Insieme per il Volontariato 24 gennaio 2013

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Insieme per il Volontariato 24 gennaio 2013
Mi associo ai saluti rivolti alle autorità e ai numerosi volontari presenti già espressi dal
dott.Gandola e dal dott. Vimercati e ai ringraziamenti per chi ha promosso e organizzato questo
convegno.
Il valore del Volontariato
Ripensare il rapporto fra profit e non profit significa innanzitutto superare alcune posizioni
pregiudiziali che per troppo tempo hanno tracciato confini spesso invalicabili fra queste realtà,
rappresentate talvolta come contrapposte e alternative. Sembra allora utile provare ad
identificare le sintonie e le vicinanze, evidenziando quelle competenze specifiche insite nel mondo
for profit che possono essere messe a disposizione del mondo non profit e viceversa. Si rende
quindi opportuno analizzare collaborazioni già in corso e provare nel contempo ad allestire
microazioni sperimentali che rendano esplicite e fruibili tali sintonie e reciprocità.
In questa fase storica diventa inevitabile per il volontariato guardare alla relazione con il mondo
for profit e delle professioni come decisiva per dare continuità e futuro alle proprie iniziative e
superare il rischio di autoreferenzialità insito nelle attività di volontariato; il rischio infatti di
autoreferenzialità appare sempre di più come un limite alla crescita delle associazioni e alle attività
di volontariato. Le relazioni e le collaborazioni tra diversi possono risultare fondamentali non solo
in una logica di sostegno economico o di risorse umane ma soprattutto di riconoscimento sociale
per un lavoro, quello dei volontari, che ha bisogno di essere apprezzato e sostenuto.
In merito alla ricerca
Diciamo subito che è improprio e anche riduttivo parlare del valore del volontariato se
consideriamo solo l’aspetto economico e pretendiamo di fornire un dato in termini monetari.
I dati quantitativi che verranno presentati nella successiva relazione ci consentono in ogni caso di
avere a disposizione una base di riferimento e di conoscenza per comprendere il ruolo che il
volontariato assume nella comunità bergamasca. La ricerca rappresenta un primo tentativo di
stimare il contributo economico che il volontariato è in grado di esprimere attraverso le proprie
organizzazioni e il contributo fondamentale quotidiano e continuativo dato da singoli cittadini e
da tanti gruppi informali (ma ripeto del tutto insufficiente e fuorviante se considerato come
misura dell’attività di volontariato). Sarà interessante proseguire nella ricerca allargandola a tutte
le componenti del Terzo Settore o del Non Profit con l’obiettivo di evidenziare il contributo che
queste imprese sociali e organizzazioni private forniscono al benessere e ad una migliore qualità
della vita del nostro territorio.
Volontariato e Terzo Settore
Per tornare al tema del convegno non possiamo disgiungere il ruolo e l’attività delle Organizzazioni
di Volontariato (OdV) dalla più ampia realtà del Terzo Settore. Una realtà complessa, in continua
evoluzione di pari passo con il manifestarsi di nuovi bisogni sociali, una aggregazione che sfugge ad
una classificazione univoca e della quale ne fanno parte Volontariato, promozione sociale,
cooperazione sociale, fondazioni , ONG e organizzazioni non lucrative organizzate e informali.
Relazione Giorgio Gotti
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Insieme per il Volontariato 24 gennaio 2013
In una recentissima e puntuale ricerca svolta da un’importante fondazione, il terzo settore nel suo
complesso vale un fatturato di 67miliardi pari al 3,7 del PIL. La ricerca citata sottolinea inoltre la
modernità del comparto del non profit: il ruolo innovativo, il peso della componente femminile,
l’andamento economico in genere anticiclico e il rapporto virtuoso, grazie al volontariato, con il
territorio.
Il terzo settore e in particolare il volontariato si è storicamente sviluppato con il miglioramento
delle condizioni economiche dei cittadini. E’ un fenomeno emergente nelle società avanzate e in
via di sviluppo. In periodo di crisi, come l’attuale che segna fortemente il nostro paese, si assiste
ad un calo delle persone disponibili per azioni volontarie; molteplici sono le ragioni ma in
particolare vogliamo evidenziare la situazione di difficoltà, di disagio, di vulnerabilità, di incertezza
e di ansia per il futuro in cui versano singoli e famiglie e che impedisce loro di dedicare tempo ed
energie agli altri.
Particolarmente complesso e contraddittorio risulta anche il rapporto con le istituzioni: i volontari
pensano infatti di essere in grado di orientare l’attenzione verso i più deboli, tuttavia non riescono
a controllare e a stimolare le istituzioni affinché si assumano le proprie responsabilità. Il rischio
diffuso si concretizza nell’aspettativa che nello specifico il volontariato possa diventare un
sostituto funzionale dell’agire pubblico, un erogatore di servizi sociali utile al contenimento della
spesa pubblica ma incapace di trasformare in senso relazionale le politiche sociali, rinunciando a
un principio, quello della sussidiarietà, capace di creare forti relazioni tra soggetti diversi
riconoscendone la capacità di contribuire al bene comune. E’ ora a nostro avviso di aprire una
nuova fase di definizione delle norme che regolano i rapporti tra istituzioni e OdV.
CSV Volontariato e Volontariati
Il Centro Servizi del Volontariato (CSV) è un’associazione di secondo livello prevista dalla legge
quadro sul volontariato con lo scopo di promuovere, sostenere le OdV e contribuire alla crescita
della solidarietà nel nostro paese.
In questi ultimi anni si è aperto un dibattito interno a CSV in seguito al quale si è avviato un
processo innovativo nelle modalità di svolgimento del nostro “mestiere”. Nella sostanza il
mestiere di CSV si sta sempre più caratterizzando per il sostegno offerto alle OdV ma anche a tutti
i cittadini, di sviluppare vicinanza e disponibilità verso le comunità locali. Da semplice Agenzia di
servizi (quasi un bancomat o una sorta di patronato: a richiesta rispondo) si è passati alla
assunzione di un ruolo più politico, di agente di sviluppo territoriale a favore di tutti i cittadini. Il
perseguimento di questa strategia che si manifesta nel lavoro quotidiano con le diverse
espressioni del volontariato e le comunità locali, si esplicita attraverso:
Il mantenimento di un alto standard di qualità e di efficacia nella erogazione di servizi di
base: la formazione, la consulenza, l’orientamento al volontariato attraverso una
continua attenzione alla formazione e allo sviluppo delle competenze dei nostri operatori
in grado di reggere i cambiamenti in atto;
Un forte investimento sulla crescita della conoscenza e delle competenze dei volontari e
delle loro reti territoriali e/o tematiche favorendo le condizione perché le OdV possano
lavorare al meglio e diventare interlocutori delle istituzioni e delle altre realtà organizzate;
Relazione Giorgio Gotti
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e infine la capacità di stare dentro i cambiamenti costruendo e preservando spazi di
innovazione e sperimentazione.
E’ un compito arduo che deve fare i conti con la drastica riduzione dei Fondi Sociali, (pensiamo ai
fondi per la famiglia o per l’autosufficienza, per il sostegno delle categorie più fragili...) con
l’assenza di politiche strutturali e di welfare di grande respiro (non solo buoni e voucher non solo
volontari e badanti, non solo attenzione all’offerta di servizi).
Dono regalo e filantropia
Il Volontariato non è solo gratuità, solidarietà, attenzione all’Altro.
Il dono è relazione, dove la relazione che si instaura tra chi dona e chi riceve è essa stessa dono
quasi sempre inatteso, non monetizzabile ma contiene l’attenzione e la cura verso chi riceve, un
investimento del proprio tempo a volte con il rischio implicito della ingratitudine.
Il regalo è un’altra cosa. Nel regalo (da offerta al/dal re) prevale la dimensione dell’obbligo, del
riconoscimento; il regalo è in genere regolato da convenzioni sociali quasi un residue di pratiche
arcaiche delle offerte. Il regalo, spesso valutato e considerato per il suo valore monetario si fa agli
amici, ai colleghi, al capo, ai fornitori; è buona consuetudine portare un regalo se si è invitati a
pranzo, ad una festa. “Non saremmo sopravvissuti alla nascita, alla malattia se qualcuno non ci
avesse donato parte della sua vita e del suo tempo”.
Diversi economisti e in particolare due persone conosciute e stimate per la loro attenzione ai temi
dell’economia sociale (Bruni e Zamagni) riprendono nelle loro pubblicazioni due argomenti spesso
dimenticati dagli economisti tradizionali: l’importanza delle relazioni e il senso del benessere o
della felicità.
L’importanza delle relazioni o della reciprocità radicalmente distante dall’economia di mercato,
si distingue anche dal puro altruismo o dalla filantropia che si esprimono in un rapporto
unidirezionale. Nella relazione fuori dal mercato le transazioni non sono separabili da coloro che
le pongono in essere, non sono anonime e impersonali come accade nella sfera dell’economia for
profit.
Diversamente da quello che si pensa la pratica della reciprocità è presente nella nostra società in
modo rilevante: nella quotidianità della famiglia (il ruolo dei genitori e dei nonni rispetto ai carichi
di lavoro), nelle varie espressioni della gratuità, nella mutualità delle imprese cooperative e
consortili, nell’economia sociale.
Siamo al paradosso della felicità: con l’aumento della ricchezza, del benessere materiale
diminuisce la felicità (infelicità opulenta come la definisce Luigino Bruni). La felicità è infatti in
funzione di reddito economico, e non delle relazioni, dei beni cosiddetti immateriali (la sicurezza,
la gratitudine, le passioni, ......) e anche della legalità, della cura dell’ambiente e della bellezza
funzionali alla realizzazione integrale della persona.
Cosa può fare il volontariato
Cambia la società: la crisi economica si è ben presto rivelata come crisi sociale, di valori; la forbice
tra ricchi e poveri si allarga, una sperequazione fatta sopratutto di rendite finanziarie e
Relazione Giorgio Gotti
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Insieme per il Volontariato 24 gennaio 2013
speculative, di evasione ed elusione fiscale; le istituzioni tradizionali vacillano sotto la pressione di
richieste sempre più impellenti e a volte drammatiche; le risorse per il welfare diminuiscono ma
ancora non si intravedono nuove ipotesi intorno alle quali immaginarne uno nuovo (comunitario,
aziendale....) si affacciano nuovi bisogni ed altri si differenziano, anche il volontariato cambia
costretto ad adeguarsi alle nuove domande della società.
Cosa può fare il Volontariato:
 riscoprire e coltivare l’ identità e i valori del volontariato con la formazione, con la ricerca (non
ci si improvvisa volontari); dobbiamo saper coniugare la dimensione caritatevole/solidaristico
con gli aspetti tecnico-scientifici che sono importanti e tendenzialmente associati all’utilità
sociale dell’agire volontario che ci fanno comprendere le cause della povertà e del disagio;
 non può certo risolvere i problemi strutturali alla base della crisi attuale, della inadeguatezza
dei sistemi di protezione sociale, della perdita delle relazioni personali, parentali, comunitarie
che in passato contribuivano al sostegno del carico famigliare nella crescita dei figli e
nell’accudimento degli anziani e delle persone più fragili: può aiutare ad alleviarla attivando
risorse umane e materiali;
 riscoprire il ruolo politico proprio recuperando quella funzione elettiva di advocacy che è stata
attutita dal coinvolgimento quasi esclusivo nella gestione diretta dei servizi, in altre parole di
farsi carico delle istanze di giustizia e di difesa dei diritti delle persone fragili e in difficoltà;
 abbiamo l’urgenza di essere riconosciuti e valorizzati per quello che diamo alla società non solo
negli interventi in emergenze ma nel lavoro quotidiano , di valorizzare l’azione volontaria dei
giovani con gli strumenti, gli ideali, le fantasie che sanno proporre.
La partnership tra profit e non profit può alimentare uno scambio virtuoso e induce
comportamenti solidali non serve solo a reperire risorse. In una società frammentata dal futuro
incerto, attraversata da paure per il rischio di perdita del benessere raggiunto, dell’impoverimento
improvviso il nostro compito è creare delle comunità solidali dove il riconoscimento sia reciproco,
la solidarietà più efficiente, il benessere per tutti.
Ci auguriamo che questa occasione possa rappresentare l’avvio di un percorso che parte dal
riconoscimento e dall’ascolto reciproco per il benessere della nostra comunità. Con questi
presupposti siamo convinti che si possano aprire collaborazioni e legami di fiducia tra
Volontariato, imprese for profit, ordini professionali e istituzioni per il Bene Comune.
Giorgio Gotti
Presidente CSV Bergamo
Relazione Giorgio Gotti
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