E il lupo cattivo diventò vegetariano

E il lupo cattivo diventò vegetariano
Il classico dei Grimm aggiornato per animalisti e vegetariani
C’erano una volta sette capretti che furono mangiati da un lupo famelico ma... Il
finale costituisce la vera novità di questa fiaba, che non si conclude con la macabra
danza intorno al cadavere del lupo ma con un pranzo allegro e amichevole a base di...
verdure. Mamma capra decide infatti di riempire la pancia del famelico animale con i
prodotti dell’orto, convertendolo in questo modo alle virtù del vegetarianesimo.
Un’allegoria della possibilità
del cambiamento e della forza
positiva delle relazioni. Uno
dei classici dei fratelli
Grimm si aggiorna in tempi in
cui animalismo,
ecologia, alimentazione
vegetariana, etica, rispetto
degli animali, salute sono
parole diventate sostanza.
Da Terra Nuova edizioni, nella collana dedicata ai più piccoli, esce Il Lupo
vegetariano e i 7 capretti, scritto e illustrato da Francesca Pirrone rivisitando la
fiaba con un finale a sorpresa e un clima che farà piacere ai genitori vegetariani, agli
animalisti, a tutti coloro che credono nel rispetto degli animali da insegnare ai ragazzi
anche con il mezzo della fiaba.
È proprio necessario raccontare favole i cui protagonisti sono lupi squartati e mamme
vendicative? La nostra sensibilità ci invita ad aggiornare le storie e le immagini che
proponiamo ai più piccoli, già circondati da un mondo in cui regna la velocità e la
violenza. Sono stati questi i presupposti che hanno spinto Francesca
Pirrone, illustratrice e autrice di questo libro, a rivedere in chiave animalista una
fiaba della tradizione scritta all'inizio del XIX secolo. Bei disegni ci raccontano la
vita spensierata dei capretti, l'ingegnosità del lupo ma anche la furbizia di mamma
capra, che grazie a un geniale espediente convince il lupo a mangiare verdura invece
di capretti. La scena finale del libro, che racconta di lupo e capretti amabilmente a
tavola, è insieme una speranza e l'invito a iniziare a immaginare ciò che finora non è
stato mai immaginato, perché è appunto dai sogni che possono nascere relazioni
migliori.