigliano (Gr). Planimetria del sito e indicazioni archeoastronomiche. sta su un treppiede in modo che il suo centro di fase fosse sulla verticale del punto da determinare e lontano da ostacoli che avrebbero potuto ostruire, più o meno parzialmente, il segnale proveniente dai satelliti. Il rilievo topografico è stato eseguito utilizzando un teodolite di precisione Zeiss Theo10 (Gaspani 2007) e ripetuto per controllo utilizzando una bussola topografica prismatica a collimazione, del tipo detto di Kater, prodotta dalla ditta tedesca Wilkie Systems, montata su treppiede, ottenendo l’azimut magnetico dei punti da collimare e nuovamente mediante un binocolo da rilevamento NIKON 7 5 50 CF WP COMPASS, anch’esso montato su treppiede il quale permette di inquadrare il punto da collimare leggendo direttamente nel campo immagine l’azimut magnetico di orientazione. I rilievi di altezza rispetto all’orizzonte astronomico locale sono stati eseguiti utilizzando il teodolite e per controllo anche con un clinometro a disco prodotto dalla ditta finlandese SUUNTO. Le coordinate geografiche misurate per il punto PT280/81, posto entro l’area delimitata dal circolo litico, sono le seguenti: Longitudine l = 11° 35’,979 ± 0°,0000010 Latitudine f = 42° 36’,160 ± 0°,0000007 Quota h = 209,0 ± 1.5 metri sopra l’arco locale dell’ellissoide WGS84 L’accuratezza lineare raggiunta è stata pari a: 6 cm in direzione NS ed EW e 1,5 metri nella quota. L’obbiettivo dei rilievi è stato la mappatura completa delle direzioni definite dalle sommità dei monoliti ed elemento di maggior interesse dal punto di vista archeoastronomico, l’ampiezza angolare e l’orientazione delle intercapedini tra un monolite e il suo consecutivo. In particolare il rilievo, in questo caso, ha riguardato i punti di intersezione tra il profilo di ciascun monolite e l’orizzonte naturale locale proiettato sul piano verticale che lo contiene. La ragione di questa particolare metodologia di lavoro risiede nel fatto che l’osservazione dei fenomeni astronomici, siano essi di levata o di tramonto degli astri, avveniva nei siti caratterizzati da un circolo di pietre di ridotte dimensioni, non tanto utilizzando la sommità dei monoliti come punti di mira, ma le intercapedini tra un monolite e l’altro, ponendo l’osservatore in una posizione centrale rispetto nell’area sub-circolare delimitata dall’anello litico. Oltre a questi punti è stata rilevata l’orientazione della fenditura presente nel monolite posto a sud-ovest del circolo litico e denominato 1. L’analisi archeoastronomica non può prescindere dal rilievo accurato del profilo dell’orizzonte naturale locale visibile dal sito archeologico. A Poggio Rota l’altezza apparente dell’orizzonte naturale locale rispetto a quello astronomico oscilla tra i 2° e i 6° lungo tutto il cerchio dell’orizzonte e del suo andamento è stato accuratamente tenuto conto sia in fase di calcolo sia di elaborazione dei dati. 687 Adriano Gaspani L’analisi archeoastronomica Mancando una collocazione cronologica sicura del sito, la simulazione dell’aspetto del cielo visibile da Poggio Rota è stata eseguita a intervalli di cento anni, partendo dal 3500 a.C. e scendendo fino al 1300 a.C. In ciascun caso è stato calcolato il grado di correlazione tra gli azimut misurati e quelli teorici di levata e di tramonto degli astri che si accordavano strettamente con essi. Il criterio di selezione è stato che un azimut astronomico misurato per un singolo allineamento potesse concordare con l’azimut astronomico teorico di levata o di tramonto di un astro con uno scarto corrispondente a un valore della probabilità di concordanza casuale inferiore al 5%, cioè una probabilità di allineamento astronomicamente significativo pari almeno al 95%. La complessa formulazione della relazione matematica che fornisce la valutazione della probabilità ha tenuto conto anche della particolare geometria del sito e del profilo dell’orizzonte naturale locale. Tale criterio ha permesso di selezionare solamente due possibili allineamenti astronomicamente significativi, il primo dei quali è rappresentato da una stretta intercapedine esistente tra i monoliti 4 e 9, che risulta molto ben allineata lungo la direzione nord del meridiano astronomico locale. Il secondo allineamento astronomicamente significativo è rappresentato dalla fenditura presente nel monolite 1, il quale è posto a sud-ovest del circolo di pietre ed è separato da esso da un angusto corridoio che ne permette l’accesso abbastanza comodamente. La fenditura mostra evidenti segni di erosione dovuta agli agenti atmosferici. La sua orientazione, secondo un azimut astronomico pari a 235°,4 ± 0°,1 intercetta l’orizzonte naturale locale, elevato di 5° rispetto a quello astronomico, nel punto di tramonto del Sole al solstizio d’inverno e del punto di tramonto, sia ordinario sia eliaco1, della stella di prima grandezza Sirio, nella costellazione del Cane Maggiore, la più lumi1 La maggioranza delle stelle e degli altri corpi celesti diventano invisibili all’osservazione a occhio nudo nel periodo della loro congiunzione eliaca, cioè quando il Sole è situato prospetticamente vicino a loro. Il periodo di invisibilità di un astro, sia esso una stella oppure un pianeta, è l’intervallo di tempo che intercorre tra il tramonto eliaco dell’astro e la sua successiva levata eliaca. Nel giorno della levata eliaca, l’astro è visibile al mattino, poco prima del sorgere del Sole, mentre alla data del tramonto eliaco l’astro è visibile alla sera appena dopo il tramonto; quindi il periodo dell’anno in cui la stella o il pianeta è visibile è quello che va dalla data di levata elia688 ca a quella di tramonto eliaco successivo. I fenomeni eliaci venivano accuratamente osservati e registrati dagli antichi e rivestirono un ruolo di particolare rilievo, soprattutto dal punto di vista agricolo e rituale presso quasi tutte le culture che si sono avvicendate sul pianeta. I cosiddetti fenomeni eliaci sono quattro e cioè la levata e il tramonto eliaco, la levata e il tramonto acronico. La levata eliaca di una stella si riferisce al primo giorno di visibilità, a occhio nudo, dell’astro, a oriente, prima del sorgere del Sole. In questo caso la stella, appena sorta, si trova pochi gradi sopra la linea dell’orizzonte astronomico locale, mentre il Sole è ancora alcuni gradi sotto 2. Il sito di Poggio Rota (Pitigliano, Gr). Poggio Rota (Pitigliano, Gr): un sito astronomicamente significativo in epoca preistorica 689 Adriano Gaspani nosa visibile a occhio nudo nel cielo, intorno al 2300 a.C. ±100 anni; questa data potrebbe rappresentare un possibile elemento di collocazione cronologica della frequentazione del sito utilizzato come luogo sacro in cui venivano compiute le osservazioni astronomiche. A Poggio Rota il tramonto eliaco di Sirio, cioè l’ultimo giorno di visibilità della stella durante l’anno, avveniva, e poteva essere osservato attraverso la fenditura, di prima sera intorno alla terza decade di aprile (calendario giuliano) nel 2300 a.C. con il Sole che era tramontato nell’intercapedine tra il monolite 2 e il 3 e che aveva ormai raggiunto un azimut pari a 283° 18’ e una depressione sotto l’orizzonte astronomico locale pari a -6° 04’. I fenomeni eliaci sono parte integrante della ritmicità del cielo, di conseguenza molte antiche culture, presso le quali l’osservazione astronomica fu molto praticata, li inclusero nella lista dei fenomeni celesti ritenuti importanti e come tali, degni di attenta e continua osservazione, soprattutto a causa della loro elevata risoluzione temporale. Nella maggioranza dei casi i fenomeni eliaci ebbero a che fare con lo sviluppo dei primi sistemi di misura del tempo e con la cadenza delle festività rituali. L’osservazione della sequenza delle levate e dei tramonti eliaci delle stelle che erano visibili in un determinato luogo permetteva la delimitazione agevole e univoca di una serie di date ben precise durante l’anno. Praticamente tutti gli antichi popoli utilizzarono questo metodo per definire con ragionevole accuratezza le date fondamentali utili alla pianificazione agricola e alla navigazione2. di esso; il cielo è in questo caso già relativamente rischiarato dalla luce del Sole che sta per sorgere. Il tramonto eliaco di una stella si riferisce invece all’ultimo giorno di visibilità visuale dell’oggetto, appena dopo il tramonto del Sole. In questo caso la stella si appresta a tramontare in corrispondenza dell’orizzonte occidentale subito dopo il Sole e rimane visibile per pochissimo tempo. La levata acronica di una stella si riferisce al primo sorgere dell’oggetto, all’orizzonte orientale appena dopo il tramonto del Sole a occidente. In questo caso la stella diviene visibile a causa della diminuzione della luminosità del cielo all’imbrunire, man mano che il Sole scende sotto l’orizzonte locale. Il tramonto acronico di una stella si riferisce all’ultimo giorno di visibilità, a occhio nudo, dell’oggetto poco prima del suo tramonto all’orizzonte occidentale appena prima del sorgere del Sole in corrispondenza del segmento opposto dell’orizzonte astronomico locale. Gli eventi eliaci erano correntemente os690 servati presso le popolazioni antiche, mentre gli eventi acronici erano meno seguiti in quanto il margine d’errore che poteva essere raggiunto, mediante l’osservazione visuale era consistentemente più elevato rispetto a quello dei fenomeni eliaci. 2 Basti ricordare il greco Esiodo e la sua opera Le Opere e i Giorni risalente al VIII secolo a.C. oppure la levata eliaca di Sirio che per gli Egizi nel III millennio a.C. (grosso modo il periodo in cui Poggio Rota potrebbe essere stato utilizzato per l’osservazione del tramonto eliaco della stella) fu di estrema importanza in quanto preannunciava l’imminente piena del Nilo con i conseguenti benefici effetti sull’agricoltura praticata da quella civiltà. Spesso in concomitanza dell’epoca della levata o del tramonto eliaco di una determinata stella veniva celebrata una festa la quale era generalmente connessa, dal punto di vista rituale, sia all’evento astronomico che ne determinava la ricorrenza, sia all’evento sociale che doveva essere celebrato. Poggio Rota (Pitigliano, Gr): un sito astronomicamente significativo in epoca preistorica L’allineamento polare A Poggio Rota è stato rilevato un allineamento polare materializzato da una stretta intercapedine esistente tra i due monoliti posti nel settore più settentrionale del circolo di pietre e denominati 4 e 9, la quale risulta molto ben allineata parallelamente alla direzione nord del meridiano astronomico locale. In particolare il bordo destro del monolite 4 è molto ben allineato lungo il piano meridiano locale, quindi l’azimut astronomico della linea tangente alla sua parete orientale è praticamente pari a 0°, mentre la linea tangente al bordo occidentale del monolite 9 dista 1°,2 dalla direzione nord del meridiano astronomico locale. Durante il III millennio a.C. il Polo Nord Celeste era posto in un luogo della Sfera Celeste molto diverso da quello attuale situato in prossimità della Stella Polare (a Ursae Minoris), ma era prossimo alla stella Thuban (a Draconis), che era la stella polare degli Egizi, ma che fu la stella polare anche per la Cultura di Rinaldone, che in quell’epoca dominava il territorio. A questo punto sorgono spontanee due domande: la prima riguarda l’importanza della direzione polare per la Cultura di Rinaldone e la seconda, non meno importante della prima, riguarda il modo con cui fu possibile, con la tecnologia in possesso delle popolazioni italiche del III millennio a.C., determinare i fenomeni messi in evidenza con l’accuratezza dei rilievi archeoastronomici: tentiamo di rispondere prima alla seconda domanda3. Possiamo ipotizzare che questa stella possa essere stata il punto di riferimento celeste utilizzato per stabilire l’orientazione polare a Poggio Rota? Probabilmente si: la stella durante un giorno siderale4 descrive un cerchio apparente intorno al Polo Nord Celeste con un raggio pari a: r = 90° - d* dove d* è la sua declinazione. L’ampiezza dell’intercapedine tra i monoliti M4 ed M5 è pari a 1° 12’, però il bordo del monolite 4 (che fu lavorato) è praticamente coincidente con la direzione meridiana (azimut astronomico pari a 0°). In questo caso durante la notte, per un osservatore sdraiato sul terreno, la stella appariva dietro tale bordo descrivendo un semicerchio di raggio r =1°,2. fino a essere vista tangente al bordo del monolite 9, che però non risulta lisciato. Se calcoliamo le la variazione di declinazione della stella Thuban tra il 2100 a.C. e il 2800 a.C. e quindi il raggio del circolo diurno percorso da essa otteniamo che durante il III millennio a.C. la 3 Il fenomeno della Precessione, modificando lentamente, ma gradualmente, l’orientazione dell’asse terrestre, fa sì che il Polo Nord Celeste descriva una traiettoria quasi circolare intorno al Polo Eclittico, cioè l’intersezione tra la linea perpendicolare al piano dell’orbita terrestre (Eclittica) e la Sfera Celeste. Il ciclo, che si compie in circa 26000 anni, implica che nel III millennio a.C. il Po- lo fosse vicino alla stella Thuban nella costellazione del Drago. 4 Un giorno siderale è lungo 23h 56m 4s e corrisponde a una rotazione completa della Terra intorno al proprio asse. Il giorno siderale è 3m 56s più corto di un giorno solare medio (24 h) a causa dello spostamento giornaliero della Terra lungo la sua orbita intorno al Sole. 691 Adriano Gaspani traiettoria apparente percorsa dalla stella poteva adattarsi moto bene alla orientazione polare rilevata a Poggio Rota e avrebbe potuto servire da riferimento astronomico per stabilire tale direzione. Poggio Rota fu un antico osservatorio solare? La risposta a questa fondamentale domanda richiede alcuni ragionamenti e l’applicazione di particolari tecniche derivanti dalla Teoria della Probabilità. L’analisi di decine di siti analoghi a quello di Poggio Rota e risalenti al Neolitico e all’Eneolitico eseguita da Stanislaw Iwaniszewsky (Iwaniszewsky 1996) e l’interpretazione probabilistica di Wolfhard Schlosser (Schlosser 1998) ha mostrato che tali siti a seconda del tipo di allineamenti astronomicamente significativi che vi si trovano possono essere classificati come osservatori solari o meno con una probabilità P definita secondo il seguente criterio che prende appunto il nome di Criterio di Iwaniszewsky: P = 100 % se si rilevano orientazioni solstiziali oppure allineate verso i punti cardinali. P = 75% se nel sito si rilevano allineamenti verso i punti di levata del Sole quando la sua declinazione è pari a d = 0,7´ e, dove e è l’Obliquità dell’Eclittica (inclinazione dell’asse della Terra rispetto alla normale al piano dell’orbita). Le date (giuliane) in cui si verificavano queste particolari configurazioni solari erano prossime a: 1 febbraio, 1 maggio, 1 agosto, 1 novembre. P = 50% se si rilevano orientazioni differenti da quelle citate sopra, ma sempre entro l’arco ortivo o occaso del Sole. P = 0% se le orientazioni rilevate sono diverse da quelle contemplate dai casi precedenti. La tolleranza ammessa sulle orientazioni è pari a ± 2°,5 quindi l’ampiezza del classificatore probabilistico è pari a 5°. Poiché l’ottimizzazione della collocazione cronologica prevede che Poggio Rota possa essere stato astronomicamente significativo durante l’Eneolitico centro-italico, possiamo applicare il Criterio di Iwaniszewsky. Nel sito esiste una linea diretta verso il tramonto del Sole al solstizio d’inverno e anche una direzione allineata lungo la direzione nord del meridiano astronomico. Poggio Rota quindi ricade nella categoria che prevede una probabilità del 100% di essere stato un osservatorio solare durante l’Eneolitico5. Rileviamo la contemporanea presenza di un allineamento stellare connesso con il tramonto della stella Sirio. 5 Il livello di errore misurato a Poggio Rota è pari a ±0°,1 quindi molto più ridotto rispetto a quanto richiesto dal Criterio di Iwaniszewsky. 692 Poggio Rota (Pitigliano, Gr): un sito astronomicamente significativo in epoca preistorica 3. Punti di levata e di tramonto del Sole durante l'anno visti da un osservatore posto nel punto G. La conclusione a questo punto è che non solo Poggio Rota fu un osservatorio solare, ma la presenza di una linea stellare lo classifica come un luogo di osservazione astronomica in generale, attivo durante il III millennio a.C. Il solstizio d’inverno a Poggio Rota Nell’antichità il solstizio d’inverno era caratterizzato dalle feste dedicate alla divinità solare. La celebrazione del solstizio era diffusa in tutta Europa ed era connessa alla celebrazione della rinascita del Sole e della madre Terra che si preparava, riscaldata dai primi raggi dell’astro, alla futura semina la quale presso le antiche culture avveniva nel periodo primaverile, in modo da poter ottenere il raccolto prima dell’inizio della stagione invernale successiva. La celebrazione delle feste e dei riti propiziatori solstiziali tesi a favorire la rinascita del Sole prevedeva che gli esponenti della classe sacerdotale fossero in grado, mediante le opportune osservazioni astronomiche, di predire con conveniente anticipo la data del fenomeno e nel giorno giusto darne ufficiale conferma: ecco quindi la necessità di stabilire nei luoghi sacri taluni allineamenti utili a identificare con ragionevole sicurezza temporale la data del solstizio. A Poggio Rota questo fu possibile in un’epoca collocata cronologicamente intorno al 2300 a.C. grazie alle osservazioni del tramonto del Sole attraverso la fenditura. Il solstizio d’inverno avviene astronomicamente in un giorno ben determinato, ma l’inversio693 Adriano Gaspani ne apparente del moto solare diventa visibile a un osservatore a occhio nudo solamente il terzo o il quarto giorno successivo. La fenditura praticata nel monolite 1 di Poggio Rota permetteva quindi di osservare il disco solare sparire dietro il profilo dell’orizzonte naturale locale entro di essa, per tre o quattro giorni. Il meccanismo era il seguente: nel III millennio a.C. l’astro poteva essere visto tramontare in corrispondenza del bordo destro (settentrionale) della fenditura 39 giorni prima del solstizio e, giorno dopo giorno, il suo punto di tramonto si spostava gradualmente verso sud, passando per l’asse della fenditura 10 giorni dopo, proseguendo poi gradualmente ancora verso sud fino a raggiungere la sua massima digressione meridionale dopo 29 giorni in corrispondenza del solstizio d’inverno. Dopo essere stato fermo per qualche giorno, il punto di tramonto solare invertiva il suo moto apparente dirigendosi quindi a nord e transitando nuovamente per l’asse della fenditura dopo altri 29 giorni per poi continuare per i successivi 10 giorni, fino a quando avveniva l’ultima possibilità teorica di osservare il tramonto del disco solare proprio in corrispondenza del bordo settentrionale della spaccatura nella roccia. Da Poggio Rota l’osservatore poteva seguire il moto apparente del punto di tramonto del Sole da più di un mese prima del solstizio e poi continuare a seguirlo dopo l’inversione: il Sole era tornato a dirigersi verso la posizioni tipiche della bella stagione e il transito al bordo destro della fenditura poteva essere messo in relazione con la data della semina. Tutto partiva da una osservazione attenta del comportamento degli astri; gli antichi conoscevano molto bene i semplici strumenti che permettevano loro di osservare e descrivere movimenti e comportamenti del Sole, della Luna e delle stelle e la Comunità che utilizzò il sito di Poggio Rota come luogo di osservazione astronomica non fece eccezione. Quando il Sole tramontava in corrispondenza dell’estremo destro della fenditura, la stella Sirio tramontava di prima sera dopo il Sole entro il settore dell’orizzonte delimitato da essa. Dopo circa due lunazioni6 più un cambiamento di fase lunare (circa sette o otto giorni), avveniva il tramonto eliaco della stella, il quale poteva essere agevolmente predetto in anticipo osservando l’andamento del ciclo lunare dopo il solstizio d’inverno. Conclusione Possiamo ragionevolmente ipotizzare che Poggio Rota sia stato un luogo di osservazione astronomica attivo in un’epoca grosso modo intorno al 2300 a.C. Quello che è importante è che ora siamo in grado di affermare con un buon grado di probabilità che gli esponenti della fase finale della Cultura del Rinaldone conoscevano il 6 La lunazione è un mese lunare da 29,5306 giorni solari medi. 694 Poggio Rota (Pitigliano, Gr): un sito astronomicamente significativo in epoca preistorica cielo e i suoi fenomeni. Lo studio archeoastronomico del sito ha messo in evidenza che gli appartenenti a tale Cultura presenti in zona ebbero l’esigenza di determinare, ogni anno, con precisione la data del solstizio d’inverno, e di stabilire almeno due direzioni stellari significative: la prima è quella diretta verso il Polo Nord Celeste e la seconda era connessa con il tramonto della brillante stella Sirio, che nel III millennio a.C., andava a tramontare molto vicino al punto di tramonto del Sole solstiziale invernale. Venne quindi realizzata una postazione di osservazione fissa sfruttando la morfologia naturale del luogo, e nel sito venne quindi realizzato un semplice, ma efficace sistema di mira capace di permettere la determinazione della data del solstizio d’inverno con un errore di uno o due giorni al massimo. La presenza anche del tramonto di Sirio, sia ordinario che eliaco, apre tutta una serie di interessanti possibilità, sulla modalità con cui si misurava il tempo presso la Cultura di Rinaldone. Tutto ciò fa di Poggio Rota un sito di grande importanza in quanto rappresenta il primo caso noto di luogo di osservazione astronomica prodotto dal questa cultura, analogamente a quanto avvenne presso tutte le culture neo-eneolitiche stanziate sul territorio europeo. Recentemente è stata scoperta anche una vasca scavata sul monolite orientale; questo è un fatto molto importante che testimonia ulteriormente l’importanza archeologica di Poggio Rota e che si inquadra molto bene con i risultati dello studio archeoastronomico. Normalmente nei siti neolitici ed eneolitici astronomicamente significativi sono presenti vasche scavate nella roccia, la cui funzione non è ancora ben nota, ma ormai sappiamo che presso quelle culture esisteva una stretta connessione simbolica tra l’acqua e il cielo. Normalmente i cosiddetti osservatori solari d’altura non sorgevano isolati sul territorio, ma ne esisteva più d’uno entro l’area occupata da una cultura. La comunità di Rinaldone non dovrebbe fare eccezione e Poggio Rota è di fatto il primo (e per ora unico) sito di questo tipo che è stato studiato. Bisognerà ora estendere l’indagine anche ad altri siti che mostrano caratteristiche simili e che da un’analisi preliminare si sono rivelati candidati promettenti. Se anche in questi casi si presentassero risultati analoghi a quelli ottenuti a Poggio Rota, potremo avere elementi sufficienti per formulare alcune ipotesi intorno alle conoscenze astronomiche diffuse presso la Cultura di Rinaldone, al loro utilizzo e alla sfera religiosa e simbolica di questa gente, la quale è ancora per molti versi poco conosciuta. 695 Adriano Gaspani 4. Ricostruzione delle traiettorie del Sole che tramonta e della stella Sirio al suo tramonto eliaco nel 2300 a.C. visti attraverso la fenditura scavata sul monolite occidentale di Poggio Rota. 696 Poggio Rota (Pitigliano, Gr): un sito astronomicamente significativo in epoca preistorica Bibliografia S. CERNUTI, A. GASPANI 2006 Introduzione alla archeoastronomia: nuove tecniche di analisi dei dati, Atti della Fondazione Giorgio Ronchi, vol. LXXXIX, Firenze. A. GASPANI 2006 Il GPS in archeoastronomia. Tecniche di rilevamento dei siti archeologici di rilevanza astronomica mediante tecniche satellitari GPS, in Rivista Italiana di Archeoastronomia IV, pp. 135-196. S. IWANISZEWSKY 1996 Neolithic and Eneolithic structures in Central Europe: calendricastronomical implications”. in W. Schlosser (a cura di), Proceedings of the second SEAC Conference, Bochum, pp. 15-28. W. SCHLOSSER 1998 Prehistoric Sites along the Hellweg Trade Route, in Astronomy, Cosmology and Landscape, Proceedings of the SEAC98 Meeting, Bagnor Regis, pp. 44-50. A. GASPANI 2007 Analisi archeoastronomica del sito archeologico di Poggio Rota (Pitigliano, GR), Relazione tecnica dei rilievi eseguiti nel 2007 e interpretazione dei risultati, Milano. 697 Adriano Gaspani Riassunto / Abstract Il circolo di pietre posto in località Poggio Rota (Pitigliano, Gr) è stato studiato dal punto di vista archeoastronomico. I risultati ottenuti mostrano che nel sito furono stabiliti due allineamenti astronomicamente significativi: il primo riguarda la direzione del Polo Nord Celeste e il secondo la direzione di tramonto del Sole al solstizio d’inverno attraverso una fenditura artificialmente scavata in una delle rocce presenti nel sito. La possibile collocazione cronologica dell’utilizzo quale luogo di osservazione astronomica è stata valutata al 2300 a.C. con un errore di circa cento anni in più e in meno. The circle of stones at Poggio Rota near Pitigliano (Grosseto, Italy) was investigated from the archaeoastronomical point of view. The results showed that the site would be a solar observatory active during the neolithic italic Culture of Rinaldone (III century BC). The astronomical allignments found are related with the observation of the sunset at the winter standstill along a slit on the rock and with the north polar direction seen between the close edges of two boulders, in 2300 BC with an estimated uncertainty of ±100 years. 698