Profilassi delle malattie infettive Prof. Pierpaolo Cavallo 1 Profilassi • • • • • • Profilassi delle malattie infettive Profilassi diretta ed indiretta Pulizia e sanificazione Disinfezione e disinfestazione Profilassi immunitaria: vaccini e sieri Vaccinazioni obbligatorie 2 Profilassi delle malattie infettive Profilassi = prevenzione (il termine “profilassi” viene usato SOLO per le malattie infettive). Facciamo un raccordo: PRIMARIA: evitiamo il contagio, o almeno l’infezione (NON sono la stessa cosa) SECONDARIA: impediamo che l’infezione divenga malattia (NON sono la stessa cosa) TERZIARIA: riduciamo le conseguenze della malattia (per il singolo e per la popolazione) 3 1 Definizione e specificita’ Definizione : L’insieme di tutte quelle norme tendenti a prevenire nell’uomo la comparsa delle malattie infettive, proteggendolo in vario modo dall’attacco di microrganismi patogeni. Specificitá: la suddividiamo in tre grandi tipologie Profilassi Diretta Profilassi Indiretta Profilassi Immunitaria 4 Definizioni di tipo Profilassi DIRETTA: misure e provvedimenti diretti alle persone per contenere la fonte di infezione (es.: isolamento del malato) Profilassi INDIRETTA: interventi rivolti all’ambiente (es.: bonifica ambientale) Profilassi IMMUNITARIA: conferimento di uno stato di resistenza specifica verso singoli microrganismi (es.: vaccinazione) 5 Profilassi diretta E’ composta da misure rivolte sia alla sorgente di infezione ed ai veicoli ed ai vettori: • Denuncia (o notifica) • Accertamento e inchiesta epidemiologica • Isolamento e contumacia • Disinfezione • Disinfestazione 6 2 Denuncia o notifica Consiste nell’obbligo di informare le autoritá competenti dell’insorgenza di un nuovo caso di malattia infettiva; l’obbligo vale, di fatto, per TUTTE le malattie infettive. L’autoritá competente é la ASL (Servizio Ecologia) nel cui territorio si manifesta il caso; sono obbligati a notificare tutti i medici e pediatri di base, e gli ospedali. 7 Dove vanno i dati? I dati sono registrati a livello di Regione e di Ministero della Salute e poi raccolti a livello mondiale dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità, detta anche WHO – World Health Organization). In quersto modo viene mantenuta una costante sorveglianza della diffusione delle malattie infettive in tutto il mondo (o almeno nei paesi che fanno parte dell’OMS). 8 Denuncia e classi di malattie Non tutte le malattie infettive hanno lo stesso grado di pericolo per la salute della popolazione. Pertanto, esse sono state divise in CLASSI e per ciascuna classe vi sono differenti obblighi e tempi per la denuncia. Le classi sono 5. 9 3 Classe 1 Comprende alcune patologie "soggette al Regolamento Sanitario Internazionale o di particolare interesse“ (colera, tifo etc.). Il medico deve darne segnalazione telefonica o telegrafica, entro 12 ore, anche solo per un caso sospetto, alla USL di competenza, che fa una comunicazione immediata alla Regione, che, a sua volta, informa il Ministero della Sanità e all’Istituto Superiore di Sanità. 10 Classi 2 e 3 La classe 2 raggruppa prevalentemente malattie ad alta frequenza, mentre la classe 3 malattie più rare; entrambe comprendono però alcune malattie per le quali sono previsti flussi informativi particolari o differenziati (AIDS, HIV, malaria, TBC, epatiti, meningiti). Per queste classi il medico deve provvedere entro 12-48 ore dall’osservazione del caso, secondo la malattia. 11 Classi 4 e 5 Le classi 4 e 5 raggruppano malattie di minore gravità (pediculosi, scabbia, rosolia etc.). Per esse è comunque prevista la segnalazione, sempre con tempi variabili da 12 a 48 ore dall’osservazione del caso, secondo la singola malattia. 12 4 Accertamento ed inchiesta • L’accertamento consiste nella conferma della diagnosi, per avere la certezza che vi sia effettivamente la malattia sospettata. • L’inchiesta epidemiologica mira ad individuare tempi, cause e modalitá di insorgenza dell’infezione; viene svolta, in genere, solo nelle situazioni di sospetto inizio di una epidemia. 13 Accertamento Consiste nella conferma della diagnosi, che viene eseguita, in genere, con analisi di laboratorio. I metodi usati sono: • metodi diretti sul materiale patologico (es.: coltura di tampone faringeo) • metodi indiretti (es: ricerca di anticorpi specifici per il microrganismo) 14 Inchiesta epidemiologica Viene svolta, in genere, solo nelle situazioni di sospetto inizio di una epidemia,e mira a: • individuare la sorgente e i veicoli di infezione • identificare altri casi collegati alla segnalazione • identificare tempestivamente i conviventi e contatti • definire la popolazione esposta al rischio e le azioni da intraprendere 15 5 Isolamento E’ la separazione del malato da tutte le altre persone, eccetto gli addetti all’assistenza. Serve solo per quelle malattie in cui ci può essere trasmissione dell’agente per via aerea (es.: influenza aviaria) o per contatto (es.: meningite). Ne esistono vari tipi, in funzione della gravità della malattia e del rischio. 16 Tipi di isolamento • Ospedaliero: avviene in reparto attrezzato, eventualmente con stanze a tenuta stagna, aria filtrata, personale atterzzato con tute a pressione etc.; si attiva per malattie molto pericolose, esotiche o a facile contagio (es.: colera, febbre gialla etc.) • Domiciliare: avviene a casa del malato, che deve stare in un locale ad esso dedicato. 17 Isolamento domiciliare Ne esistono due tipi: • Fiduciario: il malato è affidato ai familiari e sta in una camera a lui riservata, con mobili ridotti al minimo e disinfezione di lenzuola, posate ed ogni oggetto da esso toccato; • Coercitivo con piantonamento: solo in casi rari (malato non trasportabile, malattia ad alto pericolo), come l’isolamento domiciliare, ma con sorveglianza delle forze dell’ordine. 18 6 Altri metodi di protezione Oltre l’isolamento, esistono anche: • Contumacia: obbligo di permanere in un certo luogo ed osservare le prescrizioni dell’autoritá sanitaria; • Allontanamento: divieto di svolgere una certa attività per un soggetto a rischio o sospetto portatore di una malattia infettiva (es.: cuoco con sospetto contagio di Tifo). 19 Sorveglianza sanitaria E’ una procedura di sicurezza e protezione della popolazione, e riguarda eventuali contatti occasionali a basso rischio di contagio. Prevede l’obbligo di sottoporsi a controlli da parte dell'Autorità sanitaria, senza restrizione dei movimenti. Questo obbligo permane per un periodo di tempo pari a quello massimo di incubazione della malattia. 20 Conviventi e contatti Nell’applicare le norme di profilassi va ricordata la differenza tra: • Conviventi: coloro che vivono stabilmente nella stessa abitazione del malato (o portatore); • Contatti: coloro che entrano in contatto col malato ma non ci vivono assieme: possono essere abituali (es.: colleghi di lavoro) o occasionali (es.: allievi della stessa palestra). 21 7 Ambiente e malattie infettive Per eliminare le cause delle malattie infettive si può agire attraverso tre strade: • Disinfezione: eliminazione dei microrganismi patogeni(batteri, virus etc.); • Disinfestazione: eliminazione dei macroparassiti (insetti e roditori); • Sterilizzazione: eliminazione di ogni vivente, patogeno e non. 22 Microrganismi e disinfezione I microrganismi sono presenti in modo UBIQUITARIO su tutti gli oggetti e le superfici esistenti e non sterilizzati. Fotografia SEM (microscopio elettronico a scansione) della punta di uno spillo: ogni puntino rosso é un batterio… 23 Disinfezione La disinfezione mira a distruggere i microrganismi agenti di malattie infettive, ovvero I patogeni. Essa può avvenire dovunque (es.: nella stanza di un malato di meningite, nelle cucine di un albergo o di un ospedale) e su ogni oggetto (es.: lenzuola, piatti, pentole e attrezzi da cucina etc.). 24 8 Tipi di disinfezione La disinfezione può essere: • continua: si svolge durante la malattia, e riguarda oggetti (lenzuola, posate etc.) toccati dal malato, oltre ai suoi escreti (feci, urine etc.) • terminale: si svolge dopo la fine della malattia, e riguarda anche l’ambiente (mobili, infissi etc.) 25 Disinfezioni particolari Esiste una forma di disinfezione detta “periodica”: va fatta, per legge, almeno una volta l’anno in luoghi pubblici quali scuole, asili etc. Inoltre, si parla di dsinfezione “occasionale” quando si esegue tale procedura in un locale in cui ha soggiornato un eliminatore di germi (es.: aula con un caso di meningite). 26 Disinfettanti Ne esistono vari tipi: • Naturali: luce solare (raggi UV), essiccamento, variazioni naturali di temperatura etc. • Artificiali fisici: (calore secco e umido), raggi X, raggi gamma, raggi UV • Artificiali chimici: alcooli (es.: etanolo al 70%), aldeidi (es.: formaldeide), alogeni (es.: iodio), sali di ammonio quaternario (es.: citrosil), etc. 27 9 Pulizia e sanificazione La pulizia consiste nella rimozione meccanica dello sporco, di solito con acqua, mentre la sanificazione consiste nell’uso sistematico di detergenti (saponi). Un detergente elimina lo sporco sciogliendo la parte grassa, che “lega” lo sporco alle superfici, e permettendo all’acqua di portare via il tutto. 28 Disinfettare pulendo Un disinfettante (chimico) distrugge i microbi sciogliendone le membrane cellulari, che sono in parte composte da grasso. Di conseguenza, un detergente ha sempre anche una certa azione disinfettante. “Lavare il pulito” (cioè passare col sapone un una seconda volta ciò che è già stato lavato) vuol dire, entro certi limiti, disinfettare! 29 Requisiti dei disinfettanti Gli agenti disinfettanti devono possedere un proprietà definita come : Nocivo per il microrganismo TOSSICITA’ SELETTIVA Innocuo per le cellule dei tessuti Un buon disinfettante dovrebbe avere, allo stesso tempo: • ampio spettro d’azione (attivo su molti microrganismi) • elevata tossicitá selettiva • basso costo • alta semplicitá di utilizzazione 30 10 Battericidi e batteriostatici Non tutti I disinfettanti uccidono I batteri: • Battericida = sostanza o condizione capace di uccidere i microrganismi, cioé di eliminarli in modo irreversibile. • Batteriostatico = sostanza o condizione capace solo di impedire la crescita dei microrganismi, ma non di eliminarli in modo definitivo. 31 Disinfettanti e antisettici In base alla capacità o meno di uccidere I batteri, si distingue: • “disinfettante” quella sostanza o condizione che ha sola azione battericida (es.: aldeide glutarica, raggi gamma). • “antisettico” la sostanza o condizione che ha prevalente azione batteriostatica (es.: Sali di ammonio quaternario, congelamento). 32 Sterilizzazione La sterilizzazione ha lo scopo di distruggere ogni forma vivente. Ha una applicazione meno diffusa della semplice disinfezione, perchè richiede prodotti o attrezzature speciali. Avviene, in genere, come fase di preparazione di farmaci o materiali medici (es.: siringhe monouso, ferri chirurgici etc.). 33 11 Disinfestazione La disinfestazione é la lotta contro i macroparassiti (insetti, roditori ed altri piccoli animali nocivi). Tali parassiti possono produrre danno direttamente (es.: grano inquinato da feci di topo) ma anche perchè portano malattie infettive (es.: leptospirosi diffusa nei fiumi da urine di ratto). 34 Tipi di disinfestazione • Integrale: si svolge con agenti potentissimi, che uccidono ogni organismo vivente, e si fa in casi particolari (es.: stive delle navi) • Disinsettazione: si pratica con insetticidi, generici o specifici (es.: lotta alla zanzara tigre) • Derattizzazione: viene svolta, in genere, con esche avvelenate o trappole. Evitare l’uso irrazionale di insetticidi! 35 Profilassi indiretta La profilassi indiretta si svolge mediante interventi che non agiscono direttamente sul contagio, sull’infezione o sulla malattia. Essa, quindi, non si rivolge contro un determinato agente ma ricopre la sfera ambientale e quella rivolta alla persona, attuando interventi non specifici ma che hanno un valore generale. 36 12 Interventi di profilassi indiretta Si tratta di interventi diretti verso: • Ambiente fisico: es.: depurazione delle acque per prevenire il Tifo; • Ambiente sociale: distribuzione di siringhe per prevenire HCV e AIDS nei tossicodipendenti; • Persona: educazione sanitaria, es.: lavarsi le mani prima di maneggiare cibo per prevenire le enteriti da Shigella). 37 Profilassi immunitaria Il modo più sicuro ed efficace di proteggersi dalle infezioni è avere nel proprio organismo delle difese immunitarie che impediscano l’infezione. Purtroppo il nostro sistema immunitario deve, normalmente, avere PRIMA l’infezione per POI produrre gli anticorpi e quindi darci l’immunità. 38 Aumento della resistenza alle infezioni E’ una forma di profilassi che ha come obiettivo fare in modo che i patogeni non raggiungano le persone recettive. Abbiamo: RESISTENZE ASPECIFICHE: promuovere e mantenere le normali barriere difensive (es.: igiene personale) CHEMIOPROFILASSI: profilassi mediante la somministrazione di antibiotici (es.: rifampicina per contatto con meningite) IMMUNOPROFILASSI 39 13 Profilassi immunitaria Ha lo scopo di aumentare la resistenza dei soggetti sani verso gli agenti patogeni mediante il conferimento di una protezione immunitaria. Si basa su : VACCINOPROFILASSI: far produrre al soggetto anticorpi contro il patogeno. • serve tempo lungo per averla (2-6 mesi) • dura molto 3-5 anni SIEROPROFILASSI: fornire al soggetto anticorpi contro il patogeno. • basta tempo breve per averla (immediata) • dura poco 1-3 settimane 40 Vaccinoprofilassi I vaccini sono dei preparati farmaceutici costituiti da: Microrganismi Tossine Costituenti microbici Modificati in modo tale che la loro Introduzione nell’uomo provochi la comparsa di IMMUNITA’ (produzione di anticorpi specifici) Senza che insorga la MALATTIA 41 Classificazione dei vaccini ANTIBATTERICI Esempio: vaccino anti-tifo (Salmonella typhi) ANTIVIRALI Esempio: vaccino anti-influenza (Influenzavirus) ANTITOSSICI (ANATOSSINE) Esempio: vaccino anti-tetanico (tossina del tetano) 42 14 Preparazione dei vaccini All’agente patogeno (batterio, virus o tossina) viene tolta la CAPACITA’ PATOGENA (fare danni) lasciando intatta la CAPACITA’ IMMUNOGENA BATTERI E VIRUS: possono essere UCCISI INATTIVATI ATTENUATI TOSSINE: vengono “svelenate”, cioè private del loro potere patogeno (ANATOSSINE) 43 Veicoli dei vaccini I vaccini vanno iniettati disciolti in un “veicolo”: Idrovaccini: sciolti in acqua. Somministrazione agevole, ma assorbimento scadente (breve persistenza nel punto di iniezione). Lipovaccini: sciolti in olio. Somministrazione dolorosa e rischio di infezioni ma ottimo assorbimento (lunga durata dello stimolo immunitario). Vaccini adsorbiti: sciolti in acqua ma legati ad idrossido di alluminio. Hanno i vantaggi di entrambe i precedenti. 44 Caratteristiche dei vaccini In genere, i vaccini a base di agenti vivi attenuati sono più efficaci di quelli costituiti da agenti uccisi o inattivati. Nella valutazione occorre tenere presenti i seguenti requisiti: INNOCUITA’ assenza di rischi e di complicanze EFFICACIA • % di sieroconversione • durata immunità FACILITA’ DI IMPIEGO gradimento dell’utenza 45 15 Controindicazioni alla vaccinazione Le vaccinazioni vanno rinviate in presenza di malattie febbrili in atto o anche solo se i soggetti da vaccinare non sono in ottimali condizioni di salute. I soggetti con malattie croniche, tumori, leucemie, e quelli trattati con farmaci cortisonici e immunosoppressori non devono assumere preparati a base di agenti vivi o vivi attenuati. 46 Risposta ai vaccini La risposta del soggetto alla vaccinazione si manifesta in due fasi: Risposta PRIMARIA: dopo la prima dose di vaccino si ha la produzione di anticorpi IgM (meno efficaci) con durata breve (1-4 settimane). La vaccinazione NON PROTEGGE ancora contro la malattia! Risposta SECONDARIA: dopo una successiva dose di vaccino si ha la produzione di anticorpi IgG (piú efficaci) con durata da alcuni mesi ad alcuni anni. La vaccinazione E’ PROTETTIVA per un tempo variabile. Il numero di dosi per avere una buona risposta secondaria ed il tempo di vaccinazione CAMBIA da vaccino a vaccino! 47 Calendario vaccinale Dal sito www.salute.gov.it 48 16 Legenda Sigle utilizzate nel calendario vaccinale italiano: DTaP: vaccinazione antidifterico-tetanico-pertossica Tdap: vaccino difto-tetanico-pertossico acellulare per adulti IPV: vaccino antipoliomielitico iniettabile - inattivato HB: vaccino antiepatite B Hib: vaccino contro le infezioni invasive da Haemophilus influenzae b MPR: vaccino antimorbillo-parotite-rosolia PCV: vaccino pneumococcico coniugato eptavalente Men C: vaccino meningococcico C coniugato 49 Note al piano vaccinale 1. Per terzo mese di vita si intende il periodo che intercorre dal compimento del 61°giorno di vita fino al 90°giorno di vita, ovvero dal compimento della 8a settimana di vita fino alla 12a settimana di vita 2. Nei nati da madre HBsAg positiva si somministrano contemporaneamente, entro 12-24 ore dalla nascita ed in siti separati, la prima dose di vaccino (HB) e una dose di immunoglobuline specifiche anti-epatite B (HBIG). Il ciclo va completato da una seconda dose a 4 settimane dalla prima, da una terza dose dopo il compimento dell’ottava settimana (può coincidere con la prima somministrazione del ciclo normale) e da una quarta dose all’11°mese (può coincidere con la 3a dose del ciclo normale) 3. Vaccino pneumococcico coniugato eptavalente: programmi di ricerca attiva e vaccinazione dei soggetti a rischio elevato; per gli altri soggetti vaccinazione in base a specifici programmi regionali 4. E’ possibile la co-somministrazione al 13°mese della prima dose del vaccino MPR e della terza dose dei vaccini DTaP, IPV, HB e Hib 5. MPR2: seconda dose ovvero dose di recupero (Piano nazionale di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita - G. U. s. g. n. 297 – suppl. ord. N. 195 del 23/12/03) 6. Vaccino meningococcico C coniugato: programmi di ricerca attiva e vaccinazione dei soggetti a rischio elevato; per gli altri soggetti vaccinazione in base a specifici programmi regionali 7. Varicella: limitatamente alle Regioni con programmi vaccinali specifici in grado di garantire coperture superiori all’80% 8. Varicella: programmi di ricerca attiva e vaccinazione degli adolescenti con anamnesi negativa per varicella 50 Reazioni ai vaccini Sono possibili alcuni tipi di reazioni indesiderate ai vaccini, che sono: • dolore al punto di iniezione: 10% dei casi, comparsa immediata, durata alcune ore • crisi anafilattica: rari casi, comparsa immediata • febbre e cefalea: variabile da vaccino a vaccino, comparsa entro 24 ore, durata 1-2 giorni • esantema: 2-5% morbillo, 5-10% rosolia, comparsa fino a 12 giorni dopo, durata 2-3 giorni • dolori articolari: 5-10% rosolia, comparsa entro 24 ore, durata 1-2 giorni • altre complicanze (cutanee, neurologiche etc.): casi rarissimi, comportamento variabile 51 17 Sieroprofilassi Viene attuata inoculando per via parenterale (intramuscolare o endovenosa) sieri, cioè estratti del sangue, ricchi di anticorpi. I sieri possono essere: Eterologhi: ottenuti da animali di grossa taglia (bue, cavallo); Omologhi: ottenuti dall’uomo: miscele di immunoglobuline. 52 Effetti della sieroprofilassi Si produce una PROTEZIONE IMMEDIATA (gli anticorpi sono belli e pronti) rispetto a quella ottenuta con i vaccini ma DI BREVE DURATA (durano max 2-3 settimane) Si ricorre a questa pratica come misura di emergenza (es.: ferita a rischio per il tetano). 53 Rischi della sieroprofilassi La somministrazione di sieri immuni può produrre due principali reazioni: • La malattia da siero: di solito meno grave, può comparire anche a distanza di 10-14 giorni; • Lo shock anafilattico: più grave, anche a rischio di morte, si manifesta entro pochi minuti dalla somministrazione del siero. 54 18 Malattia da siero Compare 8-14 giorni dopo l'esposizione e può comprendere: • Eruzioni cutanee (macchie o punti rossi); • Dolore alle articolazioni; • Febbre e ingrossamento dei linfonodi; • In rari casi, ipotensione, shock, complicanze neurologiche o renali (nefrite). Di norma vi è guarigione spontanea. 55 Shock anafilattico I sintomi compaiono, di regola, in pochi minuti (in rarissimi casi dopo alcune ore), e sono • Difficoltà respiratoria (asma, dispnea) • Ipotensione, svenimento, coma • Prurito, orticaria, lacrimazione, vomito. La terapia è quella di una emergenza importante (anche con rischio di possibile arresto cardiaco). 56 19